Terra - Roberto Romanelli
Inviato: sabato 17 dicembre 2016, 17:50
Il pianeta occupava i tre quarti dello schermo principale. Uno spettacolo magnifico anche per Dever che ne aveva visti centinaia. Sullo schermo posteriore otto navette della Gilda avevano appena armato i cannoni al plasma.
Dever digitò il codice di sicurezza della camera di conversione ed entrò.
***
- La situazione è critica. - Marcus picchiettò il grafico sospeso in aria.
- Era ovvio che si sarebbe giunti a una riduzione di efficacia. - Dever si sistemò i tentacoli dietro il dorso in modo che non interferissero con la proiezione olografica.
- Il problema è che, se continua così, c’è il rischio che si accorgano dei flussi che dirottiamo. - Marcus passò la mano su una porzione grigia in continuo movimento.
- Marcus, palpeggiare l’aria non risolverà nulla, cosa vuoi che faccia? Dillo in fretta che qui è oltremodo secco. - immerse un paio di tentacoli in una melma verdastra e se la strofinò addosso.
***
Attenzione, Protocollo Omega in attivazione. Giustificare la propria presenza o allontanarsi dalla zona.
L’altoparlante della navicella ripeteva l’annuncio proveniente dalle navette della Gilda. All’interno della camera di conversione Dever era una massa di materia organica in ricomposizione incapace di sentire.
***
Marcus puntò le sue otto paia di occhi su Dever.
- Voglio la Terra.
- Non se ne parla. Troppa gente, troppo evoluti.
- L’hai detto prima, non hai scelta. Mi devi ancora ottocento cicli standard di servizio.
- Settecento. Il lavoro dai Gulasiani eravamo d’accordo valesse doppio.
- Non ricordo.
- Non mi interessa se passi più tempo a rifarti il contorno occhi che a gestire gli affari. Sai cosa significa infiltrarsi tra i Gulasiani? Sono dei tubi di carne che vocalizzano di quanto potrebbe essere interessante la prossima stagione riproduttiva mentre si accoppiano con qualsiasi cosa che non assomigli alla vegetazione locale.
- Hai fatto però un ottimo lavoro.
- Faccio sempre un ottimo lavoro. Adesso hanno un nuovo sport planetario: rotolare giù dalle colline cercando di non incastrarsi tra le pietre. Ovviamente chi riesce ad arrivare a valle si unisce all’orgia in corso.
- Ovviamente. - Marcus si prese qualche secondo per riflettere. - La Terra e scendiamo a trecento.
- La Terra e mi liberi.
- Sei pazzo, dove lo trovo un altro come te?
- Potresti cominciare a pagarmi.
***
Dever uscì dalla camera di conversione tra i fumi della condensa.
Protocollo Omega tra 60,59,58…
Due braccia, due gambe, un torso e una testa. - Bleah! - Dever guardò la sua nuova forma - Anche la voce fa schifo, per non parlare del colore.
45,44,43…
Aprì un collegamento con l’ufficio di Marcus mentre secerneva il guscio protettivo.
- Marcus, io vado. Vedi di tornare a prendermi.
- Quanto pensi di metterci?
- Il tempo che ci va, devo inventarmi qualcosa e capire dove piazzare gli accumlatori di endorfine.
- E’quasi tutta acqua, mettili lì. Le nostre scorte stanno finendo. Non perdere troppo tempo.
- Non è colpa mia se tu e i tuoi clienti vi siete assuefatti alle vostre stesse endorfine.
- Tu sbrigati.
…3,2,1
Dever digitò il codice di sicurezza della camera di conversione ed entrò.
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- La situazione è critica. - Marcus picchiettò il grafico sospeso in aria.
- Era ovvio che si sarebbe giunti a una riduzione di efficacia. - Dever si sistemò i tentacoli dietro il dorso in modo che non interferissero con la proiezione olografica.
- Il problema è che, se continua così, c’è il rischio che si accorgano dei flussi che dirottiamo. - Marcus passò la mano su una porzione grigia in continuo movimento.
- Marcus, palpeggiare l’aria non risolverà nulla, cosa vuoi che faccia? Dillo in fretta che qui è oltremodo secco. - immerse un paio di tentacoli in una melma verdastra e se la strofinò addosso.
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Attenzione, Protocollo Omega in attivazione. Giustificare la propria presenza o allontanarsi dalla zona.
L’altoparlante della navicella ripeteva l’annuncio proveniente dalle navette della Gilda. All’interno della camera di conversione Dever era una massa di materia organica in ricomposizione incapace di sentire.
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Marcus puntò le sue otto paia di occhi su Dever.
- Voglio la Terra.
- Non se ne parla. Troppa gente, troppo evoluti.
- L’hai detto prima, non hai scelta. Mi devi ancora ottocento cicli standard di servizio.
- Settecento. Il lavoro dai Gulasiani eravamo d’accordo valesse doppio.
- Non ricordo.
- Non mi interessa se passi più tempo a rifarti il contorno occhi che a gestire gli affari. Sai cosa significa infiltrarsi tra i Gulasiani? Sono dei tubi di carne che vocalizzano di quanto potrebbe essere interessante la prossima stagione riproduttiva mentre si accoppiano con qualsiasi cosa che non assomigli alla vegetazione locale.
- Hai fatto però un ottimo lavoro.
- Faccio sempre un ottimo lavoro. Adesso hanno un nuovo sport planetario: rotolare giù dalle colline cercando di non incastrarsi tra le pietre. Ovviamente chi riesce ad arrivare a valle si unisce all’orgia in corso.
- Ovviamente. - Marcus si prese qualche secondo per riflettere. - La Terra e scendiamo a trecento.
- La Terra e mi liberi.
- Sei pazzo, dove lo trovo un altro come te?
- Potresti cominciare a pagarmi.
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Dever uscì dalla camera di conversione tra i fumi della condensa.
Protocollo Omega tra 60,59,58…
Due braccia, due gambe, un torso e una testa. - Bleah! - Dever guardò la sua nuova forma - Anche la voce fa schifo, per non parlare del colore.
45,44,43…
Aprì un collegamento con l’ufficio di Marcus mentre secerneva il guscio protettivo.
- Marcus, io vado. Vedi di tornare a prendermi.
- Quanto pensi di metterci?
- Il tempo che ci va, devo inventarmi qualcosa e capire dove piazzare gli accumlatori di endorfine.
- E’quasi tutta acqua, mettili lì. Le nostre scorte stanno finendo. Non perdere troppo tempo.
- Non è colpa mia se tu e i tuoi clienti vi siete assuefatti alle vostre stesse endorfine.
- Tu sbrigati.
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