Lux perpetua luceat eis

Per partecipare alla Sfida basta aver voglia di mettersi in gioco.
Le fasi di gioco sono quattro:
1) Il primo marzo sveleremo il tema deciso da Massimo Spiga. I partecipanti dovranno scrivere un racconto e postarlo sul forum.
2) Gli autori si leggeranno e classificheranno i racconti che gli saranno assegnati.
3) Gli SPONSOR leggeranno e commenteranno i racconti semifinalisti (i migliori X di ogni girone) e sceglieranno i finalisti.
4) Massimo Spiga assegnerà la vittoria.
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maurizio.ferrero
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Lux perpetua luceat eis

Messaggio#1 » domenica 17 marzo 2019, 17:11

1.

«Motori attivati, domina. Possiamo partire.»
«Situazione del carico?» chiese Ada.
«Cloni stoccati e posti in stato criogenico. Nessun inconveniente nella transumanza.»
«Non appena siamo fuori dall’atmosfera, fatene portare un paio nei miei alloggi. Maschi, e senza tumori. Non ho pagato cinquantamila zackel per avere dei merdosi rantolanti ai miei piedi.» Ada fece una leggera pausa, poi sorrise divertita. «Per quello, ho già il mio equipaggio.»
Max si sforzò di ridacchiare e le lanciò un’occhiata fugace. Ada era sempre stata bellissima e altera. Capelli color ala di corvo, pelle di porcellana, corpo da urlo strizzato in una tuta spaziale oscura e dall’apparenza impalpabile.
«Allora Max, parti o vuoi stare ancora a guardarmi con quell’aria da infoiato? Questo pianeta puzza di piscio, non voglio stare qui un minuto di più.» Se ne era accorta, come sempre.
«È per via dell’alta concentrazione di ammoniaca nell’atmosfe…» farfugliò lui.
«Un’altra parola e lo sentirai per tutto il viaggio, perché farò saldare la tua bocca direttamente allo scarico del cesso. Parti.»
Era meglio non contraddire Ada Carmilla Lavoisier, matriarca dell’omonimo clan di vampiri, nonché sua genitrice, colei che l’aveva trasformato. Le conseguenze potevano essere terribili.
«Partenza tra tre… due… uno… siamo in volo» disse Max.
La Vlad III abbandonò il pianeta Sedena e i suoi viscidi abitanti respiratori di ammoniaca, veri maestri nell’arte della clonazione. Trasportava un carico di cento umani replicati da utilizzare come riserve di cibo per l’intero equipaggio vampirico della Vlad III, e un piccolissimo contenitore criogenico che si trovava nella tasca della tuta di Max. Al suo interno c’era qualcosa che avrebbe consentito al giovane vampiro di guadagnare il denaro necessario per sganciarsi per sempre dalla sua feroce e millenaria padrona.
Sempre che lei non lo venisse a scoprire.

2.

«Episcopus Leocronus, li abbiamo individuati.»
«Dove?»
«Fascia di Sedena, sono diretti verso le colonie della Confederazione Maomettana» rispose il giovane don Clovius, addetto ai radar.
«Si vogliono nascondere in quella fogna della Nuova Mecca? E sia, li fermeremo prima! Il Summus Pontifex ordina una santa crociata contro il loro culo! Archangelus Gabriel, guida i nostri passi per fermare le eresie di quei figli di puttana. In nomine patris et filii et spiritus sancti, amen! A morte i succhiasangue!»
La Princeps Templum iniziò la manovra di avvicinamento.

3.

Tre ore più tardi, Max stava osservando lo spazio dalla finestra panoramica della sala relax. Era il suo turno di pausa e, dopo essersi nutrito dalle vene di alcuni schiavi vestiti con tute nere e sempre disponibili, si era incantato ad ammirare il panorama.
Lo spazio lo aveva sempre affascinato. Max era nato sulla Terra, ma il suo desiderio più grande era sempre stato viaggiare verso pianeti sconosciuti e trovarsi di fronte all’inconoscibile, così si era imbarcato su un vascello da trasporto non appena raggiunta la maggiore età.
Il suo primo viaggio come umano era stato anche l’ultimo. La sua nave era stata attaccata dalla Vlad III, l’intero equipaggio catturato e disposto come riserva di cibo. I vampiri, una volta scoperto che le radiazioni della stella Sol erano le uniche a produrre effetti spiacevoli sulla loro carne, avevano abbandonato la Terra. Non erano creature stupide e sapevano che il sangue non era facilmente rintracciabile nello spazio aperto. All’epoca non si servivano ancora dei cloni, ma sapevano come tenere in vita un uomo. Ci sarebbe voluto molto tempo prima che i continui salassi lo portassero alla morte.
Fortuna – o sfortuna – vuole che Max fosse un ragazzo di aspetto piuttosto piacevole. Era stato selezionato come riserva di sangue personale da Ada, che aveva una vera passione nell’annichilire giovani virgulti.
Dopo quasi un anno trascorso a farsi mordere, scopare, pulire i suoi stivali con la lingua, ed essere trattato letteralmente come carta igienica, la matriarca gli aveva concesso l’alto onore di essere trasformato in uno di loro.
La verità è che il loro precedente pilota era morto, e avevano bisogno di un sostituto. Si era nutrito da una delle vene di Ada, e quella era una cosa da non fare. Gli erano stati strappati i canini ed era stato sparato fuori bordo. Ci sono pochi modi per uccidere un vampiro, e una gita nello spazio aperto non è uno di questi. Prima che quel povero bastardo crepasse per gli stenti, dovevano essere passati dei giorni.
Un ultimo viaggio fino alla Nuova Mecca, poi tanti saluti a quella puttana.
Una giovane schiava schiacciata in un tubino nero gli si avvicinò timorosa. I segni dei morsi erano onnipresenti sul suo corpo minuto. Max la allontanò con un cenno.
«Vattene, non mi servi. Ho appena mangiato.»
«Padrone, cos’è quella?» chiese la giovane indicando un punto luminoso fuori dalla finestra.
«Cosa vuoi che sia, cretina, è una stella. Non ve…» iniziò Max, poi si bloccò. La stella indicata dalla schiava si stava muovendo. Forse era una meteora? No, aveva una forma troppo strana.
D’improvviso gli si rizzarono tutti i peli del corpo. Non era un corpo celeste, ma un’altra nave spaziale, e stava puntando verso di loro.
Perché i sistemi non l’hanno individuata? Forse ha una schermatura…
La sensazione di disagio si amplificò, poi la nave giunse vicina a sufficienza da permettergli di riconoscerne le forme. Max cacciò un urlo.
Prima che il sacro terrore si impadronisse delle sue membra, premette il pulsante di emergenza. Le paratie della Vlad III si chiusero, lasciandoli ciechi.
«Padrone, cosa sta…» chiese la schiava.
«Inquisitori! Ci hanno trovati!» Max afferrò la schiava per un polso, la trascinò a sé, snudò le zanne e gliele piantò in gola. Succhiò con avidità, mentre la donna gemeva di dolore. Dopo pochi attimi si trovò tra le braccia un manichino inerte e svuotato. Buttò a terra il cadavere, andò all’armadietto delle armi, lo aprì e afferrò un mitragliatore, poi premette il tasto di allarme. Il suono della sirena si propagò per tutta l’astronave.
Ci sarebbe stata guerra, ed era meglio che fosse ben nutrito.

4.

«Episcopus Leocronus, hanno chiuso le paratie e sembra che i loro sistemi non riescano a rintracciarci. Stanno sparando, ma alla cieca. Dobbiamo rispondere al fuoco?»
«Negativo! Non danneggiate la loro nave, dobbiamo recuperare il carico intatto! Farò un turibolo del cranio di chi voi stronzi s’azzarderà a sparare un solo colpo!» urlò l’anziano prelato, ormai del tutto ricoperto da un’armatura da battaglia bianca. Due monaci benedettini si stavano occupando di bullonare gli ultimi pezzi con degli avvitatori.
«Quali sono gli ordini?»
«Di piantare i nostri divini cazzi nella bocca di ognuno di loro! Abbordate quel ricettacolo di peccato, mandate i crociati. Invoco la Lex Lazarus. Che nemmeno la morte ci fermi.»

5.

Uno scossone fece tremare le paratie.
«Ci hanno abbordati, domina» comunicò Salvo, l’addetto ai sistemi difensivi.
«L’ho sentito da me, fighetta. Perché ci stanno attaccando? La convenzione stellare impedisce di muovere attacco a navi non ostili!»
«Non lo so, domina. Non rispondono alle comunicazioni!» gridò Max. Lui sapeva, ma non avrebbe parlato.
«Salvo, perché non li avete ancora distrutti?»
«Domina, hanno una nave a forma di croce! Se apriamo le paratie e spariamo a vista, rischiamo di perdere il controllo!»
«Scuse del cazzo! Sei rimosso dal tuo incarico!»
Ada estrasse una Impaler 1890 dalla cinta e la puntò verso il suo sottoposto. Premette il grilletto, e un paletto di frassino venne eiettato dalla canna, piantandosi nel suo cuore. Salvo si tramutò in cenere ancor prima di dire merda.
Ada non usava spesso quell’arma. Così come il sangue, il frassino era difficile da trovare nello spazio. Max pensò che doveva essere davvero incazzata.
«Max, ti conferisco temporaneamente l’incarico di Salvo. Sto già mirando al tuo buco del culo. Anche se so che ti piacerebbe andare in giro con un bastone tra le chiappe, vedi di fare un buon lavoro.»
«Sissignora, agli ordini signora.»
«Armate gli schiavi e mandateli al punto di abbordaggio. La nostra stirpe non ha abbandonato la Terra per continuare a farsi fottere da Gesù Cristo!»
Con un movimento involontario, Max portò una mano al contenitore criogenico che teneva in tasca. Se i vampiri avessero potuto sudare freddo, avrebbe iniziato a farlo.

6.

«Ave, Maria, gratia plena, Dominus tecum. Benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae. Amen» pregò Leocronus.
«Amen!» fecero eco i templari, tenendo alti i propri fucili.
«Fateli a pezzi!»
All’ordine dell’Episcopus, i templari fecero saltare la carica termica che avevano posizionato nel tunnel di accesso alla Vlad III. Il portellone divenne prima rosso, poi bianco, e infine si liquefece come burro sulla fiamma. I preti-guerrieri dell’Impero Vaticano Stellare si inoltrarono nei meandri della nave nemica, facendo ruggire le loro armi e cantando all’unisono il Salve Regina.
Nella stiva della nave, dall’alto delle paratie, gli schiavi dei vampiri risposero al fuoco, più impauriti dalle conseguenze di un’insubordinazione che della morte per mano degli agenti del Papato.

7.

Max si fece dare un altro caricatore dallo schiavo che lo stava assistendo, caricò l’arma e sparò. Si trovava in una posizione privilegiata, seminascosto dai tralicci di generazione atomica della nave, da cui poteva godere di un’ottima visuale.
Le armature santificate dei templari erano resistenti, ma i mitragliatori caricati con munizioni alla termite erano fatti apposta per perforarle.
Il problema era uno altro. I pretacci sciamavano come mosche, e gli schiavi non erano stati addestrati al combattimento. La maggior parte dei cloni erano poveri stronzi, incapaci persino di tenere un’arma in mano.
«Domina, qui la situazione è pessima!» urlò nel comunicatore.
«Non me ne frega un cazzo! Fateli fuori tutti!» fu la risposta di Ada.
«Merda! Fanculo a loro!» urlò Max continuando a sparare come un pazzo.
Non mi faccio fottere ora! Non ora che sono così vicino alla libertà!
Il flusso di templari si fermò per qualche istante e dietro di loro avanzò un uomo anziano, con barba bianca e tonsura, avvolto in un’armatura da battaglia. Tra le mani reggeva uno scettro d’oro sormontato da una croce ingioiellata. Max distolse lo sguardo, impossibilitato a sopportare quella visione.
«Lex Lazarus!» gridò l’anziano.
Dalla punta dello scettro fuoriuscirono scariche di bianca folgore, che colpirono i cadaveri di tutti i templari che erano stati uccisi in combattimento. I loro corpi vennero scossi da convulsioni, poi all’unisono si rialzarono. Le loro gole non-morte ricominciarono a intonare una versione più lugubre e strascicata del Salve Regina.
Non si fermeranno, pensò Max. Rimaneva un’unica possibilità per lui, le capsule di salvataggio. Che Ada Carmilla Lavoisier e tutti i suoi fratelli crepassero contro quell’ondata inarrestabile.
Due templari si arrampicarono fino al pontile. Max sparò qualche colpo facendosi scudo con il corpo dello schiavo, che venne crivellato e cadde di sotto. Le sue raffiche riuscirono a centrare i templari e a farli rimanere morti per il tempo necessario a darsi alla fuga.
Giunse all’ascensore, premette il pulsante e, mentre ne attendeva l’arrivo, sparò nel mucchio. L’anziano Episcopus venne centrato dai proiettili e cadde.
Le porte dell’ascensore si aprirono con un ding. Max si lanciò dentro e premette il pulsante del quarto piano, dove si trovavano le navi adibite alla fuga.
«Dove stai andando?» ruggì Ada nel comunicatore.
«Quei figli di puttana tornano in vita come zombie! Qua non possiamo fare un cazzo!»
«Torna al ponte di comando. Ora.»
Tutti i muscoli di Max si contrassero all’unisono. Era un comando diretto della sua genitrice, a cui non poteva opporsi. Non finché lei fosse rimasta in vita o l’avesse liberato.
Max fermò l’ascensore e, pur cercando di resistere al richiamo, fu costretto a premere il tasto del decimo piano.

8.

L’Episcopus Leocronus era morto, ma non era la prima volta che accadeva.
La Lex Lazarus era ancora attiva.
Con una nuova emissione di folgore divina, lo scettro che il suo cadavere si ostinava a stringere tra le dita rianimò tutti i servi del papato, riattizzando l’anima nelle carni morte.
Leocronus si rialzò. Metà della sua faccia era stata portata via da una raffica di mitra, ridotta a un cratere di carni bruciate. Attorno a lui, gli ultimi schiavi dei vampiri stavano venendo massacrati dai templari redivivi.
«Episcopus, la battaglia è vinta. Zero perdite» disse don Clovius, che l’aveva raggiunto. Il suo braccio sinistro era stato tranciato di netto da una mitragliata, e il prete stringeva l’arto mozzato con la mano sana.
«Non ancora» bofonchiò lui, le parole rese quasi incomprensibili dalla mancanza di parte della bocca. «Trovatemi quei vampiri. Quando vedranno il trattamento che ho in mente per loro, i chierichetti in seminario non avranno più da lamentarsi del bruciore al culo.»

9.

Le porte dell’ascensore si aprirono sul ponte di comando e Max fece il suo ingresso. Ada, Impaler 1890 alla mano, doveva aver ammazzato altri due suoi fratelli, almeno a giudicare dai mucchietti di cenere sparsi in giro.
Non appena si recò davanti alla sua genitrice, la vampira gli puntò la pistola addosso. Max chiuse gli occhi, pronto ad accogliere la morte, ma non successe nulla.
«Ho ancora bisogno di te, mangiamerda. Mettiti ai comandi dell’impianto di ossigenazione. Togli tutta l’aria.»
«Domina, noi non abbiamo bisogno di respirare, ma nemmeno loro! Sono già morti, e anche se non lo sono, soffocheranno e torneranno in vita comunque!»
«Obbedisci!»
Max si recò ai computer e fece come gli era stato detto. Nel giro di pochi secondi, le turbine si aprirono e tutto l’ossigeno presente nella nave venne risucchiato dalle tubature. Max vide nei monitor i pochi schiavi umani sopravvissuti accasciarsi e morire in una lenta agonia. Vide anche la formazione dei templari muoversi tra le rampe della nave. Entro breve sarebbero giunti nella cabina di comando.
«Ora immetti il Kaine nell’impianto di ventilazione e rimetti l’aria in circolo.»
«Cosa?»
«Fallo!»
Il Kaine era ciò che trasformava i cadaveri in vampiri. Dopo millenni, i succhiasangue erano riusciti a isolare il virus che rendeva possibile la metamorfosi.
Max non poteva opporsi. Premette il pulsante. Con un suono simile a quello di un phon, l’aria venne ridistribuita nei condotti.
«Domina, quei templari sono tutti morti. Diventeranno vampiri all’istante! Non riusciremo a fermarli!»
«Mettiti ai comandi di volo, attiva l’iperguida. Coordinate Y-1240-N-2847.1.»
«Oh, Cristo.»

10.

La mancanza di ossigeno era durata pochi minuti, e solamente i pochi vivi rimasti tra le sue truppe ne avevano subito le conseguenze. Il problema era arrivato dopo, quando un’orribile sensazione gli aveva attanagliato il basso ventre.
«Episcopus Leocronus, cosa succede?» chiese don Clovius, che dall’espressione contrita doveva star provando gli stessi tormenti.
D’improvviso, in preda a una ferocia inarrestabile, Leocronus afferrò Clovius e gli piantò i denti rimasti nel collo, strappandogli un grosso brano di carne e trangugiando il prezioso nettare rosso.
Alla vista del sangue, i templari furono vittima della stessa atroce maledizione. Rosi dalla sete, si avventarono uno addosso all’altro in preda alla furia.
«Maledetti!» gridò Leocronus. Sparò a un confratello che stava per avventarglisi addosso e si lanciò nell’ascensore chiudendosi la porta alle spalle.
Avrebbe terminato quella missione da solo.
Si inginocchiò, si assolse dai suoi peccati, e attese che l’ascensore lo portasse al ponte di comando.

11.

Max era ai comandi della Vlad III. Quando aveva attivato l’iperguida, la nave era partita trascinandosi dietro quella nemica, e ora erano in viaggio verso le coordinate indicate da Ada. A una velocità di molto superiore a quella della luce, ci sarebbero voluti solo pochi minuti.
Ada e il piccolo manipolo di vampiri rimasti attendevano con le armi puntate verso la porta dell’ascensore. Si spalancarono dopo pochi istanti, e ne uscì l’anziano Episcopus alla guida dell’attacco.
Ada alzò la mano, comunicando ai suoi di attendere prima di aprire il fuoco.
«Eccovi infine, empi succhiacazzi! La vostra purificazione è imminente! Arrendetevi, e avremo la grazie di mondarvi dai peccati prima di mandarvi a fare in culo all’inferno!» gridò il prete. Il suo volto semi-maciullato, per effetto della maledizione del vampirismo, si stava lentamente ricostruendo.
«Avete violato i trattati stellari, massacrato le nostre mandrie! Si può sapere cosa volete?» gridò Ada.
«Il vostro carico! Avete qualcosa che ci appartiene!»
«Trasportavamo solo cloni, e li avete massacrati! Non abbiamo nulla di vostro!»
Max cercò di distogliere lo sguardo. Ada, vigile come sempre, si accorse del tuo turbamento.
«Hai qualcosa da dire, fighetta?»
«No, domina.»
«Parla ora.»
«Ho un…» disse, poi tentò di bloccare la lingua, ma l’impulso a obbedire era troppo forte. «Sono in possesso di una cosa.»
«Tu… cosa?»
«Eresia!» gridò l’Episcopus. «Tenti di sovvertire il disegno di Dio, generando con la scienza il peccato e la falsità!»
«Cosa hai con te, Max? Fammi vedere!»
Max estrasse il contenitore dalla tasca e lo aprì, tenendolo tra le mani. Il fumo dell’azoto liquido si diradò in fretta, rivelando una piccola fiala contenente un liquido bianco.
«Cos’è?» chiese Ada.
«Il sacro seme del nostro signore!»
«Dovresti saperlo, visto che ti piace così tanto berlo» disse Max in un impulso di coraggio o di follia. «Ero entrato in possesso di una reliquia, uno dei tanti prepuzi del Salvatore che circolano nello spazio. Solo che questo era quello vero, e conteneva ancora un po’ del suo DNA. L’ho dato ai Sedeniani e loro, per una modica cifra, ne hanno estratto questo. Sperma di Gesù Cristo. Alla Nuova Mecca pagheranno un sacco di soldi per avere il figlio di Gesù dalla loro.»
«Bestemmia! Eresia! Pagherai questo tuo affronto venendo scopato in culo dai demoni per l’eternità!»
L’Episcopus estrasse il mitragliatore. Ada diede ordine di rispondere al fuoco.
Proiettili e shrapnel esplosero da tutte le parti. La domina sparò con la sua Impaler, ma il prete, divenuto molto più agile in seguito alla trasformazione, evitò il paletto. I comuni proiettili servivano ben poco in uno scontro tra vampiri, che rigeneravano le comuni ferite troppo velocemente.
Max si girò di schiena prima che il conflitto distruggesse il prezioso contenitore. Il suo corpo venne perforato in più punti e si accasciò sulla console dei comandi.
Si accorse in quel momento che il computer segnalava destinazione raggiunta.
Non avrebbe avuto altra occasione per liberarsi contemporaneamente di Ada e dei templari.
Si nascose sotto la console, stando più riparato possibile, e premette il pulsante di apertura delle paratie. Non credeva in Dio, ma si trovò a pregare con le mani giunte su quel piccolo contenitore di sborra.
L’intera nave venne inondata dalla luce distruttrice di Sol.
Lanciando una bestemmia oscena, Leocronus venne disintegrato dalla luce. Ada, i vampiri rimasti e i templari vennero condotti alla stessa sorte tra urla strazianti.
Max sentì un dolore lancinante al braccio, poi divenne tutto nero.

12.

«Ecco a te, mio buon amico. Che farai con tutti questi soldi?» chiese l’imam.
«Prima di tutto, mi comprerò una buona pelle sintetica… e un braccio nuovo. Poi vedrò, non ho fretta di spenderli.»
«So che gli arti clonati non attaccano bene sulla carne morta. A Nuova Baghdad costruiscono buone protesi cibernetiche.»
«Grazie per il consiglio. A buon rendere.»
«Ma’a as salama, amico.»
Max si allontanò tra le vie della Nuova Mecca stringendo la borsa gonfia di denaro nell’unica mano che gli era rimasta. Perdere un arto e arrostire sotto il sole erano stati un buon compromesso per veder crepare Ada.
Lui era libero, e presto il figlio del Salvatore sarebbe nato. Era il caso di levare il culo dalla Nuova Mecca in fretta, prima che scoppiasse una guerra santa.
Forse avrebbe donato un po’ di quei soldi alla Chiesa.
Dopotutto, Gesù lo aveva veramente protetto.


Maurizio Ferrero



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maurizio.ferrero
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Re: Lux perpetua luceat eis

Messaggio#2 » domenica 17 marzo 2019, 17:11

Mi metto in lizza per tutti i bonus:

1) Altissima mortalità dei personaggi
2) Uso creativo della scurrilità
3) Impiego di almeno un termine in latino

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Luca Nesler
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Re: Lux perpetua luceat eis

Messaggio#3 » martedì 26 marzo 2019, 23:50

Il racconto è brutale e pieno d'azione. Uno “Star Trek” con l'aggiunta di vampiri e ammazza-vampiri vaticani. L'ho trovato originale nelle idee e ben scritto, specialmente l'azione e i dialoghi scurrili.
La trama è molto lineare, ma il punto di forza sono le scene d'azione e gli espedienti per renderle di continuo più caotiche e grottesche tra vampiri, invasati in tute potenziate, zombie e mix di tutti gli elementi. La narrazione invece non risulta mai caotica e si segue bene.
Ho molto gradito l'idea del sole finale e dello sperma di Cristo, in linea con “l'anticlericalità” del resto del racconto.
Unico neo: quel momento in cui l'astronave si avvicina e il protagonista la vede dalle finestre che poi saranno oscurate. Questi, secondo me, sono due elementi un po' poco credibili con l'ambientazione del viaggio spaziale. Inoltre io non avrei fatto rizzare i peli del corpo ad un vampiro, ma sono dettagli ininfluenti su tutto il resto.
In definitiva l'ho trovato divertente, spassoso, ricco di situazioni, con un ottimo ritmo e gratificante nel finale. Come un panino con la porchetta.

Bonus: tutti presenti.

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maurizio.ferrero
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Re: Lux perpetua luceat eis

Messaggio#4 » giovedì 28 marzo 2019, 9:07

Grazie Luca.

Una sola nota sui "peli che si rizzano": è legato al fatto che in quella scena Max intraveda la Princeps Templum, che come ho scritto qualche scena dopo è a forma di croce, e ne venga respinto. Ho interpretato l'effetto delle croci sui vampiri come una repulsione naturale simile all'orrore o alla paura.

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Luca Nesler
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Re: Lux perpetua luceat eis

Messaggio#5 » giovedì 28 marzo 2019, 10:39

Quello è chiaro, solo che non si se un vampiro avrebbe una simile reazione biologica non circolando il sangue. Ma in realtà non uscirebbe nemmeno dalle ferite. Insomma, forse ho tutto e basta. Cmq cazzate, il racconto è figo

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Eugene Fitzherbert
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Re: Lux perpetua luceat eis

Messaggio#6 » giovedì 28 marzo 2019, 21:55

WOOO!
Hai dimenticato il piede sull'acceleratore! Ho finito la lettura di questo racconto praticamente spettinato, anche se ho i capelli corti...
A parte gli scherzi, una storia che impone al lettore di arrivare alla fine, e lo sorprende a ogni paragrafo con una invenzione nuova: si parte con i vampiri, nello spazio, con gli schiavi clonati, e poi arrivano gli ammazzavampiri, che diventano pure zombi, e ci sono le reliquie, pure loro clonate e il mercato nero dove poterle vendere...
E che cazzo!

Ottimo, davvero. Forse, nell'introduzione, se accedi alle semifinali, ti conviene limitare la fase un po' troppo tell, dove introduci l'oggetto segreto di Max, per farla diventare più show:
Trasportava un carico di cento umani replicati da utilizzare come riserve di cibo per l’intero equipaggio vampirico della Vlad III, e un piccolissimo contenitore criogenico che si trovava nella tasca della tuta di Max. Al suo interno c’era qualcosa che avrebbe consentito al giovane vampiro di guadagnare il denaro necessario per sganciarsi per sempre dalla sua feroce e millenaria padrona.

capisco questa scelta, serviva per raggranellare qualche carattere in più per il seguito. In semifinale ne avrai qualche migliaio in aggiunta, e puoi rendere questo racconto ancora più bello!

Bonus tutti presenti.
Ancora complimenti e grazie per la lettura divertente e velocissima!

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DandElion
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Re: Lux perpetua luceat eis

Messaggio#7 » martedì 2 aprile 2019, 15:56

Ciao Maurizio,
1) Altissima mortalità dei personagg: come nel mio racconto la voce narrante non muore però direi ok, vengono fatti fuori tutti gli altri
2) Uso creativo della scurrilità, sì, ma in alcuni casi è più esagerato che creativo, in fondo in alcuni passaggi è "gratuito" non apporta molto di più alla narrazione.
3) Impiego di almeno un termine in latino: quanti ne vuoi, un'ave Maria intera!

Detto questo, vado un po' contro corrente. Ammetto che il genere testo ripropositivo di ambientazioni Star Trek / Star Wars (non me ne vogliano i fan di entrambi di averli momentaneamente accomunati) non mi fa impazzire a questo ha pesato un po' negativamente sul mio giudizio. Il racconto a volte per me è faticoso da seguire, molte azioni, ma anche un discreto sforzo per immaginare le ambientazioni. Diciamo che per gli "addetti ai lavori" è più semplice forse. Nel complesso un racconto godibile, ma faticoso.
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!

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maurizio.ferrero
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Re: Lux perpetua luceat eis

Messaggio#8 » mercoledì 3 aprile 2019, 9:47

Grazie Eugene. L'intenzione era effettivamente quella di lanciare una macchina verso il dirupo, con una famiglia di cuccioli di foca chiusi dentro. Contento che tu abbia gradito :)

Eugene Fitzherbert ha scritto:Ottimo, davvero. Forse, nell'introduzione, se accedi alle semifinali, ti conviene limitare la fase un po' troppo tell, dove introduci l'oggetto segreto di Max, per farla diventare più show


Dici? A me quella frase piaceva perché in poche righe da un input molto forte che in teoria dovrebbe spingerti a continuare anche solo per scoprire cosa nasconde Max. Forse dovrei riformularla dal suo punto di vista?

Grazie anche a te Dand. Mi spiace che il racconto non ti sia piaciuto, ho cercato di rendere le sequenze d'azione il più chiare possibile anche per i non avvezzi al genere, ma evidentemente non è così.

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Eugene Fitzherbert
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Re: Lux perpetua luceat eis

Messaggio#9 » mercoledì 3 aprile 2019, 14:48

maurizio.ferrero ha scritto:Dici? A me quella frase piaceva perché in poche righe da un input molto forte che in teoria dovrebbe spingerti a continuare anche solo per scoprire cosa nasconde Max. Forse dovrei riformularla dal suo punto di vista?


Credo che anche a livello di feeling da lettore e di coinvolgimento, sarebbe stato più bello (non meglio o peggio, eh!) che fosse stato lo stesso Max a dirmi che aveva qualcosa da nascondere (toccandosi il taschino, per esempio). Che ne dici?

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Re: Lux perpetua luceat eis

Messaggio#10 » giovedì 4 aprile 2019, 17:49

Hai messo dentro veramente tutto, vampiri, spazio, templari, clonazione, schiavi, zombie e artefatti, ottimo.
La trama è molto lineare, si segue facilmente anche se qui e là ci sono delle ripetizioni che saltano all'occhio.
Sicuramente a causa del poco spazio trovo che seguire gli spostamenti ambientali sia complesso anche per chi, come me, è un fanatico della scifi e dell'horror.
Trovo che le scurrilità, che ci sono senza dubbio, siano quasi totalmente fini a se stesse, messe proprio solo per prendere il bonus, il racconto guadagnerebbe moltissimo se venissero quasi tutte eliminate.
L'idea della clonazione dello sperma di gesù è ottima ma trovo che sia stata liquidata troppo in fretta nel finale come anche la soluzione per vincere lo scontro che porta automaticamente alla morte di tutti tranne il protagonista.
Per altro trovo non raggiunto il bonus sull'alta mortalità dei protagonisti perché è uno solo e si salva, gli altri sono palesemente degli hanchmen funzionali alla storia ma non importanti.
Per il resto direi buon racconto

Bonus: termini latini e scurrilità

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Re: Lux perpetua luceat eis

Messaggio#11 » giovedì 4 aprile 2019, 19:01

Ciao, non dovevo commentarti ma all'inizio avevo sbagliato a guardare e quindi il tuo racconto me lo sono letto pensando fossi dell'altro girone, visto che ti ho letto, ti lascio comunque il mio feedback. :)

Il brano è un buon brano, hai una buona dimestichezza con la scrittura, decisamente più alta della media e si vede. Il brano si legge bene e scorre senza problemi strutturali rilevanti. Ha il pregio di essere riuscito a inserire tante cose in uno spazio abbastanza breve senza grossi attriti e in modo funzionale, giocando su immagini e conoscenze che il lettore ha già in mente per essere efficaci e comprensibili in pochi caratteri.
Se posso darti i miei due cent sui punti un po' più deboli:
1) ti sono scappati un paio di spieghini evitabili;
2) il brano non ha dei veri picchi di tensione, nel senso, ci sono dei punti in cui la storia lascerebbe intendere un livello di tensione più alto, ma questo non passa fino a me che leggo, e visto che hai dato tutte le info necessarie a capire la posta in gioco e la minaccia, a mio avviso è successo perché hai "peccato" un po' nella caratterizzazione del protagonista, ci dedicherei un po' di attenzione in più cercando di far incastrare meglio le sue motivazioni con alcune sue riflessioni personali su quello che accade così non abbiamo solo l'informazione nuda e cruda della posta in gioco e della minaccia ma queste cose le vediamo per bene filtrate dal suo punto di vista che, e qui sta l'inghippo, dovresti rendere meglio caratterizzato. I personaggi secondari sono caratterizzati molto meglio in molto meno spazio, per dire.
3) se da una parte ricorrere a strutture narrative e informazioni note ti ha facilitato nell'immediato, ti penalizza un pochino perché alla fine non mi è restato molto del brano a parte l'intrattenimento (a cui do comunque un grande valore, non lo sto sminuendo), mi è mancato un po' quel quid che me l'avrebbe fatto ricordare a lungo, una trovata singola originale e di grande impatto gli avrebbe fatto fare, sempre nel quadro di un "riciclo" (non in senso offensivo) di idee e trovate narrative come quelle che hai messo in campo, un altrettanto grande salto di qualità.
Ultima nota, il fatto che proprio il tizio abbia trovato il vero prepuzio tra tutti i finti prepuzi è un po' forzata, magari inserisci qualche dettaglio che possa giustificarlo un minimo meglio, per limitare il senso di "eh vabbè, un po' forte come coincidenza..."

Comunque, se fossi stato nell'altro girone ti avrei messo senza dubbio al primo posto (e l'avevo anche fatto, prima di accorgermi che eri nel mio di girone XD )
Se dici cose senza senso, sarai trattato come un paroliere.
Sbattuto su e giù e ribaltato su un tavolo, fino a che le tue interiora saranno fuoriuscite.
E ci leggerò dentro ciò che mi pare, magari il futuro. [cit.]

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maurizio.ferrero
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Re: Lux perpetua luceat eis

Messaggio#12 » venerdì 5 aprile 2019, 13:58

lordmax ha scritto:Hai messo dentro veramente tutto, vampiri, spazio, templari, clonazione, schiavi, zombie e artefatti, ottimo.
La trama è molto lineare, si segue facilmente anche se qui e là ci sono delle ripetizioni che saltano all'occhio.
Sicuramente a causa del poco spazio trovo che seguire gli spostamenti ambientali sia complesso anche per chi, come me, è un fanatico della scifi e dell'horror.
Trovo che le scurrilità, che ci sono senza dubbio, siano quasi totalmente fini a se stesse, messe proprio solo per prendere il bonus, il racconto guadagnerebbe moltissimo se venissero quasi tutte eliminate.
L'idea della clonazione dello sperma di gesù è ottima ma trovo che sia stata liquidata troppo in fretta nel finale come anche la soluzione per vincere lo scontro che porta automaticamente alla morte di tutti tranne il protagonista.
Per altro trovo non raggiunto il bonus sull'alta mortalità dei protagonisti perché è uno solo e si salva, gli altri sono palesemente degli hanchmen funzionali alla storia ma non importanti.
Per il resto direi buon racconto

Bonus: termini latini e scurrilità


Ciao Max. Al di là del poco spazio disponibile, non amo molto descrivere gli ambienti a meno che non siano fondamentali per lo svolgimento della trama. Preferisco concentrarmi su dialoghi, sviluppo dei personaggi, scene d'azione. Insomma, gli scenari per me sono quasi sempre un "fondale". Incasso il commento e lo tengo da conto per la prossima volta.
Sulle scurrilità... beh, ovvio che siano state messe per prendere il bonus. Ma questo si potrebbe dire di praticamente tutti i racconti in gara. Ho voluto giocare prevalentemente sulle scurrilità di due personaggi: Ada, vampira millenaria e dominatrice, che tratta i suoi figli come vermi (e qui penso che la scurrilità ci stia) e Leocronus, che forse ha un po' meno motivazione di essere scurrile... ma volevo utilizzare i suoi dialoghi con come una sferzata ironica verso la chiesa cattolica (battuta sui chierichetti in particolare).
Sulla mortalità, mah, non saprei. Io il bonus l'ho visto non tanto come una questione di protagonisti/personaggi secondari quanto sulla percentuale di morti che ci sono effettivamente alla fine del racconto. Per "altissima" ho inteso come almeno l'80% dei personaggi entrati in scena, e ho dato i bonus agli altri racconti in questi modo. Punti di vista ;)

Marco Lomonaco - Master ha scritto:Ciao, non dovevo commentarti ma all'inizio avevo sbagliato a guardare e quindi il tuo racconto me lo sono letto pensando fossi dell'altro girone, visto che ti ho letto, ti lascio comunque il mio feedback. :)

Il brano è un buon brano, hai una buona dimestichezza con la scrittura, decisamente più alta della media e si vede. Il brano si legge bene e scorre senza problemi strutturali rilevanti. Ha il pregio di essere riuscito a inserire tante cose in uno spazio abbastanza breve senza grossi attriti e in modo funzionale, giocando su immagini e conoscenze che il lettore ha già in mente per essere efficaci e comprensibili in pochi caratteri.
Se posso darti i miei due cent sui punti un po' più deboli:
1) ti sono scappati un paio di spieghini evitabili;
2) il brano non ha dei veri picchi di tensione, nel senso, ci sono dei punti in cui la storia lascerebbe intendere un livello di tensione più alto, ma questo non passa fino a me che leggo, e visto che hai dato tutte le info necessarie a capire la posta in gioco e la minaccia, a mio avviso è successo perché hai "peccato" un po' nella caratterizzazione del protagonista, ci dedicherei un po' di attenzione in più cercando di far incastrare meglio le sue motivazioni con alcune sue riflessioni personali su quello che accade così non abbiamo solo l'informazione nuda e cruda della posta in gioco e della minaccia ma queste cose le vediamo per bene filtrate dal suo punto di vista che, e qui sta l'inghippo, dovresti rendere meglio caratterizzato. I personaggi secondari sono caratterizzati molto meglio in molto meno spazio, per dire.
3) se da una parte ricorrere a strutture narrative e informazioni note ti ha facilitato nell'immediato, ti penalizza un pochino perché alla fine non mi è restato molto del brano a parte l'intrattenimento (a cui do comunque un grande valore, non lo sto sminuendo), mi è mancato un po' quel quid che me l'avrebbe fatto ricordare a lungo, una trovata singola originale e di grande impatto gli avrebbe fatto fare, sempre nel quadro di un "riciclo" (non in senso offensivo) di idee e trovate narrative come quelle che hai messo in campo, un altrettanto grande salto di qualità.
Ultima nota, il fatto che proprio il tizio abbia trovato il vero prepuzio tra tutti i finti prepuzi è un po' forzata, magari inserisci qualche dettaglio che possa giustificarlo un minimo meglio, per limitare il senso di "eh vabbè, un po' forte come coincidenza..."

Comunque, se fossi stato nell'altro girone ti avrei messo senza dubbio al primo posto (e l'avevo anche fatto, prima di accorgermi che eri nel mio di girone XD )


Grazie mille Marco, anche se non eri tenuto apprezzo sempre i commenti!
Rispondo ai tuoi punti:
1) Sì, ammetto che ce ne sono. Necessari, forse potevano essere inseriti diversamente se avessi avuto più spazio.
2) Interessante. Ammetto che non volevo dare una caratterizzazione eccessiva a Max, ma questo è sempre un mio grosso difetto: rendo più interessanti i personaggi secondari che quello principale. Tengo da conto il commento nel caso dovessi trovarmi a modificarlo per il futuro.
3) Il racconto voleva essere puro intrattenimento, senza altri fini. Volevo far divertire e basta. Il ricorrere a informazioni note è purtroppo (o per fortuna? a volte è molto utile) una mia abitudine da game master gdr. Quando racconto, taglio sulle descrizioni per rendermi meno "noioso" e più sbrigativo. Non sono un amante delle storie che si dilungano troppo a raccontare la rava e la fava. Il "riciclo" è palese e voleva essere così, ma sono dell'idea che tante cose riciclate e incastrate con altre che non c'entrano nulla possano generare cose nuove. Non so, non hai trovato un'idea originale i vampiri nello spazio? Lo sperma di Cristo? A me sembravano buone trovate. Poi chiaro che l'originalità sta sempre negli occhi del lettore ;)

Ad ogni modo, contento che ti sia piaciuto. Grazie mille per il commento!

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Marco Lomonaco - Master
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Re: Lux perpetua luceat eis

Messaggio#13 » venerdì 5 aprile 2019, 14:45

Grazie mille Marco, anche se non eri tenuto apprezzo sempre i commenti!
Rispondo ai tuoi punti:
1) Sì, ammetto che ce ne sono. Necessari, forse potevano essere inseriti diversamente se avessi avuto più spazio.
2) Interessante. Ammetto che non volevo dare una caratterizzazione eccessiva a Max, ma questo è sempre un mio grosso difetto: rendo più interessanti i personaggi secondari che quello principale. Tengo da conto il commento nel caso dovessi trovarmi a modificarlo per il futuro. Eh, lo so, è un male comune... è più facile caratterizzare bene e con poco i personaggi che non hanno sulle spalle la responsabilità di portare avanti la trama ed essere al centro dell'arco di trasformazione principale... mal comune mezzo gaudio, si dice :P
3) Il racconto voleva essere puro intrattenimento, senza altri fini. Volevo far divertire e basta. Il ricorrere a informazioni note è purtroppo (o per fortuna? a volte è molto utile) una mia abitudine da game master gdr ma sì, sono master da 15 anni anche io, conosco il meccanismo, era solo per dirti che va tutto bene ma se ci avessi messo quella singola trovata originale, il brano mi sarebbe rimasto più impresso anche nel lungo periodo, ma se non era/è tuo interesse che lo faccia, bene così. Quando racconto, taglio sulle descrizioni per rendermi meno "noioso" e più sbrigativo questo non è per forza un male :D. Non sono un amante delle storie che si dilungano troppo a raccontare la rava e la fava. Il "riciclo" è palese e voleva essere così, ma sono dell'idea che tante cose riciclate e incastrate con altre che non c'entrano nulla possano generare cose nuove e anche qui sono d'accordo, l'originalità è un tema sempre un po' particolare. Non so, non hai trovato un'idea originale i vampiri nello spazio? Lo sperma di Cristo? A me sembravano buone trovate. Poi chiaro che l'originalità sta sempre negli occhi del lettore Amen, purtroppo leggo troppo, l'originalità è un po' una chimera, però visto che scrivi mica male l'avrei apprezzata N volte di più, era detto in senso positivo ;)

Ad ogni modo, contento che ti sia piaciuto. Grazie mille per il commento!
Se dici cose senza senso, sarai trattato come un paroliere.
Sbattuto su e giù e ribaltato su un tavolo, fino a che le tue interiora saranno fuoriuscite.
E ci leggerò dentro ciò che mi pare, magari il futuro. [cit.]

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