Per due soldi

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angelo.frascella
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Per due soldi

Messaggio#1 » venerdì 26 agosto 2016, 0:52

Quel giorno, i bambini del paese erano sovraeccitati e gli adulti indaffaratissimi. Erano giorni di zucchero filato e giostre, bancarelle e processioni. Chi saltellava fra i banchetti, cercando l’oggetto che mai avrebbe pensato di trovare, chi preparava l’abito buono per il passaggio del santo, chi sperava di tirar su una somma sufficiente a giustificare lo sforzo di una vita da ambulante. Poi c’era Nicola che, già da tre giorni prima della fiera, andava in giro per il paese canticchiando: “Alla fiera dell’est, per tre soldi, un topolino mio padre comprò.”
Era intonato, non c’è che dire, per uno che dalla natura aveva avuto ben pochi doni, ma cantava sempre e solo quella frase, come un mantra. Così, la gente del paese, che già abitualmente tendeva a evitarlo per non rimanere intrappolata in una inconcludente e infinita conversazione sul programma visto la sera prima in televisione, sulla grande pioggia del Febbraio del novantasette o sul prosciutto della Salumeria Meloni, attraversava dall’altra parte, facendo cadere nel vuoto i grandi sorrisi del ragazzo.
Come ogni anno, da sette anni a questa parte, esattamente il secondo giorno della fiera, Nicola uscì di casa, passò in mezzo alle bancarelle e alla folla, senza degnare di uno sguardo neppure i parenti prossimi, raggiunse quella dei fumetti usati e iniziò a esplorarla centimetro per centimetro.
Agostino, l’uomo dei fumetti, si divertiva sempre a prenderlo in giro. Così disse: “Se cerchi Diabolik, ne ho un intero assortimento qui in fondo.”
“No. Diabolik è un fumetto del diavolo. Buttalo, buttalo, buttalo.”
Nicola continuò a scartabellare fra i cumuli di giornaletti.
“Ho capito. Vuoi i fumetti con le donnine nude! Sporcaccione.”
“Argh!” urlò il ragazzo, mettendosi le mani sugli occhi. “Non dirlo più. Non dirlo più. Mai più.”
Agostino rise. Uno degli astanti lo rimproverò: “E lascialo in pace, Ago, e dagli quello che vuole.”
Quello sbuffò, tirò fuori i giornaletti di Topolino che, sapendo dell’abituale venuta di Nicola, aveva nascosto bene, ne sollevò uno in aria, sopra il ragazzo, in modo che potesse vederlo e non arrivarci, e chiese: “Quanti anni hai, Nicolino?”
“Ventotto. Gli ho fatti a maggio. Il mese più bello, sai, perché è primavera.”
“E non ti vergogni a leggere ‘ste robe per bambini?”
“Non è per me. No, no. È per mio figlio.”
Agostino scoppiò in una sonora risata “Fortuna che ha preso tutto dalla mamma questo tuo figliolo. Ma fai attenzione a non far arrabbiare troppo il suo papà.”
Nicola lo guardò male, tirò fuori dalla tasca due monete da due Euro e gliele porse: “Ecco. Due soldi.”
“Ne basta una di quelle” disse Agostino. Una cosa era farsi due risate, un’altra approfittarsi di lui.
“No. Due soldi. La canzone dice così” disse Nicola, lasciando le monete sul banchetto e allontanandosi con il giornaletto.
Raggiunta la zona delle giostre si sedette sul muretto e aspettò di vederlo comparire. Passarono i minuti, poi le ore. Infine vide il piccolo Cataldo, quegli occhi grandi e azzurri della madre e l’espressione intelligente di lei. Ne seguì i movimenti con gli occhi fino a quando, trovato il momento giusto, gli si avvicinò, gli fece una carezza sulla testa e gli mise fra le mani il giornaletto. “Per il tuo compleanno.”
Il bambino sorrise: “Grazie, Nicola. Non dovevi.”
“Non chiamarmi per nome. Chiamami papà.”
“Vai via!” L’urlo fece trasalire entrambi. L’uomo muscoloso come Maciste piombò su Nicola lo afferrò per un braccio e iniziò a strattonarlo. “La devi finire con ‘sta storia, Nicolì, che tutto il paese mi ride dietro. Non ti voglio più vedere appresso a mio figlio, lo hai capito? Sennò ti faccio nuovo nuovo di mazzate, hai capito?”
All’inizio ci provò solo il bambino a fermarlo, mentre Nicola, bianco di paura, tremava come una foglia. Poi qualcuno dalla folla si staccò e iniziò a parlare all’energumeno: “Lascialo stare a Nicola, uagliò, che non ci sta con la testa, lo sappiamo tutti. Lasciagli fare i suoi giochi, dai.”
L’uomo mollò la presa, afferrò il bambino, gli strappò il Topolino di mano e lo buttò per terra. Poi trascinò il figlio via con sé.

Nicola rimase tre giorni e tre notti a letto. Non si voleva alzare, né voleva mangiare. Gli anziani genitori erano preoccupati e nemmeno il medico era riuscito a fargli cambiare idea.
Il terzo giorno Rossana bussò alla porta. Era bella Rossana, la più bella del paese e, fino a quando l’energumeno non se l’era sposata, tutti quanti l’avevano corteggiata.
Il papà di Nicola l’accompagnò nella stanza del figlio e li lasciò soli.
Quando la vide il ragazzo parve rianimarsi, si tirò su a sedere e, di nuovo, sorrise.
Rossana si sedette accanto a lui e gli diede una carezza sulla guancia. “Che mi combini, Nicolì? Devi smetterla con questa storia. Vedi che mio marito, se lo fai arrabbiare, ti può fare a pezzetti.”
Lui annuì: “Ma lui non lo sa che noi due ci vogliamo bene. Non lo sa che ci siamo baciati.”
Lei rise: “Ed è meglio che continui a non saperlo.”
“Te lo ricordi quel bacio? Io ci penso sempre.”
“Certo, Nicolì. Era il secondo giorno della fiera. Avevamo dodici anni. Tu mi dicesti: mi baceresti per due soldi e io…” che volevo lo zucchero filato, aggiunse mentalmente “te lo diedi quel bacetto sulle labbra. Ma non è così che si fanno i bambini, Nicolì.”
“Ma certo che si fanno così. Sono grande e la mamma me l’ha detto che la storia della cicogna è finta.”
Lei rise: “Fammi un piacere, Nicolì, alzati, vatti a fare una bella mangiata. Poi torna a passeggiare per il paese, che tutti sentono la tua mancanza.”
“Promesso.”
Rossana si tirò su, giunse sulla soglia della stanza, si voltò e gli mandò un bacio volante.
Nicola lo afferrò al volo e aggiunse: “Io, però, Rossana, se ero tuo marito, non ti davo le botte.”
Una lacrima scese sulla guancia della ragazza, che tirò su col naso e disse: “Lo so, Nicolì. Lo so…”



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Simone Cassia
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Re: Per due soldi

Messaggio#2 » venerdì 26 agosto 2016, 23:58

Ciao Angelo,
leggerti è sempre un piacere, anche quando hai poco tempo per produrre. Ho trovato questo racconto molto bello. C’è il tema, c’è il protagonista e c’è quell’atmosfera di paese resa così bene che sembra quasi di esserci cresciuti. Mi richiama alla mente Forrest Gump (almeno il film, perché il libro non l’ho letto) con quel tono e leggero che in più di un’occasione mi ha fatto sorridere e poi il finale così intenso e così inaspettato. Bravo
P.S.
Solo una curiosità, quel “per tre soldi” canticchiato da Nicola è voluto o è un refuso? Perché da una parte caratterizza il personaggio (ci sta che canticchi una canzone sbagliandola), dall’altra va in rotta con la scena della bancarella poco dopo; forse andrebbe corretto.
:-)

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angelo.frascella
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Re: Per due soldi

Messaggio#3 » sabato 27 agosto 2016, 0:32

Simone Cassia ha scritto:Ciao Angelo,
leggerti è sempre un piacere, anche quando hai poco tempo per produrre. Ho trovato questo racconto molto bello. C’è il tema, c’è il protagonista e c’è quell’atmosfera di paese resa così bene che sembra quasi di esserci cresciuti. Mi richiama alla mente Forrest Gump (almeno il film, perché il libro non l’ho letto) con quel tono e leggero che in più di un’occasione mi ha fatto sorridere e poi il finale così intenso e così inaspettato. Bravo
P.S.
Solo una curiosità, quel “per tre soldi” canticchiato da Nicola è voluto o è un refuso? Perché da una parte caratterizza il personaggio (ci sta che canticchi una canzone sbagliandola), dall’altra va in rotta con la scena della bancarella poco dopo; forse andrebbe corretto.
:-)


Grazie, Simone. I tre soldi sono un refuso scappato nel poco tempo a disposizione... acc...

viviana.tenga
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Re: Per due soldi

Messaggio#4 » lunedì 29 agosto 2016, 15:20

Ciao Angelo,
Racconto su cui ho davvero poco da dire. Tema e protagonista ci sono, lo stile è buono, la narrazione scorre bene, il finale mi ha strappato una lacrimuccia. Ti hanno già segnalato il refuso dei tre soldi, immagino che "gli ho compiuti a maggio" sia un altro (non mi sembra che per il resto il personaggio parli in modo eccessivamente sgrammaticato, quindi suppongo non fosse voluto). Nel complesso ottima prova, complimenti.

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Andrea Partiti
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Re: Per due soldi

Messaggio#5 » lunedì 29 agosto 2016, 16:37

L'atmosfera è perfetta, presentata senza fretta e creando il paese attorno a un personaggio che lo vede ingenuamente, un Nicola a cui penso tutti incolliamo la faccia del Nicola del nostro paese (Dodo e Gianni, nel mio caso, due istituzioni di paese).
Il tema è molto leggero in apertura, ma riesci a "quadrarlo" tornando a un ricordo chiave nella vita di Nicola in quella stessa fiera, spiegando la sua passione, spiegando il ritornello che canta compulsivamente, ammiccandoci con gli albi di Topolino.
L'unica critica che mi sento di fare, a un racconto che trovo funzioni bene così com'è, è forse l'approccio di Rossana, che sembra poco ragionevole o razionale. Perché andare da Nicola? Tantopiù se è in una situazione in cui il marito violento già ha una faida personale in corso e si sente deriso da Nicola che implicitamente lo addita come cornuto interagendo col figlio. Va perché i genitori le hanno chiesto di aiutarli? Questo presuppone che i genitori di Nicola sappiano della loro storia infantile, ma in quel caso avrebbero dissipato ben prima il dubbio di paternità per non mettere in pericolo il figlio.
(Il marito violento quasi toglie all'innocenza della storia, secondo me. L'aggressività si poteva ben spiegare anche solo come protettività verso il figlio, senza dover caricare di toni cupi una storia dai toni positivi!)

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angelo.frascella
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Re: Per due soldi

Messaggio#6 » lunedì 29 agosto 2016, 23:02

Grazie Viviana (sì, il gli è un refuso e non è un errore voluto in bocca a Nicola) e grazie anche ad Andrea

Andrea Partiti ha scritto:Va perché i genitori le hanno chiesto di aiutarli? Questo presuppone che i genitori di Nicola sappiano della loro storia infantile, ma in quel caso avrebbero dissipato ben prima il dubbio di paternità per non mettere in pericolo il figlio.
(Il marito violento quasi toglie all'innocenza della storia, secondo me. L'aggressività si poteva ben spiegare anche solo come protettività verso il figlio, senza dover caricare di toni cupi una storia dai toni positivi!)


Per quello che riguarda il primo punto, io la vedo così: i genitori non possono non sapere che Nicola ha, da sempre, un debole per Rossana (anche se non conoscono i dettagli) e quindi come ultima carta sarebbe logico che chiedessero aiuto a lei. Ti convince di più così?

Per il finale, mi è venuto così perché volevo rispettare fino in fondo la descrizione del personaggio (NICOLA lo strano del paese, sorride sempre, fatica a parlare, conosce tutti, non ci arriva tanto con la testa e ancora non si è capito se ci è o ci fa). Quell'intuizione finale di Nicola voleva lasciare aperto l'ultimo punto...

valter_carignano
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Re: Per due soldi

Messaggio#7 » giovedì 1 settembre 2016, 12:55

ciao
bello scorcio di vita di paese, a tinte pastello e toni di mezzo carattere, tra il buonumore e la malinconia. Ben dipinto, personaggio e tema secondo me rispettati, bella l'idea del 'topolino' che diventa il fumetto.
Trovo anch'io, come Andrea, che la visita di Rossana avrebbe richiesto qualche parola in più, per esempio con l'intervento dei genitori di Nicola, come tu hai scritto nella risposta al commento precedente.
In tutti i casi, ben riuscito e molto toccante.

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Adry666
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Re: Per due soldi

Messaggio#8 » sabato 3 settembre 2016, 11:29

Ciao Angelo,

ben ritrovato.
Tema e protagonista sono piuttosto centrati, il ritmo è buono, si fa leggere, finale interessante.
I refusi te li hanno già segnalati.

Alcune note personali:
l’incipit fa calare il lettore subito nell’atmosfera del paese, però la prima frase ha qualcosa ancora da limare:
“Quel giorno, i bambini del paese erano sovraeccitati e gli adulti indaffaratissimi.”
“Indaffaratissimi” non mi suona benissimo proverei a rivederla.

Nel complesso buona prova, complimenti.

Ciao
Adriano

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angelo.frascella
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Re: Per due soldi

Messaggio#9 » domenica 4 settembre 2016, 23:32

Grazie Valter e Adriano per i commenti e i suggerimenti.

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Peter7413
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Re: Per due soldi

Messaggio#10 » lunedì 5 settembre 2016, 0:07

Ci sono un paio di ripetizioni, ma nulla di grave e spariscono in un amen. Per il resto: bello, bello, bello. Sei riuscito a creare un PG stupendo e lo hai riempito di mille caratteristiche e un background ricco e articolato. La storia poi è di una delicatezza eccezionale e quel finale ti rimane dentro. Il tema c'è, sia nella canzoncina che gli fai cantare che nello spirito della canzone (o perlomeno io lo vedo). Nient'altro da dire: ottima prova e complimenti.

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angelo.frascella
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Re: Per due soldi

Messaggio#11 » lunedì 5 settembre 2016, 0:20

Grazie, Maurizio. Mi fai arrossire :)

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erika.adale
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Re: Per due soldi

Messaggio#12 » lunedì 5 settembre 2016, 18:49

Racconto amaro, con un protagonista ben descritto e integrato nel contesto, che stringe un po' il cuore per la duplice ingiustizia che è costretto a subire (il ritardo mentale e l'atteggiamento violento del marito di Rossana). Nessun dubbio sull'utilità della "fiera dell'Est" per far tornare i conti della vicenda, anche il ritornello conferisce pienezza alla trama.
Non trovo grandi difetti e la posizione in classifica dipende puramente da una minima preferenza personale.

Giulio_Marchese
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Re: Per due soldi

Messaggio#13 » lunedì 5 settembre 2016, 22:33

Bello, toccante. Sia il protagonista che l'ambientazione sono descritti perfettamente. L'ambientazione è quella del tipico paesino che prende in giro "lo scemo del villaggio" però infondo gli vuole bene, vivendo io in un piccolo paese mi sono sentito a casa. Il tema è centrato alla perfezione, e mi è piaciuta questa particolare interpretazione. il finale è un colpo al cuore, ed è degno del resto del racconto. Complimenti!

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