Gruppo CASE CEMENTO: Lista racconti e classifiche

La Sesta Era si apre nel segno di Federico Guerri! Appuntamento per lunedì 19 marzo dalle 21.00 all'una!
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antico
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Gruppo CASE CEMENTO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#1 » martedì 20 marzo 2018, 2:22

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BENVENUTI ALLA GUERRI EDITION, LA PRIMA DELLA SESTA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 113° ALL TIME!

Questo è il gruppo CASE CEMENTO della GUERRI EDITION con FEDERICO GUERRI nelle vesti di Guest Star.

Gli autori del gruppo CASE CEMENTO dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo QUARTIERE 961.

I racconti di questo gruppo verranno invece commentati e classificati dagli autori del gruppo SPAZZACQUE.


Questo è un gruppo da NOVE racconti, pertanto saranno i primi QUATTRO racconti ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da FEDERICO GUERRI. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approsimandolo per eccesso.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro già in possesso di punti Rank All Time (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che ancora non hanno punti rank d'Era sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via).

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo CASE CEMENTO:

Un inutile infinito, di Andrea Partiti, ore 00.00, 1990 caratteri
Test psicologico n.3, di Linda De Santi, ore 23.39, 3024 caratteri
Il colore della verità, di Patty Barale, ore 00.59, 2154 caratteri
Tra i miei capelli, di Vilma Cretti, ore 23.21, 2739 caratteri
Davide, di Paola Rossini, ore 23.39, 2980 caratteri
Abete rosso, di Carolina Pelosi, ore 23.11, 3097 caratteri
Era la morte, di Salvatore Stefanelli, ore 22.55, 3065 caratteri
I sogni di Lorenzo, di Luca Occhionorelli, ore 00.28, 2493 caratteri
Mezze stagioni, di Claudia Lupo, ore 00.58, 2569 caratteri

Avete tempo fino alle 23.59 di giovedì 29 MARZO per commentare i racconti del gruppo QUARTIERE 961. Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 30 MARZO, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i NOVE racconti del QUARTIERE 961 e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare altri racconti, ne avete VENTISETTE (escluso il vostro) a disposizione e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo QUARTIERE 961.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

BUONA GUERRI EDITION A TUTTI!



alexandra.fischer
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Re: Gruppo CASE CEMENTO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#2 » martedì 20 marzo 2018, 21:04

Buonasera, ecco i miei commenti:

UN INUTILE INFINITO di Andrea Partiti Racconto delicato e molto ben scritto che infonde malinconia: il nastro ingrigito fra le dita del vecchio un tempo è stato rosso e gli ricorda un incontro in treno avvenuto ai tempi della sua gioventù. Il nastro è il dono di una giovane donna innamorata e felice, la quale ha voluto essergli amica (offrendogli anche uno spuntino) illuminando la giovinezza difficile di lui, emigrato e con pochi soldi. Chissà se anche la donna, invecchiata, ha visto sbiadire le proprie speranze come quel nastro? Il lettore spera di no e la vede idealizzata nel ricordo del protagonista.

TEST PSICOLOGICO NUMERO TRE di Linda De Santi Originale modo di mostrare il punto di vista del piccolo protagonista (un test psicologico simile a quelli delle caserme) e dei suoi rapporti con il soprannaturale, e nella fattispecie, un nastro rosso stregato appartenuto alla nonna in possesso di capacità magiche (a differenza della nonna del suo amico, purtroppo malata di Alzheimer). Ottima anche la scrittura.

IL COLORE DELLA VERITA’ di Patty Barale Il racconto è tutto nel titolo: il colore della verità è il rosso del nastro portato dalla vera madre della protagonista, daltonica come lei e della quale le rimane uno scrigno di raso colmo di fotografie, che documentano come l’avesse amata. La vicenda è straziante: la protagonista apprende di essere stata adottata soltanto per via del daltonismo e ci sono altri dettagli (appresi da una nipote della vera nonna) che raccontano la maternità precoce e un amore contrastato con l’ombra del manicomio. Molto ben scritto.

TRA I MIEI CAPELLI di Vilma Cretti Storia di un dolore antico che riaffiora nella mente della protagonista il giorno prima delle nozze: il nastro rosso è quello che portava l’ultimo giorno con il padre, morto cadendo da un’impalcatura. La protagonista lo indossa il giorno delle nozze sentendolo vicino almeno nello spirito (all’altare l’accompagna lo zio). Mi è piaciuta la scena di pioggia, l’ultimo saluto all’asilo, il lenzuolo con la figura di Biancaneve preso a pugni dalla protagonista una volta appresa la tragedia.

DAVIDE di Paola Rossini Storia surreale, dalle molte interpretazioni: il protagonista, Davide, si ritrova su un aereo immenso, dai molti corridoi, in volo verso una destinazione sconosciuta, della quale l’hostess non gli dice niente. Sembra che il viaggio sia una condizione alla quale abituarsi. E da un oblò, l’uomo vede la sua donna con il nastro rosso fra i capelli e un’espressione corrucciata. Incubo? Oppure si tratta davvero di un rapimento? Atmosfera angosciante, tanto più che il protagonista si è visto strappato anche a una figlia (vedi telefonata al cellulare).

Attenzione a:
Benvenuti ai nostri nuovi ospiti, la riscriverei: Un benvenuto ai nostri nuovi ospiti oppure: Nostri nuovi ospiti, benvenuti.
Fancesca: refuso per Francesca


ABETE ROSSO di Carolina Pelosi Il nastro rosso compare fra i capelli della madre di Carlo e anche appuntato alla giacca, come anche gli altri partecipanti al funerale dello sfortunato giovane, sconfitto da una dipendenza troppo forte. La storia, narrata dal punto di vista del fratello, è molto parlata nel linguaggio. Non si tratta di imperfezioni tecniche dello scrittore (in questo caso della scrittrice), ma di un’efficace costruzione del modo di parlare di un ragazzo come tanti, distrutto dalla tragedia familiare eppure deciso a tenere chiusa dentro la sua sofferenza (vedi nastro rosso nascosto in tasca).

ERA LA MORTE di Salvatore Stefanelli Il rosso pervade il tuo racconto: il nastro rosso intorno al collo della figlia del protagonista, quello del rossetto che portava per darsi arie da grande, quello del sangue. La ragazza è la vittima dell’Assassino del Nastro Rosso e il padre poliziotto decide di vendicare la figlia e le altre tre vittime strangolandolo con un nastro rosso. Credibile la ricostruzione dell’ambiente poliziesco e molto ben congegnata la chiusura finale del cerchio.

Attenzione a: scopriranno che è stato drogato (riscriverei: che è stata drogata, visto che è la guardia di turno).

Fuori la porta: riscriverei fuori dalla porta.

I SOGNI DI LORENZO di Luca Occhionorelli L’atmosfera natalizia suggellata dal nastro rosso tipico del periodo si spezza sul finale: Lorenzo non sta festeggiando il Natale con la sorellina e i genitori, la sua infanzia infelice è diventata un inferno adulto fatto di elettroshock, infermieri e psichiatri. Da lacrime il suo appello ripetuto: lui non dovrebbe essere lì, c’è un errore. Sì, di un destino funesto.
Attenzione a:
Intorno a lui (manca la virgola dopo lui e ce ne vuole una dopo albero di Natale)
La mamma impietosita (manca la virgola dopo mamma e ce vuole una dopo figlia)
Non appena la mamma (scriverei non appena lei, mamma lo hai già scritto prima)
Uno dei tre reggeva (scriverei una delle tre, il soggetto è: le sagome).
Nel finale: natale lo scriverei Natale.

MEZZE STAGIONI di Claudia Lupo Per la tua protagonista, di ritorno dall’incontro con un amico, l’inizio della primavera è suggellato dal misterioso regalo avvolto in un elegante nastro rosso. Forse il destinatario è il bambino dei vicini. Almeno, lo ipotizza lei, gioendo della nota di colore che spezza una primavera piovosa. Ecco, nel finale avrei messo qualcosa in più (l’arrivo del bambino che prende il dono e chiarisce l’equivoco o un biglietto che invece indica il regalo come destinato a lei. Così la storia sarebbe un po’ più compiuta).

Attenzione a:
la compagnia era simpatica il tempo in ogni caso passa (la riscriverei così: la compagnia era simpatica, ma il tempo, in ogni caso, era passato).
scatolo (scriverei: scatolone e poi specificherei nel testo grossa scatola)



La mia classifica, soffertissima (siete tutti validissimi scrittori, leggervi è stato un piacere) è:

TEST PSICOLOGICO NUMERO TRE di Linda De Santi

IL COLORE DELLA VERITA’ di Patty Barale

UN INUTILE INFINITO di Andrea Partiti

ERA LA MORTE di Salvatore Stefanelli

ABETE ROSSO di Carolina Pelosi

TRA I MIEI CAPELLI di Vilma Cretti

I SOGNI DI LORENZO di Luca Occhionorelli

DAVIDE di Paola Rossini

MEZZE STAGIONI di Claudia Lupo

Lorenzo Diddi
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Re: Gruppo CASE CEMENTO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#3 » mercoledì 21 marzo 2018, 19:37

Classifica dei racconti alla Guerri Edition di Minuti Contati (Lorenzo Diddi, 21/03/2018)

1. I sogni di Lorenzo – Luca Occhionorelli
Ciao Luca mi è piaciuto moltissimo il tuo testo. Originale e molto duro. Sconvolgente e graffiante. Bello. Scritto bene e scorrevole. Mette il lettore sulla strada, senza, deviarlo. Il tema mi sembra centrato e certamente il nastro ha un ruolo all’interno del racconto. Con delle aggiunte son certo che renderebbe il lavoro più articolato e intrigante. Pollice in su. Bravo.

2. Era la morte – Salvatore Stefanelli
Ciao Salvatore, trovo la tua idea sicuramente la più originale del tuo gruppo. Rendere protagonista il nastro rosso in questo giallo mi ha divertito. Ho trovato, tuttavia, un po’ forzato il suo ruolo e la sua parte nel testo che, forse, se alimentata maggiormente potrebbe certamente rendere il tutto molto più entusiasmante! Complimenti, comunque per un’idea diversa.

3. Test psicologico n. 3 – Linda De Santi
Ciao Linda. Ho trovato molto interessante l’architettura del tuo racconto, molto lineare e schematica. Molto psicologica. Ho trovato delle belle immagini che hanno colorato il tutto. Ho, del resto, incontrato un po’ di difficoltà nel capire dei punti e quindi arrivare in fondo al racconto senza dubbi…Ma questo è, solo un bene ;). Molto curioso il tuo testo !!

4. Tra i miei capelli – Vilma Cretti
Ciao Vilma, il tuo racconto mi è piaciuto perché contiene, oltre al tema del contest, molte altre immagini interessanti che rendono la lettura piacevole. Bella la scena finale dove il nastro è padrone del momento e bella la sensibilità che ho trovato durante la lettura. Il tema è molto profondo e coinvolge particolarmente. Pollice in su per tema centrato e immagini colorate.

5. Un inutile infinito – Andrea Partiti
Ciao Andrea. Personalmente sono molto attratto sia dai dialoghi che dai libri/racconti brevi perché, credo, dicano molto di più rispetto a tomi infiniti. Ho apprezzato la tua idea, dove ho percepito della bella musicalità nelle parole che si scambiano i due personaggi. Ho vissuto una delicatezza nel gesto finale che mi ha permesso di concludere il racconto con un pizzico di commozione. Purtroppo non ho visto il nastro rosso come protagonista del racconto ed, essendo il tema del contest, questo può penalizzare un po’ il tuo scritto. Ti ringrazio, mi sono divertito a leggerti.

6. Mezze stagioni – Claudia Lupo
Ciao Claudia, devo dire che il tuo testo scorre bene ma purtroppo, sebbene a tratti e sul finale, compaia il nastro rosso (ovvero il tema che comunque è presente nel tuo racconto) non ho percepito del coinvolgimento, ma questo è solo un motivo soggettivo che però, non esclude che il lavoro non sia male. Credo che con del lavoro, magari allungando il tutto, possa venir fuori un buon risultato. Grazie.

7. Davide – Paola Rossini
Ciao Paola, purtroppo devo dirti che non ho proprio notato il nastro rosso nel tuo racconto e questo mi dispiace molto perché il tuo testo è davvero ben scritto. Scorre particolarmente bene e la successione delle immagini che presenti è molto interessante. Sono combattuto perché la cosa più importante non sono riuscita a percepirla. Ti ringrazio per aver scritto la tua storia.

8. Il colore della verità – Patty Barale
Ciao Patty. Sono sincero nel comunicarti che non ho particolarmente gradito il tuo testo, ma solo per una questione soggettiva. Devo dire, a favore del tuo racconto, che è ben scritto e articolato. Scorre bene e viaggia da solo. Quello che mi permetto, umilmente, di dirti è che ho incontrato il nastro rosso molto poco e il tema, in un contest, è molto importante. Ti ringrazio e ti ho letto con curiosità.

9. Abete rosso – Carolina Pelosi
Ciao Carolina. Non posso dirti che il tuo testo non sia ben scritto e coinvolgente. Sono certo che sarebbe un buon inizio per scriverci su qualcosa di più lungo e articolato. Purtroppo il nastro rosso è in secondo piano e di tanto. Non si vede nella storia, non c’è. Il tema in un contest può fare la differenza sul giudizio complessivo di un racconto. Rinnovo, comunque, i miei complimenti per la tua idea che, sono certo, se sviluppata, sarà positiva.

PS: Faccio i complimenti a tutti voi per aver scritto e partecipato a questo contest.
Lorenzo.

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angelo.frascella
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Re: Gruppo CASE CEMENTO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#4 » giovedì 22 marzo 2018, 22:50

Ciao a tutti.

Ecco la mia classifica.


1. Abete rosso
2. Un inutile infinito
3. Era la morte
4. Test psicologico n.3
5. Davide
6. Tra i miei capelli
7.Il colore della verità
8. I sogni di Lorenzo
9. Mezze stagioni

Abete rosso, di Carolina Pelosi
Accidenti, Carolina, un racconto difficile da leggere per quanto è vero e doloroso. Molto belli anche i dettagli (come il vomito sulle scarpe del fratellino e il suo andar via come niente fosse e l'aver allontanato tutti gli amici).
Mi ha davvero commosso e il finale è perfetto, toccante e significativo. Ho apprezzato anche la ricerca stilistica per rendere la voce di un bambino. Difficile aggiungere altro.

Un inutile infinito, di Andrea Partiti
Storia minimalista, che mi fa pensare un po' ai racconti di Carver. Anche la scelta stilistica che hai fatto, quella di un narratore esterno a entrambi, per cui non sappiamo nulla di emozioni e sentimenti di nessuno dei due, rende l'atmosfera particolare, un po' fredda da un lato, dando al contempo la sensazione di star sbirciando di nascosto lo loro vita, dall'altro. Per quello che mi riguarda, è un po' lontana dai miei gusti, ma se volevi sperimentare, l'hai fatto bene.

Era la morte, di Salvatore Stefanelli
Buon lavoro il tuo, per quanto non originale a(anche rispetto alla tua produzione recente) l'ho trovato ben scritto (anzi direi impreziosito dallo stile). Se vogliamo trovare un difetto, il nastro rosso del tema è un po' forzato (il killer poteva uccidere con una corda, una sciarpa o qualunque altra cosa e il racconto avrebbe funzionato ugualmente).

Test psicologico n.3, di Linda De Santi
La storia, con l'idea della nonna strega e del nastro magico vivente, è molto carina. Interessante l'idea di metterla nella forma di un test psicologico. Tra l'altro, accende nel lettore il dubbio che tutto ciò che il bambino sta raccontando sia accaduto solo nella sua mente (ragione per cui lo stanno sottoponendo al test). Quello che secondo me non funziona del tutto è che, a parte che per le prime e le ultime domande (quelle quasi mitologiche su fiori e fiorai... ma che ti posso assicurare ci sono nei test che si facevano per il servizio militare) le risposte sono troppo specifiche per essere relative a domande generiche (e, anche se mi hai spiegato che non sono generiche, ma ritagliate su di lui, per verificare il suo stato mentale, probabilmente un test immagino dovrebbe seguire specifici protocolli, con domande di controllo ecc. Una situazione come quella che poni tu probabilmente andrebbe più affrontata oralmente). Questo secondo me rappresenta un po' il limite del "gioco" letterario che hai provato a impostare.

Davide, di Paola Rossini
Il tema dell'aldilà, visualizzato con immagini tipiche dell'esperienza umana non è nuovo (potrei citarti tanti film, ma anche racconti qui su Minuti Contati). Di solito, però, queste storie si focalizzano sul giudizio. Invece il tuo racconto trasmette l'angoscia del passaggio. Per me è un buon lavoro. L'unico difetto è nella scena iniziale in cui avrei gradito qualche dettaglio in più: perché il papà è lontano? Un viaggio di lavoro. Lo avrei mostrato magari mentre si mette a letto e si sforza di superare la nostalgia di casa, dicendosi che fra un paio di giorni le riabbraccerà. Però l'impressione è che tu abbia dovuto tagliare per rientrare nel limite di caratteri e questo è intrinseco alle caratteristiche di MC. Per tale ragione non te ne faccio una colpa. Un dettaglio: toglierei lo stacco di una riga fra la prima linea di dialogo e il paragrafo successivo.

Tra i miei capelli, di Vilma Cretti
Il racconto è semplice, quasi senza una trama. Tutto è incentrato sulla nostalgia del padre alla vigilia delle nozze: risulta bello stilisticamente e nell'accavallarsi di dettagli; ma, forse proprio per la mancanza di un conflitto vero, risulta, alla fine, un po' "melodrammatico". Alla fine è tutto prevedibile. Insomma un racconto scritto con un ottimo stile, ma che potrebbe migliorare un po' a livello di tecnica di narrazione.

Il colore della verità, di Patty Barale
L'idea centrale del racconto (la donna che scopre la verità sulla sua madre naturale per via del daltonismo) mi piace molto. Secondo me, però, la costruzione del testo ha diversi punti deboli. Oltre alla punteggiatura e alla lettera da riscrivere da capo, come ti è giù stato fatto notare, non mi è chiara una cosa: se la madre ha passato la vita in manicomio. come ha fatto da avere un altro figlio (e quindi la nipote che vediamo nel racconto). E, in caso contrario, perché non è andata a cercare quella figlia a cui teneva tanto? Inoltre com'è possibile che si sia accorta solo adesso, ormai adulta, del daltonismo? (e solo per un nastro rosso per i capelli, visto che il rosso è uno dei colori più diffusi?). Idea buona, insomma, ma racconto da rivedere con attenzione. Tra l'altro un po' di cose me le hai spiegate nei commenti e probabilmente c'era troppo dentro la tua idea per un racconto di 3000 caratteri. Dovresti pensare a un romanzo.

I sogni di Lorenzo, di Luca Occhionorelli
Devi dirti, purtroppo che il racconto, pur se scritto in modo pulito, non funziona. I motivi principali sono due: hai scelto di narrarlo usando un narratore onnisciente che, in maniera molto fredda, ci spiega cosa succede. Questo elimina qualunque trasporto emotivo nel lettore, che non viene coinvolto in modo attivo nelle vicende dei personaggi. Il secondo motivo è l'effetto "mi sono svegliato ed era tutto un sogno". Il racconto infatti si divide in maniera netta in due parti: la scena natalizia in casa e la scena in cui lui si sveglia nel manicomio (anche se sembra più una casa delle torture). Fra le due non c'è alcun legame. Io mi aspettavo, per esempio, che si fosse svegliato in ospedale perché, a causa di ciò che aveva fatto la sorella, lui aveva sbattuto la testa perso i sensi ed era finito in coma (magari trovandosi davanti, al risveglio, la sorella ormai, a chiedergli perdono per gli anni di vita che gli aveva fatto perdere). Invece, per come l'hai strutturato tu, non ottieni un colpo di scena, ma uno iato nella narrazione, con conseguente effetto di straniamento del lettore: "perché mi sono dovuto leggere tutta quella storia all'inizio, se era tutto un sogno senza legami con la sua realtà?"
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Mezze stagioni, di Claudia Lupo
Sarà sincero: il tuo racconto mi ha lasciato piuttosto perplesso. Inizia con una frase sulle previsioni del tempo piuttosto generica (perché non introdurre da subito la protagonista e descrivere quelle sensazioni attraverso i suoi occhi?). Prosegue con un altro paragrafo in cui dici qualcosa di più sulla situazione della protagonista, senza però parlare ancora di lei: la compagnia era buona, il suo amico parlava... sì ma compagnia di chi? Amico di chi? Finalmente nel terzo paragrafo introduci esplicitamente la protagonista. Dai un po' di dettagli sul comportamento che aiutano a delinearla, ma la storia ancora non c'è (siamo in un racconto brevissimo, devi acchiappare subito il lettore e non perderti nei dettagli). In ogni caso almeno si crea un'atmosfera di attesa. Finalmente qualcosa accade: c'è un corpo rannicchiato per terra. Bel colpo di scena. Poi però accende la luce e vediamo una scatola. Qui rimango spiazzato. Non era un corpo? (attenzione, prima non hai detto che era una sua impressione. Sei stata piuttosto netta). Però l'attesa è buona: man mano che i dettagli si accavallano, mi aspetto un colpo di scena finale. Cosa ci sarà davvero in quella scatola? E... niente. Arrivo alla fine e non succede niente. Un colpo di scena ben piazzato sul finale avrebbe salvato il tutto, ma così il racconto è davvero poco interessante (magri sarebbe più l'argomento per una poesia crepuscolare). Anche perché non capiamo nemmeno perché per la ragazza sia così importante quel fiocco. Non riesco nemmeno a trarne una riflessione psicologica su di lei, su cosa significava quel fiocco (un'infanzia mutilata? Un desiderio di maternità... boh...)


Ciao a tutti e a rileggerci,
Angelo

Daniel Travis
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Re: Gruppo CASE CEMENTO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#5 » domenica 25 marzo 2018, 11:16

Tema difficile, che mi è piaciuto affrontare. Il lavoro mi rende molto meno presente di prima, ma è sempre un piacere tornare qui.
Ecco la mia classifica.

1. Test psicologico n. 3 di Linda De Santi
2. Abete rosso di Carolina Pelosi
3. Un inutile infinito di Andrea Partiti
4. Davide di Paola Rossini
5. Il colore della verità di Patty Barale
6. Era la morte di Salvatore Stefanelli
7. Tra i miei capelli di Vilma Cretti
8. I sogni di Lorenzo di Luca Occhionorelli
9. Mezze stagioni di Claudia Lupo

Ed ecco i miei commenti.


1. Test psicologico n. 3 di Linda De Santi
Non preoccuparti per la scrittura più o meno da bambino o da adulto e simili. CI sono casi in cui una prosa è "palesemente infantile" e casi in cui è "palesemente adulta"; il tuo racconto si avvicina con semplicità e senza esagerare al primo polo, ed è lontano chilometri dal secondo. Lavorando con ragazzi anche dell'età del protagonista, il lessico che hai usato è più realistico di quello che qualcuno appiccica alla sua idea di bambino.
La scelta formale è molto interessante: se era un esperimento per verificarne la validità, consideralo riuscito: spero di leggere presto altre prove analoghe, magari con strategie non identiche ma sempre con l'approccio di portare il lettore alla storia da una prospettiva inusuale.
Il tema c'è, ma non nel modo più interessante del mondo. Non è una critica al racconto, che mi è piaciuto, ma se avessi sostituito il nastro rosso con una sciarpa arancione o con una collana d'argento, non sarebbe cambiato molto.
Questa frase è un po' affettata, suona artificiosa: 14- Non penso che mia nonna sia strana. Cioè, a volte dice cose in un'altra lingua, altre volte prepara strani intrugli con le piante, ma in fondo tutte le nonne fanno cose strane. Preferirei avere le stregonerie della nonna diluite, non prese direttamente dalla checklist dei film di streghe anni '90 e stipate tutte nella stessa risposta.
Valutazione di certo positiva, complimenti.

2. Abete rosso di Carolina Pelosi
Tematico, pulito, diretto.
Lo stile è il fiore all'occhiello del pezzo, invidiabile. In così pochi caratteri la struttura drammatica non offre le "scorciatoie" di altri generi, e renderla efficace è una sfida doppia.
Superata.
Mi scuso se ho poco da dire rispetto ad altri racconti, ma fatti i complimenti, andare a fare le pulci a difetti specifici è molto complicato, perché è complicato trovarne di rilevanti.
Complimenti.

3. Un inutile infinito di Andrea Partiti
Il punto forte del tuo pezzo è, per me, la prosa che attira senza farsi stucchevole.
Riesci a delineare due personaggi vivi con una manciata di tratti classici, non è da tutti.
Questa premessa però si scontra con la natura riflessiva del racconto, dato che questa si esprime in modo tanto lineare da eliminare ogni dramma ed emozione specifici caricati in precedenza.
"Pensa al tempo!," "Ok!," fine.
La stessa riflessione e il tuo ottimo stile possono trovare una danza molto più avvincente da ballare.

4. Davide di Paola Rossini
Un po' troppo allungato, credo, il racconto in sé.
Vista l'essenzialità dei suoi punti chiave - apertura, confusione, scoperta, dolore - sarei stato estremamente colpito da un pezzo analogo di 1000-2000 caratteri, in questo tendo a saltare avanti per arrivare al prossimo momento interessante dal punto di vista immaginifico o emotivo.
Ho intuito il riferimento a un lutto reale, anche se ho dovuto scoprire i dettagli da fonti esterne.
Appena abbozzata la caratterizzazione - una delle red flag che mi ha fatto pensare a una morte celebre descritta, anziché a un personaggio nato ad hoc.
Buona l'immagine del trapasso aereo.
Buona la declinazione colore-su-nero del tema.
Complimenti.

5. Il colore della verità di Patty Barale
Dunque, tema: la vicenda si svolge abbastanza intrecciata al nastro rosso, che pure non è declinato nei suoi significati "tradizionali" - le campagne legate all'AIDS, le lotte agli abusi di.alcool e droga, inaugurazioni, lauree, il red tape burocratico... - ed è reso rilevante con l'idea apprezzabile del daltonismo.
Trama: semplice, affettata, ma funzionale. Un po' diluito il finale.
Forma: la punteggiatura zoppica un po', con quella miriade di puntini di sospensione, ma il tono viene mantenuto con efficacia. Avrei preferito parole più emotivamente incisive dalla madre, per drammatizzare il finale che, appunto, mi sembra diluito.
Nel complesso, però, una prova lodevole, che forse non spicca nelle sue singole componenti quanto altre ma restituisce un buon prodotto complessivo, al contrario di altri pezzi più "specializzati”.

6. Era la morte di Salvatore Stefanelli
Pezzo classico, che avrei visto bene come parte di un episodio di Death Parade, per dire.
Il tema, come già notato, è inserito solo nella sua componente più letterale. Non è raro in questa edizione: il nastro rosso ha sì molti significati simbolici, ma non è facile drammatizzarli bene nei limiti di tempo e spazio di Minuti Contati.
La forma in certi passaggi mi risulta troppo pesante: i capelli neri come il buio profondo della mia anima in pena, ad esempio. Per quanto noir o hard boiled un pezzo sia, a meno che l'autore non stia scrivendo una parodia o un racconto grottesco in qualche altro senso, non richiede espressioni del genere; è un po' come iniziare un drammatico o un horror con Era una notte buia e tempestosa.

7. Tra i miei capelli di Vilma Cretti
Per la seconda volta in questa edizione mi trovo a lodare lo stile di un racconto, più che godibile, restando incerto sul resto. Il racconto non ha conflitto, dramma o la loro cugina piccola, la sorpresa. Nessuno dei tre è indispensabile in sé, ma almeno uno dei tre ci vuole. Nel tuo caso, idealmente un conflitto emotivo o un dramma relazionale presente. Se la storia passata fosse affiancata alla frenetica ricerca della protagonista che trova oggetti sempre più rilevanti, o indizi per il lettore, o se il ritrovamento avvenisse al culmine di un'autentica crisi di panico prematrimoniale, allora sarei legato, da lettore, alla storia.
È un po' come se la storyline di Bruce Willis in Pulp Fiction si fermasse a lui che cerca l'orologio, lo trova e scappa felice.
Ultima nota: la notte prima del matrimonio non è l'ultima notte da single, di norma, ma l'ultima notte da fidanzati.

8. I sogni di Lorenzo di Luca Occhionorelli
Una prima osservazione d'impeto concedimela: un racconto composto di due periodi, uno di nove righe e uno di quattordici, vuole che io lo legga con rabbia e senza voglia.
Consigli di getto: una divisione in paragrafi veramente minima, giustificata tematicamente, anche senza pensare al ritmo, ci vuole: Introduzione, a capo, il Natale a casa di Lorenzo, a capo, l’ingresso della mamma, a capo, i dialoghi, a capo, la decisione della mamma, a capo, il gioco e la sua fine, a capo, lo shock, a capo, il ricordo e la consapevolezza, a capo, il finale, fine.
Detto questo.
La trama è semplice, pulita, snocciolata bene.
La forma, però, ha molte lacune, dalla punteggiatura incerta (ad esempio Intorno a lui la sorellina e il cagnolino scorrazzavano intorno all’altissimo albero di Natale che i genitori avevano comprato per festeggiare l’ingresso nella nuova casa tutto senza un segno d'interpunzione che dia respiro) alle ripetizioni (cinque mamma in sette righe, molti superflui, per dire) a qualche typo tutto sommato di poco conto.
Gli darei una bella revisione per poi rimetterlo in carreggiata.

9. Mezze stagioni di Claudia Lupo
Siccome ho osservazioni sostanzialmente formali sul pezzo, le metto direttamente in fila.
Tra leggeri e sereni e ma tutto era grigio servirebbe una pausa.
Tra la compagnia era simpatica e il tempo in ogni caso passa(va?) serve una pausa.
Nella frase Si salutarono sul portone, all'interno l'aria era più asciutta, l'androne del palazzo illuminato, l'ascensore bloccato chissà dove, faceva spesso le scale a piedi ma già al primo piano la luce si spense, continuò a salire nella penombra sempre più scura, arrivava un po' di luce dall'androne per cui non riaccese la sensazione incombente dell’anacoluto impera.
Discreto il pezzo della ricerca delle chiavi, trasmette l’ansia, l’urgenza. Il resto del periodo, però, è accartocciato su se stesso, andrebbe disteso e ritmato.
Un grosso scatolo? Una sostanza chimica di notevoli dimensioni?
Il nastro rosso da regalo è un’accezione tematica stranamente poco usata nei racconti che ho letto finora, non male. Anche la sua descrizione è ben fatta.
Da lì in poi, però, il muro di testo assassina qualunque interesse per il finale con crudeltà.
Consiglio finale: appoggiati al tuo talento per le descrizioni, aggiungi ritmo e intensità drammatica.
Ultima modifica di Daniel Travis il domenica 25 marzo 2018, 11:17, modificato 2 volte in totale.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

Canadria
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Re: Gruppo CASE CEMENTO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#6 » domenica 25 marzo 2018, 17:14

Ciao a tutti! Ecco i miei commenti e la classifica alla fine.

Un inutile infinito, di Andrea Partiti
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Test psicologico n° 3, di Linda De Santi
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Il colore della verità, di Patty Barale
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Tra i miei capelli, di Vilma Cretti
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Davide, di Paola Rossini
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Abete rosso, di Carolina Pelosi
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Era la morte, di Salvatore Stefanelli
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I sogni di Lorenzo, di Luca Occhionorelli
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Mezze stagioni, di Claudia Lupo
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Classifica
1. Abete rosso, di Carolina Pelosi
2. Un inutile infinito, di Andrea Partiti
3. Davide, di Paola Rossini
4. Tra i miei capelli, di Vilma Cretti
5. Era la morte, di Salvatore Stefanelli
6. Test psicologico n° 3, di Linda De Santi
7. Il colore della verità, di Patty Barale
8. I sogni di Lorenzo, di Luca Occhionorelli
9. Mezze stagioni, di Claudia Lupo

Rick
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Re: Gruppo CASE CEMENTO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#7 » martedì 27 marzo 2018, 10:23

Classifica:

Abete rosso - Carolina Pelosi
Il colore della verità - Patty Barale
Tra i miei capelli - Vilma Cretti
Test psicologico n°3 - Linda De Santi
Un inutile infinito - Andrea Partiti
Era la morte - Salvatore Stefanelli
Davide - Paola Rossini
Mezze stagioni - Claudia Lupo
I sogni di Lorenzo - Luca Occhionorelli


Abete rosso - Carolina Pelosi

Non conoscevo il significato del nastro rosso in quel senso, grazie! Una scrittura coinvolgente, lenta, sofferta come il contenuto. Come il fratello vivo che non riesce a piangere e ha pietà per il fratello morto, sei riuscita a infondere una misericordia per la condizione del defunto che va oltre le azioni e le scelte che si compiono in vita. Quel silenzio quando il vomito gli bagna le scarpe è un po’ il silenzio che permea tutto il racconto, nonostante le deliziose parole. Brava!


Il colore della verità - Patty Barale

Mi ha poco appassionato la forma, lo svolgimento in sé del racconto, ma la tematica e la sostanza sono nelle mie corde! Vedere il mondo con occhi vecchi, ma con visione nuova, cambiando punto di vista, è un atteggiamento interessante. Quello che fa Sonia è rendersi conto di possedere un dono lì dove per molto tempo ha visto solo difficoltà e mancanza di colori, di emozioni. Quando invece le emozioni sgorgano da un passato che può essere svelato solo se Sonia guarda con i suoi occhi e a modo suo senza rimpianti, allora assistiamo da lettori al miracolo della scoperta e della verità. Complimenti!


Tra i miei capelli - Vilma Cretti

Un racconto delicato e molto sentito, sia da te che l’hai scritto che da me che l’ho letto. La forma e il contenuto si amalgamano in una dolcezza che ricorda senza troppo pretendere dal passato che ormai non c’è più. Per i miei gusti, quell’accenno al come il padre sia morto non è necessario e anzi travolge con un inserto di realtà che non è abbastanza approfondito da essere giustificato, né abbastanza cruento da essere violentemente reale e improvviso come può esserlo una caduta da un’impalcatura. Insomma, mi ha fatto uscire dall’atmosfera del racconto, ma senza farmi sentire la “botta” della caduta del genitore. Tutto sta nelle sensazioni di lei e con lei andiamo sull’altare. Grazie! Complimenti!


Test psicologico n°3 - Linda De Santi

Bellissima idea quella del test che piano piano svela la storia come se si stesse srotolando un nastro! Mi ha appassionato tantissimo fino a circa metà, quando ancora in me c’erano solo domande e nessuna risposta. Quando le risposte sono arrivate, mi hanno deluso non tanto nel contenuto, ma piuttosto nella forma. Mi aspettavo più mistero anche nel finale, qualcosa che facesse raggelare il sangue, ma poi non l’ho trovato. In definitiva, davvero complimenti, specialmente per la gestione delle informazioni, donate col contagocce, poco alla volta!


Un inutile infinito - Andrea Partiti

È un racconto pieno di nostalgia, dal senso circolare. Nonostante alla fine ci venga detto che l’anonimo (letteralmente) protagonista pensa al futuro, mi dà l’impressione che invece si torni col pensiero a una malinconia rivolta al passato, come se il presente e l’avvenire fossero un nastro, appunto, da guardare e sul quale riflettere. C’è poca azione pratica, ma tanta azione intima. La scrittura coinvolge perché trasmette l’idea di questo tempo sospeso. In definitiva, è questo senso di ineluttabilità che trasuda dal racconto che mi fa strano e mi rende difficoltoso il giudizio, ma comunque complimenti!


Era la morte - Salvatore Stefanelli

Il nastro rosso qui dà la morte e toglie vita, tinto già di rosso e poi ancora di più dopo che il sangue gli scorre addosso. È scritto in prima persona, quindi dovremmo in teoria seguire i ragionamenti e i pensieri del protagonista, illuso di tornare a vivere davvero dopo essersi vendicato. Chissà cosa ne sarà di lui dopo quel gesto, sono curioso. Il tema è interessante, però la forma non mi ha appassionato e fatto entrare in empatia con ciò che è accaduto. Però c’è una bella descrizione iniziale della sofferta visione di un padre che si vede strappata via la figlia, e poi la definitiva condanna a morte dell’Assassino, ucciso da un genitore diventato ormai un automa, descritta in modo freddo e distaccato quanto lo è il protagonista. Complimenti!


Davide - Paola Rossini

L’ho letto due volte per capirne bene il senso, forse dovrei in teoria averlo afferrato: il protagonista sta morendo, sta viaggiando verso l’Aldilà. Ammetto di aver letto altre recensioni per chiarirmi le idee perché da solo non ho colto il riferimento al Davide del titolo. Credo che il più grosso limite del racconto sia questo: non essere più indipendente dai riferimenti che ci sono all’interno. Ho fatto davvero fatica a entrarci dentro e a vedere ciò che accadeva. È un racconto che ha la stessa libertà caotica del sogno, ma non la stessa arditezza. Comunque rispetto lo spunto e le emozioni che impregnano le parole e le frasi, complimenti!


I sogni di Lorenzo - Luca Occhionorelli

Lo stile e la forma non mi hanno trascinato e purtroppo nemmeno la sostanza, nel senso che tutto è lasciato molto vago, sospeso. Alla fine si scopre che lui sta vivendo una situazione terribile, che si sente vittima di un disturbo ora più grande di lui, ma non se ne percepisce il dramma. Cosa lega il nastro rosso, oltre ai polsi di Lorenzo? Il collegamento tra il Natale passato e la situazione presente è labile, non si percepisce il nesso logico e poi il contrasto emotivo. Comunque grazie per tutta la parte iniziale, fino al cambio di ambientazione, lì trascina di più e ci si può immergere nel racconto!


Mezze stagioni - Claudia Lupo

C’è stato il momento in cui la protagonista cerca le chiavi di casa in cui ho provato angoscia e apprensione, non riuscivo a capire cosa stesse per succedere e questa è una bellissima sensazione durante la lettura, ma tutta la sezione precedente e la successiva non mi hanno conquistato quanto speravo. L’inizio è quotidiano, ma per me anche un po’ noioso, non sono riuscito a calarmi in questa mezza stagione. La fine mi è risultata un po’ complessa da capire a primo impatto, ma è bastato un secondo per sciogliere l’equivoco che però non veniva sciolto nel testo. Insomma, grazie per il momento di suspense!

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diego.martelli
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Re: Gruppo CASE CEMENTO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#8 » mercoledì 28 marzo 2018, 6:38

Grazie a tutti per aver scritto e averci dato l'occasione per leggere e commentare.

Ecco la mia classifica, sotto i commenti:

1. Un inutile infinito, di Andrea Partiti
2. Abete rosso, di Carolina Pelosi
3. Test psicologico n.3, di Linda De Santi
4. Il colore della verità, di Patty Barale
5. Tra i miei capelli, di Vilma Cretti, ore 23.21
6. Era la morte, di Salvatore Stefanelli
7. Davide, di Paola Rossini, ore 23.39
8. I sogni di Lorenzo, di Luca Occhionorelli
9. Mezze stagioni, di Claudia Lupo


Un inutile infinito, di Andrea Partiti, ore 00.00, 1990 caratteri
Racconto delicato e romantico, con due giovani protagonisti che risultano immediatamente freschi e simpatici. Nemmeno io ho capito bene perché ella tenga il portafogli, all'inizio, e perché lui lasci che ella lo tenga. "Non si rivedranno mai più" lascia un sapore particolarmente amaro sul finale, e personalmente dopo tanta delicatezza avrei preferito un lieto fine, non di essere colpito dalla "ruvidezza" del fatto che non si sono più visti, e che al vecchio è rimasto di quel momento solo un nastro sbiadito, a cui pensa ancora. L'obiettivo di suscitare emozioni è comunque sicuramente riuscito.

Abete rosso, di Carolina Pelosi, ore 23.11, 3097 caratteri
Triste storia sulla dipendenza da droghe, o così l'ho intesa; Sebbene pienamente giustificati dall'io narrante, sono rimasto spiazzato dal ritmo, dalla punteggiatura e dal registro, tanto da rendendomi ostica la comprensione della prima lettura; a riletture successive, compreso meglio l'intento, ho maggiormente apprezzato il quadro della vicenda e il punto di vista dell'io narrante.

Test psicologico n.3, di Linda De Santi, ore 23.39, 3024 caratteri
Ho apprezzato molto la struttura, e trovato spiritose le soluzioni e le idee! Il tema soprannaturale viene stemperato dalla soggettività del bambino, rendendo la cosa più buffa che spaventosa, e rendendo leggera e frizzante una scrittura che la struttura a questionario poteva appesantire.
Anche a me sembra un bambino di dieci anni decisamente lucido e preciso, tanto che ne sono rimasto un po' confuso; mi aspettavo che il racconto finisse per raccontare e giustificare il perché della sua maturità espressiva. Ho trovato l'accenno ai fiori e al fioraio, e quindi al test psicologico standard per il servizio di leva, simpatico ma fuorviante, perché mi ha condotto verso associazioni di idee che non c'entravano nulla con il resto del testo.

Il colore della verità, di Patty Barale, ore 00.59, 2154 caratteri
Straziante e commovente, ho apprezzato più la situazione in sé (il ricordo della madre portato dalla nipote alla zia che non l'ha mai vista) che la soluzione (il sospetto che il daltonismo sia ereditato da genitori differenti: essendo io molto ignorante di genetica mi verrebbe da pensare che in un simile caso il daltonismo provenga da altra causa o da geni recessivi comunque presenti in famiglia). Sarei stato interessato più al dettaglio, potenzialmente interessantissimo, del perché la nipote l'abbia raggiunta (o lei l'abbia scovata) solo così tardi, o le strazianti vicende della madre, prima sedotta e abbandonata, quindi rinchiusa, infine costretta ad abbandonare la bambina che malgrado tutto ciò ha amato!
Ultima cosa: normalmente sono davvero scettico verso l'uso delle figure retoriche come la sinestesia, ma ho trovato davvero graziosissimo e perfettamente impiegato "il profumo dei ricordi".

Tra i miei capelli, di Vilma Cretti, ore 23.21, 2739 caratteri
Toccante la vicenda narrata, ma vi trovo pochi eventi significativi: tutto sembra costruito per giustificare la crisi emotiva dalla parrucchiera, disinnescata dalla sensibilità della parrucchiera stessa; date le premesse così ben espresse mi sarei aspettato conseguenze più significative. Alcune soluzioni non mi hanno convinto: "È un ricordo di quelli che si tatuano sul cuore." ha un suono che non mi convince e che non corrisponde al mio pensiero su cosa è e rappresenta un tatuaggio; "Neanche la mamma ha mai capito perché avevo voglia di tirare pugni invece di piangere." mi sembra una affermazione davvero strana, perché in simili situazioni, per la mia personale esperienza e sensibilità in merito, comprendere ed essere partecipi della rabbia è istintivo quanto esserlo della tristezza.
Sono molti i nostri racconti che hanno cercato la strada della delicatezza per raccontare una storia struggente e penso che tu ci sia decisamente riuscita.

Era la morte, di Salvatore Stefanelli, ore 22.55, 3065 caratteri
La vicenda scorre liscia, chiara, ordinata e ben definita.
Mi è apparso strano il taglio quasi onirico, cerebrale, dei primi paragrafi, con le fantasie e le motivazioni del protagonista, seguito dai paragrafi "d'azione", in cui il protagonista compie invece, per lo più, azioni: ci trovo una differenza di ritmo e di atmosfera che non sono stato in grado di apprezzare. Qua e là c'è qualche refuso o dettaglio tecnico che credo migliorabile (" Andretti mi assicurato", "scopriranno che è stato drogato" che non concorda con il genere e che è staccato dalla frase precedente solo da una virgola).

Davide, di Paola Rossini, ore 23.39, 2980 caratteri
Sono un po' confuso da alcune delle scelte, e quindi fatico a esprimere un giudizio appropriato. Non ho capito, ad esempio, il perché del titolo del racconto: che il protagonista si chiami Davide non sembra in nessun modo significativo, né riesco a trovarci alcun motivo allegorico che abbia una correlazione col testo. Altresì, non ho capito bene ciò che il protagonista vede dall'aereo: capisco da quello che vede che lui potrebbe essere un noto calciatore, ma perché vede numerose persone che urlano "come quando lui è in campo"? Il fatto che ci sia la vedova con gli occhiali coprenti mi fa pensare ai funerali, ma il fatto che numerose persone urlino non mi sembra coerente.
Tutto il resto mi è invece di facile comprensione e mi sembra che funzioni benissimo.

I sogni di Lorenzo, di Luca Occhionorelli, ore 00.28, 2493 caratteri
Ci sono un po' di problemi tecnici sul fronte refusi che lasciano intendere una rifinitura frettolosa. La storia è chiara e si comprende benissimo, ma credo che un maggiore ritmo o una differente maniera di introdurre lo stacco fra sogno e realtà avrebbe giovato. Ho apprezzato la scena iniziale e il suo tono, ma la transizione a quella successiva non mi ha convinto moltissimo.

Mezze stagioni, di Claudia Lupo, ore 00.58, 2569 caratteri
Lo stile potrebbe essere rifinito nella punteggiatura e nel ritmo, ma sono cose minori: il problema principale è dovuto al fatto che l'unico abbozzo di colpo di scena (il corpo rannicchiato) non viene impiegato per davvero, e che sostanzialmente non accade nulla. Sono molto confuso, perché non ho capito cosa il racconto voleva suscitare: azzardo a dire che il tema è il sollievo dello scoprire qualcosa di gradevole quando il tempo atmosferico, la tarda ora e il buio ci portano a pensare a qualcosa di sinistro?

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DandElion
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Re: Gruppo CASE CEMENTO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#9 » mercoledì 28 marzo 2018, 19:57

Live from “Machete Barber Shop” appena arrivata a Roma, inganno l’attesa di ciò che resterà del(la barba del) mio fidanzato stilando finalmente la classifica!!
Sofferta direi: soffertissimi i posti tra il 3º & il 6º -che non sono parimerito solo perché non posso..- e invece complimenti a Carolina e Vilma che per me sono parimerito -lo stesso- con due piccoli gioielli.
‪ ‬

‪1_Abete rosso, di Carolina Pelosi ‬
‪2_Tra i miei capelli, di Vilma Cretti‬
‪3_Il colore della verità, di Patty Barale‬
‪4_Test psicologico n.3, di Linda De Santo‬
‪5_Davide, di Paola Rossini‬
‪6_Era la morte, di Salvatore Stefanelli‬
‪7_Un inutile infinito, di Andrea Partiti‬
‪8_I sogni di Lorenzo, di Luca Occhionorelli‬
‪9_Mezze stagioni, di Claudia Lupo‬


‪1_Abete rosso, di Carolina Pelosi‬
Veramente un gran bel racconto. Vero, sentito, esatto e molto crudo.
Il lessico spezzato contribuisce a dare forma all'atmosfera del dolore sordo di chi sa che avrebbe potuto fare un tentativo e non l'ha fatto. Mi piace molto la descrizione dei luoghi e della successione degli eventi, fino all'epilogo ovvio, ma non banale.

‪2_Tra i miei capelli, di Vilma Cretti‬
La mancanza che accompagna una vita. Quando qualcuno se ne va c'è sempre qualcosa che ci tiene legati a lui. Col nastro rosso del tuo racconto hai alzato un coperchio che fa male. Mi piace molto il tuo modo di scrivere e descrivere. Il legame con la "morte bianca" il sogno e il desiderio di presenza è assolutamente ricercato e fine. molto bello.

‪3_Il colore della verità, di Patty Barale‬
Veramente molto bello. Il tema del nastro rosso che come un sottile legame ricongiunge madre e figlia- anche se è troppo tardi perchè si possano guardare in faccia- mi fa molto riflettere.. Mi piace la tua prosa, mi piacciono i puntini, mi piace il ritmo. concordo sulla troppa fretta nel particolare del daltonismo, ma anche con la ristrettezza di un tema così bello e complesso nei pochi caratteri a disposizione. nel complesso una gran bella prova.

‪4_Test psicologico n.3, di Linda De Santo‬
Bello! L'idea mi convince molto, dalla terza quarta risposta sono risalita a leggere le prime immaginandomi le domande. Il racconto fila, mi piace molto l'idea del paranormale, e la maniera in cui l'hai declinato.. Però adesso -mannaggia a te!- vado a buttare il nastro rosso che uso fuori per legare le piante.

‪5_Davide, di Paola Rossini‬
Abbiamo pensato tutti ad una separazione. adesso sono curiosa di sapere cosa avremmo pensato se il nastro fosse stato verde o blu. Comunque. L'idea scorre, fila, ma l'empatia con i personaggi non la sento.
Bellissimo il riferimento a Davide Astori, che spiega il perchè il protagonista non sia a casa con la moglie e la figlia ed è enfatizzata dal "Urlano, allo stesso modo di quando sono in campo". bella prova.

‪6_Era la morte, di Salvatore Stefanelli‬
Bel racconto, apprezzo la franchezza di aver dichiarato il "remake". C'è molto rosso nel tuo racconto, e quindi un po' il rosso del nastro perde forza, mi associo a chi ti ha detto che il nastro rosso poteva essere qualsiasi cosa, ma perchè non anche se stesso? in fondo i serial killer so' matti quindi in un racconto più lungo avresti anche potuto declinare il perchè della scelta.
Mi piace, lo vedo però un po' soffocato dai pochi caratteri.. penserei a riscriverlo più lungo.

‪7_Un inutile infinito, di Andrea Partiti‬
Mentirei se dicessi che non mi è piaciuto, però mi ha lasciato un senso di incompiuto.
All'inizio mi sembra piuttosto assurdo e impossibile che il tipo dia il portafoglio in mano alla ragazza, che glielo lasci tenere in borsa e che nel giro di poche battute nemmeno si ricordi di non aver più con sè il portafoglio.
Lasciarglielo alla fine- documenti inclusi?- è una chiusa piuttosto strana. Perchè ne ha più bisogno lei se anche lui è senza lavoro? Insomma bello il tema del ricordo e non posso che concordare sul mantenere il nastro rosso nel tempo (anche perchè su questo abbiamo avuto idee molto simili) ma la declinazione non mi convince a pieno.

‪8_I sogni di Lorenzo, di Luca Occhionorelli‬
Bello schiaffo!
Allora la prima parte fila molto bene, è ben descritta ha un senso in tutti i suoi passaggi, MA è un sogno o un ricordo? perchè non si capisce e a questo non capire contribuisce il fatto che i due avvenimenti sono separati: la sorella gli stringe i polsi, sente dolore, cade. poi c'è un buco di "x" anni e la caduta non c'entra niente con gli avvenimenti della seconda parte. secondo me se risolvi il passaggio in qualche modo risolvi il racconto.

‪9_Mezze stagioni, di Claudia Lupo‬
Bella la narrazione, ma non c'è un finale. il bellissimo climax che descrivi ascende per non arrivare da nessuna parte. Carina l'idea che la sua attenzione sia attirata da un oggetto che non è per lei, ma così rimane un pacco con un fiocco su uno zerbino. a voler essere fiscali un fiocco non necessariamente richiama un nastro, ma vabbè.
il modo in cui scrivi mi dice che puoi fare di molto meglio, magari trovando una conclusione anche non sensazionale, ma compiuta.
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!

diego.ducoli
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Re: Gruppo CASE CEMENTO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#10 » giovedì 29 marzo 2018, 23:31

Ciao a tutti, vi chiedo scusa se non posto i commenti sotto i racconti ma stasera l'hotspot va peggio del solito e ci metterei una vita.

Un inutile infinito – Andrea Par

Ciao Andrea
L'idea di base è molto buona, amo i racconti di questo genere, ma manca qualcosa. Il racconto non raggiunge il pieno potenziale non capisco perché questo incontro segna cosi tanto il ragazzo da essere un ricordo cosi maliconico/dolce del suo passato. Servirebbe qualche indizio in più per empatizzare. In linea generale mi è piaciuto ma non completamente soddisfatto.

Test psicologico n°3 – Linda De Santi

Ciao Linda
Mi trovo un po' in difficoltà a giudicare il tuo pezzo.
Da un lato apprezzo il trucchetto del test, il tutto mi è arrivato chiaro anche il dubbio incidente/ soprannaturale. La nota negativa, se vuoi considerarla tale è che è proprio la scelta schematica di raccontare non mi convince molto, puro gusto personale ovviamente.
Come esperimento è sicuramente riuscito ma ti preferisco in vesti più classiche.

Il colore della verità – Patty Barale

Ciao Patty
Ma Sonia non davrebbe vedere di occhi di sua madre di un altro colore?
In generale il pezzo non è male, poteva indubbiamente essere sviluppato un po' di più ma i caratteri sono quello che sono.
Il tutto l'ho trovato un po' frettoloso e ,perdonami, la frase della madre un po' banalotta.
Le dinamiche sono comunque comunque chiare, ma non mi sento di promuovere a pieni voto il brano.

Tra i miei capelli – Vilma Cretti

Ciao Vilma

Non ho molto da dire: un racconto ben scritto a livello tecnico non ho molto da dire
Mi spiace solo che il dramma passa un po' leggero, almeno io l'ho percepito cosi,
Per il resto il pezzo funziona, il tutto è ben contestualizzato, il ricordo calzante ma forse un momento diverso renderebbe di più. Un buon lavoro che con poco potrebbe diventare ottimo.

Davide – Paola Rossini

Mi piacciono molto i racconti sull'aldilà, e il tuo non fa eccezione.
La metafora del volo aereo mi è piaciuta ma alcuni passaggi mi sono sfuggiti: perche urlano come quando scende in campo? Le prime tre righe cosa indicano? Che muore appena si addormenta?
Temo che alcuni particolari si siano persi nel taglio. La chiusa mi è piaciuta, come se non fosse lui ad andarsene ma quelli che rimangono.

Abete rosso – Carolina pelosi
Ciao Carolina
Racconto semplice e diretto,mi è piaciuto alcuni dettagli sono molto azzeccati trovano spiegazione nella dipendenza e nell'astinenza. Qualcuno ti ha consigliato di farlo al presente e mi trova d'accordo l'impatto sarebbe molto più forte, la scena del bagno ne guadagnerebbe tantissimo ma per un contest con limite di battute va benissimo cosi.

Era la morte – Salvatore Stefanelli
Ciao Salvatore
Come hai ammesso questo plot l'avevi gia usato: era quello dell'eroe?
Ammetto che alcune immagini sono particolarmente riuscite sopratutto nelle prime battute ( Non dovrebbe essere tubino?) l'uso del rosso che ritorna in più particolari mi fa venire in mente Sin city.
La seconda parte l'ho trovata un po' debole come un film già visto, in se la cosa non mi dispiace ma non ho trovato nessun elemento di novità. Nel complesso non male si legge con piacere.

I sogni di Lorenzo – Luca Occhionorelli

Ciao Luca
La storia in se è chiara, anche il legame nastro/contenzioni a trovo anche io che il testo andrebbe un pelo rivisto, alcune parti un po' smussate e altre riviste. Se riesci fammi entrare nel personaggio e aggiungi un po di storia. Butti il ricovero in reparto psichiatrico senza una reale motivazione e un minimo d'introspezione fa sempre piacere. Un idea da rivedere.

Mezze stagioni – Claudia Lupo

Ciao Claudia
Sono un po' perplesso. Inizi con un ampia descrizione delle condizioni climatiche e la cosa mi piace ma non lo trovo essenziale al racconto,alcuni spunti vengono buttati via come il corpo accucciato.
Non è importante il colpo di scena finale ma il tutto andrebbe strutturato meglio. Non so se è la prima volta in MC ma il taglio breve può dare molti problemi se non gestito bene.


Classifica:

1) Abete Rosso
2) Inutile infinito
3) Tra i miei capelli
4) Test psicologico N°3
5) Davide
6) Era la morte
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8) I sogni di Lorenzo
9) Mezze stagioni

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Re: Gruppo CASE CEMENTO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#11 » mercoledì 4 aprile 2018, 15:13

Ecco a voi i miei commenti e classifica. Mi scuso per il ritardo, ma con la Pasqua in mezzo è sempre un casino. Grazie a tutti per le letture che mi avete regalato.

1) Abete rosso, di Carolina Pelosi
Ho letto che non scrivi da parecchio, ma il tocco è sempre quello: hai una voce definita e chiara che, da qui in poi, non può che crescere. Bello, mi è piaciuto molto e non ci vedo difetti evidenti. Riesci a essere chiaro per quanto racconta pur mantenendo zone oscure che il lettore può riempire. Delicato e duro. Completo. Pollice su per me.
2) Tra i miei capelli, di Vilma Cretti
Delicato, mi è piaciuto. Il conflitto lo vedo, è quello irrisolto nella protagonista che mai si è perdonata per una colpa che non ha mai avuto e che, infine e proprio nel momento in qui fa il passo per la costruzione della sua nuova famiglia, recupera il simbolo del suo dolore e lo espone al mondo, in tal modo accettandolo. Per me un pollice quasi su sporcato solo da quel “è la cosa prestata?” detto dalla parrucchiera e che proprio non ho capito.
3) Test psicologico n. 3, di Linda De Santi
Molto interessante, mi è piaciuto. Non ho particolari appunti da fare anche se non arrivo proprio al pollice su perché, mio parere, puoi renderlo ancora più brillante e incisivo. In particolare non passa del tutto la possessione, fino alla fine ho immaginato il nastro avvolto sulla faccia, anche se in effetti, per come l’hai messa, non poteva che essere stata dominata. Lavorerei su questo aspetto. In ogni caso: complimenti.
4) Il colore della verità, di Patty Barale
Bello, peccato per i problemi evidenti che andranno corretti in fase di revisione. Per quanto riguarda il riuscire a farlo stare in 3000 caratteri, hai fatto un piccolo capolavoro. Compresso, ma con quasi tutti gli elementi al posto giusto, tranne la questione dell’internamento momentaneo, cosa che ci conduce per direttissima al problema principale: la lettera della madre, decisamente da riscrivere. Per me un pollice tendente all’alto con lode per la brillantezza con cui, lettera esclusa, hai affrontato la narrazione.
5) Era la morte, di Salvatore Stefanelli
Ben scritto, però, mia impressione, gli manca un po’ di pathos. Rimani molto esterno, anche al dolore del protagonista. Vero, ce ne parli, ma non lo mostri e in questo fai molto tell e poco show, come in praticamente tutto il racconto. Per me un pollice tendente all’alto, anche se non proprio brillantemente perché è innegabile che sei un narratore di talento e anche quando, capita a tutti, il racconto non esce con il buco, beh, è pur sempre godibile.
6) Un inutile infinito, di Andrea Partiti
Un racconto che punta a suscitare sensazioni e che ci riesce, ma che ha un, a mio parere, grosso punto debole nella logica in quanto all’epoca delle mille lire, quella che sembra tu evochi, beh, quei soldi erano proprio tanti e anche non lo fossero stati non si spiega il lasciare l’intero portafoglio in cui, presumibilmente, si trovavano anche i documenti che va bene se lui è in fuga, ma che porta l’intera situazione nell’assurdo in quanto la ragazza stessa non sembra turbarsi per l’atteggiamento di lui. Insomma, o si tratta di un errore o qualcosa mi è sfuggito e non sono sufficientemente preparato per interpretarlo correttamente. Nel dubbio, mi rifugio in un pollice ni interlocutorio ;)
7) Davide, di Paola Rossini
Questo è uno di quei racconti che mi piacerebbe leggere più spesso, molto legati ai fatti di cronaca, ideali per attrarre nuovi lettori. Questo, però, non vuol dire che la promozione sia automatica e qui c’è un errore a mio avviso grave subito in apertura dove mi sembra che tu abbia unito in un’unica linea di dialogo la risposta di Francesca e la contro risposta di Davide, cosa che inficia la lettura a seguire perché crea confusione. Detto questo, la strada è quella giusta anche se l’impressione è che il testa vada ancora revisionato per renderlo più efficace e incisivo, soprattutto per quanto riguarda il viaggio e la gestione del rapporto con la hostess, che allo stato attuale non mi convince. Un pollice ni, ma credo che con un po’ di lavoro nel Laboratorio potrebbe facilmente approdare alla Vetrina.
8) I sogni di Lorenzo, di Luca Occhionorelli
Qualche problemino interno, vero, ma penso che il lavoro maggiore vada fatto in primis della revisione della forma perché troppo spesso non sembri riuscire a gestire periodi lunghi e cadi in erro retti che danneggiano e spezzano la lettura. Prova a leggerlo ad alta voce e a fermarti, e correggere, ogni volta che lo senti stridere. Si tratta di esercizio, nulla di grave. Però va fatto. Pollice ni a questo giro e un invito a spostarlo e a lavorarci nel Laboratorio.

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