C'eravamo tanto amati

Scrivi un racconto sul Tema deciso dai BOSS Eleonora Rossetti e Luigi De Meo.
Sfida gli altri concorrenti e supera il giudizio degli SPONSOR Vincenzo Maisto e Laura Platamone.
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maria rosaria
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C'eravamo tanto amati

Messaggio#1 » sabato 22 ottobre 2016, 22:33

C’ERAVAMO TANTO AMATI
di M.R. Del Ciello

1.
L’uomo si aggiustò gli occhiali sul naso, accennò un colpo di tosse, tanto per farsi notare, e si rivolse al gruppetto riunito nello studio.
- Signori, oggi siete stati chiamati per assistere al video-testamento della defunta signora Teresa. Immagino ci siate tutti e …
Un brusìo si alzò lieve tra le quattro mura della stanza arredata in noce con decorazioni in ottone che davano un tocco di lusso e sembravano mettere un certo timore reverenziale agli ospiti.
- Che significa video-testamento? – sussurrò una delle nuore, moglie del figlio minore della defunta, sindacalista in un noto ministero della capitale.
- Significa che la mammina ha deciso di fare la moderna – fece con un tono leggermente più alto e sarcastico l’altra nuora, la moglie del professore, scuotendo la testa e sistemandosi la gonna tra il sedere e la seduta di velluto. – Figuriamoci se si perdeva l’ultima scena…
- Smettila! – e il gomito del professore si infilò nelle costole della donna per farla tacere e quella lanciò un Ahi indispettito.
- Va bene, oramai siamo qui e sentiamo cosa ha voluto dirci nostra madre. Saranno pur sempre le sue volontà – concluse il sindacalista, l’unico rimasto in piedi, in fondo alla stanza. Dava l’aria di smaniare e non vedere l’ora di lasciare quell’insolito consesso.
Il notaio accennò un altro colpetto di tosse: - Devo avvertirvi – ammonì – e se mi lasciate continuare vorrei consigliarvi di lasciar fuori i bambini. Ho già visionato il video e credo che alcuni contenuti non siano adatti a minori, per giunta nipoti della defunta.
Ci furono delle risatine sommesse, qualcuno si lasciò scappare un E che sarà mai!, e nessuno accennò a lasciare la stanza, forse ancor più incuriosito dopo quell’affermazione del notaio. Si fece silenzio e alcuni istanti dopo il marito della defunta esclamò:
- Iniziamo, per Dio!
Una finestra si spalancò di colpo e un vento gelido soffiò nella stanza.

2.
Il notaio estrasse il DVD da una busta gialla, lo inserì nel lettore e con il telecomando fece partire la registrazione.
Lo schermo si illuminò di un blu elettrico e dopo un paio di secondi apparve in primo piano il volto della donna morta. Il colorito era pallido e sofferente, testimone della malattia che l’aveva colpita, gli occhi vivi e curiosi come li aveva sempre avuti, fin dalla sua giovinezza.
- Ciao a tutti. Son contenta che siate tutti riuniti qui ad ascoltarmi, sempre ammesso che qualcuno di voi non si sia defilato a causa di impegni prioritari – cominciò così il suo monologo. – Credo che siano anni che non vi vedete tutti quanti insieme e un po’ mi dispiace che dobbiate farlo per un’occasione un po’, come dire, triste.
- Ti pareva che non lanciava qualcuna delle sue frecciatine? – esordì la figlia maggiore.
- Ma non dovete essere tristi. Su quelle facce! La vita va avanti. Non dovete rammaricarvi…
Ci tenevo a dirvi delle cose che, be’ forse in vita non vi ho detto, o magari non avete capito o forse semplicemente non sono riuscita a trasmettere come volevo.
Prima di tutto: vi ho voluto bene. Tanto bene. Vi ho amato tutti, senza distinzioni.
A queste parole la nipote più piccola, appena 12 anni, scoppiò in un pianto disperato e il notaio fu costretto ad interrompere la registrazione.
La mamma, figlia minore della defunta, l’abbracciò e cercò di consolarla.
- Suvvia, Giulia, non fare così… la nonna veglierà sempre su di te, anche se non c’è più.
- Non piango per quello, mamma…. – fece la piccola e il pianto si fece ancora più intenso. Ora tutti erano intorno alla ragazzina con amorevole accudimento mentre il rimmel e la matita agli occhi colavano striando le gote della fanciulla in una terrificante maschera nera.
- Possiamo continuare? – chiese il notaio.
Tutti tornarono ai loro posti. - Certo, certo – fece la signora continuando ad accarezzare sua figlia. – Adesso le passa. Sa, è tanto sensibile…
Il notaio pigiò di nuovo il tasto Play e il video continuò.
- Vi ho amato talmente che ho sempre finto di non vedere. E cercato di non giudicare, anche perché se avessi iniziato a farlo credo che la nostra famiglia si sarebbe sgretolata. Se avessi detto ciò che pensavo di ognuno di voi sarei dovuta poi andarmene perché nessuno avrebbe retto il peso delle mie accuse.
Un brusìo prese di nuovo il sopravvento nella stanza e coprì le parole che continuavano a uscire dallo schermo.
Il marito continuava a tacere e a tenere gli occhi bassi.

3.
- Se andiamo avanti così, signori, si finisce per la mezzanotte. – intervenne il notaio. - Vi pregherei di tenere un contegno decoroso e ascoltare tutto in silenzio, perché alla fine ci sono le disposizioni testamentarie a favore dei familiari e le volontà di vostra madre, vostra suocera, sono state precise al riguardo. Mi ha chiesto espressamente che vediate tutta la registrazione. Quindi, vi prego, cerchiamo di andare avanti e concludere.
Il video riprese.

- Vorrei cominciare dai miei figli maschi.
Il fatto che vi abbia fatto studiare e vi abbia seguito nei vostri studi aveva come obiettivo quello di rendervi migliori, migliori di me, di vostro padre soprattutto. Volevo crescere degli uomini consapevoli e sensibili.
E invece? Siete stati un fallimento completo, di cui mi assumo totalmente la responsabilità.
Tu, Sergio, professore universitario che non hai mai celato la tua boria con tutti i componenti della famiglia, quasi fosse solo ed esclusivamente merito tuo quello che eri diventato.
Tu, Filippo, che hai voluto intraprendere la carriera di sindacalista, diciamo la verità, su, ora posso farlo, perché non t’è mai andato di fare un cazzo. Ops! Ho detto una parolaccia…
A questo punto la donna aveva avvicinato il volto allo schermo ed era diventata una maschera contratta e piena di livore.
Il notaio, poiché i familiari avevano iniziato a rumoreggiare e qualcuno faceva cenno di alzarsi e andarsene, fu costretto di nuovo a interrompere il video.
- Ve l’avevo detto. E questo è solo un assaggio. Se volete potete far uscire i ragazzi. Siete ancora in tempo.
Nelle sedie in fondo alla stanza i nipoti davano, invece, l’aria di divertirsi un mondo, soffocando risatine e smorfie strane.
- Io non permetto neanche a mia madre di dire certe oscenità – fece alzandosi dalla sedia il professore, mentre la moglie lo tirava giù per la giacca e sussurrava: - Ricordati della villa al mare…
Il professore si sedette e grugnì qualcosa alla moglie mentre l’altro figlio, rimasto in piedi in un angolo in fondo alla stanza, sbuffava: - Ahò, capace de rompe le palle pure da morta!
- Possiamo continuare? – chiese il notaio.
Il marito continuava a tenere gli occhi bassi, in silenzio. Poi, come spinto da un improvviso slancio, si alzò: - Continuiamo e cerchiamo di finire ‘sto stillicidio il più in fretta possibile.

4.
Il video riprese.
- Ora non crediate che tutto quello che dico lo dico per rancore. No, per carità. Come vi dicevo vi ho amato molto, però credo di aver fatto molti errori e ora cerco di riparare. Informando un po’ tutti di come stanno e sono state le cose.
Anche voi ragazze, figlie mie. Non siete state migliori dei vostri fratelli.
Tu, Clara, hai sprecato la tua gioventù andando a caccia dell’uomo perfetto, e quando ti sei resa conto che non esisteva perché in fondo nessuno di noi è perfetto, ti sei buttata sul primo scemo un po’ danaroso che è cascato ai tuoi piedi…
- Ma come si permette! – il genero scattò in piedi. – Solo perché sono un macellaio e non ho studiato come i suoi figli non ha nessun diritto a dire certe cose.
- E’ morta, Cristo. – fece la moglie guardandolo male. – Lasciala finire e vediamo cosa ci lascia. Il resto cosa importa? Sono solo chiacchiere nell’etere…
Dallo schermo la vecchia continuò: - So che ora alcuni di voi staranno commentando che sono una povera pazza, che la malattia mi ha dato al cervello, ma posso assicurarvi che non è così. Potete informarvi direttamente dal notaio, che quanto ho registrato è frutto della mia volontà e che quando l’ho fatto ero nelle mie piene facoltà mentali. Non ci provate, quindi. E ora vorrei continuare, anche se immagino che state facendo un po’ di casino.
Tutti si guardarono sorpresi. Quella storia aveva dell’inverosimile e per un istante molti di loro, se non tutti, pensarono che la morta fosse veramente lì, davanti a loro e che li stesse osservando.
- Dicevo, le mie figlie. Una delusione. Pure dal mio stesso sesso non ho avuto le soddisfazioni sperate. Così la mia figlia maggiore che, forse per eccesso di attenzioni da parte nostra, mia e di mio marito, è rimasta zitella, è divenuta con gli anni così acida che negli ultimi giorni della mia malattia avevo paura persino a chiederle un kleneex. Già. Così insensibile con la sua famiglia, tanto amorevole con i suoi gatti.
La donna ebbe come uno scatto di nervi. Si voltò all’indietro, verso i fratelli: - Smettetela di ridacchiare. I miei gatti valgono cento volte voi. Imbecilli!
- Ma chi ridacchia? – fece il maggiore. – Sei impazzita? La solitudine t’ha dato alla testa. Va be’ che tanto normale non sei mai stata.
Fu allora che il notaio, forse preavvisando quella che era un abbozzo di rissa, alzò il volume del televisore e tutti si riconcentrarono sulle parole della morta.

5.
- E anche voi nuore. Per carità. Uno spettacolo terrificante. Una più insulsa dell’altra. Te, che hai sposato il professore, ti facevi bella solo della professione di tuo marito. Ma, mi sono sempre chiesta, tu chi eri? Ce l’avevi una personalità? O sei solo capace di vivere di riflesso di un uomo, peraltro di dubbia qualità. E te, giovane mogliettina del sindacalista che hai pensato solo a sfornare figli e hai centrato la tua vita su quelli e sulle loro presunte magnifiche capacità: il maschio campione di calcio, la femmina povera creatura spinta alle arti danzatorie senza che lei ne avesse la minima voglia. Me l’hanno confessato, sai? Lo facevano solo per farti contenta, per permetterti di vantare con gli altri di questi due geni e prodigi della natura. Alla prima occasione se ne andranno e si libereranno di te. Donna dall’amore compulsivo ed egoistico!
La nuora si girò verso i figli, seduti dietro, e sussurrò: - A casa facciamo i conti. Con tutti e due.

6.
- Prima di passare al mio caro maritino, vorrei dire due parole ai miei nipoti che, se sono venuti ad ascoltarmi, si staranno di certo annoiando e saranno infastiditi dalle mie parole. Una cosa vorrei dirvi: non sono mai stata sorda. Artritica e diabetica sì, ma sorda mai. E le ho sempre sentite le vostre battutine sulla mia presunta demenza e sul fatto che venivate a trovarmi, di tanto in tanto, solo per spillarmi qualche euro. Be’, sappiate che quegli euro non me li avete spillati, ve li ho sempre donati con amore perché eravate giovani e ho sempre creduto che i giovani siano la nostra unica speranza. Quella di migliorare il mondo, l’umanità, perciò l’ho sempre fatto volentieri a prescindere dalle vostre idiote idee sulle mie facoltà mentali. Che poi siano stati soldi sprecati, questa è tutta un’altra storia.

7.
- E tu, marito caro, ora che fai la faccia da vedovo inconsolabile. Non ti ho mai creduto, così come non ti credo ora. Ho sempre saputo delle tue amanti e ho sempre fatto finta di niente. Per quieto vivere. Tu dici per amore? Ma per carità! Lo facevo solo per non avere noie. Sai quanto mi sarebbe costata una causa di separazione?
Ora però te lo posso confessare. Sei sempre stato uno sfacelo di marito e, ti dirò di più, anche un gran cornuto.
Te lo ricordi Gigi? Il macellaio? Sì, proprio quello che ti stava tanto simpatico. Be’, la nostra è stata una relazione fantastica, finché lui non è morto d’infarto, pover’uomo.
E anche Paolo, te lo ricordi? Quel bel ragazzo che abitava al piano sopra al nostro? Che uomo! Peccato che poi si sia dovuto trasferire per lavoro all’estero. Ci siamo continuati a sentire per anni, poi, si sa, la lontananza…
Ora che credo di aver catturato la vostra attenzione, vi chiederete forse perché vi dico tutto questo?
I familiari si guardarono intorno dando l’aria di cercare risposte ognuno negli occhi dell’altro, ma la vecchia nello schermo continuò:
- Be’, intanto per liberarmi, anche se devo ammettere che tutto quello che vi ho raccontato per me non è mai stato un peso.
Vi racconto tutto questo perché, con il cuore in mano, posso confessare oggi di non aver mai saputo con certezza di chi fossero i miei figli. Intendo, chi fosse il loro padre.
Per questo ho deciso di fare testamento e lasciare tutti i miei beni a una casa di riposo per anziani: “La dolce quiete”. Vi ricorda qualcosa questo nome, scommetto. Certo, perché, l’ho già detto prima, non sono mai stata sorda e vi ho sentiti, non credete, quando avete fatto il nome di quella bella residenza per collocarmi lì all’indomani dell’operazione.
Tant’è. Avranno tutto loro, quei simpatici vecchietti. I soldi sul conto corrente, alcune azioni acquistate anni fa, la casetta al mare e quella in montagna. Per un totale di un milionetrecentomila euro. Non male, eh?
Ci tenevo, a conclusione di questa bella chiacchierata, sottolineare comunque che vi ho sempre amato profondamente tutti. Spero che ve lo ricordiate, per sempre.

Il video divenne di colpo scuro e il notaio si avvicinò al televisore per estrarre il DVD.
I familiari si alzarono in silenzio dalle proprie sedie, si lanciarono tra loro sguardi sorpresi e amareggiati. Nessuno disse nulla. Solo l’anziano padre, in piedi a fatica, sorretto da un bastone, si avvicinò al televisore spento e, poggiando una mano sullo schermo, con voce ferma esclamò:
- Sei sempre stata una gran baldracca.
Il video si riaccese, come per magia, e il volto della donna riapparve, con un ghigno malefico negli occhi: - A presto, mio caro. Ti stiamo aspettando, quaggiù.


Maria Rosaria

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angelo.frascella
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Re: C'eravamo tanto amati

Messaggio#2 » martedì 25 ottobre 2016, 22:44

Ciao Maria Rosaria.

Apro le danze dei commenti e inizio dal tuo che è il più corto :D

Il tuo racconto si legge con piacere, è ben scritto e scorrevole.
Si basa però fortemente su cliché a cui siamo abituati ancora di più dal cinema che dalla narrativa: la vecchia dispotica che si toglie in punto di morte la soddisfazione di dire a tutta la famiglia ciò che pensa davvero, la video-cassetta proiettata dal notaio, la famiglia che sotto un’apparente normalità nasconde gli istinti più bassi dell’essere umano ed è attaccata solo a denaro e posizione sociale.
Manca a mio parere un punto di vista diverso, un colpo di scena che metta il tutto in una prospettiva diversa dal solito, insomma un tocco un po’ più personale. O meglio che quel colpo di scena c’è, ma arriva troppo tardi.
Aggiungo che alcuni elementi che metti nel racconto vengono direttamente dai telefilm americani e in Italia non sarebbero validi: il testamento non può essere in video ma vale solo un testamento olografo (cioè scritto per intero, datato e sottoscritto di mano dal testatore). Inoltre, in Italia alcuni eredi legittimi non possono essere diseredati (i genitori, i nonni, i figli, i nipoti (figli dei figli) e il coniuge godono di una speciale immunità poiché la legge garantisce loro in ogni caso una quota dell’eredità del defunto) e, seppure non fai nomi né di persone né di luoghi, alcune figure come il sindacalista fannullone, mi fanno intuire che il tutto si svolga in Italia. Quindi, da questo punto di vista, ci sarebbe da fare qualche correzione per aggiungere un po’ di verosimiglianza alla scena.
Però, ti ripeto, non sto bocciando il racconto, che si basa su una scrittura solida e piacevole, ma solo evidenziando quelli che mi sembrano essere alcuni limiti.

A rileggerci
Angelo

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Spartaco
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Re: C'eravamo tanto amati

Messaggio#3 » martedì 25 ottobre 2016, 23:02

Chiedo a tutti voi di scrivere un messaggio in risposta al vostro racconto in cui specificate i bonus a cui aspirate e come li avete inseriti.
Grazie

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maria rosaria
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Re: C'eravamo tanto amati

Messaggio#4 » mercoledì 26 ottobre 2016, 9:02

Rispondo intanto a Spartaco per i Bonus richiesti. Ammetto che l'idea mi è venuta a prescindere dai bonus e questo all'inizio mi aveva un po' inibito, quindi:

Bonus -4 (facoltativo): almeno due protagonisti, di cui uno soprannaturale
Qui mi rimetto alla clemenza della corte anche se so che la richiesta è un po' forzata: i personaggi sono sicuramente almeno due. Quello soprannaturale doveva essere la defunta che parla nel video. Non ho avuto tempo ma l'intenzione era quella di rendere questa suo essere soprannaturale (quasi demoniaco) più marcato. Ad ogni modo qualche piccolo cenno, soprattutto verso la fine, c'è. Vedete voi. Non c'è problema.

Bonus -1 (facoltativo): inserisci il numero 1.300.000 (unmilionetrecentomila, indifferente in numero o lettera).
Il numero è citato verso la fine:
maria rosaria ha scritto:Tant’è. Avranno tutto loro, quei simpatici vecchietti. I soldi sul conto corrente, alcune azioni acquistate anni fa, la casetta al mare e quella in montagna. Per un totale di un milionetrecentomila euro. Non male, eh?
Maria Rosaria

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maria rosaria
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Re: C'eravamo tanto amati

Messaggio#5 » mercoledì 26 ottobre 2016, 9:16

@Angelo: grazie intanto per il commento.
Sul fatto che giuridicamente non sia verosimile (perlomeno qui in Italia) non ci ho pensato e, forse, anche se avessi avuto più tempo credo non avrei considerato la cosa. Quindi accolgo la tua critica e ci penso su.
Per quanto riguarda il clichè cinematografico non sono d'accordo: certo, la vicenda è semplice, anche banale se vogliamo, ma ho cercato di interpretare il tema nel modo più vicino a noi tutti. Un film o telefilm che abbia raccontato una storia come questa, sinceramente, non me lo ricordo. Magari ce ne sono riguardanti il testamento di qualcuno che vuole vendicarsi dei propri cari, ma in quest'ottica ci sono tante storie d'amore che finiscono male, tanti serial killer che alla fine vengono arrestati e così via.
Poi certo, l'elemento soprannaturale (che doveva essere la donna defunta) forse è un po' sacrificato per colpa del tempo (ma non voglio assolutamente giustificarmi) e magari lo sarebbe stato comunque per mia incapacità a farlo evolvere.
Detto ciò credo che la maggior parte delle storie che scrivo si rifacciano a clichè: devo ancora maturare una capacità di essere originale sia dal punto di vista dei contenuti sia dal punto vista stilistico.
Ad ogni modo faccio tesoro di tutto ciò che hai sottolineato.
A presto :-)
Maria Rosaria

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angelo.frascella
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Re: C'eravamo tanto amati

Messaggio#6 » mercoledì 26 ottobre 2016, 10:39

Ciao Maria Rosaria

maria rosaria ha scritto:@Angelo: grazie intanto per il commento.
Sul fatto che giuridicamente non sia verosimile (perlomeno qui in Italia) non ci ho pensato e, forse, anche se avessi avuto più tempo credo non avrei considerato la cosa. Quindi accolgo la tua critica e ci penso su.


Sembra una piccolezza, ma è un po' come scrivere una storia in cui c'è un processo e strutturarlo secondo il processo americano o magari in cui un tizio va nell'ospedale pubblico italiano e non lo curano perché non ha pagato l'assicurazione.

maria rosaria ha scritto:Per quanto riguarda il clichè cinematografico non sono d'accordo: certo, la vicenda è semplice, anche banale se vogliamo, ma ho cercato di interpretare il tema nel modo più vicino a noi tutti. Un film o telefilm che abbia raccontato una storia come questa, sinceramente, non me lo ricordo. Magari ce ne sono riguardanti il testamento di qualcuno che vuole vendicarsi dei propri cari, ma in quest'ottica ci sono tante storie d'amore che finiscono male, tanti serial killer che alla fine vengono arrestati e così via.


Sono d'accordo che è impossibile scrivere qualcosa di davvero originale e da secoli continuiamo a rielaborare le stesse storie. (In verità è anche uno dei motivi per cui di rado leggo gialli o storie sui serial killer)
Però se scrivi una storia su un serial killer cercherai di differenziarti in qualche modo, trovando un modo di uccidere diverso, un investigatore con una storia alle spalle un po' più originale (p. es. paralizzato in un letto di ospedale), una situazione nuova (il serial killer consulente che crea un rapporto particolare con l'investigatrice).

Il tuo racconto procede su binari che si prevedono dall'inizio: nulla di male, è scritto in modo solido e piacevole.
Ma mi sarebbe piaciuto un po' di spezia in più, una sorprese, per dare un sapore un po' diverso, a un piatto che comunque hai cucinato molto bene.

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maria rosaria
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Re: C'eravamo tanto amati

Messaggio#7 » mercoledì 26 ottobre 2016, 22:27

Sì, hai ragione Angelo.
Raccolgo tutto e metto da parte.
Grazie ancora.
:-)
Maria Rosaria

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Vastatio
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Re: C'eravamo tanto amati

Messaggio#8 » venerdì 28 ottobre 2016, 21:54

Ciao,
un canovaccio classico, senza infamia e senza lode. Trovo ben inserito il tema, per quanto tu abbia sacrificato gli altri vincoli/bonus. E' scritto bene, si legge senza problemi, solo che non c'è veramente nulla che ti stupisca o ti strappi più di un mezzo sorriso: era come se leggendolo potessi anticipare la battuta successiva.
Credo che il grosso problema di questa prova sia che, alla fine, ti lascia poco. Tradimenti, avidità, falsità, tutta roba già vista e sentita senza che sia ricucita in modo diverso.
Magari la vecchia avrebbe potuto obbligare a leggere i vari presenti la parte in cui rivelava i propri pensieri su un altro (che poi avrebbe in alcuni casi obiettato che stava inventando o malignando), per poi lasciare a loro i soldi ma comunque essersi goduta questa vendetta postuma.
Oppure accuse generiche "inventate" dal notaio che poi i parenti serpenti si sarebbero lanciati tra di loro. Non so, qualsiasi cosa che "vivacizzasse" un po' il genere.
PS: dopo aver letto il commento di Angelo mi accorgo che io ho inconsciamente incastrato la lettura del testamento in un contesto extra europeo, forse perché condizionato dai vari film ecc, quindi non mi sono nemmeno posto il problema della infattibilità delle sue disposizioni finali.

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maria rosaria
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Re: C'eravamo tanto amati

Messaggio#9 » venerdì 28 ottobre 2016, 22:02

Ciao Roberto.
Sì, credo tu abbia ragione.
Mi sarebbe piaciuto lavorare un po' di più sulla figura della defunta, per esempio, dandogli un guizzo più originale nella sua cattiveria che invece risulta così un po' scontata.
Ho messo sul piatto ciò che avevo...
Alla prossima :-)
Maria Rosaria

Hitherto
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Re: C'eravamo tanto amati

Messaggio#10 » venerdì 28 ottobre 2016, 22:25

Ciao Maria Rosaria,
è il secondo dei tuoi racconti che leggo e confermo che il tuo modo di scrivere mi piace, in quanto è lineare e non stanca. Tuttavia, la storia è poco verosimile dal punto di vista giuridico e avrei preferito che i personaggi fossero un po' meno stereotipati. Non sto dicendo che non si può scrivere di personaggi già triti e ritriti (i figli che pensano solo all'eredità, il marito infedele, i nipoti approfittatori), ma credo che, se vengono inseriti in un racconto, questo debba avere qualcosa di più originale e che colpisca il lettore. Se questo non succede, si rischia di scrivere soltanto l'ennesima scenetta da farsa di basso livello, a mio avviso. Nonostante la storia in sè non mi abbia fatto impazzire, il tuo stile mi piace ed è stato nuovamente un piacere leggere ciò che hai scritto.
A me le d eufoniche piacciono!

Canadria
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Re: C'eravamo tanto amati

Messaggio#11 » lunedì 31 ottobre 2016, 0:12

Ciao, Maria Rosaria!
Ho trovato la tua scrittura leggera e scorrevole. Mi è molto piaciuto il tuo modo di raccontare la storia: la gestione dei tempi utilizzando i personaggi (il notaio che mette il video in pausa o che alza il volume, il vociare dei presenti, la nuora che si sistema la gonna, ecc.) e la gestione degli spazi utilizzando i paragrafi numerati. E’ vero che ci sono diversi cliché e trovo un po’ forzata la parte finale con il video che si riaccende per parlare al marito; avrei trovato più simpatico che la storia si fermasse a raccontare un semplice quadretto familiare, per quanto triste e fortemente diviso al suo interno.
In ogni caso, come già detto, molto più della trama mi è piaciuto lo stile della scrittura: lineare, piacevole e coinvolgente. Sembrava quasi di essere lì con loro!
Alla prossima :)

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