Principio di indeterminazione dell'anima - Mario Pacchiarotti

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jimjams
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Principio di indeterminazione dell'anima - Mario Pacchiarotti

Messaggio#1 » lunedì 23 maggio 2016, 22:17

Mi hai portato in questa stanza. Mi hai fatto sedere e con il dito sulle labbra hai sigillato le mie. Sono stato al gioco, che pensavo altro.
Invece, hai preso la chitarra e su quella sedia, proprio di fronte a me, sorridendo hai iniziato la danza.

Quelle dita. Di corda in corda. Note che si ripetono, ma un po' cambiano ad ogni ciclo.
La musica cresce mentre ti illumini di gioia, gli occhi bassi. Si fa dolce, poi d’improvviso allegra.
Per un attimo sembra quasi fermarsi. Sì, si ferma, credo, ma è solo un’illusione.
Un pizzico, una nota. Un grappolo, poi più tragiche passano le solitarie. Forti, piene, vibranti.
Si cercano, si inseguono, poi corrono, corrono, CORRONO!
Frenetiche, insistenti, a gruppi a frotte, poi di nuovo interrotte.

E mentre il ballo delle dita mi avvince, perso nello stupore, come un piccolo uomo al suo primo amore, al calore del mio sguardo ti vedo cambiare.
Fuori e dentro il mio cuore ti sento mutare, ora più completa, ma non sono sazio.
E già adesso, non sono più lo stesso.



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Mike009
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Re: Principio di indeterminazione dell'anima - Mario Pacchiarotti

Messaggio#2 » martedì 24 maggio 2016, 11:05

Una scrittura evocativa, che mi piace molto per una storia che più che una storia è una fotografia di un momento (o di un breve lasso di tempo), spesso molti se ne scordano ma un racconto può essere anche questo. Solo un appunto se posso "Sono stato al gioco, che pensavo altro" questa frase mi lascia perplesso.

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jimjams
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Re: Principio di indeterminazione dell'anima - Mario Pacchiarotti

Messaggio#3 » martedì 24 maggio 2016, 12:41

Mike009 ha scritto:Una scrittura evocativa, che mi piace molto per una storia che più che una storia è una fotografia di un momento (o di un breve lasso di tempo), spesso molti se ne scordano ma un racconto può essere anche questo. Solo un appunto se posso "Sono stato al gioco, che pensavo altro" questa frase mi lascia perplesso.


Si aspettava che il gioco prendesse un'altra piega, fosse altro.

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Angela
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Re: Principio di indeterminazione dell'anima - Mario Pacchiarotti

Messaggio#4 » martedì 24 maggio 2016, 13:45

Il testo si fregia di uno stile elegante e maturo, capace di confezionare frasi preziose. Questo è certamente il pregio del testo, anche se la storia non mi ha coinvolta. L'incipit è perfetto, lui è seduto e in attesa della piega che prenderà l'incontro, ma ciò che avviene poi, anche se ben descritto, è solo un dettaglio. Ci hai regalato un quadro, un cameo in cui il tema va ricercato. Rispetto ad altri racconti che ho trovato completi, dovrò decidere in fase di classifica a quali elementi dare la preferenza.
A rileggerci.
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

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Andrea Partiti
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Re: Principio di indeterminazione dell'anima - Mario Pacchiarotti

Messaggio#5 » martedì 24 maggio 2016, 23:33

I tuoi racconti mi sono piaciuti tutti fin'ora perché racconti le storie che vuoi raccontare senza complicare il linguaggio inutilmente, lo dosi bene. Qua manca questo aspetto.

Capisco i pregi di un linguaggio più ricercato, con tante pause quasi a voler sconfinare nella poesia, ma il risultato finale non mi convince. Troppe virgole, troppe pause, troppo frammentato per riuscire davvero a sentire l'atmosfera della scena che descrivi.

Il "che pensavo altro" anche per me è no, mi ha bloccato subito alla prima riga per riuscire a decifrarlo. Penso sia dovuto al taglio selvaggio da mille caratteri, però.

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eleonora.rossetti
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Re: Principio di indeterminazione dell'anima - Mario Pacchiarotti

Messaggio#6 » mercoledì 25 maggio 2016, 8:53

Ciao Mario,
anche tu presenti uno squarcio di vita, incuriosisci molto con l'incipit, così che anche io ho cercato di indovinare la sorpresa di quella scena. E la sorpresa c'è stata, anche se forse non coinvolgente come speravo. Lui è stregato dalla melodia nonché dalla bravura con cui viene eseguita, è evidente, ma c'è qualcosa nella descrizione finale, forse un poco vaga, che non mi fa intuire perfettamente il collegamento tra questo e il nuovo sentimento che nutre nei confronti dell'altra.
Il "che pensavo altro" l'ho inteso come un accento dimenticato ("ché pensavo altro", con "ché" abbreviativo di "perché").
Uccidi scrivendo.

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jimjams
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Re: Principio di indeterminazione dell'anima - Mario Pacchiarotti

Messaggio#7 » mercoledì 25 maggio 2016, 9:34

Il tema qui è nel cambiamento che le persone innescano nell'altro, semplicemente interagendo, e di conseguenza in se stessi.
Specialmente in quel territorio in cui nasce l'innamoramento, o si consolida il rapporto. Lui la scopre, ne vede un aspetto meraviglioso e fino a quel momento sconosciuto e l'idea che aveva di lei si modifica nella sua mente, e lui stesso da questo è cambiato. Il titolo non è casuale, non puoi osservare, vivere con una persona e non cambiarla, né evitare di esserne cambiato.

Non c'era intenzione di fare poesia, ma c'era il tentativo di dare ritmo musicale alle parole.

PS rivendico orgogliosamente "che pensavo altro", siamo qui per sperimentare e imparare perbacco, e io devo ancora consolidare uno stile. O due :-)

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jimjams
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Re: Principio di indeterminazione dell'anima - Mario Pacchiarotti

Messaggio#8 » mercoledì 25 maggio 2016, 9:35

Ah, ovviamente se avessi avuto un par de caratteri in più invece di altro mettevo diverso :-)

Fernando Nappo
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Re: Principio di indeterminazione dell'anima - Mario Pacchiarotti

Messaggio#9 » venerdì 27 maggio 2016, 9:28

Ciao Mario,
bel titolo (difficile, che intimorisce, quasi), stile ricercato, bello anche il momento che fotografi, chiaro in ciò che vuoi comunicare. Però l'aderenza al tema non mi pare perfetta. Riguardo alla frase "che pensavo altro", io ho dedotto che lui s'aspettasse una serata più movimentata, di sesso. Quello che è apprezzabile, e che si dice sia raro in un uomo, è che non ha reagito malamente quando ha scoperto che la serata avrebbe preso una piega diversa.

viviana.tenga
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Re: Principio di indeterminazione dell'anima - Mario Pacchiarotti

Messaggio#10 » venerdì 27 maggio 2016, 12:54

Ciao Mario,
Mi dispiace, ma il racconto non mi ha convinto molto. Lo stile ricercato toglie un po' troppa chiarezza al testo e ho dovuto rileggerlo un paio di volte per capirlo a pieno. L'idea di base era anche buona, ma secondo me hai voluto un po' strafare con i toni lirici e questo ha fatto perdere forza al risultato finale. Riguardo al "sono stato al gioco, che credevo altro", anch'io come Eleonora avevo pensato a un refuso per "ché credevo altro", poi invece mi è parso di capire che intendevi "sono stato al gioco, che credevo fosse un altro", e allora devo dire che anche a me come scelta stilistica convince molto poco (anche se comunque il concetto si capisce).

Andrea Dessardo
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Re: Principio di indeterminazione dell'anima - Mario Pacchiarotti

Messaggio#11 » venerdì 27 maggio 2016, 20:19

La scena è ben descritta nelle emozioni che vuol suscitare, ma fatico a ritrovarvi il tema, che mi sembra un po' tirato per i capelli. Il finale lasciato troppo in sospeso non mi convince, avrei preferito qualche considerazione più esplicita.

Alexia
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Re: Principio di indeterminazione dell'anima - Mario Pacchiarotti

Messaggio#12 » venerdì 27 maggio 2016, 22:39

L’inizio mi ha lasciata perplessa, invece poi mi hai rapita, attraverso la poesia delle parole. Bella prova, ottimo racconto, che lascia spazio a molta fantasia, ma delinea i due protagonisti. Stile elegante, coinvolgente.

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angelo.frascella
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Re: Principio di indeterminazione dell'anima - Mario Pacchiarotti

Messaggio#13 » venerdì 27 maggio 2016, 23:10

Ciao Mario.

Un quadro, più che una storia, in cui lui viene trascinato da lei in una stanza e la guarda e ascolta suonare. Il tutto è giocato sullo stile che funziona bene fino a quando non infili le rime nell'ultimo paragrafo. E' vero che siamo più dalle parti della poesia, ma se si scrive in prosa queste risultano, a mio parere, fastidiose.
Inoltre fatico a vedere l'attinenza col tema, se non per un'accenno nell'ultima frase, ma mi sembra un po' poco.
Mi resta il dubbio sul titolo che richiama la meccanica quantistica, ma non ne colgo la correlazione col testo.
Insomma, di solito i tuoi racconti mi piacciono molto; qui non sono del tutto convinto. Ma ha voluto rischiare e sperimentare e questo è comunque positivo.

A rileggerci
Angelo

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Adry666
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Re: Principio di indeterminazione dell'anima - Mario Pacchiarotti

Messaggio#14 » sabato 28 maggio 2016, 18:07

Ciao Mario,

tema centrato? Difficile dirlo, non mi è chiarissima la tua storia.
Scritta bene, ma forse con troppi termini ricercati.
Bell’incipit però in parte rovinato da: “Sono stato al gioco, che pensavo altro.” Non funziona, forse meglio: “Sono stato al gioco, pensavo ad altro.”

A presto
Adriano

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jimjams
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Re: Principio di indeterminazione dell'anima - Mario Pacchiarotti

Messaggio#15 » domenica 29 maggio 2016, 0:16

Ho postato la mia classifica, commentino finale sul mio racconto, con spiegazioni sul funzionamento della mia mente contorta :-)
Non tanto per giustificare o convincere, quanto per il piacere di elaborare.

Sono stato al gioco, che pensavo altro.
Nella mia testa è così:
(Io) sono stato al gioco, che (il gioco) pensavo (fosse) altro (da quello che poi è stato).
In pratica sono stato bravo bravo sulla mia sedia pensando che il gioco che stavi facendo sarebbe stato diverso da quello che poi è accaduto. Si aspettava un banale spogliarello con trombata finale, insomma.

Attinenza al tema.
Nella mia testa è così:
Titolo: Principio di indeterminazione dell'anima.
Significato del principio di indeterminazione:
Il principio di indeterminazione da un punto di vista concettuale significa che l'osservatore non può mai essere considerato un semplice spettatore, ma che il suo intervento produce degli effetti non calcolabili, e dunque un'indeterminazione che non si può eliminare.
Questo premesso la storia è semplice. Lei svela al suo (da poco conosciuto) compagno una parte di sé prima sconosciuta. Lui osserva, scopre con meraviglia che la ragazza è in grado di suonare la chitarra in maniera commovente. Ecco il principio di indeterminazione che scatta, ognuno dei due, semplicemente osservando l'altro, lo cambia. Due anime innamorate sono vincolate in un continuo divenire, cambiano per il solo fatto di essere amate, osservate.

Rime
Ogni rima introdotta in questo brano è puramente casuale. La permanenza della rima è del tutto causale. Si tentava di creare un'idea di ritmo, da associare all'idea di musica che si andava descrivendo. Non tutti i racconti riescono col buco :-)

mario

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angelo.frascella
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Re: Principio di indeterminazione dell'anima - Mario Pacchiarotti

Messaggio#16 » domenica 29 maggio 2016, 22:56

In effetti, Mario, probabilmente sarebbe stato necessario un po' di spazio in più per esplicitare queste idee abbastanza complesse.

A rileggerci

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patty.barale
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Re: Principio di indeterminazione dell'anima - Mario Pacchiarotti

Messaggio#17 » lunedì 30 maggio 2016, 4:00

Bello e poetico questo cameo!
Ammetto di averlo dovuto rileggere più volte per riuscire a cogliere per bene il nesso col tema, che ritengo rispettato anche se non in maniera immediata.
Unica critica: l'ultima riga mi suona didascalica, inutile, quasi una nota stonata (tanto per rimanere in tema!)

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Peter7413
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Re: Principio di indeterminazione dell'anima - Mario Pacchiarotti

Messaggio#18 » lunedì 30 maggio 2016, 15:50

Passiamo subito al punto: a me "che pensavo altro" è piaciuto :D
Sul racconto, invece, credo che la parte centrale sia troppo calcata e che pertanto il tutto possa risultare squilibrato. Non andrei ad appellarmi ai caratteri in più, questo testo può starci benissimo anche in questa lunghezza, ma con una diversa distribuzione interna. Ottimi l'inizio e la fine, un po' incerta tutta la parte centrale. Molto buona l'idea.

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