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Mancato appuntamento

Inviato: martedì 17 gennaio 2017, 0:40
da alessandra.corra
Ero una persona ottimista, cercavo di vedere il lato buono in ogni situazione. Ma quella sera ero davvero arrabbiata.
Arriverà, mi ero detta, avrà avuto problemi al lavoro. Avevo provato a chiamarlo, ma era scattata la segreteria telefonica. Ed ecco che dopo un'ora mi era arrivato un sms dove diceva che aveva avuto un contrattempo e non poteva raggiungermi.
Ero rimasta come una scema con il telefono in mano.
Non era tardi, eppure la città sembrava deserta. Possibile fossero andati tutti a dormire? Di tornare a casa non me la sentivo. E nemmeno di chiamare qualcuno. Li immaginavo i commenti delle amiche: cosa ti avevo detto? Facile giudicare gli altri e dire che Aldo era un poco di buono, che con lui rischiavo grosso poiché non aveva rispetto per nessuno.
E' vero, era uno sborone, ma qualcosa di lui mi era entrato dentro e non voleva sapere di uscire. Ma perché quel comportamento? Doveva aver trovato un'altra, ecco.
Inconsciamente presi a camminare verso il quartiere dove abitava, non distava molto dal luogo dell'appuntamento, appena pochi chilometri. Quel rione era composto da un dedalo di viuzze male illuminate, dove in ogni angolo spuntavano caseggiati fatiscenti.
Dopo poco mi trovai davanti il suo portone. In effetti, l'appartamento non sembrava illuminato. Avrei potuto aspettarlo, ma fino a quando? E poi, cosa gli avrei detto? Stavo per andarmene quando vidi uscire dal portone un vecchio. Sembrava sconvolto.
- Oddio, signorina. Non ho potuto farne a meno.
Respirava a stento e parlava così velocemente che nemmeno riuscivo a capirlo.
- Dovrebbe calmarsi– gli dissi toccandogli il braccio. Ero quasi pronta a chiamare soccorso. Ma lui mi fermò, pur senza calmarsi. Anzi, si mise a piangere contraendo i muscoli del volto.
- Sono andato da lui dopo che ho trovato il mio gatto stecchito in cortile. Lui lo odiava. Deve avergli messo del veleno per topi dentro il cibo. Da quando mia moglie è morta non c'era che lui. Come ha potuto? Aprendomi la porta mi ha riso in faccia, poi mi ha minacciato, voleva gettarmi giù dalle scale. Si stava preparando per un appuntamento con una donna. Dovevo lasciarlo in pace. Non ci ho più visto. Ho afferrato un coltello che era posato sul tavolo e gliel'ho piantato in gola. Uno, due, tre volte. Fino a che ha smesso di respirare.
Tremava per la tensione nervosa. Nella casa di fronte una luce si accese.
- Non avrebbe dovuto farlo. Era l'animale più intelligente e affettuoso che avessi avuto.
Detto questo si allontanò ripetendo in modo sconclusionato quel monologo assurdo.
Io non so perché, ma alzai lo sguardo verso l'appartamento come se sperassi di vedere accendersi una luce e che fosse tutto uno scherzo. Ma invece vidi solo grossi fiocchi di neve scendere dal cielo. Forse la neve era arrivata in quel momento per lavare le miserie degli uomini. Io però incurante rimasi lì lasciandomi avvolgere da quel bianco abbraccio fino a quando non sentii il suono di una sirena in arrivo.

Re: Mancato appuntamento

Inviato: martedì 17 gennaio 2017, 0:42
da antico
Ciao Alessandra, bello vederti ai nastri di partenza! Tutto ok con caratteri e tempo, buona Emanuele Manco Edition!

Re: Mancato appuntamento

Inviato: martedì 17 gennaio 2017, 20:26
da alexandra.fischer
MANCATO APPUNTAMENTO di Alessandra Corra Il punto cieco della tua storia è la città improvvisamente deserta dopo l’appuntamento mancato di Aldo con la protagonista. Il vuoto si spinge fino all’alloggio di lui, buio. Aldo, che non è una brava persona, ha ucciso il gatto, unica compagnia rimasta all’anziano vicino, il quale si è vendicato di lui accoltellandolo a morte (ecco perché non si è presentato all’appuntamento…stava già progettando di uccidere il gatto). La finestra illuminata della casa di fronte nel finale, è un occhio accusatore. L’atmosfera raggela, a partire dall’irrazionale attaccamento della protagonista per un uomo così crudele.

Re: Mancato appuntamento

Inviato: mercoledì 18 gennaio 2017, 8:11
da Laura Cazzari
Ciao Alessandra,

Ho apprezzato la suspance che cresce a poco a poco, facendo intravedere lentamente l’inesorabile fine del racconto. La scrittura è leggera e scorrevole e ci sono delle frasi carine e d’effetto. Ho avuto difficoltà a cogliere l’attinenza con il tema scelto per il contest. Forse il racconto si riferisce più agli angoli bui dentro ognuno di noi.

Re: Mancato appuntamento

Inviato: mercoledì 18 gennaio 2017, 14:00
da Rionero
Ciao Alessandra,

del tuo racconto mi è piaciuta la voce narrante, non solo molto vera ma anche coerente con lo stile che hai. Anche la storia è semplice ma carina, con l'ombra che si nasconde dietro un semplice e banale episodio di vita quotidiana.

Trovo tuttavia molta difficoltà a riscontrare l'attinenza col tema: leggo nei commenti precedenti il riferimento al quartiere in cui si muove (ma ci passa solo e non fa parte della storia e non è neanche nascosto è solo...buio) e agli angoli bui dentro ognuno di noi... ma il tipo non sembrava affatto nasconderlo il suo angolo visto come ha finito per sfogarsi sul gatto ma soprattutto come già ne parlavano le amiche di lei.

Re: Mancato appuntamento

Inviato: mercoledì 18 gennaio 2017, 23:40
da angelo.frascella
Ciao, Alessandra.

Una storia semplice: una ragazza innamorata del classico bastardo, nonostante le avvertenze delle amiche (altro classico) scopre che è stato ucciso da un vicino. Nell’insieme è piacevole e l’approccio che hai scelto funziona. Mi convince poco che un vecchio che ha difficoltà a reggersi in piedi abbia avuto la meglio su un giovane uomo, probabilmente palestrato. Inoltre ho un dubbio logico: lui soi stava preparando per uscire con un’altra, quando è giunto l’assassino? Altrimenti non si spiega l’SMS.
Una nota: per i dialoghi non si usa il segno meno “-”, ma il trattino lungo (questo “–” oppure questo “—”).

A rileggerci,
Angelo

Re: Mancato appuntamento

Inviato: sabato 21 gennaio 2017, 16:01
da Vastatio
Ciao,
parti bene e finisci male. La fine mi ha lasciato di sasso, mi aspettavo che ci fosse stato un impedimento indipendente dalla sua volontà (dopo tutto quello che semini all'inizio), ma l'omicidio da parte del vecchio a cui ha ammazzato (davvero?) il gatto è una uscita che non riesco a farmi piacere.
Intanto non riesco a dare un senso alla scena. Lui si sta preparando ad uscire con lei, arriva il vecchio e lo fa entrare in casa (il coltello lo trova sul tavolo)? Io il colloquio/alterco col vecchio me lo immaggino sull'uscio, da quel poco che ci descrivi di lui non me lo vedo proprio.
Poi sei costretta a fare tutto questo spiegone che disintegra tutto quello che avevi costruito prima.
Perché non farlo trovare semplicemente vittima di un incidente stradale, con lei che segue inconsapevole una sirenza di ambulanza.
Non riesco a capire quale sia il contrattempo (ha visto il gatto in cortile ed è sceso ad avvelenarlo?)
Il tema ha tanti di quei vincoli che non so quali siano interpretabili e quali vincolanti, ma non ne trovo nemmeno uno.

Re: Mancato appuntamento

Inviato: lunedì 23 gennaio 2017, 22:35
da Aristide Capuzzo
Ciao Alessandra,
Il racconto ha un buon ritmo e il gusto del mistero che si scioglie procedendo verso il finale. Farei tentennare un po' di più il monologo del vecchio inserendo puntini di sospensione perché immagino che un uomo fresco di assassinio sia bello che sconvolto (come hai sottolineato) trasmettendo la sua agitazione a tutto il suo essere.
Ciò che mi è piaciuto del tuo racconto è la situazione ordinaria, così come i personaggi, che poco alla volta mutano portando a galla una straordinarietà non troppo inverosimile. A mio parere con queste modifiche può diventare un ottimo racconto.

Re: Mancato appuntamento

Inviato: martedì 24 gennaio 2017, 17:44
da marco.roncaccia
Ciao Alessandra, un buon racconto, il tuo, con alcune cose da rivedere, sia in termini di forma (per esempio io toglierei la storia della neve che lava le miserie dell'uomo), sia dal punto di vista logico (la storia del messaggino, soprattutto). Il personaggio è convincente e la storia ben sceneggiata, al tema hai pagato il giusto tributo.

Re: Mancato appuntamento

Inviato: mercoledì 25 gennaio 2017, 17:17
da willy
Ciao Alessandra, prima i complimenti: bella la tensione che cresce man mano, buone le descrizioni che fai del luogo verso cui la ragazza si dirige, quasi calamitata contro la sua volontà. Notevole anche la fantasia.
Non mi convince l'incipit, forse per le ripetizioni "ero" "era" in questo pezzo...

Ero una persona ottimista, cercavo di vedere il lato buono in ogni situazione. Ma quella sera ero davvero arrabbiata.
Arriverà, mi ero detta, avrà avuto problemi al lavoro. Avevo provato a chiamarlo, ma era scattata la segreteria telefonica. Ed ecco che dopo un'ora mi era arrivato un sms dove diceva che aveva avuto un contrattempo e non poteva raggiungermi.
Ero rimasta come una scema con il telefono in mano.
Non era tardi

Da rivedere, a mio parere, lo sfogo troppo "nitido" e descrittivo del vecchio che suona inverosimile in una situazione di grande choc. Magari qualche fotogramma del gatto che l'anziano fa uscire (ad esempio) a inizio racconto avrebbe fatto intuire il suo attaccamento senza bisogno di spiegazioni. Comunque un buon racconto che merita di essere ripreso in mano.

Re: Mancato appuntamento

Inviato: mercoledì 25 gennaio 2017, 23:05
da jimjams
Un racconto drammatico, merce non troppo diffusa tra di noi. Qualche piccola ingenuità di vario tipo (la è maiuscola se usi il giusto carattere ti fa risparmiare anche un prezioso spazio) . Un pochino per me irreale l'incontro con l'assassino, sia per i tempi, sia per la solerte confessione, tra l'altro una scena difficile da descrivere. Di buono c'è una storia nera, persino realistica, che coglie alcuni aspetti dell'umanità odierna.

Re: Mancato appuntamento

Inviato: giovedì 26 gennaio 2017, 22:39
da antico
L'sms va eliminato, crea troppi problemi a livello logistico e non sto a enumerarli una volta ancora perché mi sembra siano già stati identificati. Detto questo, il contesto è italiano e il punto cieco è quello dentro ognuno di noi, che non riusciamo ada afferrare nell'altro, l'angolo oscuro. In generale, il racconto mi è piaciuto, ci vedo la tua sensibilità e il tuo tocco. Devi solo sistemare un paio di cose e poi è degno di vetrina. Per il momento direi un pollice tendente all'altro.