IL TOPOLINO

Giulio_Marchese
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IL TOPOLINO

Messaggio#1 » venerdì 26 agosto 2016, 0:48

Il topolino

C'era una volta in regno lontano lontano una principessa nata prematura. Quando il sacerdote comunicò al Re e alla Regina che non sarebbe sopravvissuta alla notte i due decisero di rivolgersi alla dea Natura che viveva nella montagna, chi se non colei che aveva creato tutto quanto poteva salvare la loro bambina? Il sacerdote li avvertì però che la dea non poteva infrangere le regole da lei stessa imposte, questa era l'unica regola che era tenuta a rispettare. Il Re e la Regina volevano tentare comunque, cos'avevano da perdere? Così fecero sellare i cavalli più veloci e, accompagnati dall'intera guardia reale, partirono alla volta della montagna sacra.
Li la dea, che aveva previsto il loro arrivo, li accolse a braccia aperte. Era di una bellezza indescrivibile. La sua pelle, chiara come la luna, emanava un bagliore azzurro. I suoi capelli erano foglie di menta e le sue labbra sembravano avere la stessa consistenza di fragole mature. «Cosa vi porta qui?» chiese conoscendo già la risposta. Il re era talmente ammaliato dalla sua bellezza da non riuscire a proferir parola, così fu la regina a parlare: «siamo qui per nostra figlia, è debole, fragile, c'è la possibilità che non superi la notte, salvala mia dea! Salvala e ti sarò riconoscente per sempre!» gli occhi della regina erano lucidi ma determinati. La dea rispose: «La bambina vivrà, ma la sua vita sarà dura più di quanto voi reali possiate immaginare, e per suo padre sarà un tormento. Vivrà ma non amerà ne sarà amata da nessun uomo per la durata intera della sua esistenza».
La profezia si realizzò, la bambina superò la notte. Ahimè una sorte diversa toccò alla regina che il giorno seguente l'incontro con la dea, si ammalò e morì di li a poco.
Il re si convinse che la colpa era stata proprio della dea Natura e, in un certo senso, della principessina. Così bandì il culto della dea da tutto il regno e relego la principessa nelle sue stanze fino all'età di sedici anni, età in cui, secondo tradizione avrebbe dovuto trovar marito.


Alle nove del mattino la cittadella era sveglia da un pezzo. Ettore, la guardia che presidiava la porta del castello stava seduto accanto alla stessa con aria assonnata da almeno due ore in compagnia di Sansone, un mastino napoletano di settanta chili. l'animale, malgrado la sua età, aveva un aspetto imponente ma, come Ettore ben sapeva, era il cane più buono del mondo. Si alzò in piedi alla vista di un gatto, abbaio un paio di volte e si rimise a sedere. Faceva sempre così, solo una volta si era lanciato all'inseguimento di quel mangia sardine che apparteneva a Vittorio, il pescatore. Stavano passeggiando per il porto ed Ettore teneva Sansone legato al guinzaglio, quando ecco spuntare Raja con i suoi movimenti che non assomigliavano per niente a quelli di un felino ma piuttosto erano riconducibili a quelli di un ippopotamo. Sansone partì all'improvviso facendo cadere il suo padrone che non riuscì a mantenere la presa sul guinzaglio. Ettore lo ritrovo poco distante intento ad abbagliare a un albero su cui il gatto, malgrado il suo peso, si era arrampicato per scappare, fece non poca fatica e tirarlo via da li. Proprio quel gatto doveva fargli proprio antipatia, non si spiegava diversamente.
Giovanni si era addormentato. Sarebbe dovuto arrivare al borgo vicino più di un ora fa, invece stava ancora finendo di caricare gli ultimi sacchi sul carretto. Venti minuti di strada, poco più, i migliori affari si facevano prima di pranzo, ce la poteva fare, ma sapeva che le altre bancarelle avevano già preso i posti migliori. Addio mercato del giovedì, un occasione in meno per restituire i soldi che quell'arpia della sorella di sua moglie, gli aveva prestato. In compenso aveva deciso che, una volta al mercato, avrebbe comprato un gallo giovane e, con grande piacere, avrebbe potuto tirare il collo a quel piantagrane del suo. La moglie del fornaio lo saluto con un gesto della mano ed entrò nell'emporio probabilmente per comprare della lana da cucito.
Alle nove del mattino la cittadella era già sveglia da un pezzo, ma cosa sono le nove del mattino per una principessa? Il sole che entrava dalla finestra le sbatté violentemente sugli occhi e si maledì per non aver chiuso la tenda la sera prima. Si alzò con gli occhi appiccicosi, in bocca sentiva un brutto sapore. Si guardò allo specchio e vide una spirale bionda tagliarle il viso in due metà perfettamente simmetriche. Scosto il ciuffo e cercò di mettere apposto i capelli con entrambe le mani. Prese il secchio d'acqua pulita che ogni mattina Maria, una delle sue ancelle, le faceva trovare accanto alla specchiera, vi infilò le mani e si lancio l'acqua sul viso, una, due, tre volte. Anche oggi avrebbe incontrato un principe, il quarto in quattro giorni, oltre a principi aveva incontrato anche baroni, marchesi e persino qualche popolano ritenuto di bell'aspetto, ne aveva concluso che suo padre voleva a tutti i costi liberarsi di lei, aveva perfino organizzato un ballo per il giorno seguente! Ma era inutile; nemmeno uno di loro l'aveva minimamente colpita, eppure anche lei voleva andare via da quel castello, o meglio, dalle sue stanze nelle quali era sempre relegata. Pensava che l'amore era proprio sopravvalutato, un infelicità vale l'altra! Ma suo padre le aveva fatto promettere che sarebbe andata via solo con l'uomo che amava, e lei non era in grado di mentire. Diceva sempre «è giunto il momento che i falsi miti cadano su se stessi» chissà che voleva dire. Era il momento di prepararsi, tra sé pensava «speriamo sia la volta buona!»

Giovanni, finito di montare la sua bancarella, si era recato in quella degli animali, qui vide un insolito ragazzo, esile e magro, dai lineamenti molto fini intento a chiedere quanto costassero gli animali da compagnia. «Con due monete non posso darti nulla» ripeteva il mercante «perfino questo topo bianco ne vale almeno tre». «Dai! Mi serve per mia madre, mio padre è partito per combattere per il Re e lei si sente così sola!» «niente da fare torna quando avrai abbastanza soldi!». Il ragazzo non sembrava intenzionato ad andar via. Giovanni, che era a corto di tempo, disse al mercante «io prendo quel galletto li, può farmelo portare nella cittadella? Il mio carretto e già carico e non avrei dove metterlo.», il mercante disse di no stizzito, se lo voleva doveva portarselo via da sé. Il ragazzo, che aveva assistito alla scena, intervenne «Buon uomo posso portarglielo io! Domani in serata! In cambio le chiedo solo una moneta!» Giovanni, colpito dalla determinazione del ragazzo, non poté che acconsentire. E mentre si allontanava, vedendo il ragazzo e il suo topolino, per un momento si senti una persona buona.

L'intera cittadella era in fermento per il ballo imminente; Vittorio, il pescatore, era con il suo carro dietro il castello intento a scaricare chili e chili di gamberetti sotto lo sguardo poco interessato di Raja. Ettore e il suo fido Sansone erano già al loro posto entrambi in allerta. Quando Giovanni vide arrivare il ragazzo del borgo vicino con il galletto sotto il braccio e il topolino bianco sulla spalla era già sera. Giovanni gli consiglio di farsi un giro chissà che non fosse riuscito ad entrare e vedere la bellissima principessa, lui sembro dargli ascolto, ma mentre saliva le scale che portavano a palazzo il topolino saltò già dalla spalla, cominciò a inseguirlo ma andava troppo veloce. Quello che accadde poi ha dell'eccezionale, Raja dal carretto che stava tornando al porto dopo la consegna vide il topo e si lanciò all'inseguimento non sapendo che dietro l'angolo si nascondeva il suo acerrimo nemico Sansone! Il cane più buono del mondo si lancio all'inseguimento a sua volta ed Ettore si mise a corrergli dietro urlando. Il topolino rimase davanti alla porta sguarnita dalla quel il suo padrone, dopo averlo raccolto e infilato nel taschino, entrò.
Le altre guardie lo ignorarono, se Ettore lo ha fatto passare… Nella sala da ballo vide la principessa, era bellissima, non aveva mai visto niente di più bello.

La principessa guardò il nuovo entrato, era strano, diverso, le sue movenze, le sue curve eleganti sotto i larghi vestiti consunti. Lo avvicino immediatamente incuriosita e gli chiese di ballare, lui accettò. Ballarono a lungo, e ancora più a lungo parlarono al balcone. Aveva anche un topolino che decisero di comune accordo di chiamare Jimmy. Si stava divertendo, e un sentimento nuovo le riscaldava il cuore. Amore? Di certo era qualcosa di molto simile all'amore descritto dai poeti che era stata costretta a leggere. Decise di dichiarasi, così su due piedi. «Senti» disse «questo ballo è stato organizzato al solo scopo di trovarmi un marito, non avrei mai pensato sarebbe servito allo scopo, ma credo proprio di essermi innamorata di te» quella che vide sicuramente non era la reazione che si aspettava, lui cominciò «Vostra maestà» la voce era diversa, la principessa aveva già capito «anch'io credo di amarvi, e non avrei voluto ingannarvi, io e mia madre siamo rimaste da sole dopo che mio padre e partito per combattere per il Re, e serviva un maschio, io sono l'unica figlia quindi mi sono vestita così e ho fatto la voce grossa, non volevo ingannarvi solo che il topo e il gatto e il cane e alla porta non c'era nessuno... » era in lacrime, la principessa gliele asciugo dolcemente e disse «se a te non importa non importa neanche a me, io ti amo e tu?», la ragazza non se lo fece dire due volte e la baciò sulle labbra con trasporto. Poi le sussurro «il mio nome è Giada», risero entrambe.
Quando spiegarono tutto al Re lui scoppiò in una fragorosa risata e sentenziò «Sono stato un pazzo a sfidare la dea Natura ma una parte della profezia la smonterò con le mie mani! Questo matrimonio si farà! E lo faremo secondo i riti del vecchi culto!»
Le novelle principesse decisero di tenere Jimmy, il topolino che le aveva fatte incontrare, fecero trasferire la madre di Giada a palazzo e le regalarono un Labrador color panna. Il matrimonio fu il più bello mai visto, e vissero tutti felici e contenti.



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Simone Cassia
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Re: IL TOPOLINO

Messaggio#2 » venerdì 26 agosto 2016, 23:59

Ciao Giulio,
trovo l’idea alla base del tuo racconto solida e adatta allo scopo (come il ballo organizzato dal re :-P ) però il racconto ha bisogno di una snellita sia visiva che sintattica. Ci sono frasi un po’ dure da digerire che appesantiscono la lettura e l’andamento non sempre lineare con tanti nomi e luoghi non ben specificati rendono difficile seguire per bene la vicenda. Anche la protagonista, la “principessa mai innamorata”, a mio parere, non risulta così centrale nella vicenda come dovrebbe. Ricapitolando il mio pensiero, ottima l’idea e un po’ meno l’esecuzione ma con un po’ di palestra dovrebbe venir fuori una bella fiaba :-)

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angelo.frascella
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Re: IL TOPOLINO

Messaggio#3 » sabato 27 agosto 2016, 23:35

Ciao Giulio.

L’idea c’è, è solida e bella. Il racconto parte bene, come una fiaba classica e finisce bene, ma nella parte centrale diventa troppo confuso. Troppo tempo dedicato a due personaggi secondari (che, a differenza di quelli che dovrebbero essere i due protagonisti, hanno persino un nome) e troppo poco a principe e al “giovane” che compra il topolino. Quindi la prima cosa da fare sarebbe da fare sarebbe ridurre le parti secondarie e incrementare lo spazio su quelle principali.
Poi ci sono parecchi refusi (accenti mancanti, diverse parole sbagliate come “abbagliare” al posto di “abbaiare”, “dalla quel il suo padrone” invece che “dalla quale”). Anche la punteggiatura andrebbe rivista.
Insomma hai bisogno di rileggere un po’ di più prima di postare (anche se dall’orario, vedo che, probabilmente, non avevi più tempo per correggere)

Buona edizione
Angelo

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Adry666
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Re: IL TOPOLINO

Messaggio#4 » lunedì 29 agosto 2016, 17:34

Ciao Giulio,

buon racconto, la tua idea di fondo è molto interessante. Buon incipit, e anche originale: una principessa prematura non l’avevo mai letta prima )) Buona la chiusura.

Il ritmo è altalenante a causa di un po’ di refusi e a una punteggiatura non sempre precisissima. TI consiglio di rivederlo e leggerlo con più calma per colmare alcune lacune, potrebbe venir ne fuori un bel pezzo.

Il tema mi sembra rispettato. Il PG c’è ma non sempre è al centro della storia.

Ciao
Adriano

valter_carignano
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Re: IL TOPOLINO

Messaggio#5 » giovedì 1 settembre 2016, 13:18

Ciao
la fiaba comincia secondo molto bene, e il finale è divertente e inaspettato. Davvero buoni, questi due elementi, tali secondo me da conferire grande valore all'intero racconto.
Che però, come hanno detto già altri prima di me, ha anche alcuni problemi: i refusi (forse un po' troppi anche considerando i Minuti Contati, specie nella punteggiatura e negli accenti ai verbi) e il largo spazio dato a personaggi secondari che - secondo il mio personale parere - non danno molto alla vicenda, neanche dal punto di vista della creazione dell'ambiente e del 'contorno'.
In fondo, la chiave della vicenda sono il topolino, il gatto e il cane (tema rispettato in maniera originale, bravo), forse con più tempo a disposizione potevi trovare un altro modo di farli entrare in scena, senza necessariamente passare dai 'padroni' umani.
Quindi, personalmente, spero che tu decida di rivederlo in altra sede in modo da valorizzare i molti elementi davvero buoni e risolvere quelli meno convincenti.

viviana.tenga
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Re: IL TOPOLINO

Messaggio#6 » venerdì 2 settembre 2016, 15:56

Ciao Giulio,
A dirla tutta, quando ho letto che la principessa non sarebbe mai stata amata da nessun uomo un po' il finale me lo immaginavo già, ma l'idea è comunque carina e ben sviluppata. C'è un problema con lo stile, perché la mia impressione è che il racconto sia stato scritto davvero troppo di getto, ma nulla che non si possa risolvere con una buona revisione. Come già osservato da altri, c'è anche il fatto che nella parte centrale i personaggi secondari prendono troppo spazio a scapito delle due protagoniste. Credo che il problema sia la loro presentazione iniziale, che dà l'impressione che debbano essere personaggi con maggiore importanza di quella che poi hanno.

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Peter7413
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Re: IL TOPOLINO

Messaggio#7 » domenica 4 settembre 2016, 21:01

Il racconto parte bene e si chiude con una bella intuizione, però strada facendo perdi verve, accumuli refusi, in certi punti sei eccessivamente verboso e dedichi troppo spazio a non protagonisti. Concordo con chi ha fatto notare che il tuo PG sembra più una comparsa. Infine il tema: sei partito dal topolino e l'hai fatto inseguire da un po' di esseri vari. Mi piace l'idea, ma a quel punto avresti dovuto seguire la canzone fino alla fine e quindi al Signore, no? Taglialo e aggiustalo e credo possa avere chance di arrivare in Vetrina passando dal Laboratorio ;)

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erika.adale
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Re: IL TOPOLINO

Messaggio#8 » lunedì 5 settembre 2016, 21:03

Purtroppo arrivo a commentare alla fine, dunque mi ritrovo a ribadire concetti già espressi. C'è molta originalità in questa fiaba moderna, l'idea della bimba prematura, della richiesta di farla sopravvivere è una contaminazione fra mondo favolistico tradizionale ed eventi contemporanei molto interessante. così anche il finale alternativo, con la principessa che ama un'altra donna e via, che vissero felici e contente. Peccato che la parte centrale sia un po' prolissa e confusa, ci si perda dietro a personaggi ed eventi poco funzionali. Nel taglio breve confondono le idee e sarebbero da evitare, a mio avviso.

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Andrea Partiti
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Re: IL TOPOLINO

Messaggio#9 » lunedì 5 settembre 2016, 21:40

Ciao, direi che il personaggio c'è e il tema anche. Ma proprio il modo in cui è inserito il tema, per spizzichi e bocconi tramite personaggi secondari, mi sembra che danneggi il racconto nel suo complesso. Ci sono troppe digressioni che non lavorano per portare il lettore verso una direzione comune e ne disperdono l'attenzione.
Penso che per rendere ottimo il racconto, servirebbe una grande operazione di taglio e ripulitura in modo da renderlo più simile, come tempi e come stile, a una fiaba classica (pur con il suo colpo di scena moderno alla fine.)
Nella ripulita serve assolutamente una riformattazione per rendere più agevole la lettura. Anche se non sembra una differenza sostanziale, avere un ritmo ben scandito, soprattutto nei dialoghi, può fare un mare di differenza.

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