"Pellegrino disperato", di Francesco Nucera

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ceranu
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"Pellegrino disperato", di Francesco Nucera

Messaggio#1 » martedì 19 aprile 2016, 0:24

“Pellegrino disperato”

Raul avanzava nell'erba alta, era partito all'alba da casa e le gambe gli facevano male, ma c'era quasi. A qualche centinaio di metri da lui, il centro commerciale “Calvario” svettava candido come sempre.
Abbassò il capo, sistemò le spalline dello zaino contenete il pegno della sua fedeltà, e ripartì. Il peso che trasportava non era eccessivo, ma le spalline gli stavano segnando la pelle.
Si bloccò, un canale d'irrigazione gli stava tagliando la strada. Si voltò e notò altre sagome che avanzavano. Fece due passi indietro, inspirò, guardò il cielo e partì di corsa. Arrivò al ciglio del canale e spiccò un salto. Il tempo si bloccò, gli uccelli smisero di volare e un alito di vento lo spinse sull'altro argine. Ruzzolò a terra, tagliandosi in più parti, ma ci riuscì. «Grazie!» sussurrò.
Gli ultimi cento metri furono i più faticosi. L'afa era insopportabile, sudava e aveva le spalle dilaniate dalle spalline. Abbassò il capo e ripartì.
Un gruppo di ragazze lo incitava, mentre altri, con gli zaini in spalla, entravano di corsa.
Raul affrettò il passo, arrivò all'ingresso e le porte gli si spalancarono davanti. La luce del “Calvario” l'abbagliò e l'aria condizionata gli mozzò il fiato. Mise un piede dentro, barcollò e cadde a terra.
Un uomo in divisa si chinò per aiutarlo, gli mise le mani sotto le ascelle e si bloccò. Un altro con la stessa uniforme stava scuotendo la testa. «Non puoi aiutarlo, è il regolamento!»
Raul si scosse, non aveva fatto tutta quella strada per fermarsi lì. Serrò i pugni e si rialzò tra lo scetticismo dei presenti.
Barcollò per qualche centinaio di metri. Un ragazzo gli corse davanti e gli scattò una fotografia. Raul alzò la testa e sorrise, ma le gambe gli cedettero. Cadde a terra.
Il ragazzino lo raggiunse e gli inforcò un cappellino. «Forza, se sei il figlio di Apple ce la puoi fare!» lo schernì.
Raul raccolse le forze, chiuse gli occhi e provò a non ascoltare gli insulti che piovevano da ogni parte. “Dammi la forza” pensò. Si rimise in piedi e le gambe sembrarono reggerlo.
Superò la piazzetta, in cui le famiglie banchettavano sull'erba sintetica, e vide l'insegna con la mela. Fuori dal negozio, un uomo con una maglietta gialla lo guardava schifato.
Raul fece altri tre passi e andò a urtare contro una donna che aveva appena comprato degli spaghetti di riso. Le franò addosso, impattò sul pavimento e sentì una fitta al fianco. Abbassò lo sguardo: una bacchetta gli si era conficcata tra le costole.
Il dolore risvegliò l'adrenalina. Scansò la donna, si issò e arrancò fino all'Apple Store.
«Posso esserle d'aiuto?» chiese beffardo il commesso che lo stava fissando.
«La promozione!» sussurrò Raul.
«Mi spiace, ma “Pellegrino disperato: la tua sofferenza per un MacBook” è scaduta dieci minuti fa!»
Le luci al neon girarono attorno a Raul, il dolore alle spalle e al costato tornarono più forti di prima. Si lasciò cadere sulle ginocchia e iniziò a piangere. «Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?» singhiozzò.



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antico
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Re: "Pellegrino disperato", di Francesco Nucera

Messaggio#2 » martedì 19 aprile 2016, 0:47

Ed ecco il vincitore della Tonani Edition! Tutto ok e buona edizione!

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leonardo.marconi
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Re: "Pellegrino disperato", di Francesco Nucera

Messaggio#3 » martedì 19 aprile 2016, 13:19

Ciao Francesco! Leggendoti si sente un bel climax: il ritmo sale progressivamente e l'idea di concentrare feticismo della merce e sofferenza é ottimo: c é effettivamente qualcosa di masochistico (o sadomasochistico) nella venerazione dell aura degli oggetti. Tanto da assurgere alla dimensione del sacro. E della messa in scena, del carnevale di un povero pellegrino. Ma a parte qualche sfasatura di punteggiatura(che é commesso anch'io) non ho capito bene il finale. Potresti spiegarlo in altro modo? Ciao e a presto!

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ceranu
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Re: "Pellegrino disperato", di Francesco Nucera

Messaggio#4 » martedì 19 aprile 2016, 13:38

Ciao Leonardo, in pratica hai capito tutto. Raul arranca fino allo Store, ma arriva troppo tardi e la promozione è terminata.
La frase finale è un richiamo al calvario di Cristo (come le tre cadute, lo zaino sulle spalle, il cappello in testa messo come scherno e la bacchetta infilata nel costato).
Spero di averti spiegato tutto.
Ciao e grazie per il commento.

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Angela
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Re: "Pellegrino disperato", di Francesco Nucera

Messaggio#5 » martedì 19 aprile 2016, 14:21

Racconto molto apprezzabile per una buona metà, con descrizioni ottime (in particolare la scena del salto) così come la caratterizzazione dei personaggi. Dall'aria condizionata in poi comincia a perdere colpi, la narrazione perde la verve iniziale e diventa quasi una telecronica. Anche se il tema è centrato, il racconto seppure scorrevole, non è incisivo. Neppure la frase finale tragi-comica aiuta al decollo. Uno stile molto buono che ha cercato di tirare fuori il meglio da un'idea significativa, senza riuscirci appieno.
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

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ceranu
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Re: "Pellegrino disperato", di Francesco Nucera

Messaggio#6 » martedì 19 aprile 2016, 14:41

Ciao Angela, vorrei risponderti, ma il tuo commento non permette replica.
Potrei solo dirti che ho riletto il racconto e lo trovo equilibrato, ma è il mio, quindi ci sta.
Sull'incisività della seconda parte è una questione di sensibilità diverse e di esperienze personali.
Ciao e grazie per il commento.

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Andrea Partiti
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Re: "Pellegrino disperato", di Francesco Nucera

Messaggio#7 » martedì 19 aprile 2016, 14:54

L'idea è simpatica e a ben pensarci non è neppure troppo lontana dalle code infernali a cui si sottopongono con masochistica gioia i fanatici apple per conquistare l'ultimo prodotto uscito.
Il salto dal reale al surreale che fai con un calvario organizzato a fini promozionali è davvero piccolo.
Lo stile mi piace, l'atmosfera a "La lunga marcia" funziona bene nel farci soffrire per empatia.
L'unica nota stonata che ho incontrato è il commesso beffardo, non ne vedo la ragione. La gente che osserva lo deride sono fuori dalla setta. Le guardie sono compassionevoli e si trattengono per via delle regole crudeli del gioco. Ma il commesso perché dovrebbe trarre piacere dal fallimento del protagonista? Forse avrei apprezzato di più un finale con fallimento ma senza beffe, in cui tutti i personaggi coinvolti sono pedine del marketing sadico, mai complici.
Il tema c'è, centrale ed evidente, niente da criticare ^^.
Globalmente lo trovo un racconto molto solido e piacevole da leggere, che per me è la qualità più importante.

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ceranu
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Re: "Pellegrino disperato", di Francesco Nucera

Messaggio#8 » martedì 19 aprile 2016, 16:42

Ciao Andrea, il commesso si comporta così perché, a mio avviso, chi serve nei negozi ha un velo di sadismo nel vedere soffrire il cliente. Immagino che subire quotidianamente gli sfoghi dei clienti li carichi di una rabbia latente, nascosta dietro sorrisi aziendali. Ma è solo una mia visione, ci sta che non ti convinca.

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marco.roncaccia
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Re: "Pellegrino disperato", di Francesco Nucera

Messaggio#9 » venerdì 22 aprile 2016, 10:49

Ciao Francesco, come in tue prove precedenti, quando ti focalizzi su critica/satira dell’epoca attuale riesci a dare il meglio di te. Il tema ci sta. Il racconto è divertente e ben strutturato. La via Crucis di Raul è divertente e angosciante al tempo stesso (la bacchetta nel costato è fortissima). Curerei un po’ il lessico. Lo zaino ha gli spallacci, non le spalline. Inoltre non si capisce cosa c’è nello zaino. Oltre la metafora della croce. Se è solo zavorra per rendere più difficoltoso il cammino dovresti esplicitarlo. Comunque una buona prova.

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invernomuto
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Re: "Pellegrino disperato", di Francesco Nucera

Messaggio#10 » domenica 24 aprile 2016, 4:26

Ciao Francesco!
Ho letto con piacere il racconto, che è filato liscio come l'olio sino al punto finale a riconferma del tuo stile pulito e diretto.
La Via Crucis del tuo (è proprio il caso di dirlo) povero cristo non può non ispirare simpatia e richiamare alla mente le disumane file a cui si sottopongono i "fedeli" di fronte agli Apple store nei giorni precedenti al lancio di un nuovo prodotto.
La tua visione del tema funziona e mi piace, l'unica "mancanza" -che però in realtà è più una scelta stilistica- è una mancanza di epica.
Quando Raul alza la testa e vede l'insegna con la mela mi aspetto di sentire in lui un moto di fervore religioso, un costantiniano "in hoc signo vinces", invece qualcosa di importante come il simbolo del signore viene liquidato da un punto fermo.
Inoltre hai deciso di non sbilanciarti e, a fronte di una situazione basata sull'assurdo come una promozione basata sulla sofferenza, decidi di mantenere i piedi stranamente ancorati al suolo; mi sarebbe piaciuta una dualità commessi/legionari romani, cosa che avrebbe inoltre giustificato il loro sadismo nei confronti del poveraccio.
In definitiva una buona prova, perfettibile ma piacevole.

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Linda De Santi
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Re: "Pellegrino disperato", di Francesco Nucera

Messaggio#11 » domenica 24 aprile 2016, 17:40

Ciao Francesco! :) L’unico appunto che posso farti per questo racconto è che mettere il vero nome dei brand che si intende satireggiare è una cosa da non fare (meglio mettere qualcosa d’inequivocabile ma mai il nome vero, ad esempio scrivere “il melafonino” anziché “l’iPhone”).
Per il resto, ho trovato il tuo racconto molto piacevole e ben gestito, con un finale che, oltre a sottolineare l’aderenza ben riuscita al tema, è anche il perfetto coronamento della vicenda.
Personalmente l’ho letto con piacere e trovo che sia un racconto sviluppato molto bene.
A rileggerci!

Zebratigrata
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Re: "Pellegrino disperato", di Francesco Nucera

Messaggio#12 » domenica 24 aprile 2016, 20:04

Ciao ceranu,

c’è qualche scelta lessicale che mi suona infelice (‘inforcare’ il capellino, ‘impattò il pavimento’, ‘tagliandosi in più parti’ che mi fa pensare più a Goemon che a una persona ferita in più punti del corpo), ma nel complesso il tuo racconto si legge bene.

Anche l’interpretazione del tema mi è chiara e non mi dispiace.

La storia però, anche considerando che l’ambientazione è comunque surreale, mi lascia qualche perplessità: aspettiamo fino alla fine di capire cosa c’è di tanto importante, vitale, fondamentale da convincere Raul a soffrire così (Salvarsi da una minaccia? Vincere un gioco a premi?), prima della fine del racconto capiamo che si tratta di un prodotto Apple ma il finale ci lascia poi delusi perché non viene completamente svelato quello che vogliamo davvero sapere. Come lettrice non mi trovo a tifare per il protagonista ed empatizzare con lui (forse era questa la tua intenzione) ma a voler capire la struttura di questo gioco perverso, che non mi viene spiegata.
Può darsi che la mancanza di empatia sia dovuta in parte al fatto che ci mostri Raul all’inizio del percorso e alla fine: lo vediamo dall’esterno, secondo me perché non viviamo insieme a lui la comparsa della stanchezza e il progressivo aumento della sofferenza. Un paio di tappe in più nel raccontare il ‘pellegrinaggio’ avrebbero aiutato.

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ceranu
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Re: "Pellegrino disperato", di Francesco Nucera

Messaggio#13 » domenica 24 aprile 2016, 21:15

Ciao a tutti e grazie per i commenti.
@Zebratigrata. Giro a te la domanda di spiegarmi quello che sta succedendo ad Arese, quello che capita ogni anno durante i saldi e via dicendo.
Non ho mai capito le persone che sprecano anche un solo minuto in coda per comprare qualcosa, figuriamoci quelli disposti ad umiliarsi per avere qualcosa.
Sul numero delle tappe non credo, già così la seconda parte sembra "una telecronaca" (come detto da Angela), quindi avrei solo appesantito la lettura.
Sulle scelte stilistiche capisco la tua perplessità, ma mi piaceva così.
Ciao e alla prossima.

Zebratigrata
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Re: "Pellegrino disperato", di Francesco Nucera

Messaggio#14 » lunedì 25 aprile 2016, 20:03

Non avendo idea di cosa sia successo ad Arese (né di dove si trovi Arese a dire il vero) ho cercato un po' in rete. Se ho capito bene è stato inaugurato un nuovo centro commerciale e ci sono state lunghe file e intoppi dovuti all'affollamento.
Ok, avevo capito che il tuo racconto è la parodia di queste situazioni... quello che secondo me devi spiegare non è perché il cliente si innamori a tal punto di un marchio da essere disposto a tanto, ma il meccanismo della TUA gara. Ad esempio alludi al regolamento, ma non specifichi molto di più, e io sono rimasta delusa quando alla fine non ho potuto capire tutte le regole del gioco.

Per quanto riguarda la 'telecronaca', sono d'accordo a metà: la ricorda nel linguaggio e nella struttura, ma a me non è sembrata pesante, né d'altra parte associo le telecronche alla pesantezza essendo un tipo di testo per lo più parlato e destinato a un utente fortemente interessato che generalmente VUOLE seguire l'azione o l'evento in questione in ogni dettaglio. D'altra parte, ho anche un amore particolare per i romanzi che vanno oltre le 1000 pagine, meglio se russi e dell'ottocento, perciò immagino che la mia e la tua definizione di 'appesantire la lettura' non coincidano :-D

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ceranu
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Re: "Pellegrino disperato", di Francesco Nucera

Messaggio#15 » lunedì 25 aprile 2016, 21:57

@Zebratigrata, non avrei mai potuto inserire tutte le regole di un qualsiasi gioco i 3k, quelle che dovrebbero interessare il lettore sono inserte nel testo. C'è il pellegrinaggio, il peso da trasportare, l'impossibilità a farsi aiutare e la scadenza. Direi che per un racconto possano bastare.
Sul pesante forse avrei fatto meglio a dire noioso. È chiaro che personalmente mi piace la seconda parte del mio racconto, altrimenti non l'avrei scritto, ma indugiare troppo sulle tappe del calvario avrebbe tolto spazio alla prima parte togliendo equilibrio al racconto.

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Re: "Pellegrino disperato", di Francesco Nucera

Messaggio#16 » giovedì 28 aprile 2016, 17:17

Racconto ironico, scritto bene e centrato sul tema. Alla fine mi sarei aspettato: "Oh Steve, oh Steve... " ma va bene lo stesso :-) Sinceramente mi aspettavo un certo numero di racconti di questo tipo, visto il modo in cui ci comportiamo sia con questi oggetti di culto che con la rete e i suoi servizi. Ciò non toglie che è una buona prova.

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Re: "Pellegrino disperato", di Francesco Nucera

Messaggio#17 » giovedì 28 aprile 2016, 18:52

Bello il tuo racconto, Francesco! E anche molto realistico. Le file disperate per le promozioni, tipo per il Black Friday sono già all'ordine del giorno.
Il parallelismo con la via crucis di Cristo e "se sei figlio di Apple ce la puoi fare" sono ottimi a mio parere. Lo stile c'è. Il tema anche.
Ottima prova!

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antico
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Re: "Pellegrino disperato", di Francesco Nucera

Messaggio#18 » martedì 3 maggio 2016, 15:45

C’è qualcosa che non funziona. Bella l’idea, ma il meccanismo fatica a ingranare. Personalmente ho pensato che il protagonista fosse un bambino (a causa delle spalline dello zaino) e che ci trovassimo in un futuro distopico in cui i centri commerciali fossero assunti al rango di sacri. Forse se tu avessi contestualizzato già in partenza focalizzando l’attenzione su un regolamento (senza specificarlo), una gara, e chiarendo meglio l’età del protagonista avresti potuto indirizzare meglio il lettore senza dargli spazio per perdersi, cosa che a me è successa e alla grande. Pollice ni che tende verso il positivo perché l’idea è decisamente buona, ma va assolutamente chiarito in alcuni suoi punti focali.

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