Stasera il Cecco non c'ha voglia di latte

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Andrea Lauro
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Stasera il Cecco non c'ha voglia di latte

Messaggio#1 » lunedì 21 dicembre 2020, 23:58

Calcio fuori il cavalletto, il Booster si appoggia su un quadrello in cemento del parcheggio. Il distributore di latte fresco ronza e illumina la notte, file di bottiglie in plastica pronte per essere riempite. Sono già le undici, di Cecco e Tyson nessuna traccia. Io mica li aspetto, la tradizione è tradizione. Dal portaspicci cavo due euri e li infilo nella fessura. Tintinnio, seleziono e la spirale mi porta avanti la bottiglia, la fa cadere. Piccoli gesti che allineano i pensieri. Cecco attraversa la strada a piedi, era ora, quelli che abitano vicino son sempre in ritardo.
Infilo la bottiglia sotto il rubinetto. «Ti davo per disperso.»
Rumore di ingranaggi, il latte inizia a scendere.
Cecco infila le mani nel giubbotto.
Mi si ghiacciano le dita. «Mbe’? Che hai?»
Calcia un sasso.
«I tuoi t’han cazziato?»
Annuisce.
Il distributore fischia, la bottiglia è piena. «Mandali a fanculo. Che vogliono da te?»
Cecco sfila le mani di tasca, si sfrega un braccio. «Non hanno tutti i torti. Se continuo così, quest’anno mi segano.»
«Ma figurati, tu sei un genio.» Rispetto a me e Tyson di sicuro. Indico il distributore. «Tu niente?»
«No, stasera no. Tyson?»
«Ormai dovrebbe essere qui.» Bevo un sorso. Cazzo, è gelato.
Cecco inspira. «Senti, io questa cosa non posso più farla.»
Sto per chiudere la bottiglia, mi fermo col gomito a mezz’aria. «Che cosa, bere il latte?»
«No, tutto questo. Trovarci nel parcheggio, andare in giro a fare gli scemi.»
Sogghigno, avvito il tappo. «Cazzaro che sei! Ci stavo cascando.»
Rimette le mani in tasca, china la testa.
Mi appoggio al Booster. «Quando arriva Tyson, gliela dici così. Ti tengo la parte.»
«Non sto scherzando.»
«Vedrai come si incazza!»
«Non sto scherzando!» Si morde il labbro. «Non posso più. Almeno fino alla maturità.»
Stringo la bottiglia. «E lo dici così? E noi che cazzo facciamo?»
Cecco passa una mano sui jeans. «Io… ecco. Pensavo che è solo per questi due mesi. Possiamo comunque vederci…»
«Quando?»
«Di pomeriggio. Durante la settimana.»
Non ci siamo. «Guarda che io lavoro, coglione. Secondo te smonto di turno, e ho ancora le forze?»
«Ci proviamo, no?»
Lancio la bottiglia. Finisce contro un palo, il colpo di una mazzetta su un banco da lavoro. Il tappo esplode, un fiotto bianco si riversa su una Citroen parcheggiata.
Lui fa un passo indietro. «Ma che cazzo—»
«Tu non capisci, vero? Se te ne vai, non ci si vede più. Oggi smetti per la maturità. Domani per la cazzo di università.» Do un calcio al distributore, rumore di lamiera. «O mi sfugge qualcosa?»
«Tu… non puoi saperlo.»
«No, caro. Sei tu che—»
Dalla curva svolta la Civic di Tyson, accelera a canna. Ecco, giusto in tempo. I fari ci illuminano, inchioda. Dai finestrini arrivano gli Eiffel 65, I’m blue dabadì-dabudà.
Gli faccio segno di abbassare, dobbiamo parlare.
Cecco fa due passi indietro, si appoggia al distributore. Tyson infila la mano sotto il volante, la Civic si spegne e nel parcheggio torna il silenzio. Il gomito esce dal finestrino aperto, il tatuaggio bello in vista sul bicipite. Si gratta il naso squadrato. «Beh?»
Dal giubbotto tiro fuori il pacchetto di sigarette, meglio farsi una paglia. «Il signorino deve dirti qualcosa.»
Cecco sta zitto, c’ha strizza.
Ne sfilo una, prendo l’accendino. «No, eh? Cecco dice che non gira più con noi. Che deve studiare.»
Tyson si prende il labbro e lo tira. Ha ripetuto la terza media due volte, prima di essere buttato fuori a calci.
Accendo la paglia, espiro, sale fumo grigio. Godiamoci la scena.
Tyson molla il labbro, gli fa segno. «Ehi. Vieni qui.»
Quello si fa avanti con le mani in tasca, trascina i piedi, il jeans si riflette nella portiera. Tyson è tutto, per noi.
«Cecco. Promettimi che non fai stronzate. Che studi e non ti fai segare.»
Cosa?
Cecco sbarra gli occhi, sorride, si appoggia alla capote.
«Ehi. Sono stato chiaro?»
«Certo, Tyson. Promesso.»
«Bravo. Ci si vede in giro?»
Cecco batte sulla capote, si raddrizza. Viene verso di me, mi tende la mano. «Senti, io...»
Incrocio le braccia. «Dai, levati dalle palle.»
Inspira, annuisce, si incammina verso casa. I fari della Civic gli illuminano le Nike.
Tyson mi fissa, il gomito sulla portiera. «Beh, che fai? Sali.»
Giro la sigaretta tra le dita, la lancio tra le ombre del parcheggio. Scuoto la testa.
Al diavolo, proviamoci.



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antico
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Re: Stasera il Cecco non c'ha voglia di latte

Messaggio#2 » martedì 22 dicembre 2020, 0:02

Ciao Andrea! Caratteri e tempo ok, buona Davide Del Popolo Riolo Edition!!

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Stasera il Cecco non c'ha voglia di latte

Messaggio#3 » martedì 22 dicembre 2020, 16:46

E no, Andrea, mi spiace ma proprio non ci siamo. Posso accettare tutto (congiuntivi sbagliati per la fretta, personaggi stereotipati, colpi di scena prevedibili), ma non che mi si sbagli i fondamentali. Insomma, lo sanno tutti che la canzone degli Eiffel 65 fa "I’m blue dabadì-dabadae" e non "I’m blue dabadì-dabudà"! Eddai, su. :P

Ok, cazzate a parte, ti rassicuro subito: il tuo racconto mi è piaciuto un sacco. I dialoghi, vero punto di forza, risultano sempre naturali, forse addirittura troppo, tanto da necessitare comunque del giusto grado d'attenzione per non perdersi nel rapido botta e risposta tra i personaggi.

Le uniche incertezze che ho trovato (non so se frutto della fretta da "minuticontatite" o per un'errata visualizzazione mentale della scena) riguardano alcuni accorpamenti d'immagini/eventi nei paragrafi. Il più vistoso è a mio avviso proprio nella primissima parte, dove avrei posto "Cecco attraversa la strada a piedi, era ora, quelli che abitano vicino son sempre in ritardo" a capo, in quanto slegato a quanto precedentemente descritto. Oltretutto, spezzerei la frase. Anche considerando la volontà di creare un flusso di coscienza verosimile, trovo quel passaggio davvero brutto da leggere.

Altra cosa, nella frase seguente a mio avviso usi la em dash in maniera incorretta: "No, caro. Sei tu che—"
Considera che la em dash esplicita graficamente un'interruzione delle parole pronunciate causato da un elemento esterno che VUOLE interrompere volutamente quel dialogo. Qui però il protagonista interrompe le sue parole per volontà sua, non di altri (se non involontariamente). Ammetto comunque di essere pure io dubbioso al riguardo.

Detto questo, non è certo una minuzia del genere a variare il mio (ottimo) giudizio sul tuo brano. Ancora complimenti, Andrea!
lupus in fabula

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wladimiro.borchi
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Re: Stasera il Cecco non c'ha voglia di latte

Messaggio#4 » martedì 22 dicembre 2020, 18:03

Ed ecco un altro dei mie preferiti.
Ciao Lauro.
Sei andato su uno stile che ti è più consono, quello che ti ha portato alla vittoria alle Olimpiadi e il risultato è strepitoso.
Peraltro ha regalato ai tuoi lettori una spaccato di vita da cui, per forza di cose, sono passati.
Io stesso, da ragazzo, ho vissuto il momento in cui io continuavo a studiare e i miei amici fattoni erano ormai nel mondo del lavoro. Il lordo disprezzo, velato di frustrazione, mi ha colpito esattamente come avviene nel tuo racconto.
Unica svista, secondo me: "Rispetto a me e Tyson di sicuro". Questo immagino sia un pensiero del protagonista. Andava messo inclinato.
Per il resto OK.
W

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Stasera il Cecco non c'ha voglia di latte

Messaggio#5 » martedì 22 dicembre 2020, 18:11

wladimiro.borchi ha scritto:Ed ecco un altro dei mie preferiti.
"Rispetto a me e Tyson di sicuro". Questo immagino sia un pensiero del protagonista. Andava messo inclinato.
W


Mi permetto di dissentire. Nella prima persona non esiste divergenza grafica tra pensiero attivo e narrazione. Oltretutto, più in generale, nella narrativa moderna sta venendo sempre più a cadere la tendenza a indicare col corsivo i pensieri dei personaggi, in quanto, se espressi in maniera idonea, risulta facile per il lettore distinguerli dalla voce del narratore.
lupus in fabula

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Andrea Lauro
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Re: Stasera il Cecco non c'ha voglia di latte

Messaggio#6 » giovedì 24 dicembre 2020, 7:16

JohnDoe ha scritto:E no, Andrea, mi spiace ma proprio non ci siamo. Posso accettare tutto (congiuntivi sbagliati per la fretta, personaggi stereotipati, colpi di scena prevedibili), ma non che mi si sbagli i fondamentali. Insomma, lo sanno tutti che la canzone degli Eiffel 65 fa "I’m blue dabadì-dabadae" e non "I’m blue dabadì-dabudà"! Eddai, su. :P

Oddio Alessandro me l'hai fatta, stavo cominciando a leggere dicendo: ma che..?
E dopo un paio di righe il plot twist! Bravo, ci son cascato. Grazie mille, mi fa molto piacere ti sia piaciuto.
JohnDoe ha scritto:Le uniche incertezze che ho trovato (non so se frutto della fretta da "minuticontatite" o per un'errata visualizzazione mentale della scena) riguardano alcuni accorpamenti d'immagini/eventi nei paragrafi. Il più vistoso è a mio avviso proprio nella primissima parte, dove avrei posto "Cecco attraversa la strada a piedi, era ora, quelli che abitano vicino son sempre in ritardo" a capo, in quanto slegato a quanto precedentemente descritto.

Vero, si poteva andare a capo, avrebbe giovato.
JohnDoe ha scritto:Altra cosa, nella frase seguente a mio avviso usi la em dash in maniera incorretta: "No, caro. Sei tu che—"
Considera che la em dash esplicita graficamente un'interruzione delle parole pronunciate causato da un elemento esterno che VUOLE interrompere volutamente quel dialogo. Qui però il protagonista interrompe le sue parole per volontà sua, non di altri (se non involontariamente). Ammetto comunque di essere pure io dubbioso al riguardo.

Anch'io sono dubbioso, è la prima volta che faccio seguire l'em dash da un evento esterno improvviso anziché da un dialogo. Insomma, lui interrompe il discorso perché sente / vede arrivare l'automobile: non saprei dirti, mi hai fatto venire il dubbio!
grazie ancora, buona Edition!
Andrea

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Andrea Lauro
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Re: Stasera il Cecco non c'ha voglia di latte

Messaggio#7 » giovedì 24 dicembre 2020, 7:36

wladimiro.borchi ha scritto:Ed ecco un altro dei mie preferiti.
Ciao Lauro.
Sei andato su uno stile che ti è più consono, quello che ti ha portato alla vittoria alle Olimpiadi e il risultato è strepitoso.
Peraltro ha regalato ai tuoi lettori una spaccato di vita da cui, per forza di cose, sono passati. Io stesso, da ragazzo, ho vissuto il momento in cui io continuavo a studiare e i miei amici fattoni erano ormai nel mondo del lavoro. Il lordo disprezzo, velato di frustrazione, mi ha colpito esattamente come avviene nel tuo racconto.
Unica svista, secondo me: "Rispetto a me e Tyson di sicuro". Questo immagino sia un pensiero del protagonista. Andava messo inclinato.
Per il resto OK.
W

Carissimo!
Bene, sono molto contento che ti sia arrivato, a maggior ragione se incarna un po' del tuo vissuto.
Allora: l'uso del corsivo. Sono passato da usarlo in modo intensivo fino a eliminarlo del tutto. L'idea è questa: se sei immerso nel protagonista, tutto ciò che ne esce è frutto della sua elaborazione. Pensiero, percezione interna, percezione esterna, è tutto filtrato dal personaggio: se sei dentro, non c'è più bisogno di evidenziare dei passaggi rispetto ad altri.
Lo stesso dicasi per i termini stranieri: se utilizzo normalmente la parola tapis roulant, perché dovrei far risaltare che è proprio un tapis roulant ?
Insomma, uno spunto di riflessione!
grazie ancora,
andrea

Luca Nesler ha scritto:Lauro, non l'hai spiegata bene per un cazzo! Appena finisco di darmi delle arie da qualche altra parte, intervengo e fisso per bene il concetto. Capra!

sei ingiusto, Luca, volevo solo aiutare.
andrea

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Emiliano Maramonte
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Re: Stasera il Cecco non c'ha voglia di latte

Messaggio#8 » giovedì 24 dicembre 2020, 12:08

Ciao Andrea, ben ritrovato.
Salto a piè pari tutti i convenevoli, perché sono stanco di ripetermi sulla tua perizia, la tua bravura e il controllo notevole che hai sulla materia prima.
La storia è molto bella. Il cambiamento riguarda il passaggio a una nuova fase della vita. Forse un po' tutti noi ci siamo passati: abbiamo capito che era il momento di smettere di cazzeggiare come ragazzini e cominciare a fare sul serio.
Una narrazione magnetica che ti conduce per mano in maniera molto naturale.
Quando hai citato gli Eiffel 65 ho avuto un brivido, mi sono venuti in mente mille ricordi di gioventù.
Interessantissimi i personaggi. Svetta su tutti Tyson, il classico "uomo di mondo" che è una guida per il gruppo.

Cosa non mi ha convinto. E' più una sensazione che una certezza tecnica: il punto di vista. Io più che la prima persona avrei usato la terza. Come sguardo sulla vicenda mi è parso insipido, poco incisivo, come se il "parlante" fosse una sorta di spettatore poco attivo rispetto alla trama. Non so dirti di più. Questa scelta sinceramente non mi è piaciuta.
Altra cosa: l'incipit è faticoso, meno agile del resto; la descrizione della macchinetta del latte sposta un po' l'asse dell'attenzione del lettore. Ma in questo caso è una pignoleria.

Piccolissima nota tecnica: "bottiglia in plastica", meglio "bottiglia DI plastica".

Comunque lasciami dire ottimo pezzo, come al solito ai tuoi livelli. Stavolta la finale è assicurata!

In bocca al lupo!
Emiliano.

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Stasera il Cecco non c'ha voglia di latte

Messaggio#9 » giovedì 24 dicembre 2020, 16:42

Ciao Andrea. Piacere di leggerti.
Ho particolarmente apprezzato lo stile del tuo racconto. Soprattutto perché sei riuscito, attraverso i dettagli, a dire molto dei personaggi. Non hai detto nulla, hai solamente mostrato, e spero di imparare dalla tua penna.
Riguardo alla storia, ho visto intensità in questo piccolo spaccato di amicizia, dove hai voluto raccontare il cambiamento e la separazione.
Forse manca un po' di potenza il finale, dove al di là del plot twist dato dalla benedizione di Tyson, che il protagonista non si aspettava, rimane poco. Almeno, da me come lettore è giunto in testa una sorta di "tutto qui?" che forse è dovuto più a una questione di gusti che a una vera e propria carenza del racconto.
Un difetto più oggettivo è forse quello della frase finale. Quel "proviamoci" non l'ho capito. Il protagonista e Tyson vogliono provare anche loro a rimettersi in riga? O c'è dell'altro? Mi sono ritrovato senza elementi per poterla interpretare bene.
Per il resto, come sempre, ottimo lavoro.

Edoardo Foresti
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Re: Stasera il Cecco non c'ha voglia di latte

Messaggio#10 » giovedì 24 dicembre 2020, 19:31

Ciao Andrea, è sempre un piacere leggerti!
Bando alle ciance, arriviamo al sodo: il tuo racconto mi è piaciuto. Ci ho ritrovato il tuo stile immersivo coinvolgente e nessun errore grossolano che minasse la scorrevolezza e la chiarezza del testo.
Per quanto riguarda il tema hai colto nel segno: la transizione verso l'età adulta e il crollo delle piccole, grandi certezze consolidate nell'adolescenza sono tappe che tocca affrontare e creano empatia in modo semplice, ma efficace. Quei piccoli dettagli che è facile ricondurre al proprio vissuto, semplici e delicati, sono il grande punto di forza del racconto.
Ho giusto una considerazione da fare. Se ho provato una fortissima empatia verso Cecco, lo stesso non vale per il pdv. Sono sempre favorevole alla prima persona al presente, ma capisco chi suggeriva la terza, in questo contesto. Oppure, cosa che invece ho pensato io dopo la lettura, sarebbe stato interessante leggere la storia filtrata da Cecco. Forse è anche per questo motivo che il finale non mi ha colpito come il resto del brano.
Ad ogni modo vedilo come il pelo nell'uovo, rimane una storia in prima persona gestita con eleganza e chiarezza.
A presto!

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Stefano.Moretto
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Re: Stasera il Cecco non c'ha voglia di latte

Messaggio#11 » venerdì 25 dicembre 2020, 17:28

Ciao Lauro,
non faccio parte dei tuoi valutatori, ma mi faceva piacere lasciarti un mio commento, spero di non risultare invadente.
Ho letto il tuo racconto e sinceramente mi è piaciuto molto, mi sono calato senza problemi nella parte del punto di vista (in questo sei molto bravo come si è visto anche nelle scorse edizioni). La storia nel suo complesso pure non è male: dai tutte le informazioni necessarie a comprendere gli eventi con poche battute mirate, un buon lavoro.
Ho visto che un appunto che ti è stato mosso è il punto di vista: a mio parere la prima persona qui va benissimo, ciò che può farne dubitare, come ti ha fatto notare Edoardo (grazie Edoardo per avermi dato questo spunto di riflessione), è la mancanza di empatia nei confronti del punto di vista che porta a dubitare della prima persona immersiva.
Edoardo Foresti ha scritto:Se ho provato una fortissima empatia verso Cecco, lo stesso non vale per il pdv.

Un lettore che si ritrova nei panni di un personaggio per il quale non prova empatia ha una sensazione di "rigetto" e gli viene spontaneo pensare che una terza ci sarebbe stata meglio in modo da dargli meno contatto con la mente di un personaggio con cui non vuole immedesimarsi.
Un modo agile per risolvere quest'unico problema potrebbe essere dare piccoli indizi nella prima parte riguardo il malessere interiore del punto di vista. Ha la classica e terribile paura dell'abbandono, di perdere per sempre un pezzo fondamentale della sua vita e riesce a esprimere questa paura solo attraverso un comportamento aggressivo nei confronti di Cecco, che risulta così una "vittima". Questa paura non viene trasmessa bene al lettore e per questo non scatta l'empatia come dovrebbe, curando leggermente meglio questo aspetto sono sicuro che anche i dubbi sulla prima persona verrebbero immediatamente a cessare: dopotutto il punto di vista non è cattivo, ha solo paura ed è molto facile empatizzare con chi ha paura.

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Re: Stasera il Cecco non c'ha voglia di latte

Messaggio#12 » domenica 27 dicembre 2020, 22:21

megagenius ha scritto:Ciao Andrea, ben ritrovato.
Salto a piè pari tutti i convenevoli, perché sono stanco di ripetermi sulla tua perizia, la tua bravura e il controllo notevole che hai sulla materia prima.
La storia è molto bella. Il cambiamento riguarda il passaggio a una nuova fase della vita. Forse un po' tutti noi ci siamo passati: abbiamo capito che era il momento di smettere di cazzeggiare come ragazzini e cominciare a fare sul serio.
Una narrazione magnetica che ti conduce per mano in maniera molto naturale.
Quando hai citato gli Eiffel 65 ho avuto un brivido, mi sono venuti in mente mille ricordi di gioventù.
Interessantissimi i personaggi. Svetta su tutti Tyson, il classico "uomo di mondo" che è una guida per il gruppo.


ciao Emiliano! Caspita queste festività mi stanno tenendo lontano dal contest e faccio fatica a tenere il passo. Grazie come sempre per l'intervento, mi fa sempre piacere che passi a trovarmi. Per la questione PdV: raccolgo sotto le considerazioni in un unico commento...
intanto grazie ancora,
andrea

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Andrea Lauro
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Re: Stasera il Cecco non c'ha voglia di latte

Messaggio#13 » domenica 27 dicembre 2020, 22:32

Gabriele Dolzadelli ha scritto:Ciao Andrea. Piacere di leggerti.
Ho particolarmente apprezzato lo stile del tuo racconto. Soprattutto perché sei riuscito, attraverso i dettagli, a dire molto dei personaggi. Non hai detto nulla, hai solamente mostrato, e spero di imparare dalla tua penna.
Riguardo alla storia, ho visto intensità in questo piccolo spaccato di amicizia, dove hai voluto raccontare il cambiamento e la separazione.
Forse manca un po' di potenza il finale, dove al di là del plot twist dato dalla benedizione di Tyson, che il protagonista non si aspettava, rimane poco. Almeno, da me come lettore è giunto in testa una sorta di "tutto qui?" che forse è dovuto più a una questione di gusti che a una vera e propria carenza del racconto.
Un difetto più oggettivo è forse quello della frase finale. Quel "proviamoci" non l'ho capito. Il protagonista e Tyson vogliono provare anche loro a rimettersi in riga? O c'è dell'altro? Mi sono ritrovato senza elementi per poterla interpretare bene.
Per il resto, come sempre, ottimo lavoro.

Ciao Gabriele, grazie mille per il commento, sono contento che il mostrato sia risultato efficace.
Nelle mie intenzioni, quel "proviamoci" finale è un tentativo del protagonista di correggere la propria visione del mondo. Inizialmente, di fronte alla proposta di Cecco di ripensare il loro modo di uscire, aveva risposto con una porta in faccia. La reazione di Tyson lo porta a rielaborare il concetto. Non ha idea se questo sia un addio o solo un arrivederci (credo che ognuno di noi abbia avuto il proprio finale, al riguardo), ma capisce che che il cambiamento sta già avvenendo. Questo nelle mie intenzioni, eh!
grazie ancora
andrea

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Re: Stasera il Cecco non c'ha voglia di latte

Messaggio#14 » domenica 27 dicembre 2020, 22:46

Stefano.Moretto ha scritto:Ciao Lauro,
non faccio parte dei tuoi valutatori, ma mi faceva piacere lasciarti un mio commento, spero di non risultare invadente.

Ciao Stefano, figurati, mi fa molto piacere se passate a buttare un occhio. Specie per come hai analizzato la questione PdV. Riprendo i post di Emiliano ed Edoardo (e li risaluto, già che ci sono):

megagenius ha scritto:Cosa non mi ha convinto. E' più una sensazione che una certezza tecnica: il punto di vista. Io più che la prima persona avrei usato la terza. Come sguardo sulla vicenda mi è parso insipido, poco incisivo, come se il "parlante" fosse una sorta di spettatore poco attivo rispetto alla trama. Non so dirti di più. Questa scelta sinceramente non mi è piaciuta.

Edoardo Foresti ha scritto: Ho giusto una considerazione da fare. Se ho provato una fortissima empatia verso Cecco, lo stesso non vale per il pdv. Sono sempre favorevole alla prima persona al presente, ma capisco chi suggeriva la terza, in questo contesto. Oppure, cosa che invece ho pensato io dopo la lettura, sarebbe stato interessante leggere la storia filtrata da Cecco.

Innanzitutto grazie per il commento. Devo dire che ci ho ragionato sopra a più riprese: mi chiedevo, avrei dovuto scegliere un altro personaggio? E mi rispondevo no, era proprio su quel protagonista che volevo puntare sul processo di trasformazione. Poi mi chiedevo: avrei dovuto usare la terza? E mi rispondevo, però la prima mi aiutava con l'immersione e con la disambiguazione nei dialoghi. E allora dove sta il problema? Non ne venivo a capo. Devo dire che Stefano mi ha fornito un'ottima chiave di interpretazione e m'ha tolto le castagne dal fuoco:
Stefano.Moretto ha scritto:Un lettore che si ritrova nei panni di un personaggio per il quale non prova empatia ha una sensazione di "rigetto" e gli viene spontaneo pensare che una terza ci sarebbe stata meglio in modo da dargli meno contatto con la mente di un personaggio con cui non vuole immedesimarsi.
Un modo agile per risolvere quest'unico problema potrebbe essere dare piccoli indizi nella prima parte riguardo il malessere interiore del punto di vista. Ha la classica e terribile paura dell'abbandono, di perdere per sempre un pezzo fondamentale della sua vita e riesce a esprimere questa paura solo attraverso un comportamento aggressivo nei confronti di Cecco, che risulta così una "vittima". Questa paura non viene trasmessa bene al lettore e per questo non scatta l'empatia come dovrebbe, curando leggermente meglio questo aspetto sono sicuro che anche i dubbi sulla prima persona verrebbero immediatamente a cessare: dopotutto il punto di vista non è cattivo, ha solo paura ed è molto facile empatizzare con chi ha paura.

Ripensando la scena, si potrebbe lavorare ancora un poco di semina. Quindi grazie infinite a tutti e tre, è stato uno scambio davvero valido.

andrea

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Davide_Mannucci
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Re: Stasera il Cecco non c'ha voglia di latte

Messaggio#15 » lunedì 28 dicembre 2020, 10:34

Ciao Andrea e piacere di averti letto!
Beh, che dire? Mi hai calato nel racconto. Lo stile è perfetto, asciutto, diretto e decisamente immersivo. Ho provato anche io empatia nei confronti di Cecco ma, e qui sta secondo me il tuo capolavoro stilistico, dal punto di vista del PdV, senza mai uiscirne. Di conseguenza mi sono sentito perfettamente calato nel protagonista. Non si smette mai di essere dentro la storia, dal cavalletto fino alla sigaretta gettata - bellissimo il dettaglio della stessa rigirata tra le dita - è tutto reale e nitido.
Anche io ho notato il non corsivo sul pensiero ma leggendo la tua risposta e quella di Alessandro, beh, effettivamente si può non metterlo, non disturba e soprattutto non si esce dalla bellissima immersione in cui sei riuscito magistralmente a calare il lettore.
Ottima prova! Ho letto due racconti ottimi in questo gruppo e mi toccherà lanciare la monetina per il primo posto, accidenti a voi! :)

Bravissimo e a rileggerci presto!
Davide Mannucci

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Gennibo
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Re: Stasera il Cecco non c'ha voglia di latte

Messaggio#16 » martedì 29 dicembre 2020, 22:04

Ciao Andrea, ho dovuto andare su internet per capire cosa fosse un Booster, così ho capito di quale tipo di cavalletto si stesse parlando, pensavo fosse un problema mio, ma anche mio marito non sapeva cosa fosse; come dice mia figlia, mi sa che siamo dei fossili! ;)
A parte questo piccolo dettaglio ho trovato molto buono il tuo racconto, il ritmo serrato, lo stile sciolto e sicuro.
Ho trovato particolarmente interessante il pdv che ha la prima persona focalizzata su un personaggio diverso da quello con cui ho empatizzato. Un gioco di diversi punti di vista (in questo caso di diverse visioni delle cose) che penso sia difficile da rendere ma che tu hai gestito in modo efficace.
Molto bravo.

PhilStones
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Re: Stasera il Cecco non c'ha voglia di latte

Messaggio#17 » venerdì 1 gennaio 2021, 13:25

Ciao Andrea, il tuo racconto mi ha convinto.
Sono stato anche io un parcheggio con gli amici ad aspettare il tipo con la macchina.. e in ogni compagnia c'era quello un po' più tamarro che tirava le file. Quindi non ho potuto che immedesimarmi.
Anche il tema del cambiamento si sente eccome. Probabilmente se lo leggesse una donna o un ragazzo nato a fine anni novanta non risucirebbero a cogliere tutte le sfumature con cui hai ricamato il testo e perderebbero qualcosa. Ma io sono in target!
Lo stile è asciutto, i personaggi e i dialoghi ben delineati.
Unica cosa che non mi ha convinto al 100% è stato il finale, come già scritto da Gabriele. Non mi era chiaro a cosa si riferisse quel 'proviamoci'. Visto che prima hai fatto lanciare la bottiglia intera di latte, ed è un'azione parecchio forte e che scredita molto il Protagonista (almeno ai miei occhi di lettore), per farci capire che la decisione di Tyson l'aveva messo in discussione, potevi non fargli buttare la sigaretta nelle "ombre", ma spegnerla a terra e metterla nel cestino (in modo da mostrarci un inziale cambiamento).
Tre sfumate minuzie:
- "Tyson è tutto, per noi". Si era già capito perfettamente in precedenza. Per me puoi toglierlo.
- "colpo di mazzetta su banco di lavoro". Non mi ha convinto: nella mia testa so che rumore fa una bottiglia contro un palo e la precisazione mi ha rallentato la lettura, facendomi pensare a un martello e a un fabbro... Di conseguenza l'esplosione del tappo nella mia testa è avvenuta troppo dopo, invece che conteporanea al colpo.
- Honda Civic, Eiffel 65, mi riportano a inizi anni 2000... L'euroi è entrato nel 2002, e 2 euro per il latte mi sembrano una spesa ingente... (ora il latte al distributore costa 1,5 circa). Contanto che le Camel all'epoca ne costavano poco più di 3, il gesto del latte mi ha dato l'impressione di un figlio di papà poco attaccato al denaro, invece che di un giovane di periferia.

Spero che i suggerimenti ti siano utili
Buona sfida!

Filippo
Ultima modifica di PhilStones il sabato 2 gennaio 2021, 12:26, modificato 1 volta in totale.

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Andrea76
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Re: Stasera il Cecco non c'ha voglia di latte

Messaggio#18 » venerdì 1 gennaio 2021, 18:46

STASERA IL CECCO NON C’HA VOGLIA DI LATTE, di Andrea Lauro
Una valida caratterizzazione dei personaggi in scena è la base granitica su cui si fonda l’architettura di questo racconto. La psicologia dei tre ragazzi, pur priva di sfaccettature, prende vita attraverso i comportamenti, le azioni o le parole dei medesimi, e mai dalla penna dell’autore. Un’esemplare dimostrazione di “mostrato”, caratterizzato dalla precisione assoluta di certi dettagli - come la macchina che distribuisce il latte - che non sono casuali ma funzionali al comportamento dei personaggi. Dei tre Nostri in scena il più debole è proprio il protagonista, già solo per l’assenza di un nome proprio che lo caratterizzi, e poi per una generale estraneità al fuoco del desiderio che invece arde in Cecco, e poi ancora per la sua mancanza di evoluzione nella risoluzione del conflitto, che è infatti decisa dall’esortazione di Tyson dalla quale il pdv si limita a far scaturire vaghi ma non proprio definiti propositi.

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roberto.masini
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Re: Stasera il Cecco non c'ha voglia di latte

Messaggio#19 » sabato 2 gennaio 2021, 10:35

Ciao, Lauro.
Bellissimo racconto ma non è il primo, come affermano i commentatori che mi hanno preceduto. Il tema è centratissimo. Mi ha colpito questa entrata nell'età adulta attraverso un'ordalia della rinuncia. Non esco più con i miei amici a fare stupidaggini ma torno a casa a studiare. Non so se l'apprezzamento derivi anche per me come per altri da vivide storie personali, chino sui testi latini e greci mentre altri si divertivano in casa d'altri! (Le discoteche erano ancora lontane). Io che a parole critico l'infodump, ma nei miei racconti lo utilizzo sempre, vedrò di copiare gli spunti che mi dà il tuo racconto.
A rileggerci

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Andrea Lauro
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Re: Stasera il Cecco non c'ha voglia di latte

Messaggio#20 » sabato 2 gennaio 2021, 12:14

Gennibo ha scritto:Ciao Andrea, ho dovuto andare su internet per capire cosa fosse un Booster, così ho capito di quale tipo di cavalletto si stesse parlando, pensavo fosse un problema mio, ma anche mio marito non sapeva cosa fosse; come dice mia figlia, mi sa che siamo dei fossili! ;)
A parte questo piccolo dettaglio ho trovato molto buono il tuo racconto, il ritmo serrato, lo stile sciolto e sicuro.
Ho trovato particolarmente interessante il pdv che ha la prima persona focalizzata su un personaggio diverso da quello con cui ho empatizzato. Un gioco di diversi punti di vista (in questo caso di diverse visioni delle cose) che penso sia difficile da rendere ma che tu hai gestito in modo efficace.
Molto bravo.

ahah, mi ha fatto molto ridere l'incipit del commento. quindi tua figlia aveva colto?
grazie ancora Isabella,
buona edition!
andrea

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Andrea Lauro
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Re: Stasera il Cecco non c'ha voglia di latte

Messaggio#21 » sabato 2 gennaio 2021, 12:21

PhilStones ha scritto:Ciao Andrea, il tuo racconto mi ha convinto.
Sono stato anche io un parcheggio con gli amici ad aspettare il tipo con la macchina.. e in ogni compagnia c'era quello un po' più tamarro che tirava le file. Quindi non ho potuto che immedesimarmi.
Anche il tema del cambiamento si sente eccome. Probabilmente se lo leggesse una donna o un ragazzo nato a fine anni novanta non risucirebbero a cogliere tutte le sfumature con cui hai ricamato il testo e perderebbero qualcosa. Ma io sono in target!
Lo stile è asciutto, i personaggi e i dialoghi ben delineati.
Unica cosa che non mi ha convinto al 100% è stato il finale, come già scritto da Gabriele. Non mi era chiaro a cosa si riferisse quel 'proviamoci'. Visto che prima hai fatto lanciare la bottiglia intera di latte, ed è un'azione parecchio forte e che scredita molto il Protagonista (almeno ai miei occhi di lettore), per farci capire che la decisione di Tyson l'aveva messo in discussione, potevi non fargli buttare la sigaretta nelle "ombre", ma spegnerla a terra e metterla nel cestino (in modo da mostrarci un inziale cambiamento).
Tre sfumate minuzie:
- "Tyson è tutto, per noi". Si era già capito perfettamente in precedenza. Per me puoi toglierlo.
- "colpo di mazzetta su banco di lavoro". Non mi ha convinto: nella mia testa so che rumore fa una bottiglia contro un palo e la precisazione mi ha rallentato la lettura, facendomi pensare a un martello e a un fabbro... Di conseguenza l'esplosione del tappo nella mia testa è avvenuta troppo dopo, invece che conteporanea al colpo.
- Honda Civic, Eiffel 65, mi riportano a inizi anni 2000... L'euroi è entrato nel 2020 e 2 euro per il latte mi sembrano una spesa ingente... (ora il latte al distributore costa 1,5 circa). Contanto che le Camel all'epoca ne costavano poco più di 3, il gesto del latte mi ha dato l'imrpessione di un figlio di papà poco attaccato al denaro, invece che di un giovane di periferia.
Spero che i suuggeriemnti ti siano utili

ciao Filippo, grazie per i suggerimenti, li farò girare in testa. mi è piaciuto molto quello a proposito della sigaretta. modificare la gestualità (schiacciarla e non lanciarla) come simbolismo non evidente del cambiamento. lanciarla mantiene quel carattere scettico che si porta ancora dietro, la tua variante motiva maggiormente a vedere una trasformazione. grazie infinite!
andrea

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Re: Stasera il Cecco non c'ha voglia di latte

Messaggio#22 » sabato 2 gennaio 2021, 12:24

roberto.masini ha scritto:Ciao, Lauro.
Bellissimo racconto ma non è il primo, come affermano i commentatori che mi hanno preceduto. Il tema è centratissimo. Mi ha colpito questa entrata nell'età adulta attraverso un'ordalia della rinuncia. Non esco più con i miei amici a fare stupidaggini ma torno a casa a studiare. Non so se l'apprezzamento derivi anche per me come per altri da vivide storie personali, chino sui testi latini e greci mentre altri si divertivano in casa d'altri! (Le discoteche erano ancora lontane). Io che a parole critico l'infodump, ma nei miei racconti lo utilizzo sempre, vedrò di copiare gli spunti che mi dà il tuo racconto.
A rileggerci

grazie mille Roberto, buon contest!
andrea

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Re: Stasera il Cecco non c'ha voglia di latte

Messaggio#23 » sabato 2 gennaio 2021, 15:29

Andrea Lauro ha scritto:
roberto.masini ha scritto:Ciao, Lauro.
Bellissimo racconto ma non è il primo, come affermano i commentatori che mi hanno preceduto. Il tema è centratissimo. Mi ha colpito questa entrata nell'età adulta attraverso un'ordalia della rinuncia. Non esco più con i miei amici a fare stupidaggini ma torno a casa a studiare. Non so se l'apprezzamento derivi anche per me come per altri da vivide storie personali, chino sui testi latini e greci mentre altri si divertivano in casa d'altri! (Le discoteche erano ancora lontane). Io che a parole critico l'infodump, ma nei miei racconti lo utilizzo sempre, vedrò di copiare gli spunti che mi dà il tuo racconto.
A rileggerci

grazie mille Roberto, buon contest!
andrea


Ciao Andrea. Salutami Lauro. Marasma senile! il mio!

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Re: Stasera il Cecco non c'ha voglia di latte

Messaggio#24 » martedì 5 gennaio 2021, 14:10

Il racconto è di livello più che buono, ma credo tu non abbia ottenuto il massimo dai tuoi personaggi. Ci mostri una scena il cui punto di svolta sta nella scelta di Tyson, ma non ci fai davvero percepire chi è Tyson per i due protagonisti. Sì, arriva e ci dai l'informazione che è il più tosto dei tre, quello con più esperienza, ma non mi basta perché ci sono dinamiche di un trio intero e quel finale con il protagonista che segue Cecco abbandonando Tyson solo in seguito alla sua tolleranza verso le decisioni del primo, beh, non mi ha convinto per nulla. Il tema lo trovo ben presentato, ma non sviluppato al meglio proprio perché il racconto, in questa versione, mi risulta monco sul finale. Concludendo, un pollice rivolto verso l'alto in modo solido, ma non brillante.

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