Gruppo LAURA PLATAMONE: lista racconti e classifiche

Scrivi un racconto sul Tema deciso dai BOSS Eleonora Rossetti e Luigi De Meo.
Sfida gli altri concorrenti e supera il giudizio degli SPONSOR Vincenzo Maisto e Laura Platamone.
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Spartaco
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Gruppo LAURA PLATAMONE: lista racconti e classifiche

Messaggio#1 » lunedì 24 ottobre 2016, 0:44

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Questo è il gruppo LAURA PLATAMONE de LA SFIDA A DAMNATION con Laura Platamone come giudice.

Gli autori del gruppo LAURA PLATAMONE dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo VINCENZO MAISTO.

I racconti di questo gruppo verranno commentati dagli autori del gruppo VINCENZO MAISTO.

I primi DUE racconti di questo raggruppamento accederanno alle semifinali e saranno valutati da LAURA PLATAMONE che deciderà quale dovrà finire al vaglio di ELEONORA ROSSETTI e LUIGI DE MEO. L'Antico di Minuti Contati valuterà eventuali ammissioni dirette alla Vetrina e all'e-book. Sempre l'Antico valuterà l'assegnazione di eventuali bonus. L'ANTICO NON POSTERA' LA SUA CLASSIFICA.

Al girone verrà assegnato un lettore esterno che stilerà una classifica che si sommerà a quelle degli altri.

I gruppi sono stati formati seguendo l'ora di consegna.

E ora vediamo i racconti ammessi:

Il liberatore del Nuovo Tempio, di Nicola Gambadoro, 19969 caratteri, consegnato l' 08/10 alle 16:31.
L'Apocalisse di Don Giovanni, di Sonia Lippi, 15826 caratteri, consegnato il 19/10 alle 12:18.
C'eravamo tanto amati, di Maria Rosaria Del Ciello, 13588 caratteri, consegnato il 22/10 alle 22:33.
Mezzo artefatto è meglio di niente, di Lord Max, 19957 caratteri, consegnato il 23/10 alle 22:45.
CSI all'italiana, di Francesco Nucera, 19710 caratteri, consegnato il 23/10 alle 23:40.


Avete tempo fino alle 23.59 di mercoledì 02 novembre per commentare i racconti del gruppo Vincenzo Maisto.
Chi non postasse anche solo un commento verrà squalificato.
Chi non postasse la classifica verrà squalificato
Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Vi avverto che L'ANTICO sarà fiscale e non accetterà classifiche postate anche solo alle 00.00 a meno che problemi improvvisi vi ostacolino all'ultimo, ma in quel caso gradisce essere avvertito, sapete come trovarlo. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo.

Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi all'ANTICO.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo Vincenzo Maisto.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

BUONA SFIDA A TUTTI!



Hitherto
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Re: Gruppo LAURA PLATAMONE: lista racconti e classifiche

Messaggio#2 » sabato 29 ottobre 2016, 0:34

Classifica

1 - CSI all'italiana, di Francesco Nucera
2 - Il liberatore del Nuovo Tempio, di Nicola Gambadoro
3 - C'eravamo tanto amati, di Maria Rosaria Del Ciello
4 - L'Apocalisse di Don Giovanni, di Sonia Lippi
5 - Mezzo artefatto è meglio di niente, di Lord Max

Commenti

CSI all'italiana, di Francesco Nucera
Ciao ceranu,
il tuo racconto mi è piaciuto davvero molto! Hai un modo di scrivere che conduce rapidamente il lettore dall'inizio alla fine, senza rinunciare ad alcuni dettagli descrittivi con cui il tempo del racconto rallenta piacevolmente. I personaggi e la trama sono ironici e divertenti. All'inizio pensavo "sì vabbè, ora si mette a fare il detective" oppure "l'amica sta con la cameriera?? Ma come, lo rivela così in questo momento della storia ed in questo modo??", ma questi sono particolari che secondo me avrebbero stonato in un altro tipo di racconto, non in questo.
Ti faccio solo qualche appunto sulla battitura: hai scritto "smartphone" senza "e" finale; da qualche parte hai scritto "se stesso" con l'accento sulla "e" e "un'impronta" senza apostrofo. Inoltre, quando scrivi "Le uniche tracce di liquido organico erano formate da una chiazza allungata formata di diverse linee parallele." non mi piace il susseguirsi di "formate" e "formata" e dopo "formata" hai scritto "di" al posto di "da". Al di là di questo lavoro pignolo di segnalamento degli errori di battitura, ti faccio i miei complimenti.

Il liberatore del Nuovo Tempio, di Nicola Gambadoro
Ciao Niko G,
la combinazione dell'incipit e della lunghezza del racconto mi avevano un po' scoraggiato all'inizio, ma ho trovato la lettura abbastanza piacevole. Mi piace la sorpresa che si prova quando si capisce che Nathan è in realtà in un supermercato e quando il suo delirio religioso si ricollega alle ossessioni che andavano rafforzandosi mentre vi lavorava. Il personaggio di Sarah è volgare fino all'inverosimile (finora non avevo mai sentito nè mai letto "la merda del cazzo") ma potrebbe pure starci, nel racconto. Mi è piaciuta l'alternanza della narrazione tra il punto di vista di Sarah e quello di Nathan. Trovo tuttavia che il linguaggio sia un po' troppo FORZATAMENTE disgustoso e cruento nelle parti descrittive, come se lo stile sia stato sacrificato pur di creare delle frasi che trasmettano orrore (invano, per me). Ho letto l'ultimo punto che hai scritto in risposta al commento di Vastatio, ma francamente non avevo riscontrato molto bene ciò che hai scritto nel commento. Surreale la trasformazione in angelo. Efficace l'immagine del cadavere putrescente bagnato dalla pioggia.
Per concludere, niente male!

C'eravamo tanto amati, di Maria Rosaria Del Ciello
Ciao Maria Rosaria,
è il secondo dei tuoi racconti che leggo e confermo che il tuo modo di scrivere mi piace, in quanto è lineare e non stanca. Tuttavia, la storia è poco verosimile dal punto di vista giuridico e avrei preferito che i personaggi fossero un po' meno stereotipati. Non sto dicendo che non si può scrivere di personaggi già triti e ritriti (i figli che pensano solo all'eredità, il marito infedele, i nipoti approfittatori), ma credo che, se vengono inseriti in un racconto, questo debba avere qualcosa di più originale e che colpisca il lettore. Se questo non succede, si rischia di scrivere soltanto l'ennesima scenetta da farsa di basso livello, a mio avviso. Nonostante la storia in sè non mi abbia fatto impazzire, il tuo stile mi piace ed è stato nuovamente un piacere leggere ciò che hai scritto.

L'Apocalisse di Don Giovanni, di Sonia Lippi
Ciao Sonia,
commento per primo il tuo racconto perché mi ha colpito l'incipit ed è stato quindi il primo che ho letto. Non l'ho trovato molto interessante, nonostante abbia attirato la mia attenzione all'inizio. Mi sembra che certi temi vengano affrontati molto banalmente e che non ci sia un vero approfondimento del personaggio. Mancano qualche virgola e qualche apostrofo, immagino per sviste durante la battitura. Inoltre, è poco verosimile che un prete e grande studioso della Bibbia non sappia rispondere a quelle che sono le frasi più banali e più usate per tentare di far vacillare la fede cristiana. Secondo me il vero problema di questo racconto è la scelta del tema. Lo stile non mi ha fatto impazzire ma non è male.

Mezzo artefatto è meglio di niente, di Lord Max
Ciao lordmax,
premetto che il genere non mi piace molto ma tenterò comunque di essere oggettivo. Più che un racconto sembra una sceneggiatura e non la trovo molto interessante nè avvincente. Forse in un altro contesto ciò che hai scritto avrebbe avuto maggiore valore, ma qui a mio avviso non mi sembra che il tema sia molto centrato.

lordmax ha scritto:
“Non ce la faranno fino a sera. Guarda quelle povere ragazze come sono conciate. Chissà cosa le hanno fatto questa notte.”

Qui, probabilmente per una svista, hai scritto "le" al posto di "gli".
A me le d eufoniche piacciono!

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Vastatio
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Re: Gruppo LAURA PLATAMONE: lista racconti e classifiche

Messaggio#3 » domenica 30 ottobre 2016, 14:47

Il liberatore del Nuovo Tempio

Ciao,
ammetto di essere combattuto su parecchie parti del tuo racconto. Non riesco a capire le tue intenzioni: da una parte vuoi mostrare un linguaggio che si avvicina a quello del nuovo/vecchio testamento, dall'altro non riesci a mantenere una "qualità" costante in tal senso. Potrebbe essere un astuto artificio per ricordare che il protagonista è un "Angelo improvvisato", ma finché cavalchi l'onda del serial killer fanatico va bene, ma poi, quando l'Angelo si palesa alla fine queste ipotesi crollano.
Veramente terribile la caratterizzazione di Sarah (o Sara, perde e riprende la h a singhiozzo). Non sono una persona che si impressiona per qualche volgarità, ma la tua è totalmente gratuita e inaspettata: "Sporco, sporco come la merda del cazzo". Di questa persona non vediamo "nulla" prima, non ci viene descritta in alcun modo per prepararci a una simile "grezzuria", anzi, l'unica descrizione che ci dai all'inizio "Aveva le mani davanti alla bocca spalancata e guardava la scena dall’alto", me la fa immaginare come una persona "normale", traumatizzata dall'evento (paralizzata dal terrore), non come una affetta da coprolollia!
Sempre quella scena è in contraddizione: "aveva pensato al solito barbone" ... "l'aveva riconosciuto subito" ... "le ci era voluto un po' per riconoscerlo". Ripeto, sono "sensate" così come decidi di gestire i tempi, ma in poche righe hai rimbalazato tra troppi riferimenti temporali: presente, passato (entrata nel supermercato), un anno prima, passato (entrata supermercato) [motivazioni per cui ci ha messo troppo a riconoscerlo] e presente (mitra su tizio).
E continui, "fottuto di cervello", "anche al cesso", "testa di cazzo" e ... "poveri clienti". E dopo si trasforma in una educanda definendo "disturbante" la sveglia? Niente, questa Sara/h ti è uscita veramente male.

In generale non mi dispiace come idea, il serial killer in preda di misticismo biblico che si vendica, ma, per come concludi la storia, mi metti dei dubbi sulla coerenza o, per lo meno, mi instilli una morbosa curiosità sulle motivazioni che questi Angeli dovrebbero avere e quanto sia frutto di pazzia o macchinazioni sovrannaturali.


L'Apocalisse di Don Giovanni

Ciao,
parti male, o meglio, qualcuno che mi dice di "non voleva diventare un paladino di chissà quale causa e si fa prete" mi mette subito nelle condizioni di chiedermi se l'autore è bravo, e si è perfettamente calato in un mediocre, o se sta usando parole a caso per cercare di mettere giù frasi a effetto.
Parliamo di uno studioso di teologia, che ha dedicato la sua vita (o almeno parte di essa) allo studio dell'Apocalisse come un fine ultimo e... sono le pagine "finali" che concludono il nuovo testamento.
Un po' slavata come definizione da uno studioso appassionato.
In generale conoscere l'argomento di cui si scrive è sempre buona cosa, se poi si vuole andare sul "complottismo" sarebbe bene conoscerlo molto, molto bene.
Dico questo perché le argomentazioni tirate fuori, a parte qualche versetto, mi sembrano banali, da sempliciotto. Ti dico questo perché, da ateo, ho spesso fatto discorsi molto interessanti su alcuni dei temi trattati nel tuo racconto con un mio amico che studia con devozione i testi sacri da credente. Le sue argomentazioni sono decisamente più radicate, forti e convincenti di quelle che il tuo protagonista porta nel suo dibattito col maligno.

Non so se tu abbia voluto semplificare le cose per evitare un testo forse pesante, ma così è fin troppo scadente. Lo stesso "gioco" sul nome di Barabba è un classico del genere e, il nostro studioso di teologia, prete, ecc. si fa "fregare" da questo?

Hai puntato un po' troppo alto col protagonista perché sia credibile, puoi impressionare il complottista di Facebook, il cattolico annacquato, ma un prete, uno studioso...

Abbassa il tiro, fagli corrompere un novizio, la puerpera che magari avvelena il prete, ma non il tuo Giovanni, laureato in lingue antiche e storia delle religioni!

L'accenno ai soldi o alla sua nuova vita è totalmente fuori luogo in uan "lettera" di questo tipo, sempre che tu non voglia calcare la mano anche su altro o relegare il tutto a un: vi ho fregato, cercavo solo una scusa per smettere di fare il prete con un po' di soldi. Allora sì può andar bene che tutto quello scritto sopra sia una presa in giro.


C'eravamo tanto amati

Ciao,
un canovaccio classico, senza infamia e senza lode. Trovo ben inserito il tema, per quanto tu abbia sacrificato gli altri vincoli/bonus. E' scritto bene, si legge senza problemi, solo che non c'è veramente nulla che ti stupisca o ti strappi più di un mezzo sorriso: era come se leggendolo potessi anticipare la battuta successiva.
Credo che il grosso problema di questa prova sia che, alla fine, ti lascia poco. Tradimenti, avidità, falsità, tutta roba già vista e sentita senza che sia ricucita in modo diverso.
Magari la vecchia avrebbe potuto obbligare a leggere i vari presenti la parte in cui rivelava i propri pensieri su un altro (che poi avrebbe in alcuni casi obiettato che stava inventando o malignando), per poi lasciare a loro i soldi ma comunque essersi goduta questa vendetta postuma.
Oppure accuse generiche "inventate" dal notaio che poi i parenti serpenti si sarebbero lanciati tra di loro. Non so, qualsiasi cosa che "vivacizzasse" un po' il genere.
PS: dopo aver letto il commento di Angelo mi accorgo che io ho inconsciamente incastrato la lettura del testamento in un contesto extra europeo, forse perché condizionato dai vari film ecc, quindi non mi sono nemmeno posto il problema della infattibilità delle sue disposizioni finali.

Mezzo artefatto è meglio di niente

Ciao,

questo non è un racconto, ma il riassunto di una (o più, sicuramente se fosse il mio gruppo) sessione di una giocata di ruolo. Che l'abbia scritta tu come DM (visto che ci sono delle parte che i giocatori non possono sapere) o l'abbia integrata da giocatore inventando, cambia poco.
O forse hai semplicemente voluto replicare questo tipo di "letteratura", visto che ne ha tutte le caratteristiche:
- non c'è pathos nelle descrizioni: per il 95% dei casi sono asettiche descrizioni del minimo indispensabile. Il fino non è descrivere/raccontare, ma "ricordare" degli eventi.
- parecchi protagonisti (giocatori?): hai giusto romanzato un po' all'inizio, per mantenere un po' di mistero sulle varie identità/ruoli, poi hai deciso che i nomi ormai erano "assodati" e via.
- attenzione per la punteggiatura: non pervenuta (direi che hai preso il tuo riassunto e l'hai incollato qui).

Hai aggiunto qualche parte per soddisfare, in qualche modo, le richieste della sfida (personalmente non ho riscontrato il tema, ma attendo lumi al riguardo).


CSI all'italiana

Ciao,
racconto godibile e, a tratti, divertente (grazie al tuo stile particolare). Un buon pezzo di intrattenimento per quei dieci minuti che impegnano la lettura, ma lascia poco alla fine se si esclude una "critica" all'eccentricità lussuriosa dei ricchi che tanto richiama alcuni cinepattoni. Nessuna idea particolarmente brillante.
Non ha senso nemmeno farti obiezioni sulla coerenza perché crei una barzelletta surreale dove i protagonisti e le dinamiche hanno senso solo se si accetta il tuo gioco, essendo tutti decisamente sopra le righe, e, tra tutti, trovo il "set da scientifica" tirato oltre misura.
Alcuni refusi che, in questa edizione, sono scappati praticamente a tutti.




Classifica

1. CSI all'italiana
2. C'eravamo tanto amati
3. Il liberatore del Nuovo Tempio
4. Mezzo artefatto è meglio di niente
5. L'Apocalisse di Don Giovanni

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angelo.frascella
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Re: Gruppo LAURA PLATAMONE: lista racconti e classifiche

Messaggio#4 » domenica 30 ottobre 2016, 23:14

1. CSI all'italiana, di Francesco Nucera

Racconto godibile e divertente, che gioca brillantemente con lo stereotipo della famiglia ricca viziosa e dissoluta, tenendo un tono fra il grottesco e l’umoristico portando agli estremi il concetto di chi è senza peccato.
Solo una cosa non mi ha convinto: è vero che parliamo di una famiglia particolare, ma il fatto che, nonostante tutti gli approcci al limite della molestia del protagonista, la ragazza se lo porti comunque in casa addirittura a passare la notte. La storia dei tentati suicidi non basta a superare la barriera che qualunque ragazza alzerebbe fra sé e un tipo simile.


2. C'eravamo tanto amati di M.R. del Ciello

Il tuo racconto si legge con piacere, è ben scritto e scorrevole.
Si basa però fortemente su cliché a cui siamo abituati ancora di più dal cinema che dalla narrativa: la vecchia dispotica che si toglie in punto di morte la soddisfazione di dire a tutta la famiglia ciò che pensa davvero, la video-cassetta proiettata dal notaio, la famiglia che sotto un’apparente normalità nasconde gli istinti più bassi dell’essere umano ed è attaccata solo a denaro e posizione sociale.
Manca a mio parere un punto di vista diverso, un colpo di scena che metta il tutto in una prospettiva diversa dal solito, insomma un tocco un po’ più personale. O meglio che quel colpo di scena c’è, ma arriva troppo tardi.
Aggiungo che alcuni elementi che metti nel racconto vengono direttamente dai telefilm americani e in Italia non sarebbero validi: il testamento non può essere in video ma vale solo un testamento olografo (cioè scritto per intero, datato e sottoscritto di mano dal testatore). Inoltre, in Italia alcuni eredi legittimi non possono essere diseredati (i genitori, i nonni, i figli, i nipoti (figli dei figli) e il coniuge godono di una speciale immunità poiché la legge garantisce loro in ogni caso una quota dell’eredità del defunto) e, seppure non fai nomi né di persone né di luoghi, alcune figure come il sindacalista fannullone, mi fanno intuire che il tutto si svolga in Italia. Quindi, da questo punto di vista, ci sarebbe da fare qualche correzione per aggiungere un po’ di verosimiglianza alla scena.
Però, ti ripeto, non sto bocciando il racconto, che si basa su una scrittura solida e piacevole, ma solo evidenziando quelli che mi sembrano essere alcuni limiti.

3. Il liberatore del Nuovo Tempio- di Nicola Gambadoro

Sono un po’ diviso sul tuo racconto. Da una parte ho apprezzato l’idea di usare due stili diversi per i due protagonisti. Se però quello altisonante scelto per l’angelo mi sembra ben gestito, quello della direttrice non mi ha convinto sotto due aspetti:
- Il primo è per l’eccessiva scurrilità che non mi sembra giustificata. Ho letto la motivazione che ne dai, ma dal contesto non si percepisce. In ogni caso sono dell’idea che le parolacce scritte in un racconto siano molto più forti di quelle dette a voce, magari parlando con gli amici, e come tali vanno dosate per bene.
- il secondo è che lei sembri passare indifferentemente e casualmente da una paura così forte da paralizzarla a una rabbia smisurata e questa dualità non risulta ben armonizzata.
Un altro aspetto forte del racconto è la scelta di fare di Nathan un vero angelo vendicatore e non un pazzo. Se, da una parte, questo porta a un bel colpo di scena a tre quarti della storia, dall’altro il twist mi sembra un po’ fine a se stesso. Mi spiego: tu scegli di far iniziare l’Apocalisse da un qualunque centro commerciale e il fatto che Nathan lo confonda con un tempio solo per un crocifisso in uno sgabuzzino è fortemente coerente con la visione di un pazzo, mentre sembra troppo strano come inizio della fine del mondo: quindi scoprire che lui è davvero un angelo rende il tutto poco credibile. Se avessi scelto come scenario, uno di quei luoghi di culto invasi da vendita di souvenir o un negozio costruito un una chiesa sconsacrata o magari un palazzo del potere, rendendo più sensati gli sfoghi di Nathan il tutto mi sarebbe più credibile e armonico.
In ogni caso, non è un cattivo lavoro e si legge volentieri fino alla fine.
Qualche nota sulla forma:
- noto che usi le “d” eufoniche davanti a vocale diversa (p. es. ”ed un”) cosa di solito sconsigliata, sia perché attualmente le consuetudini editoriali richiedono di evitarla, sia perché, se ci fai caso, è realmente cacofonica.
- dovresti gestire un po’ meglio gli spazi fra i paragrafi. Finché rimani nello stesso punto di vista all’interno di una stessa scena, evita di dividere i paragrafi con una linea vuota (mi riferisco alla sequenza con la voce della polizia che interviene, tanto quelle battute sono in corsivo e si capisce che vengono da fuori), perché tendono a spezzettare la lettura.

4. l'Apocalisse di Don Giovanni di Sonia Lippi

Uno dei problemi che mi sono sempre posto nella scrittura è: come rendere credibile un personaggio che ne sa più di me (che sia uno studioso, un essere del futuro super-intelligente, un essere più o meno divino onnisciente o magari uno stregone sapiente di una storia fantasy), senza limitarmi a dirlo (”aveva espanso la propria intelligenza oltre ogni limite”, “era lo scienziato più esperto in cosmologia”, ecc.). Gli scrittori che ci riescono hanno tutta la mia ammirazione, visto la difficoltà dell’operazione. Capita però di vedere anche libri di autori blasonati che cadono in errore.
In questo caso, nella trappola ci sei caduta tu: metti in campo un prete che (seppure si dichiara discendente di don Abbondio) dice di essere un grande conoscitore della Bibbia), ma poi alla prova dei fatti si fa mettere nel sacco da quattro banalità messe in fila una dopo l’altra: insomma sembra che al tuo Don Giovanni basterebbe aprire facebook per diventare ateo (ti assicuro che di preti ne ho conosciuti tanti e si sarebbero messi a discutere con quel povero diavolo, smontando le sua argomentazioni una a una).
Aggiungo che il racconto in sé, più che un racconto, sembra un tentativo di saggio contro la chiesa e la cristianità, con qualche dialogo: quel che voglio dire stai usando la forma del racconto per portare avanti una tesi e non per raccontare una storia. Si tratta di un tipo di storie fra le più difficili e che, personalmente, non amo in quanto hanno un sapore più propagandistico che di narrazione (tranne quando riescono molto bene: mi viene da citare il bellissimo “Torre di cristallo” di Robert Silverberg).
Scusa se sono stato un po’ duro, ma, anche se scrivi all’inizio “A chi leggerà questo scritto chiedo di non giudicarmi…” siamo qui per giudicarci a vicenda e cercare di imparare.

5. Mezzo artefatto è meglio di niente - di LordMax

Mi dispiace doverlo dire, ma ho fatto davvero fatica ad arrivare in fondo al racconto. Lo stile freddo ed eccessivamente essenziale che hai scelto di usare lo fa somigliare più a una sceneggiatura che a un racconto completo. Tutto è una sequenza di: Tizio fa questo, Caio dice questo e la lettura somiglia a quella di una lista della spesa, un elenco di cose fatte o dette.
Inoltre ci sono alcune scelte che rendono confusa la lettura:
- i protagonisti rimangono senza nome per un bel po’ e quando il nome compare non è subito attribuibile a loro due. Perché non battezzarli fin dalla prima frase?
- Del protagonista si dice all’inizio che è un uomo è che ha combattuto con un mezzo demonio. Poi, di punto in bianco parli di un mezzo-demonio che fa qualcosa e il lettore pensa che tu stia parlando del nemico e non del protagonista che ci era stato presentato come un uomo.
- Ci sono probabilmente troppi personaggi.
- Non capiamo mai veramente quale sia la posta in gioco, cosa passi per la testa e per il cuore di protagonisti e nemici e non sentiamo perché dovremmo trepidare per i primi e odiare i secondi. Il tutto scorre asetticamente sotto i nostri occhi.
Insomma, dovresti lavorare per arricchire, colorare e rendere viva la storia che per ora è solo una traccia.
Una piccola nota formale: spesso metti il punto all’interno di un dialogo, quando dopo segue un dice. E’ sbagliato perché la frase non è ancora finita: non dovresti scrivere
“Non posso crederci.” Dice la donna.

Ma
“Non posso crederci” dice la donna.

Oppure
“Non posso crederci,” dice la donna.

E anche se c’è il punto interrogativo dopo le virgolette va comunque la minuscola (“Davvero?” chiese Er Cipolla.)

A rileggerci,
Angelo

Canadria
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Re: Gruppo LAURA PLATAMONE: lista racconti e classifiche

Messaggio#5 » lunedì 31 ottobre 2016, 0:19

Commenti sparsi e classifica in fondo!

Il liberatore del Nuovo Tempio, di Nicola Gambadoro
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L’Apocalisse di Don Giovanni, di Sonia Lippi
► Mostra testo


C’eravamo tanto amati, di Maria Rosaria Del Ciello
► Mostra testo


Mezzo artefatto è meglio di niente, di LordMax
► Mostra testo


CSI all’italiana, di Francesco Nucera
► Mostra testo



Ecco la mia classifica:
1) Il liberatore del Nuovo Tempio, di Nicola Gambadoro
2) CSI all’italiana, di Francesco Nucera
3) C’eravamo tanto amati, di Maria Rosaria Del Ciello
4) L’Apocalisse di Don Giovanni, di Sonia Lippi
5) Mezzo artefatto è meglio di niente, di LordMax

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Spartaco
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Re: Gruppo LAURA PLATAMONE: lista racconti e classifiche

Messaggio#6 » mercoledì 2 novembre 2016, 16:49

Ecco i commenti e la classifica della vostra "lettrice anonima".
Vi ricordo che da questo mese questa classifica si somma alle altre e che la lettrice è tale perché compra e legge, non perché sia un tecnico. Quindi cercate di far tesoro anche delle critiche di chi legge solo per diletto.


Fatto! Ammetto che questo giro è stato più complesso. La classifica è nell'ordine dei commenti, il primo mi è piaciuto di più.

1) C.S.I. all'italiana.
Il tuo racconto è il più difficile da commentare, non ho un motivo particolare del perché mi sia piaciuto, è stata una specie di sensazione che ho avuto durante tutto il racconto che non so attribuire a nulla di specifico, c'è stato qualcosa a un certo punto che mi ha fatto capire che stavi andando verso l'assurdo e ho aspettato, col sorriso, che finisse la storia con la pura curiosità di sapere da che parte saresti andato a parare. A questo si aggiunge che scrivi bene (salvo alcuni errori che spero siano di battitura/distrazione, tra cui "un impronta") e che hai usato uno stile leggero, adatto al clima del racconto. Che dire, congrats, spero passerai al prossimo turno.

2) Il liberatore del nuovo tempio
Allora, hai iniziato davvero un po' male, si faceva fatica a seguire, a tratti era pure noioso, ti sei molto ben ripreso col punto di vista di Sarah (che ogni tanto perde la H), quella parte è scritta bene e ti prende un sacco (certo, sei stato aiutato dalla situazione di tensione) e riesci anche a dare un po' di personalità ai personaggi, c'è da dire che avrei diecimila volte preferito che lui fosse semplicemente un pazzo, sono anche una fan del fantasy, ma buttato così sembravo quasi che fossi a corto di idee, oppure che fosse una buona idea, ma non ci hai fornito delle fondamenta che avrebbero fatto stare in piedi la storia: Nathan si è trasformato in un angelo o altro? Come ha ottenuto i suoi poteri? Glieli ha concessi Dio? L'obbiettivo finale era la strage o è stato Nathan a non capire il messaggio? Oppure è tutta un'allucinazione dei suoi ultimi istanti di vita dopo che gli hanno sparato? Posso anche credere all'esistenza di un angelo, ma non avendo descritto un mondo in cui è normale avere questo genere di poteri ho sentito la mancanza di una spiegazione su come li ha ottenuti e sul perché proprio lui.

3) L'apocalisse di Don Giovanni
Dalla presentazione iniziale il tuo personaggio i piaceva molto, mi ricordava Don Abbondio, ma con la capacità di compensare la sua "codardia" con la cultura, c'è da dire che non regge molto come personaggio se poi lo ritroviamo così chiuso mentalmente, le domande che gli pone non sono difficili, anche un bambino se le pone, il fatto che un uomo con così tanto studio non si sia mai posto certi quesiti, e non si sia dato una risposta, mi è sembrato un po' irreale, un prete vero, anche non particolarmente bravo ti smonta in attimo se porti questo genere di argomentazioni. Altra piccola critica è tutto il monologo di Giovanni (quello antico), su tutti i peccati di Dio mi è sembrato un po' lungo ed esagerato, tutto giusto, spesso gli stessi argomenti li uso anche io, ma messi così, tutti in fila è come dire implicitamente che uno solo non basta, che bisogna davvero dirli tutti, mentre se si decide di dare la colpa di tutto a Dio basta raccontare esclusivamente di un, due, tre massacri, non serve fare certo una lista così lunga per rendere la storia abominevole. Detto questo mi è piaciuto tutto il giochino dei nomi e di come l'apocalisse sia già arrivata, è una soluzione che non avevo mai sentito e mi ha fatto sorridere, è un modo per ribaltare il modo corrente di interpretazione della bibbia interessante (c'è da dire che non sono mai riuscita a leggerla completamente quindi non so se reggerebbe il confronto con il tuo Giovanni, che dovrebbe essere informatissimo)


4) C'eravamo tanto amati
Non mi è piaciuto praticamente per nulla, ma direi che i personaggi sono la cosa che ti è venuta peggio, avendo poco spazio ne avrei ridotto drasticamente il numero, perché così risultano tutti, compresa la nonna delle macchiette che sarebbero adattissime a un racconto comico, ma per nient'altro e visto che non penso che la tua intenzione iniziale fosse quella e dato il clima generale mi aspettavo una caratterizzazione maggiore, non sono riuscita a immedesimarmi con nessuno e questo ha inevitabilmente portato al fatto che non vedevo l'ora che il racconto finisse.



5) Mezzo artefatto è meglio di niente
Mettendo fra parentesi un attimo il fatto che non ho trovato chi è senza peccato e da quel capito era fondamentale inserirlo, penso che il più grande errore che hai commesso sia il fatto che hai inventato un mondo eccessivamente complicato in così poco spazio, in questo modo non sei riuscito né a caratterizzare i personaggi abbastanza da far si che potessi immedesimarmi con loro, né a descrivere l'ambiente e il nuovo mondo abbastanza bene da non farmi fare domande, e farmi dare risposte inventate da me, sostanzialmente tutto ciò che non ha trovato una spiegazione nella storia l'ha avuta dalla mia immaginazione, ma dubito di aver pensato gli stessi meccanismi che hai fatto tu. Come funzionano i gatti che "proteggono" i maghi tenuti in cantina? Tutti i preti percepiscono la magia? E' una capacità con cui nasci o la apprendi diventando prete? Oppure, più semplicemente come funziona l'artefatto? Perché rischiano così tanto per rubarlo? Perché proprio loro e non altri, cos' hanno di speciale i tuoi personaggi? E' un'ambientazione adatta a una storia molto più lunga, in cui puoi perdere un po' di spazio a spiegarci dei minimi dettagli, avendo un limite di spazio avresti dovuto limitarti al filone centrale della storia senza lasciare particolari in giro. Secondo errore, ogni tanto esageri con i punti, capisco la volontà di rendere il discorso scorrevole, ma oltre un certo livello la frase stessa diventa più difficile da capire così che se avesse una subordinata o almeno una virgola (“Fidato. Uno stregone. Certo. Ne trovo ovunque. Va bene. Facciamolo. Vieni con me. E voi aspettateci”, ho dovuto rileggerla un sacco di volte prima di intuire l'ironia). Detto questo, anche se sicuramente non saresti stato l'ultimo, non avendo trovato l'unica indicazione che era obbligatoria, ho avuto le mani legate.

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Spartaco
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Re: Gruppo LAURA PLATAMONE: lista racconti e classifiche

Messaggio#7 » mercoledì 2 novembre 2016, 18:37

Ed eccoci alla classifica del girone:
In questo gruppo usufruiscono dei tre bonus M.R Del Ciello, Sonia Lippi, Lord Max e Nicola Gambadoro, per loro -7 punti. Francesco Nucera non si aggiudica quello "almeno due protagonisti, di cui uno soprannaturale". Quindi per lui -3 punti.

Classifica Finale:

1. CSI all'italiana, di Francesco Nucera 3 Punti
2. Il liberatore del Nuovo Tempio, di Nicola Gambadoro 4 Punti
3. C'eravamo tanto amati, di M. R. Del Ciello 7 Punti
4. Mezzo artefatto è meglio di niente, di Sonia Lippi 13 Punti
5. L'Apocalisse di Don Giovanni, di Lord Max 17 Punti

Passano in semifinale e saranno giudicati di Laura Platamone: Francesco Nucera e Nicola Gambadoro, che avranno tempo fino a venerdì 4 novembre alle 23:59 per revisionare il racconto da proporre allo SPONSOR.

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