Capitolo Jack London: Lista racconti ammessi e vostre classifiche

Iscrizioni dal primo novembre, il testo di riferimento sarà "I racconti del Grande Nord e della corsa all’oro"

Moderatore: Camaleonte

Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Capitolo Jack London: Lista racconti ammessi e vostre classifiche

Messaggio#1 » giovedì 1 dicembre 2016, 13:38

Immagine

E siamo così giunti alla fine della prima fase di questo QUARTO CAPITOLO del Camaleonte dedicato a Jack London. Sette gli autori che hanno accettato la sfida, quattro gli arrivati al traguardo. Onore e gloria per chi ha consegnato, squalifica per un Capitolo a chi non ce l'ha fatta, A MENO CHE non commentino e classifichino i racconti partecipanti. Quindi Maurizio Bertino, Giuseppe Gangemi e Valter Carignano: sarete protagonisti anche voi della fase dei commenti e delle classifiche, dateci dentro.

Ed eccoci al tempo per i commenti e le classifiche: la data per la consegna è fissata per: Domenica 11 dicembre entro le 23.59.

Occhio ai limiti per i commenti: un minimo di 300 caratteri per commento per gli autori in gara mentre i ritirati dovranno pagare pegno raggiungendo almeno i 500 caratteri.

Ecco i quattro racconti in gara:

L'ultimo attacco, di Maria Rosaria Del Ciello, 9925 caratteri
Il cammino di Marta, di Alessandra Corrà, 9998 caratteri
Colapesce, di Ambra Stancampiano, 9939 caratteri
La legge dello Yukon, di Fernando Nappo, 9049 caratteri

Come già detto, gli autori iscritti che non sono riusciti a consegnare (Maurizio Bertino, Giuseppe Gangemi e Valter Carignano) potranno evitare la squalifica per il prossimo CAPITOLO se posteranno a loro volta, entro il termine richiesto, i propri commenti a tutti i racconti con relativa classifica (che varrà esattamente come quelle degli autori in gara).

Ripeto che i commenti e le classifiche sono da consegnare entro le ore 23.59 di domenica 11 dicembre in risposta a questo tread.

E BUON CAPITOLO A TUTTI!



Fernando Nappo
Messaggi: 584

Re: Capitolo Jack London: Lista racconti ammessi e vostre classifiche

Messaggio#2 » domenica 4 dicembre 2016, 16:29

Mai come in questo caso mi sono trovato in difficoltà a stilare la classifica. I racconti mi sono piaciuti tutti e tre, tutte e tre avete avuto il coraggio - scelta sempre encomiabile - di provare ambientazioni non usuali per London, o almeno per il poco London che ho letto io, e mai come in questo caso io - sicuramente per un mio limite - soffro di questa cosa, avendo difficoltà a scindere London da determiate ambientazioni. Avendo letto poco del testo di riferimento, inoltre, non mi sento molto ferrato nemmeno riguardo allo stile narrativo, sintassi, terminologia, ecc.
Che fare?
Posto una classifica che rispecchia il mio personale gusto e che non ha nulla a che vedere col camaleonte, questione di cui si occuperanno i due moderatori.

1) Colapesce - Ambra Stancampiano
Ciao Ambra,
come ho scritto in calce al mio racconto, non sono riuscito ad approfondire lo stile di London a sufficienza, perciò al riguardo entrerò ben poco nel merito, e lascerò la maggior parte del lavoro ai moderatori.
Comincio con le critiche negative: trovo che, che nell'ottica del contest e a mio parere, il tuo racconto paghi pegno per via dell'ambientazione che rende difficile far passare, cosa che dovrebbe essere l'obiettivo del camaleonte, il racconto per uno potenzialmente scritto da Jack London. E questo più che con gli altri autori camaleontati nelle edizioni precedenti, che usavano ambientazioni di fantasia e quindi più facilmente sostituibili con altre inventate, mentre London è, almeno in parte e a mio avviso, caratterizzato dall'ambientazione stessa, quanto meno in termini di ambiente e periodo storico, tanto più che spesso basava i suoi racconti su situazioni molto realistiche, a volte derivate da situazioni che aveva vissute lui stesso.
Detto questo, l'ambientazione è davvero bella e caratteristica, e il racconto è scritto molto bene, ben caratterizzati i personaggi, perfetti e più che attinenti gli inserti in dialetto. Insomma, un gran bel racconto. Alcuni passaggi sono davvero notevoli. Ne cito alcuni che ho trovato particolarmente capaci di mettermi in grado di percepire sensazione o visualizzare le immagini, le azioni che descrivi:
Era quell'ora del pomeriggio che già volge verso una luce meno gialla e più rosea.
Le donne, allegre come chi ha la pancia piena, ...
L'umidità degli ultimi giorni pareva essersi condensata tutta nell'aria di quella notte,...
Tra l'altro, in una ambientazione più londoniana, secondo me, sarebbero state perfette.
Altra cosa che ho gradito molto, la capacità di descrivere e farmi imparare alcune cose sul quel tipo pesca senza ricorrere a spiegoni pesanti o frasi didascaliche.
Insomma, per concludere, un gran bel racconto che secondo me perde qualche punto per via dell'ambientazione troppo distante da London e solamente nell'ottica del camaleonte, e che per il resto è assolutamente da leggere e rileggere.

2) Re: L'ultimo attacco - di M.R. Del Ciello
Ciao M.R.,
anche nel tuo caso, l'ambientazione nostrana, coi riferimenti ai sacchi della spazzatura, ai palazzoni in cemento, all'Ape, ma ha portato lontano da London, perché, come avrei capito se hai letto i miei altri commenti, non riesco a fare a meno di identificare London con una determinata ambientazione e tipicamente quella della prima dozzina di racconti del testo di riferimento, gli unici che sono riuscito a leggere, il che condiziona e limita il mio giudizio in questo camaleonte.
Anche il tuo racconto è una bella storia di resistenza, di voglia di vivere, di gente che vive ai margini e vuole restistere (situazioni tutto sommato piuttosto londoniane), e il tuo protagonista che difende il suo piccolo orto da persone incivile e espropri comunali (spesso una vergogna per costruire strade/ponti o altre opere spacciate per indispensabili, per il progresso, quando forse sarebbe più progresso l'operazione contraria) mi è molto simpatico. Un po' meno quando imbraccia il fucile, per la verità, ma se a lui sta bene così...
Molto bella l'immagine del protagonista che, mentre annaffia i virgulti, si paragona a un prete che battezza i neonati.
Insomma, anche il tuo racconto è un buon racconto, a prescindere da London, che gira intorno a un tema che trovo affine. Non mi spingo oltre riguardo a ambientazione e stile narrativo perché, come ho già fin troppe volte sottolineato, in questo giro mi trovo più in difficoltà del solito.

3) Il cammino di Marta - Alessandra Corrà
Ciao Alessandra,
anche col tuo racconto mi trovo un poco in difficoltà, nell'ottica del contest, vincolato come sono (per mia colpa) all'ambientazione tipica del Grande Nord, dei paesaggi gelati, quella che si trova nella prima dozzina di racconti del testo di riferimento, gli unici che ho potuto leggere, e comunque condizionato dalle precedenti letture di London (Zanna bianca, Il richiamo della foresta), sempre ambientate negli stessi scenari.
Da ciò, da questo mio limite, non ti stupirà sapere che l'ambientazione nostrana e nel 1960, con riferimenti molto calati nel presente (come il corso di ginnastica per anziani) mi ha un po' spiazzato.
Al di là di questo, iIl racconto è molto gradevole, mi è piaciuto, e Marta, con la sua voglia di recuperare le emozioni di un tempo, tralasciate per la famiglia e la vita di coppia e il lavoro, mi è molto simpatica e, per qualche aspetto, affine. Anche Anita, benché poco presente nel racconto, mi pare ben tratteggiata e, pur ritratta con poche parole, appare come una donna molto chiusa in se stessa, preda dei ricordi e della nostalgia, che immagino come una tipa scorbutica e solitaria. Ci sono anche diversi riferimenti alla natura e al suo rispetto, che sono ben in accordo con certi temi di London. Belli alcuni passaggi in cui descrivi la natura, magari non proprio selvaggia come in London, ma ancora sufficientemente intatta, come per esempio, qui:
Proprio in quel momento l'ultimo branco di foschia aveva deciso di evaporare e davanti alla vista di Marta apparve un paesaggio mozzafiato. Una visuale a trecentosessanta gradi abbracciava l'intera vallata. Tutte le cime delle montagne innevate la circondavano. E giù, dall'altro lato del pianoro, si vedeva un lago ghiacciato, un piccolo gioiello argentato. Nel cielo delle nuvole si stringevano tra loro disegnando figure strane, mentre dei vecchi larici macchiavano d'oro qua e là il paesaggio circostante. Era la natura più selvaggia, pura bellezza.
E mi è piciuto molto anche questo passaggio:
Era come se la morte si fosse avvicinata per camminarle accanto famelica e instancabile. Come tutti anche lei prima o poi era destinata a soccomberle. Quella era la legge che governava l'esistenza di tutti.
Mentre invece trovo, personalmente, poco percepibile l'arco temporale del viaggio di Marta, il passare del tempo dalla mattina (quando esce di casa) alla sera (quando arriva quasi a destinazione); pur avendolo riletto un paio di volte, provo sempre la sensazione che il viaggio di Marta duri molto meno di quanto non sia, e questo nonostante tu descriva il percorso, le svolte, gli inciampi.
Ecco, mi pare tutto quello che ho da dirti. Un buon racconto, a prescindere da London, del quale mi pare di individuare più di qualche traccia, ma relativamente al quale, purtroppo, ritengo di non poter giudicare con la dovuta competenza.

Avatar utente
maria rosaria
Messaggi: 687

Re: Capitolo Jack London: Lista racconti ammessi e vostre classifiche

Messaggio#3 » mercoledì 7 dicembre 2016, 12:22

Ciao!
Questa è per me la seconda volta che partecipo a un Camaleonte.
Questa volta ho avuto parecchie difficoltà, sia per individuare un tema “giusto” sia per quanto riguarda lo stile da utilizzare nel racconto.
Mi sono letta diverse cose di Jack London e ho studiato (un pochino) la sua storia per riuscire a entrare un po’ nella sua anima. Non so cosa ne è uscito fuori, ma credo che, comunque sia andata, l’esercizio è stato utilissimo e che questi Camaleonti siano veramente un ottimo strumento per continuare a lavorare sulla propria scrittura in maniera intelligente.
Detto ciò, i racconti che ho letto sono stati tutti e tre una piacevole sorpresa. In ognuno di essi ho scoperto qualcosa che io non sono riuscita a evidenziare come avrei voluto e forse dovuto. Insomma, tutti e tre bravissimi i miei compagni di avventura tanto che fare una classifica non è per niente facile.
Ho messo al primo posto il racconto che, secondo me, meglio si è mimetizzato con l’autore di riferimento nulla togliendo agli altri in quanto a efficacia dell’idea, della trama e della scrittura.
Perciò:

1) La legge dello Yukon
Sei riuscito, a mio avviso, a scrivere un racconto che molto somiglia a un racconto scritto da Jack London.
Hai scritto nel commento qui sopra:

Fernando Nappo ha scritto:in questo caso ho preferito affrontare la sfida al contrario: ho adottato alcune tematiche, quella dell'uomo solo contro la natura e della esigenza di sopravvivere, quella del rispetto della natura stessa, e l'ambientazione, sperando di essere riuscito almeno in parte a riprodurre la capacità di London di descrivere i grandi ambienti immacolati e silenziosi delle regioni del Grande Nord.


Be', secondo me sei riuscito benissimo nel tuo intento.
Benchè io abbia adottato un'ambientazione diversa (per mia scelta) da quelle tipiche londoniane devo ammettere che le tue descrizioni e la tua storia mi hanno calato perfettamente in quell'ambientazione tipica di Jack London in cui la natura la fa da padrona ma un posto di rilievo lo ha anche quella durezza degli uomini che banalmente potrei sintetizzare in un "mors tua vita mea".
Nella tua storia non c'è spazio per i sentimentalismi, si lotta per la sopravvivenza, uomini e cani accomunati dallo stesso destino e dalla stessa voglia di raggiungere una meta, una destinazione. La pietà ferma l'uomo quel tanto che basta per renderlo diverso dalle bestie, ma poi si tira avanti che la strada è lunga e il clima inclemente.
Sì, mi è piaciuta molto la tua storia, finale compreso che ho trovato azzeccatissimo.
Complimenti!


2) Colapesce

Innanzitutto complimenti per questo racconto che è veramente bello.
Le descrizioni dell'ambiente in cui la vicenda si svolge le ho apprezzate molto e (diciamolo) anche un po' invidiate, visto che io che con le descrizioni faccio sempre a botte. ;-)
Non ho appunti da fare sulla scrittura, anzi...
Anche l'ambientazione non mi suona male, benchè non appartenga nè al grande Nord nè ai mari del Sud. Hai scelto (e secondo me hai fatto bene) una terra a te nota e lì hai incastrato le vicende di un uomo che lotta, senza vittoria, contro la natura. Fino qua perfetto.
Se proprio devo trovare un difetto (mi sto arrampicando sugli specchi...), secondo me è l'atmosfera, anzi la caratterizzazione del personaggio che sa un po' di figura mitica (come tu hai poi spiegato) ma non proprio dell'uomo che lotta per la propria sopravvivenza o per un proprio ideale.
Mi spiego meglio: il tuo Colapesce si batte per fare la vedetta ma in realtà vuole l'oro e alla fine viene battuto dalla terribile onda di maremoto. L'onda di maremoto è però un caso, non c'è una normalità in questa condizione ambientale. Diverso sarebbe stato se l'uomo fosse morto sopraffatto dalla fatica sopportata per coprire una distanza troppo elevata dalla costa.
Bada bene però che, anche io come Fernando, non ho letto così tante cose di London da poter commentare con serenità. Mi rendo conto che tale commento è sicuramente discutibile.
Ancora complimenti per il bel racconto.

3) Il cammino di Marta
Ho apprezzato molto la tua scelta di scrivere una storia al femminile. Nella mia mente i racconti di London vedevano come protagonisti esclusivamente uomini e animali e aver letto il tuo mi ha convinto che, sì, si poteva fare e tu ci sei riuscita molto bene.
Di grande impatto la tua descrizione del paesaggio naturale, ad esempio in passaggi come questo:
alessandra.corra ha scritto:Basso sull'orizzonte, invece, se ne stava il sole, quasi confuso di trovarsi in mezzo alle nuvole e alla nebbia, che lo avvolgevano stanche e ignare di esistere.
Gli alberi, dopo le ultime gelate, avevano perso le loro foglie e adesso sembravano scheletri pronti ad afferrare chiunque passasse. Si era in quel periodo di mezzo quando i rami si sono già spogliati, ma la neve non ha ancora dato calore alla terra. Un momento ibrido, come se la fine fosse calata per restarvi in eterno. Invece quella non era la fine, ma la preparazione di qualcosa che si stava apprestando per far sbocciare la vita.


Mi è piaciuta anche la caratterizzazione di questa donna anziana, delusa dalla vita, che cerca il riscatto in un ultimo tentativo di andare dietro ai propri sogni.

Quello che un po' mi lascia perplessa è il finale:
alessandra.corra ha scritto:Era la natura più selvaggia, pura bellezza.
Lo spirito antico risvegliatosi quella notte, decise di farle ancora un’ultima visita per suggerirle qualcosa di inaspettato. Quel tanto che bastava per farle comprendere che la sua ricerca era terminata. Il tesoro era davanti i suoi occhi e aveva iniziato a raccontarle la vita.


Se ho capito bene la donna muore scoprendo che il tesoro non è altro che la natura selvaggia. Non so, sicuramente mi sbaglio, ma avrei preferito un finale un po' più duro, meno (perdonami il termine) sentimentale.
Ad ogni modo il racconto mi è piaciuto molto. Ancora brava!
Maria Rosaria

valter_carignano
Messaggi: 417
Contatta:

Re: Capitolo Jack London: Lista racconti ammessi e vostre classifiche

Messaggio#4 » sabato 10 dicembre 2016, 21:38

ciao a tutti e intanto complimenti sinceri anche solo per essere riusciti dove io invece ho gettato la spugna. Ho trovato i racconti di ottimo livello, per me ci sarebbero tre pari merito e uno appena un pochino staccato, ma una classifica deve farsi ed ecco qua.

1.
L'ultimo attacco

ciao
racconto che inizialmente non mi ha appassionato, non so nemmeno io bene perché, forse solo la scelta di termini che io non userei: per esempio, trovo che 'colmo' sia un termine 'letterario' che sostituirei con 'pieno'... ma è davvero una cosa mia personalissima, una cosa di puro gusto, tipo menta o liquirizia. Non è una critica.
Dal secondo paragrafo le cose cambiano, e si va in un crescendo d'interesse di pari passo con la difficoltà delle sfide che l'uomo si trova a dover affrontare. Ma dio è con lui, o la Natura, o il caso, e non cede.
Belli i parallelismi, basta poco per rendere una vita, un carattere, e mi sembra che tu ci riesca bene.
Per quello che posso dire, personaggio molto londoniano, che lotta con tutti pur di affermare il suo diritto. Che poi a questo punto non è più nemmeno diritto o no, è la propria vita stessa che lui non vuole lasciare, e l'orto diventa il pretesto per non finire sconfitto e vecchio, superato, inutile, a parlare di calcio nel bar sottocasa.
Brava.

2
Colapesce

ciao
come già detto in un altro commento, e come ho fatto anch'io quando ho partecipato attivamente al Camaleonte (i miei risultati li giudichino altri), il mio personalissimo parere è che sia fondamentale mantenere uno dei temi dell'autore di riferimento, possibilmente anche il 'mood' generale, ma non sia poi obbligatorio mantenere del tutto il tipo di storia narrata o l'ambientazione.
Nel tuo caso, questa popolazione di pescatori mi sembra davvero londoniana - mutatis mutandis - e quindi ottima scelta. Mi piace sempre, poi, quando una vicenda intreccia fantasia, realtà storica, leggende tipiche del luogo, e tu ci riesci molto bene facendomi anche scoprire degli elementi 'etnografici' che proprio non conoscevo.
Una cosa sola, non ho capito: Colapesce s'immerge, sta magari un poco di più sott'acqua per i motivi descritti ma non si fa cenno nel racconto a sue capacità particolari ed eccezionali d'immersione. Com'è possibile quindi che quando riemerge il compagno - che pure lo ha atteso - non solo non ci sia più, ma sia così lontano da non essere nemmeno più visibile e raggiungibile con un grido?
Detto questo, ottimo racconto.

3
La legge dello Yukon

ciao
racconto indubbiamente con vicenda londoniana che di più non si può, un plauso assoluto per questo e per come ti sei calato nell'ambientazione. In un certo senso, concordo con Ambra riguardo l'incipit e il passare bruscamente da quello all'inizio della vicenda vera e propria, ma per quello che ho letto di London mi sembra ci possa stare, che sia in linea con un certa 'rudezza' di stile che gli è propria.
Invece, a mio modestissimo parere, la prosa a volta è un poco troppo ricercata, o meglio troppo ricca di subordinate e incisi. Mi sembra che London ne faccia meno uso. Ma forse abbiamo letto racconti diversi, semplicemente.
Detto questo, un racconto a mio parere ottimo.

4
Il cammino di Marta

ciao
anche nelle edizioni del Camaleonte cui ho partecipato più attivamente, ho sempre pensato che la mimesi non fosse del tutto necessaria. Mi spiego meglio: se ci si trovava bene a usare la stessa ambientazione dell'autore o testo di riferimento, o addirittura raccontare una storia molto simile, benissimo. Ma se invece si preferiva mantenere il 'mood' cambiando delle cose... beh, benissimo lo stesso, il risultato è quello che conta.
Nel tuo caso, scegli l'Italia, la montagna, il 1960. Scelta interessante, e sono ammirato da come siano ben scritte molte parti del tuo racconto. Mi sembra però anche vi siano delle incongruenze, piccole ma che spezzano un po' l'atmosfera.
Per esempio, la donna esce di casa una mattina, presumibilmente molto presto, e a un certo punto la ritroviamo all'imbrunire. Ha camminato tutto il giorno? Sono minimo otto-dieci ore, in salita; bisogna essere davvero molto allenati per questo, forse a una certa età diventa anche impossibile ma non entro nel merito perché non sono esperto. Il fatto è che dello scorrere di un tale lasso di tempo non mi sembra si dia conto, nel racconto.
Altro piccolo appunto: negli anni Sessanta la ginnastica per anziani non c'era, non come la intendiamo noi oggi, a meno che non fosse una terapia riabilitativa. E una persona in terapia riabilitativa non riesce a camminare dieci ore.
Insomma, mi sembra che alla base ci sia un'ottima idea, e anche una conclusione toccante e poetica, ma che la conduzione del racconto possa migliorare rendendo più chiare alcune dinamiche.

Avatar utente
AmbraStancampiano
Messaggi: 477
Contatta:

Re: Capitolo Jack London: Lista racconti ammessi e vostre classifiche

Messaggio#5 » domenica 11 dicembre 2016, 0:18

Ciao a tutti, scusatemi se vado dritta al sodo ma sto facendo un tentativo da tablet e mi trovo malissimo con la scrittura -_-
Ecco la mia classifica coi commenti relativi
1) la legge dello yukon
Ciao Fernando,
la mimesi nel tuo racconto funziona alla perfezione: potrebbe appartenere benissimo a una qualsiasi raccolta di London sul grande nord.
La storia non è molto originale, ma dipingi egregiamente bene il quadro del Grande Nord, la durezza della vita, i ghiacci freddi come le persone. Secondo me è un ottimo lavoro!
Ho trovato l'incipit davvero molto ben scritto, e funziona bene nella sua dimensione introduttiva, ma secondo me passi poi all'azione e al vivo del tuo racconto in maniera un po' troppo brusca, senza segnalare il passaggio neanche con un rigo bianco. Ecco, questa è l'unica imperfezione che ci trovo.
Per il resto, la storia fila e i termini tecnici (pochissimi) che hai scelto di usare sono ottimamente inseriti nel testo, il racconto sebben molto lineare affronta una tematica interessante e molto londoniana e tutto mi sembra perfettamente costruito :)

2)l'ultimo attacco
Ciao Maria Rosaria,
sono d'accordo con te: se London fosse vivo, scriverebbe qualcosa del genere.
Ho apprezzato molto il tuo racconto, l'idea dell'essere umano che tenta di stritolare la natura nella morsa delle sue città e la natura che, comunque, resiste attraverso il gheppio e il tuo protagonista.
Ottima scelta per il protagonista, che a me ha ricordato il Clint Eastwood di Gran Torino (e più in generale Clint Eastwood). Lo trovo molto ben caratterizzato, e la sua voce da narratore è perfettamente credibile tranne in un punto:
La seconda volta fu quando arrivarono quei tre. Erano ragazzini annoiati, ai quali probabilmente i genitori non avevano fatto mancare nulla finora. Oppure si sentivano soli come chi si sente perso, abbandonato, pur sapendo che una guida ce l’ha ma non fa il suo dovere. Molto diversa dalla mia, di solitudine.

Qui mi piace moltissimo il confronto tra solitudini, ma la frase in cui il vecchio ipotizza il comportamento dei genitori mi sembra un po' zoppicante, secondo me puoi fare molto di meglio ;)
Il gheppio che spunta a metà racconto per rimanere è stato una gran bella sorpresa, e anche il finale sul suo desiderio di libertà mi è sembrato perfetto.
Per ciò che riguarda lo stile, sono d'accordo con la tua analisi: London spezza il narrato per inserire descrizioni ambientali molto accurate. E secondo me lo hai fatto anche tu, molto bene e senza dar l'impressione di copiare. :)
Insomma, lo trovo un ottimo lavoro. Bravissima!

3) il cammino di Marta
iao Alessandra,
Anch'io ho apprezzato molto le descrizioni vivide e dettagliate dei paesaggi di montagna che la tua protagonista percorre ( e che trovo molto londoniane), e mi piace davvero molto il senso ambizioso che vuoi dare alla tua narrazione, che si esplicita con l'immagine della morte che cammina dietro le spalle di Marta.
Trovo però che le numerose imprecisioni (l'ombra riflessa sull'asfalto, la ginnastica per anziani, il branco di nebbia, lei che si rialza senza essersi mai seduta ecc.) E l'eccessivo utilizzo del flusso di coscienza come espediente narrativo lavorino più che altro contro il testo, appesantendolo parecchio e costringendo molto spesso il lettore a tornare indietro per capire cosa sta succedendo. In particolare mi sembra che azioni e pensieri viaggino su due linee separate, senza quasi mai incontrarsi e creando spesso confusione o contraddizioni.
Il racconto mi è piaciuto molto e sebbene io non abbia letto quello a cui fai riferimento ha delle ottime potenzialità londoniane e non, ma credo che con una piccola revisione potrebbe migliorare moltissimo ed esprimere alla perfezione ciò che adesso è solo accennato.
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

Avatar utente
giuseppe.gangemi
Messaggi: 165

Re: Capitolo Jack London: Lista racconti ammessi e vostre classifiche

Messaggio#6 » domenica 11 dicembre 2016, 18:43

Ciao a tutti. Non sono un vero esperto di London, ma avendo avuto sotto mano in questo ultimo mese i "Romanzi e i racconti del Grande Nord e dei Mari del sud" più il "Pronto soccorso per scrittori esordienti" posso affermare che secondo me i 4 racconti che ho letto rispettano sufficientemente lo stile di London.
Io avrei usato una via di mezzo nello stile fra Fernando e Ambra per il mio racconto. I racconti di Rosaria e Alessandra a una prima lettura possono avere un ambientazione anni luce diversa da quella di London, ma riflettendoci su hanno parecchio di London. Rosaria è stata bravissima e ciò l'ha portata in cima alla mia classifica anche se l'ambientazione della sua storia aveva poco di avventuroso (mica è colpa di Maria Rosaria se purtroppo la modernità e il cemento hanno privato la letteratura dei cannibali e dell'esploratore in pentola).

1) L'ULTIMO ATTACCO, di Maria Rosaria Del Ciello
Ciao Rosaria,
concordo con i giudizi sul tuo racconto scritti dagli altri partecipanti. Il mio giudizio è positivo. Sono presenti molti elementi di London all'interno di questo moderno "western urbano".
Il racconto mi è piaciuto molto.
Tuttavia ho dei dubbi sul finale. Purtroppo alla lunga il protagonista del tuo racconto si dovrà piegare. Il successo ottenuto dal tuo protagonista è soltanto una vittoria di Pirro. Io non sarei andato avanti a scrivere dopo questo successo. Tu parli ancora parecchio tempo dopo questo fatto, quando io me lo immagino già espropriato.
Per continuare a scrivere dopo questo successo devi introdurre nuovi attori.
Puoi farlo vincere soltanto rendendolo meno solitario e introducendo nella tua storia i piccoli proprietari dei lotti vicini e gli abitanti del quartiere. Persino un'"alleanza" con i rom non sarebbe da escludere. Ti avvicineresti ancor di più a Gran Torino.
L'idea del tuo racconto è molto romantica ma un pensionato e un rapace non possono piegare il sistema da soli. Però possono essere la scintilla del cambiamento.
Il titolo è un po' statico, presumo numerosi successivi attacchi.
Buona prova.

2) LA LEGGE DELLO YUKON, di Fernando Nappo
Ciao Fernando,
il tuo racconto va bene. Hai scritto un racconto classico alla London. Sono presenti numerosi aspetti di questo scrittore. Devo ammettere che una delle idee per il racconto che poi non ho postato era simile alla tua, soprattutto per la presenza di un viaggio in slitta.
Forse ti sei attenuto troppo al compito e non hai introdotto qualcosa di nuovo. Il tutto fila un po' troppo come ci si immagina che finisca.
Secondo me dovresti far dire al moribondo qualcosa che costituisca per il tuo protagonista guai futuri. Devi mettere un po' di pepe alla tua storia e un finale con sviluppi ulteriori potrebbe dare qualcosa in più al tuo racconto.
Hai comunque fatto tutto quello che il camaleonte ti chiedeva.
Complimenti.

3) COLAPESCE, di Ambra Stancampiano
Ciao Ambra,
sono molto contento di aver letto il tuo racconto. Anche se nato in Piemonte tutta la mia famiglia ha le sue radici nella zona di Reggio Calabria. Mi sono riconosciuto molto nei temi della pesca, del dialetto, delle storie e soprattutto del terremoto.
I temi Londoniani sono presenti. Forse avresti dovuto usare un narratore più presente e soffermarti di più su alcuni aspetti sociologici. Io per esempio anche se sono calabrese ogni tanto avrei scritto qualche giudizio schietto sui calabresi e siciliani presenti nel tuo racconto. London lo avrebbe fatto, senza peli sulla lingua.
Secondo me le vicende del tuo racconto sono troppo condensate. Puoi benissimo non prolungare il periodo di pesca e soprattutto non anticipare la data del terremoto. In mezzo dovresti aggiungere altri eventi che riguardano la ricerca del tesoro. Io non avrei mai spostato la data del terremoto. Capisco comunque le tue motivazioni.
In questo racconto ho sentito il profumo della mia terra.
Grazie

4) IL CAMMINO DI MARTA, di Alessandra Corrà
Ciao Alessandra,
il tuo racconto si fa leggere che è un piacere. è un po' strano per me leggere la storia di un "viaggio di formazione" di una persona anziana, non ci sono abituato. Riesci a far provare al lettore un senso di tenerezza per questa signora. Anche la sorella è descritta in modo molto buono.
I temi e lo stile londoniani sono presenti. Grazie per aver citato nei commenti il racconto a cui hai fatto riferimento per scrivere la tua storia.
Concordo tuttavia con gli altri camaleontini sul fatto che nel tuo racconto ci sono degli anacronismi per una storia ambientata nel 1960. Questa storia, così come è, è meglio se la ambienti nel 2016. La tua nonnina sprint ne uscirebbe in modo più credibile.
Hai rispettato i paletti di questa sfida del camaleonte. Molto londoniana quando tu stessa definisci la tua protagonista "stupida". Giudizi secchi.
Buona prova, anche se forse sei caduta più nel fiabesco che nell'avventuroso. Non ho mai temuto seriamente per la vita della tua protagonista e questa è una pecca del tuo racconto.

Avatar utente
Peter7413
Messaggi: 558

Re: Capitolo Jack London: Lista racconti ammessi e vostre classifiche

Messaggio#7 » domenica 11 dicembre 2016, 20:00

Ecco la mia classifica! Devo fare i complimenti a tutti perché i racconti sono davvero belli, è stato proprio piacevole leggerli :)

1) La legge dello Yukon, di Fernando Nappo
Bello, decisamente. Molto Londoniano e con in più una storia che, nella sua semplicità, contiene in se una grande forza. Ben resa anche l'ambientazione, ma ti chiedo: per seminare un po' d'Italia non è verosimile mettere un italiano emigrato come protagonista? Sono ignorante in materia e non so quanto sia fattibile, ma lo fosse sarebbe da fare, secondo me (e caratterizzarlo attraverso i ricordi della sua terra). Altra questione, quella delle ripetizioni. Attendiamo il responso dei moderatori, ma se fosse davvero solo un problema delle traduzioni credo sarebbe meglio sistemarle, anche perché non ti appartengono, proprio per niente. Per me il migliore di questo Capitolo. Bravo.
2) L'ultimo attacco, di Maria Rosaria Del Ciello
Bello, mi è piaciuto. Forse troppo schematico nel suo districarsi linearmente lungo gli attacchi, ma alla fine la scelta paga perché, grazie anche al tuo tuo talento che di mese in mese vedo rinforzarsi, il racconto avvinghia il lettore. Ottima anche la scelta di trattare il gheppio alla pari con il protagonista: non sta difendendo lui, ma la terra, la sua terra. Perché non è solo del vecchio, quell'appezzamento, ma della Natura stessa che attraverso il volatile insorge per dire la sua. Per quanto riguarda London, ci sta che il protagonista debba lottare in quanto vige la legge del più forte. Non sono contrario neppure alla scelta del contesto italiano, mi è piaciuto e, pur non disdegnando, limitatamente a questo Capitolo, scelte diverse, trovo che ci stia.
3) Colapese, di Ambra Stancampiano
Bello, mi è piaciuto. Un paio di difettucoli ci sono, in primis la caratterizzazione di Colapesce. Ben fatta, sia chiaro, ma ho avuto l'impressione che tu ci abbia portato poco dentro il personaggio, puoi fare di più per renderlo più forte, quello è certo. Sai che c'è? Come lo introduci, ho pensato a un vecchio e lì si è creato un cortocircuito che non mi ha permesso di ingranare con lui. Poi sono tornato sui miei passi e ho capito, ma sono convinto che in quel punto qualcosa non funzioni. E poi, il terremoto e lo tsunami successivi: me li aspettavo, del resto hai seminato da subito. Però, alla fine, giungono quasi "a caso". Sicura di non volerli tematizzare meglio? Mi spiego: rendi l'idea di una realtà fatta di fatica e di un uomo che vive e sopravvive grazie al mare, e va bene. Però non riesco a vedermi la conclusione né come una risposta della Natura ai mali dell'uomo e neppure come l'insostenibile indifferenza della stessa a ciò che lo circonda. Insomma, sono convinto che se tu decidessi di tematizzare di più in un senso o nell'altro (e io personalmente propendo per il secondo) il racconto ne gioverebbe. Infine London: mi sembra ci stia, ma non sto giudicando guardandolo più di tanto, quello è compito dei moderatori. Concludendo: un racconto già buono così, ma che potrebbe diventare un autentico classico se espanso e sviluppato.
4) Il cammino di Marta, di Alessandra Corrà
Pur posizionandolo come quarto, il racconto mi è piaciuto. Ritengo che dopo una leggera pulizia (ci sono alcune ripetizioni sparse e alcune forme meno felici) e dopo aver chiarito meglio la questione della ginnastica per anziani degli anni 60 (sollevata da Valter), il testo sia pronto per la Vetrina. Quindi Laboratorio. Parlando di London, non sono riuscito a ritrovarlo molto, ma non conoscendolo bene mi astengo dal farmi influenzare per il giudizio. In fase di revisione, oltre agli aspetti che ti ho già sottolineato, valuterei anche la possibilità di spendere qualche parola in più per la prima parte del suo viaggio: è vero infatti che pare strano che un'anziana percorra una decina di ore di camminata, soprattutto se ce la siamo prefigurata come tale e non hai seminato qualche suo particolare talento.

Avatar utente
alessandra.corra
Messaggi: 280

Re: Capitolo Jack London: Lista racconti ammessi e vostre classifiche

Messaggio#8 » martedì 13 dicembre 2016, 16:34

Ciao a tutti, scusatemi ancora per il ritardo con cui consegno la classifica! E' stato davvero un piacere leggervi. I racconti li ho trovati tutti validissimi ed è stato davvero difficile decidere le posizioni in classifica:

1 - La legge dello Yokon - Fernando Nappo

Ciao Fernando,

ahimé, con gran ritardo arrivo finalmente a commentare anche io...
Comincio con il tuo racconto che ho trovato molto ben costruito, preciso e interessante per tanti aspetti. Soprattutto è davvero molto aderente alle tematiche di Jack London.
La trama riesce a essere avvincente e si legge con piacere. Evoca in modo molto oggettivo le atmosfere del Grande Nord, senza esplicitare giudizi di alcun tipo, ma raccontando in modo credibile e diretto la lotta dell'uomo per la sopravvivenza in un ambiente ostile, il rapporto tra l'uomo e i cani e la morte che che arriva senza preavviso forse per chi ha troppo sottovalutato la natura e le sue leggi.
Forse per gusto personale avrei preferito una storia più originale, calata in un contesto più vicino al tuo, preso da un'esperienza conosciuta e vissuta direttamente.
London, infatti, per scrivere i suoi racconti si calava in esperienze che aveva vissuto in prima persona, o raccontava esperienze di persone da lui conosciute. Credo che la grandezza della sua opera derivasse proprio dalla sua capacità di osservare ciò che lo circondava, la realtà intorno a lui, riuscendo in secondo tempo a elaborare il tutto nelle sue grandi storie.
Ma a parte questa considerazione, puramente soggettiva, è un buon lavoro, ben scritto e ben strutturato. Complimenti.

2 - Colapesce - Ambra Stancampiano

Ciao Ambra,

finalmente sono arrivata anche al tuo racconto...
Per prima cosa posso dirti che ho apprezzato molto la tua scelta di basare la storia su una realtà del luogo in cui vivi, che non conoscevo. Tra l'altro, grazie per le precise spiegazioni esposte dopo la consegna, mi hanno permesso di capire meglio la narrazione nel suo complesso.
L'ambientazione è davvero ricca di immagini e di descrizioni molto eleganti e suggestive. Anche la caratterizzazione dei personaggi mi sembra ben riuscita.
Il finale mi è piaciuto, ma forse anche io avrei omesso l'arrivo del maremoto con la successiva conseguenza finale. Avrei invece descritto l'impossibilità, o meglio la fatica, che il protagonista fa per raggiungere la terra e quindi avrei sottolineato la vana speranza di Colapesce di poter godere del tesoro trovato.
A parte questo, è una narrazione originale e molto interessante. Brava!

3 - L'ultimo attacco - M.R. del Ciello

Ciao Maria Rosaria,

anche il tuo racconto mi è piaciuto molto. Bella soprattutto la forza che ha il protagonista: il senso di appartenenza alla sua Terra, il desiderio di opporsi e resistere da coloro che vogliono invadere i suoi diritti e i suoi spazi. Interessante anche la riflessione che ne viene fuori: gli uomini spesso mettono in secondo piano la natura per ricorrere a valori commerciali, urbanizzando così tutti i territori, un fatto davvero grave.
Forse avrei accorciato un pò la storia, sfumando alcune descrizioni e terminando il racconto direttamente dopo che il gheppio si lancia contro coloro che volevano espropriare la terra, senza aggiungere altre considerazioni finali.
Nel complesso però è una buona prova. Brava!

Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Re: Capitolo Jack London: Lista racconti ammessi e vostre classifiche

Messaggio#9 » giovedì 22 dicembre 2016, 20:17

COMMENTI E CLASSIFICA DI LORD MAX

L’ULTIMO ATTACCO di M.R.Del Ciello
Bellissima idea quella di ambientare il racconto in un ambiente urbano.
Ci vedo la guerra fra la natura e l'esigenza di comunità che spesso è presente nei racconti di Jack
ho ritrovato molti dei temi cari al vecchio Jack, lo scontro con la società e generazionale, la denuncia, l'ineluttabilità della sconfitta.
Molto bella l'idea della natura non come avversario da combattere ma come alleato insperato, a livello di tematiche londoniane è molto rara ma non totalmente assente quindi ci sta anch'essa.
Solo un piccolo appunto sui giovinastri che mi è sembrata una scena debole rispetto alle altre (ma non mi soffermo perché non è questione di tematiche e stile)

COLAPESCE di AmbraStancampiano
Bellissima ambientazione.
Approvo in pieno la tua scelta di parlare di qualcosa che conosci, che è vicino a te e che rappresenta, in parte, un aspetto della tua terra, molto londoniano.
Anche i dettagli tecnici che hai introdotto sono in stile con la tecnica di London e apprezzo molto la scelta di non approfondire troppo perché mi sarei sicuramente perso, cosi come per l'uso del dialetto, presente ma non invadente.
Come ti hanno fatto notare anch'io vedo un problema nel finale, non vedo lo scontro con la natura, la lotta con l'ambiente ma quasi un deus ex machina che distrugge tutto con una potenza che non può semplicemente essere confrontata e soprattutto non è un qualcosa con cui ci si è scontrati ma un qualcosa estraneo a tutto.
La scelta del protagonista permette di introdurre alcuni elementi interessanti come la denuncia sociale della condizione dei pescatori che devono sottostare alle decisioni arbitrarie del padrone e alle cattive compagnie scelte per mera sopravvivenza anche se la sua ambivalenza fra il desiderio di lavorare come vedetta e il desiderio di trovare l'oro non è marcata come potrebbe essere. Buono invece che proprio questa ambivalenza porti alla morte del protagonista.

LA LEGGE DELLO YUKON di Fernando Nappo
Un racconto incentrato sulla denuncia sociale e sulla durezza dei partecipanti, ottima scelta.
Ovviamente l'ambientazione scelta è una delle preferite di London, ho però sentito la mancanza della lotta contro la natura sempre presente nei suoi racconti.
benché sia presente la durezza dell'ambiente, l'ineluttabilità della situazione e la conseguente durezza del protagonista, questi sembra perfettamente adattato all'ambiente in cui si muove, sicuro di sé e perfetto nelle sue decisioni, tanto che sembra la natura gli venga in aiuto facendogli trovare l'altro uomo.
Anche il commento "Dalla slitta dell’uomo recuperò per sé, oltre al winchester, una padella e un paio di guanti nuovi. Nient’altro. Non voleva appesantire oltre la sua slitta, già ben carica." dimostra come lui non stia combattendo la natura ne la sua personale ne quella esterna ma anzi è perfetto in questa situazione, pronto e ricco di risorse.
Il moribondo non dice nulla di utile alla scena, non pone un dilemma al protagonista che si muove tranquillo e preparato mentre quasi sempre nei racconti londoniani il dilemma morale è motore di trama.
L'incipit è molto interessante e molto londoniano la parte finale un po' meno
Il racconto è bello, prende e interessa manca proprio solo quel pizzico di pepe che lo possa lanciare oltre, sicuramente un lavoro pubblicabile con poche correzioni.

IL CAMMINO DI MARTA di alessandra.corra
Bel racconto, mi è piaciuto molto anche se il finale era chiaro fin da subito.
La scelta della protagonista è molto interessante cosi come è molto londoniana la caratterizzazione dei personaggi (la sorella) con poche e mirate parole.
La creazione delle immagini che dipingono l'ambiente è ottima, molto efficace.
Lo scontro con la natura, più interiore dovuta all'età che non alla natura esteriore, è ben delineato e spalmato durante tutto il racconto.
Le tematiche sociali tanto care a Jack sono appena accennate mentre è presente con forza il desiderio imbattibile di mettersi alla prova, di trovare i propri limiti altro tema molto caro a London
Il finale 'buonista' all'inizio mi ha confuso poi ho letto il tuo commento è mi è tornato in mente il racconto a cui fai riferimento, molto azzeccata l'idea di un protagonista anziano che decide di affrontare se stesso per tornare il se stesso che desiderava essere.
Non commento i piccoli problemi di coerenza che ti hanno già fatto notare perché non è questione di tecnica o stile londoniana ma concordo con Maurizio dicendo che varrebbe proprio la pena di metterci mano e passarlo al laboratorio, magari lo si potrebbe espandere ulteriormente aggiungendo qualche elemento.

Classifica

1) L’ULTIMO ATTACCO di M.R.Del Ciello
2) COLAPESCE di AmbraStancampiano
3) IL CAMMINO DI MARTA di alessandra.corra
4) LA LEGGE DELLO YUKON di Fernando Nappo

Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Re: Capitolo Jack London: Lista racconti ammessi e vostre classifiche

Messaggio#10 » giovedì 22 dicembre 2016, 20:20

COMMENTI E CLASSIFICA DELLO SMILODONTE

Due parole prima della classifica: siete stati davvero bravi, e tutti i racconti sono stati letti con grande piacere. Avete tirato fuori delle belle storie, e ne sono davvero felice. Quanto alla classifica:

1) La legge dello Yukon di Fernando Nappo
2) Colapesce di Ambra Sancampiano
3) L'ultimo attacco - di M.R. Del Ciello
4) Il cammino di Marta di Alessandra Corrà

Il primo posto va a Fernando perché ha fatto un lavoro di mimesi eccezionale. Forse è anche il racconto meno originale, ma davvero non posso non elogiare la perizia di questo piccolo gioiellino di letteratura del freddo.
Il secondo posto - nella mia testa a parimerito col terzo - va ad Ambra per la bella ambientazione. Mi piacerebbe leggere di più di questi pescatori, fanno parte della tua cultura e si sente. Il terzo posto è tale solo perché più distante dalla lettura di riferimento, anche come tematica. Nondimeno un ottimo racconto, toccante soprattutto nelle battute finali.
Quarto posto ad Alessandra che mi regala un bel racconto di epifania personale per il quale avrei voluto un epilogo più esplicito e tragico.
Bravi tutti, davvero, sono molto contento di aver letto dei così bei racconti.


Ed ecco i commenti completi

Il cammino di Marta di Alessandra Corrà
Ciao Alessandra, e ben trovata in questa edizione Londoniana - che ammetto essere molto importante anche per me, dal momento che si tratta di uno dei miei autori preferiti. Parto dagli aspetti tecnici di coerenza, che in alcuni casi vacillano: ti sono già stati fatti notare, ma non è nulla che non possa essere risolto con qualche colpo di penna; più importante è l'aspetto temporale del racconto, commisurato alla fragilità della donna e delle condizioni estreme nelle quali si trova. Mi spiego meglio: London stesso nei racconti del grande Nord infila i personaggi in situazioni - passami il francesismo - di merda. E tu non hai mancato di fare lo stesso, tanto che ho sorriso al richiamo del freddo e del gelo notturno. Ci sono forti affinità con "Accendere un fuoco" (e di tanti altri racconti), ma ciò che manca è la durezza delle condizioni e la fatica improba del sopravvivere, che Jack non mancava mai di sottolineare. In quest'ottica è molto, troppo semplice per la signora camminare tutto il giorno e passare la notte. Ho compreso il tuo intento: tu VOLEVI far soffrire la vecchina, ma non ce l'hai fatta. In questo senso London è spietato, e mostra la sofferenza con estrema nonchalance. Anche il branco di lupi avrebbe meritato più spazio.
Ho apprezzato molto le descrizioni naturali, riuscite assai bene, e l'aspetto introspettivo riportato in maniera indiretta che troviamo in diversi racconti e scritti di London. La chiusura finale ha della poesia, e presenta forti richiami a Martin Eden, a mio avviso. Anche qua però ti sei lasciata impietosire: lasci la morte della protagonista sospesa, intuita ma non certa; il vecchio Jack ci avrebbe descritto una Marta che si avvolge nella coperta in attesa della sua ultima notte, sopraffatta dalla potenza della natura e dell'inanità dell'uomo di fronte a tanta grandezza. Mi rendo conto che un epilogo simile presuppone però una preparazione diversa durante l'arco narrativo, e il mio appunto rimane pertanto a suggerimento di come io avrei condotto la storia.
Senza ombra di dubbio ho visto diversi punti di contatto per ciò che riguarda i temi e lo stile, anche se il racconto cade un po' per quanto riguarda la dinamica londoniana. Manca il forte contrasto tra la fatica di sopravvivere e l'inarrestabile potenza della natura, aspetto che andava trattato in maniera più spietata. D'altro canto la difficoltà diventa mezzo per verificare lo stato della propria esistenza, evolvere un pensiero e raggiungere la consapevolezza, aspetto che invece hai colto molto bene.

La legge dello Yukon di Fernando Nappo
Ciao Fernando. Taglio corto perché davvero, ho pochissimi appunti da fare. Il tuo racconto è - nell'ottica della mimesi allo stile e ai temi di London - perfetto. Sono davvero soddisfatto di tutto, e già il primo paragrafo mi segnalava che eri perfettamente instradato. Hai fatto bene a limitare il gergo tecnico perché nei racconti del nord è di solito molto limitato, cosa che non accade invece nei racconti di mare dove Jack, amante delle imbarcazioni, si lasciava andare a complicatissime descrizioni. Molto, molto bene anche la durezza delle condizioni descritte, il contrasto quasi "etico" (ed è questo un aspetto importantissimo) tra i due: lo sprovveduto Frank soccombe e non sarebbe potuto essere altrimenti (ricordo ancora la scena de "il richiamo della foresta" dove la slitta di cercatori improvvisati e resi ancora più deboli dai litigi interni finisce per affondare nel ghiaccio, unico epilogo per degli inadatti alla sopravvivenza come loro), mentre Tom, che ama i propri cani, li nutre con affetto e dai quali viene ricambiato con l'amore che riveli con eccezionale tempismo nella penultima frase, non può che sopravvivere. È l'adamantina logica di London (che sostiene anche quando sembra il contrario; basti pensare a Martin Eden che, nonostante il superuomo che contiene in sé e che riesce a esprimere con la fatica e lo sforzo, viene sopraffatto da una società non adatta a lui) condensata. Gli appunti: Tom è fin troppo premuroso (sono diversi i passaggi in cui London fa abbandonare corpi di amici in mezzo alla neve - vedi Love of Life) ma trattandosi di un personaggio nel pieno delle proprie forze è comunque comprensibile. Ottimo invece l'atto di pietà verso i morenti. Che dire, lavoro svolto davvero bene: il racconto non è certo fantasioso né originale, ma d'altronde non era questa la richiesta; ti sei concentrato sul tema e sullo stile, e hai toccato i punti giusti.

Colapesce di Ambra Sancampiano
Stancampià! Per prima cosa grazie di avermi portato alla memoria la leggenda di Colapesce - la lessi su una raccolta di racconti curata da Alberto Mari e Luisa Rubini, intitolato "Il mare e le sue leggende", appartenente alla stessa collane de "il bosco: miti, leggende e fiabe", libro che tanto ha pesato sulla mia immaginazione di ragazzino di dieci anni.
Torniamo a noi: racconto davvero ben fatto e che ho apprezzato molto, che coglie nel segno per gli aspetti che hai voluto curare. Come gli altri Camaleontini hanno rilevato, sei stata davvero brava nel rendere i tecnicismi senza incorrere in spiegoni terrificanti - sei stata a dire il vero più brava di London stesso che nella serie dei guardiapesca si perde in una serie di termini incomprensibili a chi non conosce bene l'andar per vela. Anche la testardaggine tipica del lavoratore ossessionato dal proprio mestiere è resa molto bene. L'evento del rubare l'imbarcazione è molto Londoniano (il giusto brigantaggio!) e ricorda - ancora una volta - la serie dei guardiapesca. Cosa non funziona, allora? L'aspetto naturale. Avrei visto meglio un titanico scontro con un pesce spada - magari di dimensioni mitiche - dall'occhio dorato che balugina e ossessiona il nostro Colapesce e solo poi, a battaglia completata, il terremoto che distrugge. Lasciando solo il terremoto, evento catastrofico unico, non c'è percezione del pericolo latente. Lo so, la differenza è sottile (e come ripeto il racconto mi è piaciuto molto) ma è sostanziale. Di fatto tutto scorre liscio fino al terremoto senza l'accumulo di tensione tipico di certi passi di London come il racconto (La casa di Maphui) in cui una tempesta distrugge un'atollo, dove la distruzione fa da contraltare alla meschinità umana e sembra abbia una funzione di ripulitura morale. In qualsiasi caso un ottimo lavoro in generale, e un buon lavoro per quanto riguarda il lavoro di mimesi.

L'ultimo attacco di M.R. Del Ciello
Ciao Maria Rosaria. Devo ammettere, le ultime battute mi hanno fatto venire il groppo in gola. Quanto al racconto l'ho apprezzato davvero molto (e in questo senso devo dire che tutti i racconti di questa edizione mi sono piaciuti, siete stati bravi!). Buono l'andamento spezzato, ottimo il tema della resistenza sociale ad oltranza, e infatti in questo racconto c'è assai poco dei testi di riferimento, ma si sentono gli echi degli scritti più sociali di London. Hai citato a ragion veduta La Strada, non a caso. Mi lascia perplesso - in termini di coerenza narrativa - la capacità del vecchio di non farsi espropriare il terreno; Peppino ha fatto delle osservazioni assai pertinenti, ma che necessiterebbero di molto spazio. E se il gheppio fosse un vero simbolo? Un martire? Gli uomini della ruspa lo potrebbero uccidere, o ferire, e il vecchio userebbe la forza per combattere, finanche a un triste epilogo (anche se il racconto finirebbe meglio in sospensione, con il vecchio fucile che fa fuoco, in una escalation di tragicità). Inoltre attenta alla struttura a tre, dove per i secondi due attacchi mi inserisci il gheppio e per la prima invece c'è solo il vecchio. Purtroppo, anche psicologicamente, la serializzazione del personaggio gheppio rimane per il lettore mancante a posteriori. Basta inserirlo mentre vola in alto, in un foreshadowing di ciò che sta per accadere. Comunque brava, anche tu. Proprio un bel racconto.

Torna a “Capitolo Quarto: JACK LONDON”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite