L'uomo che perse la testa per un cappello

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Canadria
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L'uomo che perse la testa per un cappello

Messaggio#1 » martedì 22 novembre 2016, 0:42

“Quello è il mio cappello! Lei ha il mio cappello, me lo restituisca!” il mio tono era deciso e fermo eppure quello protese verso di me soltanto una mano vuota.
“Vuol far perdermi la calma? Non ce la farà. E’ un cappello come tanti, ne vendono a migliaia! Le calza bene, devo dire: le dà un tono distinto ed altolocato. Ma lei resta comunque un maleducato!”
Quello sbruffone mi guardava gonfiando le guance, spingeva le scapole in avanti ed agitava l’indice verso di me.
“Lei è un guerrafondaio, le dico! Un presuntuoso! Un impertinente! Il mio cappello le calza bene ma non le si addice: è cappello da signore e lei è solo un caciarone da osteria!”


“Davvero, mi creda, è andata così. E non mi spiego come adesso il cappello sia qui sulla mia testa! Se ne sarà pentito, lo sciocco!”
“Le dico, invece, che quel cappello è sempre stato lì.”
“Ah no, caro mio, questo glielo assicuro! Era sulla testa sua! Gli calzava bene, ma non gli si addiceva.”
“Caro signore, da quanto tempo parla con quello sbruffone?”
“Sapesse…! La prima volta credevo che non parlasse. Mi guardava e stava sempre zitto.”
“E poi?”
“E poi mi parlò. Era di notte ed io mi ero da poco messo a letto. Mi bussò alla finestra e mi disse che potevamo essere amici. Ed io gli credetti! Che stolto!”
“Credo che stesse sognando.”
“Suvvia, caro dottore, capisco che la sua scienza le abbia deviato il pensiero, ma so riconoscere se sogno o son desto! Credevo d’essermi addormentato, è vero, ero stanco ed ero a letto ma poi quello bussò ed io ci parlai.”
“E poi che cosa successe?”
“Poi mi svegliai.”
“Allora stava sognando!”
“Dottore, non so. Ora che ci penso, io già ero sveglio e parlavo alla finestra, eppure poi mi son svegliato sotto le coperte, ed era mattino e non più notte, all’improvviso.”
“Sognava, le dico. E poi? Quando vi siete rivisti?”
“Tante volte! Aveva i miei stessi gusti ed interessi: si tagliava persino i capelli come me, e dal mio stesso barbiere!”
“E questo le piaceva?”
“All’inizio. Poi cominciò ad infastidirmi.”
“E perché mai?”
“Perché, dottore, voleva tutto quello che volevo io e non ci toglieva gli occhi di dosso finché non ce li toglievo anch’io. Un giorno, in pasticceria, si fiondò sull’ultimo pasticcino rimasto, proprio quello che anch’io stavo indicando. Lo fece apposta!”
“E lei come reagì?”
“Sbuffai ed andai via. Da allora mi fa scherzi fastidiosi, come quello del cappello: che prima me l’ha rubato e poi me l’ha rimesso in testa facendomi passare per matto! E’ per questo che sono venuto qui da lei, dottore: perché mi dica che non sono matto!”
“Amico mio, le dirò una cosa che la sorprenderà. Il ladro di cappelli altri non è che lei stesso: da giorni lei litiga col suo specchio.”



“…e mentre diceva questo, professore, glielo giuro: notai che quel dottore lì aveva pure lui in testa il mio stesso cappello! Ne sono certo! Eppure, quando l’ho detto ai miei figli, quelli mi hanno creduto matto e mi hanno portato qui: credono davvero che io abbia perso la testa per un cappello!”



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antico
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Re: L'uomo che perse la testa per un cappello

Messaggio#2 » martedì 22 novembre 2016, 0:49

Ciao Claudia! Ok i parametri, buona Troccoli Edition anche a te!!!

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erika.adale
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Re: L'uomo che perse la testa per un cappello

Messaggio#3 » martedì 22 novembre 2016, 23:28

Con un titolo che richiama il più popolare libro di Oliver Sacks, ci si aspetta di trovarsi di fronte alla follia e infatti. Un pazzo che trova il suo interlocutore allo specchio e apre un lungo battibecco sulla proprietà del cappello.
Scegli il dialogo puro per raccontare la tua storia ma l'esperimento, a mio giudizio, riesce a metà. Perché se da una parte capisco il tentativo iniziale di tenere ambiguo l'interlocutore, d'altra parte si crea una certa confusione e sono stata costretta a tornare indietro più di una volta per cercare di identificare meglio i personaggi e il contesto che mutano nei tre sipari successivi. Io credo che qualche frase extra dialogo avrebbe giovato all'immediatezza della storia, pur senza togliere sorprese al lettore.

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Angela
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Re: L'uomo che perse la testa per un cappello

Messaggio#4 » giovedì 24 novembre 2016, 17:25

L'uomo che perse la testa per un cappello - Canadria

Racconto divertente e inusuale di cui ho apprezzato almeno due cose: l'idea che ho trovato originale e per niente scontata e la capacità di districarti così bene con i dialoghi. Ammiro il fatto che tu non abbia praticamente usato verbi dichiarativi, sembra di leggere una commedia o un copione. Per contro, ci sono alcuni elementi a sfavore: per esempio la poca chiarezza, magari anche voluta, nel tentativo di mescolare le carte e il finale a cui stento a dare un significato. Un racconto che mi piace a metà, ma che non toglie nulla alle tu indubbie doti narrative.
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

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Andrea Partiti
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Re: L'uomo che perse la testa per un cappello

Messaggio#5 » giovedì 24 novembre 2016, 17:44

Sono un fan dei racconti fatti in prevalenza di dialoghi, mi diverte scriverli, leggerli e immaginarli interpretati, ma ci vedo due difetti in questo caso che purtroppo sono difficili da rattoppare senza stravolgere la struttura che hai creato.

La voce del dottore è estremamente anonima, fa domande che servono solo per mandare avanti il discorso, ha un ruolo estremamente passivo, da ascoltatore puro. Non ci importa davvero di lui.
Diventerebbe più snello rinunciare la dialogo e alle domande e trasformare tutto in monologo. Ma un monologo è soltanto un narratore in prima persona, a ben vedere, da cui il difetto.

Nella scena iniziale si intuisce che il protagonista sta interagendo con il suo riflesso, perché solo lui parla. Il medico invece parla. Il colpo di scena finale in cui anche il medico è un suo riflesso fa saltare questo schema, perché il dottore parla. Lo vedo come una nota stonata in una scena che può avere un impatto teatrale notevole. Teatrale, però, con una conoscenza immediata della situazione del protagonista e senza cercare il colpo di scena.

Canadria
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Re: L'uomo che perse la testa per un cappello

Messaggio#6 » venerdì 25 novembre 2016, 17:48

Grazie a tutt'e tre per i vostri commenti.
Come Andrea, anch'io ho pensato molto alla scena del colloquio col dottore: ho ragionato sul fatto che il riflesso non parli durante la prima scena ma lo faccia nella seconda ed ho immaginato che potesse rappresentare un progredire della psicosi. Probabilmente, se avessi avuto più tempo (ho iniziato a scrivere molto tardi), avrei forse provato a descrivere qualche "azione specchio" del dottore con il protagonista...ma non sono certa che avrebbe funzionato! Probabilmente è una storia che ha bisogno di qualche carattere in più per funzionare meglio. Ho dovuto tagliare qui e lì con grande sconforto :/

alexandra.fischer
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Re: L'uomo che perse la testa per un cappello

Messaggio#7 » venerdì 25 novembre 2016, 21:05

Mi piace questo racconto scoppiettante. Ha qualcosa dei dialoghi del Signor Veneranda di Carlo Manzoni. Il tono è brioso allo stesso modo, strappa un sorriso, che si tramuta in inquietudine verso il finale. Il protagonista, di fatto, sta sognando un persecutore immaginario (ladro del suo cappello, ma anche dell’ultimo dolcetto rimasto in pasticceria) e altri non è che se stesso (allora lui trasferisce sullo psichiatra l’identità del persecutore misterioso). Nel finale, si lamenta con un nuovo specialista della sua condizione e c’è da credere che il transfert agirà allo stesso modo (il medico che diventa persecutore). La storia ha un po’ del gatto che si morde la coda. Ma in senso buono. La trovo validissima per raccontare l’alienazione e il sogno di avere qualcuno con cui litigare in una vita

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marco.roncaccia
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Re: L'uomo che perse la testa per un cappello

Messaggio#8 » sabato 26 novembre 2016, 13:04

Ciao Claudia,
l’idea del tuo racconto mi pare buona, la realizzazione un po’ meno.
Le voci mi sembrano interessanti però il lavorare esclusivamente con i dialoghi in un racconto del genere rende la lettura difficile ed è necessario fare su e giù per il testo per verificare se si è capito o meno il senso delle conversazioni e a chi appartiene ogni linea di testo. Il finale è molto divertente.

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Callagan
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Re: L'uomo che perse la testa per un cappello

Messaggio#9 » lunedì 28 novembre 2016, 13:48

Ciao! Leggo un tuo racconto per la prima volta e non posso fare altro che ringraziarti. Mi hai divertito tanto, leggere il racconto è stato davvero un piacere, quindi non c'è molto altro da aggiungere: hai raggiunto uno degli obbiettivi massimi per un racconto breve.
Il finale spiega anche la poca professionalità del dottore in alcune uscite. Spiega senza spiegare, come è giusto che sia.
Ancora grazie e alla prossima!

viviana.tenga
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Re: L'uomo che perse la testa per un cappello

Messaggio#10 » lunedì 28 novembre 2016, 20:01

Ciao Claudia,
Prima di tutto, ho apprezzato molto la citazione del titolo, che incuriosisce e prepara il lettore al genere che sta per leggere.
Quello che il racconto sicuramente riesce a fare è trasmettere il senso di straniamento/delirio del protagonista. La scelta di usare solo dialoghi rende ancora più faticoso per il lettore inquadrare la situazione, ma probabilmente è la scelta giusta dato il tipo di racconto. Il finale è riuscito, e lascia con il dubbio se davvero il "professore" sia reale o meno.
Quello che non mi ha convinta del tutto è il modo in cui hai gestito la transizione dalla prima alla seconda scena. Trovo che nelle prime battute della seconda la voce e i toni del dottore siano troppo simili a quelli del protagonista nella prima, tanto che io alla prima lettura avevo dato per scontato che fosse sempre lui, salvo poi cambiare idea più avanti e infine accorgermi che avevo ragione... Secondo me, sarebbe da evitare il rischio di questo doppio capovolgimento, tenendo le due voci paziente-dottore o sempre simili o sempre diverse.
Altro appunto, il tema mi sembra tirato dentro un po' a forza, nel senso che dire che il fatto che la pazzia abbia cominciato a manifestarsi durante il sogno mi sembra un dettaglio tutto sommato secondario.

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patty.barale
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Re: L'uomo che perse la testa per un cappello

Messaggio#11 » mercoledì 30 novembre 2016, 11:20

-TRAMA: tutti vogliono il mio cappello! Arrivano di notte alla finestra, mi insultano al mattino davanti allo specchio e stimati cerusici arrivano addirittura a rubarmelo! Ah, ma sono furbi, loro, poi me lo rimettono in testa, così che il mondo pensi che il matto sono io!

-PERSONAGGI: ebbene sì, Alice, sotto le spoglie di questo paziente mi nascondo proprio io, il Cappellaio Matto!

-STILE: il linguaggio usato mi ha portato alla mente, come detto, il Cappelaio interpretato Johnny Deep.

Piccole critiche:

I dialoghi iniziali mi hanno u po' spiazzato: fino a che non ho capito che si trattava di uno scambio di battute davanti allo specchio non riuscivo a capire chi parlava a chi. Sicuramente questo rende perfettamente la follia del protagonista, ma non aiuta il lettore che incontra il tuo testo per la prima volta (alla seconda lettura tutto appare chiarissimo, i gesti che si contrappongono alle parole sono perfetti per un'immagine riflessa, ma, secondo me, evidenziare il fatto che l'"altro" non parli mai, ma si limiti a gesticolare in risposta, aiuterebbe.)

Vuol far perdermi la calma?


Sicuramente errore di battitura per

Vuol farmi perdere la calma?


-ORIGINALITA': sicuramente l'idea più originale del girone.

-COERENZA AL TEMA: presente

-PANCIA: se non fosse per la difficoltà iniziale, l'idea è molto interessante e mi è piaciuto molto il colpo di scena finale, col passaggio dal dottore al ben più titolato Professore!

Zebratigrata
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Re: L'uomo che perse la testa per un cappello

Messaggio#12 » giovedì 1 dicembre 2016, 16:36

Molto bella l’idea del dialogo con lo specchio, mi è davvero piaciuta, perché prima prendiamo il protagonista sul serio, poi iniziamo a insospettirci e capiamo il problema. Il fatto che parli al dottore, e la citazione nel titolo, inseriscono nella gag una vena di tristezza, con un risultato davvero ‘agrodolce’.

Secondo me si può però migliorare sia l’inizio che il finale. L’inizio ha il problema che istintivamente leggiamo il dialogo come se fosse tra due persone, e solo dopo ci rendiamo conto che ‘l’altro’ in realtà non risponde. Io inserirei qualche verbo che dia al lettore la chiave di lettura giusta: per esempio puoi sottolineare che l’altro non risponde, o specificare un ‘ribattei’ o simile PRIMA della seconda e della terza battuta, così le associamo entrambe al protagonista e non le vediamo come risposte dell’altro. Il finale invece mi sembra un po’ didascalico nella spiegazione del dottore (ma onestamente non mi viene in mente una buona alternativa) e forse l’ultima frase che ricalca la mano aggiungendo una cornice di narrazione è superflua. O metti molte cornici in un gioco come questo, oppure secondo me una è più che sufficiente.

Riguardo al tema invece, il sogno c’è ma a mio parere non cambia veramente la sua esistenza. Lo fa arrabbiare, forse tutta la faccenda è la prima manifestazione di un problema neurologico, ma in quest’ottica la sua vita è cambiata prima. Il sogno non è causa ma sintomo, spia della situazione. E non sembra nemmeno che lo renda consapevole del suo problema, anzi. Quindi diciamo che sul piano dell’attinenza al tema il racconto mi sembra un po’ stiracchiato.

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antico
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Re: L'uomo che perse la testa per un cappello

Messaggio#13 » mercoledì 7 dicembre 2016, 13:41

Premessa: non ho faticato a seguire lo scambio di battute e ad assegnarle ai corretti personaggi. Detto questo, è vero che il dialogo andrebbe contrastato di più ed è anche vero che, pur essendo valida l'idea, si percepisce che la forma e la struttura che hai trovato per esprimerla non sono, probabilmente, gli ottimali. Va revisionato per fare incastrare per bene gli ingranaggi e enfatizzare i meccanismi. Per il momento è un pollice ni che tende verso l'alto.

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