Oniroteca - di Fernando Nappo
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Oniroteca - di Fernando Nappo
Oniroteca
di Fernando Nappo
«Mi sparo!» dico. «O mi taglio le vene. O mi appendo per il collo al lampadario. Non ce la faccio più.»
Il Professor Astori, seduto sulla poltrona, si massaggia la barba. «Desidera provare una soluzione personalizzata, questa volta?»
«Non oggi. Sono un po’ di corsa.»
«Allora stiamo su un’opzione standard, a menù.»
Faccio spallucce. «Purché sia una morte splatter. Oggi voglio una cosa del tipo sangue e organi dappertutto. Che quando vedono le foto della polizia danno di stomaco, tutti.»
Astori diteggia sul tablet. «Ho delle simulazioni che potrebbero fare al caso suo» dice, ed elenca: «Un salto dal ripetitore Rai di corso Sempione, con l’opzione che se non muore sul colpo finisce sui binari dell’uno barrato che passa in quel momento; le dita nella presa di corrente, con l’opzione di un nostro funzionario che tira su il salvavita appena scatta; tuffo carpiato sulla motosega del giardiniere al quale lei stesso ha commissionato la potatura di un abete che non possiede...»
Lo fermo. «Quest’ultima mi piace. E poi c’è di mezzo la natura, che ha sempre un nonché di rilassante.»
«Molto bene» dice il Prof. Si alza e verifica che i sensori alle tempie siano ben saldi, poi mi oscura la visione con la maschera.
«Sentirà un frizzicore alle tempie...» dice, come da prassi.
Dopo pochi secondi sento una scossa che mi fa ribaltare sul lettino. Urlo qualcosa, forse un vaffanculo al Prof., poi svengo. Fa parte della procedura, tranquilli. È così ogni volta.
Esco dallo studio e un attimo dopo sono in macchina. In tasca, come d’abitudine quando dormo fuori per lavoro, ho il bottone occipitale col sogno per questa notte: io che la faccio finita, finalmente, e tutta la mandria che mi campa addosso che frigna e si dispera perché, con un atto di coraggio come mai oserei nella realtà, li ho piantati lì, a cagarsi addosso: adesso arrangiatevi, massacramaroni.
Astori conosce i miei gusti e scommetto che avrà infarcito il sogno con amenità come mia moglie che caragna, e chi lo paga adesso il mutuo?, mio figlio che gli tocca andare a lavorare, il capo incazzato perché col cazzo che glielo lascio un backup del mio lavoro...
Il sogno indotto è illegale, ma ormai non posso più farne a meno.
Mi stendo a letto e piazzo il bottone alla base del cranio. Il sonno arriva presto e con esso il sogno. Sento il motore della motosega. Pregusto il momento. Quando il giardiniere si avvicina, noto con stupore che somiglia al Prof. Astori. Al suo fianco, d’improvviso, proprio come nei sogni, si materializza mia moglie. Hanno entrambi un sorriso innaturale, troppo ampio. «Tu sogni» dice Astori «ma tua moglie e io, i nostri sogni preferiamo farli diventare realtà.»
Indietreggio.
Sento le gambe rigide, le mani, quelle reali, strizzano le lenzuola. Un dolore mi trapassa le tempie. Stronzo, cosa stai facendo al mio cervello? Cos’hai combinato col bottone occipitale? La schiena s’inarca in uno spasmo. Ormai è chiaro: tra poco sarò morto. Per davvero. Ma questa volta non ci trovo nessuna soddisfazione.
di Fernando Nappo
«Mi sparo!» dico. «O mi taglio le vene. O mi appendo per il collo al lampadario. Non ce la faccio più.»
Il Professor Astori, seduto sulla poltrona, si massaggia la barba. «Desidera provare una soluzione personalizzata, questa volta?»
«Non oggi. Sono un po’ di corsa.»
«Allora stiamo su un’opzione standard, a menù.»
Faccio spallucce. «Purché sia una morte splatter. Oggi voglio una cosa del tipo sangue e organi dappertutto. Che quando vedono le foto della polizia danno di stomaco, tutti.»
Astori diteggia sul tablet. «Ho delle simulazioni che potrebbero fare al caso suo» dice, ed elenca: «Un salto dal ripetitore Rai di corso Sempione, con l’opzione che se non muore sul colpo finisce sui binari dell’uno barrato che passa in quel momento; le dita nella presa di corrente, con l’opzione di un nostro funzionario che tira su il salvavita appena scatta; tuffo carpiato sulla motosega del giardiniere al quale lei stesso ha commissionato la potatura di un abete che non possiede...»
Lo fermo. «Quest’ultima mi piace. E poi c’è di mezzo la natura, che ha sempre un nonché di rilassante.»
«Molto bene» dice il Prof. Si alza e verifica che i sensori alle tempie siano ben saldi, poi mi oscura la visione con la maschera.
«Sentirà un frizzicore alle tempie...» dice, come da prassi.
Dopo pochi secondi sento una scossa che mi fa ribaltare sul lettino. Urlo qualcosa, forse un vaffanculo al Prof., poi svengo. Fa parte della procedura, tranquilli. È così ogni volta.
Esco dallo studio e un attimo dopo sono in macchina. In tasca, come d’abitudine quando dormo fuori per lavoro, ho il bottone occipitale col sogno per questa notte: io che la faccio finita, finalmente, e tutta la mandria che mi campa addosso che frigna e si dispera perché, con un atto di coraggio come mai oserei nella realtà, li ho piantati lì, a cagarsi addosso: adesso arrangiatevi, massacramaroni.
Astori conosce i miei gusti e scommetto che avrà infarcito il sogno con amenità come mia moglie che caragna, e chi lo paga adesso il mutuo?, mio figlio che gli tocca andare a lavorare, il capo incazzato perché col cazzo che glielo lascio un backup del mio lavoro...
Il sogno indotto è illegale, ma ormai non posso più farne a meno.
Mi stendo a letto e piazzo il bottone alla base del cranio. Il sonno arriva presto e con esso il sogno. Sento il motore della motosega. Pregusto il momento. Quando il giardiniere si avvicina, noto con stupore che somiglia al Prof. Astori. Al suo fianco, d’improvviso, proprio come nei sogni, si materializza mia moglie. Hanno entrambi un sorriso innaturale, troppo ampio. «Tu sogni» dice Astori «ma tua moglie e io, i nostri sogni preferiamo farli diventare realtà.»
Indietreggio.
Sento le gambe rigide, le mani, quelle reali, strizzano le lenzuola. Un dolore mi trapassa le tempie. Stronzo, cosa stai facendo al mio cervello? Cos’hai combinato col bottone occipitale? La schiena s’inarca in uno spasmo. Ormai è chiaro: tra poco sarò morto. Per davvero. Ma questa volta non ci trovo nessuna soddisfazione.
Re: Oniroteca - di Fernando Nappo
Sul filo di lana, Fernando! Tutto ok con i parametri, buona Atzori Edition!
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Re: Oniroteca - di Fernando Nappo
Già sono lento di mio, poi questa sera se ne è andata la connessione prprio dieci minuti prima dell'una. Per fortuna è tornata in tempo per farmi postare in orario.
Buona edizione a tutti. E buonanotte!
Buona edizione a tutti. E buonanotte!
- erika.adale
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Re: Oniroteca - di Fernando Nappo
Come sempre parto dal titolo che mi ha incuriosito di più. Una bella storia cyber punk, che non dispiacerebbe a DIck. La rivendita illegale di sogni o fantasticherie è argomento già sentito (mi viene in mente, da principio, il film Strange Days: ma credo non sia l'unica narrazione che ne parli) ma, come al solito, non è tanto il "cosa" quanto il "come" a impreziosire la vicenda. Infatti ho apprezzato la caratterizzazione del protagonista, come lo descrivi ironicamente nel suo desiderio di scoprire il destino della famiglia vampiresca senza di lui. Ecco, magari godere all'infinito dello stesso scenario di questo tipo può sembrare patologico, ma tant'è, questo non toglie verosimiglianza a un personaggio un po' antipatico, sulla cui morte non si versano troppe lacrime. Mi resta il dubbio (che ai fini narrativi lascia il tempo che trova, è solo curiosità) se l'omicidio finale è perpetrato da prof e moglie attraverso il sogno o durante il sogno.
- Polly Russell
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Re: Oniroteca - di Fernando Nappo
Oniroteca di Fernando Nappo
Ah, spassoso, era una vita che non mi imbattevo in un cyber punk... meritevole! ;)
Tra l'altro, per alcuni versi, abbiamo adottato idee simili, nei nostri racconti.
Ho pensato a Polo Rossi con i capelli color fuoco che vendeva Paranoie dai manifesti oleografici di Nirvana. Molto gradevole. Mi piace la caratterizzazione del personaggio, mi piace l'ambientazione. Tutto ben riuscito.
Qualche dubbio sul perché dovessero davvero farlo fuori, oltre al finale a sorpresa non ne vedo il motivo. Tira avanti un megabaraccone, sogna di continuo, permettendo a moglie e amante di fare come gli pare, non solo, è l'amante a impacchettargli i sogni, quindi sa anche quanto dureranno. Insomma, l'omicidio mi sembra più un pretesto per tirar fuori un finale degno.
Ma, a parte questo, un gran bel lavoro.
Ah, spassoso, era una vita che non mi imbattevo in un cyber punk... meritevole! ;)
Tra l'altro, per alcuni versi, abbiamo adottato idee simili, nei nostri racconti.
Ho pensato a Polo Rossi con i capelli color fuoco che vendeva Paranoie dai manifesti oleografici di Nirvana. Molto gradevole. Mi piace la caratterizzazione del personaggio, mi piace l'ambientazione. Tutto ben riuscito.
Qualche dubbio sul perché dovessero davvero farlo fuori, oltre al finale a sorpresa non ne vedo il motivo. Tira avanti un megabaraccone, sogna di continuo, permettendo a moglie e amante di fare come gli pare, non solo, è l'amante a impacchettargli i sogni, quindi sa anche quanto dureranno. Insomma, l'omicidio mi sembra più un pretesto per tirar fuori un finale degno.
Ma, a parte questo, un gran bel lavoro.
Polly
- Andrea Partiti
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Re: Oniroteca - di Fernando Nappo
Ho poco da criticare, mi piace molto il tuo racconto. C'è il sogno (letterale) e l'oscurità (del finale).
Il dialogo col dottore è brillante, fa sorridere e incupire allo stesso tempo e il tipo di sogni che commissiona il tuo protagonista è insolito e nuovo, niente che ci si aspetterebbe immaginando uno scenario con un commercio illegale di sogni indotti.
Ottimo racconto, ritmo impeccabile e perfetta conclusione!
Il dialogo col dottore è brillante, fa sorridere e incupire allo stesso tempo e il tipo di sogni che commissiona il tuo protagonista è insolito e nuovo, niente che ci si aspetterebbe immaginando uno scenario con un commercio illegale di sogni indotti.
Ottimo racconto, ritmo impeccabile e perfetta conclusione!
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Re: Oniroteca - di Fernando Nappo
Ciao Fernando,
L'idea di base è forse non originalissima ma ben resa, così come è ben caratterizzato il protagonista e il suo disagio (molto bello il dialogo iniziale con il dottore). Quello che non mi ha convinto del tutto è il finale, un po' confuso nelle dinamiche (viene ucciso "dall'esterno" o per una manomissione del bottone occipitale?) e nelle motivazioni (la moglie non poteva banalmente lasciarlo, invece che ucciderlo?). Per il resto, racconto ben scritto e tema rispettato.
L'idea di base è forse non originalissima ma ben resa, così come è ben caratterizzato il protagonista e il suo disagio (molto bello il dialogo iniziale con il dottore). Quello che non mi ha convinto del tutto è il finale, un po' confuso nelle dinamiche (viene ucciso "dall'esterno" o per una manomissione del bottone occipitale?) e nelle motivazioni (la moglie non poteva banalmente lasciarlo, invece che ucciderlo?). Per il resto, racconto ben scritto e tema rispettato.
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Re: Oniroteca - di Fernando Nappo
Grazie a tutti per i commenti. Come mia abitudine, posticiperò il più possibile i miei commenti per non correre il rischio di influenzare chi deve ancora commentare: che il racconto cammini da sé, se ce la fa.
Grazie ancora a tutti.
Grazie ancora a tutti.
- giancarmine trotta
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Re: Oniroteca - di Fernando Nappo
Dall'idea non originale, è nato un racconto spassoso e godibile. Scritto bene, buon ritmo, dialoghi e
riflessioni del protagonista ben incastrati nella storia.
Il finale resta vago ed è l'unica cosa che posso farti notare. Alla prima lettura avevo capito che lui in realtà non muore, ma è come se il Prof. si sia stancato delle sue richieste e quindi, per ripicca, appare nel sogno indotto e gliela fa pagare. Anche perché, se l'ultima scena fosse reale, non riuscirei a giustificare queste frasi "Stronzo, cosa stai facendo al mio cervello? Cos'hai combinato col bottone occipitale?" solo dopo che il dolore da trapano gli abbia trapassato le tempie. Il tema per me è rispettato anche così, perché dal "sogno" di scegliersi i sogni indotti, si passa all'incubo (tenebroso) del Prof e della moglie che si vendicano.
Complimenti anche per l'ironia, bravo!
riflessioni del protagonista ben incastrati nella storia.
Il finale resta vago ed è l'unica cosa che posso farti notare. Alla prima lettura avevo capito che lui in realtà non muore, ma è come se il Prof. si sia stancato delle sue richieste e quindi, per ripicca, appare nel sogno indotto e gliela fa pagare. Anche perché, se l'ultima scena fosse reale, non riuscirei a giustificare queste frasi "Stronzo, cosa stai facendo al mio cervello? Cos'hai combinato col bottone occipitale?" solo dopo che il dolore da trapano gli abbia trapassato le tempie. Il tema per me è rispettato anche così, perché dal "sogno" di scegliersi i sogni indotti, si passa all'incubo (tenebroso) del Prof e della moglie che si vendicano.
Complimenti anche per l'ironia, bravo!
- maria rosaria
- Messaggi: 687
Re: Oniroteca - di Fernando Nappo
Ciao Fernando.
Mi è piaciuto molto il tuo racconto. Il tema è rispettato alla perfezione e la scrittura mi ha coinvolto e divertito.
Ero curiosissima di andare a vedere come finiva e un po’ ci sono rimasta male perché mi piaceva l’idea che questa specie di vendetta andasse a buon fine (anche se solo nel sogno). Invece i cattivi hanno vinto. Uffa!
A parte gli scherzi, ottima prova.
Mi è piaciuto molto il tuo racconto. Il tema è rispettato alla perfezione e la scrittura mi ha coinvolto e divertito.
Ero curiosissima di andare a vedere come finiva e un po’ ci sono rimasta male perché mi piaceva l’idea che questa specie di vendetta andasse a buon fine (anche se solo nel sogno). Invece i cattivi hanno vinto. Uffa!
A parte gli scherzi, ottima prova.
Maria Rosaria
Re: Oniroteca - di Fernando Nappo
Ciao Fernando,
tutto pensavo tranne che divertirmi leggendo una storia di tenebra! In effetti il tuo racconto è uno spasso per le situazioni azzeccate e descritte molto bene e anche perché, nonostante si intuisse che qualcosa non quadrava (come quando va tutto troppo liscio) la voglia di leggere non mi ha mai abbandonato. Fluido come un film. Forse il cliché abusato della moglie ha tolto qualche punto al finale, ma ho molto gradito l'insieme.
tutto pensavo tranne che divertirmi leggendo una storia di tenebra! In effetti il tuo racconto è uno spasso per le situazioni azzeccate e descritte molto bene e anche perché, nonostante si intuisse che qualcosa non quadrava (come quando va tutto troppo liscio) la voglia di leggere non mi ha mai abbandonato. Fluido come un film. Forse il cliché abusato della moglie ha tolto qualche punto al finale, ma ho molto gradito l'insieme.
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Re: Oniroteca - di Fernando Nappo
Ciao, Fernando! Divertentissimo il tuo racconto! Senza dubbio è quello che mi è piaciuto di più. Non nego di aver provato una certa soddisfazione nel vedere nel panico il protagonista, un antipatico che, forse troppo annoiato dalla vita che conduce, scherza con i sogni e con la morte. Niente da eccepire sullo stile, davvero coinvolgente. Anche il tema è rispettato. Complimenti!
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Re: Oniroteca - di Fernando Nappo
Grazie per i commenti. Mi fa piacere che il racconto, tutto sommato a base di argomenti non nuovi (il lagnone che sogna di cambiare vita ma non ne ha il coraggio e il finale classico da cronaca nera con la moglie e l'amante) abbia ottenuto commenti sostanzialmente posiviti. Evidentemente l'ambientazione in un futuro prossimo gli ha giovato.
E grazie per i i rilievi mossi, tutti pertinenti e da tenere nella massima considerazione.
E grazie per i i rilievi mossi, tutti pertinenti e da tenere nella massima considerazione.
- Linda De Santi
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Re: Oniroteca - di Fernando Nappo
Ciao Fernando!
Un’idea originale, con un potenziale che secondo me potrebbe essere espresso anche in racconti più lunghi. Ciò non toglie che questo racconto, pur nei suoi 3000 caratteri, sia ben scritto, coinvolgente e divertentissimo. Al giorno d’oggi tutti sono alla ricerca di una fuga dalla realtà, il protagonista ha trovato la sua nel sognare il proprio suicidio (il contrario di quello che ci si aspetterebbe, di solito uno sogna di impugnare un’arma e fare una strage, ma così è anche più subdolo!), sennonché alla fine gli tocca morire per davvero!
Un piccolissimo dubbio: come mai il sogno indotto è illegale? Non sembra particolarmente pericoloso.
A parte questo, davvero ben fatto, bravo!
Un’idea originale, con un potenziale che secondo me potrebbe essere espresso anche in racconti più lunghi. Ciò non toglie che questo racconto, pur nei suoi 3000 caratteri, sia ben scritto, coinvolgente e divertentissimo. Al giorno d’oggi tutti sono alla ricerca di una fuga dalla realtà, il protagonista ha trovato la sua nel sognare il proprio suicidio (il contrario di quello che ci si aspetterebbe, di solito uno sogna di impugnare un’arma e fare una strage, ma così è anche più subdolo!), sennonché alla fine gli tocca morire per davvero!
Un piccolissimo dubbio: come mai il sogno indotto è illegale? Non sembra particolarmente pericoloso.
A parte questo, davvero ben fatto, bravo!
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Re: Oniroteca - di Fernando Nappo
Il tema c’è e la trama è ben congegnata, ma forse un po’ troppo lineare: l’amante e la moglie che architettano la morte del marito. Secondo me potevi fare di meglio, o rendere la storia più accattivante scegliendo un punto di vista o una forma meno convenzionali, o addirittura aggiungendo un doppio colpo di scena nel finale. Per esempio, il tentativo di omicidio va storto e la situazione in qualche modo si ribalta.
Re: Oniroteca - di Fernando Nappo
Un racconto che si legge strabene e che intrattiene grazie alla brillante idea della morte simulata attraverso il sogno. Ben inserito il tema. Non mi ha convinto solo per quanto riguarda le motivazioni del dottore, non hai seminato nulla nella prima parte per preparare il terreno e pertanto l'epilogo giunge troppo gratuito. Pollice tendente verso l'alto per me.
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