Finalissima di La Sfida a Damnation

Scrivi un racconto sul Tema deciso dai BOSS Eleonora Rossetti e Luigi De Meo.
Sfida gli altri concorrenti e supera il giudizio degli SPONSOR Vincenzo Maisto e Laura Platamone.
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Finalissima di La Sfida a Damnation

Messaggio#1 » lunedì 14 novembre 2016, 23:48

Dopo quasi due mesi, eccoci alla finale:
Chi vincerà tra Nicola e Angelo, chi riuscirà a superare l'ultimo giudizio, quello di Eleonora Rossetti e Luigi De Meo?

Immagine



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Re: Finalissima di La Sfida a Damnation

Messaggio#2 » venerdì 25 novembre 2016, 23:15

VINCITORE: Il liberatore del Nuovo Tempio

Ecco i commenti di Eleonora Rossetti e Luigi De Meo

Facciamo una doverosa premessa: sono entrambi racconti validi. E’ stato difficile, per noi due, stabilire chi dovesse aggiudicarsi la vittoria. Aderenza al tema, originalità dell’interpretazione, bonus di svolgimento, tutto questo era presente e ben sviluppato all’interno dei due lavori. Non ci sarà “il giudizio di Eleonora” e “il giudizio di Luigi”: in qualità di autori di Damnation, ci viene naturale scrivere come se fossimo un’unica entità, e faremo così anche per queste valutazioni, dato che comunque ci hanno visto concordi praticamente su tutta la linea.
PS: abbiamo ricevuto i racconti in forma anonima per evitare di essere influenzati nel giudizio, anche inconsciamente. Andremo a sbirciare gli autori (e anche tutti gli altri racconti) solo dopo aver spedito le valutazioni a Spartaco; se vorrete discutere del giudizio che abbiamo espresso, sapete dove trovarci :)

Il metallo è debole, ma l’IA è forte
All’inizio l’idea di un Diavolo che volesse portare alla perdizione una macchina (un essere quindi senz’anima) ci ha fatto storcere il naso ma, andando avanti nella lettura, ci siamo dovuti ricredere. La sfida, nuova e originale, che si presenta al Diavolo dà un senso di originalità a un tema, quello della dannazione, spesso abusato. Abbiamo apprezzato molto Malphas, a partire dal suo tono scanzonato, poco presuntuoso e molto poco rispettoso nei confronti di Satana  stesso - nonostante sia il grande presidente degli Inferi - e il suo ambizioso ragionamento finale riguardo al peccato originale e al nuovo simbolo del tentatore (il corvo anziché il serpente): la sua vittoria non è stata l’anima del mortale, in questo caso, ma il gusto di aver vinto una sfida che sembrava impossibile e che, anzi, finirà per segnare l’inizio di una nuova era.
Forse l’unica cosa che ci ha lasciato un senso d’insoddisfazione è stato il riutilizzo delle onnipresenti Tre Leggi di Asimov per inquadrare Ettore, forse fin troppo sfruttate ogni volta che si ha a che fare con un’intelligenza artificiale, anche se ci è piaciuto l’accostamento a Tre Leggi = Comandamenti da infrangere come un peccatore.
Sullo stile nessun appunto, non c’è nulla da segnalare, la storia è ben narrata e ti guida passo passo fino alla fine: forse abbiamo sofferto un poco la mancanza di un’azione “dirompente” (questo è un gusto personale e non una penalità), in ogni caso in molte scene ci hai tenuto col fiato sospeso mentre aspettavamo che l’IA cadesse finalmente in tentazione, nel suo altalenare tra fredda logica e dubbio.
Bellissima la scena in cui Ettore conta a ritroso mentre decide se sferrare o meno il pugno: la consideriamo la migliore di tutto il racconto, ricca di suspense.


Il liberatore del nuovo Tempio
Il maggiore pregio di questo racconto è il ritmo: il continuo cambio di punto di vista che si traduce anche in un cambio di stile e registro nel raccontare gli eventi.
Ci hai ingannato (positivamente) due volte: la prima quando ci hai fatto credere che avessimo davanti solo la visione distorta di un fanatico, che giustificava a se stesso e al suo io più profondo la sua follia con il fervore religioso. La seconda è quando si scopre che, in realtà, era davvero un Angelo liberatore, quindi siamo stati noi a esserci scrollati di dosso il “pregiudizio” che fosse la visione di Sarah, più superficiale, quella a cui credere. Siamo arrivati sul finale convinti che la storia (e l’illusione delirante del pazzo) si concludesse con lo scontro a fuoco, come nella “normalità”, mentre invece ci hai spiazzato, e la cosa ci è piaciuta. Come dicevamo, molto ben gestito il ritmo, ottime le parti in cui alterni la preghiera dell’Angelo alla narrazione, sembra proprio scandire il tempo degli avvenimenti. Il registro molto ricercato si sposa benissimo con la natura soprannaturale del protagonista, ben in contrasto con quello usato durante il punto di vista della “mortale” Sarah; anche l’incipit, che a prima lettura può sembrare “pesante”, dà invece profondità alla mistica contemplazione dell’Angelo prima della strage.
Interessante la scelta dei nomi dei due protagonisti (Nathan e Sarah), entrambi legati a personaggi importanti del Vecchio Testamento. Una curiosità che l’autore/autrice dovrà toglierci è se siano stati scelti a caso o se “Egli ha dato [a Dio]” e “La Principessa” sia una scelta voluta.

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