La carezza dell'amore

Appuntamento fissato per lunedì 16 novembre dalle 21.00 all'una con un tema di Scilla Bonfiglioli!
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Gabriele Dolzadelli
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La carezza dell'amore

Messaggio#1 » lunedì 16 novembre 2020, 23:19

Ero incantata dal suo modo di dipingere. Manuel dava intensità ai colori semplicemente accarezzandoli col pennello. Era uno dei motivi per cui l'amavo, nonostante tutto. Lo amavo nonostante le botte, nonostante l'alcol, nonostante le sue parole taglienti. Lo amavo perché sapevo cosa significava crescere senza padre, in mezzo alla strada, con una madre che preferisce uscire a procurarsi una dose che preoccuparsi di te con la febbre.
Beatrice non mi capiva. Si fossilizzava sul fatto che dovevo lasciarlo. Per quanto non sopportassi l'atteggiamento della mia amica, non riuscivo a biasimarla. Anche lei aveva avuto un passato difficile. Solo che Bea aveva costruito attorno a sé una corazza inviolabile che la teneva lontano da tutti, soprattutto dagli uomini. Lei diceva che era quella corazza a farla andare avanti e a non farle mollare gli ormeggi. Io non ci credevo più di tanto, anzi. Mi sembrava che quel guscio le pesasse ogni giorno di più.
Ne parlai con la mia guru: Salang. In coreano significa amore e quel nome le stava addosso come un abito di sartoria. Un giorno mi insegnò una tecnica che si chiamava la carezza dell'amore. Può sembrare banale, perché tutte le carezze sono amorevoli, ma la sua era qualcosa di speciale. Non donava solo amore, toglieva anche il dolore. Ci misi tre mesi per impararla e ci tenevo con tutto il cuore. Fosse stato per me, avrei accarezzato l'intero mondo, togliendo da ogni anima il mostro che vi albergava. Volevo farlo soprattutto per Manuel.
Quando tornai a casa era sdraiato sul divano. Sul tavolino c'erano cinque bottiglie di birra vuote. No, erano sei. Una era sul tappeto. La tela era finita, appoggiata al muro. Al suo posto, sul treppiedi, ne aveva messa una ancora immacolata. Mi avvicinai a lui e cercai di non svegliarlo. Quando si svegliava dopo una bevuta era sempre aggressivo. Gli accarezzai la guancia, premendo leggermente col pollice sullo zigomo. I polpastrelli leggeri raggiunsero la tempia e con la punta dell'indice, in senso orario, arrivai all'angolo delle labbra. Era bellissimo. Lo fissai per qualche minuto, prima di lasciarlo solo e raggiungere Bea.
Le raccontai della tecnica che avevo acquisito e di come l'avevo applicata a Manuel. Lei, come al suo solito non mi ascoltò. Mi disse che era senza speranze e di lasciarlo. Povera Bea, quanto mi dispiaceva che fosse così dura con la vita. Fu scettica perfino in merito alla carezza dell'amore ma la convinsi a provare, a chiudere gli occhi e a lasciarsi coccolare dalla mia mano sul viso. Le venne da ridere e non ci credette nemmeno dopo, ma almeno le avevo strappato un attimo di gioia.
Il giorno dopo tornai da Manuel. Era davanti alla tela, fissandola con gli occhi sgranati.
«Non ci riesco più» mi disse. Inizialmente non capii, perché era restio a dare spiegazioni. «Non riesco a dipingere» aggiunse poi disperato. Gli sfiorai una spalla, col timore mi si rivoltasse. Non lo fece, era innocuo. Era soltanto infelice, con gli occhi colmi di panico e disorientati, privi della fiamma che vi ardeva un tempo.
Me ne dispiacque, soprattutto perché non riuscii a essergli di aiuto. Lo lasciai alla sua contemplazione e per diversi giorni la situazione non cambiò. Chiamai Bea per avere un consiglio su come fare, ma non rispondeva. Mi recai sotto casa sua e trovai una folla radunata sul marciapiede. Mi feci largo e vidi il corpo di una donna steso a terra.
«Si è buttata dal tetto, poveretta» disse una signora. Riconobbi il viso di Bea, in mezzo alla pozza di sangue. Corsi via, con una mano sulla bocca a trattenere i singhiozzi. Mi rifugiai in un vicolo e gli spasmi mi indebolirono. Dovetti inginocchiarmi a terra. Ero stata io a farle questo? A toglierle la corazza esponendola alla tempesta? Ero stata io a togliere a Manuel quel dolore che gli permetteva di sfogarsi sulla tela? Cosa avevo fatto? Ero un mostro!
Mi guardai la mano, non riuscendo a non gemere. L'avvicinai tremante al mio viso e chiusi gli occhi, concedendomi una sola carezza.

«Adesso cosa provi?» mi chiese Salang.
«Nulla» le risposi. «Non posso soffrire per il dolore altrui, se non so cosa sia il dolore.»
Salang mi sorrise. Un sorriso materno.
«Ora, almeno, sei libera» mi disse sfiorandomi con delicatezza il volto.



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antico
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Re: La carezza dell'amore

Messaggio#2 » lunedì 16 novembre 2020, 23:22

Ciao Gabriele! Tempo e caratteri ok! Buona SCILLA BONFIGLIOLI EDITION!

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Proelium
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Re: La carezza dell'amore

Messaggio#3 » martedì 17 novembre 2020, 14:12

Ciao Gabriele,
piacere di rileggerti. Ancora una volta, malgrado la “granitica realtà” di un tuo scritto, sei riuscito a farmelo apprezzare. Tema centrato: una declinazione di questo tipo era prevedibile, ma sei riuscito a svilupparla in maniera originale e, lasciamelo dire, molto espressiva. Incipit pazzesco che conquista, ma soprattutto ti copre le spalle quando abbassi il ritmo per inquadrare meglio la vicenda. Bene la profondità che hai dato ai personaggi, pur osando parecchio. Sono tanti e il rischio di confondere i punti di vista c’è. Anche la scelta del “Santone deus-ex-machina” è meno solida di quello che promette. Ma è un racconto che, malgrado tutto, regala tanto al lettore.
Alla prossima!

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filippo.mammoli
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Re: La carezza dell'amore

Messaggio#4 » mercoledì 18 novembre 2020, 19:31

Ciao Gabriele,
Piacere di leggerti ancora un volta.
Mi è capitato molto spesso dot rovarmi e valutare un tuo racconto e non ne ricordo uno brutto, uno sbagliato o uno fuori tema.
La tua scrittura è una di quelle che più apprezzo all'interno dell'arena, lineare, efficace e senza troppi fronzoli. Ma arriva, eccome se arriva.
L'idea di una carezza che toglie il dolore la ritengo un'interpretazione geniale del tema anche perché, nella tuo intreccio, lascia nel dubbio di chi sia alla fine il vero mostro e chi sia più bisognoso di carezze.
Lo stacco finale, con la protagonista di fronte alla sua guida spirituale che sit riva a dover rivelare la sua mostruosa mancanza di empatia, l'ho trovato bellissimo e struggente.
Complimenti!

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Pretorian
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Re: La carezza dell'amore

Messaggio#5 » mercoledì 18 novembre 2020, 23:24

Ciao, Gabriele e piacere di leggerti.
Ti dirò la verità, l'impressione che ho di questo racconto è del riassunto di una bella storia. Ci sono tutti gli elementi per un bel racconto e anche i personaggi mostrano un abbozzo di quello che potrebbe essere una psicologia complessa e interessante. Il problema è che tutto compresso in uno spazio palesemente inadeguato. Nel primo terzo del racconto introduci tre personaggi diversi, ognuno con una descrizione e con l'inserimento dei rapporti con la narratrice-protagonista: è un wall of text che rende il tutto pesantemente indigesto. Il prosieguo è più scorrevole, ma non di molto: succedono tante cose, ognuna delle quali meriterebbe un approfondimento idoneo, senza il quale finiscono a diventare un mero elenco di cose. Non ho molto altro da dire: è una storia con uno spunto interessante e scritta con uno stile efficace, ma ristretta in uno spazio così misero da perdere la gran parte delle sue potenzialità.

Peccato.

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Nevan
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Re: La carezza dell'amore

Messaggio#6 » giovedì 19 novembre 2020, 17:27

Ciao Gabriele, piacere di conoscerti.

Spero non sia un problema se adotto un approccio schematico alla valutazione:

PRO
+ Mi è piaciuta parecchio la chiave originale con cui hai approcciato il tema, la mostruosità del voler fare del bene a tutti i costi (o almeno così l'ho interpretata), che può ritorcersi contro di noi. Bravo.
+ La tua prosa è fluida, molto scorrevole
+ Descrizione molto accurata dei gesti e delle ambientazioni.

CONTRO
- La grande immersività che riesci a trasmettere a livello visivo non trova riscontro ma anche sul piano emotivo. Mi spiace, ma non sono riuscito a provare empatia per la protagonista o un qualche altro genere di sentimento. Forse il motivo di questo gap risiede nel fatto che hai inserito ben quattro personaggi in una porzione di testo molto ridotta, che ti ha portato ad un tratteggio della personalità molto basico: Salang e Manuel sembrano delle sagome bidimensionali la cui comparsa su pagina è solo funzionale all'interazione con la protagonista. L'amica Beatrice è l'unica ad avere delle caratteristiche che emergono (la negatività, l'invidia), ma sono prive di contestualizzazione. Magari qualche battuta di dialogo in più e qualche personaggio in meno avrebbero reso meno decorativo il tuo cast.
- La protagonista non mi ha trasmesso quel senso di insofferenza verso la sua situazione sentimentale, di cui accenni solo all'inizio. Non ho capito bene dove voglia andare a parare con le sue azioni, troppo frammentate nelle diverse interazioni che ha con gli altri tre personaggi.

Comunque è stata una lettura piacevole, e questo ha un suo peso! Buona sfida!
Ultima modifica di Nevan il venerdì 20 novembre 2020, 13:39, modificato 2 volte in totale.

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Giacomo Puca
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Re: La carezza dell'amore

Messaggio#7 » giovedì 19 novembre 2020, 20:20

Ciao Gabriele, piacere di leggerti (credo sia la prima volta).

Tema
Centrato in modo particolare e originale, ben fatto.

Stile
Punto debole del racconto. Abbastanza buono da rendere la storia chiara, ma anche molto anonimo. La voce narrante sembra stia scrivendo un tema.
Forse è vero, come ti hanno detto, che hai scelto una storia troppo grande per stare dentro 4242 caratteri, e hai fatto un riassunto.

L'incipit del racconto poi è qualcosa che non vorrei mai dover leggere, una specie di libretto delle istruzioni del tipo: "adesso ti spiego per bene tutti i rapporti e i caratteri e poi ti racconto la storia."
Se vuoi far capire l'amore della protagonista per il fidanzato che la picchia, converrebbe architettare qualcosa di più concreto.
Es la voce narrante racconta che tutto inizia quel giorno che dopo aver mentito al medico del pronto soccorso, esce e decide di comprare un regalo a Manuel, per poterlo veder dipingere e poi magari far pace facendo l'amore.
Non serve essere super specifici, ma piazzare giusto qualche dettagli qui e lì, convertire sentimenti/emozioni in qualcosa che coinvolga il lettore, più di un pigro Manuel mi picchiava ma io l'amavo.

Trama
Molto, molto bella. È uno di quei casi in cui mi sono detto: "cacchio, questa sì che è un'idea che mi sarebbe piaciuto avere!"
Il concetto secondo cui togliendo la nostra parte peggiore non saremmo migliori ma solo monchi è molto interessante, ha un suo spessore filosofico, implicazioni infinite. Complimenti, veramente.

Valutazione finale.
Un racconto molto bello, dotato di una sua complessità, nonché originalità. Stile migliorabile.
In narrativa non esistono regole, ma se le rispetti è meglio.

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Gennibo
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Re: La carezza dell'amore

Messaggio#8 » venerdì 20 novembre 2020, 18:51

Ciao Gabriele e piacere di leggerti. Ho apprezzato l’idea del tuo racconto, scritto con degli echi di leggenda asiatica, sono d’accordo che con uno stile più immersivo si poteva empatizzare di più con la protagonista e l’amica non è proprio a fuoco; trovo normale che Beatrice non capisca l’amica che voglia restare con un uomo violento. La frase: “non riusciva biasimarla” io non l’ho capita. Perché avrebbe dovuto biasimarla per averle dato un consiglio di grande buon senso? Comunque potrebbe capirla e non essere d’accordo. A parte questo dettaglio c’è tanto. La storia mi è piaciuta molto, l’ho trovata profonda e originale.
Alla prossima e buona Edition!

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Filippo Santaniello
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Re: La carezza dell'amore

Messaggio#9 » domenica 22 novembre 2020, 15:33

Ciao Gabriele,
bel racconto, molto profondo e più complesso di quanto possa sembrare a una prima lettura. È una metafora del dolore come matrice di vita e creazione. Il mostro non è chi rivela il suo lato più spietato ma chi cerca a tutti i costi di volerci cambiare, modificando il nostro DNA creativo, e uccidendoci nel momento in cui spengono la nostra individualità. Complimenti per essere riuscito a tratteggiare un’ottima psicologia dei personaggi in così poco spazio. Sei da podio!

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Gabriele Dolzadelli
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Re: La carezza dell'amore

Messaggio#10 » domenica 22 novembre 2020, 16:45

Gennibo ha scritto:Ciao Gabriele e piacere di leggerti. Ho apprezzato l’idea del tuo racconto, scritto con degli echi di leggenda asiatica, sono d’accordo che con uno stile più immersivo si poteva empatizzare di più con la protagonista e l’amica non è proprio a fuoco; trovo normale che Beatrice non capisca l’amica che voglia restare con un uomo violento. La frase: “non riusciva biasimarla” io non l’ho capita. Perché avrebbe dovuto biasimarla per averle dato un consiglio di grande buon senso? Comunque potrebbe capirla e non essere d’accordo. A parte questo dettaglio c’è tanto. La storia mi è piaciuta molto, l’ho trovata profonda e originale.
Alla prossima e buona Edition!


Ciao Isabella.
La protagonista è accecata dal suo amore per Manuel ma oltre a questo tende anche a giustificare sempre l'operato altrui in una disperata ricerca di empatizzare con gli altri. In primis lo fa con Manuel, ma quando l'amica la mette costantemente in guardia dal fidanzato, lei, pur prendendo ciecamente le difese del ragazzo, non riesce a odiare l'atteggiamento dell'amica, perché giustifica anche quello. Per questo afferma di non poterla biasimare, nonostante tutto. Spero di essermi spiegato. :) Grazie per il tuo feedback.

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Gabriele Dolzadelli
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Re: La carezza dell'amore

Messaggio#11 » domenica 22 novembre 2020, 16:47

Grazie a tutti per i commenti.
Negli ultimi racconti mi si era consigliato di provare la prima persona per rendere i testi più immersivi.
Ci ho provato, ma mi rendo conto che con tanti personaggi risulta ancora difficoltoso.
Spero di migliorare. :)

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Davide_Mannucci
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Re: La carezza dell'amore

Messaggio#12 » domenica 22 novembre 2020, 16:59

Ciao Gabriele, piacere di aver letto un tuo racconto!
Mi è piaciuta davvero l'atmosfera asiatica in cui hai immerso la tua storia; leggevo e, a tratti, mi hai ricordato l'inquietante freddezza romantica dei testi di Murakami e quindi applausi per te! Lo stile è solo a tratti faticoso ma in generale è buono e riesce a calarti perfettamente nella malata necessità di quell'amore avvelenato. Apprezzabile il finale per la semplicità con cui hai trattato e "risolto" un tema decisamente complesso (amare i mostri).
Buon lavoro davvero!

D.
Davide Mannucci

alexandra.fischer
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Re: La carezza dell'amore

Messaggio#13 » domenica 22 novembre 2020, 19:27

Tema centrato. Il mostro si nasconde nella dolce Salang (amore in coreano. Trovata originale, usare quel nome per creare una guru dall’aria innocente) e nella sua carezza, molto ben descritta, che dovrebbe portare amore. E lo fa. Solo, non nel modo in cui crede la protagonista, illusa di rendere meno violento il talentuoso compagno, il pittore Manuel dal passato difficile (senza padre, con la madre drogata) e dalla vita sregolata (è alcolizzato, violento) e di riconciliare l’amica Beatrice, delusa dagli uomini e dalla vita usando con lei la stessa tecnica della carezza dell’amore. Risultato? Due suicidi (Manuele e Beatrice). E la morale di Salang? La protagonista può partire da sola amando se stessa. Storia dalla saggezza amara e con un fondo di umorismo macabro (vedi il tragico equivoco di fondo).

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Emiliano Maramonte
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Re: La carezza dell'amore

Messaggio#14 » lunedì 23 novembre 2020, 0:14

Ciao Gabriele!
Libero dall' "obbligo" della classifica nei prossimi giorni proverò a leggere gli altri racconti fuori girone. Ora procedo col tuo.
Il racconto è molto particolare e si legge con interesse. All'inizio, per quanto l'incipit sia risultato sufficientemente interessante, però la narrazione rischiava di diventare un po' pesantuccia e ridondante, ma poi al primo accenno di cambiamento dopo la "carezza", ho capito l'architettura della trama e l'ho apprezzato. La conclusione ha dato a tutto il testo una buona profondità psicologica, srotolando di colpo una serie di piani di interpretazione sui quali, ancora adesso che ho terminato la lettura, sto meditando. Quindi il racconto è vincente, sotto questi profili.
Non ti nascondo che non amo molto i "muri di parole", per cui la lettura mi è risultata a tratti faticosa. Ma è un fatto solo mio. Carina l'idea della guru orientale e geniale l'intuizione del tocco che cancella il dolore, con le conseguenze che apprendiamo dalla trama.

Qualche indicazione tecnica (anche se ormai da questo punto di vista ti si può censurare poco o nulla...):
- L'incipit è bello ma zoppica in un punto. "Lo amavo perché sapevo cosa significava crescere senza padre, in mezzo alla strada, con una madre che preferisce uscire a procurarsi una dose che preoccuparsi di te con la febbre." Io avrei messo "che preferiva uscire"... E comunque avrei riformulato la frase, che mi è parsa un po' scolastica. "[...] con una madre che usciva spesso a procurarsi una dose, sbattendosene di te con la febbre!":
- Occhio ai possessivi. Quei maledetti si intrufolano sempre nei pensieri anche dove non dovrebbero. Sto imparando a farne a meno e a inserirli solo dove non posso evitarli. Ad esempio: "Ero incantata dal suo (qui ci può stare) modo di dipingere. Manuel dava intensità ai colori semplicemente accarezzandoli col pennello. Era uno dei motivi per cui l'amavo, nonostante tutto. Lo amavo nonostante le botte, nonostante l'alcol, nonostante le sue (se lo togli e rileggi, secondo me scorre molto meglio) parole taglienti.
- "[...] Per quanto non sopportassi l'atteggiamento della mia amica." - Forse è davvero una pignoleria , ma quel "mia amica" messo lì mi sembra una facile imbeccata al lettore. Avrei apprezzato un modo più naturare per dirlo tipo: "Beatrice non mi capiva. Bella amica che era! Si fossilizzava sul fatto che dovevo lasciarlo..." Ma, ribadisco, forse è una pignoleria.
- "Lei diceva che era quella corazza a farla andare avanti e a non farle mollare gli ormeggi." Siccome ho notato che lo fai spesso, cioè molti discorsi indiretti riferiti a personaggi esterni alla voce narrante, mi sarebbe piaciuto qualcosa del genere. "E' la mia corazza, non mi fa mollare gli ormeggi", mi disse una volta Bea.

Per il resto ottima prova, come sempre.
In bocca al lupo!
Emiliano.

PhilStones
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Re: La carezza dell'amore

Messaggio#15 » lunedì 23 novembre 2020, 9:23

Ciao Gabriele é un piacere leggerti.
La tua scrittura é scorrevole e ho seguito tutto senza problemi. Purtroppo in così poche parole farci stare una storia complessa é impossibile e hai compresso certi passaggi. Dei quattro personaggi presentati nelle prime righe avresti potuto togliere Bea, risparmiando caratteri per la coreana. Il fidanzato va già bene così.
A proposito: di Manuele ho avuto un’idea molto più nitida nell’ultima parte, dove descrivi la sua stanza.
Buona prova!

Filippo

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KikaClemer
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Re: La carezza dell'amore

Messaggio#16 » lunedì 23 novembre 2020, 22:16

Ciao Gabriele,

è stato un piacere leggerti. Hai sviluppato molto bene il tema che ci è stato richiesto.
Mi ha incuriosita fin da subito la tecnica della carezza dell’amore e non sei stato per nulla banale.
Non so se tu volessi scrivere di più, se hai tagliato delle parti o meno, ma nel complesso vedo il tutto come un sunto di un racconto pregno di dettagli e mi aggrego a chi ti ha già detto che sarebbe interessante dar maggiore spazio ai personaggi.
Ciò che avviene nel tuo racconto si svolge così velocemente che quasi non si ha il tempo di farsi amici i personaggi e questa è l’unica nota dolente.
Complimenti per l’idea è buon contest!

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antico
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Re: La carezza dell'amore

Messaggio#17 » sabato 28 novembre 2020, 14:06

L'hai fatto di nuovo ed ecco un altro racconto semplice solo all'apparenza, ma denso di un'interpretazione assai interessante di molte dinamiche che si possono trovare nella nostra attualità. Non mi ha convinto solo il personaggio di Sulang perché mi sembra presentato senza un'adeguata contestualizzazione e quindi appare un po' come un deus ex machina. Ottima l'interpretazione del tema. Pollice quasi su per me.

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