Gruppo RIPLEY: Lista racconti e classifiche

Appuntamento a lunedì 19 novembre con Stefano Paparozzi e il suo tema per una nuova serata all'insegna della scrittura!
Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Gruppo RIPLEY: Lista racconti e classifiche

Messaggio#1 » martedì 20 novembre 2018, 2:05

Immagine

BENVENUTI ALLA PAPAROZZI EDITION, LA SETTIMA DELLA SESTA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 122° ALL TIME!

Questo è il gruppo RIPLEY della PAPAROZZI EDITION con STEFANO PAPAROZZI nelle vesti di Guest Star.

Gli autori del gruppo RIPLEY dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo ELIZABETH.

I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo ELIZABETH.


Questo è un gruppo da DIECI racconti e saranno i primi QUATTRO racconti ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da STEFANO PAPAROZZI. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approsimandolo all'occorrenza per eccesso.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro già in possesso di punti RANK DELLA SESTA ERA (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che ancora non hanno punti rank d'Era sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via). Unica eccezione: ho fatto in modo che l'unico racconto con malus fosse nel gruppo da dieci e per farlo ho inserito in questo gruppo il racconto di Rionero.

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo RIPLEY:

Cuore di mamma, di Fabio Aloisio, ore 01.30, 2993 caratteri MALUS 5 PUNTI
Occhi gialli, di Andrea Partiti, ore 23.35, 2980 caratteri
Mamma, di Dand Elion, ore 22.32, 2995 caratteri
Vita, di Andrea Gemignani, ore 00.59, 2368 caratteri
La vecchia casa nel bosco, di Viviana Tenga, ore 00.36, 2171 caratteri
Sotto le dita, di Vilma Cretti, ore 23.01, 2530 caratteri
Lei è, di Salvatore Stefanelli, ore 22.27, 2955 caratteri
Regalo di Natale, di Giancarmine Trotta, ore 00.35, 2741 caratteri
Il padre dell’anno, di Ambra Stancampiano, ore 00.02, 2983 caratteri
Il metodo, di Rionero, ore 00.54, 2985 caratteri

Avete tempo fino alle 23.59 di giovedì 29 NOVEMBRE per commentare i racconti del gruppo ELIZABETH. Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 30 NOVEMBRE, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i NOVE racconti dell'ELIZABETH e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare altri racconti, ne avete DICIOTTO (escluso il vostro) a disposizione e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo ELIZABETH.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

BUONA PAPAROZZI EDITION A TUTTI!



Avatar utente
Wladimiro Borchi
Messaggi: 258

Re: Gruppo RIPLEY: Lista racconti e classifiche

Messaggio#2 » venerdì 23 novembre 2018, 15:53

CUORE DI MAMMA
Ciao Fabio.
Non ricordo se ci siamo mail letti, non mi pare.
Piacere di conoscerti.
A me il racconto è piaciuto molto.
L'inizio fantasy non viene certo messo in crisi dalle scene sanguinolente del finale. Ho apprezzato anche che il mostro non fosse definibile con chiarezza e trovo grandiosa l'idea che le sue vittime non si rendano conto di quel che accade fino alla fine.
Mi sono fatto questo film: nessuna sa di preciso come sia fatta "mamma" perché circondata da un'aura magica che la fa vedere come una madre amorevole alle proprie vittime. Nemmeno chi le è scampato sa come sia fatta, salvo sapere che ha becco e artigli, per le ferite rimaste sul suo corpo.
Non credo ci sia bisogno che il "fratellone" scopra che Pit è destinato a diventare "fratellino" dalla lettera e che sia una sorpresa per lui. Probabilmente lo sta aspettando, come se avesse un accordo con il direttore dell'orfanotrofio per farsi mandare carne fresca. Il colpo di scena secondo me lì non ci sta e non è nemmeno tutto 'sto granché.
A rileggerci presto.
Wladimiro


OCCHI GIALLI
Ciao Andrea,
ho trovato un po' di difficoltà all'inizio della storia.
Forse c'è un eccesso di descrizione, in cui la protagonista ci comunica tutta una serie di dettagli inutili, senza però farci capire chi è e dove diamine stia andando.
Si rompe la gamba e arriva "occhi gialli".
Non sappiamo bene come sia fatto e di per sé la cosa a me non dispiace. Lascia un' po' di mistero.
Quello che non arriva minimamente è cosa lo spinga, quale sia il motivo per cui vuole un figlio.
Il colpo di scena finale, almeno in un contest con il tema "la madre" l'ho trovato assolutamente prevedibile.
Stile buono, con gli eccessi evidenziati all'inizio.
A rileggerci presto.
Wladimiro


MAMMA
Bellissimo racconto,
le emozioni alterne della figlia che assiste la madre malata sono assolutamente azzeccate.
Non so se hai mai avuto modo di leggere o vedere a teatro "Passi" di Samuel Beckett. Il tuo racconto comunica in un flash di circa tremila battute quello che l'autore dice in un dramma di tre atti.
La tua protagonista è perfetta in quello che pensa, prova e comunica al lettore.
Complimenti davvero.
Wladimiro


VITA
Ciao Andrea,
dialogo fresco e vero.
Secondo me strutturalmente, ti puoi risparmiare quei "disse", "chiese", "rispose" anche all'inizio.
Stonano proprio là in cima, alla fine è un dialogo e che dialogo resti.
Come anticipato la situazione emerge con verità prorompente per tutto il testo e non fa sentire la mancanza di eventuali didascalie, che diventerebbero inutili e forse dannose.
Il finale, atteso il tema della edition, è assolutamente prevedibile, per cui il colpo di scena non arriva come dovrebbe.
Lavoro ben scritto e gradevole.
A rileggerci presto.
Wladimiro



LA VECCHIA CASA NEL BOSCO
Ciao Viviana,
Boh! Forse oggi sono particolarmente intuitivo, ma come la nuora parla del mostro e la mamma si rifiuta di lasciare la casa nel bosco ho subito intuito che la vecchiaccia c'entrasse qualcosa.
La paccottiglia blasfema, poi, mi ha immediatamente indicato la strada che avresti seguito, tant'è che a quel punto il pentacolo dietro alla porta non mi ha fatto né caldo, né freddo.
L'idea è molto carina, ma secondo m'è c'è un po' da lavorare sulle emozioni e sul finale.
Il mostro che mangiucchia la povera Lisa non le dà nemmeno adeguata dignità di vittima, magari buttaci dentro qualche particolare sanguinolento senza appesantire.
In generale non sono riuscito a empatizzare con nessuno dei personaggi, al punto che alla fine non sono riuscito nemmeno ad avere pietà per la divorata.
Lavoraci, però, perché vale la pena.
A presto
Wladimiro


SOTTO LE DITA
Ciao Vilma,
racconto bellissimo.
Struggente, profondo e scritto bene. Mi pare che tu abbia centrato alla perfezione le sensazioni di una madre surrogato, senza mai diventare patetica.
Il tema che hai scelto rischiava proprio di portarti su tonalità melodrammatiche e il risultato avrebbe perso tutta la forza della emozioni che sei riuscita a rendere con delicatezza impareggiabile.
Orgogliosi di averti letto.
Condivido anche io i rilievi che ti hanno fatto sulla punteggiatura di questa frase: "I suoi movimenti(:) un dondolare lento quando sono in piedi e una partita a pallone quando mi stendo. La pancia(,) una dolce abitudine: come farò a rimanere in piedi senza il suo peso, dove andrà a finire il mio baricentro?"
L'incipit invece per me è da 10!!!
Brava.
Wladimiro


LEI E'
Idea molto carina.
Racconto carico di angoscia con finale a sorpresa che spiazza e fa riprender fiato al lettore.
Lo stile, però, è assolutamente migliorabile.
Ci ho trovato davvero troppe ripetizioni involontarie.
Cerco di segnalartene il più possibile.
Tiro fuori la pistola da sotto il giubbino. «Adesso cosa dici, eh?» le grido in faccia, mentre le punto la pistola alla tempia.
...
«Avessi saputo che bastava una pistola a farti zittire, l'avrei usata da tempo. Te la stai facendo sotto dalla paura, dillo!».
...
Premo più forte la pistola contro la sua testa.
...
Osservo le sue mani, tese lungo i fianchi, non abbandonate ma lasciate pendere come se nulla avessero a spartire con il resto del corpo. I piedi, immobili, attaccati al pavimento, come se nulla potesse staccarli da lì. Osservo il suo corpo, ancora vivo, bello, pieno di passione, e penso a mio padre, che ora giace nella terra, senza più nulla di bello se non la pace… Ma quale pace? La morte non appacifica con la vita, è solo uno stato del nulla; però, se così non fosse, lui da un pezzo si starebbe rivoltando nella tomba. Lei l'ha ucciso. Poco alla volta, con l'indifferenza, con la trascuranza, con i rifiuti… con il tradimento. Lei è la morte.
Come vedi è poca cosa e il rimedio lo trovi in tre balletti.
Complimenti ancora
Wladimiro


REGALO DI NATALE
Ciao Giancarmine,
Boia! Anche io l'ho dovuto rileggere, per collegare Alberto alla morte di Kevin, ma l'effetto è strepitoso.
Davvero un racconto affascinante, scritto con uno stile originalissimo e divertente.
Mi ricorda un po' il Tiziano Sclavi dei primi romanzi, dove non c'era mai nulla di più dello strettamente necessario: nessun fronzolo, nessun avverbio o aggettivo di troppo.
Sono davvero affascinato e incantato.
Questo racconto si gioca il primo posto della mia classifica con un altro, (manco a dirlo) totalmente diverso.
Sarà difficile scegliere.
A rileggerti presto.
Wladimiro




IL PADRE DELL'ANNO
Ciao Ambra,
il racconto parte come un horror carico di tensione, poi tutto si scioglie su "No, no, topino! Bravo topino".
Mi sono messo a ridere come un cretino in pausa pranzo, con la gente dell'ufficio che mi guardava come se fossi scemo (e forse lo sono).
Questo ti costerà una penalità!
Scherzi a parte, il racconto è estremamente divertente e azzeccato.
Lo stile, secondo me, è migliorabile.
Ci sono davvero troppi aggettivi, soprattutto nella parte iniziale.
Le immagini che hai trovato restano suggestive anche se ne togli una decina a campione.
Per il resto, niente da dire.
Brava e a rileggerci presto.
Wladimiro


IL METODO
Rionero, complimenti!
Il racconto, soprattutto con quel finale, mi ha lasciato un senso di ilarità inaudito.
Hai trovato delle immagini molto originali e che colgono nel segno.
"Il bacio di Schrödinger" mi ha ammazzato! Sappi che diventerà una delle mie battute nelle chiacchierate tra amici (anche nella sua variante "l'amplesso di Schrödinger") e non ho nessuna intenzione di pagarti i diritti. A limite comunicherò ai miei ascoltatori che si tratta di una battuta del Sig. Rionero.
Il tuo stile mi pare impeccabile e il racconto frizzante e divertente.
Uno dei tre che, quasi sicuramente, metterò sul podio.
A rileggerci presto.
Wladimiro


CLASSIFICA
1) REGALO DI NATALE
2) SOTTO LE DITA
3) IL METODO
4) IL PADRE DELL'ANNO
5) MAMMA
6) VITA
7) CUORE DI MAMMA
8) LEI E'
9) OCCHI GIALLI
10) LA CASA NEL BOSCO
IMBUTO!!!

Avatar utente
maurizio.ferrero
Messaggi: 529

Re: Gruppo RIPLEY: Lista racconti e classifiche

Messaggio#3 » venerdì 23 novembre 2018, 16:59

A sto giro è stata difficile. Molto difficile. I racconti proposti mi sono piaciuti tutti, qualcuno con qualche difetto più degli altri, ma ho trovato la qualità in media molto alta. Per cui, per stilare la classifica sappiate che in molti casi sono andato "a sentimento", con alzando di posizione racconti che ho trovato più piacevoli per motivi strettamente di gusto e personali, e non oggettivi. A seguire i commenti in ordine sparso, poi la classifica. Grazie a tutti.

Il Metodo
Il tuo racconto è ironico, leggero e divertente. Mi piace molto il paragone tra la conquista dell'amata e la quest da videogioco di ruolo. Non amo particolarmente i racconti che si basano su un dialogo tra due personaggi fermi, ma qui te la sei giocata bene.
Ho giusto un paio di note da fare: quel "stavamo parlando fitti" non mi suona molto, forse perché dalle mie parti non si usa. Concitati forse andrebbe meglio?
Poi, tutto il dialogo tra i due protagonisti si svolge al presente, ma in uno degli ultimi paragrafi usi il passato (Marco prese l'ultimo sorso di birra).
Errori di poco conto, comunque. Buon lavoro!

Regalo di Natale
Mi piace come è scritto il tuo racconto, l'alternanza tra ricordi e presente crea movimento, ma devo confessare che per capire completamente la vicenda ho dovuto leggerlo più volte.
Alla prima lettura ho persino avuto il dubbio che fosse Marysol ad essere morta nell'incidente, scambiandola per la ragazzina che sale in moto con Alberto. Il fatto che il nome di Kevin non compaia in quel paragrafo e che non sia descritta chiaramente la dinamica non aiuta molto. Fossi in te rivedrei quella parte al fine di renderla più chiara.
Mi piace molto il regalo di Natale che questa madre, distrutta ma risoluta, vuole lasciare a sua figlia. Il suo pensiero viene descritto con chiarezza, il finale aperto (l'avrà fatto o no?) lascia con un buon dubbio. Complimenti all'idea.

Il padre dell’anno
Molto divertente questo ribaltamento che vede protagonista un padre in un contest a tema "La Madre"!. Non tutti si addentrerebbero in una fogna per cercare il topino della figlia, e tanto meno affronterebbero un topo gigante, quindi per me il premio "Padre dell'Anno" l'ha indubbiamente vinto.
Amo le storie strampalate di questo tipo, quindi con i ratti mutanti secondo me hai fatto centro. Peccato che la vicenda si concluda in sospeso e non sapremo mai cosa ha causato questa trasformazione negli animali... O se il padre è diventato matto.
In tutto questo forse il tema del concorso è toccato i maniera fin troppo marginale, ma per quanto mi riguarda ci sta comunque. Ottimo lavoro!

Lei è
Il tuo racconto è scritto bene, e lo dico pur non amando le storie che si soffermano troppo su pensieri e dettagli osservati dal protagonista. Il colpo di scena finale è molto carino, peccato che l'ultima frase stoni un po' con lo stile del resto del racconto. Quella puntualizzazione, con tanto di punto esclamativo finale, alleggerisce fin troppo la narrazione oscura che è stata fatta fino a quel momento. Avrei concluso il racconto una riga prima, oppure, per dargli un finale ambivalente, si sarebbe potuto chiudere con un "sì, ero io invece", che avrebbe lasciato tantissimo da pensare.

Mamma
Ti confesso che ho fatto un po' fatica. Non amo le storie di fantasmi e non amo le storie che hanno come elemento trascinante la psicologia tormentata di un protagonista. Ma questo è un fattore personale, perché il racconto è scritto bene. Il flusso di ricordi si mescola nei "fantasmi" presenti, reali o immaginari non è dato saperlo. Come già detto in alcuni commenti precedenti, sembra che tu ci abbia messo dell'esperienza personale dentro. Probabilmente avrei gradito del "movimento" in più, ma mi rendo conto che in una storia del genere sarebbe stonato.

Occhi gialli
Il racconto è scritto benissimo, mi piace il tuo stile narrativo. Amo anche questa tipologia di urban fantasy, con creature antiche che vivono nei boschi lontano dalla modernità. Almeno, questa è l'idea che mi sono fatto di Occhi Gialli, che con il suo "patto" potrebbe ricordare un folletto o un diavolo delle leggende.
Allora, cos'è che non mi ha convinto? Il finale, purtroppo, sapendo il tema del contest, risulta fin troppo prevedibile. In una raccolta di racconti di varie tematiche sarebbe stato interessante, ma in questo caso il colpo di scena non è riuscito. Non che questo vada a incidere particolarmente sulla qualità del racconto, ma è un peccato.
Ps. Non ho assolutamente capito il senso di quel "chiu chiu" ripetuto più volte. È il verso di Occhi Gialli? Di un animale?

Cuore di mamma
Quello che mi ha colpito maggiormente di questo racconto è il design del mostro, una creatura fantasy-horror di Kingiana memoria. Potrebbe persino essere un simile di Pennywise, nel suo essere una creatura che si nasconde sotto sembianze illusorie per catturare bambini. Il racconto è buono e io amo i fantasy weird, ma il finale lascia un po' spiazzati: non mi risulta chiaro perché Pit abbia aiutato il mostro, pur consapevole di ciò che era.
Rivedrei anche la punteggiatura delle prime battute di dialogo, mi sembra che manchino un po' di virgole.

Vita
Un dialogo ben scritto e scorrevole. Non amo molto i racconti che si reggono su un botta e risposta tra due personaggi, ma è un gusto personale. Mi associo a un commento precedente che dice che quei "dice lui", "risponde lei" iniziali appesantiscono troppo, almeno dopo la prima volta. Una volta chiarito che a parlare sono un lui e una lei, è inutile reiterarlo.
Divertente il fatto che la discussione, inizialmente, dia al lettore l'impressione che verta sull'argomento figli, per poi capire che si tratta di cosa ben diversa, per poi tornare di nuovo all'argomento intuito inizialmente.

La vecchia casa nel bosco
L'idea di fondo è molto carina, con la madre strega che tiene chissà quale creatura nascosta in casa, purtroppo il colpo di scena risulta un po' troppo prevedibile. Il dialogo tra Liza e la vecchia risulta poco coinvolgente, e non sarebbe guastato qualche intervento in più da parte del figlio. È succube della madre mostruosa? È solo parzialmente consapevole della natura della sua genitrice? Sarebbe stato interessante saperlo.

Sotto le dita
Il tuo racconto mi è piaciuto molto. È quasi un flusso di pensieri, un getto, che descrive (credo) molto bene le emozioni che può provare una madre consapevole già dall'inizio che il figlio che ha fatto nascere non sarà mai suo. La narrazione, per quanto fortemente psicologica, non si perde mai in una serie di emozioni fini a loro stesse e cerca anche una descrizione più realistica di ciò che la protagonista ha intorno. Solo due cose non mi convincono del tutto, una di narrazione e una di forma.
La prima: la ginocchiata al compagno della madre. È uno spunto interessante ma non viene sviluppato, e abbandonato lì senza che venga rivelato nulla. È davvero necessario?
La seconda: verso il finale, quel "il dolore non lo sento" ripetuto due volte. Sembra quasi una cantilena, il che potrebbe starci se lo stesso stile fosse stato utilizzato anche in altre parti del racconto, ma lasciato così da solo mi suona strano.

CLASSIFICA
1) Sotto le dita
2) Il metodo
3) Il padre dell'anno
4) Cuore di mamma
5) Vita
6) Mamma
7) Occhi gialli
8) Lei è
9) Regalo di Natale
10) La vecchia casa nel bosco

Emiliani Dominici
Messaggi: 14

Re: Gruppo RIPLEY: Lista racconti e classifiche

Messaggio#4 » sabato 24 novembre 2018, 15:06

Mamma - Pur trovandovi alcuni piccoli difetti stilistici, lo trovo un racconto sincero, che inizia quasi come un horror classico e che poi si trasforma in un racconto dell’orrore quotidiano. Mi piace la visione negativa della madre che, ormai senza più freni, distrutta dalla malattia, diventa quasi un mostro. Insomma, l’ho trovato un racconto coraggioso. C’è una virgola che proprio stona (“Non scosterò le lenzuola scoprendo lembi di pelle, in cui Lei possa incidere, con le sue unghie i sensi di colpa” – o metti un’altra virgola dopo ‘unghie’ o togli quella dopo ‘incidere’). E c’è una espressione che non mi piace (“ancella riconoscente di una padrona arpia”). Per il resto lo trovo un racconto ottimo.

Vita - È rischioso scrivere un racconto basato solo sui dialoghi, ma qui i dialoghi funzionano abbastanza bene, tranne forse in un paio di punti. Toglierei i primi “chiede lui”, “risponde lei”, perché superflui. Mi piace il fatto che inizialmente sembra che il litigio si basi sul fatto che lui voglia avere un figlio e lei no (“Stiamo insieme da sei anni, cosa ci sarebbe di più naturale?”), poi si scopre che lui sta invece parlando di uno scambio di coppia e lei non vuole, e che forse non vuole proprio perché incinta. Il dialogo quindi ha una buona costruzione che scivola verso un finale adatto.

Regalo di Natale - Mi piace l’alternanza tra descrizioni e dialoghi, ma ho fatto un po’ di fatica a collocare i pezzi di narrazione nel giusto momento, ho dovuto rileggerlo più volte per capire e ho ancora qualche dubbio. C’è tensione e c’è atmosfera, due buone qualità in un racconto così breve, e anche i personaggi, mai descritti realmente, escono fuori in maniera credibile.

Il metodo - Quello che secondo me funziona di più in questo racconto è l’incipit, mi piace l’idea dell’amico esperto che per spiegare all’altro come si conquista una donna utilizza le tattiche dei videogiochi. I dialoghi funzionano, ma devo dire che ho intuito il finale non appena compare in scena la madre, che lui chiama col nome di battesimo (al contrario, il nome della ragazza non viene mai citato). Ho notato che alla fine c’è un verbo al passato remoto che stona col resto della narrazione.

Il Padre dell'anno - Mi piace il fatto che il protagonista di un racconto dedicato alla madre sia in realtà un padre. È apprezzabile l’ironia e lo sviluppo della trama. Il finale è buono, ma ho trovato la prima parte stilisticamente più debole, con troppi aggettivi e l’espressione “tentacoli freddi di nervosismo” che proprio non mi piace.

Lei è - Buona l’idea dell’odio tra madre e figlio, buona la tensione che si sviluppa fino al finale a sorpresa, ma asciugherei alcune cose nello stile, togliendo delle ripetizioni e cambiando alcune espressioni. Il dialogo iniziale non è abbastanza convincente, non trovo credibili alcune battute come «Ma come cavolo hai fatto a ridurmi così? Come sono stato io a permetterlo?» e «Te la stai facendo sotto dalla paura, dillo!». E poi, visto che il finale rivela che è tutta una finzione, non torna il fatto che lui descriva la traiettoria dello sparo e il sangue per terra. Anch’io toglierei o cambierei l’ultima frase.

Sotto le dita - Non mi piace molto la prima parte che è troppo descrittiva dei sentimenti della protagonista, mentre trovo interessante l’idea alla base del racconto, di una potenziale madre/futura non madre. Un’altra cosa che non è funzionale al racconto è il riferimento alle molestie del compagno della madre, lo trovo superfluo. Il finale, ovvero la descrizione della gravidanza e del parto e della sensazione di perdita sono le parti migliori.


La vecchia casa nel bosco - La prima parte del racconto, sia nella narrazione che nei dialoghi, tende a spiegare un po’ troppo, e questo va a danno della suspense che dovrebbe crearsi per arrivare al finale, che tanto a sorpresa non è, perché si intuisce che sarà la nuora, e non la suocera, a fare una finaccia. Un esempio di quello che ritengo spiegazione superflua è questo: “Liza cominciava a essere esasperata, la mamma sempre più infastidita”. Lo si capisce dai dialoghi, perché spiegarlo ulteriormente? Mi piace moltissimo l’ultima frase, azzeccatissima, e trovo che, dei personaggi, il più interessante sia il marito/figlio, che risulta il più intrigante, forse perché parla poco e il lettore può costruirsi una propria ipotesi sul suo carattere.


Occhi gialli - Il racconto non mi ha convinto fino in fondo, seppur scritto in modo pulito. All’inizio ci sono troppe descrizioni che non interessano e non creano un’atmosfera particolarmente avvincente. Nell’economia del racconto, quindi, l’incontro con occhi gialli risulta superficiale. Anche il finale è piuttosto debole e non ho capito come si possa parlare del fatto che “il bambino sta bene” quando non vi è cenno di quanto tempo prima sia avvenuto l’incontro con occhi gialli. Mi spiego meglio: Se l’incontro è avvenuto un paio di giorni prima (e sembrerebbe così, visto che il dottore ha detto di aver avvisato il fratello), allora non ha senso parlare già di un bambino. Avrebbe senso parlare di un bambino se la donna è stata in coma per un po’, ma allora il lettore in qualche modo dovrebbe saperlo (e comunque il fratello dovrebbe essere già lì).

Cuore di mamma - Il racconto mi ha lasciato una sensazione di incompletezza e, a dir la verità, pur rileggendolo varie volte, ci sono alcune cose che mi risultano poco chiare. In particolare non capisco il personaggio di Pit, che sembra una complice della madre, quando poi in realtà si lascia mangiare da lei. E anche la lettera iniziale (che il bambino chiama un po’ troppo aulicamente “missiva”) mi sembra che confonda le idee, più che chiarirle. La madre-mostro è azzeccata, e quel che mi ha convinto di più, e che forse avrei sviluppato maggiormente, è l’ingenuità e il senso di aspettativa di Talin.


Classifica:

1 Mamma
2 Vita
3 Regalo di Natale
4 Il metodo
5 Il Padre dell'anno
6 Lei è
7 Sotto le dita
8 La vecchia casa nel bosco
9 Occhi gialli
10 Cuore di mamma

Avatar utente
White Duke
Messaggi: 84

Re: Gruppo RIPLEY: Lista racconti e classifiche

Messaggio#5 » domenica 25 novembre 2018, 10:28

Cominciamo con i commenti:

CUORE DI MAMMA di Fabio Aloisio
Il tema è centrato in maniera ottima e dal punto di vista tecnico non ho notato errori nella prosa e nella punteggiatura.
Bellissima (e agghiacciante) l’idea, se non ho capito male questo “mostro” manda il suo tirapiedi a raccogliere orfani apparendo loro con l’aspetto che la sua vittima desidera, quindi una amorevole madre, per vincere la loro diffidenza per poi mangiarli una volta che sono nelle sue grinfie.
Bello il colpo di scena, inizialmente pensavo ad un fantasy “natalizio” con l’orfano che ritrova la madre e invece vira senza sbavare verso un horror cruento e convincente.
Nel complesso il racconto mi è piaciuto molto. Congratulazioni.

OCCHI GIALLI di Andrea Partiti
Il racconto è scritto molto bene, e mi sono piaciute le parti descrittive, soprattutto all’inizio del testo.
Però devo dirti che non ho capito molto della storia. Cioè lo svolgimento è abbastanza chiaro ma ci sono molte cose lasciate all’intuizione.
Chi è occhi gialli? Un essere umano (magico ma pur sempre umano), un animale o un demone?
È lui che ha messo incinta la protagonista con il suo tocco o era incinta da prima e Occhi gialli ha “contaminato” il feto?
Perché lo ha fatto?
Perché la protagonista si trovava in quel luogo? Cercava proprio Occhi Gialli o andava semplicemente a fare un giro?
Insomma per essere breve il racconto presenta molte situazioni interessanti che però non vengono spiegate, è vero che è giusto lasciare all’immaginazione del lettore ma qui non vengono forniti nemmeno indizi, mi sembra proprio tutto sospeso. Più che un racconto autonomo sembra un estratto di un testo più lungo, come quelli che si trovano nei libri di scuola.
Se volevi puntare tutto sul fascino “angosciante” dell’ambientazione ci sei riuscito, ma se volevi narrare una storia completa secondo me hai mancato l’obbiettivo.

MAMMA di Dand Elion
Racconto scritto molto bene, interamente incentrato sulle sensazioni psicologiche della protagonista che vive in modo angosciante la sua situazione. Non è la prima volta che ti leggo e so che la parte psicologica nei tuoi racconti è sempre importante (per non dire fondamentale), non sempre mi hanno entusiasmato ma stavolta ti è venuto proprio bene.
Nel complesso come dicevo mi è piaciuto molto, angosciante e cupo, con un linguaggio semplice ma efficace. Il tema è sicuramente centrato e anche dal punto di vista tecnico non ho nulla da segnalare.
In conclusione è un'ottima prova, complimenti.

VITA di Andrea Gemignani
Non ho una grande passione per lo stile da "sceneggiatura" ricco di dialoghi, so che a molti piace in virtù dello "show don't tell" ma io proprio non li leggo con piacere.
Tralasciando la mia opinione personale però devo dirti che non mi è piaciuto molto, se non ho capito male si tratta di lui che propone a lei una specie di scambio di coppia, e lei rifiuta rivelando alla fine di essere in attesa di un bambino. L'idea di fondo è davvero debole, quasi incolore, nel senso che dopo averlo letto mi sono detto "e quindi?"
Da un punto di vista tecnico i dialoghi sono fatti bene e la lettura scorre piacevolmente, però la storia non mi ha coinvolto, per niente.

LA VECCHIA CASA NEL BOSCO di Viviana Tenga
Questo racconto è un buon esercizio di stile, ottimo dal punto di vista tecnico ma purtroppo estremamente debole dal punto di vista del soggetto. Personalmente ho capito fin dalle prime righe la conclusione, e man mano che andavo avanti nella lettura il senso di aver previsto correttamente il finale aumentava sempre più, quindi il colpo di scena finale non riesce.
Per il resto non saprei cosa dire, come detto il racconto è scritto bene e non ho niente da segnalare da questo punto di vista. Come lettura è stata piacevole anche se non incisiva, in pratica "letto e dimenticato".
Considerando che avevi ancora molti caratteri a disposizione forse potevi provare a trovare qualche escamotage per rendere più interessante la storia, o almeno meno prevedibile il finale.

SOTTO LE DITA di Vilma Cretti
Racconto molto toccante che tratta il tema della maternità surrogata. Bella idea e ottimo svolgimento, ha anche il grandissimo pregio di non essere mieloso e banale, cosa molto difficile.
Grossi problemi non ne vedo, individuo un difetto nell’ inutile riferimento alle molestie del patrigno, lasciato li e non sviluppato, e soprattutto un po’ fuori contesto. Cerco di spiegarmi meglio: in un racconto così breve in cui si arriva sempre alla fine in debito di caratteri “sprecare spazio” per un accenno così privo di scopo stona un po’. Però è una sbavatura di poco conto che non pregiudica il mio giudizio positivo sul testo.
Davvero ben scritta e molto coinvolgente la parte delle sensazioni durante la nascita del bambino, mi ha davvero coinvolto.
Qualche difetto di punteggiatura, ma niente di grave.
Nel complesso ottima prova, complimenti!

LEI È di Salvatore Stefanelli
Tema centrato, prosa e punteggiatura buoni, si legge con piacere.
La storia si presenta come un bel thriller angosciante, poi alla fine diventa chiaro che è tutta una recita, ma questo colpo di scena secondo me non funziona per niente e penalizza tantissimo un testo altrimenti pregevole. L’ho trovato un espediente davvero di basso livello del tipo “era tutto un sogno” oppure “era realtà virtuale” o cose simili.
Inoltre questo finale cozza un po’ con i passaggi mentali del protagonista, è vero che un attore deve immedesimarsi nella parte ma qui sta un po’ esagerando. Consapevole di questo finale io avrei introdotto più dialoghi (parte della scena) che pensieri del protagonista.

REGALO DI NATALE di Giancarmine Trotta
Il racconto è scritto bene, ma sinceramente non è molto chiaro. L’alternanza tra ricordi e tempo presente è bella e fa un buon effetto ma secondo me qui il testo è un po’ troppo frammentato, i passaggi da una scena all’altra sono molto rapidi e questo disorienta.
Nel complesso il racconto mi è piaciuto, è stato coinvolgente, però ho dovuto rileggerlo più volte per comprenderlo.
Dal punto di vista tecnico prosa e punteggiatura buoni, nulla da segnalare.

IL PADRE DELL'ANNO di Ambra Stancampiano
Racconto molto bello, inizialmente sembra una storia horror ma poi vira verso un finale comico, con colpo di scena azzeccato e divertente.
Qualche difetto nel testo (tipo ad esempio "sento tentacoli freddi di nervosismo" secondo me suona male, io avrei scritto "il nervosismo mi tormentava come tentacoli freddi sulla pelle" o cose simili), quindi qualcosa da migliorare dal punto di vista tecnico c'è.
Nel complesso però un'ottima prova soprattutto per la validità del soggetto e del colpo di scena finale. Congratulazioni! Spero di leggerti di nuovo.

IL METODO di RIonero
Racconto veramente ironico, conoscendo il tema del contest va detto che un po’ il finale si intuisce, però devo ammettere che se non fosse stato per quello non avrei mai pensato ad un simile finale. Davvero complimenti per il soggetto che hai scelto e anche per come lo hai sviluppato.
Quel “parlavamo fitti” suona malissimo, non ho mai sentito nessuno dirlo o scriverlo prima d’ora, ma a parte questo il testo è a posto.
Eccezionale l’idea del “bacio di Schrodinger”, penso che lo userò anche io con gli amici (e ti chiedo già scusa in anticipo per questo plagio)
In conclusione il racconto mi ha fatto sorridere ed è stato davvero godibile.

E arriviamo infine alla CLASSIFICA:
1) "Il metodo" di RIonero
2) "Mamma" di Dand Elion
3) "Cuore di mamma" di Fabio Aloisio
4) "Il padre dell'anno" di Ambra Stancampiano
5) "Sotto le dita" di Vilma Cretti
6) "Regalo di Natale" di Giancarmine Trotta
7) "La vecchia casa nel bosco" di Viviana Tenga
8) "Occhi Gialli" di Andrea Partiti
9) "Lei è" di Salvatore Stefanelli
10) "Vita" di Andrea Gemignani
Portate dei fiori sulla tomba di Algernon

Stefano Pastor
Messaggi: 40
Contatta:

Re: Gruppo RIPLEY: Lista racconti e classifiche

Messaggio#6 » lunedì 26 novembre 2018, 17:48

Salve a tutti. Edizione davvero interessante, con tanti bei racconti. Come sempre difficilissimo stilare una classifica. Complimenti!

1) REGALO DI NATALE
2) IL METODO
3) MAMMA
4) SOTTO LE DITA
5) CUORE DI MAMMA
6) VITA
7) IL PADRE DELL'ANNO
8) LEI È
9) OCCHI GIALLI
10) LA VECCHIA CASA NEL BOSCO

I COMMENTI:

CUORE DI MAMMA
Storia ottima, che merita però di essere limata a puntino. Non tutto funziona nel modo giusto (ma questo è un problema comune in MC, dove le storie vengono scritte in divenire). I colpi di scena funzionano alla grande (e considerando i pochi caratteri è miracoloso), ma non sempre sono giustificati in modo adeguato. Il personaggio di Pit è nebuloso, non si capisce perché aiuti la madre, pur conscio della fine che farà. Che la natura del mostro sia vaga lo considero un pregio, spinge il lettore a immaginarsela. Quindi un giudizio positivo, che un ampliamento della storia potrebbe solo far crescere.

OCCHI GIALLI
Mi ha lasciato perplesso, perché non tutto funziona. La storia scorre, interessa, implode in un finale non del tutto comprensibile. Occhi gialli le ha dato un figlio, in cambio della sua vita? Se è così, allora è impossibile che poche ore dopo, o al massimo un giorno o due, il medico possa essersene accorto. A meno che non sia una gravidanza particolare. Ma in questo caso sarebbe servita almeno una battuta finale, qualcosa che lo spieghi. Che so, la protagonista sconvolta perché fino al giorno prima non era incinta. Proprio per questo emerge la disparità tra la prima parte, in cui ti perdi in dettagli trascurabili, e la seconda, in cui spieghi troppo poco. Un giudizio sospeso, perché il racconto ha ampie possibilità di miglioramento.

MAMMA
Davvero un'ottima prova. Rendi perfettamente lo stato d'animo di una figlia che, dopo aver accudito la madre affetta di Alzhaimer fino alla morte, continua a esserne ossessionata. Una malattia che arriva a distruggere anche i legami più saldi, trasformandosi in un incubo, da cui è difficile liberarsi. Soprattutto il sacrificio a cui si è sottoposta, pur sapendo che non sarebbe mai stato riconosciuto. Una frase mi è incomprensibile "pur avendo solo tolto in cambio", che vuol dire?

VITA
Il tema imposto ti tradisce, quindi la battuta finale non sorprende come dovrebbe. Il dialogo funziona, è molto realistico. Anche la costruzione è ben calibrata, non affrettata. Si giunge al posto giusto nel momento giusto e pure il fraintendimento marcia bene. Cosa manca? Lo dice anche il titolo, è uno sprazzo di vita. Vita comune, normale. Forse è questo a impoverirlo, il fatto che la storia sotto sotto sia comune e molto semplice. Quindi un racconto che funziona, ma non riesce a essere memorabile. Oltre la sufficienza, ma non eccelso.

LA VECCHIA CASA NEL BOSCO
La storia c'è, il tema è rispettato, però scorre su binari prevedibili e non molto originali. La chiusura era inevitabile, considerato il resto della storia. Non sorprende, ma soprattutto non fornisce alcun elemento nuovo. Speravo si collegasse a qualcosa, una leggenda o una fiaba, stupendo nel finale. Così è troppo breve per essere incisiva. È scritto bene, ma non c'era spazio per creare personaggi più delineati, quindi pur scorrevole è destinata a essere subito dimenticata. Senza infamia e senza lode, ma suscettibile di essere migliorata.

SOTTO LE DITA
Argomento interessante, perfettamente in linea col tema, trattato come flusso di coscienza. Non tutto funziona perfettamente, però la storia è ben calibrata. Nonostante tu abbia cercato di fornirle delle motivazioni, il personaggio ha contorni vaghi e non è del tutto comprensibile cosa l'abbia spinta a quella scelta. I caratteri erano pochi, quindi è giustificato, però mi è difficile inquadrare questo personaggio. Più che sufficiente, potrebbe essere migliorato.

LEI È
Mi ha incuriosito, interessato, fino ad attendere un colpo di scena finale. C'è stato, non quello che avevo immaginato. Non per tua perizia o mia incapacità, ma perché gli elementi che hai inserito non permettevano di immaginarlo. Capisco che un attore debba immedesimarsi nella parte, pensando come il suo personaggio fino a diventare lui, ma resta la sensazione di essere stato ingannato. Anch'io trovo superflua l'ultima frase, anzi proprio nociva. Sembra posticcia. Qualche refuso qua e là.

REGALO DI NATALE
Penso che sia il massimo che si potesse fare con 3000 caratteri. Ben nove paragrafi in alternanza temporale, fino a comporre un puzzle. Forse non tutto è comprensibile in prima lettura, qualcosa è fuorviante (il regalo di Marysol, ma è voluto), si svela solo in un finale perfetto. È l'insieme che va considerato, e l'insieme funziona davvero. L'originalità non è nella trama, ma nella costruzione, ed è molta. Direi proprio che merita il podio.

IL PADRE DELL'ANNO
Bocciato sonoramente nella prima parte, intrisa di aggettivi e improbabili accostamenti, fortemente rivalutato nel finale, forse il più azzeccato e originale tra quelli letti. Quindi? Uno può giustificare l'altro? Diciamo che l'idea era davvero valida e meritava una stesura migliore. Una chiave unica di stile, che passa dall'horror di serie B a una bizzarra ironia. Il sistema che hai scelto favorisce la sorpresa finale, ma impoverisce tutto il testo. Più che sufficiente, ma ti consiglio di riprenderlo in mano e migliorarlo.

IL METODO
Scritto benissimo, con un finale inaspettato. Ottimi i dialoghi, lo spiegone iniziale è azzeccatissimo e il bacio di Schrodinger è geniale. Forse perde qualcosa conoscendo il tema imposto, ma per un lettore esterno funziona perfettamente. Divertente, ironico, spumeggiante. Il personaggio di Carlo è un po' amorfo, ma basta l'amico a compensare. Giudizio più che positivo.

Avatar utente
Emiliano Maramonte
Messaggi: 1034
Contatta:

Re: Gruppo RIPLEY: Lista racconti e classifiche

Messaggio#7 » martedì 27 novembre 2018, 13:12

Eccomi alla conclusione della fase della classificazione.
Per i primi due posti non ho avuto il minimo dubbio. Per il resto ho dovuto faticare non poco per definire bene le posizioni, in quanto i racconti hanno ognuno il proprio elemento caratterizzante o la propria scintilla che li rende interessanti. Bando alle ciance...

CLASSIFICA


1) Regalo di Natale di Giancarmine Trotta
2) Mamma di Dand Elion
3) Il padre dell’anno di Ambra Stacampiano
4) Il metodo di Rionero
5) Cuore di mamma di Fabio Aloisio
6) Lei è di Salvatore Stefanelli
7) Sotto le dita di Vilma Cretti
8) Vita di Andrea Gemignani
9) Occhi gialli di Andrea Partiti
10) La vecchia casa nel bosco di Viviana Tenga




COMMENTI


REGALO DI NATALE di Giancarmine Trotta
Il racconto mi ha colpito nel profondo: l'ho letto col fiato sospeso, ma soprattutto con la meraviglia negli occhi per la prosa tagliata con l'accetta, trascinante ed evocativa. I singoli fotogrammi della vicenda sono piccoli e vividi "quadretti" di una vicenda terribilmente struggente.
E' vero: si fa davvero fatica a ricollegare i fotogrammi, tant'è che a momenti si immagina che siano pezzi di vicende slegate, ma chi se ne frega!! E' talmente bello l'effetto complessivo che si può perdonare (io lo faccio di sicuro!) un eccessivo ermetismo nella costruzione della trama. Complimenti davvero, anche perché il finale, per quanto evanescente e labile, permette di avere maggiore luce sulla storia, componendo un quadro emotivamente forte.
Lavoro entusiasmante. Null'altro da eccepire. Per me, da podio!!!

MAMMA di Dand Elion
Quello che hai toccato è un tema tristissimo, ossia quello di un morbo terrificante che distrugge le persone, le rende "aliene", quasi dei fantasmi. Mi permetto solo di dedurre che, forse, hai avuto un'esperienza simile da vicino, per cui ho ritrovato nel testo tutto il tormento di una situazione frustrante, logorante.
La storia si dipana attraverso episodi ben narrati di fenomeni "soprannaturali", i quali, però, possono anche essere soltanto il parto della mente della protagonista, traumatizzata dalla scomparsa della madre malata. E alla fine diventa un supplizio, che si ripete come un castigo dantesco, notte dopo notte, all'infinito, come il peggiore degli incubi.
La prosa mi è piaciuta molto: tagliente ed efficace, cupa e penetrante. C'è una parte che trovo meravigliosa:

«Poi smette. Ricomincia la nenia lenta del mio nome, come quando un bambino chiama la madre insistendo e lei non arriva e quel “mamma” diventa un lamento. Una successione di lettere vuote, che non ha nemmeno più una speranza. Come un gatto prigioniero che scuote la gabbia, ma sa che non ha senso far sanguinare le gengive a vuoto.»

Un gran bel pezzo di bravura.
Qualcosina da aggiustare qua e là (io avrei tolto quell "appartenenza" nell'incipit...), qualche spazio da rettificare tra i trattini, ma nel complesso una prova notevole, che mi ha convinto. Ben al di là della sufficienza!

IL PADRE DELL’ANNO di Ambra Stacampiano
Nel complesso un racconto interessante e, come ha detto qualcuno, strampalato. Ed essendo io appassionato anche di horror (ma il mio vero amore è la fantascienza...), ho apprezzato un certo tipo di atmosfere alla Dean Koontz o alla Richard Laymon. Concordo con chi ha precisato che la prima parte, per quanto ben costruita sul fronte della tensione, in realtà sia un po' fastidiosa per via della prosa troppo arzigogolata, con ripetizioni di concetti simili, ridondanza di aggettivi e qualche frase eccessiva ("Indago mentalmente l’intera superficie dei miei polpacci"... Mamma mia! Questa espressione è una martellata nei denti! Oppure l'uso ripetuto di "sciaguattio", "sciacquettio", che indispettisce...)
La storia, tutto sommato, non è male. Anzi è piuttosto bizzarra da colpire al punto giusto. C'è anche dello humor nero, che non guasta, e una piccolissima morale di fondo: per i figli si farebbe qualsiasi cosa, anche affrontare una fogna con topi mutanti!
Non sono sicurissimo che il tema della presente edition sia stato centrato, però ci siamo vicini.

IL METODO di Rionero
Carino il tuo racconto. In primis, ho apprezzato tanto lo spiegone dell'amico che si autoeleva a esperto di seduzione, tanto che il suo metodo (quasi scientifico) è così efficiente che funziona anche con la madre della spasimante!! Mi è piaciuto il parallelo con i videogiochi e la genialata del bacio di Schrodinger.
Grosso modo lo stile è accettabile, pur con l'inconveniente dello scambio dei tempi verbali (ti capisco: in un certo senso, nella narrativa, il presente non è naturale, per cui senza volerlo spesso si ricade nel passato, a me capita spesso...) e con delle imperfezioni da ritoccare ("“Fino a quel momento era andato tutto bene, d’altra parte ho scoperto che avevamo [così] tanto in comune! La passione per la lirica, il gusto per i dolci alla frutta, l’amore per i film in bianco e nero. Pensavo fossimo fatti l’uno per l’altro [l'altra] e anche lei sembrava interessata, tanto che mi ha invitato a casa sua."].
Per ciò che riguarda "parlare fitti", è un'espressione utilizzata, ma si dice: "Parlare fitto".
Per il resto, nient'altro da aggiungere. Lavoro che raggiunge sicuramente la sufficienza.

CUORE DI MAMMA di Fabio Aloisio
Molto felice di rivederti nell'Arena!
Ho letto il racconto tutto d'un fiato e a caldo ti dico cosa ne penso.
Ho faticato a inquadrare il genere e il contesto, almeno all'inizio. Come molti tuoi racconti, ci si trova catapultati in situazioni bizzarre e devo ammettere che come incipit non è affatto male, con già un colpo di scena dopo poche righe. La vicenda poi prosegue verso un climax stranissimo, quasi splatter, con una madre mostruosa (che animale è!?) che mangia il figlio "adottivo" e poi si accinge a mangiarsi pure il "fratello". Confesso di avere ancora adesso difficoltà a definire una cornice per la storia e a trovare un qualche tipo di messaggio. Magari mi è sfuggito qualcosa.
Apprezzo, però, il modo in cui è scritto: sullo stile e sulla narrazione poco o nulla da ridire.

LEI E’ di Salvatore Stefanelli
Ho letto il tuo lavoro con piacere. Il testo scorre via alla grande, essendo scritto benissimo (salvo alcune imperfezioni che ti segnalerò...) almeno fino a quattro righe dalla fine. Ho vissuto un'angoscia pesantissima, facendomi tante domande e temendo per la vita della madre: il pazzo che le vuole sparare è un figlio tossico che vuole i soldi? Hanno dei conti in sospeso? E perché lei resta imperturbabile? Interessante il sottotesto della vendetta per l'uccisione del padre. Tutto questo ha composto una specie di storia thriller ad alta tensione.
Parliamo del finale: non so come inquadrarlo nel contesto, nel senso del peso specifico rispetto all'economia generale della trama. Potrebbe anche andar bene così, però da un lato mi sembra uno scioglimento troppo facile dei nodi della storia, un po' come qualche scrittore principiante che usa l'espediente del sogno o della realtà virtuale per giustificare una sequela di fantasticherie. Non sto dicendo che il colpo di scena sia banale, cerco solo di dargli il giusto peso in un racconto che per tre quarti, per me, funziona molto bene.
E tenderei a essere d'accordo con Maurizio quando dice che la frase finale guasta un po' la resa generale, in quanto, se proprio dovevi adottare un colpo di scena così stravolgente, allora anche l'ultima parola avrebbe dovuto concorrere a produrre un effetto destabilizzante, lasciando il lettore a macerarsi in dubbi e domande.
In buona sostanza: pollice su per lo sviluppo, un "ni" per il colpo di scena finale.
Alcune imperfezioni:
1) "Come sono stato io a permetterlo?" - Brutta costruzione. Io avrei scritto: "Come ho potuto permetterlo?"
2) "Trascuranza". Io avrei trovato un altro termine, ma mi sembra desueto e dissonante durante la lettura.
3) "Stringo la pistola sino (a) quasi (a) farmi male."
4) "Accarezzo il suo viso con il gelido tocco dal ferro." - Immagino che al posto di "dal" debba esserci "del".

SOTTO LE DITA di Vilma Cretti
Il tema del torneo è sicuramente centrato: si parla di madri e, in particolare, di madri surrogate. E' un tema delicatissimo e triste allo stesso tempo. A volte mi sono chiesto: come si sente una madre surrogata quando gli viene tolto il bambino che andrà a qualcun altro e non sarà più suo? In parte sei stata molto brava a rispondere. A tratti lo stile narrativo mi è piaciuto molto; si intuisce anche una certa ricerca nella costruzioni delle frasi e nell'ottenimento di un effetto poetico e "inedito". Però non sempre ci sei riuscita. Alcuni periodi sono da rivedere e rendono difficoltosa la lettura, poi te ne indicherò un paio di esempi.
Un po' di perplessità me l'ha dato l'incipit. Sembra un paragrafo slegato dal resto, sebbene poi può essere ricollegato al testo solo a posteriori, rileggendo tutto.

- "I suoi movimenti un dondolare lento quando sono in piedi e una partita a pallone quando mi stendo. La pancia una dolce abitudine: come farò a rimanere in piedi senza il suo peso, dove andrà a finire il mio baricentro?" [Periodo da ricostruire. Confuso e disorientante. Dopo "i suoi movimenti" avrei messo i due punti. Dopo "la pancia" una virgola.
- "[...] guai a mettere ostacoli nella visuale." Secondo me meglio "alla visuale".

La tua prova non mi ha convinto del tutto, ma si avvicina molto alla sufficienza.

VITA di Andrea Gemignani
Parto subito da quello che mi ha colpito, e molto: un dialogo di una fluidità e una naturalezza notevoli! Leggendo il testo, ho avuto la sensazione di assistere a un reale battibecco tra due fidanzati. E' un dialogo che potrebbe svolgersi tra chiunque, in qualunque parte d'Italia. Una coppia che arriva ai ferri corti e tenta pure la via dello scambismo per non veder naufragare la relazione. Poi arriva il colpo di scena finale. Una fidanzata rompiballe che sarà una madre, con tutto ciò che ne consegue. Fine dei giochi. Sotto il profilo sopra esposto, il racconto è molto interessante. Sotto altri punti di vista, invece, non mi ha soddisfatto appieno. Preciso che non amo i "racconti" che si reggono tutti sui dialoghi, a meno che non abbiano un'impronta e un'originalità clamorose, e qui non è che ci sia molto altro. Diciamo che c'hai provato e ci sei riuscito a metà.
Godibile sicuramente, ma orfano di una vera struttura narrativa.
Non da podio, secondo me.

OCCHI GIALLI di Andrea Partiti
Ho dovuto rileggere il racconto tre volte, ma alcuni elementi non mi tornano. In realtà è come se in questa trama mancasse qualcosa. Intendiamoci, è scritto benissimo, non ho trovato nulla fuori posto, lo stile è sorvegliato, pulito, ben condotto fino alla fine. All'inizio mi ha dato la sensazione di un viaggio "periglioso" alla scoperta di qualcosa, poi l'incontro con Occhi Gialli ha rimescolato le carte e mi ha dato ulteriormente da riflettere, confondendomi non poco le idee. Quando alla fine si è scoperto che la donna è una madre, mi sono chiesto: quindi è una metafora della gravidanza? O della maternità? Non ho trovato risposte. E il viaggio? Perché? E chi è Occhi Gialli? Troppi sottintesi, secondo me. Si chiede al lettore uno sforzo eccessivo per immaginarsi altri pezzi della trama, e questo rende il racconto incompleto. Quello che manca è una "spina dorsale" della storia, un leit motiv, che conduca per mano il lettore dall'inizio fino alla scoperta finale. Il tema, tutto sommato, credo sia stato centrato, ma per il resto, il racconto non mi ha convinto. Siamo su una sufficienza, quantomeno per la perizia tecnica e per la narrazione.

LA VECCHIA CASA NEL BOSCO di Viviana Tenga
Dunque: purtroppo, complessivamente, la storia non mi ha coinvolto. Di solito storie così brevi dovrebbero essere incisive, veloci, come delle fiammate che travolgono il lettore. Invece quasi tutta la narrazione, almeno fino al colpo di scena finale, mi è risultata un po' piatta. Sin dalle prime battute mi aspettavo un bel racconto d'atmosfera, magari horror, con tensione costruita tra le righe, e invece c'è il dialogo tra suocera e nuora piuttosto noioso, tra l'altro con dialoghi legnosi, che allentano l'effetto generale. Quello che mi ha dato un piccolo sussulto, e che reputo la cosa migliore del racconto, è stato proprio il paragrafetto finale, con un buon colpo di scena e una giusta dose di umor nero che chiude la vicenda. Il tutto poteva essere sviluppato meglio, perché il nocciolo dell'idea c'è e poteva dare adito a scenari più incisivi.
Un paio di annotazioni:
- Hai scritto il "bracciale" della poltrona. Sicuramente si è trattato di una svista dovuta alla fretta. Ovviamente è "bracciolo".
- “Cosa credi?” attaccò Liza. “Che la tua paccottiglia blasfema possa proteggerti? Non lo vedi che sono solo pezzi di legno e piume d’uccello?” esclamò. [Qui non c'è alcuna esclamazione. Sono tutte domande concitate dovute all'angoscia e all'inquietudine del momento].
In conclusione: risultato sottotono e migliorabile, magari nel Laboratorio.


Piacere avervi letto e in bocca al lupo!!
Emiliano.

Avatar utente
Linda De Santi
Messaggi: 497

Re: Gruppo RIPLEY: Lista racconti e classifiche

Messaggio#8 » mercoledì 28 novembre 2018, 7:51

Ciao a tutti! Devo dire che stavolta nessun racconto mi ha colpito particolarmente. Stilare la classifica è stato comunque difficile perché, anche se non c’erano racconti che mi hanno convinto al 100%, in tutti c’era qualcosa che mi piaceva.
Di seguito, i miei commenti e la mia classifica.
In bocca al lupo a tutti per l’edizione!

I commenti:

Cuore di mamma di Fabio Aloisio


Ciao Fabio!
Stile e forma come sempre piacevoli e scorrevoli, con dialoghi realistici e un’ambientazione fantasy che emerge con poche e sapienti pennellate.
La vicenda ben costruita, però, perde un po’ nelle ultime righe. Il finale appare quasi scollegato dal resto della storia: lo scopo di Pit, che fino a prima della scena finale appare come un ragazzo scaltro e cinico che non esita a sacrificare bambini per qualche oscuro tornaconto, sembra invece essere quello di farsi divorare a sua volta dal mostro al raggiungimento di nove cuori sacrificati. Non è chiarissimo perché abbia questo tipo di desiderio, forse era un elemento da introdurre nelle scene precedenti.
Valuterei di ripensare il finale con una scena diversa, che dia una degna conclusione a questo racconto piacevolissimo da leggere (come da tua marca di stile).
Alla prossima!

Occhi gialli di Andrea Partiti

Ciao Andrea!
Scrittura come sempre al top, ma mi pare che stavolta la vicenda non sia riuscita al meglio.
La narrativa è godibile e impreziosita da descrizioni vivide, ma ho l’impressione che nella storia ci siano troppi pezzi che si sono persi per strada. Ad esempio ho difficoltà a capire perché la protagonista si trovi nella situazione iniziale (si è persa? Perché deve seguire i corsi d’acqua?), chi sia Occhi Gialli (un gufo magico?), quale sia il suo scopo (vuole un figlio dalla protagonista o desidera incarnarsi in un essere umano venendo al mondo come neonato)?
Insomma, il racconto mi lascia con tanti dubbi e domande!
In generale mi sembra un pelo al di sotto degli alti standard a cui ci hai abituato, ma lo stile e le tue capacità descrittive sono senza dubbio apprezzabili.
Alla prossima!

Mamma di Dand Elion


Ciao Dand Elion,
bel racconto, brava.
In sé la vicenda è semplice e forse non originalissima, ma mi piace molto il modo in cui l’hai sviluppata, il crescendo di emozioni, i vari modi in cui il ricordo/spirito della madre tenta di entrare e fare danni nella mente/camera della protagonista.
C’è un po’ di punteggiatura da rivedere e qualche frase da organizzare meglio, ma non c’è dubbio che si tratti di un ottimo racconta. Brava.

Vita di Il Calmo

Ciao Andrea!
Dal punto di vista della narrazione fatta di soli dialoghi, non ho nulla da dire: le battute funzionano bene e i botta e risposta sono fluidi e naturali. Il problema che trovo di solito con i racconti fatti di sole battute è che dopo un po’ annoiano, ma questo non è decisamente il tuo caso.
La vera criticità secondo me è sul finale: arriviamo alle ultime righe credendo che i due stiano litigando perché lui vuole un figlio e lei no, poi lui dice: “se poi non ci troviamo bene li salutiamo e amici come prima, ma che ci costa provare?” e io capisco che stanno parlando di altro, poi, una battuta dopo, il tema della maternità ripiomba nella storia ribaltando completamente la situazione. Ho trovato i vari rovesciamenti troppo bruschi, quasi fuori contesto. Rileggendo il racconto, ho capito perché ho avuto questa sensazione: a mio avviso è perché alcune battute non sono, effettivamente, a doppio senso come il ribaltamento finale richiederebbe. Ad esempio, quando Stefano parla della (presunta) maternità come della cosa più naturale del mondo, qualcosa di meraviglioso che deve essere fatto per non risultare egoisti, la frase appare perfettamente al suo posto. Quando però si scopre che sta parlando di scambismo, doverla “ricollocare” diventa una forzatura.
Potresti giocare un po’ di più sull’ambiguità delle battute, rendendole perfettamente ambivalenti sia per la genitorialità che per lo scambismo. Credo che così il racconto ne guadagnerebbe in forza e spessore.
Alla prossima!

La vecchia casa nel bosco di Viviana Tenga

Ciao Viviana!
Racconto godibile e ben scritto, con lo stile scorrevole e pulito che ti contraddistingue :)
Lo svolgimento è lineare e il finale, come è già stato notato da alcuni, è abbastanza prevedibile.
Fin dalla frase “mostro che si aggira nel bosco” un po’ mi sono aspettata che ci fosse un colpo di scena ai danni della povera Liza :) Forse, anziché di un mostro, Liza avrebbe potuto essere preoccupata per un orso o lupo (o comunque un animale pericoloso uscito fuori controllo), così da sviare l’attenzione del lettore e non fargli sospettare da subito l’identità della suocera.
In ogni caso, al di là del finale, è un racconto molto piacevole e godibile. Alla prossima!

Sotto le dita di Vilma Cretti

Ciao Vilma!
Del tuo racconto ho apprezzato lo stile e la costruzione delle frasi, si percepisce che l’hai fatto con cura.
Purtroppo questo non è, solitamente, il tipo di racconto che mi appassiona. I flussi di coscienza che trattano drammi personali/temi intimi mi coinvolgono molto, molto di rado.
Ad esempio, una frase come “In giornate come questa è come se fossi priva di pelle, tutto mi arriva addosso”, che è pensata per emozionare il lettore, a me richiama un’immagine abbastanza vuota. Non avere la pelle mi evoca qualcosa di fisico (e in questo caso anche un po’ truculento, mi viene in mente una persona che va davvero in giro con muscoli e tessuti all’aria) non riesco ad associarlo a una maggiore sensibilità ai dispiaceri. Insomma, mi sembra una di quelle frasi costruite a tavolino per suscitare emozioni, senza che però ci sia stato un reale ragionamento sulle sensazioni che si volevano evocare.
Ma ripeto, è una cosa mia :)
Insomma, una narrazione elegante e piena di emozioni, ma purtroppo non le mie.
Alla prossima!

Lei è di Salvatore Stefanelli

Ciao Salvatore!
Bello il tuo racconto, mi è piaciuto.
All’inizio avevo delle perplessità sulle battute: quel «Madre, ora morirai! Lo sai questo, vero? È quello che meriti!» è veramente troppo teatrale e stava per partirmi la penna rossa, poi però sono arrivata alla fine e ho scoperto che era davvero una recita :)
Ho avuto qualche dubbio anche sulla quantità di pensieri del protagonista durante le prove, ma alla fine, vista al rallentatore, la scena ha una sua plausibilità: l’attore potrebbe stare rivivendo in un flash tutte le cose che si è ripetuto per entrare nel suo personaggio.
Per me è un racconto che funziona e che ho letto con piacere.
Alla prossima!

Regalo di Natale di Giancarmine Trotta

Ciao Giancarmine!
L’effetto complessivo è molto bello, dialoghi e stile funzionano, ma confesso che, se non fossi stata tenuta dalle regole di Minuti Contati a cercare di comprendere il racconto, credo che non l’avrei riletto tre volte per rimettere insieme i pezzi.
Insomma, mixed feelings: benissimo per la scrittura e l’effetto finale, un po’ meno per la costruzione della storia che richiede al lettore uno sforzo per capire tutto.
Comunque un buon lavoro.

Il padre dell’anno di Ambra Stancampiano


Ciao Ambra,
un racconto senza pretese che si lascia leggere con piacere.
Sulle prime ho pensato che il papà avesse accompagnato suo figlio in una specie di escape room o in un gioco di realtà virtuale, ma lo sviluppo che hai scelto mi piace di più ed è anche più originale. Mi appare un po' strana la calma del protagonista davanti ai comportamenti incredibili dei due topi (la mamma e il figlio che confabulano, il topolino che si strofina come un gatto), come se questi comportamenti anomali gli apparissero perfettamente normali. In generale, però, il racconto senza dubbio funziona.
Alla prossima!

Il Metodo di Rionero

Ciao Rionero!
Molto carino il tuo racconto, divertente e ben confezionato nella sua semplicità. Che la madre sarebbe stata coinvolta in qualche modo nel rapporto tra il protagonista e la ragazza s'intuiva, ma non è una cosa che guasta il finale, visto che l'intento è chiaramente quello di far sorridere e non di sorprendere.
Per me una buona prova.

La classifica:

1) Il Metodo di Rio Nero
2) Il Padre dell’anno di Ambra Stancampiano
3) Mamma di Dand Elion
4) La vecchia casa nel bosco di Viviana Tenga
5) Lei è di Salvatore Stefanelli
6) Cuore di mamma di Fabio Aloisio
7) Occhi Gialli di Andrea Partiti
8) Regalo di Natale di Giancarmine Trotta
9) Sotto le dita di Vilma Cretti
10) Vita di Il Calmo

Avatar utente
mircalla
Messaggi: 32

Re: Gruppo RIPLEY: Lista racconti e classifiche

Messaggio#9 » giovedì 29 novembre 2018, 22:05

Salve a tutte e a tutti.
Devo dire che per me è sempre difficile stilare una classifica e, in questo caso mi sono trovata di fronte dei buoni racconti. Però bisogna dare una posizione a ognuno e alla fine ho scelto in funzione della piacevolezza che la lettura mi ha offerto.

1. Mamma di Dand Elion
Ciao!
Questo racconto riesce nell’intento di precipitare il lettore nei momenti più angosciosi di chi si trova ad assistere fino alla fine un parente malato di Alzhaimer. Lo fa descrivendo il dopo. Originale l’idea di partire dalla fine, anzi dopo la fine. Gli strascichi che quel periodo lascia ci raccontano in maniera obliqua la sofferenza, i sensi di colpa, la rabbia, la perdita. Molto bello.

2. La vecchia casa nel bosco do Viviana Tenga

Ciao!
Questo racconto andrebbe letto con “Mother” dei Pink Floyd di sottofondo. Suggerirei la versione con il duetto Sinead O’Connor e Roger Water. Mi è piaciuto il tuo modo di inserire il fantastico in un tema del genere. E’ vero, come sottolineano gli altri qui sopra, che il finale arriva un po’ telefonato, però il quadretto che proponi è così ben descritto che, ahimè, sembra di vederla l’allegra famigliola. Complimenti.


3. Il padre dell’anno, di Ambra Stancampiano
Ciao!
Racconto divertente con una ottima chiusa. Idea originale. Sia il titolo sia il punto di vista li ho trovati spiazzanti visto il tema, e questo per me è un pregio. La prima parte la trovo un po’ pesante nei termini che utilizzi (in particolare aggettivi e metafore. Per quello che è il mio gusto avrei preferito uno stile un po’ più diretto. Però nel complesso mi ritengo soddisfatta dalla lettura e ti faccio i miei complimenti.


4. Occhi gialli, di Andrea Partiti
Ciao!
Nel caso di questo racconto la maternità è il prezzo da pagare per avere salva la vita. Forse non il massimo dal punto di vista del tema, ma per me poco importa. Quello che conta è che riesci a inserire il lettore in un universo di cui i confini e le regole non sono del tutto chiare, in ogni caso il racconto funziona, perché quel che c’è è un arco narrativo completo e ciò che non c’è suscita curiosità.

5. Il metodo, di Rionero
Ciao!
Il racconto si lascia leggere grazie alla leggerezza e all’ironia che lo caratterizzano. Questo è sicuramente un pregio ma, alla fine, anche un po’ un difetto. Si sorride come lo si farebbe di fronte a una barzelletta o a una storiella. Con questo non voglio dire che avresti dovuto scrivere un mattone tristanzuolo, però ecco alla fine, l’impressione è che alla fine rimanga poco.

6. Cuore di mamma di Fabio Aloisio
Ciao!
Creatività a gogo in questo racconto fantasy con colpi di scena multipli. Una madre mostro che adotta figli per cibarsene. Chissà cosa ne direbbe FREUD. Il racconto si legge con piacere. C’è solo una cosa che mi risulta strana: Se Pit è stato scelto come aiutante, risulta parecchio strano che la mamma mostro lo usi come dessert. Quel che manca sono le motivazioni di questa scelta.

7. Lei è di Salvatore Stefanelli
Ciao!
Racconto giocato con il classico spiazzamento generato da un colpo di scena nel finale che disvela al lettore un piano di realtà differente da quello intuibile nell’incipit. Non sono una fan sfegatata di questo tipo di racconti, però c’è da dire che la tua scrittura è convincente e piacevole e, la prima parte molto coinvolgente. Il “trucco” riesce alla perfezione e la tensione accumulata si scioglie nel finale.

8. Regalo di Natale, di Giancarmine Trotta,

Ciao!
DI questo racconto mi è molto piaciuto lo stile asciutto e diretto. In genere apprezzo quando si riesce a togliere il superfluo ma qui secondo me è stato tolto un po’ troppo e ciò nuoce alla comprensione dei fatti. Sono arrivata confusa in fondo alla pagina in prima lettura e ho dovuto rileggere da capo.
Cosa manca? Difficile dirlo, una scena, il nome di Kevin, non lo so. Anche io ho mandato i lettori in confusione per una questione di grafica, se trovi una soluzione fammi sapere :D

9. Vita di Andrea Gemignani
Ciao!
Complimenti per i dialoghi. Credo sia una delle cose più difficili da rendere in narrativa. I tuoi sono molto credibili e la lettura scorre piacevolmente. Sui vari passaggi, forse dovresti chiarire prima che lui aspira allo scambiamo, sembrerebbe quasi che sia lui a volere un figlio e lei contraria. Questa incertezza depotenzia il finale. il lettore non ha ancora fatto mente locale sulla proposta di lui che arriva l’informazione della gravidanza di lei. Rileggendolo una seconda volta mi pare poco plausibile che si possa imputare alla mancanza di innamoramento il fatto di non voler scambiare il partner.

10. Sotto le dita di Vilma Cretti
Ciao!
in questo racconto ritrovo il tema di una gravidanza affrontata senza la prospettiva concreta della maternità. Dopo la lettura ho avuto una forte oppositività di carattere politico. Mi è sembrata l’ennesima storia di madre surrogata pentita. Basta fare un giro su Internet per trovarne a bizzeffe. Esistono madri surrogate felici e contente e che vivono con consapevolezza questa esperienza? Penso che questa dell’attaccamento ossessivo della madre al feto sia una vera e propria ideologia che esclude meccanicamente modalità e approcci diversi al tema da parte delle donne . Non riesco a essere oggettiva e a focalizzarmi sul racconto perché mi arriva (per miei pregressi pregiudizi) la retorica del pensiero dominante (in Italia). Insomma hai toccato un mio nervo scoperto, ecco, inoltre la tua scrittura mi piace e spero di rileggerti su tematiche che mi attivano in modo negativo di meno.

Avatar utente
patty.barale
Messaggi: 349
Contatta:

Re: Gruppo RIPLEY: Lista racconti e classifiche

Messaggio#10 » giovedì 29 novembre 2018, 23:33

Ciao a tutti e scusate se non ho postato sotto i singoli Thread, ma sto incasinatissima e arrivo per il rotto della cuffia! E considerando che avevo finito di trascrivere su pc il tutto, quando è saltata la luce… vi lascio immaginare!

Ricominciamo:

IL METODO di RIONERO

Ciao.
Lo dico subito: il “bacio di Schrodinger” wins!
Per quanto riguarda il racconto, la seconda parte mi è piaciuta molto, soprattutto per come hai saputo caratterizzare i personaggi (supponente l’uno, impacciato l’altro), mentre la prima parte col riferimento al mondo dei videogiochi l’ho trovato stucchevole e superfluo (dopo aver letto gli altri commenti mi rendo conto che probabilmente questo è solo un problema mio!).
La storia è, comunque, divertente e ben scritta, caratterizzata da un registro linguistico adeguato.

IL PADRE DELL’ANNO di AMBRA STANCAMPIANO

Ciao Ambra,
Bello tornare a rileggerti anche se con un racconto, secondo me, sottotono rispetto al tuo solito. Il racconto è divertente, ha una partenza altisonante (forse troppo) e una chiusura ironica, ma forse non centra in maniera perfetta il tema.
E poi mi ha fatto partire un po’ di pippe mentali: se il topino è stato acquistato, come può essere il figlio della “topona” delle fogne? E se mi scappa il topolino domestico, ma la fogna è il primo posto in cui lo vado a cercare?

REGALO DI NATALE di GIANCARMINE TROTTA

Ciao Giancarmine.
Una storia di amore e dolore che colpisce per i toni di grigio che la permeano dall’inizio alla fine, con quella pistola grigia e fredda puntata su Alberto (e non sapremo mai se il colpo arriverà al bersaglio)
Il racconto ha però un grande difetto: non è facile seguire i salti temporali (magari un aiuto grafico, come l’uso del corsivo per i ricordi del passato non sarebbe stato male) per cui ho dovuto rileggerla troppe volte per apprezzarla appieno.
Infine, anche per te, una pippa mentale: ma se la protagonista vive in condizioni economiche non proprio agiate (viaggia in autobus, il marito non lavora, la figlia deve aspettare il natale per avere le Timberland che sogna), poi PARCHEGGIA sotto casa di Alberto? E ‘sta macchina da dove alta fuori?

LEI E’ di SALVATORE STEFANELLI
Ciao Salvatore.
Mi hai spiazzata con quel finale così inatteso.
Alla seconda lettura ho apprezzato molto il modo in cui hai reso l’immedesimazione Stanislvskiana del protagonista.
Come altri ti hanno fatto notare, la frase finale, troppo melodrammatica, teatrale, stona col colpo di scena che ci ha riportati alla vita reale: togliendola il tutto ne trarrebbe giovamento.

SOTTO LE DITA di VILMA CRETTI

Ciao Vilma.
Wow! Mi hai terribilmente emozionata per come hai saputo narrare una storia drammatica con delicatezza unica!
Non trovo assolutamente nulla da ridire su questo racconto che, per me, è indubbiamente da podio.
Ho trovato particolarmente bello questo passaggio: “come farò a rimanere in piedi senza il suo peso, dove andrà a finire il mio baricentro?” Che ben descrive la condizione fisica, ma soprattutto mentale della donna una volta che il figlio le sarà portato via.
Insomma BRAVA BRAVA BRAVA!

LA VECCHIA CASA NEL BOSCO di VIVIANA TENGA

Ciao Viviana.
Ho sempre pensato che le suocere siano pericolose!
Racconto ben scritto, divertente, ma che non mi ha entusiasmata, soprattutto per due motivi:
1-personaggi piatti e un po’ stereotipati: lo scambio di battute tra le due donne non è particolarmente originale e la figura del figlio è pressoché inutile (sia nell’ambito dell’azione che in quello della narrazione!)
2-colpo di scena “telefonato” con conferma definitiva alla comparsa dli rumore nello sgabuzzino.


VITA di IL CALMO

Ciao e complimenti!
Mi incuriosiscono sempre molto i racconti imperniati esclusivamente sui dialoghi, perché mettono in atto il fatidico show don’t tell (se fatti bene, ovviamente, se no sono a alto rischio “pippone”).
Qui sei stato molto bravo a rendere realistico lo scambio di battute tra i protagonisti e a condurci dove volevi tu per poi sorprenderci rivelandoci che avevamo decisamente sbagliato strada!
Tuttavia, come ti ha fatto già notare qualcuno, alla seconda lettura non tutte le battute possono essere così calzanti per il loro significato reale. Per esempio:

“stiamo insieme da sei anni, cosa ci sarebbe di più naturale?”

Ben si adatta a un discorso legato al mettere su famiglia, per il discorso scambismo, invece, mi sembra un po’ tirato!

MAMMA di DAND ELION

Ciao Dand Elion.
Emozioni su emozioni in questo gruppo!
Questo racconto è particolarmente riuscito: con un linguaggio tagliente e netto porti il lettore nel quotidiano di chi si ritrova annullato accanto a un malato di Alzheimer e nel vuoto che resta dopo la dipartita, spesso colmato dai fantasmi del rimorso, del rimpianto e anche un po’ dell’odio, un mix emotivo a cui, in queste pochissime battute, hai saputo dare corpo.
COMPLIMENTI!

OCCHI GIALLI di ANDREA PARTITI

Ciao Andrea.
Come sempre la tua scrittura è curata e senza sbavature, ma questa volta non mi convince la storia. Mi sembra, infatti di essere di fronte a un estratto in stile Rider’s digest di una storia più lunga e articolata, che mi lascia troppe domande senza risposta per poter apprezzare appieno il tuo lavoro:
Chi è occhi gialli?
Un alieno, una creatura mitologica, un mutante?
Vuole incarnarsi lui stesso o vuole solo avere una progenie? E perché?

CUORE DI MAMMA di FABIO ALOISIO

Ciao Fabio.
Che storia allucinata, la tua.
Ammetto di averla letta la sera del Contest e di aver pensato “maccheccazz…”e l’ho lasciata lì a decantare. Oggi rileggendola sono riuscita ad apprezzarla e ritengo geniale il fatto che i bambini vedano nel mostro le fattezze e le movenze della mamma che desiderano: l’ho letta come una metafora di quelle madri che castrano i loro figli, li fagocitano per non lasciarli andare, li rendono incapaci di vivere, madri mostruose che i figli accettano e amano perché si tratta della loro mamma e non sono in grado di riconoscere il male che tali donne stanno facendo loro e quindi di ribellarsi (ma forse è solo una mia Pippa mentale, di cui, stavolta, me ne sono fatte un bel po’! :-)


CLASSIFICA:

1-SOTTO LE DITA
2-MAMMA
3-CUORE DI MAMMA
4-VITA
5-REGALO DI NATALE
6-LEI E’
7-IL METODO
8-IL PADRE DELL’ANNO
9-OCCHI GIALLI
10-LA VECCHIA CASA NEL BOSCO

Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Re: Gruppo RIPLEY: Lista racconti e classifiche

Messaggio#11 » domenica 2 dicembre 2018, 23:12

Ecco a voi!

1) Sotto le dita, di Vilma Cretti
Parto rispondendo a quanto da molto sollevato: beh, suggerendo le molestie subite dalla protagonista hai dato una pennellata veloce per giustificare una sua realtà complessa che l'ha portata a certe scelte, compresa quella di diventare madre surrogata. Per me, pennellata azzeccatissima. Come perfetto trovo anche il racconto tutto, struggente ed equilibrato nella narrazione. A prescindere dal fatto che si qualifichi o meno per la finale, questo per me è un pollice su, quindi degno di essere pubblicato subito sul sito.
2) Mamma, di Dand Elion
Forse a volte un pelo ridondante, motivo pee il quale non assegno un pollice completamente su, ma quasi. Per il resto, sei riuscita a rendere perfettamente lo stato d'animo che ti eri prefissata e questo orrore che si insinua nella vita fino a martoriare ogni notte è ben reso nel suo martellante logorio. Bel lavoro.
3) Regalo di Natale, di Giancarmine Trotta
IMHO la risposta sta nel nome di Kevin: infilalo nel finale e risolvi molti problemi. Aggiungo anche che le scarpe Timberland, a mio parere, creano confusione perché l'effetto massimo si sarebbe raggiunto nell'ossessione della protagonista, questo suo voler trovare vendetta sopra ogni cosa tanto da credere che possa essere il regalo di Natale migliore possibile per la sua famiglia. In generale, racconto più che riuscito, ma assolutamente ancora migliorabile. Pollice tendente all'alto per me.
4) Il padre dell’anno, di Ambra Stancampiano
Racconto che si legge bene, ma che trova il suo punto debole in una certa indeterminazione riguardo alla sua ragion d'essere. Premetto che la mia valutazione è da pollice tendente all'alto, anche se in modo non brillantissimo. Fatto sta che avrei gradito un tono più marcato e costante. Inoltre, il testo va ripulito... ho contato 4/5 QUI in poche righe e le ripetizioni sono da sempre tra i refusi che mi danno piú noia. Detto questo, ti conosco bene e so che le tematiche in cui ti sei mossa sono fra le tue preferite e sono sicuro che, pur essendo già questo un buon risultato, tra un paio di mesi (e di partecipazioni) riavremo. Una Stancampiano al suo meglio.
5) Vita, di Andrea Gemignani
Direi un ottimo esercizio. Dialogo condotto magistralmente con costante contrasto che batti e ribatti con doppio twist. Però un po' povero, alla fine... Sostanzialmente si tratta di un tira e molla in cui entra poco contesto, il che non arricchisce la scena e ci prepara solo per il finale. Insomma, l'avrei preferito più denso. Pollice tendente verso l'alto.
6) Il metodo, di Rionero
Racconto divertente e divertito, ma da una parte abbiamo Barney Stinson e dall'altra Ted Mosby da HOW I MET YOUR MOTHER e anche se non voluto mi è sembrato un omaggio stramarcato, tanto da togliermi l'alone di originalità dal tutto. Problema mio, ma di sicuro non mi ha permesso di godere appieno del tuo pezzo, mi spiace. Inoltre, davvero si riduce il tutto a più una battuta che a un racconto. Insomma, pollice tendente verso l'alto, ma dietro ai pari valutati perché un pochetto devo penalizzarlo per tutto quanto espresso sopra.
7) Lei è, di Salvatore Stefanelli
Forse lo preferirei ancora più teatrale. La via di mezzo, il non eccedere, può confondere perché lascia il dubbio sullo sbaglio di registro da parte di chi scrive. Il pressare sulla cosa, invece, rende chiaro che è voluto e, a quel punto, il finale, paradossalmente, può avere ancora più risonanza perché il lettore ci arriva senza avere dubitato di ciò che sta leggendo. Ma è solo il mio punto di vista, risultante dal fatto che in prima lettura mi è piaciuto poco e solo in seconda ho potuto apprezzarlo di più. Detto questo, per me è un pollice ni che tende verso l'alto.
8) Cuore di mamma, di Fabio Aloisio
Leggo le prime righe e ritrovo la verve di quel racconto con l'elfetto e la dimora stregata, peccato che poi si perda smarrendo l'ironia e acquisendo al contempo un alone di serietà che poi non trova sbocco nel suo punto di arrivo. Certo, il titolo del racconto lasciava presagire il classico tema delle aspirazioni dei figli che vengono strumentalizzate a fini propri dai genitori, peccato che non ne abbia trovato altra traccia nel testo. Tra l'altro, Pit mi ha richiamato alla mente Kid Ikarus di Nintendo e non essendo un nome strausato ho cercato elementi che ne spiegassero la scelta, ma mi sa che è stata casuale. In definitiva, un racconto scritto ottimamente cui però sembra mancare un obbiettivo perché anch'io, come altri, mi sono chiesto il perché del comportamento di questo ragazzo che asseconda per poi farsi, a sua volta, divorare. Pollice ni che punta verso l'alto perché comunque mi è piaciuto.
9) La vecchia casa nel bosco, di Viviana Tenga
Che la madre avesse a che fare con il mostro, era palese, quindi la sorpresa viene a mancare. Detto questo, sei rimasta concentrata sull'idea e sul finale, ma un racconto di questo tipo più è ricco meglio è. Non dico di eventi, ma di contesto. Il dialogo deve essere arricchente, aggiungere e aggiungere sui personaggi e sui loro rapporti e non porsi su una dialettica SI, NO, SI, NO. Chiaro che il tempo e la fretta non hanno giocato a tuo favore. Detto questo, la lettura è godibile e diverte. Pollice ni tendente verso l'alto.
10) Occhi gialli, di Andrea Partiti
Evochi troppe domande e ancor di più rimangono senza risposta alcuna. La perizia tecnica è elevata, ma in questo caso al servizio di un progetto con troppe ombre in rapporto alla sua natura di racconto breve. Terra terra, il commento che mi è uscito al termine della lettura è BUH? e qui te lo confermo con un pollice ni che non sa bene come posizionarsi perché sì, si legge bene, ma alla fine ci si chiede PERCHE'? Capita, ma è comunque giusto sperimentare.

Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Re: Gruppo RIPLEY: Lista racconti e classifiche

Messaggio#12 » lunedì 3 dicembre 2018, 20:09


Torna a “122° Edizione - Paparozzi Edition - Settima della Sesta Era”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite