Di increspature e depurazioni - di Maurizio Bertino

Moderatore: Camaleonte

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Peter7413
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Di increspature e depurazioni - di Maurizio Bertino

Messaggio#1 » martedì 31 gennaio 2017, 20:34

Di increspature e depurazioni


La cittadinanza era disposta sui lati della piazza, i bambini davanti, ognuno con il proprio terminale, pronti a riprendere la scena per poi descriverla con minuzia nel compito a casa assegnato dagli insegnanti. Il vento leggero scompigliava i lembi delle fasce, laddove i nodi avevano ceduto rischiando di scoprire porzioni di pelle. I genitori, preoccupati, intervenivano subitanei con nastri adesivi e fermagli.
Il Supervisore, proprio al centro dello spiazzo di cemento, ruotava su se stesso posando il proprio sguardo ora su un adulto, ora su una bambina, riconoscibile per la fasciatura rosa. Selezionato tra gli individui con massima acutezza visiva, il Supervisore sfruttava tutte le sue venti diottrie per scorgere segni d’impurità nel gruppo a lui assegnato.
Infine si fermò. Melissa lo vide posare il suo sguardo su di lei, troppo a lungo. Disperata, cercò aiuto negli sguardi di chi la circondava. La sua anziana madre, ripetendo «No, no, no!», la stava già ispezionando fascia a fascia, fino all’urlo «La spalla!». Melissa portò la mano alla spalla indicata dallo sguardo della madre e trasalì: una delle fasce si era sfilacciata, forse quando aveva sfregato contro la porta uscendo di casa.
Il supervisore alzò un braccio e la indicò.

Il ronzio arrivò prima di lui. Gli abitanti del villaggio seppero della sua venuta quando ancora non lo si poteva vedere neppure dal campanile della chiesa. Il sibilo era entrato nelle loro teste durante il sogno e, passando le ore, si faceva sempre più vicino e forte, costante come una liberazione che sapeva di condanna. Il Conte si poté preparare a riceverlo e per l’occasione fece tornare i contadini dai campi impiegandoli nella pulizia della via principale. Ogni capo famiglia aveva portato un dono e l'aveva disposto disposto sull’altare dietro cui il Conte attendeva, chi una semplice cinta e chi una veste intessuta dalla moglie per l’occasione, .
Infine arrivò, curvo sotto il peso della vibrante spada che portava sulla schiena. Indossava una palandrana nera e grossi occhiali rotondi che, simili a una maschera, ne coprivano quasi interamente il viso.
«Padre, siamo sollevati e grati che siano state ascoltate le nostre richieste, non sapevamo più come fare, la piazza è inutilizzabile da mesi e la puzza di zolfo che si propaga dall’increspatura è divenuta insopportabile, come lei stesso può appurare di persona ora che è arrivato».
«La Chiesa ha detto di venire e sono venuto. Sì, sento lo zolfo e la sacra spada vibra. Il viaggio non è stato vano. Non chiamatemi padre, per voi ora sono un Dio. Chiamatemi l’Unico. Suona meglio» lo disse con una lieve increspatura nelle labbra, come un ghigno.
«Ma questo è inaccettabile! Come osa equipararsi a Dio?» sbottò il Conte mentre tutti i padri, le madri, i bambini e gli anziani del villaggio procedevano a segnarsi con la croce.
Fulmineo, Unico sparì alla vista e riapparve dietro una fanciulla, la più bella del villaggio, afferrandola per i capelli e sbattendola in mezzo alla via, di fronte all’altare pieno di doni.
«Come osa? Chi l’ha mandata?» urlò il Conte.
«Non mi basta ancora, no» la risposta serafica di Unico, intento a osservare la fanciulla. «Ne voglio un’altra. Sua figlia, questa volta» e sparì per riapparire dietro alla figlia del Conte, afferrarla per i capelli e spingerla insieme all’altra.
«Uccidete quest’uomo!» il Conte stesso aveva sguainato la spada. Tre uomini, armati di rastrelli, si fecero avanti bellicosi e subito caddero in avanti con la gola squarciata. Unico era apparso dietro ognuno di loro operando con un coltello improvvisamente apparsogli in mano a una velocità tale che nessun occhio umano avrebbe potuto identificarne i movimenti. Alla vista del macello, il Conte si fermò, tremante. Uomini, donne, bambini e anziani del villaggio si fecero un nuovo segno della croce.
«E ora mostratemi l’increspatura, sono venuto per fare un lavoro e sono una persona onesta, devo meritarmi il vostro pagamento». Unico sogghignò riapparendo vicino alle due fanciulle e concupendole con lo sguardo. «Che non si faccia girare voce che Unico non è professionale. Conducetemi, Conte, vi prego. E no, lo leggo dal vostro sguardo, preferirebbe me ne andassi. Non si può. La Chiesa ha interesse nella buona riuscita della mia missione: la terminerò e infine me ne andrò con i mie due doni e voi potrete continuare a vivere felici e contenti in quest’epoca oscura. La seguo».

Melissa fu portata al centro della piazza da due assistenti del Supervisore. Sapeva cosa stava per accadere, ma il viverlo in prima persona le appariva inverosimile, quasi fosse solo un incubo dal quale si sarebbe presto risvegliata.
«Posizionatela di fronte a me». La voce del supervisore le giungeva ovattata, come da un’altra dimensione. Sua madre si era già arresa e ora stringeva a sé il figlio minore, suo fratello. Immaginò lo stesse ammonendo «Che ti sia di lezione, impara». I bambini erano intenti nel riprendere la scena, per molti di loro non era la prima volta, ma il Governo aveva imposto alle scuole che le depurazioni fossero sempre documentate dagli stessi studenti secondo la logica del “conosci il tuo nemico se vuoi sconfiggerlo” e il nemico era il peccato della nudità di fronte alla collettività. Solo gli occhi, sia nei maschi che nelle femmine, potevano essere lasciati scoperti, per il resto del corpo erano necessarie le fasce.
«Spogliatela, lentamente. Che abbia il tempo di riflettere sul proprio peccato». I due assistenti cominciarono a svolgere le fasce, dalle braccia, con calcolata lentezza, come da richiesta del Supervisore. I loro occhi tradivano il disgusto, l’idea stessa che un corpo potesse vedere la luce naturale ed essere visto da consimili senza le fasce a coprirlo era per loro quanto di più degradante potesse esistere, l’avevano imparato fin dall’infanzia.
Freddo. Man mano che veniva liberata dalle proprie costrizioni, Melissa cominciò a sentirlo, il gelo. Fu presa dal tremore. Fissò i suoi occhi in quelli del Supervisore, stavano brillando. Fremeva anche lui, era risaputo che l’infliggere la pena capitale per liberare la cittadinanza dagli individui peccatori poteva essere vissuto dai supervisori come un atto di pura estasi, di reale vicinanza con il divino che scendeva sulla terra e si faceva carne brandendo il sacro bastone e infliggendo in prima persona i colpi mortali.
«Molto bene, la peccatrice è nuda. Che si dia inizio alla depurazione». Disse infine il Supervisore alzando il sacro bastone e preparandosi a sferrare il primo colpo.

«Oh sì… Sì! Un’increspatura davvero meravigliosa! La sente anche lei, Conte? La sente quanto sta sibilando la mia spada? Scommetto che la sentono fino a Roma e forse anche più lontano, questa è un’increspatura di livello superiore!»
Il Conte si era fermato alcuni passi più indietro, al limitare delle ultime case prima della piazza. Nel suo volto era dipinto l’orrore, per quel sibilo che sembrava arrivare dall’inferno, per quell’increspatura danzante nell’aria, per il destino della sua amata figlia ora eletta a dono, ma soprattutto per quell’uomo non uomo che stava danzando felice apparendo ora su un tetto, ora di fronte all’increspatura, ora dentro alla stessa, brandendo la propria spada e mostrandogliela. Si limitò ad assentire.
«Meravigliosa! Una svolta narrativa di livello massimo! Datata… Aspetti, Conte… Datata tremila anni nel futuro a partire da questo momento! Stiamo per fare la Storia, mio caro Conte! Quello che sta per accadere qui creerà uno sliding doors di proporzioni ciclopiche, come neppure io posso immaginare! Ma del resto, lei non sta capendo nulla di quello che le sto dicendo, vero? Mi lasci ridere di gusto per la sua ignoranza! E le basti sapere che la Chiesa si rallegrerà di quello che sto per fare, e non poco!»
Il Conte non seppe rispondere in altro modo se non arretrando di alcuni passi. Unico sembrava aver perso la ragione, se mai l’avesse davvero avuta, e nel mentre delle sue farneticazioni l’increspatura era andata allargandosi e ora sembrava attrarre verso di sé l’aria stessa. Un vento sempre più forte, diretto verso essa, stava infatti sollevandosi man mano.
«Eccolo lì, con il suo bastone, pronto a colpire l’indifesa! Oh, sento il terrore della giovincella, oh come lo sento. E ha freddo! Trema la poveretta, tutta nuda di fronte ai suoi simili! Eccomi, piccola! Eccomi a te!» E nel dirlo, Unico si posizionò proprio nel mezzo dell’increspatura con la spada, che lui stesso faticava a tenere ferma per quanto vibrasse, dritta davanti a sé. «Che si dia inizio alla mattanza!» Cominciò a rotearla, e a gridare, e a ridere, saltando ora a destra e ora a sinistra, scomparendo e ricomparendo in ogni angolo della piazza.
«Conte, la sua spada… Sanguina!» esclamò un contadino indicando Unico.
A ogni fendente, la spada seminava sangue spruzzandolo in ogni dove. Il volto di Unico era ormai una maschera rossa, la piazza stessa sembrava una tavolozza che l’uomo, o cosa fosse, andava macchiando in ogni sua parte.
E d’un tratto tutto finì.

Melissa, lurida di sangue, nuda, sola, urlò.
Il Supervisore giaceva di fronte a lei, squartato dal basso ventre alla mandibola, vertice alto del macabro componimento. I due assistenti erano riversi alla sua sinistra e alla sua destra, braccia, gambe, tronco e testa posizionati in fila a comporre i due lati di una croce di sangue il cui corpo centrale era composto dalle viscere dei padri e delle madri e degli anziani che fino a un attimo prima facevano parte del pubblico. Gli unici sopravvissuti alla sua improvvisa furia, i bambini, erano già intenti a caricare, piangendo, i propri filmati sui social network.

Il sibilo era cessato, l’increspatura sparita, l’odore di zolfo dissipato dall’aria fresca della sera. Il Conte, piangente, non poté fare altro che osservare sua figlia e la fanciulla più bella del villaggio allontanarsi al seguito di quell’uomo che imponeva di essere chiamato Unico e che ora lo salutava con la mano mentre con l’altra molestava i suoi guadagnati doni.


FINE



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angelo.frascella
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Re: Di increspature e depurazioni - di Maurizio Bertino

Messaggio#2 » venerdì 3 febbraio 2017, 22:59

Bello e ricco d'immaginazione il tuo racconto, Maurizio.
Hai reso bene personaggi e situazioni e, pur proponendo un religioso, non cloni Eymerich, ma crei un personaggio tuo molto interessante. Anche le due linee narrative che sembrano, all'inizio, divergenti, si connettono molto bene.
L'unico dubbio logico è che i fenomeni (puzza e rumore) dovuti all'increspatura sarebbero tutto sommato poco misteriose considerando che dagli occhiali e dall'uso della frase "sliding doors" quella parte della storia non sembrerebbe ambientata nel passato: e allora perché chiamare un prete?
Però a parte questo dettaglio, il racconto è ottimo.
Dal punto di vista del raffronto con Evangelisti, mi sembra che dal punto di vista di contenuti e atmosfere ci siamo perfettamente. Il linguaggio mi sembra invece un po' troppo elaborato e i periodi un po' troppo ricchi, rispetto alla lingua più diretta del Magister.
Ti segnalo un refuso nella punteggiatura, con una virgola rimasta orfana ("dalla moglie per l’occasione, .")

A rileggerci,
Angelo

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Peter7413
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Re: Di increspature e depurazioni - di Maurizio Bertino

Messaggio#3 » sabato 4 febbraio 2017, 13:58

Grazie Angelo per il commento :)
Riguardo alla problematica da te riscontrata legata all'uso di "sliding doors", ho voluto forzare la mano per trasmettere al lettore l'idea che Unico sia un personaggio decontestualizzato dal suo tempo (infatti l'ho fatto seguire subito da "Ma del resto, lei non sta capendo nulla di quello che le sto dicendo, vero?" per evidenziare quanto quelle parole fossero senza senso alle orecchie del Conte).
Ho fatto leggere il racconto ad altre due persone e non mi hanno sottolineato quella problematica, ma il fatto che tu l'abbia cmq percepita mi porta a pensare che forse non devo rischiare tanto ed evitare. Sentiamo anche gli altri. :)

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Vastatio
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Re: Di increspature e depurazioni - di Maurizio Bertino

Messaggio#4 » domenica 5 febbraio 2017, 10:33

Ciao,
come anticipato non sono studiato, quindi mi limiterò a giudicare su quello che "ricordo" delle tematiche di Evangelisti saltando a piè pari l'aderenza allo stile.
partiamo dalle cose facili: scritto bene e con le atmosfere tanto care a Evangelisti. Ti sei buttato poi in una delle sue caratteristiche iconiche: le confluenze temporali (che mi mandano in brodo di giuggiole).
La parte debole è che lo stratagemma per legarle è a basso impatto eccittante e, per quanto descritta bene, sfruttata male.
Avere Unico come presenza "svincolata" dai contesti temporali, che parla di "sliding doors" (e ho i miei dubbi che quella sia una sliding door), dimensioni/svolte "narrative" (che pare il deus ex machina del momento su MC), ha effetti depauperanti sulla mia flora intestinale.
Non ti se preso nemmeno la briga di avere un focus che avrebbe dato maggior "spessore" a Unico. Che cercasse una ragazza simile alla Melissa nel futuro, che la spogliasse per rendere gli eventi "sovrapponibili", senza basarsi solo sul "luogo".
Riassumendo: ottime atmosfere e ottimo uso dei "classici" di Evangelisti, ma occasione e "climax" non valorizzata adeguatamente.

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maria rosaria
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Re: Di increspature e depurazioni - di Maurizio Bertino

Messaggio#5 » domenica 5 febbraio 2017, 12:39

Ciao Maurizio.
Molto bello il tuo racconto.
Interessante, come già ti hanno fatto notare, il tuo personaggio, Unico, che rispetta le caratteristiche dei personaggi di Evangelisti: figure in cui il confine tra il bene e il male è difficilmente identificabile.
Unico si pone quasi come divinità e il suo potere è usato per aiutare ma anche per dominare.
Anche l'ambientazione risulta ben descritta: si percepisce un luogo in cui le regole sono particolarmente dure per gli abitanti che diventano vittime del loro ambiente prima, di Unico dopo.
Insomma, in sintesi:
Punto di forza: personaggio e ambientazione
Punto debole: forse un'eccessiva cripticità. Mi sarebbe piaciuto sapere di più sul perchè l'increspatura mette in difficoltà la popolazione. Credo che per non eccedere con la lunghezza forse tu abbia tagliato qualcosa, o sbaglio?
Come lo migliorerei: appunto spendendo qualche parola sull'increspatura e il motivo della chiamata di Unico.
Maria Rosaria

Fernando Nappo
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Re: Di increspature e depurazioni - di Maurizio Bertino

Messaggio#6 » giovedì 9 febbraio 2017, 8:52

Ciao Maurizio,
il tuo è un racconto molto ricco d'atmosfera e di immaginazione. Se per queste caratteristiche può ricordare piuttosto bene Evangelisti, mi pare però che la scrittura più elaborata se ne discosti un poco. Però, non essendo ferratissimo riguardo all'autore in questione, lascio ai moderatori il commento finale.
Leggendolo, mi sono chiesto perché per valutare e capire cosa sia l'increspatura, non si sia ricorso a degli scenziati, dei tecnici, anziché chiedere l'intervento della Chiesa. Ma forse è dovuto il fatto che dall'increspatura scaturisce odore di zolfo, che potrebbe fa temere la presenza di Satana, da cui l'intevento della Chiesa.
Infine, ho qualche difficoltà a interpretare il finale: Unico ha fatto fuori tutti tranne i bambini, se non ho capito male, ma non sono riuscito a capire il motivo.

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Peter7413
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Re: Di increspature e depurazioni - di Maurizio Bertino

Messaggio#7 » giovedì 9 febbraio 2017, 13:49

@Fernando
Non hanno fatto ricorso a scienziati perché si trovano in un'epoca in cui qualunque stranezza non può che essere riconducibile al diavolo e al maligno, speravo fosse chiara la collocazione temporale degli eventi legati a Unico...
Riguardo ai bambini, li lascia in vita perché in tal modo possono, attraverso la condivisione sui social, dare il via a quello che ho definito SLIDING DOORS, che in questo caso era vincolato all'intervento o meno della Chiesa dal passato.

Nella mia visione, da rielaborare eventualmente in qualcosa di più strutturato, la Chiesa interviene dal passato utilizzando queste increspature legate a particolari avvenimenti futuri. Perché interviene? Per cercare di limitare, anche nel futuro, le eresie. Perché queste increspature? E che ne so? Ma di sicuro sono legate a questo personaggio di Unico, decontestualizzato rispetto all'era in qui si trova e chissà perché. Di sicuro un battitore libero che persegue scopi personali, quello sì. Ma che arriva da dove? Da scoprire nei prossimi racconti (se mai ci saranno).

@Roberto
Sugli SLIDING DOORS ho già risposto più sopra. Sulle motivazioni di Unico, anche. Avrei potuto dire molto di più, ovvio, ma il racconto ne avrebbe risentito nel suo equilibrio e pertanto ho preferito narrare una particolare depurazione cercando di lasciare aperte delle porte e questioni che però rimandano all'esterno rispetto agli eventi specifici legati a Melissa e al Conte. Diciamo che si potrebbe definire come un racconto promo, leggibile a se stante, ma aperto a notevoli sviluppi.

@Maria Rosaria
Riguardo alla lunghezza del racconto, vero, potevo narrare più cose, ma al costo di perdere l'equilibrio interno che mi ero prefissato di mantenere. Diciamo che ho cercato di funambolare in precario equilibrio sulla fune narrativa lunga 10000 caratteri. ;)

valter_carignano
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Re: Di increspature e depurazioni - di Maurizio Bertino

Messaggio#8 » lunedì 13 febbraio 2017, 12:22

ciao
commento dopo illustrissimi colleghi e hanno detto quasi tutto loro.
Mi è piaciuto molto il tono generale, la leggera ironia, specie nella scena iniziale.
Concordo che le due parti potevano essere legate meglio, così come le motivazioni di Unico. Hai già risposto, mi sembra che le tue risposte siano convincenti, mi piacerebbe leggerlo se lo amplierai.
Una piccola cosa, che mi ha fatto esitare e tornare indietro: il conte dice 'chi l'ha mandata'. inizialmente, ho pensato si riferisse alla ragazza, invece giustamente il conte dà del lei a Unico. Personalissimo suggerimento: e se invece si rivolgesse a lui col 'voi'? Con l'epoca ci starebbe...

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giuseppe.gangemi
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Re: Di increspature e depurazioni - di Maurizio Bertino

Messaggio#9 » mercoledì 15 febbraio 2017, 21:21

Ciao Maurizio,
il racconto mi è piaciuto.
La parte in cui è presente Unico secondo me però ti è venuto meglio.
L’ho trovata molto ironica (Unico mi ha ricordato il monaco donnaiolo Miroku).
La parte finale in cui le due realtà si incrociano è molto combat e slasher.
Forse manca un antagonista vero dall’altra parte del varco in grado di reggere a un duello con Unico.
Non ho capito in che senso utilizzi il termine sliding doors (realtà parallele, alternative come nel film con la Paltrow?). Secondo me evangelisti utilizza molto di più il concetto di butterfly effect in metallo urlante (la semplice liberazione da parte di Eymerich dei due prigionieri ha effetti nefasti che si prolungano per millenni. Nel mio racconto invece l’invio della Voyager produce i suoi effetti fra 40 50 mila anni se non di più)
Buona prova e scusa se ho le mie teorie strambe su metallo urlante.
Presente il tema del fanatismo.
Ciao!

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Lo Smilodonte
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Re: Di increspature e depurazioni - di Maurizio Bertino

Messaggio#10 » venerdì 24 febbraio 2017, 18:58

Ciao Maurizio.
Il tuo racconto - e l'esercizio - è riuscito quasi del tutto. Ci sono alcune incoerenze interne (spiegami come facciamo e vedere il sorriso di qualcuno con la maschera) e in alcuni passaggi fai un uso disinvolto del gerundio, ma nulla che non possa essere sistemato in un paio di riletture. Hai creato un vero e proprio mondo alternativo con regole distorte, c'è il marcio, ci sono le linee temporali alternative, c'è la follia e la distopia. Direi che gli elementi ci sono tutti, e che sono trattati piuttosto bene. Cosa non va, allora?
Il periodare, complesso rispetto alla versione di Evangelisti, e manca un reale collegamento che faccia saltare sulla sedia come succede in Metallo Urlante, dove le diverse linee temporali hanno una correlazione. Credo nella tua sliding door, ma il legame rimane tenue. Qua ci sono elementi che non hanno un reale collegamento causa-effetto: perché coprire le carni? Perchè salvare i bambini? Dov'è il cardine del cambiamento? Con una maggiore attenzione a questi aspetti il racconto esprimerebbe le sue potenzialità.

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lordmax
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Re: Di increspature e depurazioni - di Maurizio Bertino

Messaggio#11 » domenica 26 febbraio 2017, 0:26

Ottimo personaggio, bella creazione e bella presentazione, molto in stile Pantera. Arriva e cambia le regole che gli altri si erano immaginati di poter imporre.
Mi sono trovato in difficoltà a capire alcuni passaggi ma è una cosa facilmente risolvibile a una rilettura.
Quello che non ho trovato però sono alcuni dei temi fondamentali di Evangelisti, la protesta sociale per una società assurda e rifiutata da tutti (sembra invece che sia ben accetta, addirittura la madre non cerca di salvare la figlia ma la usa come esempio per il figlio).
C'è tanto Maurizio e poco Evangelisti nella qualità alta del vocabolario, ma ammetto che un po' me lo aspettavo.
Piuttosto una cosa che non ho trovato è il senso di inelutabilità e inutilità che permea i racconti di metallo urlante. Anche la scena splatter del massacro è non proprio asettica ma poco manca. Non c'è quella forza distruttiva ineluttabile che porta a parteggiare per i perdenti anziché per il protagonista, mi sono trovato più di fronte a un sith che agisce per motivi suoi che ha un Pantera che si trova scaraventato in una situazione e cerca di salvare la pelle e se può anche la situazione.

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