Gruppo VIRUS: Lista racconti e classifiche

Appuntamento per lunedì 17 febbraio 2020 dalle 21.00 all'una con un tema scelto da Lorenzo Marone!
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antico
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Gruppo VIRUS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#1 » martedì 18 febbraio 2020, 1:47

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BENVENUTI ALLA LORENZO MARONE EDITION, LA SESTA DELLA SETTIMA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 138° ALL TIME!

Questo è il gruppo VIRUS della LORENZO MARONE EDITION con LORENZO MARONE nella veste di Guest Star.

Gli autori del gruppo VIRUS dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo METEORITE.

I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo STRANIERO


Questo è un gruppo da OTTO racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da LORENZO MARONE. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approsimandolo all'occorrenza per eccesso.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK DELLA SETTIMA ERA (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ancora ottenuto punti nel corso della SETTIMA Era sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via).

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo VIRUS:

Antenne, di Viviana Tenga, ore 22.43, 3320 caratteri
Il cielo fuori dalla finestra, di Wladimiro Borchi ore 23.29, 3087 caratteri
L’Editoriale, di Andrea Lauro, ore 00.49, 3315 caratteri
Trova le differenze, di Laura Cazzari, ore 23.23, 3267 caratteri
Underground, di Luca Nesler, ore 00.06, 3321 caratteri
Punti di vista, di Isabella Valerio, ore 00.57, 1874 caratteri
La spesa, di A.B. Radley, ore 23.18, 3318 caratteri
Cambiano i tempi, di Daniele Torrisi, ore 01.00, 3264 caratteri

Avete tempo fino alle 23.59 di giovedì 27 FEBBRAIO per commentare i racconti del gruppo METEORITE. Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 28 FEBBRAIO, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo METEORITE e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo METEORITE.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

BUONA LORENZO MARONE EDITION A TUTTI!



alexandra.fischer
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Re: Gruppo VIRUS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#2 » martedì 18 febbraio 2020, 10:30

Buongiorno, ecco i miei commenti e relativa classifica:

ANTENNE di Viviana Tenga Racconto in tema. Le paure del presente nel tuo racconto sono molteplici (da quelle delle antenne, che spiano l’intimità, quel G5 mi sa di Grande Fratello orwelliano, a quella della tecnologia letale, ossia il forno a microonde responsabile del tumore venuto alla madre di Rebecca su come ingraziarsi l'addetto alla sorveglianza, passando per quella del parco non più sicuro per i figli di Sonia il fino a quella di Guido: nasconde dietro alla frase volgare rivolta a Rebecca il dolore per essere stato respinto da lei). Questo luddismo nei riguardi delle antenne è ancora sotto forma di progetto nella mente dei protagonisti. L’unico leader è Claudio, ma procede con cautela (deluso dall’irresolutezza degli altri, troppo confusi per passare all’azione, pensa di scaricarli). Il finale è aperto (consegna del cibo a domicilio: quindi un vantaggio nel presente c’è, un hamburger a domicilio. E l’azione da capo di Claudio è di ritirarlo di persona prima di fumarsi una sigaretta: gesto che rivela una certa tensione anche in lui). Molto ben scritto.

IL CIELO FUORI DALLA FINESTRA di Wladimiro Borchi Tema centrato. Che bel gioiello narrativo. Mi piace come hai reso l’atmosfera protetta nella quale vive il protagonista: la torre dalla quale osserva il vento, ma senza udirne il rumore. Certo, perché lui è il solo sopravvissuto ai disastri profetizzati nella Bibbia e questo grazie alle sue doti esegetiche (c’è anche un riferimento ai Testimoni di Geova e alla Torre di Guardia che mi ha dato un indizio stridente sull’eroe che hai creato: un profeta inascoltato, che soffre per l’umanità distrutta dal Corona Virus e dai Migranti Inferociti, le Paure del Presente, poi, certo, l’altro indizio stridente è il Babau che divora i pochi superstiti. Quando intendo stridente, voglio dire che si tratta di falle psichiche nella mente del protagonista e lo trovo un pregio, ne rende più complessa la figura). Il fatto che si chiami Matteo getta una luce sinistra sul suo destino di profeta: incompiuto, visto che è solo nella torre. Il finale contiene un plot-twist molto riuscito: il colloquio della moglie di Matteo con lo psichiatra. In pratica, è lei a tenere in piedi la torre rifugio (con i medicinali che sedano il delirio persecutorio). Amaro il finale: da disturbi mentali così non se ne esce. Basta leggere fra le righe la diagnosi del medico per capirlo (ed è straziante sapere che un uomo così è stato Ministro dell’Interno).

L’EDITORIALE di Andrea Lauro Mi piace la forma che hai usato, quella della lettera ai Lettori e anche per come hai centrato le Paure del Presente (perdere la crescita dei figli per colpa della tecnologia e del tempo che avanza inesorabile). Questo padre è davvero molto ben reso: dapprima si arrende al desiderio di indipendenza lasciandola andare a scuola da sola, e poi alla festa di compleanno (a misura di piccolo invitato: arrivare a casa del festeggiato a piedi è uno scherzo, con nonni preposti alla sorveglianza di rotonde). Però, non è finita: ci saranno i passaggi dell’acquisto del cellulare, del controllo sui social, dell’arrivo dell’adolescenza con il corredo di trucchi veri e Fidanzatino di turno (immaginato nella peggiore luce possibile: capelli con il gel, in possesso da motorino e con lo sguardo da scemo). Altro che trucchi idrosolubili. Mi piace il riferimento al romanzo della Austen con il padre immerso in una famiglia di donne (ma lì le figlie da sistemare erano cinque e alla fine va bene a tutte). Posso solo tifare per questo padre. E gli risponderei che Mr Bennet si è forse goduto le figlie meno di quanto lui non abbia fatto con la propria (meglio pochi minuti con qualcuno che si ama teneramente che le lunghe giornate vittoriane nelle quali le figlie erano trattate severamente e il padre incuteva terrore).
Attento:
le bimbe (ma non ne ha una sola?)

TROVA LE DIFFERENZE di Laura Cazzari Tema centrato. Io non trovo molte differenze. Le Paure del Presente sono rimaste le stesse dopo quasi mezzo secolo. Le fobie nel tuo racconto sono molteplici (quella dell’estraneo venuto a rubare lavoro, ma anche quella della miseria che questi si porta dietro: chi la vede ha paura di caderci dentro, di qui la violenza. E anche quella del mettere al mondo dei figli: chi vede una famiglia numerosa indigente ne fa una colpa a chi l’ha formata, perché forse non se n’è fatta una propria nel terrore di finire così). Poi c’è la barriera culturale (quella della lingua e delle usanze diverse). Il punto di vista del protagonista è molto ben reso (la nostalgia di casa c’è, ma è un uomo che da falegname si è ritrovato disoccupato e si è adattato a un lavoro di fatica sottopagato pur di mantenere la famiglia pur se a stento, proprio perché il suo bel luogo di origine gli ha tolto il futuro).

UNDERGROUND di Luca Nesler Le Paure del Presente qui assumono un carattere psicotico. Manuel ha usato i soldi dell’eredità paterna per creare un bunker per sé e la madre in un centro commerciale. Questo, per via della vicinanza con Aviano e la minaccia dei missili di Putin. Ci credo che la madre Carmen pianga oltre che per la vedovanza, anche per la vita da segregata che le si prospetta insieme a un figlio che si vede ormai sull’orlo della catastrofe (e ha usato il denaro in modo dissennato, visto che a suo dire ormai non vale più nulla, strapagando il bunker a un addetto del centro commerciale). Storia molto ben scritta e dall’atmosfera evocativa, non solo per la cura descrittiva del bunker o nella scena dell’arrivo al centro commerciale, ma anche nella cura dei dialoghi (a ogni battuta di Manuel mi sembrava di scorgere la luce di follia smorzata appena dal sorriso affettuoso alla madre).

PUNTI DI VISTA di Gennibo Questa resa del tema delle Paure del Presente è geniale. Il re e il messaggero in ciambella rappresentano il Regno del Corona Virus e gli indigeni dall’altra parte Il Regno delle cellule sane dell’organismo umano. Il plot twist regge davvero bene. Anche perché il notiziario drammatico del finalino si lega bene al finale, in cui l’organismo umano incrocia le dita sperando che arrivi qualcuno a liberarlo dalla minaccia degli estranei (il virus). Il tutto è descritto sotto forma di fiaba nera che sarebbe piaciuta a Goffredo Parise (quando era nel periodo in cui scrisse “Il ragazzo morto e le comete”).

LA SPESA di A.B.Radley Qui la resa delle Paure del Presente c’è tutta. Tema centrato in pieno e curatissima la scrittura: dai dialoghi all’uso dei paragoni (porte sprangate- bocca serrata dal tetano; cintura dell’accappatoio-lingua che fa la pernacchia). Le paure riguardano quella della sopravvivenza: al lavoro precario (vedi il protagonista costretto a vivere di ripetizioni e volantinaggio che non gli danno neppure di che poter aprire un conto bancario) alla solitudine (la madre, avendo un reddito più sicuro, non lo capisce), fino ad arrivare alla paura del Corona virus (vedi la descrizione dei sintomi del malore del protagonista dopo aver incontrato la donna con il trolley: può essere il contagio? Può essere influenza? Sta per venirgli un infarto, e tutto per fare la spesa). Il finale è agghiacciante: dopo un giro confuso fra gli scaffali del supermercato, ecco la comparsa di un volto femminile dai tratti orientali. L’atmosfera è cupa (tardo autunnale e con il lezzo di urina) e si confà benissimo al tema.

Attento:
Dovresti rendere meglio il dialogo fra lui e la donna. Non si capisce il rapporto fra i due: sembrano incontrarsi per caso, sfuggirsi per via del contagio ed essere estranei, ma poi le lui le dice dove va. E sa dove sta andando lei con il trolley (alla stazione). Ecco, qui hai due strade: o la fai passare da estranea e lui congettura che sta andando verso la stazione (magari ne descrivi l’edificio in lontananza, con lui che la segue con lo sguardo, oppure costruisci un dialogo fra i due, nel quale lei lo conosce bene e ha deciso di scappare a sorpresa e si giustifica tutta impaurita con qualcosa tipo: «Devo tornare a casa mia. Hanno bisogno di me, addio. Perdonami»).

CAMBIANO I TEMPI… di Daniele Torrisi Tema centrato. Le Paure del Presente, nel tuo caso, riguardano le due Guerre Mondiali e sono vere. C’è il timore che qualcosa di simile possa tornare e causare gli stessi danni catastrofici (epidemie, milioni di morti, forse anche malattie da radiazioni, fame, mutilazioni). In questo, gli anniversari sono molto efficaci (per non dimenticare). Molto ben indovinata la scelta di cominciare da un’azione di guerra (molto ben rese le atmosfere della Prima Guerra Mondiale e la morte dei due nemici, l’inglese e il francese). E la comparsa di questa donna, personificazione della Morte, rende il tutto più agghiacciante: mostra loro noncurante il futuro di coloro che verranno di lì a una ventina d’anni e il suo vaticinio per il Ventunesimo Secolo non è dei più allegri. Perché ciò che è accaduto può avvenire di nuovo visto che la natura umana è rimasta invariata negli anni (di nuovo c’è solo il progresso nell’inventare armi sempre più innovative e letali).

Attento:
sì alla prima, Roman (sì, alla Prima, Roman)




La mia classifica è soffertissima, perché siete davvero ottimi autori:

PUNTI DI VISTA di Gennibo

TROVA LE DIFFERENZE di Laura Cazzari

IL CIELO FUORI DALLA FINESTRA di Wladimiro Borchi

L’EDITORIALE di Andrea Lauro

ANTENNE di Viviana Tenga

UNDERGROUND di Luca Nesler

CAMBIANO I TEMPI… di Daniele Torrisi

LA SPESA di A.B.Radley

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Andrea Partiti
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Re: Gruppo VIRUS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#3 » giovedì 20 febbraio 2020, 16:48

Commenti in ordine canonico, classifica al fondo.
Grazie a tutti quelli che hanno evitato migranti e coronavirus, per la mia sanità mentale di lettore :D

Antenne, di Viviana Tenga
► Mostra testo

Il cielo fuori dalla finestra, di Wladimiro Borchi
► Mostra testo

L’Editoriale, di Andrea Lauro
► Mostra testo

Trova le differenze, di Laura Cazzari
► Mostra testo

Underground, di Luca Nesler
► Mostra testo

Punti di vista, di Isabella Valerio
► Mostra testo

La spesa, di A.B. Radley
► Mostra testo

Cambiano i tempi, di Daniele Torrisi
► Mostra testo


1. L’Editoriale, di Andrea Lauro
2. Antenne, di Viviana Tenga
3. Underground, di Luca Nesler
4. Punti di vista, di Isabella Valerio
5. Cambiano i tempi, di Daniele Torrisi
6. Il cielo fuori dalla finestra, di Wladimiro Borchi
7. Trova le differenze, di Laura Cazzari
8. La spesa, di A.B. Radley

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Gruppo VIRUS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#4 » giovedì 20 febbraio 2020, 21:45

Ecco la mia classifica con i relativi commenti:

1) Underground
2) L'editoriale
3) La spesa
4) Punti di vista
5) Antenne
6) Trova le differenze
7) Il cielo fuori dalla stanza
8) Cambiano i tempi


Antenne, di Viviana Tenga
Ciao Viviana. Ben ritrovata.
Il tema è preso in pieno, dato che tratti la questione 5G, motivo di diverse polemiche e allarmismi dei nostri giorni.
Il racconto è ben scritto, anche se nella parte dei dialoghi ammetto di aver fatto un po' di fatica a rimbalzare da un personaggio all'altro. Questo perché in racconti così brevi, con ben poche descrizioni e approfondimenti dei protagonisti, non è semplice identificarli ogni volta che aprono bocca. Forse erano un po' troppi e poco definiti.
In quanto alla trama, non mi ha particolarmente coinvolto. Ho letto in alcuni commenti che volevi, forse, far risaltare l'ipocrisia dei loro ideali, in confronto alle loro abitudini, ma di questo ho trovato solo la sigaretta (la muffa è colpa del proprietario di casa e da quanto hai scritto il ragazzo vuole andarsene da lì, appena può. Il Mac potrebbe non essere una loro abitudine e quindi non inciderebbe sulla loro salute, mentre le canne appartengono alla loro giovinezza. Insomma, se quello era il tuo intento bisognerebbe cambiare qualche passaggio, secondo me).
In quanto a forma, come sempre ben scritto. A rileggerci.

Il cielo fuori dalla finestra, di Wladimiro Borchi
Ciao Wladimiro. Ben ritrovato.
Come sempre, la tua penna è molto efficace e lo stile è ottimo.
Ti parlerò onestamente, però. L'idea iniziale era ottima e sono convinto che in qualche modo saresti riuscito a portarla splendidamente in porto, se non fosse che ti sei lasciato trasportare nel voler dare dei riferimenti molto diretti, cadendo in una parodia un po' troppo banale e in alcuni casi anche superficiale.
Questo perché:
1) sappiamo tutti quanti che Matteo Salvini non è un credente sfegatato ma sfrutta certi riferimenti per avere voti. Quindi, in che modo arriverebbe a una follia religiosa come quella da te descritta?
2) lo stesso vale per gli allarmismi che lancia su molti campi. Lui non ci crede fino in fondo ma sfrutta quella paura per avere voti, come ogni altro politico. Quindi, siamo sempre lì, come arriva a quella fine? L'impatto è poco credibile;
3) non capisco i riferimenti ai testimoni di Geova. Chi li conosce sa molto bene che non credono alla fine del mondo, per quanto credano a un futuro giudizio divino.
Insomma, sono state delle scivolate che a me, lettore, hanno fatto perdere molto il sapore del testo. Peccato.

L'editoriale, di Andrea Lauro
Ciao Andrea, ben ritrovato.
Secondo me il tema c'è: Le paure odierne dell'effetto social sulle nostre relazioni (anche io l'ho trattato con il mio racconto, seppur in chiave diversa). Lo stile è fluido e la tua penna è come sempre efficace. Il fatto che sia scritto come una lettera non mi è particolarmente piaciuto, ma capisco il valido motivo di questa scelta, dal momento che il padre sta scrivendo al suo pubblico del web a dimostrazione che vive la sua vita solamente online (da quello che ho capito).
Il finale così aperto mi ha fatto storcere un po' le labbra, ma viene ben compensato dal contenuto e da come hai gestito il ritmo. Come direbbe l'Antico, per me è un NI tendente al positivo. A presto. :)

Trova le differenze, di Laura Cazzari
Ciao Laura. Ben ritrovata.
Ti ho sempre apprezzata nei tuoi plot twist finali (ricordo ancora con gran divertimento ed entusiasmo quello dell'Ikea), però, questa volta, credo non ti sia uscito al meglio. In primis ti frega il titolo. Quel "Trova le differenze" avverte già il lettore, come a dirgli: "guarda che in questo racconto farò due parallelismi, presta attenzione". In questo modo ti bruci già la sorpresa e leggendo il POV del migrante, se si è abbastanza lucidi e svegli al momento della lettura, si capisce subito dove vuoi andare a parare.
Il testo, comunque, scorre bene. Anche nel tuo caso non posso dire nulla sulla tua penna collaudata. L'unica nota un po' stonata, secondo me (oltre alla frase finale che noto ti ha già evidenziato qualcuno) è il registro linguistico del protagonista. Nel testo parli di feroci critiche da parte dei nordici nel dire all'immigrato che deve imparare a parlare bene l'italiano. Questi, inoltre, faceva il falegname, di conseguenza non era una persona istruita, all'epoca. Questo è quello che viene dato da pensare. Eppure, nel modo che ha di esprimersi con il lettore, non viene fatto intendere questo. Utilizzi vocaboli come "status", che oggi pochi utilizzerebbero in una conversazione, figuriamoci una persona degli anni 60 con le caratteristiche che hai messo tu. Questa, perlomeno, è stata la mia personale sensazione. Per il resto, un po' poco originale ma ben scritto. A presto.

Underground, di Luca Nesler
Ciao Luca, ben ritrovato.
Il tuo racconto mi è piaciuto tantissimo. L'ho trovato molto divertente, seppur con alcune note amare se si fa proprio il punto di vista della madre. Una cosa che ho apprezzato molto è il realismo della scena e dei dialoghi. In ogni sua parte ho trovato reazioni ed espressioni credibili, tanto che mi hanno davvero immerso mentalmente nella situazione. Non ho altro da dire, se non anticipare che è uno dei miei preferiti del girone. Complimenti. A presto.

Punti di vista, di Isabella Valerio

Ciao Isabella. Ben ritrovata.
Mi trovo un po' combattuto nel commentare il tuo racconto. Questo perché è indubbiamente scritto bene e ha anche degli interessanti riferimenti (come il Fiume Rosso), ma la reazione che ho avuto nel leggerlo non è andato oltre al "carino", ossia quel sorriso dato dalla simpatia di una situazione. Una piccola battaglia alla "Esplorando il corpo umano" (o si chiamava "Siamo fatti così"?) in cui il virus combatte contro gli anticorpi. Nulla di nuovo sotto il sole, insomma, senza alcun colpo di scena se non l'attesa dell'arrivo del vaccino. Un testo, quindi, senza infamia e senza lode, secondo me, mantenendosi sulla metà classifica. In ogni caso, brava per la forma e per lo stile.

La spesa, di A.B.Radley
Ciao e ben trovato. Credo sia la tua prima volta, o sbaglio? Di sicuro è la prima in cui ci incrociamo.
Intanto ti faccio i miei complimenti per lo stile. Hai una penna davvero buona, molto evocativa, soprattutto con le similitudini.
Ti ho seguito davvero bene e il ritmo era piuttosto calzante. Credo che il testo sarebbe stato molto solido, se non fosse stato per il finale. Hai un po' sgretolato quanto costruito prima, secondo me, lasciando in sospeso troppe cose con poche frasi. Chi è la ragazza cinese? Lavora lì oppure lo sta aspettando? (hai risposto nei commenti a questa domanda ma non è chiaro nel testo). Perché lui la conosce? Sapeva di trovarla lì? Quel "bellissimi occhi" lascia intendere che lui ne sia innamorato? Come si colloca questo con quanto raccontato? Cosa volevi trasmettere? Forse il contrasto tra la paura di farsi infettare da lei e l'amore che prova nei suoi confronti? Insomma, secondo me dovevi essere più diretto e specifico, dando un affondo finale. Ciò non toglie che per 3/4 il racconto è stato davvero di altissimo livello. Spero di rileggerti. A presto!

Cambiano i tempi, di Daniele Torrisi

Ciao Daniele. Ben ritrovato a MC.
Il tuo testo è ben scritto, ma credo che presenti alcuni problemi di ritmo. Mi spiego. Il ritmo c'è ed è intenso, come è giusto che sia rappresentando una guerra. Però, se si vuole tenere questa andatura, credo che l'eccesso di descrizioni e di ricercatezza rischi di far incespicare la mente del lettore e fargli perdere il filo. Nelle prime letture, infatti, ho capito le situazioni più nel loro insieme che nei dettagli, proprio a causa di questo. Secondo me andrebbe un po' snellito.
In quanto alla traccia, secondo me non l'hai presa in pieno. Il fatto che le guerre sono provocate dalle paure è vero, lo sappiamo, ma qui dovevi essere più specifico su quale paura, nel dettaglio, la stesse scatenando. Inoltre, prendi in considerazione il tempo presente solo utilizzandolo come riferimento nel dialogo, ma l'ambientazione non lo è. Insomma, questi escamotage non mi hanno molto convinto. Alla prossima.

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maurizio.ferrero
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Re: Gruppo VIRUS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#5 » venerdì 21 febbraio 2020, 22:39

Antenne
Un racconto di paure moderne in cui le contraddizioni la fanno da padrone. Mi è piaciuto come ricalca e ironizza su quelle che sono contraddizioni reali: mancavano solo i vegani che fumano e guidano macchine mega-inquinanti e avevamo il pacchetto completo.
Come sempre ben scritto, i dialoghi sono accattivanti e in generale la narrazione è piacevole. Lanci l'amo su alcune questioni che meriterebbero di essere approfondite (ad esempio, che è successo tra Guido e Rebecca?), ma lo spazio limitato non ne ha ovviamente permesso l'inserimento. Peccato.
Il finale da il colpo di grazia per quanto riguarda le contraddizioni, ma non spicca rispetto al resto del racconto. Nel complesso risulta tutto molto lineare.
In buona sostanza: una narrazione ben scritta, ironica, non molto originale. Ma non credo che fosse quello l'intento.

Il cielo fuori dalla finestra
Hai fatto un bel lavoro nell'agganciare i riferimenti alle citazioni dell'apocalisse, con un tempo così limitato non deve essere stato semplice. Buona la narrazione, riesce a far sembrare che tutto stia accadendo davvero fino a quasi alla rivelazione finale. Dico "quasi" perché aver nominato la Torre di Guardia mi aveva messo sull'attenti per quanto riguardava la presenza di plot twist. Mai fidarsi dei testimoni di Geova.
Una sola cosa non mi ha entusiasmato, che avevo già fatto notare a un racconto di un'edizione precedente (mi pare proprio tuo, se la memoria non mi inganna): la palese citazione all'ex-ministro dell'interno. Capisco l'intento satirico, ma ha anche il duplice effetto di ammazzare la sospensione dell'incredulità. Insomma, trasforma il racconto da storia vera e propria a metafora ironica da social network.
Non che sia un male, in realtà. Ma credo che la storia avrebbe funzionato anche se il protagonista fosse stato uno qualunque.

L’editoriale
Ti dico subito che la forma giornalistica non è tra le mie preferite, ma non voglio che un gusto soggettivo vada a influire sul commento.
Il racconto è buono. Ben scritto, dà le informazioni giuste ed evoca delle belle immagini nella mente. Sfrutta bene l'ironia di un padre un po' indietro con i tempi e forse anche condizionato da un velato maschilismo (anche se dalle sue parole pare che stia cercando di porvi rimedio).
Alla fine, ci sono nuove domande e non risposte. Perfettamente in linea con un editoriale giornalistico. Ben fatto.
Quello che non trovo è l'attinenza con il tema. C'è la paura di vedere il proprio figlio crescere, ma non mi verrebbe da dire che si tratta di una "fobia figlia del nostro tempo". È un timore che credo possano avere tutti i genitori, senza che per questo si crei il vero e proprio allarmismo richiesto dal contest.

Trova le differenze
La tua "testimonianza" va dritta al cuore come una freccia. Colpisce, fa male, invita a riflettere (purché tu sia sopravvissuto all'impatto). Insomma, molto buono, anche se non sono un grande fan delle narrazioni "raccontate". Troppo tell e poco show, ma dato il messaggio che vuoi trasmettere ci può ancora stare.
Le frasi consecutive con "La verità... la verità... la verità..." mi sono sembrate un po' troppo ripetitive nell'attacco, avresti potuto trovare un modo diverso per proporle al lettore. Il resto mi sembra tutto molto buono, pesante e carico di sentimento il pezzo in cui il protagonista narra del pestaggio subito dai giovani.
Ultima pecca: l'ultima frase. "Cinquant’anni dopo… migranti in fuga. Trova le differenze" è superflua. Il senso del racconto si evince dalla frase precedente, avresti potuto chiuderla lì, invece chiudi con questa frase che si rivolge direttamente al lettore sottolineando l'ovvio.

Underground
Il tuo racconto mi ha davvero divertito. Davvero, si percepisce la disperazione della madre e allo stesso tempo la sua remissione per quel figlio un po' scemo che si ritrova. Non si sa cosa sia successo a Renato, e forse era un accenno evitabile visto che poi questo dettaglio ha poco seguito nel racconto, ma tutto sommato può funzionare. La situazione vira verso un finale tragicomico, in cui ogni parola superflua viene lasciata indietro per creare una situazione quasi interamente retta dai dialoghi, che funziona bene e regge in piedi tutta la baracca.
Ottimo l'accenno ai russi e alle videocassette, che fanno capire che il racconto è ambientato negli anni 90. Cosa che, però, ti fa andare leggermente fuori dal tema del contest: le paure dei NOSTRI giorni. Una guerra tra America e Russia al momento non è minimamente probabile, dato che quel mattacchione di Trump si diverte a fare accordi con Putin. Ma se inteso come generica "paura della guerra" può ancora entrarci, dai.
Ottimo lavoro. Continua così.

Punti di vista
Di recente hanno messo "Siamo fatti così" su Netflix e ne ho riguardato qualche episodio, quindi ho capito subito cosa stessi escogitando. È molto interessante come tu sia riuscita a inserire una psicosi dentro una psicosi: dietro il messaggio palese della situazione del Coronavirus, si legge un metafora piuttosto calzante sul razzismo e la situazione migratoria.
Un vero racconto con un doppio fondo segreto.
Per quanto riguarda la struttura, è piuttosto lineare ma funzionale. Visto che avevi ancora parecchi caratteri a disposizione sarebbe stato interessante vedere qualcosa di più sulla guerra in atto per la conquista del fiume, ma non è una grave mancanza.
Un buon lavoro: divertente, ironico e pregno di messaggi.

La spesa
Riesci a tratteggiare la psicosi da contagio in maniera precisa e allo stesso tempo aggressiva. Frasi brevi, ricche di aggettivi ma allo stesso tempo per nulla pesanti, che esaltano la follia dettata dalla paura infondata.
Non ha importanza che la ragazza cinese alla fine sia una dipendente del supermercato o una cliente. Il protagonista se la ritrova davanti ed è costretto a fronteggiare la sua nemesi.
Il racconto è buono proprio per come è costruito: il classico esempio di storia non molto originale, ma che funziona ed è piacevole da leggere perché è scritta bene.
Non ho molto altro da dirti: davvero un buon lavoro!

Cambiano i tempi…
Dunque, il tuo racconto secondo me presenta qualche problema, specialmente con il ritmo. La prima parte d'azione è ben scritta, ma è troppo lunga (occupa più della metà del testo) e pagna veramente poco con la seconda parte. C'è uno stacco netto tra le due situazioni, cosa che può anche avere senso data la morte dei due protagonisti, ma credo che tutta la prima parte poteva essere ridotta in modo da darti più spazio per la seconda, che è più interessante ed è il vero fulcro del racconto.
Poi, ho dubbi sull'identità della ragazza: è la Guerra (inteso come il cavaliere dell'apocalisse), oppure la Morte? Non è chiaro, e in definitiva potrebbe pure essere qualcun altro, perché la sua identità non è definita né dall'aspetto fisico (sarebbe stato interessante darle qualche dettaglio fisico per fare intendere chi fosse), né dalle sue parole.
Il tema della paura della guerra per me è centrato.


1. La spesa di A. B. Radley
2. Underground di Luca Nesler
3. Punti di vista di Isabella Valerio
4. Antenne di Viviana Tenga
5. Il cielo fuori dalla finestra di Wladimiro Borchi
6. L'Editoriale di Andrea Lauro
7. Trova le differenze di Laura Cazzari
8. Cambiano i tempi... di Daniele Torrisi

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antico
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Re: Gruppo VIRUS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#6 » lunedì 24 febbraio 2020, 21:21

Giovedì scade il tempo per la consegna delle classifica e vi mancano solo quelle di Alessio Magno e Roberto Masini.
Ricordo a tutti che dopo ogni mio controllo le classifiche già postate non possono più essere modificate.

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roberto.masini
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Re: Gruppo VIRUS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#7 » giovedì 27 febbraio 2020, 0:15

Ecco i miei commento con la relativa classifica, per me condizionata dalla ricerca della fedeltà al tema

Trova le differenze di Laura Cazzari Ciao, Laura. Il tuo racconto mi è piaciuto moltissimo. Reiterare parallelismi tra il passato e il presente in un vortice di corsi e ricorsi storici non è affatto un'operazione banale, soprattutto se si utilizzano descrizioni crude che affondano nel cervello.La xenofobia nelle sue infinite sfaccettature è una paura,figlia dell'allarmismo dei nostri giorni.Si dimostra però che l'uomo, pur nel suo incessante progredire, è sempre uguale a se stesso. Scrittura ottima. Tema centrato. Per cercare il pelo nell'uovo, forse anch'io avrei usato condizione anziché statua!

Il cielo fuori dalla finestra di Wladimiro Borchi Ciao Wladimiro. Un raffinato esempio di escatofobia con i riferimenti biblici all'Apocalisse; per me appassionato di ermeneutica è stata una lettura avvincente. Qualche distratto commentatore ha eccepito che l'unico Matteo con le fisse religiose sia Renzi. Evidentemente non ricorda i rosari, i crocifissi e le rivelazioni mistiche dietro le quali si era nascosto il nostro per mero calcolo politico. E io quindi ho apprezzato che questo falso Cristianesimo possa portare alla follia. "Maledetto chi fa perdere al cieco il suo cammino" Deuteronomio 27.18. Brillante scrittura. Tema centratissimo.

La spesa di A.B. Radley Ciao, Arthur. Mirabile esposizione della patofobia in un clima decisamente tenebroso. Il non detto arricchisce il racconto.( Quali sentimenti prova il protagonista per la donna con il trolley?). Il tema è centrato. Non solo la paura del contagio viene tracciata con poche efficaci pennellate: precariato e solitudine si aggiungono. Non mancano arditi paragoni che sono stati evidenziati da tutti i commentatori. Su tutti, naturalmente il linguacciuto accappatoio. Incisivo finale. Complimenti.

Underground di Luca Nesler Ciao, Luca. Ancora la paura della catastrofe atomica, fobia che si ripresenta, di tanto in tanto, dal 1945 in poi. Qui è stata resa in modo originale attraverso ruoli un po' scambiati secondo uno schema logico: la mamma anziana non è ottusa, il pazzo è il giovane figlio.La sua decisione di vendere la casa per affittare un bunker nel centro commerciale non può che condurre la madre a versare calde lacrime. Tema centrato.

Antenne di Viviana Tenga Ciao, Viviana. Ci troviamo di fronte a un'altra paura moderna: la tecnofobia. Il tema è quindi centrato. Mi è sembrato invece complicato gestire tutti quei personaggi anche se, devo dire, sono state ben delineate le dinamiche che intercorrono tra di loro: il leader, la fragile, il respinto, la mamma. Forma perfetta. Il finale aperto mi ha lasciato un po' perplesso rispetto allo stimolo della fobia.

Punti di vista di Gennibo Ciao, Isabella. La scelta di utilizzare la forma fiabesca per parlare del Coronavirus non mi è sembrata particolarmente efficace. Non c'è il drago, non c'è il mostro, non c'è l'orco, figure forse scontate ma più in linea rispetto alla drammatica malattia. Qui c'è il Re, il Fiume Roso le ciambelle ecc. ecc.Naturalmente la scrittura risente della scelta stilistica e vi si adatta perfettamente. il tema è comunque centratissimo.

L'Editoriale di Andrea Lauro Ciao, Andrea. Racconto bellissimo. mi sono ritrovato nelle mie situazioni di padre apprensivo che deve rendersi conto che i figli devono poter volare via da soli dal nido. La forma della lettera ai lettori è secondo me molto persuasiva. Ma c'è un ma. Secondo me il tema non è affatto centrato. Qui non c'è nessuna fobia , figlia dell'allarmismo: qui ci sono tutte ( e magnificamente descritte!) le preoccupazioni (non le fobie!) di un padre. Se il racconto fosse stato a tema libero, l'avrei collocato in cima alla classifica.

Cambiano i tempi...di Daniele Torrisi Ciao, Daniele. Le descrizioni mi hanno portato direttamente dentro le trincee della Prima Guerra Mondiale. Scrittura efficace e potente. Altrettanto forte la figura della Morte. foriera di altre sventure in un'ottica di corsi e ricorsi storici di vichiana memoria. Ma il tema, secondo me, non è centrato. Dov'è la fobia? Il termine fobia indica un'irrazionale e persistente paura e repulsione di certe situazioni, oggetti, attività, animali o persone, che può, nei casi più gravi limitare l'autonomia del soggetto ma che non rappresenta un reale pericolo per la persona. La Guerra e la Morte non sono certo paure irrazionali!

CLASSIFICA:
1) Trova le differenze di Laura Cazzari
2) Il cielo fuori dalla finestra di Wladimiro Borchi
3) La spesa di A.B. Radley
4) Underground di Luca Nesler
5) Antenne di Viviana Tenga
6) Punti di vista di Isabella Valerio
7) L'Editoriale di Andrea Lauro
8) Cambiano i tempi... di Daniele Torrisi

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Puch89
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Re: Gruppo VIRUS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#8 » giovedì 27 febbraio 2020, 16:54

1) Il cielo fuori dalla finestra - Wladimiro Borchi
2) La spesa - A.B. Radley
3) Punti di vista - Isabella Valerio
4) L'Editoriale - Andrea Lauro
5) Underground - Luca Nesler
6) Antenne - Viviana Tenga
7) Cambiano i tempi - Daniele Torrisi
8) Trova le differenze - Laura Cazzari


Antenne - Viviana Tenga
Ciao Viviana!
La prima cosa che voglio dirti è che il racconto si lascia leggere con una facilità disarmante, scorre alla grande in un attimo per me significa già molto. Il tema toccato è originale, personalmente ho fatto fatica in questo contest a trovare un'idea buona ma il 5G proprio non mi aveva toccato l'anticamera del cervello.
Per il resto il contenuto di per sé è abbastanza blando e il finale poco convincente, sarà perché forse si intuisce sin dall'inizio di cosa sta parlando e che l'attenzione è incentrata più sulle vicissitudini dei personaggi che sulla situazione di per sé, tanto da escludere un colpo di scena che, difatti, non arriva. Però ho apprezzato come li hai caratterizzati, sulla meschinità e le contraddizioni, da questo punto ti vista niente da dire anzi, complimenti.
Un racconto discreto, piaciuto ma non lascia granché su cui riflettere. Alla prossima!

Il cielo fuori dalla finestra - Wladimiro Borchi
Ciao Wladimiro, lietissimo di rileggerti.
Che dire, sono qui da ormai qualche mese e quando leggo qualcosa di tuo mi trovo sempre catturato dal tuo stile, riesci con un mirato ventaglio di definizioni ad entrarmi in testa creando il giuso clima; è come se piazzassi nell'anticamera del mio cervello un bel divano comodo e mi offrissi da bere, luce soffusa, musica d'atmosfera, per poi propinarmi un testo ammaliante ed evocativo.
Mi sento di farti questi complimenti come premessa perché qui dentro nonostante la capacità di molti, rientri tra i pochi in grado di coinvolgermi in tal modo.
Venendo al racconto, l'ho trovato eccellente nell'intreccio, nelle analogie, nell'idea e nel modo in cui sei riuscito a districarti tra satira e religione, mantenendo una certa forma che spinge ad arrivare alla fine senza fatica, il tutto col poco tempo a disposizione che abbiamo. Davvero notevole, per quanto mi riguarda.
Il finale, senza troppe menate, mi è dispiaciuto solo perché scivola un po e appare inferiore a tutto il resto, ma col giusto occhio in realtà so che non è così. Considerando le tue intenzioni iniziali va più che bene, il doppio riferimento a "Matteo" (satirico e biblico) è un colpo di genio.
Tema centrato, tra i migliori letti fino ad ora in questa edizione. Complimenti.

L'Editoriale - Andrea Lauro
Ciao Andrea, lieto di rileggerti!
Sono tra quelli che non amano molto il formato giornalistico, perché non apprezzo molto la ricerca costante del sensazionalismo che a volte deve trasparire per forza di cose da un format del genere, ma tu l'hai saputo gestire davvero bene, credimi.
Si empatizza con il padre dopo poche righe, si evincono le sue intenzioni oneste e non subdole, la ricerca di rimanere aggrappato all'infanzia ormai lontana di sua figlia che fa spazio all'adolescenza sgomitando giorno per giorno.
Le piccole chicche che dettagliano il rapporto che ha con lei nella sua mente aiutano ad entrare nella sua sfera emotiva, ed è la cosa che ho apprezzato maggiormente. Il finale rimane aperto ed è giusto così, non è stato impostato in modo da chiudersi in maniera brusca e farlo sarebbe stato una forzatura. Leggero, scorrevole, ma prende.
Il tema più o meno c'è, il modo in cui hai tentato di portarlo all'attenzione di chi legge non è molto funzionale, va ricercato un po', ma tutto sommato è presente.
Nel complesso bel racconto leggero e fresco, nonostante il format che, ripeto, non apprezzo, ma sei riuscito a farmi andare oltre, quindi chapeau. Assai gradevole, mi è piaciuto.
Alla prossima!

Trova le differenze - Laura Cazzari
Ciao Laura.
Non sono un grande amante del raccontato, o perlomeno dev'essere qualcosa di parecchio ispirato o non riesce proprio a catturarmi, come difatti è accaduto qui, ma è più un mio limite che una tua mancanza.
Il testo lascia trasparire i sentimenti del protagonista senza problemi, riesce a coinvolgere ma allo stesso tempo non si ha moltissima voglia di continuare fino alla fine, perché riga dopo riga è chiaro dove il finale vada a parare, come è accaduto.
Il tema è centrato, anche se la discriminazione razziale è decisamente costante nel tempo, a prescindere dall'epoca contestualizzata. Certo, ci sono picchi e minimi tra i vari momenti storici che si svolgono in modi e luoghi diversi ma grandi linee è una problematica umana sempre presente, quindi, per me, non molto originale.
L'unico momento che ho "sentito" è quello del pestaggio, che smuove qualche corda interiore.
Ti ho visto scrivere cose molto più coinvolgenti, ecco.
Alla prossima!

Underground - Luca Nesler
Ciao Luca, ben ritrovato, mancavi da un po' (e si sentiva).
Racconto davvero leggero, un po' "situation comedy" ma non per questo non apprezzabile, anzi.
L'inizio è un po' confuso, cioè, non si capisce molto bene dove voglia andare a parare, e più di una volta ho trovato difficoltà ad inquadrare l'età sommaria del figlio di Carmen, pensavo fosse piccolo ma poi invece non lo è, visto che è stato in grado di prendere accordi per un locale tecnico-bunker. Non è una critica, solo che ho fatto un attimo fatica in tal senso.
Scorre bene fino al finale, che lascia intendere quanto la madre sia stravolta dalla scelta assai discutibile di suo figlio, sebbene non concluda in maniera netta la situazione, diciamo che rimane un po' appesa e mi sarebbe piaciuto vedere una reazione di Carmen di fronte a quell'assurdità architettata.
Il tema ci sta, anche se come ti ha fatto notare Maurizio, l'ambientazione non è proprio attuale e quindi è un po forzato ma volendo chiudere un occhio ci sta tutto, perché "'l'isteria" di Manuel lo ha spinto a sperperare la sua eredità.
Molto carino, bravo Luca.

Punti di vista - Isabella Valerio
Ciao Isabella, ben trovata!
Che dire, racconto breve ma davvero eccezionale, di una genialità incredibile.
Lì per lì non avevo capito, ma da grande amante dell'opera a cui ti sei ispirata, nel momento in cui ho realizzato mi sono gasato davvero. Si svolge in maniera semplice e lineare, dialoghi semplici ma perfettamente funzionali.
Non ho molto da dire, se non che mi è piaciuto davvero tanto, mi sarebbe piaciuto fosse durato qualcosa di più, ma anche così va più che bene. In conclusione, testo originale e divertente. Il tema è chiaramente centrato. Complimenti davvero, me ne ricorderò a lungo.

La spesa - A.B. Radley
Ciao, piacere di leggerti.
Che dire, questo racconto va spedito che è un piacere, riesci a descrivere l'ambiente e le situazioni in maniera evocativa mantenendo un certo tono animoso che riesce a far trasparire la gravità della questione.
L'incontro con la tizia mi è parso subito chiaro; lei è un'estranea, sta andando per fatti suoi ed incrociare un altra persona in maniera così improvvisa e ravvicinata è stato traumatizzante per entrambi, la cosa è resa molto bene.
Il finale di per sé non è malaccio, ma mi aspettavo un colpo di scena o qualcosa all'altezza del resto del testo, che è andato giù come un bicchier d'acqua riuscendo a stimolarmi le giuste corde. Ma tutto sommato ci sta, mette il protagonista di fronte la sua paura più grande, e si tronca così, d'effetto ma non troppo diciamo, ecco.
Tema centrato, senza dubbio un buon racconto. Alla prossima!

Cambiano i tempi - Daniele Torrisi
Ciao Daniele, felice di rileggerti.
Veniamo al dunque, è indubbio che sei capace di descrivere scenari di guerra (come nel racconto del contest precedente a questo) in maniera davvero esemplare, evocativa, intensa. Con il giusto occhio mentale, si riesce a calarsi nelle trincee e nelle situazioni violente e frastagliate della guerra del secolo scorso, su questo non si transige, davvero bravo.
Ma come ti hanno già detto molti, il ritmo è un problema. La mole di descrizioni ed il ritmo serrato nello svolgersi dell'azione rendono la lettura un poco difficoltosa, il che è un peccato perché il contenuto c'è, ma lo si fruisce con una certa lentezza.
In questo caso la prima parte è tanto evocativa quanto troppo ricca rispetto alla seconda, le hai dedicato troppo spazio quando avresti dovuto fare l'opposto, in quanto è proprio la fine il cuore di ciò che stai cercando di comunicare con questo testo.
La Guerra è ben resa (avevo capito chi fosse, con un pizzico di fortuna) ma arrivarci non è proprio immediato, il che non significa necessariamente che sia un male, ma ad alcuni potrebbe far storcere il naso.
Alla fine della fiera, il racconto mi è piaciuto, ma sarebbe stato molto più apprezzabile gestendo meglio descrizioni, ritmo e spazio dedicato tra incipit svolgimento e finale. Tema centrato? Ni. La paura della guerra e della morte sono cose naturali insite nell'animo umano, la fobia e l'isteria è un po' messa da parte in questo racconto.
Alla prossima lettura!

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Re: Gruppo VIRUS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#9 » giovedì 27 febbraio 2020, 18:00

Avete ricevuto tutte le classifiche.

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Re: Gruppo VIRUS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#10 » domenica 1 marzo 2020, 14:23

Mannaggia che gran casino il vostro gruppo, ragazzi. Complimenti a tutti per i racconti postati, davvero. Consapevole che la mia classifica, questa volta, sarebbe stata decisiva per molti, ho cercato di essere estremamente chiaro sul perché delle mie valutazioni.

1) L’Editoriale, di Andrea Lauro
I tuoi racconti hanno il grandissimo pregio della eccezionale coerenza interna, qualunque sia il taglio che tu decida di dare loro. Sulle prime, questa forma da editoriale non mi aveva convinto (parlo in corso di lettura), ma frase dopo frase mi ci hai portato dentro e, cosa ancora più fondamentale, mi hai fatto recedere anche dall'altro grande dubbio che mi attanagliava: quello sul fatto se considerarlo racconto o meno. Lo è proprio per la forma editoriale che hai voluto dargli. E il tema c'è tutto. Infine, ultima nota di merito che mi sento di sottolineare: il tuo non dire tutto, ma facendolo uscire pian piano (esempio: il titolo del romanzo). Pollice su, per me.
2) Underground, di Luca Nesler
Bello, mi è piaciuto. Tieni un giusto equilibrio dall'inizio alla fine e lasci il lettore in tensione per la sorte della donna (passando dal centro commerciale a, o almeno l'ho pensato io, una casa di riposo fino al bunker). Il tema è attuale, anche se ambientato negli anni 80/90. Per me un pollice su che però finisce dietro al racconto di Lauro solo per una minore empatia arrivatami dalla lettura del tuo testo.
3) Il cielo fuori dalla finestra, di Wladimiro Borchi
Il finale, Wladimiro, il finale. Controlli il tutto splendidamente, poi chiudi con quella mezza battuta che non può che buttare il lettore nella drammatica serietà della deficienza di QUEL Matteo e a quel punto, per forza di cose, possono cercarsi correlazioni non corrette con la realtà dei fatti. Di contro, un finale più sfumato "Lo sa che per un periodo è stato anche convinto di essere Ministro dell’Interno?" sarebbe stato più in linea con il tono del racconto e lo avrebbe portato al pollice su senza se e senza ma. Allo stato attuale lo valuto come un pollice tendente all'alto in modo convinto, ma è incredibile come una semplice, e anche banale, sfumatura possa, in più se presente nel finale, rischiare di danneggiare un'opera così rifinita fino a quel punto.
4) La spesa, di A.B. Radley
Wow, hai una penna eccezionale, davvero. Qualche problemino sul racconto che paga due problemi principali: 1) Esce di casa per pagare la bolletta, ma poi si ritrova in un supermercato inficiando in tal modo il motore iniziale del movimento del racconto (vero che citi anche la necessità di riempire il frigo, ma è come se si perdesse qualcosa per strada non chiudendo un cerchio) e 2) il finale con la ragazza asiatica non arriva chiaro perché si percepisce che è una commessa, ma sembra anche un qualcuno che esce dall'ombra come un pericolo mentre invece lui sembra percepirla come una liberazione, una luce. Non aiuta neppure il fatto che nella nostra realtà il pericolo fosse, inizialmente, proprio percepito nell'asiatico, cosa che porta a cercare un senso nella tua scelta. Insomma, tre quarti di racconto condotti egregiamente e un finale che non ne rende assolutamente, a mio parere, giustizia. Detto questo, con un finale che chiudesse bene poteva essere il migliore del lotto. Pollice tendente all'alto, per me.
5) Punti di vista, di Isabella Valerio
Cribbio, sono molto combattutto su questo racconto. Mi rendo conto che non avendo mai visto una puntata della serie da cui prende spunto non ho potuto apprezzarlo in prima lettura tanto quanto altri (e questo, per me, è sempre un problema del racconto perché ad appoggiarsi su elementi esterni si rischia di non arrivare a chi quegli elementi non li conosce). Allo stesso tempo, non ho apprezzato il richiamo diretto nel finale, ma mi rendo conto che è funzionale al contestualizzare proprio per chi non conosce la serie, anche se arriva comunque come una forzatura. Di contro, il Fiume Rosso è davvero un colpo di genio nel contesto più allargato in cui si inserisce. Avevi ancora quasi il doppio dei caratteri utilizzati e sono convinto che avresti potuto risolvere le problematiche anche per i soggetti quali il sottoscritto. Devo fermarmi a un pollice tendente all'alto in modo non brillante posizionandoti davanti ai racconti di Viviana e Laura perché qui mi sembra esserci un tocco di maggiore originalità (pur nella non originalità del riferimento alla serie).
6) Antenne, di Viviana Tenga
Sì, il problema principale del racconto sta proprio nel numero di personaggi che hai voluto inserirci: troppi. In più, accentrando così tanto su Claudio e non dando spazio totale al dialogo ti sei bruciata la possibilità di caratterizzarli e il peccato originario ne è stato enfatizzato. Buona l'idea, avrei cercato delle contraddizioni più forti e non il semplice fumare, il Mac, o il lasciare l'appartamento a se stesso (con però la scusante del fatto che dovrebbe essere il padrone di casa a occuparsene, considerazione che apre a una miriade di sfaccettature che possono, in effetti, deresponsabilizzare Claudio). Per il resto, si legge strabene, ma questa è proprio la caratteristica più forte del tuo stile: quella di riuscire a parlare in modo semplice e chiaro a tutti. Direi un pollice che punta verso il positivo, ma con diverse ombre che non lo rendono brillante.
7) Trova le differenze, di Laura Cazzari
A mio avviso, il problema principale di questo testo sta nel registro linguistico, troppo accurato per la voce narrante. E, paradossalmente, proprio questa accuratezza fa risaltare l'altro problema, quello del troppo narrato. Mi spiego: fosse stato più sporco, scorretto, disordinato, si sarebbe potuto accettare la mancanza di uno show con il dominio del tell, proprio perché la voce narrante non avrebbe avuto gli strumenti per mettere insieme un'impalcatura diversa. Invece, la pulizia del tutto non porta il lettore dentro al protagonista e quindi tutte le problematiche ne risultano enfatizzate. E quanto detto al netto della scelta di mostrare il passato in rapporto al presente, buona soluzione che, però, risulta in parte inficiata proprio per la tua scelta strategica. Non un pollice ni perché non sarebbe giusto, ma tendente verso l'alto anche se non in modo brillante e con diverse problematiche.
8) Cambiano i tempi, di Daniele Torrisi
Da appassionato di storia di trincea a (presumo tu lo sia) appassionato: vorrei consigliarti la lettura di NIENTE DI NUOVO SUL FRONTE OCCIDENTALE di E.M.Remarque. La tua direzione mi sembra chiara: intendi dipingere la guerra attraverso uno stile volutamente pesante (che non è l'unica tua arma perché nella seconda parte di questo testo ti alleggerisci parecchio divenendo, a mio parere, ben più efficace). La mia idea, al contrario, è che la guerra vada tratteggiata per pennellate leggere e violente, veloci e incisive. Quindi, in buona sostanza, che sia necessaria una maggiore leggerezza sia nel testo che nella sua stessa forma dividendolo in tante linee di dialogo che alleggeriscono finanche la vista. In più, vorrei sottolinearti alcuni momenti in cui perdi la scena e nello specifico "S’issò con un colpo di reni per mordere il suo aggressore. Il mondo si ruppe in un coro di granate che si schiantavano a terra. Il francese s’aggrappò a lui per non cadere e Albert gli strinse il braccio. Il respiro gli tornò in gola, strappandogli un gemito. Si alzò strizzando gli occhi. Lo sbarramento aveva sfuso il cortile del forte, risvoltando i morti degli assalti precedenti.
Un guizzo azzurrino alla sua destra lo destò. Tossendo, il francese che l’aveva placcato emerse dalla cenere e alla sua vista Albert afferrò il fucile. L’altro fece lo stesso. Scattarono in piedi, con l’indice sul grilletto." Ci troviamo di fronte a un S'issò (quindi si alza) seguito da un Si alzò (ma era già in piedi) e ancora da uno Scattarono in piedi (ma, di nuovo, lui già lo era). Insomma, occhio che a volte ti ritorci un poco nella tua prosa.
Ribadisco, molto meglio la seconda parte con il personaggio di Guerra che alleggerisce il tutto anche se, sempre a mio parere, non riesci a definire al cento per cento quella che era la tua intenzione di fondo in rapporto al tema. Pollice ni tendente verso il positivo, per me.

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