Gessica - Roberto Romanelli

Scrivi un racconto sul Tema deciso dai BOSS Eleonora Rossetti e Luigi De Meo.
Sfida gli altri concorrenti e supera il giudizio degli SPONSOR Vincenzo Maisto e Laura Platamone.
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Vastatio
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Gessica - Roberto Romanelli

Messaggio#1 » domenica 23 ottobre 2016, 23:18

- No, aspetta - la ragazza tirò su col naso - questa cosa me la devi ripetere, davvero. - Negli ultimi trenta minuti era scoppiata a ridere tante di quelle volte che ormai gli avventori dei tavoli vicini non si voltavano nemmeno più. Ora però si stava asciugando lacrime miste a mascara col dorso della mano.

I due ragazzi seduti davanti a lei avevano l'aria di chi era pienamente consapevole di stare facendo la figura dell'idiota. Paolo controllò l'ora sullo schermo del televisore in fondo alla sala del bar e prese fiato.
- Non devi considerare la cosa in senso troppo letterale.
Gessica scoppiò di nuovo a ridere.
Paolo si sistemò con calma artefatta i polsini della camicia, facendoli uscire dalla giacca. Valerio gli aveva mandato un messaggio sul cellulare poco prima che finisse il suo orario di ufficio: Gianna ha avuto uno dei suoi soliti contrattempi, dovresti andare tu con Diego a incontrare la nuova.
Ed eccolo lì, davanti a un'adolescente con i capelli tinti di viola e più piercing che candeline sull'ultima torta di compleanno che lo prendeva per il culo. Diego, seduto a fianco, cercava di mimetizzarsi con i poster di rockstars morte appesi al muro dietro di lui.
- Guardala da un altro punto di vista, secondo te perché dovremmo inventarci una storia del genere?
- Beh - Gessica smise di ridere e fissò entrambi col viso rigato dal trucco semisciolto - di idee me ne vengono almeno un paio, ma non farti strani giri di fantasia, sono io che scelgo con chi infilarmi sotto le lenzuola.
Paolo agitò la mano con sufficienza - Puoi stare tranquilla per quello, a me non interessi e lui, beh, diciamo che non può. - Diego ebbe un fremito e si portò la tazza di thè alle labbra, per poi ricordarsi che l'aveva finito da almeno dieci minuti.
Gessica si stampò sulla faccia un sorriso, puntò i gomiti sul tavolino e piantò la faccia tra le mani a V, in attesa di ulteriori rivelazioni.
- Io sono gay e lui è… - Paolo fece un cenno con la mano a Diego che, tuttavia, rimase silenzioso mentre il suo viso virava dal rosso al paonazzo.
- … timido, impedito, impotente? - suggerì Gessica senza distogliere lo sguardo dal ragazzo che poteva avere al massimo uno o due anni più di lei.
Diego sussurrò qualcosa.
- Non ti sento, parla più forte.
Diago alzò di scatto la testa e, per la prima volta da quando era iniziato quella riunione surreale, i suoi occhi incrociarono quelli di Gessica - …angelo - disse infine con un filo di voce.
Gessica rise, Paolo si passò una mano tra i capelli e Diego tornò a fissare la tazza vuota.
- Dovevo aspettarmelo, dopo la sparata che io sarei senza peccato avere a che fare con un angelo è la cosa più logica.
Gessica spostò il boccale sporco di schiuma verso il centro del tavolino - Bene, ragazzi, grazie per la birra ma direi che oggi ho finito la riserva per le cazzate. E pensare che la gente considera me quella strana. - Si alzò recuperando le sue cose e mosse due passi verso l'uscita, fermandosi con la bocca spalancata e la borsetta che ciondolava dalla mano: tutte le persone all'interno del locale erano immobili, congelate nel tempo, l'unico suono che udiva era il tintinnare di una tazza da thè su un piattino da portata dietro di lei.
Si girò verso, Paolo la guardava restituendole il suo sorriso strafottente di poco prima.
Gessica tornò al tavolino, si sedette senza curarsi di dove aveva lasciato cadere la borsetta e si mise a fissare le mani di Diego che giocerellavano con la tazza.
Attorno a lei le persone ricominciarono a muoversi e fare rumore, mentre lei sentiva le gambe sciogliersi e la testa diventare sempre più leggera.
- Non è stato lui - la voce di Paolo le fornì un punto di appoggio per non svenire - a fermare la gente sono stato io. Vedi, quando ti dicevo di non prendere la cosa troppo alla lettera intendevo che non sei così speciale come potresti credere. Di senza peccato ce ne sono parecchi. Dopotutto non sappiamo ancora quale sia il peccato che ti manca, anche se alcuni mi sento di escluderli senza problemi. - Paolo diede un colpetto alla spalla a Diego, poi si rivolse nuovamente a Gessica - Che ne dici se continuaiamo il discorso con qualcuno di più adatto?
Non preoccuparti e vieni.

- Valerio, ti sto dicendo che non mi interessa se Gianna non si è ancora svegliata, io non posso tenermi un ragazzino in casa: perché non ce l'ho nemmeno più una casa.
Paolo tamburellava con le dita sul volante, il semaforo era passato dla rosso al verde già due volte ma loro avevano percorso forse dieci metri e l'incrocio ancora non si vedeva. Diego era seduto al posto del passeggero, mentre Gessica era incastrata nei sedili posteriori della 500 a noleggio.
- Già, visto che ti perdono di esserti dimenticato che mia moglie mi ha sbattuto fuori di casa da un paio di settimane, vedi di trovare qualcuno che si possa tenere Diego. Comunque, un altro paio di ingorghi al massimo, e arriviamo.
Paolo terminò la chiamata e controllò la ragazza dallo specchietto retrovisore. Li aveva seguiti passivamente fuori dal bar, quasi in trance; aveva cercato più volte qualche segnale che potesse rivelare una qualche influenza diretta di Diego in questo, ma non era riuscito a coglierne. Ad essere sinceri non sapeva nemmeno cosa avrebbe dovuto cercare: uno scintillio, una luce, un capello fuori posto. Diego, per quanto potesse apparire un ventenne timido e imbranato, era, dal punto di vista fisico, una pinup da rivista di intimo maschile. Paolo l'aveva visto nudo un paio di volte e, se non fosse stato per la totale assenza di organi sessuali e le due piccole escrescenze sulla schiena, ci avrebbe fatto un pensierino.
Gessica aveva smesso di tormentare la cinghia della sua borsetta e Paolo l'aveva vista più volte sul punto di cominiciare una frase, ma non era mai andata oltre l'intenzione.
Con Diego era impossibile intavolare una discussione che andasse oltre monosillabi o semplici parole, quindi si costrinse a togliere dall'impasse la ragazza. - Stiamo andando a casa di Gianna, sarebbe dovuta venire lei a incontrarti, ma ha avuto un contrattempo e allora Valerio, la persona con cui parlavo prima al telefono, mi ha chiesto di sostituirla. Come avrai capito da sola Diego non è di troppe parole.
- Non sono stupida, - non aveva più l'arroganza del bar, ma il tono aveva ripreso la sicurezza precedente - ma ci sono troppe cose che non capisco: chi siete, come hai fatto a fare quello hai fatto nel bar, come sapete che anche io sono, cioé posso, fare…
- Frena, frena. Te l'ho detto, doveva essere Gianna a venirti a parlare, non io. Ti assicuro che per me è stato uguale, anzi, peggio: ho quasi il doppio dei tuoi anni, ragazzina, e il discorsetto su angeli e peccato me l'hanno fatto solo un mesetto fa, mentre uscivo dall'hotel in cui io e il mio ragazzo ci vedevamo di nascosto. Credevo di essere stato beccato da un investigatore privato. Non che ci sia voluto tanto tempo lo stesso.
Gessica sbirciò tra i sedili, Diego non dava segni di interesse, decise di rischiare - Cioé, scusa, ma anche questo: sei gay, lo hai detto tu, cioè - indicò con un cenno della testa Diego - se lui è veramente un angelo non dovrebbe… dico, essere contrario o che ne so?
Paolo rise, mentre oltrepassava l’incrocio in cui due vigili stavano cercando di smistare il traffico a causa di un incidente - Non sembra gli interessi. Non sembra gli interessi molto a dire il vero. Valerio e Gianna hanno cercato di spiegarmelo, ma non credo di averlo capito molto bene. Sono loro ad aver trovato per prima Diego, o meglio, Valerio: lui lavora nel sociale, dei poliziotti gli hanno portato un giorno Diego nel suo centro accoglienza. Non parlava e sembrava autistico. Col tempo - diede un piccolo colpetto sulla spalla di Diego - sembra essere migliorato.
Imboccò una strada secondaria, e dopo pochi minuti parcheggio l'auto davanti al vialetto della piccola villetta di Gianna.

Niente dubbi. Seguici.
- Ah, considera che Gianna colleziona un sacco di cose strane, quindi non fare troppo caso all'arredamento.
Gessica seguì Paolo e Diego che, smontati dalla macchina, si erano diretti verso il cancelletto. Diego aveva le chiavi ed aprì - Seguitemi - disse con voce sicura. Essere di nuovo in un ambiente familiare sembrava averlo tolto dall'impasse precedente.
- Vado su da Gianna, stamattina non stava bene, se vedo Valerio gli dico di scendere, voi aspettate in cucina. - Detto questo schizzo dentro la casa e verso le scale in fondo al corridoio che salivano al secondo piano, lasciandoli sulla porta d'entrata.
- Come ti avevo detto ha legato con Gianna e Valerio. Io sono nel gruppo da poco e devo ancora abituarmi.
- Capisco - Gessica procedeva dietro a Paolo, facendosi scudo da quella situazione fuori di testa con la sua schiena. Paolo fece qualche passo nel corridoio d'entrata ed entrò in una stanza sulla destra, Gessica soffocò un urlo portandosi le mani alla bocca.
- Oh, maledizione, colpa mia - Paolo ritorno sui suoi passi e le si avvicinò toccandole una spalla per rassicurarla, ma la ragazza fece un salto di lato ed evitò il contatto.
- E' un attaccapanni, te l'ho detto, colleziona cose strane.
Gessica fissava un sarcofago di legno e metallo, aperto in modo da mostrare tutta una serie di lunghi chiodi al suo interno e la sagoma di un corpo.
- Merda, ci amamzzavano la gente con quella cosa, cosa ha in testa? Non credo di voler conoscere i tuoi amici. Chi se ne frega di questa storia.
- Calmati, non credo sia vera, è solo una riproduzione. - alzò entrambe le mani mostrandole i palmi - Calma: i chiodi sono stondati, hanno un pomello, per appenderci giacche e cappotti . Te l'ho detto che era strana. Non crederai mica di avere l'esclusiva al riguardo? - Paolo parlava lentamente e chiuse la frase con un sorriso, sperando di risultare simpatico e spezzare la tensione. Calmati. Lui ha ragione.
Gessica tirò un sospiro, a ben guardare quello che aveva preso per un corpo era un semplice cappotto: niente testa, niente piedi. Aveva fatto la figura della stupida a spaventarsi, ma Paolo sembrava essersi addossato la colpa.
- Aspettiamo Valer…
L'urlo di Diego dal piano superiore interruppe Paolo, pochi secondi e Diego si precipitò giù dalle scale urlando e con le mani insanguinate.
Paolo lo intercettò priam che travolgesse Gessica - Cosa succede? Stai calmo - si sentiva un idiota a dire uan cosa del genere a Diego, sapendo chi, o meglio, cosa era
- Valerio ha ucciso Gianna, le ha tagliato la gola e poi si è uccisso. C'è sangue, sangue ovunque! - Diego aveva gli occhi sbarrati. Scappate, in fretta!
Paolo afferrò i due ragazzi e li tirò fino alla macchina, spinse dentro a forza Diego mentre Gessica, in panico, cercava di sbloccare il sedile del guidatore per passare su quelli posteriori. Paolo chiuse la portiera di Diego, spostò Gessica e la aiutò ad entrare, poi salì anche lui e mise in moto.

Allontanati. Vai fuori città.
Diego fissava fuori dal parabrezza senza battere ciglio, Gessica urlava qualcosa da dieci minuti, fortunatamente aveva smesso di tirare pugni alla schiena di Paolo sopo che le aveva urlato di rimando anche lui. Va bene, fermati.
Paolo fermò l'auto poco fuori città, in un parcheggio vicino alla zona industriale.
Cosa diavolo aveva fatto? Era scappato in preda al panico, senza avvertire la polizia. Lui non aveva fatto nulla!
Uscì dall'auto per prendere una boccata d'aria, Gessica si fiondò dietro di lui e cominciò a tempestarlo di pugni?
- Che cazzo ti salta in testa? Questo è rapimento brutto stronzo! Adesso chiamo la polizia. No.
Paolo la fissò, l'adrenalina dovuta al panico ormai esaurita - No, aspetta un attimo. Eravamo lì, siamo scappati ed io ho parlato con Valerio nemmeno dieci minuti prima. - Sentiva che stava di nuovo per perdere la lucidità appena riguadagnata.
- Tu sei scappato, cazzo! Adesso chiamo la polizia - indietreggiando, prese il cellulare dalla borsa. Niente campo. Diego aveva aperto la portiera e stava scendendo dall'auto. - Oh cazzo! Senza peccato, angeli… - Gessica iniziò a singhiozzare - … e la storia che sei frocio. La stronza che non aveva capito niente sono io!
- Stai calma, non è come…
- Già, non è come pensi. - La voce di Diego trafisse entrambi come uno stiletto nella schiena. Cadete.
Tutto divenne nero.

Il fumo la fece tossire e la svegliò. Era sul sedile posteriore della 500, la testa di Paolo girata di centottanta gradi la fissava ad occhi sbarrati. Gessica urlò, per poi tossire a causa del fumo che filtrava dal pavimento dell'auto.
- Stava diventando noioso - Diego si girò verso di lei sorridendo compiaciuto.
Gessica fissava inorridita le fiamme fuori dai finestrini.
- Sei pazzo, fammi uscire! - Gessica inizio a piangere - Morirai anche tu!
- Io non posso morire, sono un angelo? Ricordi? - Diego la fissava con gli occhi spalancati.
Gessica provò a spostare il cadavere di Paolo, ma era troppo pesante e il fumo all'interno dell'auto stava oscurando tutto.
- Sei pazzo, sei solo un malato mentale.
- Magari tra un po' lo scopriremo, se sono davvero pazzo, sai, le regole sono strane da dove vengo io. - Diego agitò la mano e il fumo tra lui e la ragazza si fece da parte.
- Unmilionetrecentomila. Unmilionetrecentomila battiti incatenati senza poteri, e il nostro cuore batte molto piano. Però le menti dei mortali, dopo che impari come fare, sono facili da indirizzare. Basta fare leva sui desideri giusti.
Diego agitò la mano e il fumo si richiuse sul viso di Gessica che riprese a tossire, adesso stava bruciando anche gomma ed elettronica.
- Gli angeli non cadono da soli sulla terra. Adesso aspettiamo insieme l'ascensore.



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Spartaco
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Re: Gessica - Roberto Romanelli

Messaggio#2 » martedì 25 ottobre 2016, 23:02

Chiedo a tutti voi di scrivere un messaggio in risposta al vostro racconto in cui specificate i bonus a cui aspirate e come li avete inseriti.
Grazie

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Sonia Lippi
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Re: Gessica - Roberto Romanelli

Messaggio#3 » mercoledì 26 ottobre 2016, 11:53

Ciao Roberto

Allora l'idea del tuo racconto mi piace, se non ho capito male si rifà alla caduta di Lucifero sulla terra.
Per capirlo bene però l'ho dovuto rileggere 2 volte perchè, almeno ai miei occhi, alcune dinamiche non sono ben chiare.
Non ho capito perchè Gianna e Valerio sono "qualcuno di più adatto" a parlare.
Non è chiaro, secondo me, perchè cercano Gessica, gli fanno vedere che i senza peccato possono avere dei poteri particolari, come quello di Paolo che può bloccare il tempo e poi Diego uccide Valerio Gianna e Paolo e si suicida insieme a Gessica.
Mi sembra quasi che hai iniziato il racconto con un idea ( che tra l'altro a me piace !) e l'hai finito con un idea diversa, come se fossero 2 racconti.
Come se all'inizio volevi scrivere di Angeli e demoni e l'hai finito scrivendo di serial Killer
ma forse è solo una mia sensazione.

comunque nel complesso mi è piaciuto anche se mi lascia con tante domande!

Buona giornata :-)

Sonia

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Vastatio
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Re: Gessica - Roberto Romanelli

Messaggio#4 » mercoledì 26 ottobre 2016, 14:03

Spartaco ha scritto:Chiedo a tutti voi di scrivere un messaggio in risposta al vostro racconto in cui specificate i bonus a cui aspirate e come li avete inseriti.
Grazie


-4 = Diego è un Angelo (caduto)
-2 = Vergine di Norimberga (di ferro) usata come appendiabiti
-1 = 1.300.000 battiti cardiaci

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Vastatio
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Re: Gessica - Roberto Romanelli

Messaggio#5 » mercoledì 26 ottobre 2016, 14:20

@Sonia
Grazie del commento. Premesso che ho scritto il racconto negli ultimi due giorni e che non ho nemmeno avuto il tempo di rileggerlo (cosa oribbile per un racconto della sfida che dovrebbe essere un pelo più curato) ci sta che ci possano essere più punti oscuri di quelli che di norma metto in un racconto.
Le risposte ai tuoi dubbi le metto in uno spoiler così che gli altri possano decidere o meno di leggerle.

► Mostra testo

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Sonia Lippi
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Re: Gessica - Roberto Romanelli

Messaggio#6 » mercoledì 26 ottobre 2016, 20:50

Grazie Roberto della spiegazione
Effettivamente mi ero resa conto che l avevi scritto di getto infatti ci sono anche alcuni refusi dovuti sicuramente alla fretta.
Però scusa la mia ignoranza... come faccio a leggere i commenti in bianco? E soprattutto come si mettono? È una Ficata!
Buona serata :)
Sonia

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Vastatio
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Re: Gessica - Roberto Romanelli

Messaggio#7 » mercoledì 26 ottobre 2016, 22:13

Seleziona il testo come se lo volessi copiare per poi fare incolla. Se c'è qualcosa, compare.
Per cambiare colore al testo c'è l'apposita icona nell'editor (quello completo)

Niko G
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Re: Gessica - Roberto Romanelli

Messaggio#8 » venerdì 28 ottobre 2016, 20:13

Ciao,
Innanzitutto complimenti per l'easter egg, è davvero una cosa molto simpatica e originale :)
Alla prima lettura del racconto la prima cosa che mi salta all'occhio è la presenza di alcuni piccoli refusi.
Fino a quando i tre escono dal locale tutto sembra filare bene ed essere abbastanza intrigante, vengono poste delle domande abbastanza interessanti che però a mio avviso non trovano le dovute risposte, almeno se le trovano il messaggio non mi è arrivato anche dopo un altro paio di letture attente.
Ci troviamo a casa di Gianna, casa molto singolare per il suo bizzarro arredamento, unica nota di caratterizzazione su di lei prima che venga uccisa e ci troviamo di fretta e furia catapultati in una fuga, senza aver avuto le risposte che cerchiamo, e accumulando anzi punti interrogativi. Infine ci troviamo nella drammatica e angosciante scena finale, di cui apprezzo il tocco disturbante e noire delle ultime parole dell'' "Angelo". Però non ho capito pressochè nulla delle dinamiche più importanti della storia.
In sostanza vedo tante cose volte a sorprendere il lettore , easter egg incluso, però trovo poca sostanza e risposte. Probabilmente avrei gradito se avessi speso qualche carattere in più per farmela capire meglio. L' easter egg mi fa sorridere ma non aggiunge a mio avviso supporto alle domande del lettore.
A rileggerci!
Non so scrivere, ma ho bisogno di farlo.

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Vastatio
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Re: Gessica - Roberto Romanelli

Messaggio#9 » venerdì 28 ottobre 2016, 21:38

Che ci siano solo piccoli refusi lo prendo come un complimento, è praticamente la prima stesura senza riletture.
Uff... è deprimente, ma il racconto è partito con alcune premesse il giorno consegna -1 e poi, il giorno successivo, non avevo tempo e testa per svilupparle (non ho mai scritto uan sfida ll'ultimo giorno). Ho trovato una fine veloce che mi permettesse di consegnarlo senza preoccuparmi di rivedere il testo e quindi, tutto quello su cui volevo creare aspettativa e rimasto bruciato come ben evidenzi.
Ci sta che tu non trovi risposte, perché il mio era un tentativo di far passare tutte le domande a cui non ho risposto come un'illusione dovuta dal condizionamento mentale.
L'easter egg è lì per dare una nota in più, ma non doveva essere determinante, solo rafforzare la rivelazione del condizionamento e giustificare eventuali scelte che potevano sembare "forzate".

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ceranu
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Re: Gessica - Roberto Romanelli

Messaggio#10 » sabato 29 ottobre 2016, 1:30

Ciao Roberto,
indovina un po', mi hai spiazzato. Il racconto è diviso in due parti. La prima in cui tutto ha senso ed è molto interessante e la seconda in cui accadono cose (apparentemente) casuali che ti fanno imprecare per la bella prova buttata. Da quando entrano in casa (anche lo stupore nel vedere la Vergine è un po' esagerato) la stria ti è sfuggita di mano, gli avvenimenti perdono di coerenza. Perché l'angelo ha fatto tutto quel casino? perché ha preso la ragazza? Perché ha fatto ammazzare gli altri due?
Non mi basta la sua follia a giustificare il tutto, soprattutto perché è una follia non intuibile.
Riprendi in mano la storia, i personaggi sono molto interessanti, ma inventati qualcosa per la seconda parte.
Non sto a elencarti i refusi ma, come detto dagli altri, sono molti.
Nel complesso è un lettura piacevole che vede il suo apice con la scena in cui il pub si blocca, mi è piacita molto.
Ciao e alla prossima.

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maria rosaria
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Re: Gessica - Roberto Romanelli

Messaggio#11 » sabato 29 ottobre 2016, 18:12

Ciao Roberto.
Vediamo se ho capito: un angelo caduto, quindi un diavolo, uccide tre ragazzi per portare la quarta (Gessica) con sé. Mmmmhhh, mi sa che non è proprio così.
Allora ci riprovo: Diego è un angelo, Gessica è una “senza peccato”, ma lo sono anche Paolo, Valerio e Gianna. O forse loro hanno semplicemente altri poteri, altre caratteristiche.
Però alla fine Paolo, Valerio e Gianna muoiono uccisi da Diego, forse, e chissà Gessica che fine farà.
L’intenzione del racconto era probabilmente quella di dire che anche gli angeli possono essere peccatori che, come idea non è male, però l’hai sviluppata, soprattutto nella seconda parte, in maniera un po’ ermetica, e poi a ben vedere se un angelo è peccatore non è tanto un angelo quanto un demone.
Non so, credo di non afferrato bene la declinazione del tema.
Ho letto e riletto il testo ma io questo “easter egg” mica lo vedo…
E adesso mi vado a leggere la tua spiegazione nascosta…
Maria Rosaria

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maria rosaria
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Re: Gessica - Roberto Romanelli

Messaggio#12 » sabato 29 ottobre 2016, 18:17

Accidenti che forte!
Così però non vale…
L’espediente della scrittura nascosta mi è piaciuta molto, però se quelli nascosti sono i comandi mentali di Diego, allora lui in realtà li voleva salvare? Continua a esserci qualcosa che non mi torna.
L’idea di base (angeli che rimangono intrappolati sulla Terra e vogliono andarsene) rimane interessante ma forse ci devi lavorare un po’ su.
Alla prossima
Maria Rosaria

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Vastatio
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Re: Gessica - Roberto Romanelli

Messaggio#13 » sabato 29 ottobre 2016, 20:53

@Ceranu. Niente da obiettare. La seconda parte avete visto tutti che è scollata dall'idea originale.
@Maria. Oltre all'easter egg c'era anche la spiegazione della storia, quindi immagino che ora tu l'abbia compresa com'era nelle mie intenzioni. Comunque un mio racconto scritto e sviluppato in due sere di scrittura non può certo ambire a chissà che chiarezza.

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lordmax
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Re: Gessica - Roberto Romanelli

Messaggio#14 » martedì 1 novembre 2016, 19:16

Partenza stupenda, racconto caotico e surreale. Idea notevole, mi è piaciuta.
Mi sono perso dalla metà in poi perché non si capisce cosa sia successo, perché Valerio ha ucciso Gianna, perché Diego uccide tutti, cosa significa che deve passare tot senza poteri quando poi in realtà sembra che li abbia usati. Perché sono lì e cosa devono/dovrebbero fare.
Anche qui, come con Francesco, il peccato più rilevante è quello dell'omosessualità che io non riesco proprio a considerare tale.
Non so bene come interpretare il tutto, amo il surreale ma in qusto racconto mi pare che manchi un pezzo, che sia rimasto nella mente dell'autore e non ce ne renda partecipi.

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