IL CENTESIMO DITO di Marco Roncaccia
- marco.roncaccia
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IL CENTESIMO DITO di Marco Roncaccia
A Don Hamed rodeva il culo.
Questo stato d’animo non era per niente adatto al suo primo giorno da predicatore della Chiesa Sincretiana, ma non poteva farci niente.
Sgobbare su quei mattoni di teologia non era valso tanto quanto la raccomandazione dell’ultimo imbucato nella Madrasa Pontificia.
“Tor Bella Monaca” c’era scritto nell’ordine di servizio della Curia.
Vagava tra i casermoni di via dell’Archeologia contro un vento freddo che gli sferzava la faccia, con il saio che si gonfiava a ogni raffica e con una mano in testa in modo che la kippah non gli volasse via.
Non era riuscito a scambiare una parola con un locale, figuriamoci a convertirlo.
Prese il telefono e aprì ProselitApp. Persino quel coglione di Don Mario aveva totalizzato 5 nuovi fedeli.
Adesso, poi, all’ora di cena e con l’infrasettimanale di serie A, aveva zero chance.
In mezzo agli alberi, dall’altro lato della strada vide del movimento.
Aveva una fifa nera ma poi pensò a Don Mario che lo prendeva per il culo e allora si precipitò nel buio della macchia sperando in un colpo di fortuna.
«Che cazzo vuoi?» una voce roca accompagnata da un miasma di alcool e fumo fu la seconda cosa che percepì nell’oscurità.
La prima, una lama fredda che gli premeva contro la giugulare.
«Ma fratello…»
«Fratello, un cazzo. Tocca qui». La fonte di alito mefitico gli porse un mazzo di chiavi. Sentì al tatto che erano tenute insieme da una catena a cui era attaccato una specie di grappolo di bastoncini rinsecchiti e maleodoranti.
«Sono 99 dita di 99 persone che non si sono fatte i cazzi loro e visto che sei il numero 100 ti faccio scegliere il dito da mozzare»
«Lo sai che non sei il primo a fare questo?»
«No?»
«C’era questo tipo, un bandito, chiamato Angulimala, che poi significa collana di dita, visto che si era fatto una capezza da coatto con le dita delle sue 999 vittime. Vede Buddha passare e pensa, quasi quasi faccio 1000. Corre verso di lui, che invece cammina lentamente. Più Angulimala corre più aumenta la distanza tra i due. Allora gli fa: ehi zio ti dico fermati! E il Buddha gli risponde: io non mi sono mai mosso, ora tocca a te fermarti»
«E cosa vorrebbe dire?»
«Che Buddha era in una dimensione diversa in cui Angulimala non avrebbe potuto mai raggiungerlo. Questo episodio cambiò la vita di Angulimala che più tardi divenne un saggio»
«Molto edificante, però tu ora sei qui non in un’altra dimensione e fra un po’ sarai un coglione con un dito in meno»
«Certo io sono qui, mica sono Buddha. Sei tu che sei stato altrove, nella dimensione narrativa. Mentre eri con Angulimala e Buddha ho estratto il mio pugnale kirpan e l’ho infilato nel tuo stomaco. Ho anche aggiornato il totalizzatore, guarda: un infedele eliminato vale 20 nuovi adepti. Sono primo!»
Don Hamed girò il cellulare e la luce dello schermo fece prendere coscienza al tipo che si trovava in ginocchio in mezzo a una pozza del suo sangue.
«A proposito» continuò mentre l’altro si accasciava.
«Guarda, il numero 100» e gli mostrò il dito medio.
Questo stato d’animo non era per niente adatto al suo primo giorno da predicatore della Chiesa Sincretiana, ma non poteva farci niente.
Sgobbare su quei mattoni di teologia non era valso tanto quanto la raccomandazione dell’ultimo imbucato nella Madrasa Pontificia.
“Tor Bella Monaca” c’era scritto nell’ordine di servizio della Curia.
Vagava tra i casermoni di via dell’Archeologia contro un vento freddo che gli sferzava la faccia, con il saio che si gonfiava a ogni raffica e con una mano in testa in modo che la kippah non gli volasse via.
Non era riuscito a scambiare una parola con un locale, figuriamoci a convertirlo.
Prese il telefono e aprì ProselitApp. Persino quel coglione di Don Mario aveva totalizzato 5 nuovi fedeli.
Adesso, poi, all’ora di cena e con l’infrasettimanale di serie A, aveva zero chance.
In mezzo agli alberi, dall’altro lato della strada vide del movimento.
Aveva una fifa nera ma poi pensò a Don Mario che lo prendeva per il culo e allora si precipitò nel buio della macchia sperando in un colpo di fortuna.
«Che cazzo vuoi?» una voce roca accompagnata da un miasma di alcool e fumo fu la seconda cosa che percepì nell’oscurità.
La prima, una lama fredda che gli premeva contro la giugulare.
«Ma fratello…»
«Fratello, un cazzo. Tocca qui». La fonte di alito mefitico gli porse un mazzo di chiavi. Sentì al tatto che erano tenute insieme da una catena a cui era attaccato una specie di grappolo di bastoncini rinsecchiti e maleodoranti.
«Sono 99 dita di 99 persone che non si sono fatte i cazzi loro e visto che sei il numero 100 ti faccio scegliere il dito da mozzare»
«Lo sai che non sei il primo a fare questo?»
«No?»
«C’era questo tipo, un bandito, chiamato Angulimala, che poi significa collana di dita, visto che si era fatto una capezza da coatto con le dita delle sue 999 vittime. Vede Buddha passare e pensa, quasi quasi faccio 1000. Corre verso di lui, che invece cammina lentamente. Più Angulimala corre più aumenta la distanza tra i due. Allora gli fa: ehi zio ti dico fermati! E il Buddha gli risponde: io non mi sono mai mosso, ora tocca a te fermarti»
«E cosa vorrebbe dire?»
«Che Buddha era in una dimensione diversa in cui Angulimala non avrebbe potuto mai raggiungerlo. Questo episodio cambiò la vita di Angulimala che più tardi divenne un saggio»
«Molto edificante, però tu ora sei qui non in un’altra dimensione e fra un po’ sarai un coglione con un dito in meno»
«Certo io sono qui, mica sono Buddha. Sei tu che sei stato altrove, nella dimensione narrativa. Mentre eri con Angulimala e Buddha ho estratto il mio pugnale kirpan e l’ho infilato nel tuo stomaco. Ho anche aggiornato il totalizzatore, guarda: un infedele eliminato vale 20 nuovi adepti. Sono primo!»
Don Hamed girò il cellulare e la luce dello schermo fece prendere coscienza al tipo che si trovava in ginocchio in mezzo a una pozza del suo sangue.
«A proposito» continuò mentre l’altro si accasciava.
«Guarda, il numero 100» e gli mostrò il dito medio.
Re: IL CENTESIMO DITO di Marco Roncaccia
Ed ecco Marco Roncaccia, il vicecampione della Quarta Era e attualmente secondo anche in questa Quinta! Tutto ok con caratteri e tempo, buona Emanuele Manco Edition!
- marco.roncaccia
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Re: IL CENTESIMO DITO di Marco Roncaccia
Grazie Antico ... e che Buddha ce la mandi buona!
Re: IL CENTESIMO DITO di Marco Roncaccia
Ciao Marco, ProselitApp mi ha strappato un sorriso. Chissà che già non esista... Il racconto mi è piaciuto, crudo e senza aloni da interpretare; e molto originale, anche. Tuttavia il tema a mio parere non è centratissimo: la scena si potrebbe svolgere in qualunque altro quartiere malfamato di qualsiasi grande città; Non vincola più di tanto il racconto. Tutto bene, per il resto, non mi sento di correggere, suggerirti, e tanto meno, insegnarti qualcosa. Alla prossima!
- marco.roncaccia
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Re: IL CENTESIMO DITO di Marco Roncaccia
Ciao Evandro,
grazie per il commento. Sono contento che il racconto ti sia piaciuto. Una risposta alla tua osservazione. Ho cercato di affrontare il tema in due differenti modi (visto che il tema è formulato al plurale). Uno è fisico, il parchetto di fronte ai casermoni di Via dell'Archeologia (se ci vai con google view puoi anche vederlo). Il secondo, quello per me più importante, è la dimensione narrativa. E' il racconto che Don Hamed fa al coatto che gli fa perdere il contatto con i suoi sensi. Quindi la dimensione narrativa, con le sue potenzialità affabulatorie, rende momentaneamente cieco l'antagonista. Il riferimento a una sorta di multinazionale delle religioni e il linguaggio utilizzato, rendono il racconto ... molto romano. Potrebbe accadere altrove? Certo, hai ragione, ma il tema ... è al plurale, no?
grazie per il commento. Sono contento che il racconto ti sia piaciuto. Una risposta alla tua osservazione. Ho cercato di affrontare il tema in due differenti modi (visto che il tema è formulato al plurale). Uno è fisico, il parchetto di fronte ai casermoni di Via dell'Archeologia (se ci vai con google view puoi anche vederlo). Il secondo, quello per me più importante, è la dimensione narrativa. E' il racconto che Don Hamed fa al coatto che gli fa perdere il contatto con i suoi sensi. Quindi la dimensione narrativa, con le sue potenzialità affabulatorie, rende momentaneamente cieco l'antagonista. Il riferimento a una sorta di multinazionale delle religioni e il linguaggio utilizzato, rendono il racconto ... molto romano. Potrebbe accadere altrove? Certo, hai ragione, ma il tema ... è al plurale, no?
Re: IL CENTESIMO DITO di Marco Roncaccia
Proprio bello! Forse poco centrato sul tema ma riuscitissimo, sia nella resa di ambientazione che sul finale. Forse l'attacco è un po' disorientante vista la carne al fuoco (la commistione fra più fedi che immagino fosse necessaria al pugnale Kirpan), ma poi si entra subito nel vivo. Il finale funziona e mi ha divertito. Bravo.
- marco.roncaccia
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Re: IL CENTESIMO DITO di Marco Roncaccia
Ciao Kuranes, grazie! Sul tema non aggiungo niente, visto che trovi tutte le spiegazioni nel commento precedente.
Re: IL CENTESIMO DITO di Marco Roncaccia
Mi ero perso la risposta! Non l'avevo vista in quest'ottica in effetti.
- Andrea Partiti
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Re: IL CENTESIMO DITO di Marco Roncaccia
Bel racconto, ineccepibile per come ti giochi questa religione sincretica da grande metropoli.
Il tema è preso di storto, ma sono contento così perché se tutti l'avessero interpretato alla lettera, questa volta, ci troveremmo con la fiera della nostalgia e racconti troppo simili tra loro. Il punto cieco del bullo che non vede arrivare la reazione è sufficiente da solo.
Visti i ripetuti riferimenti a Buddha e la collana con le dita secche così simile a un rosario buddista, avrei quasi visto meglio che mancasse il 108^ dito, per completare la serie. Certo, sarebbe stato pessimo per il titolo, ma con un significato simbolico che tornava molto bene con i racconti.
Il tema è preso di storto, ma sono contento così perché se tutti l'avessero interpretato alla lettera, questa volta, ci troveremmo con la fiera della nostalgia e racconti troppo simili tra loro. Il punto cieco del bullo che non vede arrivare la reazione è sufficiente da solo.
Visti i ripetuti riferimenti a Buddha e la collana con le dita secche così simile a un rosario buddista, avrei quasi visto meglio che mancasse il 108^ dito, per completare la serie. Certo, sarebbe stato pessimo per il titolo, ma con un significato simbolico che tornava molto bene con i racconti.
- marco.roncaccia
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Re: IL CENTESIMO DITO di Marco Roncaccia
Ciao Andrea,
grazie per il commento e per l'apprezzamento.
Vado rapidamente alla motivazione del centesimo dito. Lì il riferimento è alla leggenda di Angulimala. Nella versione che ho letto recentemente ha 999 dita nella sua ghirlanda quando incontra Buddha. In altre versioni ne ha 99. Nella mia idea Don Hamed cerca di spiazzare il coatto con questa tecnica: ti credi tanto temerario ma in passato un uomo di religione ha affrontato gente almeno 10 volte più feroce di te. Da qui la proporzione :D
grazie per il commento e per l'apprezzamento.
Vado rapidamente alla motivazione del centesimo dito. Lì il riferimento è alla leggenda di Angulimala. Nella versione che ho letto recentemente ha 999 dita nella sua ghirlanda quando incontra Buddha. In altre versioni ne ha 99. Nella mia idea Don Hamed cerca di spiazzare il coatto con questa tecnica: ti credi tanto temerario ma in passato un uomo di religione ha affrontato gente almeno 10 volte più feroce di te. Da qui la proporzione :D
- raffaele.marra
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Re: IL CENTESIMO DITO di Marco Roncaccia
Molto convincente, come al solito. In questi mesi ho imparato che la caratteristica migliore dei tuoi racconti è un invidiabile sunto tra originalità e ironia. La prima questa volta ti ha permesso di declinare il tema del mese in maniera forse un tantino forzata, ma il risultato è senza dubbio positivo e il fatto che la tua trama si distingua dalle altre è senza dubbio un bene. Per quanto riguarda l'ironia, apprezzo il fatto che essa appaia in maniera discreta, senza eccessi né cadute di stile (come magari era accaduto in altri tuoi racconti precedenti). Qui l'ironia è nella critica intelligente e velata di alcuni aspetti della nostra quotidianità (e in particolare della quotidianità di molti religiosi) ma anche, a mio parere, nel modo in cui conduci il lettore nella scoperta graduale di ciò che hai in mente. In altre parole, quella "dimensione narrativa" di cui parla il protagonista diventa la tua forza; in pratica è come se tu fossi Buddha e noi tutti, grazie alla tua bravura, ci sentiamo un po' angulimalati.
- marco.roncaccia
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Re: IL CENTESIMO DITO di Marco Roncaccia
ahahah Grazie Raffaele! Per il commento e per le risate :D
- Linda De Santi
- Messaggi: 497
Re: IL CENTESIMO DITO di Marco Roncaccia
Ciao Marco! Racconto piacevole, ben scritto e originale. Divertente e interessante l’app sullo smartphone con la classifica dei preti che convertono più fedeli.
Il finale a sorpresa è ben costruito, ma crea un effetto strano: sembra che lo psicopatico si accorga di essere stato pugnalato solo quando glielo fa notare il prete.
In ogni caso, il racconto mi è piaciuto molto. Alla prossima!
Il finale a sorpresa è ben costruito, ma crea un effetto strano: sembra che lo psicopatico si accorga di essere stato pugnalato solo quando glielo fa notare il prete.
In ogni caso, il racconto mi è piaciuto molto. Alla prossima!
- marco.roncaccia
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Re: IL CENTESIMO DITO di Marco Roncaccia
Ciao Linda e grazie,
è esattamente come dici tu. Il coatto si accorge di essere stato pugnalato solo quando glielo dice Don Hamed. Potenza del punto cieco ! O della dimensione narrativa.
è esattamente come dici tu. Il coatto si accorge di essere stato pugnalato solo quando glielo dice Don Hamed. Potenza del punto cieco ! O della dimensione narrativa.
Re: IL CENTESIMO DITO di Marco Roncaccia
Ciao Marco, il fatto che tu inizi a somigliare a Roberto mi fa parecchio paura. Il racconto è ben scritto e divertente. Se devo trovare una nota negativa è la parte in cui il "frate" gli dice d'averlo sventrato. Magari cercherei un modo un po' meno surreale per farlo, ma in un racconto del genere ci può stare.
L'idea Romanelliana dell'App mi piace parecchio e anche questa nova chiesa in cui guadagni punti facendo proselitismo o uccidendo un infedele.
La chicca finale è veramente becera ed estremamente gustosa.
Nel complesso è un ottimo racconto, complimenti.
L'idea Romanelliana dell'App mi piace parecchio e anche questa nova chiesa in cui guadagni punti facendo proselitismo o uccidendo un infedele.
La chicca finale è veramente becera ed estremamente gustosa.
Nel complesso è un ottimo racconto, complimenti.
- marco.roncaccia
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Re: IL CENTESIMO DITO di Marco Roncaccia
Ciao Francesco,
io somigliare a Romanelli? :D :D :D
Non mi pare carino da parte tua! A parte questa caduta di stile, ti ringrazio per il commento e per l'appunto che mi fai sullo sventramento.
io somigliare a Romanelli? :D :D :D
Non mi pare carino da parte tua! A parte questa caduta di stile, ti ringrazio per il commento e per l'appunto che mi fai sullo sventramento.
Re: IL CENTESIMO DITO di Marco Roncaccia
Tra me e Marco c'è un accordo: ognuno può usare le genialità dell'altro... quando le capisce.
- marco.roncaccia
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Re: IL CENTESIMO DITO di Marco Roncaccia
Purtroppo non posso dire che questo racconto mi sia piaciuto. E’ senz’altro scritto molto bene, trovo i periodi molto ben costruiti e le scelte lessicali assolutamente adeguate, e mi piace molto anche il ritmo. Molto fantasiosi anche gli elementi religiosi e tecnologici mescolati tra loro. Purtroppo però non riesco a cogliere l’idea di fondo anche dopo un paio di letture, soprattutto il riferimento al Buddha, alla sua “fuga non fuga” e a come l’assalitore sia finito pugnalato alla fine del racconto. Non vedo nemmeno una reale attinenza con la traccia proposta.
Non so scrivere, ma ho bisogno di farlo.
- marco.roncaccia
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Re: IL CENTESIMO DITO di Marco Roncaccia
Ciao Niko,
A volte capita che un racconto non ci piaccia... dei gusti non si discute. Quanto al tema, trovi sopra la mia idea al riguardo.
A volte capita che un racconto non ci piaccia... dei gusti non si discute. Quanto al tema, trovi sopra la mia idea al riguardo.
Re: IL CENTESIMO DITO di Marco Roncaccia
Molto bello. Attuale, originale, ironico, spigliato. Il tema è preso in entrambi i suoi due punti fondanti. Se proprio devo puntare UN DITO... Ti sottolineo come l'intro sia un pelo meno scorrevole di quanto segue. Forse però è personale e questo effetto lo ha fatto solo su di me. Detto questo, per me è un pollice su.
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