Gruppo PAROLE: Lista racconti ammessi e vostre classifiche

Minuti Contati affronta il mese più caldo dell’anno decidendo di sperimentare la nuova formula TWO DAYS. Non più una sola data per partecipare, ma due: lunedì 20 e mercoledì 22 luglio sempre alle 21.00 e con quattro ore di tempo per scrivere racconti di massimo 3000 caratteri. Gli autori potranno decidere di cimentarsi nella sfida nella serata a loro più comoda e troveranno ad aspettarli due diversi temi. I racconti di lunedì e quelli di mercoledì verranno poi riuniti insieme e divisi in gruppi per la fase di confronto diretto fra gli scrittori che servirà a selezionare i migliori che verranno inviati alla Guest Star per essere giudicati e ordinati in quella che sarà la classifica finale. Dopo Dario Tonani, Matteo Di Giulio e Barbara Baraldi, Minuti Contati è lieta di annunciare che la Guest del mese di luglio sarà uno dei suoi Campioni: Roberto Bommarito.
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Gruppo PAROLE: Lista racconti ammessi e vostre classifiche

Messaggio#1 » giovedì 23 luglio 2015, 3:10

PAROLE
 
Questo è il gruppo PAROLE della TWO DAYS Edition con guest star Roberto Bommarito. I primi QUATTRO racconti di questo raggruppamento avranno diritto alla pubblicazione immediata sul sito ed entreranno fra i finalisti che verranno valutati direttamente da Roberto. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verrano a loro volta ammessi alla vetrina del sito.
 
Ricordo che la composizione dei gruppi ha seguito il seguente criterio: il racconto con il megamalus è stato inserito a prescindere nel gruppo con 12 racconti, quello centrale (mio vezzo, per motici di simmetricità). Gli altri due racconti con malus sono stati inseriti nel primo e nel terzo gruppo sulla base dell'orario di consegna. Dopodichè ho inserito a giro dei gruppetti di racconti della prima serata e della seconda serata (basandomi sempre sugli orari di consegna). Infine ho controllato che ci fossero delle distribuzioni corrette nel rapporto prima/seconda serata interni ai gruppi e accortomi che nel gruppo PAROLE c'era un rapporto troppo divergente ho spostato il primo racconto della seconda serata in esso incluso nel gruppo da 12 spostando a sua volta da quel gruppo il primo racconto della prima serata. In caso di racconti postati nello stesso minuto ho dato la precedenza a quelli postati nella prima serata.
 
E ora vediamo i racconti ammessi a PAROLE:
(ho identificato con FD i racconti scritti sul tema FIGLI DIMENTICATI e con GS quelli scritti sul tema GENITORI SBAGLIATI, nel giudizio siete pregati di tenere conto del tema per il quale ogni racconto è stato scritto)
 
- (GS) P’ngieng, di Ambra Stancampiano, ore 00.13, 3266 caratteri 5 PUNTI MALUS
- (FD) Pablo, di Angela, ore 22.07, 2978 caratteri
- (FD) Figlia di nessuno, di Alexia, ore 22.17, 2450 caratteri
- (FD) Innocente distrazione, di Beppe Roncari, ore 22.34, 2795 caratteri
- (GS) Sintetico borghese, di Serena Aronica, ore 23.18, 2971 caratteri
- (FD) Io, di Marco Roncaccia, ore 23.38, 2963 caratteri
- (FD) Tabula rasa, di Alberto Della Rossa, ore 0.03, 2932 caratteri
- (GS) Il vecchio, di Diego Ducoli, ore 00.19, 1587 caratteri
- (GS) Cuore di uranio, di Luigi Locatelli, ore 00.56, 2974 caratteri
- (FD) Un soffio di vento, di Angelo Frascella, ore 00.08, 2994 caratteri
- (FD) Schegge, di Adriano Muzzi, ore 00.38, 2942 caratteri
 
I malus sono stati da me assegnati a malincuore, ma le regole erano ben espresse ed è giusto farle rispettare, anche solo per pochi caratteri di sforo. Detto questo, i 5 punti assegnati al racconto che ha sforato non sono molti visto che ogni classifica ne assegna fino a 10, considerateli un amichevole buffetto da parte mia...
 
11 racconti dunque, avete tempo fino alle 23.59 di venerdì 31 luglio per commentarli tutti e postare le vostre classifiche, vi avverto che sarò fiscale e non accetterò classifiche postate anche solo alle 00.00 a meno che problemi improvvisi vi ostacolino all'ultimo, ma in quel caso gradisco essere avvertito, sapete come trovarmi ( e del resto avete solo 11 racconti a testa da commentare e un bel po’ di giorni per organizzarvi). Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale del raggruppamento.
 
Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti.
– 6 punti malus per chi commenta la metà dei racconti + 1
– 12 punti malus per chi non commenta i racconti o arriva a commentarne meno della metà + 1
Ha valore questo CONTATORE per il conteggio dei caratteri.
 
Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati, se noterò qualche sgarro procederò all’eliminazione. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli tread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata qui.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.
 
Detto questo: BUONA EDIZIONE A TUTTI!



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Angela
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Messaggio#2 » venerdì 24 luglio 2015, 20:46

I COMMENTI

P’ngieng, di Ambra Stancampiano
Commento: Il tuo racconto ha qualche similitudine con il mio che si svolge in Cile e in qualche modo affronta il tema dei bambini desaparecidos ovvero dimenticati. Molti di loro vivono ai margini, alcuni addirittura nella foresta. L’incipit è perfetto, mi piace molto quando si entra subito nel vivo della storia senza preamboli o descrizioni che rallentano. Ci sono delle parti che ho molto apprezzato nel tuo testo, per esempio il fatto che la madre “rida con gli occhi”, ci dai un quadro molto chiaro e completo della famiglia. Tuttavia le radici sono là dove siamo cresciuti (anche questo è in linea con il mio racconto) e la decisione finale era quella preannunciata.
Ora passiamo agli appunti. Ho visto che usi molto i due punti, prova a considerare anche il punto e virgola che spesso è più adatto per separare due periodi differenti. Un’altra cosa che ho notato è che spesso e volentieri non usi la maiuscola a inizio dialogo. La scelta di usare la prima persona ti ha costretto a usare un linguaggio meno elaborato, questo non è un appunto, la bambina ha otto anni e dovevi necessariamente esprimerti in modo semplice e chiaro. Il tema trattato a mio avviso è pregevole, peccato per la carenza di caratteri, viene voglia di saperne di più. Brava.

Figlia di nessuno, di Alexia
Commento: Questo è il secondo racconto che leggo e commento ed è veramente curioso notare che sono entrambi ambientati in terre straniere e lontane ( tra l’altro anche il mio lo è). Anche per il tuo mi complimento per l’inizio senza preamboli o descrizioni, si entra subito nel vivo della storia. Sono gli incipit che preferisco. Inizio subito con gli appunti e poi passo al resto.
Se puoi evita di usare suo/suoi, soprattutto nella stessa frase (“sui loro corpi fino a quando aveva trovato pace nella sua mente”). Attenta alle ripetizioni aveva/aveva (“Aveva rimosso l’odore della guerra, il dolore della fame che bucava l’addome, aveva…”).
Ora passiamo invece agli apprezzamenti. Testo crudo e realistico, ottime descrizioni, scelta oculata di introdurre la lettera al momento giusto. La perla però la troviamo nel finale che profuma di vendetta. Quasi un horror ma dolente e sofferto. Ottima prova.

Innocente distrazione, di Beppe Roncari
Commento: Racconto originale e divertente. L’incipit però non mi ha convinto perché in pratica metà del racconto si svolge attraverso i dialoghi. Non sono una fan delle descrizioni e dei preamboli, però avrei spezzato tra un dialogo e l’altro introducendo qualche elemento o dettaglio in più.
Alcuni appunti:
– Dormono già negli scomparti criogenici. – Rispose Gea (perché la maiuscola?)
– Sono bambini! – liquidò Oséan (per esempio qui non c’è)
allontanatici dal pianeta (“allontanatici” è un bell’inciampo nel discorso).
Il finale è sicuramente la parte che ho apprezzato di più, spiazzante e divertente. Il resto della storia la conosciamo… complimenti per la fantasia, dote che io apprezzo moltissimo.

Sintetico borghese, di Serena Aronica
Commento: Mi piace molto il tuo stile, sei veramente brava. La prima parte è quella che ho apprezzato di più perché le descrizioni sono ottime, veramente molto buone. Testo in cui è facile identificarsi perché tutti abbiamo una scuola nel nostro passato.
Scherzi a parte, ho apprezzato anche il cambio di registro che si fa duro quando entrano in campo i bulli. Testo coerente che Angelo ha giustamente definito una “denuncia sociale” a cui mi associo. Finale a sorpresa che non toglie il pathos di un racconto ben costruito e ideato.
Gli appunti riguardano in partecolare le ripetizioni, alcune non le ho inserite ma ci sono miriadi di “ragazzini” nel testo. Se avessi avuto tempo avresti potuto limare tante imperfezioni. Il testo c’è. Brava.
Il corridoio è lungo, troppo. (qui ci starebbe bene il punto dopo “lungo”)
Soprattutto per quelli che devono attraversarlo sotto lo sguardo di quelli più grandi. (ripetizione di “quelli”)
ragazzini accaldati e esagitati. Nell’ultimo bagno il ragazzino (altra ripetizione “ragazzini/ragazzino)
In un attimo mi trovo a menare pugni e calci. In un attimo mi ritrovo con la testa (altra ripetizione “in un attimo”)

Io, di Marco Roncaccia
Commento: Mi è piaciuto molto il registro narrativo che hai usato e anche lo stile. Essendo una fan della scrittura minimalista, immagina come ho apprezzato l’incipit con frasi corte e secche.
Inizialmente avevo pensato che il 20 fosse la data di un compleanno, magari il giorno in cui era stato abbandonato, insomma di congetture ne ho fatte parecchie ma tu hai spiazzato tutti nel finale. Non ho neanche un appunto da farti, racconto scritto bene che si legge con interesse. Bravo.

Tabula rasa, di Alberto Della Rossa
Commento: Racconto di gran pregio, scritto molto bene, tra l’altro. Unico appunto che mi sento di fare è l’uso del maiuscolo per la malattia (Alzheimer), almeno io l’ho sempre trovata in maiuscolo. Per il resto mi sembra una testimonianza preziosa che non scade in facili pietismi. Complimenti per lo stile; uno dei migliori racconti che ho letto fino ad ora e che spero di ritrovare in finale. Molto bravo.

Il vecchio, di Diego Ducoli
Commento: Racconto breve che per certi versi mi ha ricordato “il vecchio e il mare” di Hemingway. Sono due elementi che adoro e ho sempre trovato una certa magia nell’accostamento. Bella l’immagine che arriva del vecchio che districa i nodi della rete e anche quella del lampione che sembra un sole che vede soltanto lui. Il finale è scritto molto bene. Le ultime due frasi sono perfette. Ora passiamo agli appunti.
osservando la fiume umano (refuso ” il fiume umano)
Un’altra cosa che vorrei farti notare è il dialogo. Noi conosciamo solo il vecchio e non sappiamo con chi stia parlando, penso che avresti dovuto dare qualche indicazione in più prima di partire con i dialoghi. Per il resto è un racconto che potrebbe essere ampliato, c’è molta poesia. Bravo.

Cuore di uranio, di Luigi Locatelli
Commento: Racconto con finale ad affetto che non ti aspetti. I finali spiazzanti mi piacciono, ma bisogna sempre avvisare il lettore introducendo qualche elemento, altrimenti si sente tradito. Praticamente nel finale cambia proprio il genere, diventando fantasy-fantascienza. Non so, ma non mi ha convinto molto. Anche la trama tutto sommato non è solida perché non ci dai nessuna spiegazione lasciandoci con la domanda: come fa un robot ad avere figli? Un paio di appunti:
scarpe che pigolano (pigolano mi fa pensare a pulcini, non a scarpe)
– Amore, che cosa ti turba? – (linguaggio poco moderno, forzato)

Un soffio di vento, di Angelo Frascella
Commento: Un fantasy! E bravo Angelo, sei riuscito a interpretare la traccia in modo personale e originale. Ho molto apprezzato la figura del folletto che a un certo punto credevo fosse solo frutto di fantasia, invece nel finale gli restituisci veridicità. Gli unici appunti che mi sento di farti è che ci sono molte cose non spiegate, per esempio parli della Resistenza ma non ho ben capito di cosa si tratti. Ci sono anche degli affreschi appena accennati di scene che appaiono e subito scompaiono. Il limite di caratteri secondo me ti ha tolto la possibilità di ampliare un testo che certamente ne avrebbe giovato. Lettura molto piacevole, ottimo stile. Un altro appunto:
Quando riemerse, si trovò in mosaico di mondi. Foreste incantate convivevano con astronavi. Strade sporche intersecavano pianeti impossibili. ( Le ultime due frasi le avrei messe dopo due punti perché stai spiegando di cosa è fatto il mosaico di mondi)

Schegge, di Adriano Muzzi
Commento: Racconto particolare e in un certo senso criptico. L’incipit mi è piaciuto molto perché è quasi claustrofobico, si intuisce la situazione di disagio o forse di pericolo e il lettore vuole saperne di più. Nel momento in cui il bimbo esce però, le cose invece di farsi più chiare, diventano più nebulose. Si fatica ad entrare nella testa del protagonista e nel finale in qualche modo ne comprendo il motivo. Forse il tuo racconto rientra in un horror o in un noir. Incredibile come una stessa traccia possa essere sviluppata seguendo linee così diverse. Qualche appunto.
La mia voce rimbomba strana nelle mie orecchie, (due aggettivi possessivi nella stessa frase)
delle stalag, stalammi, non mi ricordo, la mia maestra si arrabbierebbe molto (l’ultima parte è una tua considerazione, andrebbe staccata dal testo e messa magari tra parentesi)
mi vado a mettere con il capo sotto il getto d’acqua (più semplicemente: “metto la testa”)

LA CLASSIFICA

Figlia di nessuno, di Alexia
P’ngieng, di Ambra Stancampiano
Tabula rasa, di Alberto Della Rossa
Io, di Marco Roncaccia
Sintetico borghese, di Serena Aronica
Un soffio di vento, di Angelo Frascella
Innocente distrazione, di Beppe Roncari
Il vecchio, di Diego Ducoli
Cuore di uranio, di Luigi Locatelli
Schegge, di Adriano Muzzi

Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

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angelo.frascella
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Messaggio#3 » venerdì 24 luglio 2015, 23:50

Davvero difficile fare una classifica. Ho la sensazione che il livello dei racconti stia crescendo sempre più.
D'altra parte bisogna farla, dunque eccola qua:
 
1) Il vecchio, di Diego Ducoli
Bello il tuo racconto. Parte lento, facendo un po’ pensare a Hemingway, poi col dialogo s’inizia a intravedere che c’è di più, dietro la figura di questo pescatore e, piano piano, si viene condotti verso la rivelazione, senza troppo clamore. Ho trovato davvero affascinante la tua declinazione del tema e l’idea che il rapporto fra il Padre e il Figlio per eccellenza si possa essere incrinato a seguito della crocifissione. Molto bello anche il finale. Ci sono alcuni refusi, ma scrivendo dal cellulare, capisco che non sono colpa né della distrazione, né del tempo, ma del mezzo improprio.
2) IO di Marco Roncaccia
Il tuo bel racconto parte in maniera bizzarra e coinvolgente, creando curiosità attorno alla pazzia temporanea del protagonista. Verso la metà si capisce che il 20 luglio deve essere successo qualcosa di importante. Sul finale arriva la rivelazione ed è un pugno nello stomaco. Ho qualche dubbio sull’attinenza al tema, che mi sembra un po’ stiracchiata, anche dopo la spiegazione di Marco.
3) Tabula rasa, di Alberto Della Rossa
Bel racconto, scritto con uno stile efficace e coinvolgente che sfrutta molto bene la prima persona e riesce a toccare almeno due temi importanti come la malattia (e l’importanza della memoria) e la tolleranza (e la sua evoluzione), raccordandoli in modo che risulti evidente come cancellando il ricordi di certe evoluzioni della civiltà il mondo peggiori di colpo.
4) P’ngieng, di Ambra Stancampiano
Bel racconto, il tuo. Metti curiosità sin dall’inizio con un ottimo incipit e costruisci il mistero parola per parola. Quando, infine, la verità viene svelata, getta luce all’indietro sul testo, tanto che mi sono chiesto: come ho fatto a non capire prima? Oltre all’aspetto tecnico della gestione dei tempi, ho apprezzato anche il modo in cui rendi l’incapacità della bambina di adattarsi al nuovo mondo, la sottile critica alla società umana e la battuta finale che anziché idealizzare le scimmie, le umanizza regalandole difetti tipicamente nostri.
Aggiungo una piccola annotazione: usi le “d” eufoniche davanti a vocali diverse e il vangelo dei giovani scrittori dice che è peccato (per me veniale, ma pare che per gli editori sia mortale)
5) Sintetico borghese di Serena Aronica
Vedo, con piacere, che questa volta sperimenti uno stile diverso e più immediato (non che ci sia nulla di male nel tuo stile solito, ma è bello quando gli autori si mettono alla prova su un terreno diverso).
Racconto semplice, attuale, efficace e intelligente. All’inizio sembra semplicemente l’ambientazione di un bambino in una nuova scuola, poi diventa una denuncia sociale e chiude con una sorpresa che fa pensare all’importanza di essere se stessi e sulla difficoltà di essere “pionieri”.
6) Pablo, di Angela
Il tuo racconto non presenta grossi picchi emotivi eppure funziona perché costruisci molto bene l’atmosfera del paese e proponi delle riflessioni belle, non banali e non definitive su quale sia il posto migliore per una persona. Insomma, mi è piaciuto. Permettimi anche un suggerimento: verso l’inizio inserisci una parte informativa in cui spieghi chi sia Pablo e perché il prete sia lì. Messa così spezza un po’ il ritmo della narrazione e appesantisce il testo. Sarebbe meglio cercare di inserirla con più naturalezza in forma narrativa. Per esempio potresti far sì che il prete si ricordi di lui, della prima volta che l’ha visto e di quando si è scoperto che era scappato.
7) INNOCENTE DISTRAZIONE di Beppe Roncari
Il tuo racconto è un simpatico prequel della Bibbia, ma mi sembra riuscito solo parzialmente. Permettimi di dire una frase fatta: scrivere un racconto commovente è molto più difficile che non uno umoristico. Non si tratta però solo di “ritmo giusto” della battuta, ma anche di riuscire a rendere il racconto un “vero” racconto e allo stesso tempo a renderlo divertente. Insomma, occorre creare, allo stesso tempo l’adeguata empatia per gustare la narrazione e l’opportuna distanza per far sorridere dei protagonisti. Purtroppo, in questo caso hai lavorato molto bene sulla preparazione della situazione (e della battuta finale), ma non hai creato la vicinanza con i protagonisti, per cui il racconto finisce col somigliare più a una complessa “barzelletta” che a una narrazione vera e propria. In definitiva: buona idea ma realizzazione riuscita a metà.
8) Cuore di uranio, di Luigi Locatelli
L’idea del tuo racconto è carina, ma sembra un po’ decontestualizzata, visto che non ci sono cenni al fatto che il mondo del racconto sia così avanzato tecnologicamente da aver creato dei robot senzienti. Così, il colpo di scena finale viene calato un po’ dall’alto, senza troppa soddisfazione del lettore. Inoltre diversi punti rimangono irrisolti: perché loro devono scappare? Per quale legge il bambino avrebbe dovuto morire? Alla fine credo il racconto sia stato penalizzato dalla scarsezza di caratteri e allungandolo un po’ potrebbe davvero migliorare molto
9) Schegge – di Adriano Muzzi
Il tuo racconto sceglie un tema forte come quello di un omicidio commesso da un bambino (neanche troppo grande d’età visto che è legato al seggiolino e fa molta fatica ad aprire la portiera di un auto). Come sempre, in questi casi, l’autore mi deve convincere che davvero quel bambino sia in grado di farlo. All’inizio lo troviamo chiuso in auto: non è chiaro se si tratta di una punizione crudele (in questo caso, se il bambino subisce spesso simili trattamenti, qualche punto per la sua rabbia ci potrebbe essere) o se è stato dimenticato per sbaglio (come in alcuni casi di cronaca… il tema farebbe pensare a quest’ultimo). Rimane il fatto che, a mio modo di vedere. un bambino maltrattato più probabilmente subisce e interiorizza la rabbia (magari la tirerà fuori quando sarà grande). Inoltre la “voce” del bambino non mi sembra coerente con l’età, tant’è che all’inizio ero convinto fosse un adulto a parlare. Forse con una voce più coerente e qualche dettaglio in più che ne renda evidente l’instabilità psicologica e le fantasie di violenza il racconto funzionerebbe molto meglio
10) Figlia di nessuno, di Alexia
Alla prima lettura del tuo racconto, ho avuto la sensazione che qualcosa non funzionasse nel ritmo. Rileggendolo ho capito il problema: il tuo racconto è scritto quasi tutto all’imperfetto, tempo che narrativamente è appunto “imperfetto”. Mi spiego meglio: si tratta di un tempo che va bene per rappresentare delle azioni abitudinarie oppure azioni avvenute in passato ma che continuano a protrarre il loro effetto nel presente. L’effetto, come si vede dal tuo racconto, è quello di attutire la drammaticità e allontanare il lettore. Per questa ragione andrebbe usato in maniera limitata. Insomma, qui hai una storia forte, ma la smorzi con l’uso di questo tempo. Prova a volgere buona parte del testo al passato remoto o al presente (al limite anche il passato prossimo va bene, anche se aggiunge delle sensazioni particolari al testo e quindi non è molto utilizzato). Tirando le somme ho trovato il tuo un racconto con delle buone idee ma “perfettibile” nella forma.
 
A rileggerci a tutti e buona estate

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marco.roncaccia
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Messaggio#4 » lunedì 27 luglio 2015, 17:58

Ciao a tutt*,
fare la classifica diventa a ogni edizione più frustrante. La distanza tra il numero 1 e il numero 10 è veramente minima e in alcuni casi del tutto inesistente. Meriterebbero la finale almeno i primi 7 racconti della mia classifica, quindi chiedo scusa ad Alberto, Ambra e Angela in quanto il mio apprezzamento va oltre la posizione che mi sono visto costretto ad assegnare loro. Per quanto riguarda gli ultimi tre ho ravvisato una necessità di ulteriore lavoro sul racconto, comunque buone idee e buona scrittura. A tressette quando un giocatore si trova in una impasse gli si dice “tira una carta e di che hai sbagliato”. Questo permette comunque al gioco di continuare.
Ecco la mia carta sbagliata.

1 Sintetico Borghese di Serena Aronica.

Ciao Serena,
Questo cambio di voce, linguaggio e ritmo da te proprio non me lo aspettavo! Sai una cosa? Ti riesce veramente bene! Con questo stile riesci a catalizzare l’attenzione del lettore sugli eventi che descrivi e non su come li descrivi (questa non è mia, l’ho rubata a Chandler). Margini di miglioramento ci sono (a mio avviso troppi “culi” e “froci” nonostante tu abbia a disposizione un ampia gamma di sinonimi altrettanto scurrili e a effetto). Anche sul finale ho qualche dubbio. Non mi è chiaro il perché il genitore indossi la parrucca. Per dissimulare la sua identità sessuale o per mostrarla? Cioè fa finta di essere una donna per non rivelare la sua vera identità o la sua identità è quella di travestito o trans? Dal senso generale del racconto propendo più per la prima ipotesi e, in questo caso, forse avresti dovuto inserire qualche informazione in più (la paura del coming out). Nel secondo caso sarebbe il figlio a rifiutare per primo l’identità sessuale del genitore e il racconto rischia di non funzionare. In ogni caso, per me una prova ottima.

2 Il vecchio di Diego Ducoli

ciao Diego,
hai avuto una bella idea. Mi piace sia l’atmosfera, sia il ritmo blando del racconto. Ho avuto qualche difficoltà a capire a chi appartenesse la seconda voce. Forse avresti dovuto dare qualche info in più o quanto meno inserire il lampione al manifestarsi dell’interlocutore del vecchio la conclusione invece la trovo veramente buona, il punto più alto de racconto.

3 Un soffio di vento di Angelo Frascella

Ciao Angelo,
il tuo racconto mi ha ricordato i romanzi di Gaiman (American Gods e I ragazzi di Anansi).
Il non essere ricordati da nessuno uccide i personaggi di fantasia e il creatore (uno scrittore che non ce l’ha fatta a pubblicare, a differenza dei creatori degli Eterni) affida la loro sopravvivenza a suo figlio ascoltando la richiesta disperata di un folletto in procinto di sparire. Mi piace questa idea di doppia paternità. Il vecchio ha un figlio nella realtà in cui si trova e molteplici negli universi creati con le storie.
Ho trovato molto bella la scena finale mentre la parte iniziale rischia di essere un po’ confusa e compiaciuta delle citazioni che non tutti sono in grado di cogliere. Complessivamente un buon racconto.

4 Innocente distrazione di Beppe Roncari.

Ciao Beppe,
ho apprezzato molto il tuo racconto. Di più, visto lo spazio a disposizione, non avresti potuto fare nel delineare i personaggi nel miscelare informazioni e azione. La tua vena fantascientifica mi sembra stia progredendo bene, soprattutto nel rendere il testo intellegibile ai profani. Ironico il giusto e con un finale riuscito. Inizia incuriosendo, scorre leggero e ti lascia col sorriso. Non raggiunge profondità abissali e, tutto sommato, anche questo è un pregio.

5 P'ngieng di Ambra Stancampiano

Ciao Ambra,
Bel racconto il tuo. Gestito bene, nonostante una difficoltà oggettiva: 4 personaggi, 2 scimmie e 2 umani con lo stesso nome (mamma e papà). L'unico momento di perplessità e incertezza nella lettura l'ho avuto al punto "Mamma! Papà! Ma il tutto viene fugato dalla parola "scimmie" poco dopo. Una sola perplessità: la nota. Secondo me il racconto non ne ha bisogno, anzi, a mio avviso, lo rende meno "racconto". Comunque una buona prova. Complimenti.

6 Tabula rasa
di Alberto Della Rossa

Ciao Alberto,
il tuo racconto è scritto molto bene e affronta in modo non scontato il tema della malattia e quello del razzismo. Ho però alcuni dubbi. Perché un’ambientazione texana, per degli eventi che potrebbero benissimo accadere a Roma, Milano, Napoli? Del Texas ne so troppo poco per potere giudicare, ma mi sembra che il quadro che ne esce soffra un po’ degli stereotipi. Se i texani sono in media razzisti, che impatto ha la battuta della vecchia madre? Pensala in bocca a una benpensante di sinistra milanese, romana o napoletana. Sarebbe interessante anche in contrasto col padre conservatore ma che in fin di vita accetta Claire.
Anche il finale non mi ha convinto molto. Queste perplessità e critiche non mi impediscono, in ogni caso, di apprezzare la tua scrittura in generale e questa prova in particolare.

7 Pablo di Angela Catalini
Ciao Angela,
per me è parecchio complicato commentare questo racconto. Mi si genera un conflitto tra due diverse parti che, generalmente, cerco di fare andare d’accordo: lo scrittore e l’educatore.
Il primo dice che il pregio maggiore del tuo racconto è lo scenario che costruisci. Complice la stagione torrida, sembra proprio di essere lì. Quanto allo sviluppo, invece, il maggior difetto è la mancanza di movimento. Il protagonista non si sposta molto dalla situazione iniziale. La tensione sale, abbiamo un locandiere che gli punta un coltello alla gola, ma si scioglie senza conseguenze, a parte un certo spavento del prete, dilapidando le potenzialità di azione.
Il secondo, l’educatore, che conosce le problematiche e ha lavorato con i bambini di strada, invece, non riesce proprio a digerire questo prete “colonialista” e tende a solidarizzare col coltellaccio del locandiere.
In ogni caso ho apprezzato la tua scrittura.

8 Cuore di Uranio di Luigi Locatelli

Ciao Luigi,
Seppure condivido i commenti degli altri, il tuo racconto non mi è dispiaciuto. Vi ho trovato una buona idea, una buona scrittura (a parte qualche incertezza sul linguaggio), un buon ritmo. Qualche informazione in più non avrebbe guastato, ciò non toglie che il racconto sia comprensibile (le informazioni omesse generano qualche dubbio sul contesto ma non impediscono di capire gli eventi in corso) e godibile. Rimetterci le mani, in ogni caso mi sembra necessario.

9 Figlia di nessuno di Alexia.

Cara Alexia,
come già a altri ti hanno fatto notare il tuo racconto ha dell’ottimo materiale ma un ritmo e una voce che impediscono agli eventi di rendere al massimo. La nota a fine racconto, come ho già commentato altrove, è un espediente che trovo limitante e che non aggiunge niente al narrato (in quanto spiegazione non richiesta di un racconto che dovrebbe farsi leggere da solo). Per il resto hai una buona traccia. Mei appena finito di trucidare la sua famiglia adottiva riceve una lettera che le restituisce la sua identità e un lasciapassare per il Giappone. Sembra qualcosa di molto buono su cui, a mio avviso, puoi ancora lavorare.

10 Schegge di Adriano Muzzi

Ciao Adriano,
l’idea che sta alla base del tuo racconto è interessante, la seconda parte del testo molto scorrevole e avvincente e il finale buono, a parte l’ultima frase il cui richiamo (a prescindere se sia voluto o no) ad Ammanniti mi sembra un po’ fuori luogo . Trovo però alcuni problemi. L’avvio ad esempio. Ho fatto parecchia fatica a seguire il senso della vicenda, almeno finché non nomini sportelli e sicure. La sensazione di disorientamento permane per troppo tempo, avrei gradito qualche riferimento all’auto un po’ prima. Il personaggio poi non mi sembra completamente coerente. A tratti sembra un bambino molto piccolo (il tipo di linguaggio che usa). In altri passaggi sembra più grande (va a scuola , ha la consapevolezza per premeditare un omicidio, le capacità cognitive per trasformare la rabbia in un piano e la forza (psicologica e fisica) per realizzarlo. L’impressione è che tu ci debba rimettere sopra le mani.

Alexia
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Messaggio#5 » martedì 28 luglio 2015, 22:49

Ecco qua i miei umili giudizi e in fondo la mia classifica.
È stato molto difficile, perché ne ho trovati parecchi nelle mie corde. Per i primi sei è stato molto difficile decidere come posizionarli. Ma il gioco ha delle regole precise.
In bocca al lupo a tutti!

P’ngieng
Ambra Stancampiano

Il tuo racconto mi è piaciuto molto.
Devo dire che le molte d eufoniche delle prime righe mi hanno bloccato, rallentando la lettura endofasica, ma poi la storia mi ha conquistata.
Bella l’ambientazione e l’aspetto psicologico. Riesci a catapultare il lettore nella storia e metti curiosità.
A metà lettura mi sembrava di vedere Mowgli, poi sei riuscita a dare molto spessore nell’ultima parte, dando vita a una chicca.

Pablo
Angela Catalini

Racconto di pancia, di quelli che fanno male, che fanno pensare. Bella l’ambientazione e drammatico il tema, che affronti in modo particolare, con il punto di vista di chi ha sperato che le cose cambiassero, almeno per un bambino… Il realismo dell’indifferenza fa male. Insieme al protagonista senti il tuo grido di aiuto ignorato.
Brava, bella prova!

Innocente distrazione
Beppe roncari

Che dire, mi hai conquistata!
A parte adorare il genere, adoro i racconti brevi che sono in grado di sorprenderti.
Oltre a essere originale e ironico, è comprensibile sebbene sia sci-fi, genere che in poche battute spesso rischia di essere criptico per il lettore. Invece non ho avuto dubbi, non mi fono fermata a rileggere, e arrivata al colpo finale sono rimasta piacevolmente colpita.

Sintetico borghese
Serena Aronica

Aggettivi che si fanno sentire, toccare. Mi piace molto come ti esprimi, dando un’anima anche alle cose materiali (un cielo accigliato e rumoroso, pistoni esausti, facce umide, ecc)
La prima parte è diametralmente opposta alla seconda. Da soffice diventa ruvida, graffiante. Le parole cambiano, la scena nel bagno è molto forte e realistica.
Peccato il limite delle battute, altrimenti avresti potuto dare più respiro alla scena in cui la sua rabbia esplode.

Io
Marco Roncaccia
Veloce, secco, dinamico. Mi è sembrato di leggere un weird, che diventava riga dopo riga un giorno di ordinaria follia, per poi trasformarsi in un fatto di cronaca.
Metti curiosità fin dalle prime righe e sebbene non abbia colto il tema mi hai “coinvolto” fino alla fine.
Molto evocativo e ricco di mostrato che ti fa sentire il dramma del protagonista.
Bella prova!

Tabula rasa
Alberto Della Rossa
Bello stile, incalzante, elegante, senza sbavature. Si legge lasciandosi andare in un abbraccio, grazie alla tua capacità di raccontare in poche righe un mondo intero. Percorri la vita dei tuoi protagonisti con maestria, e ci si allieta dei loro ricordi comprendendo il testo senza indugi.
Bella la storia, l’ambientazione e la forma elegante che sei riuscito a dare a un argomento ostico.
La malattia non è protagonista, ma è solo una piccola parte della vita.

Il vecchio
Diego Ducoli

Ciao Diego. Peccato i refusi, che vedo ti hanno già segnalato, ma mi è piaciuto il ritmo, il lento rollio, il dialogo morbido come piccole onde del mare che hai regalato alla storia. Qualche sbavatura sminuisce l’empatia, e credo che con qualche dettaglio mirato sarebbe molto più chiaro il contesto.
Un racconto poetico, morbido, solo da affinare in qualche punto…

Cuore di Uranio
Luigi Locatelli

Che dire, a differenza dei nostri colleghi ho trovato il testo piacevole. Vero che ci sono pochi indizi nel testo, vero che vi sono dei refusi, ma l’ho divorato, a differenza di altri che ho dovuto rileggere. Sono arrivata fino in fondo e poi ho avuto anche la sorpresa… Bisognerebbe limarlo un po’, senza dubbio, ma è valido. Un paio di indizi, una chiusa più forte e sarebbe perfetto.

Juffri
Angelo Frascella

Ciao Angelo,
ho trovato alcune ripetizioni (pianta), dei refusi (si trovò in mosaico). Amo il genere fantasy, in ogni sua declinazione, ma la cosa che rende un fantasy vivo è il realismo che ne deve trasparire. Qua invece c’è profumo di favola pura, perché leggendo mi sorgono troppe domande: diafane perché sta scomparendo? È vissuto in una pianta ma sa come sono le astronavi? Gli scherzi di cui parli li faceva senza mai scendere dal tavolo vista la sua reazione al primo salto?
“Un uomo nudo alto e muscoloso comparve nella via. Era un androide venuto dal futuro per terminare il capo di chissà quale Resistenza. Juffri lo riconobbe come intruso. Forse, un Eterno.”
Troppe informazioni in poche righe e che in un racconto non hanno abbastanza spazio, lasciando altre domande senza risposta. Ci sono i cyborg? Fanno viaggi nel futuro? La Resistenza? Cosa sarebbe un Eterno?
Come favola alternativa ci può stare, ma da amante del genere, in primis come lettrice e poi come scrittrice, mi hai lasciato un po’ di confusione, e non mi sono goduta la storia come avrei voluto.
Magari non ho colto il segno, mi spiace.

Schegge
Adriano Muzzi

Schegge di vetro e di follia… in un breve racconto che è un rigurgito (in senso buono!) di pensieri infantili.
Sebbene sia in alcuni punti da limare è uno fra quelli che ho più gradito.
Ho tre figli, e ammiro la tua capacità di entrare nel mondo infantile e mettersi nei panni di chi inconsapevolmente sta vivendo un disagio. Per quello ho apprezzato la forma che hai dato al testo.
Un piccolo uomo, vessato da chi lo ha messo al mondo, che ormai crede di essere cattivo e che non ha idea di ciò che sta subendo.
Terribilmente triste e purtroppo non così improbabile.


La mia classifica

1. Pablo
2. Tabula rasa
3. Innocente distrazione
4. Schegge
5. Cuore di Uranio
6. P’ngieng
7. Sintetico Borghese
8. Io
9. Il vecchio
10. Juffri

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AmbraStancampiano
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Messaggio#6 » mercoledì 29 luglio 2015, 0:28

Ciao,
ecco i miei commenti e la classifica, in ordine sparso:

Pablo

Il tuo racconto si svolge in un lasso di tempo molto breve, ma dà una generale impressione di lentezza. Questo rende bene la sonnacchiosità del paese, e a tratti ti consente proprio di vederlo; l’ho immaginato giallo come un western. Ecco, l’atmosfera western non viene usata spesso nei racconti e nelle narrazioni scritte, e tu l’hai costruita in maniera piacevole e originale; però ad un certo punto nei western si sfoderano le pistole e, forse presa da questa mia suggestione, ad un certo punto ho sentito il bisogno di forme un po’ più immediate, anche nel linguaggio, che rendessero bene il senso dell’azione. Ti faccio due esempi:
“vengo dalla città per avere notizie del piccolo Pablo”, sarebbe stato più scorrevole con “sto cercando il piccolo Pablo”;
Il dialogo slegato, che con poche battute ti dice tantissimo del carattere dei personaggi, è gestito molto bene.
La declinazione del tema ed il messaggio conseguente sono molto belli; come hai notato anche tu, abbiamo fatto delle scelte simili, creando un discorso sull’appartenenza e la scelta delle proprie possibilità che inevitabilmente condivido ;)
Sempre riguardo al tema e alla storia, ho due piccolissimi appunti:
Perchè, se Pablo è scappato da una famiglia affidataria, lo sta cercando il parroco?
Se sia il paese che il parroco lo hanno tanto a cuore, Pablo è davvero un figlio dimenticato? Forse in realtà è fortunato come pochi ;)


Figlia di nessuno
Parti, come me, da un fatto reale e poco conosciuto. Apprezzo molto le narrazioni che, seppur di fantasia, stimolano il lettore ad informarsi meglio, ad essere curioso.
La storia è affascinante, molto filmica, e segue una sterminata tradizione di “lady vendetta” orientali, ma ciònonostante non risulta per nulla banale. Tuttavia, è tutto troppo raccontato e poco visivo; una lama che luccica, un urlo, uno schizzo di sangue (tutti elementi molto comuni nella letteratura e nella cinematografia orientali) avrebbero arricchito molto un racconto che, scritto così, gira un po’ male. Ci ho riflettuto, ne ho riletto più volte alcuni brani, e forse oltre alla questione dell’imperfetto che già ti ha evidenziato Angelo, io avrei gestito in maniera molto diversa la punteggiatura.

Tabula rasa

Il tuo racconto è scritto molto bene; descrivi alla perfezione una crisi di aggressività tipica del malato di Alzheimer, ma riesci a farci passare subito l’empatia e la pena che proviamo per la madre del protagonista attraverso la sua battuta razzista. Tocchi temi importanti come la memoria, il razzismo, l’affetto ed i tempi che cambiano, dipingendo con poche parole un bel quadro di umane contraddizioni. Bravo!


Io
Commentare il tuo racconto mi è venuto parecchio difficile: a livello tecnico e stilistico non c’è niente che non vada e niente di troppo eclatante o ricercato; c’è invece moltissimo a livello emotivo, e non sono sicura di essere in grado di spiegarlo bene. E’ tutto un rimestare di noia, grigiore, rabbia, disillusione. Finisci per preoccuparti di più per la vita normale del protagonista che non per gli strani episodi annuali. Cercando di empatizzare, mi sono chiesta perchè il protagonista non tenti in alcun modo di reagire alla sua “sindrome del 20 luglio”, come se provasse una sorta di attaccamento per questa cosa; poi, l’immagine finale, così terribile e viva. Bello. E bella la declinazione del tema, i figli dimenticati di un idealismo soffocato nella violenza, che non riescono a dimenticare.

Schegge
Il tuo racconto è molto interessante; la storia è terribile e terribilmente verosimile, la sua evoluzione, appunto, interessante sia a livello psicologico che narrativo. Sarei davvero curiosa di rileggere del tuo protagonista, magari da adulto.
Qualche appunto:
le frasi che iniziano con “io” e i verbi di pensiero rallentano ed appesantiscono le narrazioni in prima persona; sono quasi sicura che volessi creare una simmetria tra la prima e l’ultima frase, che comunque funziona molto bene anche senza l’”io” iniziale.
Ho capito che si trattava di un bambino solo quando lui accenna alla maestra. Immagino fosse un effetto voluto, ma forse il tuo personaggio (sebbene, crescendo in un certo modo, sia necessariamente più maturo dei suoi coetanei) si esprime e ragiona un po’ troppo da adulto, considerando che ancora va sul seggiolino e quindi potrà avere 6 anni al massimo.
Quale vecchia signora darebbe da mangiare ad un bambino chiaramente in difficoltà senza poi insistere per aiutarlo? Non so, questa cosa mi sembra poco credibile…


Il vecchio
Il tuo racconto mi è piaciuto molto, ottima idea ben esposta; non mi ha disturbato il fatto che non presenti l’interlocutore, al contrario mi sono sentita un po’ dispersa quando alla fine mi parli del lampione: siamo sul peschereccio o a riva? Ottima conclusione, mi piace l’angolazione da cui ci mostri il carattere di Cristo, l’idea del risentimento. Un’ottima lettura, bravo!


Cuore di Uranio
Racconto con un finale a sorpresa che mi ha entusiasmato, ma tra la prima e la seconda parte sento un distacco troppo netto. La prima parte funziona, porta a farsi delle domande, ma crea anche uno strano effetto: il tuo racconto sembra diviso a metà tra due trame che concordano in maniera un po’ forzata. Magari con più spazio tutto sarebbe andato al suo posto, comunque bella idea e ben scritta.


Un soffio di vento
Il tuo racconto mi è piaciuto tantissimo, non ci trovo davvero nulla da ridire. La scrittura è chiara e piacevole, la storia interessante, la declinazione del tema originale. Non ho riscontrato nessun problema nella comprensione della prima parte, che anche se un po’ confusionaria gioca a favore dell’ambientazione: il mondo della fantasia deve essere caotico! Mi piace l’idea del vecchio bambino, mi piace il finale, mi piace tutto. Bravo.

Innocente distrazione
in genere sono un po’ restia alla fantascienza: prendo male gli eccessivi riferimenti a tecnologie ed unità di misura che non capisco bene, e da lettrice mi indispongo. Nel caso del tuo racconto, non mi è successo.
Da narratore, sei stato in grado di condurmi in un universo totalmente sconosciuto, facendomi accettare termini scogniti e misurazioni “aliene” senza farmi sbuffare o mettermi a disagio. Bravo!
Ho trovato il tuo racconto semplicemente geniale, e mi ha divertita così tanto che ho voluto subito rileggerlo, ad alta voce, a chi era accanto a me Trovo apprezzabile la scelta del dialogo iniziale, che ti inserisce subito nella narrazione presentandoti i personaggi attraverso il loro modo di parlare e raccontare. La scelta dei nomi che si rifanno ad antichissime divinità è un dettaglio pieno di stile, il finale fa scompisciare.
Unico appunto: perché i genitori, sapendo che i bambini sono già scappati una volta, non li avvertono che non potranno tornare a riprenderli e si vantano addirittura di non averlo fatto?

sintetico borghese
Ottimo stile! Non so come tu scrivessi in precedenza, ma qui hai dato una vera prova di bravura.
Mi piace moltissimo il modo in cui mi inserisci nel racconto partendo dal “cielo accigliato e rumoroso”, che preannuncia il mood della tua narrazione. Fai un uso magistrale delle parole, e crei immagini belle e non banali come il pullman che rigurgita i ragazzini.
Tocchi un argomento che al momento scotta, e lo fai volutamente senza nessuna leggerezza, attraverso gli occhi di un bambino che assesta un vero e proprio pugno nello stomaco del lettore.
Gli unici appunti che mi sento di farti riguardano un uso un po’ eccessivo e non necessario dei verbi di pensiero e degli “io”, che con la narrazione in prima persona sono superflui. Poi c’è qualche ripetizione, ma poca roba.

La classifica:
1) innocente distrazione
2) Sintetico borghese
3) io
4) un soffio di vento
5) il vecchio
6) tabula rasa
7) schegge
8) Pablo
9) cuore di uranio
10) figlia di nessuno

è stato veramente difficile! molti racconti per me erano equivalenti, ed ho dovuto fare delle scelte a volte un po' sofferte. Bravi tutti!
Alla prossima!
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

Luigi_Locatelli
Messaggi: 35

Messaggio#7 » venerdì 31 luglio 2015, 10:35

(GS) P’ngieng, di Ambra Stancampiano, ore 00.13, 3266 caratteri

Il racconto è scritto bene e si arriva alla fine piacevolmente e tutto di un fiato. Trovo che sia equilibrato. Bello l'inizio e sopratutto la battuta finale che, da un lato da significato agli avvenimenti precedenti e, dal'altro rende quasi umane le scimmie. Quando dici che porta avanti il petto, non so perchè, ho immaginato un gorilla. Il racconto è diviso in due parti. La prima dove lei manifesta il disagio nella famiglia ritrovata e la seconda dove ritorna da quella che secondo lei è la sua vera famiglia. La perte che dovrebbe congiungere le due, la trovo poco comprensibile.
* Ora, solo una passeggiata tra le capanne... * rivedrei solo queste tre righe di testo, poi per il resto, ottima prova.

(FD) Pablo, di Angela, ore 22.07, 2978 caratteri

Il racconto è scritto bene. Trovo però che più che una storia vera e propria, quella che ci presenti è una scena che potrebbe essere parte di un disegno più complesso. Mi spiego. Si arriva alla fine in modo lineare e non ci sono punti di tensione. La parte centrale del racconto è il dialogo con il locandiere che punta il coltello addosso al prete. Per come vedo io le cose, quel coltello dovrebbe essere usato. Insomma avviene tutto in modo troppo rapido e si conclude senza colpi di scena. Colpo di scena che, in un racconto così breve, secondo me, deve perforza esserci.

– (FD) Figlia di nessuno, di Alexia, ore 22.17, 2450 caratteri

La storia che c'è alla base del tuo racconto mi sembra buona. Lei che uccide la famiglia adottiva che la odia e, alla fine quando una letetra le indica dove trovare la sua famiglia originale, lei che decide di uccidere tutti. Il problema di fondo, secondo me è che è troppo raccontato. Io avrei mostrato la mattanza. Il postino che arriva. Lei che apre come se niente fosse. Lei che legge la lettera e sorride. Torna a finire il lavoro e pensa che andrà ad uccidere anche la sua vera famiglia. Ecco, una cosa tipo questa.

– (FD) Innocente distrazione, di Beppe Roncari, ore 22.34, 2795 caratteri

Il raccono mi è piaciuto molto. È scritto bene e il finale, arriva a sorpresa facendo sorridere. Secondo me c'è tutto quello che dovrebbe avere un racconto breve. Secondo me, c'è un unico punto che è poco naturale:
* Sciocchezze, Rea! Li abbiamo coperti con un campo quantistico di protezione che ci è costato una fortuna!
– Già. La cosa geniale è stata delineare l’orizzonte degli eventi, riducendo la loro probabilità di incorrere in incidenti a un singolo improbabile accadimento… * ecco, qui, eccedi con l'infodump. È innaturale che dei personaggi parlino in questo modo. Per il resto, come l'ultima volta, ottima prova.

– (GS) Sintetico borghese, di Serena Aronica, ore 23.18, 2971 caratteri

Il racconto è scrittomolto bene. Io adoro i raconti in prima persona. Quello che mi risulta poco chiaro è la scena del bagno. Secondo me il problema è questa battuta.
* “Siete una famiglia di froci marci!” e mentre lo dice, con l’altra mano inizia a tirargli giù i pantaloni. * Probabilmente dovrebbe essere tirarmi giù i pantaloni. Altrimenti sembra che si riferisca al ragazzino occhialuto. Altra cosa, trovo difficile che al primo giorno di scuola, visto che lui arriva con lo scuolabus, i compagni bulli sappiano che lui ha genitori gay. Per tutto il resto, ottima prova. Graffiante al punto giusto.

– (FD) Io, di Marco Roncaccia, ore 23.38, 2963 caratteri

Mi piacciono i racconti che si basano e/o ispirano a fatti di cronaca. Bello l'inizio che focalizza subito l'attenzione sulla data. Data che rimane nella testa fino alla fine crreando una domanda che vuole una risposta. Risposta che arriva come uno schiaffo e fa riflettere. Mi è piaciuta molto la caratterizazione del protagonista e la percezione che dai, del suo mondo ordinario. Ottima prova anche per te.

– (FD) Tabula rasa, di Alberto Della Rossa, ore 0.03, 2932 caratteri

Ciao Alberto, ben trovato. Il racconto è scritto molto bene. Dal punto di vista tecnico, posso solo farti i miei complimenti. Le cose che mi sono piaciute di più sono state:
La battuta della madre quando vede la nuora. (non tanto per la battuta in sè, ma perchè si inserisce in modo naturale nel contesto della malattia della donna).
La frase: si girò con un fruscio di seta.
Il padre che, sul punto di morte, le da la mano.
Forse la cosa che ho apprezzato meno è il finale. Però ci sta. Complimenti.
PS: mi ha incuriosito il  ciclo di Hap e Leonard , lo leggerò quest'estate.

– (GS) Il vecchio, di Diego Ducoli, ore 00.19, 1587 caratteri

Il racconto è scritto bene. Bella l'atmosfera e la parte iniziale che mostra il vecchio che districa i nodi della rete. Il dialogo mi sembra realistico. Secondo me quello che non è chiaro è chi parla con il vecchio (avevo pensato che fossero in due sulla barca) e questo ha generato nella mia testa non poca confusione. Per il resto, buona prova anche per te.

– (FD) Un soffio di vento, di Angelo Frascella, ore 00.08, 2994 caratteri

Bello. Il racconto è scritto molto bene, equilibrato e nel finale arriva la spiegazione a tutto quello che rimane in sospeso durante lo svolgimento. Bella l'dea del mondo dove vivono tutti i personaggi di fantasia. (Forse non troppo originale come idea, non lo so, ma mi è venuto in mente Shrek) Eterni quelli delle storie che hanno avuto successo: divertente scovare le citazioni. Insomma bello, dosato bene e malinconico al punto giusto. Ottima prova anche per te.

– (FD) Schegge, di Adriano Muzzi, ore 00.38, 2942 caratteri

Il racconto mi è piaciuto a tratti. Secondo me l'idea di fondo è buona. Il problema principale è che lui è seduto in macchina (figlio dimenticato) su un seggiolino. Questo mi fa pensare che abbia pochi anni. Però il tutto è in contrasto con le azioni e la lucidità con cui parla alla vecchia. Poco realistico che la vecchia si limiti a perlare e non a chiamare, come minimo, i carabinieri. Ecco, la confusione principale è sull'età del protagonista. Per il resto, inquietante al punto giusto.


La mia classifica:

1- (FD) Tabula rasa, di Alberto Della Rossa, ore 0.03, 2932 caratteri
2- (FD) Innocente distrazione, di Beppe Roncari, ore 22.34, 2795 caratteri
3- (FD)Un soffio di vento, di Angelo Frascella, ore 00.08, 2994 caratteri
4- (GS) P’ngieng, di Ambra Stancampiano, ore 00.13, 3266 caratteri
5- (GS) Il vecchio, di Diego Ducoli, ore 00.19, 1587 caratteri
6- (FD) Io, di Marco Roncaccia, ore 23.38, 2963 caratteri
7- (GS) Sintetico borghese, di Serena Aronica, ore 23.18, 2971 caratteri
8- (FD) Pablo, di Angela, ore 22.07, 2978 caratteri
9- (FD) Schegge, di Adriano Muzzi, ore 00.38, 2942 caratteri
10- (FD) Figlia di nessuno, di Alexia, ore 22.17, 2450 caratteri

Serena
Messaggi: 97

Messaggio#8 » venerdì 31 luglio 2015, 13:38

Queste classifiche diventano sempre più terribili da stilare! Come sempre però bisogna esprimere un giudizio... umanamente siete tutti primi, anche perché ormai mi sto proprio affezionando a voi!!!

Ed ora, commenti e classifica!

1 – Tabula rasa di Alberto Della Rossa

Ciao Alberto! La scelta Texana? Con me sfondi una porta aperta! Adoro viaggiare quando scrivo e non posso farci nulla se spesso ambiento i miei racconti oltre oceano, perciò l’ambientazione della tua storia a me va a genio! Detto questo, il tuo è il racconto che più mi è piaciuto. Bello, elegante e semplice arriva senza troppi giri di parole a destinazione. Caro vecchio ostico Sud!

 

A rileggerci presto!!!

 

2 – Figlia di nessuno di Alexia

 

Ciao Alexia! Per un gusto prettamente personale, come detto anche da te, io ho molto apprezzato la tua scelta narrativa. E’ molto vicina al mio tipo di scrittura e quindi ho provato da subito una forte empatia con la storia. Cruda e spietata la vendetta di Mei, descritta come se NOI non fossimo in grado di comprendere pienamente il suo dolore e la sua solitudine. Mi piace la forza che hai impresso a questa piccola figlia di nessuno…

 

3 – P'ngieng di Ambra Stancampiano

 

Ciao Ambra! Sei riuscita a farmela! Fino alla fine ho creduto che la protagonista fosse una scimmia e invece… brava! Molto bella l’immagine di questa creatura che sembra la sola che si preoccupi di cosa le accade, mentre da entrambe le parti (umana e animale) ci sia solo la mera curiosità di mettere in mostra qualcosa di stravagante. Semplice nella sua complessità…

 

A presto!

 

4 – Io di Marco Roncaccia

 

Ciao Marco! Fino alla fine ho brancolato nel buio più totale. Ho cercato la matrice di questa data dannata e solo alla fine l’ho trovata.  Come giustamente osserva l’Antico, non conoscendo a fondo i fatti si fatica a entrare a fondo nella storia, eppure secondo me la tua storia ha una forte valenza. Il bisogno di rimediare a questa falla di memoria. Mi piace il fatto che il protagonista, questo IO anonimo e solitario, venga afferrato da un ricordo preciso che lo logora, anno dopo anno, come una candelina.

 

A me è piaciuto molto. Bravo!

 

5 – Schegge di Adriano Muzzi

 

Ciao Adriano! Che storia angosciante! L’inizio è molto curioso, spinge il lettore a cercare una forma mentale da dare alla storia. Non è facile afferrare il contesto e il protagonista e questo è un grande merito. Siamo spaesati, come il protagonista. La seconda parte mi è arrivata improvvisa e mi ha parecchio stupita. La verità? Mi è molto piaciuto il tuo racconto. Nonostant ci siano dei momenti leggermente scriocchiolanti, ho trovato la storia ben costruita. Il tuo stile mi piace, molto!

A presto!

6 – Un soffio di vento di Angelo Frascella

Ciao Angelo! Il tuo racconto ha il dolcissimo sapore fiabesco che tanto ho amato da ragazzina. Mi ha molto ricordato “La storia infinita” dove il nulla lentamente distrugge Fantasia e solo i sogni e la fantasia di una ragazzino riescono alla fine a salvarla. Tra il dolce e l’amaro questo racconto, dove i sogni di un vecchio rischiano di morire senza mai essere stati raccontati. L’immortalità esiste, nei nostri sogni e nelle creature che creiamo con una parte di noi!

7 - Il vecchio di Diego Ducoli

Ciao Diego! Non amo il mare, eppure adoro il salmastro sapore delle storie marinare. Io stessa proprio su MC ne ho scritte alcune! il piccolo refuso ti è già stato segnalato, svista lecita e di pochissimo conto. Anche io sono inciampata al momento dei dialoghi, dove per un momento mi sono persa. L’interlocutore del vecchio entra in maniera troppo repentina e crea un momento di confusione. E’ comunque un bel racconto, che nasconde dentro la sua rete un risentimento millenario!

8 – Pedro di Angela Catalini

Ciao Angela! Molto bella l’ambientazione, così polverosa e con il sole che arrostisce la pelle. Come ha notato Angelo, non ci sono grandi colpi di scena ma riesci a creare una sorta di apprensione verso il bambino sperduto. Il finale non mi convince moltissimo, mi sembra troppo arrendevole. Il prete è arrivato fin lì per cercarlo, ha sfidato il proprietario del locale e poi, molla? Forse avresti dovuto dare più carattere alle battute finali, con un prete più incisivo e determinato a non perdere la luce nello sguardo del bambino!

9 – Cuore di Uranio di Luigi Locatelli
Luigi! Minuti Contati è una tagliola e spesso è facile rimanerci impigliati! Sapessi quante volte ho dovuto sforbiciare… comunque è un ottimo allenamento per imparare ad essere meno pallosi e lunghi :)! Ora… la tua storia secondo me ha cuore. E’ vero, alcune informazioni essenziali sono omesse e il finale arriva un po’ a tradimento. Io pensavo che fossero dei vampiri! Eppure ha dentro tanto da dire, da raccontare. Lo stile della narrazione è comunque molto buono.

 

A presto!

 

10 – Innocente distrazione di Beppe Roncari

 

Ciao Beppe e ben ritrovato! Hai il pregio di possedere una scrittura leggera e mai ridondante… insomma le tue storie si leggono a gravità zero! Eppure in parte, mi sento di unirmi al pensiero dell’Antico. Nonostante sia carina la storia in se, mi ha lasciata poco coinvolta. Ho avvertito uno strano sapore di già letto, già sentito… e questo mi ha allontanata. Il fatto che tu sappia il fatto tua resta, ma stavolta la storia mi ha convinta poco. Mi dispiace.

 

A rileggerci!

 

 

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alberto.dellarossa
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Messaggio#9 » venerdì 31 luglio 2015, 19:10

Ecco qua la mia classifica.


P’ngieng di Ambra Stancampiano
Ciao Ambra. Il tuo racconto ci mostra una scrittura sicura, ben aggettivata ed equilibrata. Mi piace lo stile e riesci a gestire bene gli spazi narrativi che, come sappiamo, non è facile in concorsi come MC. Tuttavia c'è qualcosa che stride fortemente e che non è giustificabile in alcun modo, neppure nell'ottica dell'elemento fantastico. La coerenza interna della storia cede nel modo di pensare della ragazza TROPPO, DAVVERO TROPPO umano. Tanto più che tu stessa rilanci verso il fondo sottolineando il sentimento di commozione come qualcosa di alieno, per poi mischiare nuovamente le carte introducendo delle scimmie che, pur nelle poche righe dedicate loro, sono decisamente umane nel comportamento. Questa inconsistenza di fondo purtroppo mi ha fatto storcere il naso a fronte di una prosa davvero cristallina ed efficace.

Pablo, di Angela
Ciao Angela. Per un attimo, leggendo il tuo racconto, ho pensato a Marquez. La sensazione si è spenta dopo poco (beh, che diamine, chi regge il confronto con Gabriél?) però ho davvero apprezzato le descrizioni e le similitudini. Hai infuso notevole forza nell'arco di poche parole ai personaggi. Eppure il racconto, che raccoglie forze fino a tre quarti si perde nella fine, come un ricciolo di fumo denso sfilacciato da una corrente d'aria. Forse, con un adeguato numero di caratteri, avresti potuto definire meglio la spinta del prete nei confronti di questo particolare bambino, realtà così tristemente comune nell'america latina. Altra cosa: attenzione agli spieghini: la frase sui "bambini perduti" sfiora l'infodump per ottenere una contestualizzazione che, ai fini del racconto, è del tutto superflua perché hai già delineato l'ambito più che efficacemente.

Figlia di nessuno di Alexia
Ciao Alexia. Una storia forte, cruda e dai toni scuri. Descrivi molto bene il dolore e la rabbia della protagonista, le vessazioni subite. Tutto è al proprio posto, anche se devo ammettere di non aver apprezzato l'escalation finale decisamente troppo horror. Mi spiego: il vero orrore è ciò che la ragazza ha subito. Avrei lavorato su questo e su una reazione più sublimata, magari una vendetta più trasversale. La tua vendetta è così feroce che offusca l'orrore di fondo che invece dovrebbe essere protagonista. Rivedrei un poco gli equilibri di questi elementi. Altro appuntoche mi sento di fare: sembra quasi che la ragazza aspetti la lettera del postino. È così? Perché a seconda della risposta cambiano anche gli equilibri della chiosa che, al momento, appare forse frettolosa e aggiunta con il solo scopo di aggiungere shock all'orrore (alterando gli equilibri già precari di cui sopra)

Innocente distrazione, di Beppe Roncari
Ciao Beppe. Scusami ma, a differenza di altri tuoi racconti che ho apprezzato molto, questo non mi è piaciuto per niente. Ho avuto l'impressione di un'idea scritta in fretta, in maniera confusionaria. Soprattutto, per la prima parte, sei ricorso a spieghini più volte per giustificare il setting, senza peraltro riuscire competamente nell'intento. La seconda parte è più naturale, e si capisce evidentemente che contiene in nuce l'idea dalla quale sei partito per ottenere il racconto: tuttavia gli equilibri interni sono completamente saltati. Già dalle prime righe si intuisce che ciò che scrivi è esclusivamente al servizio di una rivelazione che arriva all'ultimo. Inoltre qua non si tratta nemmeno di figli dimenticati, quanto piuttosto di ragazzini furbetti. Mi spiace, purtroppo il mio giudizio è abbastanza negativo.

Sintetico borghese, di Serena Aronica
Ciao Serena. Il tuo racconto mi è piaciuto, davvero. Soprattutto la prima parte, la caratterizzazione del protagonista, la linea dei pensieri, la crudezza con la quale racconti l'infamia dei bulletti (e godo, perché sono stato un anti-bulletto. Vessavo regolarmente chi se la prendeva con gli altri in una sorta di giochetto perverso). Anche le figure che ritrai, il pulmino che vomita i ragazzi...insomma è tutto funzionale. Mi ha ricordato in qualche modo la scrittura di Palahniuk e Lansdale. Qualche appunto lo devo fare sulla fine: precipita troppo in fretta, e mi ha costretto alla rilettura due o tre volte, e questo non va bene, perché permetti al racconto di perdere forza. Attenta alle ripetizioni occulte: non sono evidenti ma ci sono.

IO di Marco Roncaccia
Ciao Marco. SOno in difficoltà. Racconto perfetto per stile, spazi ed equilibri. Ottima davvero anche l'idea del transfer che innesca la temporanea follia del protagonista. Il tuo racconto è da 10, sicuramente uno dei migliori del nostro girone, forse il migliore. Purtroppo c'è lui, Carlo Giuliani, che mi rovina la festa. C'è la politica di mezzo, la retorica e l'elevazione a martire di qualcuno che martire non era ma che è stato immolato per la causa. Ma chi l'ha martirizzato? lo Stato? I protestanti? Martiri sono anche quei poveracci di carabinieri. Martiri, in quel maledetto G8, erano tutti quelli che erano per strada, in divisa o meno, tutti immolati per creare un caso, per riproporre una pantomima che esiste da quando due poteri si scontrano, ovvero dall'inizio del neolitico. Giuliani è stato investito non di una camionetta, ma di un ruolo. Un ruolo che, a ben vedere la sua storia personale, non gli apparteneva nemmeno, perché di fatto non era proprio uno stinco di santo. Ma si sa, il martirio rende puri, non importa quali fossero le intenzioni personali. Certo, si parla di intenzionalità nel creare l'incidente. E l'intenzionalità di tenere un cazzo di estintore in mano con un passamontagna? Mah. Perdonami, davvero, il tuo racconto ottiene una posizione nella mia classifica molto alta per la qualità della scrittura. La scelta del soggetto tuttavia non la condivido.

Il vecchio, di Diego Ducoli
Ottimo. Davvero ottimo. Equilibrato, senza fronzoli, pietismi o dietrologie: solo un'idea, solida, a fare la parte del leone. L'incipit ricorda il vecchio e il marre, si, ma ben presto il lettore viene calato in un'atmosfera sospesa perfetta nel contesto. La chiosa poi, è una chicca nella sua semplicità. Infine, un complimento allo stile ipotattico scelto, che si sposa alla perfezione con il narrato.

Cuore di Uranio di Locatelli Luigi
Ciao Luigi. Mi è piaciuto il tuo racconto, soprattutto nella storia (sebbene abbastanza prevedibile). L'appunto che devo fare è sullo stile e sulla gestione degli equilibri intern del racconto: parti molto bene, con una narrazione liscia, scorrevole, per poi incagliarti verso metà, al comparire della ragazza. All'aumento della tensione la narrazione tende a farsi forzata per poi rientrare nei binari verso la fine, con la descrizione del semplice gesto del padre e dell'immagine della pila atomica, molto ben descritta. Rivedi la parte centrale, il racconto ha molte potenzialità.

Un soffio di vento – di Angelo Frascella
Ciao Angelo. Il tuo racconto mi lascia più di qualche perplessità - vuoi perché ci hai sempre abituato a una qualità molto alta che a mio avviso questa volta in parte manca - vuoi per la volontà sottesa di esprimere il mondo onirico nella testa del protagonista. Purtroppo però si percepisce molta confusione e si fatica a mantenere in piedi il patto col lettore. La seconda parte rende ancora più evidente tutto ciò perché ritorna agli standard della tua scrittura, dove riesci a tratteggiare una scena molto partecipata ed emotivamente toccante.

Schegge – di Adriano Muzzi
Adry! A quanto pare ci incrociamo con una certa regolarità! Passiamo al racconto: mi piace lo stile, anche se in certi passaggi perde di fluidità. La storia è interessante e riesci quasi ad agganciare in pieno il lettore, a convincerlo a sospendere quell'incredulità maledetta con la quale deve sempre fare i conti chi scrive. Purtroppo il gioco non riesce a pieno, ma sono certo che con alcune modifiche questo sia possibile: devi solo gestire meglio l'impressione sull'età del bambino per mettere in ordine l'equilibrio della storia. Infine spingerei di più sul disagio del protagonista: dovuto ai genitori? dovuto a una sua tara? Ragionaci su, di ciccia al fuoco ce n'è.


1) Il vecchio, di Diego Ducoli
2) Sintetico borghese, di Serena Aronica
3) IO di Marco Roncaccia
4) Figlia di nessuno di Alexia
5) Cuore di Uranio di Locatelli Luigi
6) Pablo, di Angela
7) Schegge – di Adriano Muzzi
8) P’ngieng di Ambra Stancampiano
9) Un soffio di vento – di Angelo Frascella
10) Innocente distrazione, di Beppe Roncari



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beppe.roncari
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Messaggio#10 » venerdì 31 luglio 2015, 20:49

Bommarito Edition – Commenti e classifica
 
1. Tabula rasa, di Alberto Della Rossa, “Pagina bianca. Virgola nera.”
2. Il vecchio, di Diego Ducoli, “Padre e(s)terno”
3. Cuore di uranio, di Luigi Locatelli, “Cuore umanio”
4. P’ngieng, di Ambra Stancampiano, “La bimba perduta”
5. Pablo, di Angela, “El Pablo, El Padre y El Pueblo”
6. Sintetico borghese, di Serena Aronica, “Orgoglio g(r)ay”
7. Io, di Marco Roncaccia, “Io, Giotto e il G8”
8. Figlia di nessuno, di Alexia, “Manciukuò”
9. Un soffio di vento, di Angelo Frascella, “Eterni ritorni”
10. Schegge, di Adriano Muzzi, “Schegge di (non) ordinaria follia”
 
 
Commenti
 
– P’ngieng, di Ambra Stancampiano, “La bimba perduta”
Finale perfetto il tuo. Tutto cambia perché nulla cambi, eh? Mi è piaciuto molto il ribaltamento del, diciamo, “mito di Tarzan” o del buon selvaggio o del ragazzo-scimmia che dir si voglia.
Drammatico trovare così tanta “umanità” anche fra le scimmie, povera piccola bambina perduta!
Unica nota: solo conoscendo il contesto si apprezza davvero la storia.
 
– Pablo, di Angela, “El Pablo, El Padre y El Pueblo”
Bel racconto e buona ambientazione. Il tema mi sembra centrato e trattato in maniera originale. Storie simili si potrebbero ambientare anche in Italia fra gli zingari, no? Ma forse tu hai scelto un’ambientazione “altra” perché non volevi fare polemica.
Non sono sicuro che il tuo prete possa essere definito “parroco”. “Parroco” è sempre “parroco di”, come dire, “tenutario di” una parrocchia. Non so, se viene da una Mission sarà “padre”, ma non parroco.
 
– Figlia di nessuno, di Alexia, “Manciukuò”
La storia è bella e mi ha fatto piacere scoprirla. Il piacere è un po’ più intellettuale che estetico, perché narri molti eventi dall’esterno, dicendoci che la protagonista provava rabbia, umiliazione, voglia di vendetta etc. ma affidando questi sentimenti a una dicitura esplicita, invece che usare la tecnica che amo di più, cioè quella del non detto, del sottinteso. Non dirmi che provava rabbia, scrivimi quello che fa e sentirò io che prova rabbia. Rendo l’idea?
 
– Sintetico borghese, di Serena Aronica, “Orgoglio g(r)ay”
Nuovo stile e nuovi temi per te. Sui contenuti non ho niente da eccepire, ma la storia mi sembra un po’ eccessiva, montata al punto giusto per diventare una denuncia. Probabilmente sarebbero bastati tratti più tenui, le violenze invece mi sembrano da riformatorio più che da scuola.
Inoltre, se i nuovi compagni sapevano che aveva i genitori gay perché se la prendono con l’altro?
E perché la farsa della parrucca? Se i genitori avessero paura della propria identità mi pare strano che il figlio ne sia fiero… Fiero di che, se si nascondono?
 
– Io, di Marco Roncaccia, “Io, Giotto e il G8”
Racconto carino di rievocazione indiretta del G8 di Genova. Penso che tu sia stato presente di persona, vero? Comunque questo è irrilevante per la valutazione del racconto, solo una curiosità.
Mi pare che il segnale che fa scattare la crisi nel caso del SUV sia chiaro: un rimando visivo al Defender dei carabinieri, ma il rotolo di scotch usato come bracciale? Un richiamo all’estintore? O a una delle fasce indossate dai manifestanti? Mi sembra più debole, ma forse non l’ho capito io.
Mi pare solo strano che il protagonista ci metta così tanti anni a rendersi conto del perché quella data lo manda in tilt, o aveva rimosso a livello cosciente gli eventi del 20 luglio?
Insomma, qualche dubbio ma racconto carino.
 
– Tabula rasa, di Alberto Della Rossa, “Pagina bianco. Virgola nera.”
Bel racconto, delicato, stile impeccabile.
Mi sarebbe piaciuto che anche nel titolo avessi giocato sui pregiudizi di colore, per esempio ci vedrei più adatto il titolo “Pagina bianca” o “Punto nero”, che alludo ugualmente all’Alzheimer come “Tabula rasa” ma introducono già il tema del conflitto sotteso alla storia. Che ne pensi?
 
– Il vecchio, di Diego Ducoli, “Padre e(s)terno”
Passo volentieri sopra il fatto che tiri in ballo il Padreterno e Gesù perché il racconto è piacevole, ben scritto, lirico, e leggibilissimo come una metafora del rapporto padre-figlio.
Tutti i figli si disincantano (o addirittura si “devono disincantare”?) rispetto ai genitori, nessuno escluso. Rimane l’amarezza del fatto che il Figlio non può cambiare il Padre, inutile anche ritorcergli contro le stesse parole con cui il maggiore aveva “educato” il minore.
 
– Cuore di uranio, di Luigi Locatelli, “Cuore umanio”
A me il tuo racconto è piaciuto, soprattutto quando alla fine hai svelato che si trattava di robot e – per fortuna! – non di vampiri… Non so perché, ma di primo acchito temevo in una storia alla Twilight.
Ho dovuto rileggere due volte e ragionare per capire perché Michele e Lucia non possono stare insieme… perché i genitori robotici vogliono portarsi dietro il figlio nella fuga, giusto? Non sarebbe più altruistico andarsene loro e lasciare che lui si consoli coltivando il suo amore? Portarselo dietro, in una vita in fuga, è molto egoistico e quindi “umano”…
In un primo momento pensavo che magari non potessero stare assieme perché anche Lucia era un robot… insomma, la cosa mi ha confuso.
 
– Un soffio di vento, di Angelo Frascella, “Eterni ritorni”
A questo giro non ho apprezzato a pieno il tuo racconto.
Anche a me ha ricordato Neil Gaiman, soprattutto per il riferimento agli Eterni.
È carina l’idea della creatura che parla al creatore chiedendo di vivere, un po’ l’atmosfera di Foglia di Niggle di Tolkien se l’hai letto… ma non mi sembra ben amalgamato.
Attento che a un tratto dici:
Il bambino si tirò su: “Juffri! Era tanto che non pensavo più a te.”

e poi:
“Mi dispiace, Juffri. Sono vecchio, ormai!”

Cosa che mi ha mandato in confusione.
 
– Schegge, di Adriano Muzzi, “Schegge di (non) ordinaria follia”
La tua storia non mi è piaciuta moltissimo, ho fatto fatica a seguirla e a entrare nella mente del protagonista, a tratti sembra davvero un bimbo ma per la maggior parte del tempo sembra un adulto che ragiona su quella che dovrebbe essere la rabbia di un bimbo vissuto in quelle condizioni, e quindi mi sento buttato fuori dall’immersione nella storia.

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Adry666
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Messaggio#11 » venerdì 31 luglio 2015, 22:56

Ciao a tutti,

scusatemi se mi sono ridotto all’ultimo minuto, ma dall’iphone non sono riuscito a fare niente di meglio e più celere. Mi scuso inoltre per non aver postato i commenti nei singoli post degli autori e di non aver potuto rispondere ai vari commenti al mo racconto, ma sono in vacanza in montagna, senza wifi e con un 3G ballerino,,,


Di seguito i miei commenti sparsi e la classifica.

-----------

P’ngieng, di Ambra Stancampiano,


Ciao Ambra,

tema centrato, i genitori sono indubbiamente “sbagliati”.

Bella l’idea del tornare a casa tra i suoi non simili.

Dolce la descrizione dell’amore incondizionato della madre naturale che comunica con gli occhi.

Strano il finale: perché fai parlare le scimmie? Non so se sia la scelta giusta fare dei dialoghi tra esseri umani e animali. Andrebbe bene un dialogo a gesti, o qualcos’altro, ma così rischia di sconfinare un po’nell’assurdo.

Occhio alle “eufoniche” ;-))

Comunque brava, mi è piaciuto!

A presto

Adriano


Pablo, di Angela


Ciao Angela,

tema rispettato.

Bella ambientazione, descrizioni potenti che fanno subito immergere il lettore nel paesaggio torrido del Cile. Anche la rappresentazione della situazione è toccante e sembra di essere lì.

Attenzione al ritmo che nella parte iniziale zoppica un po’ a causa delle troppe spiegazioni.

Strana la frase: – Appunto – rispose il locandiere – se è nato e cresciuto a San Pedro è uno di noi, appartiene alla comunità e deve restare qui.

Mi confonde un po’: prima negano fortemente di conoscere il bambino poi fanno questa affermazione, mah…

In generale mi è sembrato un po’troppo documentario e poca narrativa.

Complimenti per il tuo racconto

Ciao & a preso

Adriano



Figlia di nessuno, di Alexia

Ciao Alexia,

tema centrato.

Il tuo racconto è scritto bene e scorre fluido, anche se in alcune parti risente di una scelta “temporale” difficile. Sono riuscito a immedesimarmi nella protagonista, e in generale ho provato emozioni. In alcune parti mi è sembrato più di stare leggendo un documento storico ma in questo caso non mi è dispiaciuto affatto.

Occhio alle ripetizioni nella stessa frase (sì, lo so che siamo a minuti contati, era solo un consiglio ) )

Comunque nel complesso una buona prova, brava.

A presto

Adriano



Innocente distrazione, di Beppe Roncari


Ciao Beppe,

tema abbastanza centrato (possono degli dei essere distratti? Boh, ai posteri l’ardua sentenza...).

Racconto simpatico che in alcune parti difetta di ritmo e mi ha costretto a rileggere alcune frasi. Bello l’incipit e il finale, nella parte centrale, sempre secondo me, c’è qualcosa che non funziona, forse a causa dei dialoghi, o dei troppi personaggi che in poche righe si fa fatica a inquadrare.

Interessante l’idea generale; penserei a uno sviluppo con più spazio a disposizione.

A presto

Ciao

Adriano



Sintetico borghese, di Serena Aronica,

Ciao Serena,

tema centrato “ironicamente” ;-))

Scritto bene, buon ritmo, diretto e secco. Ho apprezzato molto come hai affrontato un tema piuttosto delicato. Bella l’idea di iniziare facendo capire al lettore che si trattasse di una storia di bullismo, per poi “virare” verso altro.

Mi ha lasciato un po’ perplesso il finale: Mi giro verso i miei con impeto.

“ Voi siete dei genitori sbagliati!” gli urlo in faccia.

Perché? Non ho capito il senso del gesto del bambino verso i suoi genitori; sembra un po’ una forzatura per inserire il tema del contest (ma non ce ne sarebbe stato bisogno)

A presto

Ciao

Adriano



Io, di Marco Roncaccia,

Ciao Marco,

tema centrato su vari livelli di lettura: FD dalle istituzioni, dalle forze dell’ordine (ma qui ci sarebbe da discutere) e da Dio.

Il tuo racconto è scritto bene, scorre fluido come un coltello arroventato nel burro, e infatti è una bella coltellata al fegato.

Incipit potente, finale macabro e molto triste.

Interessante l’idea di interpretare un osservatore vicino a Carlo Giuliani.

Ma sono totalmente in contrasto con il tuo teorema, non penso sia andata così, e non penso che la vittima sia un martire, tutt’altro temo, la morte non giustifica e non deve far diventare eroe chi non lo è stato, e mai lo sarebbe diventato.

A presto

Ciao

Adriano


Tabula rasa, di Alberto Della Rossa

Ciao Alberto,

ben ritrovato! Tema centrato, purtroppo quella malattia è tutto un “dimenticare”; penso che non ci sia niente di più doloroso per una persona cara vedere l’indifferenza stampata sul viso di una che prima era stata una madre affettuosa, moglie, ecc.

Il tuo racconto scorre bene e descrive con successo la situazione della malattia e del razzismo ancora profondo in alcune parti del mondo e in alcune persone.

Particolare la scelta di ambientarlo in Texas: ci sono dei motivi particolari (ci hai vissuto, hai degli amici lì, ecc), oppure la scelta è stata dettata solo dal caldo e dalla “rudezza” dei texani?

A presto

Adriano


Il vecchio, di Diego Ducoli


Ciao Diego,

tema centrato, almeno secondo il punto di vista del vecchio pescatore.

Peccato per l’estrema brevità del tuo racconto, avresti potuto sfruttare meglio i caratteri a disposizione. Il tuo racconto è particolare, scritto bene, buon ritmo, alcune parti poetiche. Nel finale i dialoghi non sono sempre chiarissimi, e si fa un po’ di difficoltà a capire chi parla.

Spero che tu abbia voglia di svilupparlo ulteriormente, ne potrebbe uscire un gran racconto lungo.

A presto

Adriano



Cuore di uranio, di Luigi Locatelli,


Ciao Luigi,

tema centrato, anche se in effetti il bambino non poteva augurarsi genitori più giusti ;-)))

Finalmente riesco a leggere un racconto di fantascienza, uno dei miei generi preferiti.

MI sembra scritto bene, scorre e la sorpresa finale è ben preparata. Non sono d’accordo con chi ha scritto che non viene spiegata la domanda finale: come fa un robot ad avere figli? In effetti non c’è un figlio “fisico”, ma solo un’adozione; come ci ha insegnato “Blade Runner” anche gli androidi possono avere “empatia”

Può essere migliorato.

A presto

Adriano



Un soffio di vento, di Angelo Frascella

Ciao Angelo,

ben ritrovato!

Tema centrato. Come sempre bel ritmo, dialoghi azzeccati.

Il fantasy non è il mio genere ma ho apprezzato lo svolgimento della storia con la sorpresa finale.

Nella parte centrale mi sono un po’ perso per i tanti (troppi?) personaggi, ma so che è un mio problema, anche con i romanzi più lunghi, se ci sono troppi personaggi, tendo a dimenticarli o a scordarmi i collegamenti tra di loro. Penso si debba avere rispetto della pazienza del lettore...

Alla fine mi hai fatto commuovere, un bel finale che fa pensare, sia come padre, che come figlio.

Devo però dire che le tue precedenti prove erano su un livello superiore

A presto

Ciao

Adriano


E infine la mia classifica personale, come al solito molto sofferta, ma fa parte del gioco:


– 1 Figlia di nessuno, di Alexia,,

– 2 Sintetico borghese, di Serena Aronica,,

– 3 Tabula rasa, di Alberto Della Rossa,,

–– 4 Innocente distrazione, di Beppe Roncari

– 5 Il vecchio, di Diego Ducoli

– 6 P’ngieng, di Ambra Stancampiano,

– 7 Pablo, di Angela,

- 8 Cuore di uranio, di Luigi Locatelli,

– 9 Un soffio di vento, di Angelo Frascella

– 10 Io, di Marco Roncaccia



diego.ducoli
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Messaggio#12 » sabato 1 agosto 2015, 0:21

Scusate il ritardo accettero qualsiasi punizione l'antico voglia darmi ma mio figlio stasera non ne voleva sapere di dormire.

Un ottima edizione complimenti a tutti, i commenti sono un po frettolosi se vi interessano più approfonditi posso provvedere nei prossimi giorni.

 

Sintetico Borghese di Serene Aronica

 

Ciao Serena

Un pezzo scritto veramente bene, la prima e la seconda parte sono fatte veramente bene in particolare alcune descrizioni: veramente deliziose.

L'unico appunto che mi sento di farti e sui comportamenti dei personaggi. Il finale anche se trasmette un messaggio positivo mi ha lasciato un po' perplesso, cioe il ragazzo ha subito un bell' soppruso e la sua reazione è un po' blanda, non capisco neanche il motivo della presenza delle parrucca. Sono un po' in ritardo se ti interessa cercherò di spiegarmi meglio. Una buona prova in ogni caso.

 

Tabula rasa di Alberto della Rossa

 

Ciao Albero

UN brano scritto bene e ben gestito. Non ho particolari appunti sicuramente uno dei brani migliori dell' edizione. L'unico appunto che mi sento di farti è sulla mancanza di un “guizzo”, resta molto un brano molto “pacato”. Sicuramente non sono riuscito a spiegarmi ma sto proprio cercando il pelo nell'uovo. Complimenti ottima prova.

 

 

P'ngieng di Ambra Stancampiano

 

Ciao Ambra

Un buon brano. Non mi fanno impazzire le storie dove si umanizzano gli animali, ma il risultato è talmente piacevole da farmici passare sopra, una bella storia con una bella morale.

Non ho molto da aggiungere, la storia è scritta bene e scorre senza particolari intoppi.

Per quanto mi riguarda: ottima prova.

 

Schegge di Adriano Muzzi

 

Ciao Adriano

Un racconto crudo e “cattivo”.

La storia si legge bene, ma non sono riuscito a capire bene l'eta del bambino, l'impressione è quella di un bimbo molto piccolo, troppo per una reazione cosi violenta. Forse sembra un particolare da poco ma il fattore età non mi ha fatto inquadrare la stroria.

Con qualche piccolo accorgimento ne puo venir fuori un gran bel pezzo.

 

Innocente distrazione di Beppe Rocari

 

Ciao beppe.

Ci incontriamo anche in questa edizione e leggerti è sempre un piacere.

Che dire la prima parte  mi sembra un po' prolissa e il tutto serve a creare il contesto per il finale, che ammetto di aver capito nelle prime righe. La prosa è come sempre ottima, inizialmente pensavo che andassi a toccare gli dei greci ma poi hai svoltato con la bibbia.

Non mi hai convinto al 100% ma il brano scivola molto bene.

 

Pablo di Angela Catalini

 

Ciao Angela

Ottime descrizioni, si può sentire il caldo e la polvere.

La storia non  l'ho apprezzata molto forse perché succede poco, Padre Ignazio si fa un bell' viaggio per poi non concludere:nulla.

Un protagonista un po' troppo passivo per rientrare nei miei gusti avrei preferito u po' di azione o un qualche stravolgimento, lasciato cosi non mi  soddisfa completamente.

 

Figlia di nessuno di Alexia

 

Ciao Alexia

Un racconto interessante e una buona storia, ma il tutto risulta un po' troppo raccontato.

Le sensazioni, la rabbia della protagonista me le racconti e  invece avrei preferito “vederle”.

Un brano con un grosso potenziale ma lasciato cosi risulta troppo blando.

Una buona prova ma rivedrei lo stile scelto per la narrazione.

 

Io di Marco Roncaccia

 

Ciao Marco

Un brano scritto veramente bene e nonostante il G8 non abbia avuto delle dinamiche per me chiarissime sono riuscito ad apprezzare il racconto.

Devo ammettere che non mi piacciono molto i racconti schierati, tendono a vedere un solo punto di vista,ma il tuo si legge volentieri.

Un ottima prova nulla da dire.

 

Un soffio di vento di Angelo Frascella

Ciao Angelo

Hai già spiegato tu cosa volevi dire nel racconto. Ammetto che in prima lettura risulta un po ostico, ma alla.seconda era tutto chiaro. Mi ha divertito dare un interpretazione ai vari personaggi.

L’unico appunto che mi sento di farti e riguardo alla presunta “eternicita ” di terminator. ..altro che errore: è uno degli eterni per eccellenza.

Un ottima prova

 

Cuore di uranio di Luigi Locatelli

Ciao Luigi

L’idea del racconto non è malvagia ma la mancanza di contesto rende un po macchinosa la storia.

Perché  uccidono i bambini non riconosciuti? Se i robot hanno sentimenti umani perché non possono “adottare”?

Molte domande che non trovano risposta. Un brano che con un respiro più ampio potrebbe dire la sua ma così non mi soddisfa appieno.

 

 

1- Tabula Rasa

2- Io

3- Un soffio di Vento

4-Sintetico Borghese

5- P'ngieng

6-Innocente distrazione

7-Schegge

8- Pablo

9-Cuore di Uranio

10- Figlia di nessuno

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Messaggio#13 » domenica 2 agosto 2015, 21:03

Una classifica sofferta, in assoluto quella fra i tre gruppi più difficile da stilare. Domani pubblicherò le classifiche finali con gli ammessi e capirete perché, spero abbiate tutti fiducia nella mia totale buona fede. Detto questo, bravi, ho riscontrato un livello davvero elevato.
 
1) P’ngieng, di Ambra Stancampiano
Ho un po’ storto il naso quando ho visto il racconto prendere la strada canonica dell’animale che parla, dell’umanizzazione a tutti i costi… E tutto questo dopo lo scimmiottamento (letterale, direi, battuta…) delle classiche storie di bambini recuperati dalla foresta e cresciuti da animali. Poi arriva il finale e tutti i nodi vengono al pettine. E che finale. Come già il mese scorso trovo che tu abbia un modo assolutamente originale di vedere la realtà e mi piace: uno sguardo un po’ deviato, la capacità di pungere al momento giusto dopo aver portato il lettore (senza ingannarlo e questo è importante) a pensare a tutt’altro. Il tema, poi, è centrato in pieno. Pollice SU per me.
2) Tabula rasa, di Alberto Della Rossa
Ineccepibile. Un racconto cui si può semmai contestare l’utilizzo di un contesto non italiano, ma ho letto il botta e risposta e alla fine concordo con Alberto sul fatto che in questo caso era giustificato. Non necessario, ma non mi fa arricciare il naso come in altre occasioni. Ottimo l’inserimento del tema e davvero ricco il piatto complessivo, condito di relazioni intergenerazionali, di rapporti tra razze, di malattie degenerative… E il tutto dosato e narrato con maestria. Per me pollice SU.
3) Pablo, di Angela Catalini
Concordo in toto con la riflessione di Angelo, hai affrontato la tematica di quale sia il posto migliore per una persona e l'hai fatto pacatamente e senza prendere posizioni, ma mostrando le diverse facce della medaglia. Pertanto ritengo che il racconto non necessitasse di più movimento, semplicemente l'hai ottimizzato per quelle che erano le tue intenzioni, quindi bersaglio centrato. Qualche perplessità in più sull'utilizzo del tema, nel senso che Pablo per questa cittadina e tutt'altro che un figlio dimenticato, anzi il prete non viene aiutato nella sua ricerca proprio perché la comunità l'ha reclamato indietro. Forse proprio per questo inserisci il richiamo ai bambini dimenticati (che però non sono figli) e in quel modo rientri per il rotto della cuffia solo se si decide d'intenderli come figli della Nazione, figli del futuro che si perdono e vengono dimenticati nel passato che ingloba il presente. Sotto quest'accezione te lo passo. Buona prova, pollice SU per me (anche se a parità di pollici SU, te lo dico fin d'ora, priviligierò delle trattazioni del tema meno problematiche).
4) Cuore di uranio, di Luigi Locatelli
Un bel racconto di fantascienza. Michele e Lucia non possono stare insieme perché anche Lucia è un robot, giusto? Ecco, direi che dovresti chiarire giusto alcune cose in più di questo futuro in cui i robot possono provare amore e poi avresti un racconto pronto per essere pubblicato. Il tema è perfettamente centrato. Per me un pollice quasi totalmente su.
5) Sintetico borghese, di Serena Aronica
Brava Serena, anche cambiando registro stilistico sei riuscita a ottenere un risultato notevole. Certo, c’è qualche ripetizione qua e là, ma tendo a non valutarle per il mio giudizio, sono cose che capitano quando il tempo stringe. Qui il mio unico appunto lo faccio su una tua precisa scelta strategica che non mi sento di condividere. Ho compreso che il ragazzo, circondato da tanta falsità, decide di combattere proprio dal disvelare i segreti della sua famiglia, ma il tutto mi è arrivato troppo slegato dal contesto. Credo che una maggiore semina precedente avrebbe giovato, che il contestualizzare da subito le tematiche, lavorarci fin dalle prime righe, sarebbe stato preferibile. Pertanto al momento il mio giudizio è sì positivo, ma con riserva: il classico pollice tendente all’alto. Ma al netto del mio giudizio direi che questo mese, mettendoti in gioco a partire dal tuo classico stile, hai dimostrato che nulla ti è precluso.
6) Figlia di nessuno, di Alexia
Per gusto personale non apprezzo mai troppo due eventi straordinari che tendono a combaciare: in questo caso abbiamo la decisione di Mei di sterminare la propria famiglia adottiva che coincide con l'arrivo della lettera che le svela la sua vera identità dopo 33 anni. Troppa casualità, meglio sarebbe stato se proprio l'arrivo della lettera avesse sbloccato in lei la voglia di vendetta fino a portarla alla strage, prima tappa del suo piano. Per il resto la lettura è piacevole e di sicuro impatto. Come ha sottolineato Beppe, forse fornisci troppo agratis le emozioni di Mei, entri poco in lei. Ma sono scelte, non mi soffermo. Nulla da dire sulla nota finale, ci può stare come no, tanto il racconto ormai è concluso e non mi cambia nulla. Il tema è centrato in pieno. Sicuramente un pollice tendente all'alto, ma il mio consiglio è di eliminare la casualità della coincidenza in favore della causalità di eventi alla fine connessi.
7) Schegge, di Adriano Muzzi
Il difetto principale qui è che il bambino (si presume intorno ai 6/7 anni massimo, avendo ancora il seggiolino e andando a scuola) ragiona come un piccolo adulto, forse a tratti anche troppo. Ci sta che le esperienze formino e alla fine qui ci troviamo già di fronte a un piccolo uomo, ma un minimo stride. Per il resto, il tema è rispettato e il tutto risulta narrato con equilibrio. Sì, forse la prima parte è un po' strana, si fatica a contestualizzare e forse, per l'economia del racconto, saresti potuto partire con maggior profitto direttamente dal definire che si trova seduto in una macchina. Per me un polline NI, ma con qualche aggiustamento qua e là può svilupparsi al suo meglio. Il Laboratorio ti attende!
8) Un soffio di vento, di Angelo Frascella
Bell'idea, ma contrariamente al tuo solito pecchi sul fronte dell'empatia. Giunto alla fine non sono riuscito a sentire il brivido del gesto dell'anziano, eppure è uno dei tuoi punti forti quello di rendere al meglio quelle sensazioni. La mia idea è che il racconto ti sia rimasto in testa, tu lo sentivi e bene, ma per qualche motivo non sei riuscito a trasferirlo in parole. Forse ti ha danneggiato il voler scegliere di raccontare la prima parte per intero per mostrare la carrellata di Eterni. Se tu l'avessi byepassata per partire subito con il confronto con il Creatore avresti potuto sviluppare meglio il personaggio, legarlo di più al lettore e potenziare in tal modo il finale. Un pollice NI per me, ma il Laboratorio ti aspetta!
9) Innocente distrazione, di Beppe Roncari
Carina l’idea, ma a parte che non apprezzo il richiamo alla Guida Galattica in quanto elemento esterno, creatura di altro autore, così pop da permetterti l’immediato ok e apprezzamento del lettore e quindi, in sostanza, furbata… Ecco, il fatto è che rifuggo anche da tutti i tentativi di far giocare “Dio” (l’ho messo fra virgolette perché qui non è lui, ma siamo nel genere) sulla Terra a meno che non dica qualcosa di effettivamente nuovo. In più qui parti con quattro personaggi nelle prime righe e mi scuso, ma non ho visto differenze fra l’uno e l’altro. Infine, tutta la prima parte sembra un infodump sotto forma di dialogo teso a preparare il finale. Insomma, a questo giro non ho apprezzato. Certo, rimane un testo godibile da leggere e scritto con una skill che ormai ti appartiene e che non ti permette di annoiare il lettore, ma il pollice rimane sul NI.
10) Io, di Marco Roncaccia
Mi trovo di fronte a una scelta difficile. La domanda che mi sono posta è: può questo racconto reggere in caso d'ignoranza dei fatti di Genova? Avrebbe una vita sua se decontestualizzato da una conoscenza popolare che trascende il narrato? La risposta è no. Intendiamoci, il racconto avrebbe un gran senso nel progetto dei Time Writers (ecco, l'ho detto, ho nominato una cosa nuova che nel giro di qualche mese tutti conosceranno...), ma in questo contesto, al netto di quello che richiede di sapere a livello pregresso, non può funzionare. E dire che il tema è inserito ad arte, come dici tu è la bomba che lo fa deflagrare e mi piace moltissimo questo approccio molto attivo. E, ancora, lo stile è perfetto, riesce a creare curiosità, si legge bene. Ma, appunto, senza un tot di conoscenze pregresse la struttura non può reggere. Mi permetto un consiglio: credo sia sufficiente seminare dettagli più diretti in corso di racconto che richiamino i fatti di Genova fornendo al lettore un quadro completo, a te capire dove e come inserirli. Per il momento il pollice è indefinibile, direi che è un giù per quest'edizione, ma con nette potenzialità da su.

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