L'Archivista
Inviato: giovedì 6 giugno 2019, 21:49
20 maggio 2119, ore 21:00.
«Propro oggi che c'è la piogia. Non posiamo spetare?»
«No. E impara a parlare, perdio!»
«Calm, capo. Calm.»
L'uomo sulla sedia a rotelle scosse la testa. «Forza: meno chiacchiere e più profanazione!» ringhiò.
Aveva uno sguardo acuto nonostante il suo cervello avesse da poco compiuto 145 anni. Indossava un completo elegante per coprire le protesi al carbonio, e un paio di occhiali ovali a realtà aumentata. Si morse un labbro trattenendo la frustrazione: avere a che fare con quelle generazioni illetterate era peggio delle formiche nelle mutande, ma per quel lavoro servivano persone robuste dalla scarsa curiosità. Due laureandi di scienze umanistiche erano perfetti.
I ragazzi rimossero la lastra di granito davanti alla lapide con la targa “Luca Nesler 1981-2019”, e presero a scavare sotto la pioggia scrosciante che trasformava il camposanto in un pantano. La pala toccò il legno della bara. Uno dei due ragazzi trasalì per un tuono, poi si sporse dalla bocca di fango. «Eco il box, capo. Lo farmiamo?»
«No, togliete la terra e apritela. E provate almeno ad azzeccarle 'ste doppie! Vi esprimete peggio della twittmachine, che diamine!»
Uno fece un verso interrogativo e l'altro sollevò le spalle bisbigliando: «è old».
I ragazzi sollevarono il coperchio. Dentro c'era uno scheletro completamente scarnificato.
«Eccolo! Controllate se ha uno smartphone».
«Un uot?»
«Un portatile di cento anni fa. Forza, cialtroni!» li insultò il vecchio. Tanto sapeva che l'impoverimento linguistico era tale che potevano comprendere gran poco di quello che diceva.
I ragazzi frugarono vicino allo scheletro già lucido di pioggia, estrassero una lastra nera e la passarono all'uomo in sedia a rotelle.
«Perfetto» disse questi afferrandola con l'arto robotico. «Era ancora possibile rimuovere la batteria a quei tempi».
Armeggiò con le dita sintetiche per levare il coperchio dal retro dell'apparecchio, afferrò un foglietto piegato in sei e, riparato dall'ombrello della sedia, lo sollevò e lo aprì. «Sì!» gridò, «ecco la lista!»
Cinque ore dopo la carrozzella ronzava spingendo il vecchietto all'interno del laboratorio che un tempo faceva parte dell'università di Torino. Un uomo sulla quarantina in camice bianco aspettava ad occhi sgranati.
«Alora? Ai farmato la kiave?»
Il vecchio sospirò. «Sì. Ce l'ho.»
«Come lo sai?»
«Come so che è lei? Cento anni fa un tipo aveva capito tutto. Lui era una specie di ritardato, ma aveva una mente geniale per i complotti.»
«Pe i cappotti?»
L'uomo sulla sedia lo guardò di sottecchi, sbuffò e proseguì «In qualche modo aveva scoperto che il forum di Minuti Contati non era altro che un'immensa banca dati per lo studio dell'intelligenza artificiale forte. A quei tempi ero un archivista impareggiabile: avrei avuto la lista da me se non fosse stato per la notte degli hacker del 2019.»
L'uomo in camice bianco annuì con espressione concentrata, poi sollevò le spalle corrugando la fronte. «Kuale lista?»
«E tu saresti un uomo di scienza? Ma dove hai studiato, alla Mc Donald University?»
«No, capo. Li no ce la facolta di scenze. Io ho fatto sette anni alla...»
«Era una domanda retorica! Non m'interessa il tuo curriculum. Ora prova a seguirmi, capoccione. 2019, Sesta Era di Minuti Contati: l’algoritmo della piattaforma aveva individuato, in alcune lettere inserite nei titoli della All Star Edition, la chiave finale dell'esperimento. Parlo della lista di quei titoli. Lo ricordo come fosse ieri. Inserendo la chiave manualmente avremmo potuto attivare l'IA forte.»
«Io no capisco quello che parli, ma sei tu che paga, alora decidi tu e io dico si» tagliò corto l'uomo in camice scuotendo il capo.
«Questo è un momento importante! Ascolta, somaro!» urlò il vecchio facendo fremere le guance flaccide, poi trasse un doloroso respiro e continuò «Insomma, quel tipo insulso mi aveva scritto in privato dicendo di aver letto una frase tra alcuni titoli, ma non mi aveva detto quale. Si vantava di aver intuito tutto, ma poi era morto. Morso da uno scoiattolo durante una gita in montagna.»
«Un scoiatolo?»
Il vecchio sogghignò annuendo. «Pare fosse idrofobo. Dopo averla persa a causa dell'attacco hacker, ho cercato la lista per anni. Ero sicuro che il matto l'avesse trascritta.»
«Perché?»
«Perché era l'unica edizione del contest che aveva vinto. E lui era un grasso megalomane malato. Avevo ragione: eccola qui. Ha perfino segnato le lettere.»
L'altro osservò il foglietto aperto tra le dita del vecchio. I titoli dei racconti concorrenti erano scritti in stampato maiuscolo e solo alcune lettere erano evidenziate in grassetto.
LIVE
IL PISOLINO POMERIDIANO DELLA RAGIONE
NUMERO VENTITRÈ
IL PROSSIMO
IL NEGOZIO DI CONVENIENZA
ASTRID
I BAMBINI DI DOMANI
IL CERCHIO DELLA VITA
CONFRONTO TARDIVO
L'uomo in camice lesse ad alta voce con una certa difficoltà: «Vedi nero? Ti prego ridi: la vita conta. Kuesta?»
«Sì. Affascinante, vero? Questa è la frase autogenerata da un complesso algoritmo per l'attivazione di un robot senziente, proprio nel periodo in cui il mondo tornava ai fascismi.» Osservò il foglietto mordendosi un labbro, poi lo passò al suo assistente. «Inseriscila a sistema. Dopo l'elaborazione l'IA sarà completa e potrà contrastare la twittmachine della Lega. Finalmente».
Il vecchio chiuse gli occhi e lasciò una lacrima libera di scendere ad impigliarsi tra le rughe. «Domani saremo di nuovo liberi di usare la rete dopo quasi cento anni.»
«E ci vuole un vekio vekio per agiustare l'internet. Eh, signor Bertino?»
«Vecchio?» L'uomo rise «Allora mi chiamavano “l'Antico”».
«Propro oggi che c'è la piogia. Non posiamo spetare?»
«No. E impara a parlare, perdio!»
«Calm, capo. Calm.»
L'uomo sulla sedia a rotelle scosse la testa. «Forza: meno chiacchiere e più profanazione!» ringhiò.
Aveva uno sguardo acuto nonostante il suo cervello avesse da poco compiuto 145 anni. Indossava un completo elegante per coprire le protesi al carbonio, e un paio di occhiali ovali a realtà aumentata. Si morse un labbro trattenendo la frustrazione: avere a che fare con quelle generazioni illetterate era peggio delle formiche nelle mutande, ma per quel lavoro servivano persone robuste dalla scarsa curiosità. Due laureandi di scienze umanistiche erano perfetti.
I ragazzi rimossero la lastra di granito davanti alla lapide con la targa “Luca Nesler 1981-2019”, e presero a scavare sotto la pioggia scrosciante che trasformava il camposanto in un pantano. La pala toccò il legno della bara. Uno dei due ragazzi trasalì per un tuono, poi si sporse dalla bocca di fango. «Eco il box, capo. Lo farmiamo?»
«No, togliete la terra e apritela. E provate almeno ad azzeccarle 'ste doppie! Vi esprimete peggio della twittmachine, che diamine!»
Uno fece un verso interrogativo e l'altro sollevò le spalle bisbigliando: «è old».
I ragazzi sollevarono il coperchio. Dentro c'era uno scheletro completamente scarnificato.
«Eccolo! Controllate se ha uno smartphone».
«Un uot?»
«Un portatile di cento anni fa. Forza, cialtroni!» li insultò il vecchio. Tanto sapeva che l'impoverimento linguistico era tale che potevano comprendere gran poco di quello che diceva.
I ragazzi frugarono vicino allo scheletro già lucido di pioggia, estrassero una lastra nera e la passarono all'uomo in sedia a rotelle.
«Perfetto» disse questi afferrandola con l'arto robotico. «Era ancora possibile rimuovere la batteria a quei tempi».
Armeggiò con le dita sintetiche per levare il coperchio dal retro dell'apparecchio, afferrò un foglietto piegato in sei e, riparato dall'ombrello della sedia, lo sollevò e lo aprì. «Sì!» gridò, «ecco la lista!»
Cinque ore dopo la carrozzella ronzava spingendo il vecchietto all'interno del laboratorio che un tempo faceva parte dell'università di Torino. Un uomo sulla quarantina in camice bianco aspettava ad occhi sgranati.
«Alora? Ai farmato la kiave?»
Il vecchio sospirò. «Sì. Ce l'ho.»
«Come lo sai?»
«Come so che è lei? Cento anni fa un tipo aveva capito tutto. Lui era una specie di ritardato, ma aveva una mente geniale per i complotti.»
«Pe i cappotti?»
L'uomo sulla sedia lo guardò di sottecchi, sbuffò e proseguì «In qualche modo aveva scoperto che il forum di Minuti Contati non era altro che un'immensa banca dati per lo studio dell'intelligenza artificiale forte. A quei tempi ero un archivista impareggiabile: avrei avuto la lista da me se non fosse stato per la notte degli hacker del 2019.»
L'uomo in camice bianco annuì con espressione concentrata, poi sollevò le spalle corrugando la fronte. «Kuale lista?»
«E tu saresti un uomo di scienza? Ma dove hai studiato, alla Mc Donald University?»
«No, capo. Li no ce la facolta di scenze. Io ho fatto sette anni alla...»
«Era una domanda retorica! Non m'interessa il tuo curriculum. Ora prova a seguirmi, capoccione. 2019, Sesta Era di Minuti Contati: l’algoritmo della piattaforma aveva individuato, in alcune lettere inserite nei titoli della All Star Edition, la chiave finale dell'esperimento. Parlo della lista di quei titoli. Lo ricordo come fosse ieri. Inserendo la chiave manualmente avremmo potuto attivare l'IA forte.»
«Io no capisco quello che parli, ma sei tu che paga, alora decidi tu e io dico si» tagliò corto l'uomo in camice scuotendo il capo.
«Questo è un momento importante! Ascolta, somaro!» urlò il vecchio facendo fremere le guance flaccide, poi trasse un doloroso respiro e continuò «Insomma, quel tipo insulso mi aveva scritto in privato dicendo di aver letto una frase tra alcuni titoli, ma non mi aveva detto quale. Si vantava di aver intuito tutto, ma poi era morto. Morso da uno scoiattolo durante una gita in montagna.»
«Un scoiatolo?»
Il vecchio sogghignò annuendo. «Pare fosse idrofobo. Dopo averla persa a causa dell'attacco hacker, ho cercato la lista per anni. Ero sicuro che il matto l'avesse trascritta.»
«Perché?»
«Perché era l'unica edizione del contest che aveva vinto. E lui era un grasso megalomane malato. Avevo ragione: eccola qui. Ha perfino segnato le lettere.»
L'altro osservò il foglietto aperto tra le dita del vecchio. I titoli dei racconti concorrenti erano scritti in stampato maiuscolo e solo alcune lettere erano evidenziate in grassetto.
LIVE
IL PISOLINO POMERIDIANO DELLA RAGIONE
NUMERO VENTITRÈ
IL PROSSIMO
IL NEGOZIO DI CONVENIENZA
ASTRID
I BAMBINI DI DOMANI
IL CERCHIO DELLA VITA
CONFRONTO TARDIVO
L'uomo in camice lesse ad alta voce con una certa difficoltà: «Vedi nero? Ti prego ridi: la vita conta. Kuesta?»
«Sì. Affascinante, vero? Questa è la frase autogenerata da un complesso algoritmo per l'attivazione di un robot senziente, proprio nel periodo in cui il mondo tornava ai fascismi.» Osservò il foglietto mordendosi un labbro, poi lo passò al suo assistente. «Inseriscila a sistema. Dopo l'elaborazione l'IA sarà completa e potrà contrastare la twittmachine della Lega. Finalmente».
Il vecchio chiuse gli occhi e lasciò una lacrima libera di scendere ad impigliarsi tra le rughe. «Domani saremo di nuovo liberi di usare la rete dopo quasi cento anni.»
«E ci vuole un vekio vekio per agiustare l'internet. Eh, signor Bertino?»
«Vecchio?» L'uomo rise «Allora mi chiamavano “l'Antico”».