Gruppo BLANCA: Lista racconti e classifiche

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antico
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Gruppo BLANCA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#1 » martedì 21 aprile 2020, 1:58

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BENVENUTI ALLA PATRIZIA RINALDI EDITION, L'OTTAVA DELLA SETTIMA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 140° ALL TIME!

Questo è il gruppo BLANCA della PATRIZIA RINALDI EDITION con PATRIZIA RINALDI nella veste di Guest Star.

Gli autori del gruppo BLANCA dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo ROSSO CALDO.

I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo TRE NUMERO PERFETTO


Questo è un gruppo da OTTO racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da PATRIZIA RINALDI. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approsimandolo all'occorrenza per eccesso.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK DELLA SETTIMA ERA (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ancora ottenuto punti nel corso della SETTIMA Era sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via).

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo BLANCA:

Generazione 72, di Maurizio Ferrero, ore 22.32, 3321 caratteri
Padre Endre d’Ungheria, di Polly Russell, ore 23.09, 3332 caratteri
Giornale di bordo, di Luca Nesler, ore 23.12, 3333 caratteri
Il cornicione, di Alexandra Fischer, ore 21.46, 3146 caratteri
Guenda, di DandElion, ore 22.07, 3332 caratteri
Il Sogno di Volare, di Daniele Torrisi, ore 00.14, 3236 caratteri
L’uomo non P, di Lorenzo Diddi, ore 22.11, 3189 caratteri
Oltre il limite, di Arianna D’Angelo, ore 23.44, 3220 caratteri

Avete tempo fino alle 23.59 di giovedì 30 APRILE per commentare i racconti del gruppo ROSSO CALDO. Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 1 MAGGIO, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo ROSSO CALDO e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo ROSSO CALDO.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.

BUONA PATRIZIA RINALDI EDITION A TUTTI!



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Andrea Partiti
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Re: Gruppo BLANCA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#2 » mercoledì 22 aprile 2020, 19:16

Generazione 72, di Maurizio Ferrero
► Mostra testo

Padre Endre d’Ungheria, di Polly Russell
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Giornale di bordo, di Luca Nesler
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Il cornicione, di Alexandra Fischer
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Guenda, di DandElion
► Mostra testo

Il Sogno di Volare, di Daniele Torrisi
► Mostra testo

L’uomo non P, di Lorenzo Diddi
► Mostra testo

Oltre il limite, di Arianna D’Angelo
► Mostra testo



1. Generazione 72, di Maurizio Ferrero
2. Guenda, di DandElion
3. Padre Endre d’Ungheria, di Polly Russell
4. Il Sogno di Volare, di Daniele Torrisi
5. Giornale di bordo, di Luca Nesler
6. Oltre il limite, di Arianna D’Angelo
7. Il cornicione, di Alexandra Fischer
8. L’uomo non P, di Lorenzo Diddi

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Pretorian
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Re: Gruppo BLANCA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#3 » sabato 25 aprile 2020, 1:20

Ed ecco commenti e classifiche:

1) Guenda, di DandElion
Ciao, Dandi. Una prova molto interessante, con molti meriti e qualche pecca. Nel complesso, la storia, anzi, l'autobiografia confessata, è interessante e trova il suo punto di forza nella grande abilità che hai dimostrato nello stile. I pochi caratteri restringono il tutto e penso che potrebbe raggiungere vette di eccellenza dandogli il giusto spazio. Soprattutto sulla parte finale, gli elementi si fanno più striminziti e rischiano di rimanere confusi (come l'accenno all'occhio cavato). Leggendo, poi, mi è venuto un dubbio: ma fai riferimento a Peter Pan?
Ad ogni modo, ottimo lavoro.

2)Generazione 72, di Maurizio Ferrero
Ciao, Maurizio. L'idea della ricerca di Dio portata oltre i confini dell'universo mi piace, così come mi piace il ceno finale alle entità del vuoto, che fa molto Lovecraft (anche se io vedo Lovecraft praticamente dappertutto, perciò non faccio testo). Per contro, ho trovato due elementi che, per personale gusto, giudico delle pecche. In primis, il sincretismo religioso che presenti ricorda fin troppo da vicino la "Chiesa Amalgama" di Futurama, dove si fa un'ammucchiata di elementi presi da fedi e filosofie diverse. Il problema è che in Futurama ci sta bene, perché è un elemento umoristico in un'opera umoristica, ma nel tuo caso stona terribilmente con il tono del racconto: figurati che, quando hai tirato fuori Google e Wiki, mi sono chiesto se il racconto non stesse virando verso la parodia!! Penso che sarebbe stato meglio ridurre gli elementi o inventare tutto da zero, come le religione inventate che compaiono in Dune o nella Saga di Hyperion. Il secondo elemento è il finale. Mi è piaciuto il cenno alle entità che dimorano nel vuoto, ma penso che avresti potuto raggiungere un vertice ancora più alto se avessi lasciato il tutto più sfumato. Invece di dire esplicitamente che ci sono i mostri, meglio fermarti al "No", magari specificando che la voce colpisce direttamente nella testa la protagonista, o simili. Quest'ultimo è davvvero un elemento di dettaglio, eh.

Alla prossima!

3)Padre Endre d’Ungheria, di Polly Russell
Oh, Polly, finalmente fai tornare a galla la tua vena gore, che qui benedice un finale con i fiocchi. Da questo punto di vista, il finale è ottimo, con lo splatter che incontra la fulminante e spaventosa risposta della baronessa. Purtroppo, tutta la prima parte della storia, almeno fino all'inresso del monaco nella cella, non è all'altezza di questa parte. Si, lo capisco che volevi creare la giusta atmosfera, ma la conflagrazione finale meritava di essere anticipata da una costruzione efficace della tensione, mentre la parte di Endre nel salone è lentissima e contribuisce solo a delineare la figura del religioso come un uomo poco coraggioso. Un vero peccato.

Alla prossima

4) Giornale di bordo, di Luca Nesler
Ciao, Luca, e piacere di leggerti. Il tema del viaggio oltre il limite è ricorrente nella letteratura ed è stato declinato in una quantità di forme impossibile da ricordare. Nel tuo caso, abbiamo una sorta di "diario di bordo" con un lungo monologo da parte di un "capitano". Purtroppo, l'idea funziona poco: la forma del diario di bordo funziona se abbiamo diverse registrazioni, altrimenti diventa superflua. Gli elementi che fornisci sembrerebbero portare verso un'ambientazione concreta, eppure sono troppo pochi per poter individuare una precisa collocazione storica o geografica. Insomma, aggiungi troppi elementi "reali" per poter parlare di un fantasy, ma è tutto troppo fumoso per poter essere la descrizione di un fatto storico. Anche come sintesi dello spirito umano esplorativo, funziona poco, sempre per la presenza di elementi "reali". Insomma, buona l'idea, ma la realizzazione andava ponderata maggiormente.

Alla prossima!

5) Oltre il limite, di Arianna D’Angelo
Ciao, Arianna e piacere di leggerti. il racconto ha una base buona, ma presenta due problemi davvero grandi. Il primo è il lessico: troppo artificioso e con termini aulici che rendono pesante la narrazione. Giusto per fare un esempio, l'uso ripetuto del termine "giungere", al posto dei più prosaico "arrivare" , da alla storia un tono eccessivamente formale, quasi stessimo leggendo un attestato notarile. In secondo luogo, la cattiva gestione degli spazi: tutta la parte iniziale dei medici apporta poco o nulla alla storia, che, nella sua essenza, è quella di una madre che fa di tutto per aiutare il figlio disabile. Per contro, il finale è troppo striminzito e non raggiunge la potenzialità emotiva a cui avresti potuto puntare, proprio perché spazio eccessivo è stato dato alla scena del parto. Inoltre, un suggerimento: va bene non essere ermetici, ma esiste un equilibrio tra quello e l'esprimere in modo fin troppo palese il senso della storia in un dialogo. Ricorda: "Show, don't tell"
Alla prossima!

6)Il Sogno di Volare, di Daniele Torrisi
Ciao, Daniele e piacere di leggerti.
Il tuo racconto presenta un problema bello grosso, ossia che in sostanza non succede praticamente nulla. Guarda bene: la storia è almeno per metà un gigantesco infodumo che spiega cosa sia il Lancio dell'Arciere, come è stato costruito e come è decorato. Un altro quaranta per cento è occupato dai dialoghi dei due personaggi che celebrano l'evento e il restante è costituito dall'evento... che quasi non vediamo, perché il tutto si riduce a una frase striminzita. Le priorità che hai dato alla narrazione vanno riviste, soprattutto quando i caratteri sono pochi. Meglio concentrarsi sull'azione, perché le descrizioni senza azione lasciano il tempo che trovano.

Alla prossima!

7) L’uomo non P, di Lorenzo Diddi
Ciao, Lorenzo e piacere di leggerti. Immagino che il tuo racconto volesse essere una raffigurazione dell'incomunicabilità tra le persone, che ha girato a racconto surreale. Il problema è che hai portato così lontana la forma surreale, che il senso della storia si è liquefatto fino a perdersi e il tutto sembra girare su sé stesso in modo autoreferenziale, senza alcuno scopo che non sia il mero essere. Insomma, lo stile è anche buono, ma il surrealismo portato fino al perdere del tutto il significato o a renderlo a dir poco confuso vanifica tutto lo sforzo di forma fatto.
Alla prossima!

8) Il cornicione, di Alexandra Fischer
Ciao, Alex e piacere di leggerti. Che dire, come spesso accade (anche se non nell'ultimo periodo) hai messo troppo in troppo poco spazio e ti sei fatta sedurre dalla vastita della possibile ambientazione, dimenticandoti che se non spieghi le cose o le mostri, restano nascoste al lettore, che capirà poco o nulla di quello che hai ideato. E questo è il caso. Peccato, Alex. Peccato

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Gennibo
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Re: Gruppo BLANCA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#4 » lunedì 27 aprile 2020, 11:49

1 Guenda, di DandElion
2 Padre Endre d’Ungheria, di Polly Russell
3 Il cornicione, di Alexandra Fischer
4 Generazione 72, di Maurizio Ferrero
5 Il sogno di volare, di Daniele Torrisi
6 Giornale di bordo, di Luca Nestler
7 Oltre il limite, di Arianna D’Angelo
8 L’uomo non P, di Lorenzo Diddi

Padre Endre d’Ungheria di Polly Russel
Ciao Polly, un racconto tanto splatter quanto lontano dalle mie corde, che ho riletto più volte per cercarne le doti invece che fermarmi al disgusto.
Allora, di questo racconto apprezzo lo stile veloce e diretto, e ho trovato azzeccata la figura del prete, che si contrappone all’estremo con il personaggio della Contessa.
Un inizio suggestivo che ci fa entrare nella storia e ci fa capire dove stiamo andando. Alla notte serena, che penso servisse a mostrare la luna piena, avrei aggiunto delle nuvole, come grigi presagi di ciò che il prete avrebbe visto.
Comunque, la storia fila e la frase finale dice molto del personaggio della Contessa. Il limite per me è quello che la contessa, con la sua crudeltà, ha valicato. Direi una buona prova. Brava.
Generazione 72 di Maurizio Ferrero
Innanzitutto ho apprezzato l’inizio, ci dai la possibilità di leggere la storia con in mente una chiave di lettura senza scadere nell’infodump.
Mi piace il tuo stile sempre sull’orlo tra il tragico (la donna che si acceca) e l’umorismo (Allah, Cristo, Google) in un intreccio tra il sacro e il profano che ci porta oltre i limiti, alla spasmodica ricerca insita nell’uomo di andare oltre quello che conosciamo, nella speranza, in questo caso delusa, di trovare qualcosa di positivo.
Apprezzo l’idea, e mi piace anche la gestione del viaggio, dell’attesa e del raggiungimento. Bravo.
A presto e a rileggerti.
Guenda di DandElion
Il tema c’è, il limite tra il mondo adulto e quello dei bambini, enfatizzato dal ragazzo che cerca di non oltrepassare i limiti delle piastrelle, di rimanere consono a un mondo che lo vuole in un modo difficile da capire e di conseguenza difficile adattarsi. Questo è uno dei tuoi racconti che ho apprezzato di più, trovo che sia equilibrato nei ricordi e nelle considerazioni del ragazzino e che abbia un tocco poetico. Se ti può consolare per me il concetto era chiaro.
Molto bello.
Giornale di bordo di Luca Nestler
Ciao Luca!
A me la storia è piaciuta abbastanza, visto il contenuto un po’ intimista, un po’ filosofico, penso che però si poteva osare un po’ di più con le riflessioni, caricando il personaggio di un desiderio più intenso. Belle le descrizioni che lasciano al lettore un’interpretazione. Come Wladimiro anche io all'inizio avevo pensato a Ulisse, fin quando hai detto che non hai incontrato mostri.
Per mia esperienza quando scrivo in questo modo alla fine devo stare molto attenta a certi termini che tendo a usare all’infinito, controlla ad esempio quante volte hai scritto: temere e similari, immaginare e similari.
Sistemerei questa frase, che ne dici della differenza?:
è dinnanzi; quelle figure. Difficile immaginare cosa possano essere dai contorni sfocati e confusi.
è dinnanzi. Difficile immaginare cosa possano essere quelle figure dai contorni sfuocati e confusi.
Ho apprezzato il finale, in questo contesto secondo me ci sta.
Il cornicione di Alexandra Fischer
Una storia e un ritmo appassionanti. Come al solito, un momento di pausa e una rilettura avrebbe potuto portare a un risultato ancora migliore.
Ho apprezzato l’idea dei fantasmi che comunicano con la donna delle pulizie, anche se non ho capito bene se sia viva o morta; al pittore dice che si vuole uccidere, ma poi non se ne sa più nulla della sua proposizione, o mi sfugge qualcosa… mi chiedo se i dialoghi un po’ irreali siano stati scritti di proposito in quel modo.
E non ho capito la storia dell’ambra grigia… E anche perché il pittore ha dovuto togliersi la vita per vendicarsi…
Ho comunque trovato interessante l’intreccio, e visto il tempo che ci hai messo a postare, direi bravissima.
Il sogno di volare Daniele Torrisi
Ciao Daniele, questo tuo racconto mi è abbastanza piaciuto, anche se ho fatto un po’ fatica a seguire la storia, però trovo che sul finale prende ritmo e decolla.
Vista la partenza pensavo fossimo in un posto immaginario tipo “Trono di Spade”.
Carino l’impianto scenografico con i vari monumenti, simboli dell’evoluzione storica del volo.
Penso che il taglio giornalistico del tuo racconto che è buono, lo renda però un po' freddo.
L’uomo non P Lorenzo Diddi
Ciao Lorenzo, trovo che il tuo racconto sia scritto bene, e mi sono anche divertita a leggerlo cercando un senso che però mi è sfuggito. L’ho riletto più volte cercando di trovarne la chiave. I personaggi che fanno le capriole e si mettono orologi in testa mi hanno confuso, posso immaginare una persona creativa che vede le cose in modo diverso, ribalta la realtà a suo piacimento e si stupisce quando incontra una persona come lui.
Quando non P va dall’orologiaio, è vero che rimane stupito, ma quando sta per uscire sembra che sia contento e abbia accettato la situazione, invece l’orologiaio fa un passo indietro dandogli una risposta come se non P fosse ancora stupito, anche qui, sono rimasta perplessa.
Oltre il limite Arianna D'Angelo
Ciao Arianna, la tua storia scorre bene, peccato per il finale che trovo forzato, penso che sarebbe bastato mostrare qualche segno dell’inabilità di Massimiliano per renderlo più credibile, come una parlata non troppo perfetta o un bastone. Il suo limite non era solo nella testa come potrebbe succedere a qualcuno che si sottostima, ma era anche oggettivo, secondo me quindi, ancora più di valore l’essere riuscito a oltrepassare i suoi limiti creando capolavori.
A rileggerti!

egle.demitri
Messaggi: 13

Re: Gruppo BLANCA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#5 » lunedì 27 aprile 2020, 13:19

1) L’uomo non P
2) Guenda
3) Oltre il limite
4) Il sogno di volare
5) Generazione 72
6) Giornale di bordo
7) Padre Endre d’Ungheria
8) Il cornicione


Generazione 72

Ciao Maurizio
Il confine dell’Universo e il suo superamento, la ricerca della Verità: quale limite più grandioso, affascinante e spaventoso di questo, da sempre? Queste 72 generazioni in viaggio… chi sa se fuggivano e erano “solo” alla ricerca di Dio? Certo, l’immaginazione dell’oltre è sempre una bella sfida, un salto nel vuoto. Il rischio che si corre, nel tentare una risposta, è di cadere nel cliché.


Padre Endre d’Ungheria

Ciao Polly
Ho trovato che il racconto e l’ambientazione siano ben costruiti, così come il crescere della tensione. Il finale invece mi è sembrato un po’ scisso dal resto, come se si entrasse in un altro testo. La mancanza di motivazione di gesta estreme (impiccagioni, crocifissioni), che non hai avuto modo di spiegare e collocare (“io potevo” mi sembra un po’ troppo… stringato), magari attraverso la caratterizzazione della contessa – sulla quale non sono presenti sufficienti elementi e informazioni – pesa a mio parere sull’epilogo del racconto.


Giornale di bordo

Ciao Luca
Del tuo racconto non mi è dispiaciuta l’ambientazione non precisamente definita; mi sembra di capire del resto che Minuti Contati rappresenti anche un’opportunità per sperimentare. Così come non mi dispiace il finale aperto: cosa sia dato oltre il confine non è dato sapere…
Il testo in forma di diario, affidato perciò alla semplice narrazione, rende la lettura un po’ pesante, meno fluida.


Il cornicione

Ciao Alexandra
Mi è piaciuta l’idea di questa presenza che cerca la sua vendetta entrando nella testa di un altro. Per il resto, nella prima parte il racconto scorre piuttosto bene; ho trovato più complicato seguirlo, invece, nella seconda, anche a causa dell’inserimento di ulteriori personaggi: la necessità di comprenderne la collocazione e le relazioni con la protagonista mi ha rallentato nella lettura e ha spezzato il ritmo. Intrecci che probabilmente avevano bisogno di uno spazio maggiore.


Guenda

Ciao Dand
Ho apprezzato molto il tuo racconto, l’aver affrontato il tema della diversità (la timidezza e il non riuscire ad essere “come gli altri” del tuo protagonista, o magari una leggera forma di autismo come avevo immaginato da principio), mostrando il limite come qualcosa che può caratterizzarci e non necessariamente deve e/o può essere superato. Il concetto stesso di limite ci porta in modo meccanico e automatico a confrontarci col suo superamento, ci obbliga in un certo senso ad andare oltre: un portato particolare della ns. cultura occidentale, oltre a un tratto più tipicamente “umano”? Il racconto è molto denso, pieno di temi (un po’ troppi, forse?) e il richiamo a Peter Pan (Peter, Wendi, Capitan Uncino, il rifiuto di crescere ecc.) divertente.


Il sogno di volare

Ciao Daniele
Secondo me ci sta che in tremila battute si scelga di concentrarsi su di una scena e che quindi l’azione sia minima. La storia, come dici tu, è, quella riflessa, dell’avventura umana nello spazio.
Mi piace anche la scelta di non fornire al lettore dettagli sulla missione: destinazione, equipaggio ecc. Qualche imprecisione, dovuta al tempo a disposizione e ai “tagli” che anche tu avrai dovuto operare sul testo.


L’uomo non P

Ciao Lorenzo
Molto godibile, l’ho letto come una fiaba, tipo Rodari per capirci. I salti, le capriole e le scivolate in lungo sul pavimento sono in sintonia con un contesto di questo tipo, così come l’orologio da tavolo sulla testa dell’orologiaio.
E’ vero, bizzarra questa realtà, soprattutto per un anticonformista, come il nostro signor non P.
Forse un po’ troppo cervellotico il finale, oltre a qualche refuso e a qualche imprecisione linguistica, certamente dovuti al tempo limitato a disposizione.


Oltre il limite

Ciao Arianna
Innanzitutto, complimenti per la scelta del tema! Mi piace anche la determinazione della madre, il suo volere caparbio che il figlio faccia le cose.
“Il limite è nella testa di chi guarda”, dici. D’accordissimo per quanto riguarda i pregiudizi e le paure con cui guardiamo il “diverso”. Purtroppo, però, i “limiti” che le persone con disabilità vivono sono lì, nonostante tutto e nonostante i traguardi e i successi raggiunti. Credo che un bambino che a otto anni non parla e non cammina, a ventiquattro molto probabilmente si muoverà in carrozzina e si esprimerà con qualche difficoltà. Fallo vedere per come è, avrà più forza, sarà più vero e ci permetterà di valorizzarlo maggiormente.

Emamela
Messaggi: 50

Re: Gruppo BLANCA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#6 » lunedì 27 aprile 2020, 17:33

1. Padre Endre d’Ungheria
2. Generazione 72
3. Guenda
4. L’uomo non P
5. Giornale di bordo
6. Il sogno di volare
7. Il cornicione
8. Oltre il limite

Generazione 72
Ciao Maurizio,
il tuo racconto mi è piaciuto molto. Parte con un ritmo di navigazione molto pacato per poi arrivare al finale con lo scadere dei secondi, battuti da Evelyn che aumenta il ritmo infilandosi il cacciavite negli occhi, su uno sfondo di inni e invocazioni. Molto evocativo! Trovo che il tema del superare il limite di cosa ci sia al di là di Dio e dell’Universo rimbalzi nel nuovo limite trovato nel vuoto e nelle entità mostruose, che rendono così il vuoto più interessante, permettendo a chi legge di immaginare queste entità.
A presto
Emanuela

Padre Endre d’Ungheria
Ciao Polly,
trovo il tuo racconto molto suggestivo. La parte iniziale lascia intravedere che qualcosa di orribile sta accadendo. Il ritmo cresce quando Padre Endre si ritrova la pelle della donna tra le mani: ho pensato a qualche demone in azione. Ottimo il finale con la frase conclusiva della contessa.
Emanuela

Guenda
Ciao Dand,
i racconto, per me funziona bene. Il tema del non essere come gli altri, rimanere fuori dagli standard, la difficoltà nel non sentirsi parte del mondo degli adulti e di quello dei pari sono ben visibili. Mi è piaciuto, nel finale, la ripresa del tema delle sirene, che c’era già nella prima parte. Un cerchio che si chiude, ricordando la parte interna bambina.
Emanuela

L’uomo non P
Ciao Lorenzo,
ho letto il tuo racconto più volte per seguire il percorso che fa l’uomo non P, visto che all’inizio all’inizio scrivi che “si interroga su molte questioni, a differenza di tutti gli altri”; perciò ho provato a interrogarmi anche io e non mi è sembrato privo di senso. Non semplice, ma ricco di spunti e strade nuove che si sono aperte a ogni rilettura. Ho seguito la strada dell’incomunicabilità tra le persone (l’antiquario), se non provi a guardare le cose con gli occhi degli altri non riesci a vederle, e quella della diffidenza verso il diverso che si trasforma in derisione (al bar). È unn racconto ricco di tematiche odierne, visto attraverso gli occhi e il sentire dell’uomo non P.
Emanuela

Giornale di bordo
Ciao Luca,
il tuo racconto mi ha spiazzato. All’inizio dici che finalmente hanno raggiunto l’ultimo confine e quindi mi sono immaginata che avresti raccontato come ci erano arrivati e cosa c’è oltre il confine. Mi sarebbe piaciuto sapere qualcosina in più sulle cose straordinarie incontrate nel viaggio.
È un racconto molto introspettivo, che fa entrare nella testa e nella penna di chi scrive il giornale di bordo. Il finale è molto bello con la parola troncata a metà, mi mi lascia un po’ persa. Da un lato mi permette di immaginare un’infinità di cose che possano essere accadute o accadranno, dall’altro però mi mancano dei pezzetti per guidare l’immaginazione nella direzione giusta.
Emanuela

Il sogno di volare
Ciao Daniele,
per me il tuo racconto funziona. Avendo pochi caratteri e un’azione unica, hai portato chi legge a entrare nella scena, descrivendo molto bene l’ambiente intorno con un sacco di spunti d’arte e di scienza. Ho trovato il linguaggio un po’ complesso, ma forse è un problema mio. credo che dietro questo racconto ci sia una grande storia!
A presto
Emanuela

Il cornicione
Ciao Alexandra,
il tuo racconto è molto ricco di azioni e personaggi e ammetto di essermi un po’ persa ogni tanto, ma la storia, nonostante la complessità, mi è piaciuta (mi piacerebbe sapere un sacco di cose in più).
Ogni tanto la lettura rallenta, forse ci sono troppi aggettivi, ma mi rendo conto che dovevi pur spiegare molte cose.
Emanuela

Oltre il limite
Ciao Arianna,
trovo che il tuo racconto sia scritto molto bene, la lettura scorre senza intoppi. Il tema scelto è molto delicato e difficile. Il finale, a parer mio, è poco credibile, forse perchè non sono riuscita a collegarmi con i personaggi del racconto, anche se la madre è ben caratterizzata.
Emanuela

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antico
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Re: Gruppo BLANCA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#7 » martedì 28 aprile 2020, 12:08

Mancano ancora all'appello le classifiche di Wladimiro Borchi, Gabriele Dolzadelli, Giulio Marchesi e Axa Lydia Vallotto. Tutte le altre sono controllate e valide.

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Wladimiro Borchi
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Re: Gruppo BLANCA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#8 » martedì 28 aprile 2020, 15:01

GENERAZIONE 72
Ciao Maurizio,
declinazione del tema davvero suggestiva.
Il "limite" è quello che ogni dogma religioso dice di non superare e l'umile fedele sa che non le è consentito. Si salva quindi, in extremis, grazie al sacrificio della vista.
Il twist successivo spiazza ancora di più, non c'è Dio oltre il limite, solo una potenza infinita e mostruosità.
A differenza di Andrea, ho trovato apprezzabili anche le declinazioni moderne del dio (Google compreso).
Stilisticamente nulla da eccepire, salvo, forse, scrivere "della donna" alle guance piene di lacrime, secondo me si capiva anche senza che erano le sue. Così com'è va benissimo, ma appesantisce un pochetto.
Davvero un buon lavoro, al solito.
Ti segnalo un refuso: "con l’obiettivo raggiungere", immagino "con l'obiettivo di raggiungere".
A rileggerci presto.
Wladimiro


PADRE ENDRE D'UNGHERIA
Polly, strepitoso!
Ci ho messo un po' a entrarci, dato il lungo preambolo. Ma una volta dentro, signori miei, che meraviglia!
Mi sono fatto tre film diversi.
All'inizio sembra quasi che il prete sia nel bel mezzo di un'epidemia. Probabilmente è l'epoca che viviamo che me l'ha suggerito. La pelle della ragazza che gli resta attaccata alle mani mi ha ispirato lebbra o altre patologie con tali esiti infausti.
Poi l'idea che ti balena nella testa non appena il sant'uomo entra nella cella, è che le guardie abbiano massacrato tutte le donne del castello e che la Contessa sia l'ultima a cui deve essere concessa la confessione prima di seguire le compagne.
Infine il twist con la Contessa responsabile di tutto lo scempio (Erzsébet_Báthory immagino) e la chiusa che è una citazione da 8MM ("Perché voleva un film con una ragazzina che veniva uccisa?" "Lo voleva perché poteva").
L'ho trovato favoloso.
Complimenti davvero
Wladimiro


DIARIO DI BORDO
Ciao Luca,
comincio a essere imbarazzato dal commentare i tuoi racconti.
Il più grande commentatore di MC meriterebbe particolare attenzione e conoscenza da parte dei suoi commentatori (se mi perdoni la ripetizione).
L'attenzione ce la posso mettere, ma ho un millesimo delle tue conoscenze, per cui mi limito a dirti le mie impressioni, spero non me ne vorrai.
La declinazione del tema è la stessa di Ferrero. Il limite come punto oltre il quale non è possibile muovere passo, per non insolentire gli dei.
L'astronave del pezzo di Maurizio, qui diventa una nave e il limite è sull'oceano.
Mi è tornato alla mente Ulisse della Divina Commedia e il far di remi "ali al folle volo".
Il linguaggio è ricercato e la tensione c'è.
L'unica pecca del racconto, forse, sta in tutta la preparazione per un evento che non viene fuori dalla tua penna e che possiamo solo immaginarci.
Ci lasci, insomma, con un senso di irrisolto e non ci porti da nessuna delle parti sperate.
Mi è piaciuto, ma avrei preferito tu osassi di più.
A rileggerci presto
Wladimiro


IL CORNICIONE
Ciao Alexandra, anche secondo me troppa carne al fuoco.
Ci sono passato anche io e, anche con il racconto di questa edizione, ci stavo ricadendo.
Ho avuto la fortuna che, almeno in questo caso, una tagliato a dovere, è rimasto qualcosa di sufficientemente chiaro (anche perché, per puro culo, la mia idea non era complessa come la tua).
In altre occasioni, invece, l'eccesso di trama da condensare in pochi caratteri, mi ha messo in serissime difficoltà e il risultato finale non ha raggiunto le mie aspettative iniziali.
Mi pare che in questo caso il problema sia tutto qui.
Alla fine del racconto, nonostante tu abbia cercato di raccontare tutto quello che ci siamo persi (che non abbiamo visto passare davanti ai nostri occhi), a noi lettori resta un senso di irrisolto e la sensazione che ci manchi qualche elemento per comprendere in pieno quello che è avvenuto.
La prossima volta, meno trama e più emozioni!
A rileggerci presto.
Wladimiro


GUENDA
Ciao Dand,
C'è poco da fare, mi piace sempre molto quello che scrivi.
Anche in questo caso, in cui sei andata su registri più complessi e introspettivi.
Ti confesso che anche io, oggi, a quarantotto anni suonati, ancora, non visto, quando posso, cerco di scansarle le linee delle piastrelle a terra (perché non continuare a giocare quando possiamo).
La cosa che acchiappa, peraltro, è che, più o meno, in questa landa desolata, siamo un po' tutti come il protagonista della tua storia. Difficile non rivedersi in lui, noi, non cresciuti, noi, che pensiamo all'amore e non alla figa, noi, che amiamo leggere e raccontare (raccontarci) storie. Noi che anche se ormai siamo grandi non riusciamo a smettere di sognare.
Davvero un bel lavoro.
A rileggerci presto
Wladimiro



IL SOGNO DI VOLARE
Ciao Daniele,
Il racconto non è malaccio.
Sinceramente non sono troppo avvezzo a leggere di fantascienza, se mi togli Dick e Asimov ho chiuso, per cui faccio sempre un po' fatica a calarmi in ambientazioni zeppe di oggetti e concetti "futuribili". Non so se mi sono spiegato.
Peraltro, gli autori di fantascienza, Dick in prima linea, tendono sempre a descrizioni dettagliate dirette a catturarti nell'ambientazione creata (in alcuni casi al limite dell'infodump). Faccio sempre uno sforzo immane per seguirli e spesso, dopo un paio di paragrafi, tendo a saltare all'azione.
Condivido la critica di Pretorian: descrivi un sacco e prepari un evento a cui alla fine assistiamo solo marginalmente.
Peraltro manca un twist o una chiusa che giustifichi il racconto.
Non che debba esserci per forza ma è come se dicessimo: attenzione parte il missile... eccolo che parte... partito!
Mi sarebbe piaciuto, ad esempio, che dopo tutta la preparazione succedesse l'irreparabile.
A rileggerci presto
Wladimiro


L'UOMO NON P
Ha letto il tuo non racconto.
La cosiddetta prosa è stata non scorretta. Anzi l'ho trovata non inadatta ai concetti espressi e non pesante.
Ho provato a non rileggere il racconto, cercando di trarci un senso più profondo, ma ci sono non riuscito.
Ho anche non capito l'attinenza al tema dato.
Ho non trovato un refuso: "mentre rientrava verso la sua cosiddetta abitazione si accorse che le lancette del suo amato non orologio si fossero accidentalmente fermate" -> Forse volevi non scrivere "si erano accidentalmente fermate".
Resto allibito e spero di leggere qualcosa di più adatto ai due neuroni che mi restano.
A presto
Wladimiro


OLTRE IL LIMITE
Ciao Arianna,
un Forrest Gump napoletano, ottiene un inimmaginabile successo, pur partendo da evidenti limiti.
Una bella favola e lo dico senza competenze in materia: nella storia il merito è tutto della madre che lotta perché suo figlio superi i propri limiti e venga trattato come gli altri.
Esattamente lo stesso schema dell'inizio del celebre film citato sopra.
L'idea è buona e la storia è toccante, allora perché non riusciamo ad empatizzare fino in fondo con i protagonisti.
Idea mia: da una parte un linguaggio un po' troppo formale del narrato, dall'altra "quel che emerge" dei personaggi non arriva a sufficienza.
Mi spiego meglio, a un tratto viene fuori una similitudine con "l'eruzione del Vesuvio" ecco con solo due parole (senza dirlo chiaramente) mi sono ritrovato a Napoli. Con due parole hai localizzato la tua storia. Le espressioni dialettali successive hanno solo confermato un'impressione che già era arrivata con tutta la sua forza.
I personaggi gli immagino come iceberg (roba di Emingway e non farina del mio sacco). Nel narrato devono emergere elementi che ci raccontino tutto il non detto, la parte dell'iceberg che resta sotto il filo dell'acqua.
Perché per Amalia è così importante che suo figlio superi i proprio limiti? (ego smisurato? solo amore materno? esperienze precedenti di vita che le hanno fatto considerare persone con disabilità simili degli infelici?). Avresti potuto metterci degli elementi idonei a farcelo capire e a farci condividere la sua sofferenza.
Il suo successo, alla fine, sarebbe stato anche il nostro.
Difficile da spiegare e ancor più (per te) da scrivere.
A rileggerci presto
Wladimiro

E ORA... LA CLASSIFICA!

1) PADRE ENDRE DI UNGHERIA
2) GUENDA
3) GENERAZIONE 72
4) GIORNALE DI BORDO
5) IL CORNICIONE
6) IL SOGNO DI VOLARE
7) OLTRE IL LIMITE
8) L'UOMO NON P.
IMBUTO!!!

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Gruppo BLANCA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#9 » giovedì 30 aprile 2020, 7:17

OLTRE IL LIMITE
Ciao Arianna. Piacere di ritrovarti.
Il racconto è ben scritto, con una parte centrale godibile e anche molto emotiva (sarà che sono diventato da poco padre e immaginarmi un simile problema mi ha abbastanza coinvolto).
Il problema del racconto sta forse nel fatto che non riesce ad andare oltre allo scontato e alle frasi fatte. Cioè, quella chiusa con aforisma mi ha fatto storcere un po' il naso, come se il protagonista avesse detto improvvisamente "mogli e buoi dei paesi tuoi" o "rosso di sera bel tempo si spera". Forse qualche elemento inatteso che poteva dare delle sfumature più originali non avrebbe guastato.
Alla prossima. :)

L'UOMO NON P
Ciao Lorenzo.
Bel racconto, con uno stile fiabesco che mi ha catturato. Ma arrivato alla fine mi viene da dire "peccato, peccato, peccato".
Davvero. Secondo me, nella conclusione, hai voluto pretendere troppo e sei caduto in una chiusa che ricerca una profondità che manca di immediatezza. Almeno, per lettori molto semplici come il sottoscritto.
Forse c'è proprio un muro che separa i primi 3/4 di storia dall'ultimo quarto. Come se cambiasse improvvisamente target, direzione... Credo servisse qualcos'altro, che avrebbe potuto coniugare leggerezza profondità, mantenendo l'equilibrio. In ogni caso, buona prova.

IL SOGNO DI VOLARE
Ciao Daniele. Piacere di ritrovarti.
Il racconto è scritto bene e ha anche una bella atmosfera di epicità e un buon linguaggio tecnico.
Il problema, per quello che mi riguarda, è che si va semplicemente da un punto A a un punto B senza momenti di tensione o plot twist. In racconti così brevi non è facile, ma il lettore, soprattutto noi che bazzicchiamo MC, si aspetta sempre quell'elemento che stravolga tutto o che faccia cambiare rotta alla storia, donandole originalità.
Peccato che manchi questo guizzo. Per il resto, quindi, godibile e sufficiente.

GUENDA
Ciao Dand. Piacere di rileggerti.
Il tuo racconto mi è piaciuto in quanto a forma e stile, ma in merito alla trama mi ha lasciato un po' perplesso.
Capisco i riferimenti a Peter Pan, ma alla fine della storia mi trovo a chiedermi: il bambino cresciuto è davvero Peter Pan, che affronta il trauma del non essere più piccolo, o è soltanto un bambino che si rivede in Peter Pan? Non credo di avere sufficienti elementi per capire questa cosa. Forse era tua intenzione lasciare il dubbio, ma mi ha lasciato con una sensazione di insoddisfazione.
Ci sono anche alcuni elementi che secondo me erano chiari nella tua testa (e leggendo successivamente le tue risposte ai commenti ne ho avuto una mezza conferma) che però non sono stati tratteggiati al meglio per renderli anche nella mia.
Nel complesso, un racconto godibile ma che non riesce a sbocciare in tutto il suo potenziale.

IL CORNICIONE
Ciao Aleandra. Piacere di ritrovarti.
Devo dire che questo racconto è interessante, a tratti originale, ma si ritrova a dover fare i conti con diversi problemi.
Hai faticato molto a mostrare, anziché raccontare, forse per il poco spazio, forse per le troppe idee, forse per tutte e due le cose.
Parti, per esempio, con molto infodump nei dialoghi. Gli inseguitori dicono cose che la fuggitiva già sa ma gliele fai dire per informare il lettore. Questo non va bene, perché risulta irrealistico, perfino grottesco.
Lo stesso problema si ripresenta alla fine, dopo una parte centrale gestita bene, dove ti devi fermare e spiegare al lettore tutto ciò che avevi in mente e che succede alla fine della storia. Troppe cose, ti hanno incartata. Forse, la prossima volta, sarà meglio selezionare quello che vuoi mostrare e farlo in maniera più indiretta all'interno del racconto stesso.
A rileggerci.

GIORNALE DI BORDO
Ciao Luca. Che posso dire? Me la sto ridendo.
In primo luogo non puoi non affascinarmi con una ambientazione di questo tipo, quindi già parti avvantaggiato.
In secondo luogo, dico che una volta giunto a metà racconto, ero davvero convinto di aver capito dove volevi andare a parare ed ero pronto a mazzuolarti per bene una volta giunto alla fine. Hai calcato molto sulla questione dell'ignoto, della nobiltà della missione e dei territori inesplorati e credevo che la tua intenzione fosse quella di far terminare il racconto con l'equipaggio che, a causa della terra rotonda, si ritrova, invece, al punto di partenza.
Invece mi hai spiazzato, mostrando altre intenzioni e mostrando originalità nella conclusione. Bello e divertente allo stesso modo, trattando il tema in due modi diversi. Bravo.

PADRE ENDRE D'UNGHERIA
Ciao Polly. Piacere di ritrovarti.
Da quello che ho capito, il tema l'hai toccato in maniera indiretta. Il limite sarebbe quello della comune ragione, superato ampiamente dalle follie della contessa? Ho capito bene? Perché se è così, la scelta non mi ha soddisfatto appieno, perché in quel caso, narrando di qualsiasi omicidio si potrebbe dire di aver trattato il tema del limite umano da non superare. Non so, mi fa un po' storcere il naso, ma è questione di gusti personali.
In quanto al resto, buona la realizzazione, anche se ho faticato un po', a una prima lettura, a capire bene il contesto della storia. Ce ne sono volute due/tre per capire appieno la situazione e o è un problema mio o l'incipit ha qualche carenza. Molto più facile sia la prima opzione. :) A presto.

GENERAZIONE 72
Ciao Maurizio.
Piacere di rileggerti. Il tuo racconto è molto suggestivo. Mi è piaciuto il modo in cui hai fuso l'aspetto religioso alla fantascienza. Hai unito, inoltre, sacro e profano, mischiando nomi attribuiti a Dio ad altri di natura più tecnologica e moderna. La tecnica, come sempre, è ottima. Hai messo in campo, dal punto di vista descrittivo, l'essenziale e ha funzionato.
Soprattutto il finale, dove hai portato una crescente aspettativa per poi far rabbrividire con il buio e l'inconsapevolezza. Bravo, ottima prova.

1) Generazione 72
2) Giornale di bordo
3) Padre Endre D'Ungheria
4) L'uomo non P
5) Guenda
6) Oltre il limite
7) Il sogno di volare
8) Il cornicione

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antico
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Re: Gruppo BLANCA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#10 » giovedì 30 aprile 2020, 12:09

Ancora due classifiche mancanti all'appello: quelle di Giulio Marchese e di Axa Lydia Vallotto.

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giulio.marchese1
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Re: Gruppo BLANCA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#11 » giovedì 30 aprile 2020, 20:01

Commenti:

Generazione 72, di Maurizio Ferrero
Il senso di epicità che permea l'intero testo è perfettamente funzionale alla scena che ci racconti. Per quanto riguarda il tema è declinato in modo molto originale anche se non mi entusiasma pensare alla conoscenza come qualcosa di limitabile; mi spiego: la consapevolezza che la conoscenza sarà sempre limitata, ergo mai assoluta, ci permette di non impazzire, ma addirittura scegliere di chiudere gli occhi di fronte ad essa, e che addirittura ciò sia salvifico, mi fa storcere un po' il naso. Per quanto riguarda la scrittura la trovo molto convincente, all'inizio ammetto di aver avuto un attimo di confusione a causa di nomi e gradi/funzioni,
Il Patriarca Jericho era assiso sul trono al centro della plancia, la cosmotuta da cerimonia bordata di filigrane dorate.
forse qui avrebbe aiutato un punto a posto della virgola.
La Vedente Evelyn Kaspar, addetta ai sistemi di scansione della nave, si trovò a rabbrividire.
qui titolo, nome e cognome mi hanno portato a tornare indietro, forse in prima battuta bastava dire Vedente, e poi aggiungere nome e cognome, probabilmente non sarei tornato indietro a vedere se era la stessa persona.
Evelyn, con il capo chino, si nascondeva tra la folla, stringendo un cacciavite tra le mani. I giganteschi, millenari monitor mostravano un confine di luce scintillante, sempre più vicino.
qua per me si è teletrasportata perché l'avevo immaginata davanti ad un monitor in stile star trek, patriarca al centro sul trono e intorno le varie postazioni, ritrovarla in mezzo alla folla mi ha disorientato. Ovviamente sono limiti miei eh, e non inficiano l'efficacia della narrazione ma il primo "paragrafo" forse andrebbe rivisto.
Comunque ottima prova! Complimenti!

Padre Endre d’Ungheria, di Polly Russell
Il tuo racconto mi è piaciuto molto, la scena finale è ben preparata, il punto di vista azzeccatissimo in quanto permette di nascondere il giusto al lettore senza essere artificioso. La domanda che il racconto fa sorgere è: cosa saremmo in assenza di limiti? In questo senso il tema c'è, il limite è qualcosa che qui manca ma la sua mancanza si fa sentire; un po' come il basso in una band, se c'è non si sente se non c'è si sente XD
La tua risposta alla domanda è drammatica e, in questo periodo in cui i limiti sono il tema centrale della vita di tutti, non riesco ad essere in disaccordo. Certo non tutti siamo contesse assetate di sangue, ma se tutti potessero uscire nessuno starebbe a casa con risultati forse più nefasti di quelli da te descritti. Forse in questo sei addirittura quella che più di tutti ha centrato il tema, e lo hai fatto in modo indiretto e senza palesare alcunché. I limiti, per quanto odiosi possano essere, sono necessari e superarli non sempre è una buona idea.
Complimenti!

Giornale di bordo, di Luca Nesler
Mi sembra di aver appena finito di leggere un messaggio trovato sulla spiaggia dentro qualche bottiglia, immagino il foglio logoro e le parole sbiadite. Questo testo, lasciato ai posteri da qualche viaggiatore, racconta di una nave che si spinge oltre i confini del mondo, che sia un mondo immaginario o un epoca dimenticata non c'è dato saperlo. Ovviamente, essendo l'ultima pagina di un diario di bordo, non ci sono azioni, tutto è raccontato, e quello che emerge sono le sensazioni dello scrittore immaginario. Di solito la mancanza di dinamismo sarebbe un difetto ma con questo escamotage è perfettamente giustificata, mi ricorda alcuni passaggi in Lovecraft quando, per dar realismo alle storie, riporta stralci di giornale o di diari. Secondo me potrebbe essere l'incipit di qualcosa di più lungo, che parte con il ritrovamento della pagina, in quanto la pagina in sé e per sé non racconta una storia a mio modo di vedere ma, appunto, riassume ciò a cui il protagonista/scrivente ha assistito, e come lo fa sentire la conclusione della storia. Questo proprio per la mancanza di dinamismo: la storia è già conclusa. Abbiamo una fotografia parziale di ciò che è avvenuto e delle ipotesi su cosa avverrà.
Complimenti per la scrittura coinvolgente benché raccontata.

Il cornicione, di Alexandra Fischer
Il racconto mi ha molto confuso, nella parte iniziale tutto liscio ma ad un certo punto le troppe informazione rallentato molto la mia lettura.
Ho letto gli altri commenti per cercare di capire meglio sfruttando l'arguzia altrui, la conclusione mi è sembrata quasi unanime: troppo in troppo poco spazio. Quindi, giusto per differenziarmi, vorrei lanciare un piccola provocazione: e se invece fosse possibile, con modifiche stilistiche, far entrare tutto nello spazio dei 3k? Spostando il problema dal quanto al come il difetto che noto è la fretta di concludere. Fino a un certo punto va tutto liscio, poi arriva la fretta che ti impedisce di mostrare tutto in maniera nitida. Quindi, a mio avviso, il finale frettoloso rovina la preparazione iniziale ancor più della mole di informazioni in sè e per sè.

Guenda, di DandElion
Il limite di cui ci parli e quello di un'età che tutti rimpiangiamo, la spensieratezza, il focolare caldo e sicuro, lontano dagli "altri" che quasi sempre ci portano a doverci confrontare con noi stessi prima che con loro. Non c'è azione ma introspezione, il racconto punta a pizzicare corde emotive che un po' tutti condividiamo, costretti nella nostra unicità ad interagire con altre unicità. Forse però nel tentativo di emozionare si scade in una serie di luoghi comuni: il ragazzino timido e sensibile a cui non piace lo sport ma studiare e che rimpiange la sua infanzia. Sicuramente dal punto di visto del protagonista, che avrà 15/16 anni, ci sta pensare agli altri come esseri d'un altro mondo. Come ci sta la sua valutazione sul rapporto con i genitori rispetto a quello che hanno gli altri, che ingenuamente pensa di poter comprendere. Forse quello che mi ha fatto storcere il naso è, prendila con le pinze, la mancanza di personalità di Peter. Mi sembra troppo stereotipato, mi sarebbe piaciuto ci fossero altri dettagli più specifici a renderlo tridimensionale. Se da un lato è un personaggio in cui, tendenzialmente, possiamo rivederci tutti (sì, anche chi ama il calcio XD) dall'altro è tutti e nessuno in particolare.
Comunque sia ottima prova, i riferimenti a Peter Pan mi hanno molto divertito.

Il Sogno di Volare, di Daniele Torrisi
Mi dispiace dire che il racconto non mi è piaciuto, l'ho trovato un po' pesante. In fondo, com'è stato fatto notare, si tratta di una serie di informazioni su una nave spaziale che a un certo punto parte. Questo a me non basta, non mi lascia molto, avresti potuto rendere il tutto più dinamico grazie al punto di vista: ad esempio potevi spiegare tutto dal punto di vista del direttore condendo il tutto con osservazioni di carattere personale. L'azione sarebbe stata comunque poca ma ci sarebbe stata l'introspezione di un personaggio, la sua percezione del lancio. Lo stesso avresti potuto fare con il pilota o con un membro qualsiasi dell'equipaggio. Magari avresti dovuto tagliare qualche informazione per ragioni di spazio ma avresti potuto rendere il tutto più visivo con una donna che guarda fuori dall'oblò e vede le statue o con un bambino che si arrampica su un albero per assistere al lancio. Sono banalità ma, secondo me, non è vero che siccome c'è una nave che a un certo punto decolla sia necessariamente una scena statica, si possono comunque introdurre personaggi che siano più che comparse o elementi dinamici che ci facciano immergere nella scena. Ovviamente il gusto non si discute, ma purtroppo il tua racconto non ha incontrato il mio.

L’uomo non P, di Lorenzo Diddi
Io solitamente apprezzo molto i racconti surreali dallo stile brillante, anche in questo caso mi stavo divertendo abbastanza fino al finale. L'abito non fa il monaco, ma dopo una preparazione ad arte mi aspettavo un finale più scoppiettante. La visione della realtà come ipotesi è affascinante, il problema secondo me nasce dal fatto che se neghiamo l'osservabile per "proteggere" la teoria ci infiliamo in un circolo vizioso: la percezione confuta la teoria e la teoria confuta la percezione. Se diciamo "ciò che è reale è irrazionale" ovviamente tutto ciò che è irrazionale diventa reale ed è questo che mi sembra accadere in questo racconto. Il problema che noto nel finale è la razionalità dell'orologiaio nel giustificare la irrazionalità della realtà.
Ottimo quindi il surreale utilizzato per enfatizzare l'incomunicabilità, ma sul finale mi sono trovato disarmato ad affrontare concetti e possibilità interpretative tanto ampie quanto insondabili.
Non mi piace molto l'uso di "cosiddetto" et similia, il fatto che il cappotto sia detto cappotto è un codice, non ha a che fare con la sua vera essenza, il termine cappotto è un significante cui appioppiamo un significato. Come coat o capot, nessuna di queste parole descrive il capotto nella sua essenza, tanto meno quel singolo cappotto. Avrei preferito non cappotto in pratica :)
Comunque sia mi hai fatto ragionare, anche se, probabilmente, su cose che non avevi in mente o non ti interessavano.
Complimenti

Oltre il limite, di Arianna D’Angelo
Il tuo racconto mi ha molto colpito. Il ritmo è posato, la lettura scorre piacevole, si sente proprio la forza di questa madre che non accetta i limiti del figlio e fa di tutto perché li superi. Il passaggio centrale mi ha molto emozionato, l'ho sentito "vero". Qualche refuso, ma niente che infici la lettura. Il finale mi è sembrato troppo didascalico, con tanto di morale. Forse potevi restare sul versante emotivo e chiudere il climax mostrando ancora una volta mamma e figlio insieme.
Complimenti!

Classifica:
1 Padre Endre d’Ungheria, di Polly Russell
2 Oltre il limite, di Arianna D’Angelo
3 Guenda, di DandElion
4 Generazione 72, di Maurizio Ferrero
5 Giornale di bordo, di Luca Nesler
6 L’uomo non P, di Lorenzo Diddi
7 Il cornicione, di Alexandra Fischer
8 Il Sogno di Volare, di Daniele Torrisi

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AxaLydiaVallotto
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Re: Gruppo BLANCA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#12 » giovedì 30 aprile 2020, 21:07

Classifica:
1. Guenda
2. Generazione 72
3. Il sogno di volare
4. L’uomo non P
5. Padre Endre d’Ungheria
6. Giornale di bordo
7. Oltre il limite
8. Il cornicione



Generazione 72

Ciao, Maurizio!
Di questo racconto ho adorato l'atmosfera e come sei riuscito a prendere elementi “moderni” e tecnologici e a inserirli in un contesto religioso. Secondo me è stata una scelta ben riuscita, soprattutto visto il contesto fantascientifico e di lontano futuro.
Il tema è interpretato in maniera piuttosto "classica", ma la scelta di Evelyn crea un ribaltamento interessante, come anche il finale. Mi ero fatta un’idea diversa di come sarebbe andata a finire la storia, mi ha sorpresa. Anche lo stile pomposo, per quanto non sia il mio preferito, l’ho trovato adatto alla storia e gestito bene.


Padre Endre d'Ungheria

Ciao, Polly!
Penso che il mio problema con questo racconto sia che non ho capito in che modo c'entri con il tema. Si intende che la contessa ha superato il limite? Un’altra cosa, ci sono degli errori di punteggiatura sparsi e l'incipit è piuttosto statico con tutte quelle descrizioni ambientali, cosa che da un lato crea un bel contrasto con il resto del racconto, dall'altro ho l’impressione che sia troppo lunga.
La seconda parte invece funziona bene: mi sono piaciute molto le descrizioni e secondo me hai gestito bene la tensione tramite il personaggio punto di vista. Poi ho adorato la frase finale, secondo me è davvero d’effetto.


Giornale di bordo

Ciao, Luca!
Il tema è molto presente nel racconto, ma non mi è piaciuta molto la “gestione degli spazi”. Spendi molte parole – la maggior parte, peraltro – per ricamare sull'idea della fine del mondo, di quanto il protagonista non veda l'ora... e dopo aver creato un bel po’ di aspettativa hai tagliato sulla parte interessante, quella promessa da tutto il resto del racconto. Non so se volessi rendere il concetto di "non si può sapere cosa c'è al di là", ma secondo me non è riuscito granché. Il tutto manca di concretezza: dà l'impressione che volessi "riempire" lo spazio, ma non dici molto di utile per inquadrare la storia e il setting, e si resta con l’impressione di una promessa non mantenuta.


Il cornicione

Ciao, Alexandra!
Devo essere sincera, faccio fatica a scrivere un commento, perché non ho capito granché della storia. Per la prima metà sembra andare in una direzione, poi appare il pittore e tutto si confonde. Sembra quasi che a metà tu ti sia accorta che non avresti avuto abbastanza spazio per inserire tutto quello che avevi in mente e quindi tu abbia schiacciato il resto della storia riassumendo il più possibile. Peccato, perché la prima parte mi è piaciuta e penso che espandendo il racconto e dando il giusto spazio a tutti gli elementi che hai inserito potrebbe uscirne qualcosa di carino.


Guenda

Ciao, Dand!
Il racconto è scritto davvero bene e il twist finale in cui si scopre l'identità del protagonista mi ha sorpresa; insomma, complessivamente mi è davvero piaciuto un sacco. Ho adorato anche il riferimento alla "sfida" delle linee tra le piastrelle, lo facevamo sempre anche io e mio fratello da bambini!
L'unica cosa che non mi è al cento percento chiara è il riferimento all'altro bambino che ha quasi cavato l'occhio a Peter. Io l'ho interpretato con il fatto che il protagonista è molto maturo per la sua età, mentre gli altri suoi compagni no e lui non li riesce a capire del tutto, ma non sono sicura fosse quello il punto. Anche il tema, mi pare sia proprio appena accennato.


Il sogno di volare

Ciauuu Dany u.u
Sapendo i retroscena e il significato di questo racconto, e come si collega a un sacco di altra roba, mi è abbastanza difficile restare neutra, ma ci provo. Fantastiche le immagini, l'atmosfera è ben descritta e mi è davvero piaciuta molto, come anche tutti i riferimenti alla storia dell'esplorazione spaziale (però la prossima volta aggiungi Korolev e Von Braun u.u). Il tema c'è e, anche se non è preso nell'accezione più originale di sempre, è centrato.
La cosa che non mi ha fatto impazzire del racconto è il fatto che non ci sia molta tensione. Non c'è un qualche tipo di rivelazione finale o rovesciamento di sorta, quindi il racconto appare molto lineare - parte da A e arriva a B senza far trattenere più di tanto il fiato nel processo. Ma non mi lamento, è bello vederti scrivere qualcosa di non orribilmente drammatico, ogni tanto!
Poi vabbè, la voce pomposa con cui è raccontato non è particolarmente la mia cosa preferita, ma è di Adam Aki che stiamo parlando... xD


L’uomo non P

Ciao, Lorenzo!
Mi è piaciuto moltissimo lo stile che hai usato per questo racconto. L’ho trovato davvero personale e davvero molto interessante. L’atmosfera è fiabesca, quasi surreale, e l’ho apprezzata molto durante la lettura.
Però il finale non mi è sembrato efficace. Non mi è chiaro il collegamento con il tema e per tutto il racconto ho pensato che sarebbe emerso con un qualche plot twist finale, ma non è andata così. Ho anche pensato che il finale avrebbe spiegato un minimo di cosa voglia dire “uomo non P”, ma se la spiegazione c’è, io non l’ho proprio afferrata. Forse è un problema mio.


Oltre il limite

Ciao, Arianna!
Il tema è centrato, mi è piaciuta l’interpretazione di limite come l’hai resa. Scritto così, però, il racconto non rende molto. Non c’è un chiaro personaggio narrante, il punto di vista balza in giro da uno all’altro, spesso è esterno e impersonale. L’impressione è quella di un narratore onnisciente non gestito bene, che si rispecchia anche nel fatto che le descrizioni e le emozioni sono riassunte, non fatte percepire. Penso che il racconto avrebbe molto più effetto, anche emotivamente, se noi lettori potessimo restare ancorati a un personaggio e vedere la storia svolgersi attraverso i suoi occhi.

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Re: Gruppo BLANCA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#13 » giovedì 30 aprile 2020, 22:54

Avete ricevuto tutte le classifiche, nei prossimi giorni arriveranno anche i miei commenti!

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Re: Gruppo BLANCA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#14 » mercoledì 6 maggio 2020, 20:02

Ecco a voi la mia classifica!

1) Guenda, di Dand Elion
Un racconto scritto interamente sulla domanda: cosa comporta muoversi entro i limiti? Da bambino, si può pensare che basti quello per vincere, ma la realtà è molto più complessa, sfaccettata, e la verità è che no, può non bastare. Il tuo protagonista sviluppa un suo modo di pensare, non omolagato e il diventare adulto è la consapevolezza che si fa largo nei suoi pensieri. Un racconto più complesso di quel che appare, non perfetto perché ritengo che possa ancora essere potenziato, ma ci prova e ci va molto vicino. Per me un pollice quasi su.
2) Generazione 72, di Maurizio Ferrero
Non mi piace il titolo, lo vedrei meglio con il numero esteso perché così fa troppo anni 70, ma questa è una quisquilia. Racconto molto valido, senza evidenti punti deboli. Sì, forse rischi di creare un po' di confusione quando citi tutti i vari nomi di Dio perché sembrano essere i primi che ti sono venuti in mente e questo lo ripeti anche altre volte, come nel caso di Wiki. Nulla di grave, ma un minimo stona nell'impianto complessivo che si rinforza strada facendo. Non mi ha fatto impazzire la prima parte che, a conti fatti, avresti potuto byepassare per portare i due protagonisti direttamente nella sala grande, negli ultimi attimi prima della "rivelazione", cosa che ti avrebbe anche permesso di non abbandonare il Patriarca, ma di tenerlo sempre in scena. Finale perfetto. Per me un pollice quasi su.
3) Padre Endre d’Ungheria, di Polly Russell
La prima parte fatica un po' e ci sono anche alcune imprecisione, come un presente cui manca, evidentemente un -va. Tutto questo contribuisce a rallentare l'immersione del lettore, immersione che, però, quando scatta lo trascina in quest'incubo fino a quella battuta finale così glacialmente perfetta. Il tema è perfettamente rispettato perché questo è quello che può capitare quando non si percepiscono limiti. Il mio giudizio varia dal pollice ni della prima parte al pollice su della seconda, quindi un pollice tendente all'alto in modo anche convinto.
4) L’uomo di P, di Lorenzo Diddi
La misurazione del tempo può smentire la realtà, perché dunque non negare la misurazione del tempo? Almeno, questa è la mia interpretazione della battuta finale dell'Orologiaio. Dunque, il quid sta nella non importanza della misurazione del tempo: l'importante è che le lancette scorrano, non che lo facciano indicando tutte la medesima ora. L'idea del tutto, mi piace molto, ma ritengo che la debolezza del testo risieda nel rapporto tra l'uomo non P e l'Orologiaio, rapporto che avrebbe avuto bisogno di più spazio per delinearsi meglio e anche e soprattutto per fare crescere il personaggio di non P proprio attraverso la riflessione indottagli. Da lavorarci per affinarlo e svilupparlo verso le sue reali potenzialità. Per me un pollice tendente verso l'alto.
5) Il Sogno di Volare, di Daniele Torrisi
Ordunque... Di sicuro, l'immagine rimane impressa, ma ci sono due criticità che voglio condividere con te e riguardano il modo attraverso il quale rimangono impresse. 1) parti con una quasi esplicita citazione da IL TRONO DI SPADE perché quel LANCIO DELL'ARCIERE fa tanto APPRODO DEL RE e questo fa sbandare il lettore una prima volta. 2) il discorso di Aki sembra quasi fare il verso a quello di del professor Brand di Interstellar, leggendolo non ho potuto non pensarci. E sia chiaro che, di per se, questi due appunti possono essere quasi presi per complimenti, ma nel momento in cui evocano nel lettore voci diverse da quella che dovrebbe essere la tua specifica, allora no, sono dei malus. C'è una grande potenza in te, ma a volte, mi sembra, cedi ancora a influenze che ti arrivano dall'esterno. Se posso darti un consiglio: lavorerei su quello. Tornando al racconto: come ho detto, l'immagine è forte, la scena ben delineata, il messaggio valido. Per me un pollice tendente verso l'alto anche se in modo un pelo stirato.
6) Oltre il limite, di Arianna D’Angelo
Racconto ben organizzato e gestito. C'è qualche refuso, ma ci sta in un contesto come MC (anche se, ovviamente, vanno considerati nella valutare i vari racconti), il problema vero sta in una strategia (ben eseguita) che porta a un finale difficile da accettare per il lettore. Non nego che ci sia la possibilità di recuperare una tale difficoltà, ma per arrivare a quel finale bisogna mostra anche il percorso e non mi sembra sia sufficiente il punto di svolta. In pratica, hai omesso la parte della preparazione al finale scommettendo sul fatto che il lettore potesse comunque accettarlo, ma così non è. Per me un pollice tendente al positivo perché quello che c'è è ben eseguito e segue un preciso filo logico che, però, non mi sembra sufficiente.
7) Giornale di bordo, di Luca Nesler
Un tuo tratto caratteristico è, a mio parere, una certa delicatezza di fondo: un modo di scrivere molto garbato e leggero anche quando tratti di tematiche pesanti e drammatiche. Qui lo hai soffocato sull'altare della sperimentazione del pezzo e, alla fine, la sensazione è che tu abbia più che altro ricorso parole e tempi per riempire in attesa del finale, un finale che a me è parso chiaro fin dalla prima citazione sulla fine imminente del foglio. C'è che il finale arriva stanco mentre, a mio parere, la strategia corretta sarebbe stata quella di accelerare stando attendi a evitare testa coda o giravolte in modo, davvero, da lasciare tronco il fiato del lettore e sotto questo aspetto il testo mi sembra avere fallito la prova. Capita, giusto provarci e sperimentare. Pollice ni a questo giro, anche se più tendente al positivo.
8) Il cornicione, di Alexandra Fischer
Il racconto è controllato e gestito bene fino al salto dal tetto, poi accelera e si trasforma in un soggetto ancora schematizzato nella sua forma a punti. Insomma: la prova con i caratteri è fallita perché, evidentemente, questa storia così raccontata non poteva stare comoda nei 3300. Anche la questione dei limiti, allo stato attuale, appare inserita a forza. Insomma, sarebbero servite un paio d'ore in più con tanto di revisione e sono sicuro ne sarebbe uscito un testo completo ed estremamente godibile. Pollice ni per me.

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