Gruppo VUOTO: Lista racconti ammessi e vostre classifiche

Minuti Contati affronta il mese più caldo dell’anno decidendo di sperimentare la nuova formula TWO DAYS. Non più una sola data per partecipare, ma due: lunedì 20 e mercoledì 22 luglio sempre alle 21.00 e con quattro ore di tempo per scrivere racconti di massimo 3000 caratteri. Gli autori potranno decidere di cimentarsi nella sfida nella serata a loro più comoda e troveranno ad aspettarli due diversi temi. I racconti di lunedì e quelli di mercoledì verranno poi riuniti insieme e divisi in gruppi per la fase di confronto diretto fra gli scrittori che servirà a selezionare i migliori che verranno inviati alla Guest Star per essere giudicati e ordinati in quella che sarà la classifica finale. Dopo Dario Tonani, Matteo Di Giulio e Barbara Baraldi, Minuti Contati è lieta di annunciare che la Guest del mese di luglio sarà uno dei suoi Campioni: Roberto Bommarito.
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antico
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Gruppo VUOTO: Lista racconti ammessi e vostre classifiche

Messaggio#1 » giovedì 23 luglio 2015, 4:05

VUOTO
 
Questo è il gruppo VUOTO della TWO DAYS Edition con guest star Roberto Bommarito. I primi QUATTRO racconti di questo raggruppamento avranno diritto alla pubblicazione immediata sul sito ed entreranno fra i finalisti che verranno valutati direttamente da Roberto. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verrano a loro volta ammessi alla vetrina del sito.
 
Ricordo che la composizione dei gruppi ha seguito il seguente criterio: il racconto con il megamalus è stato inserito a prescindere nel gruppo con 12 racconti, quello centrale (mio vezzo, per motici di simmetricità). Gli altri due racconti con malus sono stati inseriti nel primo e nel terzo gruppo sulla base dell'orario di consegna. Dopodichè ho inserito a giro dei gruppetti di racconti della prima serata e della seconda serata (basandomi sempre sugli orari di consegna). Infine ho controllato che ci fossero delle distribuzioni corrette nel rapporto prima/seconda serata interni ai gruppi e accortomi che nel gruppo PAROLE c'era un rapporto troppo divergente ho spostato il primo racconto della seconda serata in esso incluso nel gruppo da 12 spostando a sua volta da quel gruppo il primo racconto della prima serata. In caso di racconti postati nello stesso minuto ho dato la precedenza a quelli postati nella prima serata.
 
E ora vediamo i racconti ammessi a VUOTO:
(ho identificato con FD i racconti scritti sul tema FIGLI DIMENTICATI e con GS quelli scritti sul tema GENITORI SBAGLIATI, nel giudizio siete pregati di tenere conto del tema per il quale ogni racconto è stato scritto)
 
- (FD) Ogni ultima volta, di Christian Magrì, ore 01.03, 2868 caratteri 5 punti MALUS
- (FD) L’abito malva, di Alexandra Fischer, ore 22.19, 2856 caratteri
- (FD) Edo, di Barbara Comeles, ore 23.16, 2952 caratteri
- (GS) Rodriguez, di Maria Rosaria Del Ciello, ore 23.02, 2976 caratteri
- (GS) Stellaluce, di Raffaele Marra, ore 00.04, 2979 caratteri
- (FD) Un buon padre, di Roberto Romanelli, ore 23.45, 2467 caratteri
- (FD) Vecchio bastardo, di Fernando Nappo, ore 00.08, 2544 caratteri
- (GS) Giusti o sbagliati, di Alberto Priora, ore 00.52, 2967 caratteri
- (GS) La luna alta nel cielo, di Omaima Marfoq, ore 01.00, 2734 caratteri
- (FD) Operazione Urlo, di Francesco Nucera, ore 00.27, 2794 caratteri
- (FD) Lui, di Eleonora Rossetti, ore 00.51, 2930 caratteri
 
I malus sono stati da me assegnati a malincuore, ma le regole erano ben espresse ed è giusto farle rispettare, anche solo per pochi caratteri di sforo o una manciata di minuti di troppo per la consegna..
 
11 racconti dunque, avete tempo fino alle 23.59 di venerdì 31 luglio per commentarli tutti e postare le vostre classifiche, vi avverto che sarò fiscale e non accetterò classifiche postate anche solo alle 00.00 a meno che problemi improvvisi vi ostacolino all'ultimo, ma in quel caso gradisco essere avvertito, sapete come trovarmi ( e del resto avete solo 10 racconti a testa da commentare e un bel po’ di giorni per organizzarvi). Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale del raggruppamento.
 
Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti.
– 6 punti malus per chi commenta la metà dei racconti + 1
– 12 punti malus per chi non commenta i racconti o arriva a commentarne meno della metà + 1
Ha valore questo CONTATORE per il conteggio dei caratteri.
 
Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati, se noterò qualche sgarro procederò all’eliminazione. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli tread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata qui.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.
 
Detto questo: BUONA EDIZIONE A TUTTI!



alexandra.fischer
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Messaggio#2 » giovedì 23 luglio 2015, 22:20

Ciao, ecco i miei commenti e relativa classifica, complimenti a tutti:


OGNI ULTIMA VOLTA di Christian Magrì.
Come racconto è sicuramente interessante; si vede la vita di oggi scorrere nella fretta del protagonista Luca, deciso a diventare chef e dunque impegnatissimo nella prova davanti al grande Vito Lipari. Questo, pur con la mente costellata di separazioni (l’ultimo bacio, l’ultimo giorno di scuola, l’ultimo abbraccio del nonno). La prova gli va bene ma c’è l’incidente allo chef, che fa emergere la verità sull’amico del protagonista. Elio Lipari, infermiere tirocinante, dopo quindici anni di assenza rivedrà il padre, chef diabetico messo piuttosto male. Il finale andrebbe spiegato meglio: il protagonista, malore di Vito a parte, avrà il lavoro? (Lo hai fatto scappare dal ristorante senza specificarlo). Darei un’aggiustata ai dialoghi della prima parte (togliendo i punti esclamativi e mettendo delle virgole. Rileggi le frasi e vedrai che ci vogliono, anche nell’invocazione di aiuto).

EDO di Barbara Comeles
Nelle parole della tua protagonista, c’è tutto lo strazio di sentirsi rifiutati dal padre. Si intuisce che si tratta di una ragazza giovane, solare, ma con una ferita dentro, che l’insensibilità di Edo, padre naturale, sì, ma non padre nel cuore, non fa che rendere più dolorosa con il suo disinteresse verso di lei (la vincono i due fratellastri maschi). C’è anche la madre di lei, accantonata a favore di una moglie insopportabile, sì, ma comoda. Devi aggiustare alcuni particolari (mettere la telefonata in corsivo e virgolettata, quando a rispondere è il padre e aggiustare il testo facendo capire che la ragazza sta telefonando); stesso discorso per i dialoghi, metterei dei trattini per fare comprendere meglio al lettore che i due stanno parlando.

RODRIGUEZ di Maria Rosaria del Ciello
Nella tua storia nera c’è il disfacimento della famiglia Rodriguez e non solo per via dei rivali, i quali li spazzano via nel botto finale di un Capodanno che trasuda decadenza (l’hai resa molto bene nella descrizione della festa, con gli invitati paragonati a falene e descritti come attori di una mascherata macabra). Sunny è una donna torbida, che si è staccata da tempo dal marito Ramon per sedurre il genero (eppure continua la farsa del matrimonio, provando una fitta di malinconia per il tempo che fu). L’atmosfera ricorda quella di autori come Marquez o la Allende (bella l’immagine dei nipotini che ridono assistendo all’amplesso fra Sunny e il genero, fa capire cosa ne sarebbe stato delle nuove generazioni di Rodriguez. Toccante la disperazione finale di Ramon.

STELLALUCE di Raffaele Marra
Hai scritto una favola delicata, il cui punto di forza è la sorpresa finale. I personaggi sono molto ben resi. Nino e Laurita accolgono la piccola, abbandonata la sera di S. Giovanni dandole il nome di Stellaluce (sembra che la sua stella di nascita sia azzurra) e crescendola in modo semplice, in mezzo a una ventina di fratelli e sorelle (bambole). La madre torna dopo cinque anni ed è in odore di stregoneria (in effetti, c’è una simbologia arcana nella data del ritrovamento della piccola). L’arcano aleggia anche nella misteriosa stella azzurra che accompagna la bambina anche verso la sua nuova vita con la madre naturale (e anche la data dell’Immacolata non è scelta a caso: forse la madre ha cambiato vita?)

UN BUON PADRE di Roberto Romanelli
La tua storia è una riflessione sulla paternità in generale. Il tuo protagonista l’ho visto come Dio, che crea i suoi figli dando loro il libero arbitrio e soffrendo per i loro tradimenti, ma lasciando sempre una porta aperta per la riconciliazione. Non ne ha mai dimenticato nessuno e anzi sembra amare proprio quello meno riuscito, che torna come il Figliol Prodigo quando meno se lo aspetta. Questo, nella parte finale (dove si vede anche la solitudine del creatore del padre divino, che non ha conosciuto i genitori, dunque non parte da nessun modello di riferimento). La prima sembrava più quella del tipico padre scrittore (vista anche la metafora della storia cancellata dal foglio e dall’atteggiamento degli altri figli, traditori a loro volta del padre, che vorrebbero interdire).

UN VECCHIO BASTARDO di Fernando Nappo
Mi piace questo confronto padre –figlio. A quanto pare, non si sfugge dai figli anche se si è bastardi dentro, come si evince vedendo il padre, granitico nonostante la malattia e l’aspetto da maschera mortuaria che gli dai. La storia incuriosisce: come mai è scappato dalla moglie e dal figlio? Forse, anche loro non sono poi tanto angelici. Ci deve essere una grande ipocrisia (la si vede dalla capacità del figlio di fingersi amorevole con il padre fino a guadagnarsi il complimento dell’infermiere). L’insieme mi ricorda “Groviglio di vipere” di François Mauriac.
Refuso: matersasso per materasso

GIUSTI O SBAGLIATI di Alberto Priora
L’ambientazione della tua storia è molto orwelliana. Nel mondo che hai creato, infatti, sembra proprio che la specie umana continui in laboratorio e che i nuovi nati siano degli Alfa, sì, in un certo senso, ma con tutti i problemi della diversità (alieni, pur con un aspetto umano). Ammiro il coraggio dei due aspiranti genitori ma mi piace anche il burocrate, il quale, saggiamente, li avverte che saranno sempre sbagliati, da un certo punto di vista e giusti dall’altro. Hai reso molto bene la condizione di genitore. Bella l’immagine del burocrate con le dita allungate da ragno (metafora delle insidie della vita che aspettano il futuro figlio dei due, io l’ho vista così).

LA LUNA ALTA NEL CIELO di Omaima Marfoq
È una storia di paternità tragica. Il compleanno di Edoardo assume una piega funesta, perché è il giorno della perdita dell’innocenza; il padre lo inizia alla criminalità (c’è l’allusione a un omicidio da compiere) per pagare i propri debiti, che gli stanno anche rovinando il matrimonio. Sicuramente, è un 17 Agosto che segnerà per sempre il piccolo Edoardo (c’è più pietà nel criminale al quale il padre lo affida che nel genitore stesso).
Attenzione a: disse mamma entro breve, io scriverei: disse subito mamma.
A i cucina per in cucina.
A stà qua per sta qua.
Mi trascinarono dalla maglia, meglio: mi trascinarono per la maglia.

OPERAZIONE URLO di Francesco Nucera
I tuoi protagonisti hanno nomi da rapper molto grintosi: Marrakesch, J-Ax , Emis, Fedez e c’è anche un Moreno-Gino altrettanto coraggioso. La loro protesta con il bombing (la scritta “NO EXPO”) e anche il selfie di Moreno con il cassonetto che brucia postato su WhatsApp mostrano la loro volontà di far rivivere la loro zona, dimenticata nell’era del villaggio globale, simboleggiata dal grande e dispersivo Expo (io vedo così la loro protesta). Per loro, il quartiere di Grattasoglio è il nido, la casa, la famiglia. E appartiene a tutti, dagli universitari, agli iscritti ai Centri Sociali e a Casa Pound.
Refuso puscher per pusher
LUI di Eleonora Rossetti
Hai scritto una storia geniale. Dapprima, sembra di assistere al solito furto a casa dell’aspirante sindaco (bella la metafora: mobili-fantasmi che urlano cifre a quattro zeri) da parte di un ladro che è spigliato e sarcastico al punto da farsi amare dal lettore (è un tipo che si intende di elettronica e ha letto spy-stories). Il colpo allo stomaco è la refurtiva, che mostra il marcio nascosto nell’aspirante uomo politico di turno, uno stupratore seriale con il gusto del collezionismo. Fra le prede, c’è anche la madre del ladro, il quale, giustamente, decide di vendicarsi della vita distrutta da lei (depressione prima e cancro poi), confermando il detto: Tale padre e tale figlio. Insomma, una famiglia nera.
La mia classifica è:

LUI di Eleonora Rossetti

STELLALUCE di Raffaele Marra

GIUSTI O SBAGLIATI di Alberto Priora

UN VECCHIO BASTARDO di Fernando Nappo

OPERAZIONE URLO di Francesco Nucera

RODRIGUEZ di Maria Rosaria del Ciello

UN BUON PADRE di Roberto Romanelli

OGNI ULTIMA VOLTA di Christian Magrì

EDO di Barbara Comeles

LA LUNA ALTA NEL CIELO di Omaima Marfoq


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Vastatio
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Messaggio#3 » venerdì 24 luglio 2015, 21:59

– (FD) Ogni ultima volta
Ciao, ho apprezzato il richiamo alle "ultime volte" come momento cardine nella vita. Avrei preferito però una maggiore chiarezza nel finale.
Voluta o meno c'è l'allusione alla possibilità che il lavoro gli sia stato concesso solo per poter avere notizie del figlio che non vede da quindici anni e questo aggiunge un ulteriore tono "depresso" al racconto.
Tuttavia non si capisce bene come il padre abbia saputo che il figlio fosse amico del protagonista né, come mai, a lui non sia mai venuto il dubbio di una qualche parentela visto il cognome. Inoltre, al riguardo, è il padre che chiede notizie, quindi non si può propriamente dire che abbia "dimenticato" il figlio. Non dici se è stato abbandonato, hanno litigato o cosa. Anche inquadrare i vari eventi nella linea temporale mi è risultato difficile.


– (FD) L’abito malva
Ciao, ambientazione e atmosfera come quelle del tuo precedente racconto. La rassegnazione e il "dovere" si tagliano col coltello. Se sono riuscito a capire bene nel finale  il vestito che indossa Lorena è simile a quello della madre che aveva comprato insieme al padre. Tuttavia il finale che dovrebbe essere il punto forte richiamato dal titolo ha meno forza espressiva di quello che meriterebbe.



– (FD) Edo

Ciao, una prima parte serrata che riesce ben a trasmettere la sensazione di confusione e smarrimento della protagonista. I suoi timori e le sue paure. Tuttavia a metà racconto qualcosa si è spezzato. La frase come "come amanti clandestini" per quanto renda molto bene la situzione ha richiamato qualcosa che va contro un normale rapporto padre/figlia. Questo inconsciamente ha rovinato il ritmo che nel frattempo mi aveva coinvolto.
L'assenza degli indicatori di dialogo, forse spariti nel copia/incolla, appesantisce la comprensione e pesa nel finale. Sinceramente poi non sento il bisogno delle frasi del padre. In un monologo che è principalmente il riflesso dello stato psicologico della protagonista le parole "fisiche" del padre stonano.


– (GS) Rodriguez

Ciao, l'ultimo squarcio sulla decadenza di una famiglia criminale dove si ritrovano un po' tutti gli stereotipi che i film americani ci hanno insegnato al riguardo. E proprio come in un film la telecamera ci mostra il degrado della famiglia e la sua inevitabile fine. L'improvvisa esplosione però è tale solo per i Rodrigez perché al lettore la anticipi quasi subito e questo rovina un po' l'effetto. Si sa che almeno qualcuno morirà, ma la dissolutezza che descrivi non fa rammaricare per nessuno. Anche l'apparizione dei nipoti è troppo fugace per empatizzare con loro.   Non sono riuscito a capire se dovevo essere triste per la morte di una famiglia o contento per la sua epurazione (a cui succede comuqnue un'altra di uguale se non peggior stampo)

– (GS) Stellaluce

Ciao, uno dei racconti che mi è piaciuto di più per come sei riuscito a mantenere la sorpresa finale che poi è solo un'altra coltellata nel cuore del lettore. Una fiaba che scorre veloce e che alla fine ti fa dubitare anche della stessa esistenza di Stellaluce, perché io non so se sarei in grado di ridare alla madre che l'ha abbandonata in fasce,  la bambina che ho cresciuto per cinque anni e che ha portato la "luce" che mancava nella mia casa. Questo è l'unico punto debole che trovo nel racconto, non ci sono stati abbastanza elementi per farmi accettare questa scelta. Da questo punto di vista Stellaluce ha avuto realmente dei genitori sbagliati, sia prima che dopo.

– (FD) Vecchio bastardo

Ciao, non so se fosse voluto ma mi sono trovato a patteggiare per il "vecchio bastardo" piuttosto ch eper il figlio abbandonato. Per quanto possa essere più che comprensibile il livore del figlio che decide di attuare questa vendetta nei confronti del padre che ha abbandonato lui e la madre non ci sono indizi per odiare realmente il padre. Anzi lui è pienamente consapevole del perché ha fatto quella scelta. Non sembra pentirsene, e questo lo rende sicuramente un bastardo, ma... tale padre e tale figlio. tremila caratteri che volano senza intoppi.


– (GS) Giusti o sbagliati

Ciao, finalmente una declinazione un po' originale del tema. Lo spiegone finale stona un po' dopo tutta la parte dialogata iniziale. Frena il ritmo del racconto. Probabilmente volevi rallentare il racconto proprio per simulare la lettura dell'opuscolo e così ci riesci egregiamente. Non mi piace però il deus ex machina proveniente dallo spazio senza nemmeno rivelarsi. Forse spendendo qualche minuto in più saresti riuscito a trovare una soluzione meno debole. Bello lo scambio di battute sui soldi, ma messo come prima risposta rende meno credibile la loro idoneità al programma, rendendoli coerentemente al tema genitori sbagliati, ma facendo dubitare della bontà della scelta.



– (GS) La luna alta nel cielo

Ciao, sicuramente non c'è dubbio alcuno sull'attinenza al tema. Quello che invece non riesco a capire è la situazione attuale del protagonista. L'incipit ci viene proposto come un momento di rinascita e di liberazione, ma è improbabile che una esperienza del genere non abbia sconvolto per sempre la vita del bambino. In questo senso trovo il racconto incompleto. Da genitori sbagliati, che hanno messo il figlio su una strada sbagliata, lui come ne è uscito? Ma ne è veramente uscito o ha solo guadagnata la possibilità di scegliersi liberamente un nuovo datore di lavoro?


– (FD) Operazione Urlo

Ciao, per mia deformazione mentale non riesco a empatizzare con chi decide di compiere le proprie battaglie (giuste o meno che siano) deturpando i beni della comunità. Il racconto in sé funziona, mostrando uno spaccato della società moderna dove i figli dimenticati non appartengono necessariamente solo alla classe sociale meno abbiente e per attirare l'attenzione devono per forza urlarti in faccia. Il modo idiota con cui vengono scoperti è forse una delle parti che ho più apprezzato come specchio di quella innocenza/ignoranza che riduce il gesto veramente a uno sfogo di "bambini cresciuti"


– (FD) Lui

Ciao, un racconto che scivola via velocemente e che mi trova in disaccordo solo nella frase a effetto finale. Tale padre, tale figlio. Un po' fortino associare un ladro a uno stupratore seriale. Ladro che poi, a giudicare dalle parole usate per descrivere le sue azioni, sembrerebbe alle prime armi, o almeno a me trasmette questa sensazione. Più che figlio dimenticato però è un "mi sono dimenticato che a fare certe cose ci può scappare un figlio"

Classifica

1 (GS) Stellaluce
2 (FD) Vecchio bastardo
3 (FD) Lui
4 (GS) Giusti o sbagliati
5 (FD) Ogni ultima volta
6 (FD) Edo
7 (GS) La luna alta nel cielo
8 (FD) Operazione Urlo
9 (GS) Rodriguez
10 (FD) L’abito malva

alberto.priora
Messaggi: 23

Messaggio#4 » venerdì 24 luglio 2015, 22:27

Ecco qui la classicifa e, in ordine, i commenti.
Saluti a tutti

1 - (FD) Edo, di Barbara Comeles
2 - (GS) Stellaluce, di Raffaele Marra
3 - (GS) Rodriguez, di Maria Rosaria Del Ciello
4 - (FD) Vecchio bastardo, di Fernando Nappo
5 - (FD) Ogni ultima volta, di Christian Magrì
6 - (FD) L’abito malva, di Alexandra Fischer
7 - (FD) Un buon padre, di Roberto Romanelli
8 - (FD) Lui, di Eleonora Rossetti
9 - (FD) Operazione Urlo, di Francesco Nucera,
10 - (GS) La luna alta nel cielo, di Omaima Marfoq

Edo
Ciao. L’intensità del racconti mi è piaciuta molto. Quasi sempre riesce a essere davvero incisivo con pochi tratti, soprattutto quando fai trarre al lettore le conclusioni, meno quando la protagonista sembra “suggerirle” (anche se non ce ne è particolare bisogno. La sua confusione si sente già tutta.
Nulla da dire sulla dinamica dei fatti di una situazione che è molto comune (pure nella mia famiglia due generazioni in su!) e il tema è centrato.
Qualche appunto sulla forma. Togliere le “d” eufoniche, usare un po’ di più il punto e virgola (che dove è stato usato ci sta bene) e usare una forma diversa per i discorsi diretti riportati per non farli assomigliare ai pensieri.

Stellaluce
Ciao. Anche qui il tema è rispettato, con l'uso di sbagliato come "genitori non originali". La storia è semplice e si dipana senza intoppi e incontra una risoluzione che da un lato e logica, dall'altra crea abbastanza empatia per rimanere in mente. Anche se col senno di poi dovevo sospettarlo, il colpo di scena finale è la cosa migliore e alza di una spanna l'intero racconto.
Lo stile è un po' troppo aulico forse (quei tre paragrafi che iniziano con un "fu" non sono certo leggeri) e ne soffre un pochino il ritmo, che tende a essere troppo raccontato. Però la semplicità degli avvenimenti sono anche la forza del racconto e il tutto scorre bene.
Rodriguez
Ciao. Il tema c'è, anche se è usato in maniera tutto sommato un poco scontata come "pessimi genitori". Lo stesso si può dire per l'andamento della vicenda, che ricorda un telefilm di trafficanti americani con una serie di comportamenti e usi stereotipi (anche se è un dettaglio non so se è credibile che una famiglia così fiera di ispanici accetti cone genero un Charlie, che non sembra un nome ispanico - forse è solo un sofisma, ma mi stonava).
Però il modo in cui le cose sono raccontate (non so se qualche dialogo sarebbe stato un bene o un male visto che i caratteri disponibili sono così pochi) non solo rende bene l'idea, ma ha un ritmo di scrittura che va di pari passo all'ambientazione, quasi pulsa come la musica senza che sia necessario dirlo. L'eccitazione, la rabbia, la desolazione e il fatto di essere sbagliati sono resi vividi e incisivi la massimo.

Vecchio bastardo
Ciao. Il tema del figlio dimenticato c’è, anche se verte più su di un figlio “abbandonato”. Non sono convintissimo del risultato, forse perché la figura del figlio mi irrita un pochino (alla fine si rivela bastardo quanto il padre con tempo a disposizione che decide di usare male, ma non so se sia un effetti voluto nello scrivere il racconto) e forse il fatto che sia tutto basato su di un prolungato botta e risposta distrae.
Il ritmo non è male, le dinamiche chiare, ma mi sembra una costruzione un poco artificiosa attorno a un qualcosa che stenta a esserci
Varie
Matersasso (refuso); nè (refuso)

Ogni ultima volta
Ciao. All’inizio mi aveva lasciato un po’ perplesso, ma la seconda lettura mi ha permesso di capire i collegamenti che avevi preparato nella prima parte e che mi erano parsi all’inizio troppo sospesi. Il tema c’è ed è indovinato, anche se il velo di malinconia finale tende a perdersi ed è troppo coperto dal malore (problema comune di preparare molto nella parte iniziale e centrale e avere poco spazio alla fine; un po’ si vede) . Unico dubbio: da come il personaggio narrante cita il nome dell’amico sembra che non abbia mai fatto il collegamento. OK, che è un cognome comune, ma non ci ha mai pensato?
Devi però rivedere il modo di usare la punteggiatura, con quelle virgole messe (oppure omesse) un poco a casaccio. Ad esempio in “e affettano cipolle, alla velocità della luce.” Non ci deve stare e manca in “disse riportando la maglia sull’addome”. Da sistemare anche le maiuscole dopo il discorso diretto.
Orrendo o perlomeno pesantissimo (anche se corretto, ma ho dovuto controllare) quel  “Minuti interminabili scaddero al momento dell’iniezione”, anche perché mescola un esaurirsi dei minuti, quindi qualcosa che è trascorso, con il presente del “al momento”.
Racconto da perfezionare, ma comunque con una bella botta di riflessione.

L'abito Malva
Ciao. Temo che ci siano troppe forzature, non tanto per rientrare nel tema (anche se ci si sposta di una generazione, perché anche se di padre/figlia si tratta, il fatto che il protagonista sia una nipote pare rendere la cosa più distante e meno empatica). C’è la forzatura della malattia del cuore che mi pare una spada di Damocle che nessuno trascurerebbe (sarebbe più logico un tumore) e l’infarto che capita così troppo a proposito. Va bene che pare esserci l’elemento scatenante, anche se l’ho trovato poco chiaro con tutte quelle negazioni o quel “non ti conosco”. Anche i dettagli del pagamento (perché mai il nonno darebbe quei soldi?) avrebbero bisogno di chiarezza o l’arrabbiatura della ragazza che quasi se la prende con la tazzina della zia.
Corretta e abbastanza incisiva la forma.

Un buon padre
Ciao. Sono un poco spiazzato dal racconto. Anche rileggendolo non sono sicuro di dove vuole arrivare. Vuole svolgersi su vari livelli: uno più pratico (all’inizio pensavo che fosse una storia realistica), la parabola e poi passa al mistico o alla fantascienza, ma malgrado il lungo monologo alla fine non mi ha lasciato molto, forse anche perché tende a ripetere un unico concetto. Forse è stata una questione di tempo rimanente (poco) per far quadrare il tutto. Sul piano “parabola” si possono mettere molte cose da interpretare, ma non tutte mi filano (avrebbe un solo figlio perduto? È l’angelo caduto?). Non so. Anche la storia dei 6000 anni mi lascia perplesso; capisco da dove arrivi il concetto, ma prima era assente? I figli li aveva già fatti.
A livello di tema poi non è che si tratti proprio di un figlio dimenticato, perché ne parla fin troppo e mi pare che lo abbia sempre nei suoi pensieri.
Forse concettualmente puntava troppo in alto per quello che poi era possibile realizzare.

Lui
Ciao. Il tema è rispettato fino a un certo punto perché più che un figlio dimenticato è un figlio di cui non si aveva alcuna conoscenza. OK che la situazione è un po' particolare (e al limite del plausibile perché sarebbe uno stupratore seriale mai beccato da record), ma mi pare troppo labile.
La forzatura della coincidenza è la chiave di tutto il racconto ed è decisamente una forzatura. E' stato così attento da rimanere in giro per quasi trent'anni ed è così ingenuo da tenere tutto nella cassaforte di casa? Mah.
Anche se nella prima parte il racconto si trascina un poco, la parte finale lo risolleva e ha una sua netta incisività; di sicuro la parte migliore è questo contrappasso finale.

Operazione Urlo
Ciao. Ho il sospetto che dopo la partenza iniziale il racconto sia andato un po' per conto proprio. Innanzitutto il tema non lo trovo: dov'è il figlio dimenticato? Poi la logica che sta dietro alla missione è troppo labile e forzata: fanno tutto questo per attirare attenzione? Non solo fanno troppo poco, visto quello che accade nella cronaca reale la cosa rimarrebbe assolutamente non notata, ma nessuno sembra comportasi nella prima parte del racconto come se questo fosse il loro scopo, anche se si comportano ingenuamente (legge ad alta voce quando prima stava in silenzio?), non pare pianificato.  Altra cosa forzata è l'accostamento tra un militante centri sociali e uno di Casa Pound, temo che siamo in pura fantascienza. Non è scritto male, anche se si sofferma a descrivere troppi particolari e ha troppi personaggi in scena per riuscire a essere incisivo.
Varie: puscher (refuso) - Virgolettare i nomi dentro al discorso diretto (molto meglio il corsivo) non mi pare l'ideale.

La luna alta nel cielo
Ciao. Forse per il poco tempo, forse perché i racconti a volte tendono ad andare via per i fatti loro, ma ho trovato il risultato troppo confuso e con dei passaggi che non trovo logici. Il tema è rispettato, anche se sembra un solo genitore "sbagliato" (però non è un problema). Sono più un problema i salti narrativi, il passare continuo da una situazione all'altra che mi facevano pensare di aver saltato qualche riga. E poi i personaggi si muovono senza una logica chiara, appaiono e scompaiono, sfiorando l'assurdo; non mi riferisco tanto all'evento chiave di "dar via il figlio" che è proprio al limite del plausibile, ma a come avviene. Vanno armati? Il bambino col fucile? Non ha senso che diano questa prova di forza e poi il padre ceda così per debiti. Mi pare troppo forzato.
Anche il ritmo narrativo va a scatti, con troppi avverbi in mente (sarebbero da usare con maggiore parsimonia) e altre cose fuori posto (quell' "entro breve" o "trascinarono dalla maglia").

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eleonora.rossetti
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Messaggio#5 » lunedì 27 luglio 2015, 20:11

E' arrivato anche per me il momento tanto temuto, ovvero stilare la classifica. Rileggendo i miei commenti mi sono accorta di essere stata tanto "maestrina dalla penna rossa", ma vi assicuro, per me è come un "riflettere a voce alta" per capire chi mettere prima e chi dopo, perché sono tutti lavori di qualità. Ogni edizione sta diventando sempre più difficile da gestire e confesso di avere il grosso timore che un giorno dirò "no, non partecipo" non perché non ne ho tempo/voglia, ma perché andrò nel panico da classifica! XD

Quindi, ribadisco a tutti gli autori del gruppo i miei complimenti, dal primo all'ultimo. 
Detto questo mi addentro nella spinosa questione dei piazzamenti (argh!). Quindi, prima la classifica e poi i commenti in ordine sparso:

1. Stellaluce
2. Rodriguez
3. Giusti o sbagliati
4. Edo
5. Un buon padre
6. Vecchio bastardo
7. Operazione urlo
8. L'abito malva
9. Ogni ultima volta
10. La luna alta nel cielo


I commenti (in ordine sparso):

OGNI ULTIMA VOLTA
Ciao Christian. Il tema è rispettato, anche se solo in parte, perché il figlio qui non è dimenticato, quanto più “lontano dalla vista” ma di certo, da come ne parla il padre, non lontano dal cuore, tanto è (o meglio, è questo il sospetto che sovviene al lettore) che nomina assistente il protagonista forse per avere notizie del figlio, anche se di seconda mano. Sul finale avrei preferito anche io una maggiore incisività, o qualcosa che desse maggiore concretezza o risposte a questo dubbio.
Attenzione ai maiuscoli e alla punteggiatura, più volte ho fatto fatica a leggere in scioltezza.

L'ABITO MALVA
Ciao Alexandra. Se ho ben capito, hai inteso il tema “figli” come “legami di sangue/progenie” perché mi sembra d’intuire che il nonno abbia dimenticato la madre (visto che non ricorda neanche l’abito) ma non la nipote, in fondo (arriva sempre con un assegno). L’infarto che arriva “al momento giusto” è un po’ una forzatura in un finale a cui, a mio avviso, hai lasciato poco spazio, concedendo un po’ troppo respiro a tutta la fase di preambolo che hai descritto in precedenza. L’incontro, così “speciale” per entrambi anche se per motivi diversi (lei addirittura mette l’abito della madre, forse per vendetta? Per fargli venire i sensi di colpa?) viene strozzato mentre invece avrebbe meritato molto più spazio.
Nulla da dire sullo stile, sempre godibile da leggere come in qualsiasi tuo altro racconto. Alla prossima!

EDO
Ciao Barbara,
ammetto di avere un po’ faticato a seguire il discorso, soprattutto per la mancanza di una punteggiatura/formattazione (“” e corsivi) che mi permettessero di capire dove fossero i pensieri e i dialoghi. Come già suggerito da altri, c’è qualche imperfezione di forma, ma il tema è centrato.
Ho solo il dubbio su una frase:
“per uno che non mi ha voluta e che mi vuole incontrare solo perché… Perché?”
Quindi è il padre che la vuole incontrare? Quindi c’è pure un minimo interesse per lei, forse in base a questo il finale mi è sembrato un poco discostante dalla situazione iniziale, forse anche perché non capisco chi è a dire/pensare “E’ finita” (o se neanche è pensato). I comportamenti dell’uomo sembrano molto colmi d’imbarazzo (non la guarda mai, si offre comunque di dividere il suo cornetto), e non quelli di una persona che è sicura di sé e non vuole che la sua vita sia turbata da una figlia avuta da una precedente relazione (se così fosse stato, non avrei neanche incontrato la figlia, o avrei comunque imbastito un discorso che avrebbe eliminato ogni possibile futuro contatto). Forse per questo il finale con “tu non mi vuoi” mi sembra un pochino forzato. Ma questo può dipendere da un mio difetto di comprensione ^^”

RODRIGUEZ
Ciao Maria Rosaria,
un “bel” quadretto, nel senso che ce li presenti con la giusta crudezza, peccato per quello spoiler iniziale che mi guasta la suspence. I genitori (e i nonni) sono tutti sbagliati, è una famiglia che si regge solo sulle apparenze. Avrei preferito una sbirciata di più anche sui nipoti, che fanno una comparsa troppo rapida per poter empatizzare con loro e, quindi, rendermi maggiormente partecipe della loro morte (sono le poche anime “innocenti” nel quadretto, la loro morte nell’esplosione rende ancora più drammatica “l’ingiustizia” della vicenda). Anche Sunny: in effetti, il suo destino sembra quasi suggerire il concetto del “il karma gira per tutti”, mentre l’unico che si salva è Ramon, che esterno alle infedeltà sembra quasi “graziato” (anche se sopravvivere ai propri cari rimane sempre una condanna). Nel complesso, una prova niente male.

STELLALUCE
Ciao Raffaele,
hai scritto una storia molto dolce e delicata, il tono della narrazione si sposa bene con questa scelta. I genitori sbagliati sono due, gli adottivi (nel senso di “non naturali”) e la madre naturale che, però, ha dei trascorsi del tutto discutibili. Mi hai sorpreso con le bambole, mi dà l’idea che quella coppia non possa avere avuto figli e si sia circondata di “finti” figli a cui voler bene per sopperire la mancanza, cosa che ha reso un vero dono dal cielo l’arrivo di Stellaluce. Mi è un pochino stonato il fatto che l’affido sia stato dato così “velocemente”, dato che comunque è sempre difficile separarsi da una creatura che hai cresciuto per anni.
Occhio ai periodi lunghi tre o quattro righe, noto che lo fai spesso nei tuoi racconti; arrivare in fondo “con il fiato” a volte è arduo

UN BUON PADRE
Ciao Roberto,
una lunga riflessione, la tua, e ammetto che sono un po’ rimbalzata tra i concetti. Prima mi sembrava di aver a che fare con un umano (anche io ho pensato a uno scrittore, lo ammetto), e sul finale mi spiazzi. Forse una sorpresa poco annunciata che non mi colpisce come avrei voluto. Avrei preferito un po’ di fatti anziché un lungo monologo, ma è questione di gusti.
Sul tema, più che figlio dimenticato mi sembra “padre dimenticato”, perché comunque lui non lo dimentica (fa solo finta) e anzi, si fa in quattro a cercare di tirarlo dalla me**a in cui si è cacciato.
Buono lo stile, e belle le frasi “che si scelga il bidone” e quella del buco del c**o, sono d’effetto. :)

VECCHIO BASTARDO
Ciao Fernando. Una cruda vendetta di un figlio dimenticato (nel senso di abbandonato, madre compresa) che ha come obiettivo quello di rendere gli ultimi giorni/mesi del padre un autentico supplizio. Devo confessare che non ho provato molta empatia per il protagonista, anche perché alla fine si dimostra ancora più bastardo del genitore (ce l’hanno nella genetica, forse..?) e il fatto che non voglia neanche sentire le ragioni del padre mi fa un po’ parteggiare per quest’ultimo. Non so se era quello il tuo scopo, ma credo dipenda dalla sensibilità di chi legge. Magari era meglio dare qualche indizio in più per giustificare questo astio così profondo, a partire dalla condizione sua e della madre dopo l’abbandono.

Buono lo stile, i refusi che ho notato te li hanno segnalati poco sopra ;)

GIUSTI O SBAGLIATI
Ciao Alberto, ben trovato,
mi è piaciuto molto lo stile asciutto del dialogo, molto di meno l’enorme infodump che metti tra la metà del racconto e il finale. Ho intuito, come altri, che tu volessi mostrare l’opuscolo, ma se tutte quelle informazioni fossero trapelate dal dialogo sarebbe stato molto, molto meglio. Quella parte, purtroppo, tronca molto il buon ritmo che avevi finora impostato con quel botta e risposta che rendeva molto bene da un lato l’incertezza della coppia e dall’altro l’inflessibilità dell’esaminatore.
Il tema è rispettato e lo stile, a parte il difetto che ti ho segnalato, rimane bello graffiante, e la battuta finale dell’uomo del governo sembra il colpo d’ascia che dà la morale al racconto.

LA LUNA ALTA NEL CIELO
Ciao Omaima,
ho avuto un po’ di difficoltà a seguire il racconto. Si parte da una situazione in cui il protagonista (già grande immagino) fugge via da una vita che non vuole più, e da lì parte il flashback. Ho trovato strano che il bambino ricordi molti dettagli perlopiù insignificanti e non ricordi, in questo frangente, i discorsi tra padre e madre (se urlano, è impossibile non sentire le parole, e i momenti in cui i genitori litigano sono quelli meglio ricordati perché si prova paura e tensione in quel momento. Inoltre il protagonista all’epoca aveva undici anni, a quell’età la memoria è ben sviluppata, figurarsi l’udito 😉 ). Quindi rimango disorientata sul cosa sta succedendo, perché non lasci indizi sufficienti a capire la conclusione, non c’è nulla che dia quel quid che poi, a fine lettura, riesco a collegare coerentemente dando un senso di pienezza al racconto. Quando arrivo alla conclusione finale in cui il padre dà letteralmente il figlio come merce di scambio per saldare i debiti… ecco, è una situazione un po’ difficile da digerire, nel senso che siamo ai limiti del plausibile concedere il figlio (che non ha alcun addestramento, figurarsi tenere in mano un fucile) come “sicario a cottimo” per compiere un omicidio.
Sei migliorato dalla prima volta che hai scritto a Minuti contati e su questo non ci piove, ma in questo racconto la logica scivola via troppo per poter essere soddisfacente.

OPERAZIONE URLO
Ciao Francesco,
il racconto è scritto molto bene, com’è nel tuo stile, ma mi ha lasciato perplessa. Premesso che anche io sono contraria al deturpamento dei beni comuni per attirare l’attenzione, qualunque sia il motivo che li spinge a farlo… non è un po’ un controsenso “distruggere” di più per far vedere com’è conciato il quartiere?
Notizie come i casi di wall-writing passano in secondo piano molto in fretta, il degrado della periferia magari può dare una scossa ai giornali locali, ma di sicuro non sensibilizza l’opinione pubblica né, temo, quello delle amministrazioni, a parte il fastidio di dover riverniciare (sempre se lo fanno) i palazzi deturpati dalle scritte. Non sto dicendo che il racconto non mi sia piaciuto, perché si legge molto bene, e mi ha preso fino all’ultimo, solo che man mano che leggevo cercavo di capire dove volevi andare a parare, per il ragionamento di cui sopra. Ho inteso il tema e, per come l’hai voluto esprimere, è rispettato (i figli dimenticati sono gli abitanti di una periferia allo “sbando”) ma forse sono i fatti narrati che stridono con quanto vuoi esprimere. Forse, sai cosa? Se anziché il messaggio di WhatsApp non fosse stato un caso isolato e casuale ma “voluto” (Cioè se TUTTI si fossero fatti il selfie) forse la notizia avrebbe fatto più scalpore. E quindi maggiore attenzione da parte dei media, curiosi di una cosa così “strana”. IMHO eh!
Uccidi scrivendo.

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maria rosaria
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Messaggio#6 » martedì 28 luglio 2015, 19:45

È la prima volta che mi cimento in un contest di Minuti Contati e che mi trovo a dover valutare racconti di altri.
Perdonate quindi se qualche mio giudizio striderà con quelle che erano le vostre intenzioni narrative.
Ho letto e riletto i racconti e la mia classifica si è basata sulla valutazione di alcuni fattori: aderenza al tema fissato, originalità dell’idea, scorrevolezza nella lettura, caratterizzazione dei personaggi e scelte stilistiche, impatto emotivo.
Ecco di seguito la mia classifica e i commenti ai singoli racconti.
1) Stellaluce (GS)
2) Lui (FD)
3) Giusti o sbagliati (GS)
4) Vecchio bastardo (FD)
5) L’abito malva (FD)
6) Un buon padre (FD)
7) Operazione urlo (FD)
8) Ogni ultima volta (FD)
9) Edo (FD)
10) La luna alta nel cielo (GS)

Ogni ultima volta

di Christian Magrì
L’idea di “ultima volta” mi ha colpito positivamente. Quello che non mi è piaciuto molto di questo racconto è stato il finale un po’ freddo, quasi monco. Avrei avuto piacere di sapere qualcosa di più di questo padre e di questo figlio “dimenticato” anche se mi rendo conto che tremila battute sono poche per poter esaudire la curiosità insaziabile di noi lettori.
Ho trovato stridente anche l’uso di alcuni tempi verbali all’inizio.
Per esempio: “mi ritrovavo seduto […] Poteva essere il mio ultimo giorno […]” e poi passi al passato remoto: “Questo mi coinvolse talmente”.
Avrei usato: “Questo mi coinvolgeva coì tanto che […]”.

L’ABITO MALVA
di Alexandra Fischer

Sebbene non abbia trovato l’idea particolarmente originale (un padre indifferente alla figlia e di riflesso un nonno odiato dalla nipote) ho apprezzato molto questo racconto per lo stile con cui è scritto. A volte le storie che raccontiamo sono già state dette. Sta poi a chi le scrive farle vivere al lettore con la giusta vividezza. E Alexandra c’è riuscita. Ho visto le scene, ha caratterizzato bene i personaggi, seppur nel breve spazio concesso dalle battute.
Nella lettura tutto è scivolato via senza intoppi, e questo è senza dubbio un pregio.

EDO

di Barbara Comeles
Anche in questo caso il tema, seppur rispettato, non ha brillato per originalità. Anche qui abbiamo un padre “cattivo”, un personaggio negativo che ha lasciato la moglie e la figlia.
Uno stile originale è sicuramente un punto di forza di un racconto e qui ho apprezzato la scelta (spero voluta) di far fluire i dialoghi senza punteggiatura in maniera indistinta rispetto al narrato. Una scelta coraggiosa che ha dato un po’ di personalità a una storia che, purtroppo, non ho trovato particolarmente avvincente.

Stellaluce
di Raffaele Marra
Un racconto che ho apprezzato moltissimo.
Impeccabile ed equilibrato, lo scritto scorrevole, mai banale, ci accompagna in una storia tenera e allo stesso tempo drammatica. Il desiderio di un figlio, il suo arrivo inaspettato, la sua crescita e poi l’andata via con la madre naturale, tutto narrato con profonda delicatezza e sensibilità.
Un finale inaspettato ci fa concludere, con una tenerissima metafora, che i veri genitori sono coloro che ci aiutano a crescere, anche fossimo solo bambole di pezza.
Un tema attuale, rivisitato in forma di fiaba.
Complimenti!

UN BUON PADRE

di Roberto Romanello
Anche in questo racconto un finale a sorpresa ha aggiunto piacere a quello che già la lettura iniziale mi aveva procurato.
Il flusso di coscienza di un padre che si pone gli interrogativi che qualsiasi genitore amorevole e scrupoloso si pone.
Unico appunto: il tema (Figli dimenticati) non mi è sembrato del tutto centrato, visto che i figli del racconto non sembrano affatto dimenticati. Anzi.

VECCHIO BASTARDO
di Fernando Nappo
Anche qui un padre “cattivo” ha lasciato moglie e figli. Idea non originalissima che sembra ripetersi per questo tema dei Figli Dimenticati.
Ad ogni modo il racconto è scritto molto bene, anche qui la lettura corre via senza intoppi, le scene sono ben descritte, così come pure i personaggi.
C’è poi un crescendo di tensione che hai saputo creare e che mi ha fatto a un certo punto pensare: “e ora che accadrà al povero vecchio?”.
Eh sì, perché alla fine questo padre, malato, in un letto di ospedale a me ha fatto un po’ pena.

GIUSTI O SBAGLIATI

di Alberto Priora
Siccome trovo che scrivere di fantascienza sia molto complicato, ho apprezzato tantissimo il declinare in forma fantascientifica il tema dei Genitori Sbagliati. L’idea l’ho trovata una delle più originali tra tutti i racconti del gruppo.
Anche la descrizione delle scene è viva, forse un po’ meno quella dei personaggi.
Mi sono un po’ rallentata nella lettura verso il finale quando ti soffermi a spiegare i motivi delle scelte di questo nuovo tipo di procreazione. Chissà, forse, avendo a disposizione un maggior numero di battute si poteva risolvere inserendo altri dialoghi e rendere tutto più fluido. Non so. È solo un’impressione.
Comunque il racconto nel complesso è molto interessante.

LA LUNA ALTA NEL CIELO
di Omaima Marfoq

Sicuramente la storia, l’idea alla base del racconto è attinente al tema dei Genitori Sbagliati. Qui abbiamo addirittura un padre che salda i suoi debiti utilizzando il proprio figlio e lo inizia alla vita criminale. Tema forte.
L’idea non è per niente male se non fosse che avresti potuto curare di più l’ambientazione e la caratterizzazione dei personaggi. Faccio un esempio.
Tu scrivi: “… quando una chiamata attirò la mia attenzione. Mamma rispose al telefono e le parole che riuscii a sentire furono: - Sei già di ritorno?...Va bene, vuole venire anche Edoardo...”
Io l’avrei scritta così:
“… quando il telefono squillò.
- Sei già di ritorno?...Va bene, vuole venire anche Edoardo... – rispose la mamma e nel tono di voce percepii rabbia e disperazione”.
Chiaro che è solo un esempio, se ne possono trovare sicuramente di migliori, ma solo per dire di come avrei impostato la scrittura.
Ci sono, inoltre, un po’ di refusi qua e là (apparentemete, i cucina, uscivavamo).

Operazione Urlo
di Francesco Nucera
Ciao, Francesco.
Il tuo è uno spaccato di vita giovanile in periferia. L’idea non è male, anche se il tema dei Figli Dimenticati l’ho trovato un po’ tirato. A meno che vogliamo definire come Figli un’intera parte di società, e allora ci può anche stare.
A parte queste finezze di significato il racconto mi è piaciuto. Mi è piaciuta la caratterizzazione dei ragazzi, un po’ rapper un po’ naif , che sognano di cambiare le cose imbrattando muri o bruciando cassonetti.
Un appunto che però è solo una mia impressione: ho trovato il racconto compresso soprattutto nella seconda parte. Mentre nella prima metà del racconto si riescono a leggere e visualizzare bene le scene, nella seconda parte questo c’è meno e la lettura perde di piacere. Ma è solo una mia personale impressione.

LUI
di Eleonora Rossetti
Ottimo racconto.
Il tema è perfettamente centrato e l’idea mi è piaciuta molto. Il genitore qui è un cattivo con la C maiuscola e la vendetta del figlio altrettanto spietata.
La lettura scorre senza intoppi, il ritmo delle frasi azzeccato, cosa posso dire di più?
Forse a rileggerlo bene c’è un uso abbondante dei “che”. Ma chiaro che è una finezza stilistica.
Ti faccio un esempio.
“Arraffo tutto quello che posso dal salotto” poteva essere:
“Arraffo tutto il possibile dal salotto”.
“Con il gioiellino elettronico che ho arraffato al mercato nero” poteva essere:
“Con il gioiellino elettronico arraffato al mercato nero”.
Ce n’è qualche altro e noterai che eliminando il “che” si riesce anche a risparmiare battute.
Detto ciò, ho apprezzato moltissimo il racconto. Complimenti!





Maria Rosaria

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raffaele.marra
Messaggi: 397

Messaggio#7 » giovedì 30 luglio 2015, 8:53

Ecco i miei commenti e la classifica. Complimenti a tutti e alla prossima!

 

1° - LUI – Eleonora Rossetti

Un racconto gestito con buona maestria, intelligente e misurato, nonostante l’intensità della vicenda narrata. Notevole la capacità con cui la verità viene a galla in una sorpresa pre-finale che dà maggiore gusto al tutto. Lo stile è sobrio e asciutto, perfettamente funzionale alla storia. Molto originale la trama e sicuramente coerente con il tema del mese.

 

2° - GIUSTI O SBAGLIATI – Alberto Priora

Decisamente originale e sorprendente, questo racconto che parla di futuro e supera i limiti del pianeta con intelligenza e maestria. Ottima la sorpresa degli alieni, sicuramente ben celata nella prima parte del racconto che, invece, si sviluppa in un crescendo ben dosato e perfettamente funzionale alla rivelazione finale. Lo stile è duplice: dai dialoghi ben descritti e avvincenti della prima parte si passa ad una spiegazione necessaria nella seconda parte dove, sebbene il ritmo rallenti un po’ proprio per questa variazione stilistica, è assolutamente ben gestito il chiarimento della vicenda con tutta la sorpresa che in essa era nascosta.

 

3° - UN BUON PADRE – Roberto Romanelli

Un lungo monologo che si sviluppa come un sincero flusso di coscienza, un cinico sfogo di un uomo disincantato ma non del tutto rassegnato. Ottimo il finale a sorpresa che rivela, o per lo meno suggerisce l’identità del protagonista, elevando notevolmente il livello della storia e dimostrando, proprio nel contrasto tra la divinità del personaggio e la prosaicità dei suoi pensieri l’originalità del pezzo.

 

4° - VECCHIO BASTARDO – Fernando Nappo

Diretto e schietto, senza ipocrisie e buonismi, senza censure e ripensamenti. Un ottimo racconto che ha il coraggio di portare fino in fondo (e oltre) un concetto scomodo e terribile senza cercare in qualche modo di salvare il mondo con un lieto fine che avrebbe precipitato vorticosamente la qualità della vicenda. Invece il bello di questo racconto è proprio nella coerenza di un sentimento negativo, perfettamente trasmesso al lettore e ancora più terribile perché non se ne conoscono le vere motivazioni. Complimenti.

 

 

5° - RODRIGUEZ – M. R. Del Ciello

L’aspetto migliore di questo racconto è certamente nell’ambientazione che a me ha fatto venire in mente il cinema di Quentin Tarantino; e per ambientazione non mi riferisco solo all’insieme di luoghi, colori e odori che peraltro descrivi in maniera molto efficace, ma soprattutto al complesso di personaggi con la relativa dubbia moralità e il senso di decadenza che sembra non risparmiare nessuno. Ho qualche difficoltà a trovare una piena adesione al tema del contest. Comunque si tratta di un bel racconto.

 

6° - OPERAZIONE URLO – F. Nucera

Un racconto che con un inizio molto originale incuriosisce e diverte. Poi “il silenzio riportò Gino alla realtà” è una frase di grandissimo effetto: l’atmosfera cambia, i protagonisti no. Il resto del racconto assume un sapore amaro e attuale, andando a sfociare in una declinazione un po’ “allegorica” del tema del mese che trovo intelligente e coraggiosa.

 

7° - EDO – Barbara Comeles

Ciò che rimane di questo racconto è la carica emotiva che nasce, si evolve e si trasforma in una profonda amarezza che permane dopo la fine del racconto. La storia, in sé, non ha uno sviluppo originale né presenta alcuna sorpresa o alcun colpo di scena. Ma forse è proprio questa linearità crudele e inesorabile ad aumentare il senso di tristezza e di delusione che il testo vuole trasmettere.

 

8° - OGNI ULTIMA VOLTA – Christian Magrì

Incuriosisce molto durante lo sviluppo della vicenda, probabilmente perché sia come ambientazione che come trama risulta essere piuttosto originale e per nulla prevedibile. Ho dei dubbi sullo stile, un po’ “indefinito”, caratterizzato da una punteggiatura e da tempi verbali che, a mio parere, non favoriscono né lo scorrere del testo né la completa partecipazione emotiva del lettore con quanto accade al protagonista.

 

9° - L’ABITO MALVA – Alexandra Fischer

C’è qualcosa da rivedere in questo racconto, credo si tratti di una serie di cose di minima entità, ma la cui somma genera una sorta di dubbio generale che non permette di apprezzare il testo in pieno. Mi riferisco, ad esempio, alle protagoniste di cui una dovrebbe essere quella legata al tema, ma l’altra risulta essere più “centrale” e più “importante” nella narrazione. Mi riferisco anche all’accenno all’abito malva che, per dare titolo al racconto, risulta essere troppo marginale nella storia. Ho invece apprezzato nei primi righi la capacità di usare i colori per descrivere la scena. Quest’ultima caratteristica fa parte, credo, del tuo stile che ho trovato sicuramente buono e capace di mantenere in vita un racconto che, come dicevo, non convince del tutto.

 

10° - LA LUNA ALTA NEL CIELO – Omaima Marfoq

Un racconto che non convince in pieno nonostante una sorpresa finale che salva un po’ la qualità generale della vicenda. Ma restano comunque una serie di passi che andrebbero spiegati. A rileggerlo, credo che abbia preso il sopravvento la voglia di stupire rispetto all’esigenza di mettere su una storia credibile in ogni suo aspetto. Da rivedere anche lo stile, direi, un po’ frettoloso e impreciso, poco avvincente insomma.

 

 

Fernando Nappo
Messaggi: 584

Messaggio#8 » giovedì 30 luglio 2015, 17:47

E' stata dura, ma ecco la mia classifica con allegati commenti. Complimenti a tutti.

1° – (GS) Giusti o sbagliati, di Alberto Priora
Bel racconto di social sf, che centra il tema con un’idea diversa dalle altre lette finora.
Iinterpreto: qualcuno ci osserva - da chissà quanto tempo - e quando s’accorge che la specie umana è sull’orlo del tracollo e incapace di salvarsi da sola, spedisce le ‘istruzioni’. A noi decidere se cambiare o morire. Chi accetta e chi no, come sempre quando si paventa un cambiamento epocale.
Ti dirò, ce ne sarebbe a sufficienza per tirarne fuori un racconto lungo o anche un romanzo, perché no.
Lo spiegone finale rallenta il ritmo, come ti hanno già fatto notare.
A proposito: ma il ragno allo specchio all’inizio del racconto fa le flessioni?
Scusa, non ho resistito. Una vecchia e stupida battuta dei tempi di scuola.

2° - (GS) Stellaluce, di Raffaele Marra
Bel racconto dai risvolti fiabeschi, che punta più su atmosfera e sensazioni che non sul ritmo. Il tema mi pare centrato. Notevole la sorpresa finale delle bambole che mette sotto una nuova luce i due vecchi. Trovo però difficile credere che i due mollino la bimba cresciuta per anni a una sconosciuta che si presenta alla porta senza opporre la minima resistenza.
Ottimo lo stile, forse solo un filo pesante.

3° – (GS) Rodriguez, di Maria Rosaria Del Ciello
Il tema mi pare centrato, sia che si pensi che Ramon e Sunny sono da considerare pessimi genitori in quanto trafficanti di droga, si che si pensi alla sola Sunny, capace di sedurre il genero.
Ottimo il ritmo del racconto, fila molto bene, peccato per lo spoiler iniziale. Al contrario di altri trovo la fugace apparizione dei ragazzini adeguata, non credo si debba necessariamente empatizzare con qualunque personaggio, tanto più se si tratta solo di una comparsa.
Ambientazione forse un po’ sterotipata, ma comunque resa molto bene.

4° – (FD) Lui, di Eleonora Rossetti
Il racconto colpisce il bersaglio, ma, a mio modestissimo parere, non in pieno centro.
L’idea di base è sicuramente più originale di quella che sembra essere stata la più sfruttata (il padre che abbandona il figlio), però, pur se ben articolata nello sviluppo, mi pare basata su coincidenze che suonano un po’ forzate. Ti dirò, quando il protagonista ha aperto la cassaforte e ha trovato i ritagli mi sono ritrovato a pensare: come minimo scopre d’essere figlio del sindaco. Certo, il fatto di dover seguire un tema un po’ scopre le carte. A parte questo, mi pare ben scritto.

5° – (FD) Ogni ultima volta, di Christian Magrì
Il tema è centrato, ma l’ho trovato un po’ difficile da seguire anche perché il protagonista del racconto nel finale finisce in secondo piano cedendo la scena allo chef. La scena tra l’altro fa nascere il sospetto che l’assunzione di Luca sia subordinata al desiderio dell’uomo di utilizzarlo come informatore riguardo al figlio.
Qualche problema con la punteggiatura e i dialoghi che ti hanno già sgnalato.

6° – (FD) Operazione Urlo, di Francesco Nucera
Ciao Francesco, l’inizio del tuo racconto è spumeggiante e coinvolgente, però per trovare l’aderenza al tema ho dovuto rileggerlo un paio di volte. Peraltro, una volta capito il meccanismo, si fa apprezzare l’idea dei ragazzi come figli dimenticati della società, diversa da tutte le altre lette finora.
Nonostante questo il racconto mi ha coinvolto poco, forse perché l’azione compiuta dai ragazzi non mi sembra sufficientemente incisiva e di portata tale da poter smuovre le coscienze di alcuno.

7° – (FD) Edo, di Barbara Comeles
L’idea dell’incontro tra padre e figlio non è originalissima (ne so qualcosa, l’ho usata anch’io), ma il tema è centrato.
Esprimo un dubbio di congruenza per il fatto che il padre all’inizio del racconto viene descritto come interessato a incontrare la figlia, mentre nel finale la protagonista conclude dicendo che lui chiede, non si informa, insomma non la vuole.
Originale l’idea di non distinguere i dialoghi dal narrato. Un po’ stile... non mi ricordo chi, ma m’è già capitato di leggere un romanzo in cui i dialoghi sono gestiti in maniera simile.

8° – (FD) L’abito malva, di Alexandra Fischer
Devo ammettere che il salto generazionale mi ha costretto a rileggere il racconto, pensando d’essermi perso qualche passaggio. Poi ho capito, se ho ben capito, che il nonno foraggia Lorena per senso di colpa, perché suo figlio - il padre di Lorena - l’ha abbandonata.
Inoltre, non avevo realizzato che l’incontro fra il nonno e Lorena fosse il loro primo de visu, forse perché m’ero figurato che i due si incontrassero già con regolarità ogni ventuno di dicembre, per via dei soldi.
Il colpo al nonno, giusto nel finale, appare un po’ forzato. Ma gli è venuto perché ha visto l’abito malva? Lorena l’ha fatto apposta sperando che finisse proprio così?

9° – (FD) Un buon padre, di Roberto Romanelli
Ciao Roberto, trovo difficile giudicare il tuo racconto. Non vedo una trana, una vicenda da seguire. Mi sembra più che altro un lungo ragionamento a tratti piuttosto ingarbugliato e difficile da seguire.
La frase “Quando, sbattendo la porta, ti ha insultato in modi che avrebbero imbarazzato un rinoceronte?” mi ha fatto storcere il naso, m’è parsa un po’ ridicola e, scusa se mi permetto, involontariamente comica.
La sorpresa il finale porta ilracconto su un diverso livello: chi è veramente il narratore? Non Dio, credo, che 6000 anni sono pochini per l’apparizione del suo primo figlio sulla terra. Perciò, chi sarà mai?
Forse le ultime tre righe contengono un embrione di idea che, se ben sviluppata potrebbe risultare molto interessante.

10° – (GS) La luna alta nel cielo, di Omaima Marfoq
Il tema è senza dubbio centrato, però l’idea su cui si basa il racconto mi pare poco verosimile. Si può accettare l’idea che un padre snaturato usi il figlio come merce di scambio, ma temo che il creditore, tanto più visto il tipo di lavoro di cui si parla, non lo troverebbe una forma di pagamento congrua. Un ragazzino appena undicenne e quindi, si suppone, inesperto e poco pratico con armi, da istruire e trasformare in killer a pagamento: un impegno di anni. Mi pare un pagamento poco conveniente. A meno che Edoardo non sia in qualche modo già introdotto nell’ambiente; ma questo non mi pare traspaia dal racconto.
Diversi errori di battitura.

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ceranu
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Messaggio#9 » giovedì 30 luglio 2015, 22:44

Commenti

Ogni ultima volta di Christian Magrì

Ciao Christian, benvenuto a Minuti Contati.
C'è qualche sbavatura sui dialoghi, fai attenzione alle maiuscole nel virgolettato. Ricorda che i tre punti sono appunto tre, né due né quattro. Ma lo stile è buono e corretto.
La trama mi lascia un po' perplesso; passi il fatto che non sapesse che quello per cui lavorava era il padre del suo amico, ma non può non aver mai associato i due cognomi. Facci capire che l'aveva pensato decine di volte, ma che si sentiva uno stupido nel pensarlo. Non ho nemmeno capito come lo chef potesse sapere della loro “superficiale” amicizia.
Non lo so, nel complesso il racconto non mi convince.
Ciao e alla prossima.

L'abito malva di Alexandra Fischer

Ciao Alexandra.
Racconto poco equilibrato, hai abusato degli aggettivi e nelle descrizioni lasciando poco spazio al finale. Questo regala al lettore una prima parte in cui può vedere ogni minimo dettaglio, rendendo però frettoloso e poco chiaro il finale. La storia non è molto avvincente anche perché la protagonista risulta egoista e un po' viziata. Non c'è traccia di un suo tentativo di instaurare un rapporto con il vecchio, anzi si lamenta per la sua visita annuale.
Dal punto di vista stilistico hai fatto un balzo in avanti. Le frasi sono godibili e comprensibili.
Ciao

Edo di Barbara Comeles

Ciao Barbara, piacere di conoscerti.
Storia interessante in cui chiunque può dare un'interpretazione.
Io ci ho visto parecchio egoismo da parte della protagonista che fa in modo di incontrare il padre naturale per poi non dargli modo di approfondire il rapporto. Tutto coerente se la ragazza è giovane e quindi vive in un mondo fatto di cose dovute. L'unica imperfezione da questo lato è la frase in cui lui dice di faticare ad avere relazioni stabili e poi dice di avere una moglie e due figli; questa io la definirei una relazione stabile.
Sul piano stilistico ci sono un paio di cose che non mi tornano. La prima frase è al passato, poi tutto è al presente. Non lo so, non mi convince.
La mancanza di punteggiatura rallenta un po' la lettura, non vedo perché ometterla.
Pregio del racconto è l'intensità dei sentimenti della protagonista.
Ciao e alla prossima.

Rodriguez, di Maria R. Del Ciello

Ciao Maria.
Partiamo da una cosa che non mi è piaciuta. Non capisco perché scrivere una storia del genere usando tutti gli stereotipi già abusati. La famiglia di immigrati latini che si dedicano allo spaccio è troppo classica. Per quello che hai scritto nel racconto potevi chiamarla tranquillamente Fam. Nucera e tutto sarebbe rimasto coerente. A tratti ricordava i miei pranzi in famiglia. Non sarebbe cambiato molto, ma almeno non avrebbe richiamato immediatamente alla memoria i telefilm.
Detto questo hai un ottimo stile e una totale padronanza. Non ho nulla da segnalarti se non la mancanza di originalità.
Ciao e alla prossima.

Stellaluce, di Raffaele Marra

Ciao Raffaele, era molto che non ci incontravamo.
Racconto scritto benissimo. Lo stile scelto si sposa alla perfezione con il narrato. È una fiaba buia che mi è piaciuta molto. Ho apprezzato in maniera particolare l'ambientazione e i protagonisti. Pisticci e la famiglia del mezzadro mi hanno fatto vivere ogni momento.
Però una cosa negativa te la devo dire (devo giustificare il commento). Il colpo di scena finale mi ha indispettito. Sono andato a rileggere la parte prima e non c'è nessun segnale che quelli non fossero bambini, ma pupazzi. Te ne ho già parlato in passato, il colpo di scena deve cogliere impreparato il lettore, ma questo non si deve sentire preso in giro, deve avere gli elementi per giustificare tutto.
Ottima prova, bravo.
Ciao e alla prossima.

Un buon padre, di Roberto Romanelli

Ciao Roberto, piacere di leggerti.
Un lungo monologo di Dio (che dovrebbe avere qualche anno in più) non è di certo una novità. Usi la parabola del figliol prodigo, ma lo fai slegandola dal contesto.
Il pensiero di Dio è molto forte, usa termini che probabilmente dovrebbero umanizzarlo, ma lo fanno male. Manca completamente l'ambientazione, il contesto e gli eventi. È un racconto che non necessitava di Dio, anzi questa cosa lo fa slittare in basso.
Per parlare di Lui avresti dovuto essere più ironico.
A rileggerci.

Vecchio bastardo, di Fernando Nappo

Ciao Fernando.
Stile ottimo e buona idea. Forse manca qualcosa che scuota il lettore. Parti imbastardito e così finisci. Magari potevi far dare un colpo di coda al bastardo, che così avrebbe destabilizzato il figlio e avrebbe reso più interessante la lettura, ma già così è un buon lavoro. C'è qualche refuso, ma nel complesso è un buon lavoro. Bella l'immagine dell'infermiera che si congratula con lui. Poco credibile il fatto che il padre non chieda ai medici di bloccare le visite, ma forse a lui non dispiaceva così tanto avere il figlio lì.
Ciao e alla prossima.

Giusti o sbagliati,di Alberto Priora

Ciao Alberto.
Il problema delle nascite è stato affrontato più volte anche su MC, ma almeno la tua declinazione è originale. Sicuramente manca lo spazio per poter dire tutto quello che serve. Parli di figli alieni, ma non sappiamo quanto lo siano. Immagino tanto, altrimenti non capisco come la gente possa distinguerli dai pochi veri. Altra cosa poco chiara è come l'uomo sia arrivato alla totale sterilità, ma non importa, è così e basta.
Sono certo che in uno spazio più ampio il tuo sarebbe stato un buon racconto, così manca un po', tanto che sei ricorso a un grosso infodump finale che lo penalizza un po'.
Ciao e alla prossima

La luna alta nel cielo, di Omaima Marfoq

Ciao.
La storia è interessante e “bastarda” al punto giusto, ma l'esecuzione non è all'altezza dell'intuizione.
Ci sono dei passaggi di difficile intuizione e l'impressione è che tu abbia cambiato rotta mentre scrivevi. Per esempio: prima parli del fatto che il ragazzo deve andare fuori con il padre, poi il cellulare squilla e dopo il ragazzo dice che non sapeva molto del lavoro del padre. Secondo me qui sei saltata da un ragionamento all'altro senza molto senso.
Purtroppo, sebbene abbia apprezzato l'idea, non posso giudicare bene il racconto. Mi dispiace e spero di rileggere presto qualcosa di tuo.
Ciao

Lui, di Eleonora Rossetti

Ciao Eleonora, piacere di rincontrarti.
Il racconto è carino. Mentre lo leggevo cercavo di intuire dove andassi a parare e tu sei andata da un'altra parte. Pensavo che avesse scoperto un serial killer, invece era uno stupratore seriale. Quindi sei riuscita a spiazzarmi positivamente. Il racconto è scritto bene, e mi è piaciuto. L'unico appunto che mi sento di farti e sul finale. A mio parere l'ultimo paragrafo è inutile, la storia sarebbe andata bene comunque. Ma non posso dire che questo sia un vero difetto, perché non cambia il risultato.
Ciao e alla prossima.

Classifica

1. Stellaluce, di Raffaele Marra
2. Lui, di Eleonora Rossetti
3. Vecchio bastardo, di Fernando Nappo
4. Giusti o sbagliati,di Alberto Priora
5. Edo di Barbara Comeles
6. L'abito malva di Alexandra Fischer
7. Ogni ultima volta di Christian Magrì
8. Rodriguez, di Maria R. Del Ciello
9. Un buon padre, di Roberto Romanelli
10. La luna alta nel cielo, di Omaima Marfoq

Chris Magri
Messaggi: 5

Messaggio#10 » venerdì 31 luglio 2015, 21:46

L'abito malva
Ciao Alexandra. Ho apprezzato la forma e l’incisività del racconto, . Forse i dettagli che hai concesso all’ambientazione ti hanno tolto spazio nel finale. Il racconto è godibile e scritto bene. La trama non mi convince moltissimo a causa di alcune forzature. Hai caratterizzato bene i personaggi nel breve spazio concesso da MC. Il tema è comunque centrato.
Ciao

Edo
Ciao Barbara. Il tema è rispettato. La carica emotiva che hai dato al racconto è il suo punto di forza. L’idea non è nuova, ma sei comunque riuscita a renderla piacevole. Lo stile è azzeccato. Forse potresti aiutare il lettore a distinguere le riflessioni dai dialoghi. La storia non ha uno sviluppo originale, questo la penalizza.
Ciao

Rodriguez
Ciao Maria. Il racconto è sicuramente interessante. Il tema, secondo me, non è rispettato pienamente. La lettura è scorrevole e piacevole. La storia rimanda agli stereotipi delle famiglie criminali. Lo stile che hai utilizzato mi ha coinvolto. Il racconto è efficace. I personaggi si sposano perfettamente all’ambientazione.
Ciao

Stellaluce
Ciao Raffaele. Ho apprezzato molto il tuo racconto, la delicatezza del linguaggio, la forma fiabesca. Scritto benissimo e in tema. A momenti aulico. Il colpo di scena finale conferma l’efficacia del racconto. Originale e semplicemente bello, senza nessuna forzatura. Ottimo anche il ritmo. Bravissimo. Alla prossima.
Ciao

Un buon padre
Ciao Roberto. Il tema non è centratissimo. La lunga riflessione è incisiva, ma la mancanza di azione non facilita la lettura. Il racconto resta comunque piacevole. Avrei preferito qualcosa di più “dinamico”. Lo stile è buono e originale. Il monologo è buono, ma l’assenza di una vera trama non mi convince.
Ciao

Vecchio bastardo
Ciao Fernando. In questo racconto ho provato il piacere della lettura. Il tema c’è, anche se l’idea non mi sembra molto originale. Ottimo stile e linguaggio azzeccato. Il ritmo mi piace. Qualche refuso, ma tutto nella norma. Ho gradito il racconto nel suo insieme, buoni anche i dialoghi. Alla prossima.
Ciao

Giusti o sbagliati
Ciao Alberto. Ho trovato l’idea molto originale. Lo stile è incisivo e graffiante. Il ritmo ti trascina e i dialoghi risultano avvincenti. Il racconto è intelligente e ben fatto. La declinazione del tema che hai trovato è sorprendente e innovativa. Racconto diverso dagli altri in gara. Complimenti.
Ciao

La luna alta nel cielo
Ciao Omaima. Il tema è parzialmente rispettato. Alcuni passaggi sono un po’ frettolosi e rendono il racconto confusionario. Il ritmo non è sempre scorrevole e incide negativamente sul giudizio del lettore. L’idea iniziale non è male, ma sfuggono troppe cose durante la lettura. Da rivedere lo stile. Ciao

Operazione urlo
Ciao Francesco. Il racconto è scritto bene, ma ho trovato difficoltà nella ricerca del tema. I troppi personaggi non sembrano molto incisivi. La storia mi ha lasciato un po’ perplesso. Lo stile mi piace. Il ritmo è coinvolgente, ma manca qualcosa. A mio avviso la prima parte è più completa della seconda.
Ciao

Lui
Ciao Eleonora. Il tema è rispettato e l’idea mi piace. Ci sono troppe forzature all’interno del racconto. Lo stile è asciutto e funzionale, la lettura scorre bene. Il racconto è scritto molto bene e mi ha portato alla fine con molte aspettative, poi parzialmente deluse. Il limite dei tremila caratteri si vede. Alla prossima.
CIao

Classifica:
1. Stellaluce
2. Giusti o sbagliati
3. Vecchio bastardo
4. Lui
5. Un buon padre
6. L'abito Malva
7. Operazione urlo
8. Rodriguez
9. Edo
10. La luna alta nel cielo

Omaima Arwen
Messaggi: 45

Messaggio#11 » venerdì 31 luglio 2015, 22:48


-(FD) Ogni ultima volta, di Christian Magrì
Ciao Christian. Il tuo racconto è abbastanza attinente al tema, anche se non pienamente, in quanto il figlio non è stato completamente dimenticato dal padre.
Hai utilizzato uno stile un po' indefinito, forse frettoloso. (soprattutto per quanto riguarda la punteggiatura e i dialoghi) E di conseguenza il racconto è risultato poco scorrevole. La prima parte è comunque risultata molto avvincente.

-(FD) L’abito malva, di Alexandra Fischer, ore 22.19, 2856 caratteri
Ciao Alexandra. Il racconto da te scritto è attinente al tema dei figli dimenticati.
Il colpo al nonno nel finale appare forse un po’ forzato.
Inoltre l'abito malva, che da nome anche al titolo, sarebbe stato meglio se fosse stato più centrale nella storia.
Mi piace come hai descritto i personaggi, i dialoghi sono credibili e ben strutturati e il finale anche se un po' affrettato avvincente!

– (FD) Edo, di Barbara Comeles
Ciao Barbara. Il tema dei figli dimenticati è abbastanza centrato anche se l'idea dell'incontro tra figlio e padre non risulta molto originale.
Inoltre la lettura è risultata a volte poco scorrevole e un po' rallentata a causa della mancata punteggiatura.
Molto bello come esprimi i sentimenti e i pensieri della protagonista.

– (GS) Stellaluce, di Raffaele Marra
Ciao Raffaele.
Bel racconto che sa di fiaba, scritto molto bene e in un ottimo stile, delicato e avvincente. I personaggi e l'ambientazione sono davvero ben descritti.
Il finale è grandioso, anche se del tutto inaspettato.
Il racconto è quindi risultato davvero ben scritto, la lettura scorrevole e sorprendente alla fine. Complimenti!

– (FD) Un buon padre, di Roberto Romanelli
Ciao Roberto.
Il tema che hai scritto non mi sembra molto centrato, in quanto i figli del tuo racconto non sembrano essere stati dimenticati.
Forse la mancanza di vicende e ambientazioni, fanno risultare il racconto un po' difficile da seguire. Ma comunque bella l'idea di scrivere un lungo insieme di ragionamenti e pensieri. Fantastico il finale a sorpresa che rivela suggerimenti sulla vera identità del protagonista.

– (GS) Rodriguez, di Maria Rosaria Del Ciello
Ciao Maria Rosaria Del Ciello.
Il racconto che hai scritto è attinente al tema dei genitori sbagliati.
Bellissimo il modo in cui descrivi l'ambientazione, anche se risulta un po'poco originale in quanto molto simile a quella dei film/telefilm americani. Molto bella anche le descrizioni dei personaggi!
Nel complesso un ottimo racconto. Complimenti!!!
– (FD) Vecchio bastardo, di Fernando Nappo
Ciao Fernando Nappo,
Il tuo racconto è attinente al tema del figlio dimenticato, anche se più che dimenticato sembra abbandonato.
Buono lo stile di scrittura, la lettura è risultata chiara e scorrevole; e le scene e i personaggi sono ben descritti.
Nel complesso un buon racconto, con ottime idee. Molto bello, complimenti!

– (FD) Lui, di Eleonora Rossetti
Ciao Eleonora Rossetti,
Il racconto che hai scritto è abbastanza attinente al tema prestabilito, quello del figlio dimenticato, anche se nel tuo testo sembra di più un figlio di cui non si aveva conoscenza.
Molto bella la parte finale e grandiose le idee!
La lettura è risultata scorrevole e senza alcun intoppo. Complimenti!

– (FD) Operazione Urlo, di Francesco Nucera
Ciao Francesco Nucera.
Il racconto che hai scritto non è del tutto attinente al tema dei figli dimenticati, l'ho trovato un po' tirato, anche se è stata la civiltà ad averli abbandonati.
Il racconto è nonostante tutto scritto bene, anche se nella seconda parte perde un po' di piacere.
Nel complesso un buon racconto!

– (GS) Giusti o sbagliati, di Alberto Priora
Ciao Alberto Priora.
Il racconto che hai scritto è attinente al tema, e assume una declinazione alquanto originale! Mi è piaciuto.
Ho però preferito di più l'inizio che la fine, sembra che manchi qualcosa nella seconda parte, il ritmo è infatti rallentato un po'.
Credibili e ben scritti i dialoghi.
Nel complesso un buon racconto.

Classifica:
1 Stellaluce, di Raffaele Marra
2 Giusti o sbagliati, di Alberto Priora
3 Lui, di Eleonora Rossetti
4 Un buon padre, di Roberto Romanelli
5 Vecchio bastardo, di Fernando Nappo
6 L’abito malva, di Alexandra Fischer
7 RODRIGUEZ di Maria Rosaria del Ciello
8 EDO di Barbara Comeles
9 Operazione Urlo, di Francesco Nucera
10 Ogni ultima volta, di Christian Magrì

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antico
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Messaggio#12 » domenica 2 agosto 2015, 21:20

Eccomi infine anche a voi :)
 
1) Stellaluce, di Raffaele Marra
Ok, non c'è dialogo e di solito lo sottolineo per richiederlo, ma qui non se ne sente il bisogno. Il racconto è decisamente poetico, delicato, anche un po' magico. E il finale è triste pur nella sua correttezza. Ci si domanda se Stellaluce tornerà mai, negli anni a venire, dai due angeli che l'hanno accudita, c'è materiale per un racconto lungo (in cui però quanto narrato qua dovrà apparire come prologo e basta, un prologo poetico in contrasto con la durezza del tratto del futuro). Il tema è preso in pieno. Il pollice è SU.
2) Giusti o sbagliati, di Alberto Priora
Un bel racconto di fantascienza che dice e non dice. E che riflette anche sulle implicazioni sociali di una simile crisi futura, quando l'uomo, pur di non estinguersi, accetta il rischio di essere colonizzato per sua stesso mano e, in fondo, sparire ugualmente, ma come ha voluto lui, una sorta di eutanasia. Il tema c'è ed è introdotto con particolare originalità. Per me il pollice è SU.
3) Operazione urlo, di Francesco Nucera
In questo caso i figli dimenticati sono quelli del sottobosco, gli abitanti delle zone degradate. Accetto l'utilizzo del tema. Ordinato lo svolgimento, hai un discreto controllo, anche se una revisione in alcune parte non stonerebbe. Bello il titolo. Pollice tendente all'alto per me.
4) Lui, di Eleonora Rossetti
L'unico elemento che stona in tutto il racconto è la casualità che ha portato il protagonista a intrufolarsi proprio in quell'appartamento. Fra milioni, ha scelto quello. Non mi piace. Avrei preferito di gran lunga che la madre l'avesse in qualche modo instradato, del resto, LUI, è un personaggio pubblico, ne avranno parlato per far sì che alla fine lo scegliesse come target... Ecco, ci fosse stato quell'accorgimento sarebbe stato da pollice su, mentre allo stato attuale è un pollice tentente verso l'alto, ma con riserva.
5) Un buon padre, di Roberto Romanelli
Usi la figura di Dio per imbastire una riflessione sull'essere padre. Positivo il fatto che riesci a celare bene la natura del tuo protagonista, poco elegante il riferimento ai 6000 anni, credo si possa trovare di meglio per disvelarlo. Il tema è centrato, ma mi sembra che il tutto vada un pelo in loop nel momento in cui decide di recuperarlo, il figlio. Ecco, in quel punto anche la riflessione si accartoccia su se stessa e si appesantisce. In fase di revisione interverrei proprio lì. Per il momento il pollice sta sul NI, anche se rispetto ad altri NI di questo gruppo è poco più su.
6) Vecchio bastardo, di Fernando Nappo
Mi è rimasto il dubbio e la voglia di sapere perché il padre ha abbandonato la sua famiglia, per come hai impostato quel punto sembrava quasi ci fosse sotto qualcosa, una verità che, nonostante tutto, lui ha deciso di tenere segreta al figlio. Ecco, quello è il problema del racconto: seminare qualcosa che poi non arriva, lasciare "letteralmente" con un senso di vuoto il lettore. Detto questo, il tema è rispettato e i dialoghi efficaci. Manca quel colpo finale per ribaltare la situazione. Per me pollice NI, anche se più su rispetto ad altri del gruppo.
7) Ogni ultima volta, di Cristian Magrì
Benvenuto a Minuti Contati! Tema che non mi convince appieno: questo padre non ha dimenticato il figlio, tutt'altro. Occhio alla forma, alcuni passaggi mi hanno lasciato un po' incerto, soprattutto nella parte centrale, necessita una revisione. Non troppo convinto dal malore, mero mezzo per arrivare al finale, un po' forzato. Dacci un occhio sulla base dei commenti ricevuti e ripresentalo nel Laboratorio, se ti va. Per il momento il pollice sta sul NI.
8) Rodriguez, di M.R. Del Ciello
Benvenuta a Minuti Contati! Troppa narrazione, mancano i dialoghi, situazioni che rendano possibile per il lettore empatizzare con i protagonisti. Il finale sembra, poi, scivolare verso altri temi non sufficientemente seminati, anche perché la figura che chiude il tutto è quella di Ramon, di cui sappiamo solo essere “cattivo”, un po’ poco nonostante le sfumature. Il tema c’è, anche se, anche qui, muore in mezzo ad altro. In pratica fornisci un contesto, ma non focalizzi, nonostante la bella e dura scena del tradimento. Insomma, il Laboratorio ti aspetta! Per ora il pollice sta nul NI.
9) L’abito malva, di Alexandra Fischer
Sostituisci nonno con papà e risolvi molti dei problemi logistici, anche legati al tema. Sei andata a complicarti inutilmente la vita, insomma. Per il resto, la forma sta nettamente migliorando di mese in mese, brava. Forse rimani ancora troppo esterna ai yuoi personaggi, si sente un certo distacco, la mancanza di empatia. No problem, arriverà, tu continua a darci dentro. E occhio ai finali, sempre un po' troppo netti e tagliati con l'accetta. Per il momento il pollice sta sul NI, ma, davvero, di mese in mese il miglioramento è evidente.
10) La luna alta nel cielo, di Omaima Arwen
La partenza è buona, ma strada facendo la narrazione si fa confusa, un pelo contorta. Anche a livello di logica, un bambino di 11 anni non può essere grande merce di scambio, se non a fini pedofili, ma a quel punto si cambia totalmente registro e non credo volessi spingerti fino a lì. Il tema c'è, i genitori sono entrambi sbagliati perché ne basta anche solo uno marcio e l'altro incapace di difendere il figlio. Però il pollice è giù, necessita di revisione e il laboratorio c'è per quello. E da questa settimana ci sarà anche un mio "sottoposto" a gestirlo e a dedicargli tempo pieno. ;)

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