Il mio dio non vuole

Appuntamento lunedì 20 febbraio dalle 21.00 all'una con il tema scelto da Eliselle!
Giuseppe Patti
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Il mio dio non vuole

Messaggio#1 » lunedì 20 febbraio 2017, 23:19

Fu nell'anno 2016, quando Andrea ed Elia scoprirono di amarsi alla follia e che il loro amore doveva avere una chance di vita, e loro una di felicità. E dopo circa dieci anni di amicizia il loro rapportò mutò, e provarono a costruirsi una vita insieme.
Sempre in quello stesso anno, anche Giulio e Veronica avviarono una relazione amorosa, ma non si amavano, o per meglio dire non ancora, e furono felici nello stare insieme: lui sapeva farla ridere e lei sapeva farlo aprire. Una bella coppia armoniosa.
Ora, qual è la differenza tra queste due coppie? Beh, una è omosessuale, l'altra eterosessuale. Quest'ultima poté uscire senza avere gli occhi puntati addosso, senza sentire brutte ed offensive frecciatine, e dichiararono il loro amore perfino al Sole. L'altra coppia, invece, tenne sempre il suo amore nascosto, dichiarandolo soltanto alla Luna e mentendo al Sole.
«Non voglio più mentire, voglio essere libero di decidere io della mia vita.»
«Ma che hai mangiato a colazione, pane e pazzia? Lo sai cosa è successo all'altra coppia omosessuale del paese, in ospedale con gravi fratture per tutto il corpo. Ne vale la pena?»
Non rispose, si limitò a guardarlo negli occhi per poi abbracciarlo e scattare a piangere. Voleva semplicemente liberarsi dalle catene dei pregiudizi, del razzismo, della mentalità di sentirsi superiori e portatori di verità assolute. Non era nato per restare nell'ombra, ma per amore placò il suo animo e fece di tutto per non far scoprire niente a nessuno. E soprattutto voleva vivere il più a lungo possibile quella sua storia. Ma dopo cinque mesi, non resistette: esplose come una mina in campo di guerra, e una sera di fronte a tutti i compaesani urlò il suo amore. Tutti si voltarono, li guardarono con occhi freddi e puntarono il dito verso loro e uno di loro avanzò di un passo verso loro e disse:
«Froci del cazzo, siete dei mostri. Dio ha creato l'uomo e la donna per un motivo, e voi siete contro-natura. Dovreste vergognarvi!»
E d'un tratto tutto il popolo si agitò.
«Dovreste starvene nascosti.»
«Il vostro non è amore, ma affetto. E chiamandolo amore insultate tutte le coppie naturali.»
«Non sia mai che adottiate anche un bambino, come si può crescere senza una mamma e un papà? Sono due figure distinte importantissime.»
«Fatevi beccare da me che vi baciate e ve le do.»
Entrambi si misero a piangere, e nella vergogna più totale scapparono. Giulio e Valentina, gli unici a non aver detto nulla, li seguirono, li fermarono e li abbracciarono.
«Io non sono nessuno per giudicare, e sono felice che vi amiate e lotterò insieme a voi, per voi, per Valentina, per l'amore.»
Il popolo, avendoli seguiti li trovarono facilmente, e notando quell'alleanza si scagliarono anche contro Giulio e Valentina.
«Quelle bestie di satana stanno convertendo anche della gente normale per combattere contro dio!»
Dissero tutti in coro.
I volti di quei quattro impallidirono e tentarono la fuga, ma erano stati circondati e lottarono per salvare l'Amore, e morirono provandoci.



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antico
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Re: Il mio dio non vuole

Messaggio#2 » lunedì 20 febbraio 2017, 23:22

Ciao Giuseppe, è un piacere rivederti solcare l'Arena! Tutto ok con i parametri, buona Eliselle Edition anche a te!

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Andrea Partiti
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Re: Il mio dio non vuole

Messaggio#3 » martedì 21 febbraio 2017, 17:53

Non mi piace come hai deciso di trasmettere il tuo messaggio. Troppa morale esplicita, prima durante e dopo. Non lasci che il lettore veda quel che presenti e tragga le sue conclusioni, ma ci metti una voce "d'autore" pesante a fare il coro greco e mostrare come è cattivo il personaggio che tu-autore consideri cattivo e come sono buoni i personaggi che tu-autore consideri buoni.
L'effetto è pessimo, i personaggi diventano caricature e il lettore si sente trattato da stupido, reagendo in maniera opposta a quanto tu vorresti, trovando fastidiosi i personaggi troppo perfetti e tolleranti e aperti.
I dialoghi hanno un che di surreale, per quanto sono stereotipati, al punto che diventa difficile prenderli sul serio.

Errori brutti:
"Quest'ultima [...] dichiararono"
"Il popolo [..] li trovarono"
"Fu nell'anno 2016, quando" > che è proprio all'inizio e preannuncia una struttura della frase con un inciso che poi si perde. Meglio "in cui/che".

Giuseppe Patti
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Re: Il mio dio non vuole

Messaggio#4 » martedì 21 febbraio 2017, 22:23

Il problema è che volevo fare una caricatura dei personaggi e dei dialoghi, perché ho pensato che così facendo, il lettore medio che ho immaginato di avere mentre scrivevo s'infastidisse al punto da non avere nulla contro l'amore in ogni sua sfaccettatura, ma vedo che non mi è riuscito, o almeno ho capito questo dalle tue critiche. Sarà per la prossima.

Per gli errori non ci sono scusanti, penso che andrò a frustrarmi metaforicamente parlando.

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DandElion
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Re: Il mio dio non vuole

Messaggio#5 » giovedì 23 febbraio 2017, 22:03

Abbiamo entrambi scelto di raccontare un amore che nasce clandestino e muore pubblico, senza per questo farne un cliché. allora punti di forza il racconto dialogico che ha un buon ritmo intermittente. Punto di debolezza tutta questa emozione contenuta nei pochi caratteri soffoca.
Peccato, 500 battute in più e sarebbe stata perfezione perchè così il finale è molto improvviso, un po' tronco
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!

Zebratigrata
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Re: Il mio dio non vuole

Messaggio#6 » venerdì 24 febbraio 2017, 1:48

Il tuo racconto più che un racconto è una sorta di parabola, nel senso che la vicenda che ci presenti è il raffronto di due stereotipi da cui si vuole far trarre al lettore un determinato insegnamento, principio, o simile. Anche la tecnica narrativa è molto ‘biblica’ cioè elenchi gli avvenimenti in maniera abbastanza neutra da un punto di vista esterno e ci descrivi i sentimenti e le vicissitudini dei tuoi personaggi in modo generico (felici, armoniosi, si amano, ecc.). Per questi motivi la narrazione risulta un po’ “insipida”. Secondo me potresti provare a giocare di più con la tua storia. Anche volendo mantenere la sostanza uguale a quella di questo racconto, considerandolo una sorta di ossatura degli avvenimenti, potresti provare a raccontarci l’amore delle due coppie attraverso i loro gesti, descrivendo una scena anziché raccontando dall’esterno. Poi potresti giocare col punto di vista: raccontare la storia dal punto di vista di uno dei personaggi, oppure alternare tre scene: una dal punto di vista della coppia etero, una dal punto di vista della coppia omosessuale, una dal punto di vista di una delle persone che li odiano. Credo che qualche sperimentazione gioverebbe alla vivacità e alla leggibilità della storia.

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Adry666
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Re: Il mio dio non vuole

Messaggio#7 » venerdì 24 febbraio 2017, 11:32

Ciao Giuseppe,

tema centrato.

Il tuo racconto affronta un argomento ancora delicato, ahimè, in modo ironico e surreale. Tuttavia, come ti hanno fatto già notare, ci sono alcune cose da sistemare nel “tono” generale della narrazione per far passare di più la parte ironica.

Inoltre ti segnalo:
«Quelle bestie di satana stanno convertendo anche della gente normale per combattere contro dio!» Qui ci vorrebbe una D maiuscola.
Nell’incipit:
“Fu nell'anno 2016, quando Andrea ed Elia scoprirono di amarsi alla follia e che il loro amore doveva avere una chance di vita, e loro una di felicità. E dopo circa dieci anni di amicizia il loro rapportò mutò, e provarono a costruirsi una vita insieme.”
L’incipit è importante, in un racconto breve ancora di più, farei attenzione al ritmo e alla fluidità. Qui c’è qualcosa che non gira bene, costringe a rileggere per capire.

Nel complesso discreta prova che con alcune “riscritture” può diventare un ottimo racconto.

Ciao
Adriano

Giuseppe Patti
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Re: Il mio dio non vuole

Messaggio#8 » venerdì 24 febbraio 2017, 14:38

Ringrazio tutti per i suggerimenti/consigli/accorgimenti, e non riesco a scrivere "dio" con la "D" maiuscola, ma non so il perché.

Alemar
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Re: Il mio dio non vuole

Messaggio#9 » venerdì 24 febbraio 2017, 22:02

Ciao Giuseppe,
per il tuo racconto hai scelto a mio avviso un tema decisamente tosto! Forse proprio per questo non mi sembra del tutto ben sviluppato, ovvero, per una storia come quella scelta da te non credo bastino 3000 battute. Personalmente (è solo la mia opinione, prendila come tale) non ho sentito emozioni vere, palpitanti, che delineino i personaggi. Non ho riscontrato carattere ma una sorta di narrazione un po' piatta, come la lettura di un diario con la descrizione dei fatti accaduti. Rimanda più a una cronaca, non so se riesco a rendere l'idea.
Avrei forse optato per una scena più breve e dilatata, inserendo però la descrizione dei loro sentimenti attraverso dei gesti, delle parole.. qualcosa di più personale raccontato da loro stessi.
Sai, non mi è piaciuto leggere che alla fine muoiono tutti e quattro.. Suona un po' apocalittico! Ma questo non è legato al parere sulla narrazione, è solo una questione di gusto personale.
I refusi capitano, soprattutto in prove come queste. Se tutti avessimo avuto a disposizione più tempo e più battute per sviluppare la trama e i personaggi, sono sicura che il tuo racconto avrebbe avuto un respiro diverso.
Questa però è una prova con 'i minuti contati'!
A presto,
Alemar

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raffaele.marra
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Re: Il mio dio non vuole

Messaggio#10 » domenica 26 febbraio 2017, 12:29

Parto dal fatto che la declinazione del tema mensile è buona: l'amore vero, autentico anche se non conforme ad una certa morale dominante si scontra con l'odio di chi, accecato da questa morale, non è capace di riconoscerlo e quindi di accettarlo. Leggo una critica ai giorni nostri (e, ahimè, anche tanto passato), e il fatto che il racconto si proponga di trattare un tema attuale particolarmente scottante è sicuramente un punto di merito. La trattazione che ne fai, però, mi risulta alquanto scontata, per niente originale e, di conseguenza, un tantino noiosa. Quello che accade nel tuo racconto accade in maniera assolutamente prevedibile, senza alcuna sorpresa, senza alcun tentativo, da parte tua, di andare al di là della spiegazione di un fatto che ne riassume tanti altri. Non vedo una ricerca stilistica, un tentativo di rendere più piacevole la lettura o, magari, più pungente, tale da lasciare il segno. La storia c'è, intendiamoci, ma senza queste particolari cure resta solo la citazione di un qualcosa che tutti abbiamo in mente perché è nell'immaginario collettivo. Il mio suggerimento, se posso, è quello di rivedere il racconto riscrivendolo da capo: non devi buttarlo, ma semplicemente riaffrontare la bella idea che hai avuto all'inizio associando alla voglia di trasmettere un messaggio anche il tentativo di appassionare maggiormente il lettore. Sono convinto che con una lettura più piacevole anche il contenuto potrà lasciare il segno in maniera più decisa.

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Vastatio
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Re: Il mio dio non vuole

Messaggio#11 » lunedì 27 febbraio 2017, 7:53

Ciao,

mi chiedo, ma io volevo partecipare a questa lezione su cosa è l'amore e come tu ritenga corretto gestirlo? La risposta è forse.
Forse se me lo avessi proposto in una forma meno scontata e banale. Hai anche il problema che la "vediamo allo stesso modo", quindi non porti nulla di nuovo ai miei occhi come contenuti.
Il tema è spinoso (per la società moderna) e, se si decide di affrontarlo, devi provare nuove strade. Fammi empatizzare coi bigotti, per poi schiaffeggiarmi nel finale e farmi "sentire una merda" ad esempio.
Così invece i dialoghi sono cliché per altro anche forzati (non so, ma una coppia omosessuale si autodefinisce o chiama le altre "omosessuale" nei propri discorsi? Non è un po' troppo "scientifico e freddo"?).
Qualche refuso, ma ci sta in MC, specie se si comincia a tagliare a destra e sinistra, quando si deve ancora prendere la misura (non sembra ma 3k sono veramente pochi).
PS: "Dio", se è l'unico e, soprattutto, in bocca a chi crede, va maiuscolo. Quando scrivi non sei TU, ma sei il Personaggio e la Società in cui li incastri.

valter_carignano
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Re: Il mio dio non vuole

Messaggio#12 » lunedì 27 febbraio 2017, 17:18

ciao
buona declinazione del tema, buono il raffronto fra i diversi tipi d'amore (che poi sono lo stesso tipo, perché ogni amore fa storia a sé e paragonarli non ha senso), buono anche l'arco narrativo con un inizio, un centro e una conclusione, tutti secondo me ben centrati.
Ma anch'io, come quasi tutti quelli che hanno commentato prima di me, ho trovato pesante l'intromissione così palese del narratore onnisciente, quasi un vecchio professore pedante che ci vuole dimostrare la sua tesi, o sciorina l'ennesima lezione.
Che si tratti di un racconto a tesi è ovvio, e questo va benissimo, sono scelte e sulle scelte di fondo non si discute. Ma forse - personalmente, suggerisco senza voler assolutamente sminuire il tuo lavoro - avresti potuto renderlo ancora più esagerato, quasi grottesco. Nella risposta a un commento hai parlato di voler fare una 'caricatura', credo che se questa era la tua intenzione avresti dovuto calcare molto di più la mano.

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antico
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Re: Il mio dio non vuole

Messaggio#13 » domenica 5 marzo 2017, 18:38

Parti e sembra una parabola, ambientata ai giorni nostri. Poi, d'un tratto, compare IL POPOLO e si capisce che siamo in un villaggio, al che sorge il dubbio che la società rappresentata non sia proprio la nostra, ma che, appunto, il tutto sia ambientato in una zona fuori dal tempo, quel tanto che basta a trasmettere la morale. E ci sta, ma allora va corretta l'intro. La chiusa non mi piace, troppo veloce e salvifica nei confronti della coppia che l'amore, invece, l'aveva aggirato. Credo sia necessaria una ristrutturazione del racconto, non riesco a bocciare le tue intenzioni, ma vanno orientate meglio. Pollice ni, per il momento. Ci provi nel Laboratorio?

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