Souvenir

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Gimmi
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Souvenir

Messaggio#1 » lunedì 20 aprile 2020, 22:41

Souvenir
di Gimmi La Rosa

La Moschea Blu. la Statua della libertà. Il Big ben. La Sagrada familia.
Tapparelle affettavano spicchi di luce da lampione che illuminavano a strisce la porta di mogano. Una notte strana, si sarebbe detto, ma la verità è che di strano non c’era niente. Già fatto, già passato. Le ginocchia vibravano. Le sentiva, leggere come un terremoto. Una mano in una tasca, poi alla cravatta, poi alla maniglia. Di nuovo alla tasca. L’altra teneva la Sfinge.
Il Cristo redentore. Monte Rushmore. Il Colosseo. La porta di Brandeburgo
Passò una macchina, gli abbaglianti, e le tapparelle si spostarono, dal muro al soffitto. Poi di nuovo uguale. Statico. Stringeva la Sfinge forte, forse per romperla. Ma non si ruppe. Rimase solo in piedi. Solo. In piedi. Sentiva il cuore e le macchine e non sapeva decidere cosa facesse più rumore. Un orologio fermo e arrogante lo fissava dall’alto. Sarebbe entrato, un bacio alla fronte. Ti voglio bene che più bene non si può.
La Torre Eiffel, l’Opera House, Taj Mahal. L’Empire state building.
Passò un'altra macchina, ma la luce non fece in tempo a investirlo. Era già in cucina, la Sfinge sostituita da un biglietto per il Marocco. Davanti a lui piccole sculture di plastica.

La moglie gli ha detto, devi ripartire di già? Fissa la mattina dopo sul pavimento. Devo.
La saluti la piccola? La maniglia tonda di ottone fredda. Non voglio disturbarla.
La Torre di Pisa. La Muraglia Cinese. Il Cremlino.
La Sfinge.



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antico
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Re: Souvenir

Messaggio#2 » lunedì 20 aprile 2020, 22:45

Ciao Gimmi e bentornato nell'Arena! Tutto ok con caratteri e tempo, divertiti in questa Patrizia Rinaldi Edition!

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Massimo Tivoli
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Re: Souvenir

Messaggio#3 » martedì 21 aprile 2020, 16:52

Ciao Gimmi. Un testo ermetico, il tuo. Di un ermetismo più tipico della forma poetica piuttosto che di quella narrativa. Anche tu, come altri in questo gruppo, hai voluto sperimentare, chiedendo forse troppo impegno da parte del lettore. Intendiamoci, non c’è nulla di male in questo, anzi (anche il mio non è un racconto, è più un meta-racconto), però è risaputo che è una scelta intrinsecamente rischiosa. Tuttavia, nel tuo caso riesco addirittura a intuire o, per meglio dire, a scorgere tra le righe una storia di disagio, di voglia di libertà, e di evasione. Alla faccia di chi resta... anche loro, ormai per sempre, souvenir. Per me, esperimento riuscito.

Daniel Travis
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Re: Souvenir

Messaggio#4 » mercoledì 22 aprile 2020, 1:06

Il tuo punto di forza è il ritmo secco, serrato, asciutto.
Qualche debolezza la mostra la forma più in generale: manca un punto dopo Brandeburgo, la frase Fissa la mattina dopo sul pavimento trasmette un messaggio, ma lo fa in modo pesante e sgrammaticato.
La narrazione è semplice, tanto semplice e ridotta da avvelenare un po' l'efficacia del racconto.
Il protagonista vuole evadere, ma non abbiamo accenni - né narrati, né in termini emotivi - del motivo. Da cosa vuole evadere? Perché? Non serve un motivo specifico ("Mettici quello per cui vuoi evadere tu," potresti dire), ma, data la presenza della piccola, serve sì una spinta emotiva più profonda, appena più articolata.
Altrimenti, non abbiamo l'accesso necessario al protagonista per entrare in una connessione empatica con lui.
Non siamo compagni di fuga di un ribelle, né tormentati dal prurito del viaggio insieme a un irrequieto, ma soltanto testimoni di un irresponsabile. Il che andrebbe bene... Se, di nuovo, avessimo una connessione empatica con lui, che manca.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

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Il Calmo
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Re: Souvenir

Messaggio#5 » mercoledì 22 aprile 2020, 11:22

Sono partito prevenuto per l’eccessiva brevità lo ammetto.
Poi ho iniziato a leggere e mi sono ricreduto e ho gradito lo stile evocativo e anche un po’ ermetico.
Ho finito però con l’amaro in bocca perché secondo me sei stato davvero troppo ermetico e mi sono perso nel significato del testo.
Il limite qual è? L’uomo che vuole scappare? La sua voglia di avventura e quindi il limite è l’incapacità di vivere in una famiglia?
Ripeto, lo stile mi è piaciuto e la brevità qui era anche efficace ma purtroppo in questo modo manca qualcosa di troppo importante.

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Davide Di Tullio
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Re: Souvenir

Messaggio#6 » sabato 25 aprile 2020, 17:29

Ciao Gimmi

piacere di leggerti! Il tuo racconto ha una prosa essenziale, alla Arbasino, per intenderci. Un ritmo elevato dettato da una punteggiatura serrata, periodi corti. Personalmente non mi dispiace, fuorché il fatto che non riesca a scorgere l' attinenza al tema del limite. l' ho riletto un paio di volte, per capire se mi fosse sfuggito qualche dettaglio rivelatore, ma davvero non sono riuscito a trovare alcun indizio. Peccato, perché il tuo racconto è tra i più originali che ho letto nel contest

a rileggerci!

viviana.tenga
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Re: Souvenir

Messaggio#7 » domenica 26 aprile 2020, 14:42

Ciao Gimmi,
Racconto efficace nella sua essenzialità. Mi è piaciuta molto l'immagine dell'ombra delle tapparelle che si sposta al passaggio della macchina, così nitida e concreta che ci fa entrare un po' in un'ambientazione che per il resto rimane molto vaga.
Non penso ci sia bisogno di dare una ragione al desiderio di evasione del protagonista. La centralità della Sfinge ci fa intuire che sia un enigma anche per lui. Sentiamo il suo dolore nel non riuscire a stare vicino a sua figlia. Non sappiamo nulla della sua storia, ma vediamo un'istantanea chiara e intensa.
Ammetto che ho trovato lo stile un po' ermetico e ho dovuto leggerlo un paio di volte prima di apprezzarlo a pieno, ma nel complesso la trovo un'ottima prova.

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Laura Cazzari
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Re: Souvenir

Messaggio#8 » martedì 28 aprile 2020, 9:20

Ciao Gimmi, racconto minimal il tuo. Non sono partita prevenuta, perché so che spesso le racconto piccolo c’è il vino buono. La voglia di viaggiare di uscire dalla vita famigliare è chiara, ma qual è il limite? Il contrasto della tapparella di casa con i grandi monumenti del mondo è perfetto. Tuttavia, trovo che manchi un finale adeguato, le tre righe finali non sono sufficienti a reggere il peso dell’introduzione. Buono stile comunque.
Laura Cazzari

Kiljedayn
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Re: Souvenir

Messaggio#9 » martedì 28 aprile 2020, 10:48

Ciao Gimmi, piacere di conoscerti!
Il tuo racconto è molto particolare e mi costringe a uscire allo scoperto: non l'ho capito. Credo che il limite sia quello della porta della cameretta della "piccola", che potrebbe annullare la forza del padre verso il suo dovere. Ma non ne sono del tutto sicuro. Tuttavia, la forma che hai impiegato è davvero intrigante, sebbene ermetica. L'impressione è che forse avresti potuto rendere un po' più palese il tema del limite, ma a livello stilistico devo farti i miei complimenti e incoraggiarti a continuare così.
Alla prossima!

Sybilla Levanti
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Re: Souvenir

Messaggio#10 » mercoledì 29 aprile 2020, 16:40

Gimmi, dove sta il limite nel tuo racconto? Honestly non l'ho trovato (ma mi sa che sono in buona compagnia).Non vuole essere un rimprovero ma davvero, non l'ho capito. Posso avanzare ipotesi, il limite nel non voler cambiare vita? Il limite del "dovere2 (in caso si tratti di viaggi di lavoro, ad esempio). Le interpretazioni possono essere davvero molteplici ma nell'ambito del contest purtroppo diventa un punto a svantaggio del tuo altrimenti ben riuscito racconto.

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Gimmi
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Re: Souvenir

Messaggio#11 » giovedì 30 aprile 2020, 17:24

Ciao a tutti.
Rispondo una volta in generale a mo' di chiacchierata con voi. Rispondo anche perché i vostri commenti e le critiche sono state apprezzate, perché ammetto che ho partecipato in passato ad altre edizioni e ho letto commenti che mi fecero venire l'orticaria. Temevo si ripetesse anche con questo racconto, ma sono contento di vedere che non è successo (forse sono io che sono diventato più maturo e meno arrogante).

Ripeto, a mo' di chiacchierata, perché non mi voglio giustificare il mio racconto. Trovo che abbiate tutti ragione, non completo i miei scritti per MC. Tendenzialmente funziona così:
Dico ad Antico che voglio partecipare; gli faccio sempre le stesse domande per insicurezza; aspetto con gli altri sulla linea di partenza; cammino avanti e indietro per la lunghezza del salotto fino a quando no ho un'idea che mi sconfinferi; mi metto a scriverla il più velocemente possibile; una volta che ho creato una fanghiglia che funga da bozza la invio non contento di quello che ho fatto, ma con l'idea che ne trarrò qualcosa di più bello in futuro.
Non so perché lo faccia, probabilmente per paura della competizione, in modo che così possa dire "certo che non ho vinto, mica era finito!". Un comportamento forse non dei migliori per la mia crescita, ma mi va bene così.

Provo a rispondere a qualche vostra domanda se vi interessa.
Il discorso del tema è sempre stato un tasto dolente per me. A mio avviso serve a spronare la creatività e non a usarlo come ancora di salvataggio. Non approvo chi lo mette in bella vista nei loro racconti, o chi ne fa motivo di mancata bellezza del racconto perché manca nel testo. Io tendo a non renderlo chiaro, e penso di farlo volontariamente (temo per ripicca... o solo per gusto estetico).
Il racconto parla di un momento - come tanti altri passati - in cui un padre torna a casa da un viaggio di lavoro ma deve ripartire per lo stesso motivo. Un padre assente che tenta timidamente di portare idealmente la figlia nei suoi viaggi riportando statuine di plastica a casa, ma consapevole della triste verità che semplicemente non vede la figlia e la figlia non vede il padre. Questo lo spaventa. Il giudizio che la figlia potrebbe avere su di lui lo spaventa. E non riesce a superare il suo limite, superare la porta e salutare la bambina. Gira per il mondo, ma non riesce a entrare in camera di sua figlia.
O almeno questa è la mia interpretazione.

Mi fa piacere che alcuni di voi abbiano attribuito al racconto un qualche sapore poetico.
Mi piace scrivere poesie in questa maniera e so che non dovrei farlo per i racconti (ma come detto prima, non mi importa). Altro difetto per i racconti che scrivo è che io scrivo fumetti per lo più (e temo di star perdendo padronanza con la prosa). Infatti è fatto tutti di immagini ed è il modo che più mi stimola a raccontare. Penso trasformerò Souvenir in una storia breve a fumetti.
Quindi si può tranquillamente dire: non si capisce un cazzo.

Spero di non essere gradasso nello scrivere che non tornerò su questa discussione, ma se ci fosse qualcuno che ha voglia di fare una chiacchiera mi trova come Gimmi Alpaca su Fb.
Grazie a tutti ^^

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antico
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Re: Souvenir

Messaggio#12 » venerdì 8 maggio 2020, 17:14

Finalmente un dettaglio che mi mancava di te: scrivi per i fumetti. Si vede, soprattutto in questo racconto, nel come hai trattato queste tapparelle e te le sei portate in giro per tutta la "tavola" del tuo racconto. Mi è piaciuto, ma forse un pelo di maggiore chiarezza sarebbe stato più funzionale: 1) qualche parola in più sulle statuine, 2) "fissa la mattina dopo sul pavimento" è una frase bellissima, ma molto criptica, forse oltre il limite di quello che dovrebbe, 3) si dovrebbe percepire un pochetto di rimorso in più. Pollice tendente al positivo anche qui e anche qui un po' al pelo e credo che questo proliferare di giudizi simili in questo gruppo sia proprio dovuto al fatto che siete in tanti ad avere voluto sperimentare con racconti ancora non nella loro forma ideale.

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