Ice kiss - di Nicola Gambadoro

Lunedì 17 ottobre 2016 ore 21.00
Niko G
Messaggi: 138

Ice kiss - di Nicola Gambadoro

Messaggio#1 » lunedì 17 ottobre 2016, 23:13

Luka guardò la teca chiudersi con un sibilo sopra di lui. Oltre il vetro, il Dr. Nolan lo guardava sorridente.
Fissò la cravatta blu del dottore. Era la stessa che portava il giorno che era entrato alla Ashal.srl con in mano il suo fascicoletto, il suo piccolo romanzo horror dal nome Glioblastoma.
Nolan aveva guardato le carte per poi poggiarle sul tavolo ed iniziare a parlargli di metabolismo neuronale e ipotermia indotta. Il prezzo del servizio includeva la conservazione del suo corpo, lo scongelamento quando si fossero raggiunte le tecnologie necessarie per la restaurazione delle sue funzioni vitali e la cura del suo cancro, e i tempi di degenza necessari per rimetterlo in sesto. L’ assicurazione si sarebbe fatta carico di tutto, insomma nessun problema, tranne un dettaglio: la procedura doveva essere compiuta mentre era ancora in vita.
Inizialmente era uscito sbattendo la porta e dandogli del pazzo, ma dopo la quarta crisi epilettica era tornato alla Ashal chiedendo dove dovesse firmare. Nolan l’aveva rassicurato: non avrebbe sentito nulla, solo il pizzico di un paio di flebo nel collo e all’inguine prima di entrare nella capsula. Gli avrebbe iniettato un’overdose di oppiacei mandandolo nel mondo dei sogni e rallentando le sue funzioni vitali mentre la macchina avrebbe aspirato via tutto il suo sangue per rimpiazzarlo con… una specie di antigelo. Sarebbe morto, tecnicamente, ma il suo sistema nervoso sarebbe stato preservato per secoli.

Trasse un sospiro e annuì in direzione di Nolan. Il medico gli fece un cenno di saluto con la mano e sparì dietro le apparecchiature.
Sentì la mente annebbiarsi mentre finalmente, per la prima volta da mesi, quel feroce mal di testa spariva e un dolce capogiro lo avvolgeva come un abbraccio mentre un orgasmo totale spremeva ogni singola fibra del suo corpo. Pensò che era la sensazione più dolce della sua vita e mentre il freddo cominciava ad avvolgerlo fluttuava, nuotava in un buio e dolcissimo silenzio senza fine. I suoi occhi si chiusero nella pace assoluta e quando li riaprì, pochi secondi dopo, si chiese chi fosse il rompicoglioni che lo svegliava presto di domenica mattina interrompendo quel sogno meraviglioso.
Solo che non era domenica mattina, era l’anno 3721 dopo Cristo.
Due occhietti luminosi incassati in un’enorme testa grigia lo scrutavano da dietro il vetro. Luka non riusciva a muovere un muscolo, e si rese conto di essere incapace anche di respirare. La capsula si aprì e Luka vide l’aria ghiacciata condensarsi un una nubecola intorno allo strano essere mentre lottava per cercare di aspirare anche una sola boccata di preziosa aria.
Decine di cavità simili a piccole bocche si aprirono dal deforme corpo della creatura, e ne uscirono dei tentacoli acuminati che si infissero con violenza nel suo corpo. Il suo cervello atrofizzato non percepì alcun dolore, ma prima di morire Luka ebbe l’impressione di vedere uno stemma luminoso sulla enorme fronte di quell’essere…
Il logo. Il logo della Ashal.srl.
Ultima modifica di Niko G il lunedì 17 ottobre 2016, 23:42, modificato 3 volte in totale.


Non so scrivere, ma ho bisogno di farlo.

Avatar utente
antico
Messaggi: 7217

Re: Ice kiss - di Nicola Gambadoro

Messaggio#2 » lunedì 17 ottobre 2016, 23:23

Ciao Nicola! Bello vederti essere dei nostri con costanza!
Parametri tutti ok, buona Atzori Edition anche a te!

Niko G
Messaggi: 138

Re: Ice kiss - di Nicola Gambadoro

Messaggio#3 » lunedì 17 ottobre 2016, 23:33

antico ha scritto:Ciao Nicola! Bello vederti essere dei nostri con costanza!
Parametri tutti ok, buona Atzori Edition anche a te!

Grazie a voi per la bellissima edizione!
Non so scrivere, ma ho bisogno di farlo.

Avatar utente
Jacopo Berti
Messaggi: 441

Re: Ice kiss - di Nicola Gambadoro

Messaggio#4 » martedì 18 ottobre 2016, 13:25

Ciao Nicola, piacere di leggerti!
Il tuo mi sembra un bel racconto, ben scritto, interessante e opportunamente "spietato". Lo valuto complessivamente buono, e ora ti segnalo tre cose per cui non mi pare molto buono o ottimo:

- l'aderenza al tema non è proprio perfetta, secondo me. Sia "sogno" che "tenebra" potevano essere interpretati letteralmente o metaforicamente. La tua "tenebra" mi pare azzeccata come interpretazione metaforica: il male assoluto, la paura, il buio della morte. Quanto a "sogno" lo vedo un po' ambiguo, come se avessi voluto intercettare entrambe le interpretazioni e non ne avessi centrata in pieno nessuna: non è letterale perché il protagonista non sogna ma dorme senza sogni, tant'è che gli pare di svegliarsi subito dopo. Ma non lo vedo azzeccatissimo neanche come interpretazione metaforica: il protagonista non vive mai una condizione da sogno, la sua vita prima, nella malattia, e poi congelata non hanno niente del "sogno". E anche "sognare (desiderare) di guarire" non mi convince del tutto.

- quando, all'inizio, scrivi "il suo piccolo romanzo horror", ho pensato alla possibilità che fosse uno scrittore. Non conoscevo il termine "Glioblastoma", e ho pensato che fosse un bel titolo (inventato) per un vero romanzo. Dirai giustamente che sono io l'ignorante. Ma se avessi scritto "cartella medica" o qualcosa del genere anziché "fascicoletto" avresti evitato il problema.

- Il finale mi convince meno del resto. Quando parlo di finale non intendo, ovviamente, l'idea dell'aggressione mostruosa dopo lo scongelamento, che mi piace, ma proprio l'ultimissima parte: "Ma prima di morire Luka ebbe l’impressione di vedere uno stemma luminoso sulla enorme fronte di quell’essere… Il logo. Il logo della Ashal.srl.".
Secondo me questa parte non avrebbe dovuto concludere il racconto, ma giungere un po' prima. Il lettore viene giustamente interpellato da alcune domande: Perché ha lo stemma dell'Ashal? Sono alieni che si sono impossessati del pianeta e delle sue infrastrutture? Oppure c'è stata un'evoluzione dell'uomo che si è trasformato in queste creature (e mi ricorda moltissimo, in questo, la serie TV "Wayward Pines", di cui ho apprezzato la prima stagione). Ma il porre il dubbio alla fine interrompe l'escalation orrifica che ti era riuscita molto bene e porta il coinvolgimento altrove, ma solo per due righe.
Secondo me potrebbe essere migliorato molto in questo modo: scrivi che Luka, al risveglio, vede lo stemma dell'Arshal, magari su quello che crede essere un elmetto (ma che è la testa dell'essere) e questo lo rincuora perché sa che significa che può guarire. Poi metti in azione il mostro e chiudi con un elemento di sofferenza, uno di quelli che fa venire la pelle d'oca, del tipo "non sentiva niente mentre il tentacolo si infilava su per il naso, verso il cervello" o qualcosa del genere. In questo modo il racconto finisce sempre col pathos giusto e il lettore che si è probabilmente accorto dell'incongruenza si pone la domanda dopo essersi ripreso dal pahtos.
«Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare» (Novalis, Frammenti)

Niko G
Messaggi: 138

Re: Ice kiss - di Nicola Gambadoro

Messaggio#5 » martedì 18 ottobre 2016, 20:54

Timetrapoler ha scritto:Ciao Nicola, piacere di leggerti!
Il tuo mi sembra un bel racconto, ben scritto, interessante e opportunamente "spietato". Lo valuto complessivamente buono, e ora ti segnalo tre cose per cui non mi pare molto buono o ottimo:

- l'aderenza al tema non è proprio perfetta, secondo me. Sia "sogno" che "tenebra" potevano essere interpretati letteralmente o metaforicamente. La tua "tenebra" mi pare azzeccata come interpretazione metaforica: il male assoluto, la paura, il buio della morte. Quanto a "sogno" lo vedo un po' ambiguo, come se avessi voluto intercettare entrambe le interpretazioni e non ne avessi centrata in pieno nessuna: non è letterale perché il protagonista non sogna ma dorme senza sogni, tant'è che gli pare di svegliarsi subito dopo. Ma non lo vedo azzeccatissimo neanche come interpretazione metaforica: il protagonista non vive mai una condizione da sogno, la sua vita prima, nella malattia, e poi congelata non hanno niente del "sogno". E anche "sognare (desiderare) di guarire" non mi convince del tutto.

- quando, all'inizio, scrivi "il suo piccolo romanzo horror", ho pensato alla possibilità che fosse uno scrittore. Non conoscevo il termine "Glioblastoma", e ho pensato che fosse un bel titolo (inventato) per un vero romanzo. Dirai giustamente che sono io l'ignorante. Ma se avessi scritto "cartella medica" o qualcosa del genere anziché "fascicoletto" avresti evitato il problema.

- Il finale mi convince meno del resto. Quando parlo di finale non intendo, ovviamente, l'idea dell'aggressione mostruosa dopo lo scongelamento, che mi piace, ma proprio l'ultimissima parte: "Ma prima di morire Luka ebbe l’impressione di vedere uno stemma luminoso sulla enorme fronte di quell’essere… Il logo. Il logo della Ashal.srl.".
Secondo me questa parte non avrebbe dovuto concludere il racconto, ma giungere un po' prima. Il lettore viene giustamente interpellato da alcune domande: Perché ha lo stemma dell'Ashal? Sono alieni che si sono impossessati del pianeta e delle sue infrastrutture? Oppure c'è stata un'evoluzione dell'uomo che si è trasformato in queste creature (e mi ricorda moltissimo, in questo, la serie TV "Wayward Pines", di cui ho apprezzato la prima stagione). Ma il porre il dubbio alla fine interrompe l'escalation orrifica che ti era riuscita molto bene e porta il coinvolgimento altrove, ma solo per due righe.
Secondo me potrebbe essere migliorato molto in questo modo: scrivi che Luka, al risveglio, vede lo stemma dell'Arshal, magari su quello che crede essere un elmetto (ma che è la testa dell'essere) e questo lo rincuora perché sa che significa che può guarire. Poi metti in azione il mostro e chiudi con un elemento di sofferenza, uno di quelli che fa venire la pelle d'oca, del tipo "non sentiva niente mentre il tentacolo si infilava su per il naso, verso il cervello" o qualcosa del genere. In questo modo il racconto finisce sempre col pathos giusto e il lettore che si è probabilmente accorto dell'incongruenza si pone la domanda dopo essersi ripreso dal pahtos.


Ciao Jacopo,
Grazie per il tuo commento approfondito: ti rispondo per punti.

1) La mia interpretazione del tema, in senso spiccio, era: Il sogno della guarigione, sul quale il protagonista punta tutto, quindi sogno metaforico; La specie di stato "Pseudoonirico" dell'overdose da oppioidi, unito al congelamento lento e graduale, vuole fare pensare a una specie di dolcissima eutanasia. Non è un sogno in senso stretto, ma semplicemente una sensazione di piacere puro. Ho dovuto risparmiare sui caratteri quindi mi sono limitato a una descrizione più breve dello stato di coscienza alterato. Probabilmente hai ragione, il "sogno" in sè stesso forse non è presente, ma tutto sommato non mi ritengo particolarmente fuori tema.

2) hai ragione, pensavo che quel pezzo sul "romanzo horror" potesse essere più chiaro per tutti, visto che poche righe dopo vengono menzionate chiaramente "crisi epilettiche" e "cancro". In realtà ho dovuto tagliare molto sull'impatto tra il protagonista e la durezza della diagnosi, e alla fine mi restavano pochi caratteri per caratterizzare questo aspetto. "Il romanzo horror chiamato glioblastoma" voleva condensare più possibile la reazione del protagonista al primo sentire di quella parola, insomma, più leggo più paura ne ho.

3) Hai ragione, mettendo prima il logo della Ashal il finale forse avrebbe funzionato meglio. La prossima volta proverò a invertire i due elementi :) molto carina anche la frase finale che mi hai suggerito!
NB:il finale vuole lasciare libera interpretazione al lettore sulle centomila cose che possono essere successe in quei mille e più anni, per farlo immedesimare ancora di più nello spaesato protagonista.
Per tua conoscenza, visto che hai dedicato molto tempo all'analisi del mio racconto: inizialmente volevo fare intuire che la Ashral era in realtà nelle mani degli alieni, che mimetizzati tra noi congelavano esseri umani per garantirsi "dna evoluto" e "memorie" che sarebbero potuti tornargli utili in futuro. Nel finale originale gli alieni erano due, millenni dopo, quando ormai la terra era stata completamente sottomessa dalla loro razza, e parlavano col pensiero tra loro scavando nella mente del protagonista. Vedendo che non sapeva nulla di un fantomatico "secondo messia" di cui loro cercavano le tracce, lo uccidono per assorbirne il DNA. Ovviamente tutto questo non stava in meno di 5000 caratteri. Alla fine ho deciso di tagliare tutto e l'ho terminato così, e devo essere sincero, il lasciare i punti interrogativi mi è piaciuto. :)
Non so scrivere, ma ho bisogno di farlo.

Avatar utente
Callagan
Messaggi: 214

Re: Ice kiss - di Nicola Gambadoro

Messaggio#6 » mercoledì 19 ottobre 2016, 15:03

Ciao, Nicola. Per come è scritto e come è impostato, il finale del tuo racconto non mi convince. Ti invito da un lato a seguire i consigli di Timetrapoler e, dall'altro, a eliminare questa frase "Solo che non era domenica mattina, era l’anno 3721 dopo Cristo." che funziona solo come infodump superflua dal momento che il lettore comprende già dalle vicende narrate che il protagonista è sparato avanti nel futuro. Trovo invece centrato il tema del contest. A mio parere, il tuo può diventare un buon racconto se vai a intervenire sul finale.

Avatar utente
ceranu
Messaggi: 738

Re: Ice kiss - di Nicola Gambadoro

Messaggio#7 » mercoledì 19 ottobre 2016, 23:54

Ciao Nicola.
Il tuo racconto è troppo classico. Ci sono elementi della fantascienza un po' abusati. La criogenia che hai inserito non ha nulla di nuovo, lo stesso motivo è quello classico. Per spezzare un po' avresti almeno potuto mettere un'ambientazione italiana, invece il nome dei protagonisti e dell'azienda non lo sono.
Sono rimasto stranito anch'io dal colpo di scena finale e concordo nel dire che più che sorprendere spiazza.
In generale, avrei visto meglio il racconto senza la prima parte. Magari lui già nella capsula che ricorda il suo passato durante il risveglio, giusto per creare un po' d'empatia col protagonista.
Nel complesso è una buona prova di scrittura, ma con contenuti un po' abusati.

Avatar utente
Adry666
Messaggi: 521
Contatta:

Re: Ice kiss - di Nicola Gambadoro

Messaggio#8 » venerdì 21 ottobre 2016, 17:25

Ciao Nicola,

tema centrato.

Il racconto è ben scritto, alcune parti andrebbero un po’ riviste per dare maggior ritmo. Il tema che narri è piuttosto classico anche se rivisto con un finale non a lieto fine. Ho fatto fatica capire perché lo fai finire con il nome dell’azienda criogenica e perché un addetto dovrebbe ucciderlo? Boh, non ho capito bene. O ci troviamo di fronte a degli Et che divorano gli umani, oppure ci dovrebbe essere una spiegazione del perché la stessa azienda cannibalizza i pazienti…

Nel complesso buona prova

Ciao
Adriano

Avatar utente
beppe.roncari
Messaggi: 382
Contatta:

Re: Ice kiss - di Nicola Gambadoro

Messaggio#9 » venerdì 21 ottobre 2016, 19:51

Ciao Nicola,
Ben trovato. Una buona prova nel complesso, alla prima lettura. Poi ho letto i commenti per vedere se chiarivi alcuni punti oscuri e in me è aumentata la confusione invece che la chiarezza. Il dire una data precisa al risveglio ("era l’anno 3721 dopo Cristo") è un semplice errore di punto di vista, il protagonista non poteva saperlo. Che gli alieni o umani evoluti si nutrissero del suo dna o dei suoi ricordi non si capisce. La mia proto-interpretazione è che fossero umani evoluti ma ormai sull'orlo dell'estinzione che si riducevano a mangiare persino gli altri umani congelati (gli ultimi hamburger rimasti in fondo al freezer... brrrr... questa interpretazione sì che mi aveva raggelato!).
Può essere migliorato, scegliendo una direzione precisa e mantenendola. Ciao!

Niko G
Messaggi: 138

Re: Ice kiss - di Nicola Gambadoro

Messaggio#10 » venerdì 21 ottobre 2016, 20:36

beppe.roncari ha scritto:Ciao Nicola,
Ben trovato. Una buona prova nel complesso, alla prima lettura. Poi ho letto i commenti per vedere se chiarivi alcuni punti oscuri e in me è aumentata la confusione invece che la chiarezza. Il dire una data precisa al risveglio ("era l’anno 3721 dopo Cristo") è un semplice errore di punto di vista, il protagonista non poteva saperlo. Che gli alieni o umani evoluti si nutrissero del suo dna o dei suoi ricordi non si capisce. La mia proto-interpretazione è che fossero umani evoluti ma ormai sull'orlo dell'estinzione che si riducevano a mangiare persino gli altri umani congelati (gli ultimi hamburger rimasti in fondo al freezer... brrrr... questa interpretazione sì che mi aveva raggelato!).
Può essere migliorato, scegliendo una direzione precisa e mantenendola. Ciao!


Ciao Beppe,
grazie per il tuo commento.
La data del risveglio viene data con un momento di onniscienza del narratore per orientare un po' il lettore su quello che poteva essere successo: nella storia originale c'era un plot complesso (vedi qualche commento sopra) che ho dovuto eliminare per questioni di caratteri, lasciando libera interpretazione al lettore che ovviamente non può conoscerlo! L'ho lasciato così perchè a mio avviso crea empatia con lo spaesato protagonista. La tua interpretazione è una delle possibili :) se non avessi messo la data del risveglio allora più che aperto a libera interpretazione sarebbe stato semplicemente confusionario.
A presto!
Non so scrivere, ma ho bisogno di farlo.

Niko G
Messaggi: 138

Re: Ice kiss - di Nicola Gambadoro

Messaggio#11 » venerdì 21 ottobre 2016, 20:38

Adry666 ha scritto:Ciao Nicola,

tema centrato.

Il racconto è ben scritto, alcune parti andrebbero un po’ riviste per dare maggior ritmo. Il tema che narri è piuttosto classico anche se rivisto con un finale non a lieto fine. Ho fatto fatica capire perché lo fai finire con il nome dell’azienda criogenica e perché un addetto dovrebbe ucciderlo? Boh, non ho capito bene. O ci troviamo di fronte a degli Et che divorano gli umani, oppure ci dovrebbe essere una spiegazione del perché la stessa azienda cannibalizza i pazienti…

Nel complesso buona prova

Ciao
Adriano


Ciao Adriano, grazie per il tuo commento. Come dicevo in diversi commenti il finale è volutamente lasciato aperto: nel plot originale la Ashan.srl era manipolata da alieni sotto copertura che volevano conservare materiale genetico/ informazioni (stockate nelle menti dei "pazienti") per secoli dopo la loro conquista. Ovviamente il lettore questo non può saperlo ed il finale viene lasciato aperto a varie interpretazioni, a mio avviso questo da' empatia con il protagonista.
A rileggerci!
Non so scrivere, ma ho bisogno di farlo.

Niko G
Messaggi: 138

Re: Ice kiss - di Nicola Gambadoro

Messaggio#12 » venerdì 21 ottobre 2016, 20:41

ceranu ha scritto:Ciao Nicola.
Il tuo racconto è troppo classico. Ci sono elementi della fantascienza un po' abusati. La criogenia che hai inserito non ha nulla di nuovo, lo stesso motivo è quello classico. Per spezzare un po' avresti almeno potuto mettere un'ambientazione italiana, invece il nome dei protagonisti e dell'azienda non lo sono.
Sono rimasto stranito anch'io dal colpo di scena finale e concordo nel dire che più che sorprendere spiazza.
In generale, avrei visto meglio il racconto senza la prima parte. Magari lui già nella capsula che ricorda il suo passato durante il risveglio, giusto per creare un po' d'empatia col protagonista.
Nel complesso è una buona prova di scrittura, ma con contenuti un po' abusati.


Ciao Ceranu, grazie del tuo commento.
a mio avviso ciò che è "classico" non è detto che non sia buono: Adoro un sano piatto di spaghetti con le vongole ben fatto più di un costoso piatto di cucina francese. Che il classico non vada bene è vero solo se si gioca sul sorprendere a tutti i costi, cosa che a me non interessa fare.
Sui nomi in italiano: per me è abbastanza "originale" mettere nomi stranieri visto che su MC ho visto un quasi ubiquitario uso di ambientazioni e nomi italiani.
La costruzione del racconto che proponi è interessante, ci avevo pensato ma il flashback era troppo complesso da inserire in 3000 caratteri soltanto, andava adeguatamente spaziato allungando la scena finale e non sarei rientrato!
A rileggerci!
Non so scrivere, ma ho bisogno di farlo.

Niko G
Messaggi: 138

Re: Ice kiss - di Nicola Gambadoro

Messaggio#13 » venerdì 21 ottobre 2016, 20:44

Callagan ha scritto:Ciao, Nicola. Per come è scritto e come è impostato, il finale del tuo racconto non mi convince. Ti invito da un lato a seguire i consigli di Timetrapoler e, dall'altro, a eliminare questa frase "Solo che non era domenica mattina, era l’anno 3721 dopo Cristo." che funziona solo come infodump superflua dal momento che il lettore comprende già dalle vicende narrate che il protagonista è sparato avanti nel futuro. Trovo invece centrato il tema del contest. A mio parere, il tuo può diventare un buon racconto se vai a intervenire sul finale.


Ciao Callagan, grazie del tuo commento.
La "infodump" in realtà mi serve per dare un briciolo di contestualizzazione in più al lettore, altrimenti in quel finale già lasciato volutamente aperto si crea ancora più incertezza!
Per la risposta ai punti sollevati da timetrapoler rimando al mio commento di risposta sopra :)
a rileggerci!
Non so scrivere, ma ho bisogno di farlo.

Avatar utente
Callagan
Messaggi: 214

Re: Ice kiss - di Nicola Gambadoro

Messaggio#14 » venerdì 21 ottobre 2016, 22:01

L'infodump è un male da debellare

Fernando Nappo
Messaggi: 584

Re: Ice kiss - di Nicola Gambadoro

Messaggio#15 » domenica 23 ottobre 2016, 15:31

Ciao Nicola,
sei andato decisamente sul classico (come me del resto) ma non è detto che questo sia per forza un male. Anzi, l'impianto generale del tuo racconto mi piace abbastanza. Il tema è centrato: il sogno è il desiderio di guarigione per il quale il protagonista si sottomette alla criostasi, mentre la tenebra è diventare cibo per gli esseri che abitano l'epoca nella quale si risveglia (chi siano alieni o terrestri evolutisi in modo strano).
Questa frase mi ha strappato fuori dall'atmosfera del racconto: "si chiese chi fosse il rompicoglioni che lo svegliava presto di domenica mattina interrompendo quel sogno meraviglioso.". Per due motivi: uno legato al contenuto e l'altro al tono. Mi spiego meglio: il narratore ci informa che il protagonista si risveglia provando la sensazione d'aver dormito pochi secondi, poi lo stesso narratore entra nel pensiero del protagonista e scopriamo che questo stava sognano. Mi sembra una contraddizione. Il tono, poi, è a mio parere un po' troppo leggero, scanzonato, e rompre l'atmosfera drammatica del racconto.
Riguardo alla frase infodump, concordo con sostiene che si possa tagliare: ci hai già detto che sarebbe stato risvegliato solamente quando opportuno, hai messo una riga di stacco quando si risveglia, a mio avviso non serve altro. Tanto più che sapere l'anno nel quale si risveglia non è fondamentale.
Sul finale ti hanno già dato ottimi suggerimenti che condivido.

Avatar utente
angelo.frascella
Messaggi: 717

Re: Ice kiss - di Nicola Gambadoro

Messaggio#16 » lunedì 24 ottobre 2016, 23:34

Ciao, Nicola.

Arrivo in ritardo e alcuni commenti stilistici che volevo farti (”il piccolo romanzo horror”, la frase con l’infodump e la stonatura della frase del rompicoglioni) le hanno già fatti gli altri.
Aggiungo però due cose che coniugano forma e sostanza:
- la prima metà del racconto la scrivi partendo da lui nell’ufficio per poi tornare indietro a spiegare che lui all’inizio aveva non aveva accettato, aveva sbattuto la porta ecc. Tutto ciò risulta ai miei occhi infodump e questo è male (come già diceva Callagan), ma non perché lo dicono i sacri testi: il ritmo si spezza, il lettore è allontanato dalla storia e dal protagonista (non sappiamo ancora chi è e tornare indietro a raccontare cose che lo riguardano è noioso). Tu dirai: mi io quelle informazioni dovevo darle al lettore.
Certo, ma sarebbe più efficace spiegarle in maniera dinamica, facendo procedere la storia.
Prova a immaginare qualcosa del genere:
“Dunque è tornato” disse il dottore guardandolo beffardo.
Lui si sentì ribollire. Avrebbe voluto alzarsi e andare via sbattendo la porta, come l’ultima volta. Ma il cancro avanzava inesorabile e, nonostante la paura per quella procedura, Luka non aveva ormai altra speranza…
Non è mia abitudine riscrivere i testi, ma volevo solo farti un esempio di uno dei possibili modi di calare alcune di quelle informazioni in una scena che si sviluppa nel presente della storia sotto i nostri occhi, mantenendo vivo l’interesse del lettore.
Il secondo elemento è il finale: perché quell’essere? Perché tutta quella fatica per dare cibo a dei mostri di un futuro lontano?
Anche qui, qualche indizio sparso nel testo, qualche parola ambigua del dottore che prepari il terreno per il finale, sarebbe stata utile.
In sintesi: una buona idea che però avrebbe bisogno di essere un po’ rifinita, secondo me.

A rileggerci
Angelo

Avatar utente
Flavia Imperi
Messaggi: 316
Contatta:

Re: Ice kiss - di Nicola Gambadoro

Messaggio#17 » martedì 25 ottobre 2016, 11:21

Ciao Nicola!
Il tuo è un racconto piacevole, tuttavia non funziona al 100% per via di piccoli grandi errori "tecnici".
La questione del punto di vista e l'infodump sono molto, molto importanti da padroneggiare per far arrivare a chi legge esattamente quello che se vuole comunicare come scrittori. Non si può narrare una storia dal punto di vista del protagonista e poi per un pezzettino inserire il narratore onnipresente senza creare un disagio al lettore. O usi un espediente (per esempio non so, c'era un timer sulla porta della bara criogenica con data e ora), o non dai quel dato (lasci che il lettore deduca soltanto che è passato molto tempo da piccoli particolari (per es. si apre la bara e il paesaggio fuori è cambiato, o ci sono polvere, ragnatele, etc) oppure puoi scegliere di narrare tutta la storia da un punto di vista onnisciente fin dall'inizio (dove puoi dare tutte le informazioni, il che però va a discapito dell'immedesimazione del lettore con il protagonista, cosa che in un racconto breve è importantissimo).

Hai molta immaginazione e si vede che hai talento, pero siamo qui proprio per imparare, no? :) Quindi spero di esserti stata utile, come tutti voi lo siete per me.

Non mi ha convinto anche un'altra cosa importante, nella storia: il protagonista "rifiuta la chiamata", la prima volta, per il motivo che il procedimento avrebbe avuto luogo da sveglio. Ma non c'è un minimo accenno al fatto che praticamente abbandona tutto quello che conosce e che è la sua vita: famiglia, amici, amore, ruolo sociale, etc. e questo ai miei occhi l'ha reso meno "umano".

Per il resto, il racconto di per sé non è male, sì, è una tematica classica nella fantascienza, con finale un po' chiamato se vogliamo, tuttavia è scritto in modo piacevole. Il tema è rispettato. Se sconfiggerai i demoni del punto di vista e dell'infodump, sfornerai ottimi racconti!
Siamo storie di storie

Avatar utente
Vastatio
Messaggi: 621

Re: Ice kiss - di Nicola Gambadoro

Messaggio#18 » martedì 25 ottobre 2016, 14:34

Ciao,
la forza del tuo racconto dovrebbe concentrarsi nel climax finale, nella sorpresa che spiazza, perché, a conti fatti, il resto è piatto e senza grandi sbalzi emotivi. E dire che in un processo di criostasi hai ben tre eventi "carichi" di tensione che possono portare a dei bei pezzi: l'inizio del coma, il sonno e il risveglio. Il sonno lo bruci via in due secondi, la tensione della procedura di criostasi è un cenno della testa e poi un evento paradisiaco (in contrapposizione con la descrizione che ne dai prima) e il risveglio istantaneo, in piena coscienza e senza effetti di straniamento che lo distinguano da una normale pennica pomeridiana. Il mondo è tuo, la tecnologia è tua e tutto ti è consentito, ma bruci tutto troppo in fretta. Mi sembra che verso la fine tu perda anche un po' il controllo del racconto, l'accenno all'anno quando sei sempre sul tuo protagonista che non può avere quell'informazione, il "cervello atrofizzato" che però sembra fino a poco prima molto lucido.
tema ok.

Avatar utente
alessandra.corra
Messaggi: 280

Re: Ice kiss - di Nicola Gambadoro

Messaggio#19 » giovedì 27 ottobre 2016, 12:23

Ciao Nicola,

la storia l'ho trovata carina, seppur non molto originale. Non so perché, il contesto è molto diverso in realtà, però mi ha fatto tornare in mente Futurama :)
Il tema è centrato. Il protagonista pensa di aver trovato il modo per guarire dalla malattia incurabile, da fiducia al medico e finalmente arriva il sonno/sogno, per poi risvegliarsi secoli dopo e scoprire la verità, le tenebre.
Però nella struttura ci sono degli elementi che stridono. In effetti, è strano, e non regge, che questi alieni abbiamo archittettato tutto questo escamotage unicamente per preservarsi del cibo futuro. Anche che il protagonista sappia di essere nel 3700 non è credibile, dopo il risveglio come faceva a sapere in che anno era?
Per il resto, il racconto è ben scritto.
Alla prossima.

Avatar utente
AmbraStancampiano
Messaggi: 477
Contatta:

Re: Ice kiss - di Nicola Gambadoro

Messaggio#20 » giovedì 27 ottobre 2016, 23:33

Ciao Nicola,
mi dispiace essere così in ritardo con i commenti, perché temo di non poter dire più niente di utile.
Il tuo racconto è ben scritto e il tema è rispettato, ma personalmente ho faticato a empatizzare col protagonista; un po' sicuramente perché anche io non ho colto subito il riferimento alla malattia, un po' perché non sono un'amante del genere sci fi e quindi ho una difficoltà personale a provare coinvolgimento in queste situazioni.
Il paragrafo in cui lui si addormenta è davvero ben scritto, vivido, mi è piaciuto davvero tanto! La sorpresa finale è ben gestita nel suo essere brusca, ma non ho capito perché l'alieno ha il logo della compagnia medica sulla fronte, quindi la narrazione mi lascia un po' insoddisfatta.
Comunque un buon lavoro.
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

Niko G
Messaggi: 138

Re: Ice kiss - di Nicola Gambadoro

Messaggio#21 » martedì 1 novembre 2016, 18:14

AmbraStancampiano ha scritto:Ciao Nicola,
mi dispiace essere così in ritardo con i commenti, perché temo di non poter dire più niente di utile.
Il tuo racconto è ben scritto e il tema è rispettato, ma personalmente ho faticato a empatizzare col protagonista; un po' sicuramente perché anche io non ho colto subito il riferimento alla malattia, un po' perché non sono un'amante del genere sci fi e quindi ho una difficoltà personale a provare coinvolgimento in queste situazioni.
Il paragrafo in cui lui si addormenta è davvero ben scritto, vivido, mi è piaciuto davvero tanto! La sorpresa finale è ben gestita nel suo essere brusca, ma non ho capito perché l'alieno ha il logo della compagnia medica sulla fronte, quindi la narrazione mi lascia un po' insoddisfatta.
Comunque un buon lavoro.


Ciao Ambra, grazie per il tuo commento. Nella storia originale si faceva intendere che la ashal. Srl fosse una società gestita da "alieni" sotto copertura interessati a preservare informazioni analogiche (nella mente degli umani) e Genoma "evoluto". La creatura presente nel finale sarebbe appunto uno dei suddetti alieni. Per questioni di spazio ho tagliato tutto decidendo di lasciare alla fantasia del lettore le possibili spiegazioni! A rileggerci!
Non so scrivere, ma ho bisogno di farlo.

Niko G
Messaggi: 138

Re: Ice kiss - di Nicola Gambadoro

Messaggio#22 » martedì 1 novembre 2016, 18:16

alessandra.corra ha scritto:Ciao Nicola,

la storia l'ho trovata carina, seppur non molto originale. Non so perché, il contesto è molto diverso in realtà, però mi ha fatto tornare in mente Futurama :)
Il tema è centrato. Il protagonista pensa di aver trovato il modo per guarire dalla malattia incurabile, da fiducia al medico e finalmente arriva il sonno/sogno, per poi risvegliarsi secoli dopo e scoprire la verità, le tenebre.
Però nella struttura ci sono degli elementi che stridono. In effetti, è strano, e non regge, che questi alieni abbiamo archittettato tutto questo escamotage unicamente per preservarsi del cibo futuro. Anche che il protagonista sappia di essere nel 3700 non è credibile, dopo il risveglio come faceva a sapere in che anno era?
Per il resto, il racconto è ben scritto.
Alla prossima.


Ciao Alessandro, grazie per il tuo commento! In effetti avrei dovuto dare un po' di spessore in più al finale per fare capire meglio l'idea che avevo in mente! Esperienza per la prossima volta! A rileggerci
Non so scrivere, ma ho bisogno di farlo.

Niko G
Messaggi: 138

Re: Ice kiss - di Nicola Gambadoro

Messaggio#23 » martedì 1 novembre 2016, 18:18

Vastatio ha scritto:Ciao,
la forza del tuo racconto dovrebbe concentrarsi nel climax finale, nella sorpresa che spiazza, perché, a conti fatti, il resto è piatto e senza grandi sbalzi emotivi. E dire che in un processo di criostasi hai ben tre eventi "carichi" di tensione che possono portare a dei bei pezzi: l'inizio del coma, il sonno e il risveglio. Il sonno lo bruci via in due secondi, la tensione della procedura di criostasi è un cenno della testa e poi un evento paradisiaco (in contrapposizione con la descrizione che ne dai prima) e il risveglio istantaneo, in piena coscienza e senza effetti di straniamento che lo distinguano da una normale pennica pomeridiana. Il mondo è tuo, la tecnologia è tua e tutto ti è consentito, ma bruci tutto troppo in fretta. Mi sembra che verso la fine tu perda anche un po' il controllo del racconto, l'accenno all'anno quando sei sempre sul tuo protagonista che non può avere quell'informazione, il "cervello atrofizzato" che però sembra fino a poco prima molto lucido.
tema ok.


Ciao, grazie per il commento!
Si in effetti potevo sistemarlo meglio ed economizzare i caratteri in modo diverso! Esperienza per la prossima volta! A presto!
Non so scrivere, ma ho bisogno di farlo.

Niko G
Messaggi: 138

Re: Ice kiss - di Nicola Gambadoro

Messaggio#24 » martedì 1 novembre 2016, 18:19

Flavia Imperi ha scritto:Ciao Nicola!
Il tuo è un racconto piacevole, tuttavia non funziona al 100% per via di piccoli grandi errori "tecnici".
La questione del punto di vista e l'infodump sono molto, molto importanti da padroneggiare per far arrivare a chi legge esattamente quello che se vuole comunicare come scrittori. Non si può narrare una storia dal punto di vista del protagonista e poi per un pezzettino inserire il narratore onnipresente senza creare un disagio al lettore. O usi un espediente (per esempio non so, c'era un timer sulla porta della bara criogenica con data e ora), o non dai quel dato (lasci che il lettore deduca soltanto che è passato molto tempo da piccoli particolari (per es. si apre la bara e il paesaggio fuori è cambiato, o ci sono polvere, ragnatele, etc) oppure puoi scegliere di narrare tutta la storia da un punto di vista onnisciente fin dall'inizio (dove puoi dare tutte le informazioni, il che però va a discapito dell'immedesimazione del lettore con il protagonista, cosa che in un racconto breve è importantissimo).

Hai molta immaginazione e si vede che hai talento, pero siamo qui proprio per imparare, no? :) Quindi spero di esserti stata utile, come tutti voi lo siete per me.

Non mi ha convinto anche un'altra cosa importante, nella storia: il protagonista "rifiuta la chiamata", la prima volta, per il motivo che il procedimento avrebbe avuto luogo da sveglio. Ma non c'è un minimo accenno al fatto che praticamente abbandona tutto quello che conosce e che è la sua vita: famiglia, amici, amore, ruolo sociale, etc. e questo ai miei occhi l'ha reso meno "umano".

Per il resto, il racconto di per sé non è male, sì, è una tematica classica nella fantascienza, con finale un po' chiamato se vogliamo, tuttavia è scritto in modo piacevole. Il tema è rispettato. Se sconfiggerai i demoni del punto di vista e dell'infodump, sfornerai ottimi racconti!


Ciao Flavia, grazie per il commento! Hai ragione, la prossima volta eviterò di mettere "infodump" e cercherò di aiutarmi con i dettagli della storia. I nemici più grandi sono ovviamente i caratteri per ora! A presto!
Non so scrivere, ma ho bisogno di farlo.

Niko G
Messaggi: 138

Re: Ice kiss - di Nicola Gambadoro

Messaggio#25 » martedì 1 novembre 2016, 18:23

angelo.frascella ha scritto:Ciao, Nicola.

Arrivo in ritardo e alcuni commenti stilistici che volevo farti (”il piccolo romanzo horror”, la frase con l’infodump e la stonatura della frase del rompicoglioni) le hanno già fatti gli altri.
Aggiungo però due cose che coniugano forma e sostanza:
- la prima metà del racconto la scrivi partendo da lui nell’ufficio per poi tornare indietro a spiegare che lui all’inizio aveva non aveva accettato, aveva sbattuto la porta ecc. Tutto ciò risulta ai miei occhi infodump e questo è male (come già diceva Callagan), ma non perché lo dicono i sacri testi: il ritmo si spezza, il lettore è allontanato dalla storia e dal protagonista (non sappiamo ancora chi è e tornare indietro a raccontare cose che lo riguardano è noioso). Tu dirai: mi io quelle informazioni dovevo darle al lettore.
Certo, ma sarebbe più efficace spiegarle in maniera dinamica, facendo procedere la storia.
Prova a immaginare qualcosa del genere:
“Dunque è tornato” disse il dottore guardandolo beffardo.
Lui si sentì ribollire. Avrebbe voluto alzarsi e andare via sbattendo la porta, come l’ultima volta. Ma il cancro avanzava inesorabile e, nonostante la paura per quella procedura, Luka non aveva ormai altra speranza…
Non è mia abitudine riscrivere i testi, ma volevo solo farti un esempio di uno dei possibili modi di calare alcune di quelle informazioni in una scena che si sviluppa nel presente della storia sotto i nostri occhi, mantenendo vivo l’interesse del lettore.
Il secondo elemento è il finale: perché quell’essere? Perché tutta quella fatica per dare cibo a dei mostri di un futuro lontano?
Anche qui, qualche indizio sparso nel testo, qualche parola ambigua del dottore che prepari il terreno per il finale, sarebbe stata utile.
In sintesi: una buona idea che però avrebbe bisogno di essere un po’ rifinita, secondo me.

A rileggerci
Angelo


Ciao Angelo,
Grazie per il tuo commento molto costruttivo. Hai ragione, formulando in quel modo il background della storia avrei risparmiato preziosi caratteri da spendere nel finale e dato fluidità al racconto! Il finale era lasciato aperto alla fantasia del lettore ma probabilmente avrei dovuto indirizzarlo io con qualche informazione qua e là. Esperienza per migliorare la prossima volta! A presto!
Non so scrivere, ma ho bisogno di farlo.

Avatar utente
antico
Messaggi: 7217

Re: Ice kiss - di Nicola Gambadoro

Messaggio#26 » mercoledì 2 novembre 2016, 18:29

Cadi nel finale, anche piuttosto pesantemente. Non si capisce chi sia il tizio che apre la teca: potrebbe anche essere una creatura che in un'epoca in cui l'umanità s'è estinta è riuscita ad arrivare alle cellule criogeniche per cibarsene, tanto per dire. Sei rimasto a corto di caratteri e hai dovuto lasciare molto non detto e questo ha finito per danneggiare il resto del racconto, questa la mia idea. A questo punto sarebbe stato meglio rinunciare alla prima parte e fare uscire il tuo durante il suo lento risveglio, magari approfittandone per dare qualche indizio in più, strada facendo, sulla strana creatura (che so, dandosi un'occhiata intorno poteva leggere la data su una sorta di orologio e magari accorgersi di trovarsi in una sorta di cucina, pronto per essere sgusciato). Pollice ni al pelo pelo, per il momento, ma ti invito a una revisione seguendo il mio consiglio, credo che ne verrebbe fuori una figata.

Torna a “90ª Edizione - Atzori Edition - la Seconda della Quinta Era”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite