Petali e schegge

Per partecipare alla Sfida basta aver voglia di mettersi in gioco.
Le fasi di gioco sono quattro:
1) Il primo dicembre sveleremo il tema deciso da Flavia Imperi. I partecipanti dovranno scrivere un racconto e postarlo sul forum.
2) Gli autori si leggeranno e classificheranno i racconti che gli saranno assegnati.
3) Gli SPONSOR leggeranno e commenteranno i racconti semifinalisti (i migliori X di ogni girone) e sceglieranno i finalisti.
4) Il BOSS assegnerà la vittoria.
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Mauro Lenzi
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Petali e schegge

Messaggio#1 » domenica 20 dicembre 2020, 22:47

Il campanello trilla: sono qui per me.
Mi butto sul letto: mi schiaccio il seno, ma non mi importa.
Frammenti di vetro e petali rossi sono sparpagliati sul pavimento. Come ci teneva mamma al parquet. Mi ammazzerebbe.
A proposito, forse è meglio se lascio un messaggio di addio. Prendo il pad, apro i messaggi. L’ultimo ricevuto è sempre quello.
Saretta610: MUORI PUTTANA
Sì, alla fine vi accontento…
Il campanello suona ancora, non c’è tempo. Lascio il pad, prendo la scheggia più grossa e scopro il polso. È un pezzo di specchio colorato di bianco, l’ala dell’angioletto. Dio, mi trema la mano.
C’è qualcuno dietro di me. Chi è entrato? La porta della camera era chiusa…
Non riesco a girarmi. Mi manca l’aria, la luce è più fievole. Ruoto il pezzo di specchio: vi si riflettono occhi feroci e un sorriso maligno. L’ombra alle sue spalle è densa, come ali nere. Protende una mano… o è un artiglio?
Il suo tocco è caldo, dalla nuca scivola lungo la schiena. “Non erano questi i patti, Sara.”
Mi mordo le labbra. “Sei venuto a prendermi l’anima…”

***

Mamma si trascina al tavolo. Ha i capelli sfatti e le occhiaie, ancora più del solito. Stira le labbra in un sorriso. “Cosa abbiamo qui?”
Guarda la sedia di papà, il mazzo di rose bianche che ci ho posato sopra.
“Sara, chi è il tuo cavaliere?”
Stringo le spalle. “Gabriel.”
“È carino?”
Il microonde suona, tiro fuori la zuppa. “Bello, gentile e ricco.”
“E che ci fa con te?”
Grazie tante, mamma. Anche se è quello che si chiede tutta la scuola.
“Le tue amiche che dicono?”
“Sono contente per me.”
Mi hanno giusto isolata.
Mamma si mette una mano dietro la schiena e si siede con un mugugno.
Verso la zuppa in due piatti. “Ti fa ancora male? Non ce l’hai fatta ad andare al magazzino, vero?”
“Sto lavorando da casa. Mi hanno fatto una concessione speciale: te l’avevo detto che non denunciare l’infortunio era la cosa migliore da fare…” Porta il cucchiaio alla bocca. “È fredda.”
“Da’ qua, te la scaldo.”
Agita la mano: “No, lascia. Ho cinque minuti di pausa, l’eccesso viene decurtato dalla paga. Anzi...”
Solleva il piatto e trangugia. Le mani le tremano, un rivolo di zuppa le cola dalla bocca e si infila nel colletto del vecchio maglione.
Sorride. “Così possiamo parlare. Non vuoi parlarmi di quel… come hai detto che si chiama?”
“Solo se poi mi dici del lavoro.”
Annuisce, seria.
Poso il cucchiaio. “Gabriel è il ragazzo più figo della scuola. Scherza con tutte, ma non ha mai chiesto a nessuna di uscire. Poi un mese fa ha iniziato a farmi una corte serrata.” Mi stringo nelle spalle.“
“Siete già usciti assieme?”
“Un paio di volte, nel parco della scuola.”
“Mi sembra un po’ poco.”
“Ho parecchio da studiare, dovresti saperlo bene.”
Mamma guarda il pavimento. Forse ho calcato troppo.
“Certo, tesoro” mormora. “Non possiamo permetterci che tu fallisca un esame. Quand’è il prossimo?”
“Domani...”
Posa le mani sul tavolo.
“Allora finisci la cena e vai a studiare; sparecchio io, dopo.”
Non c’è rimasta male. Per fortuna. Le strizzo l’occhio. “Aspetta, devi spiegarmi come sposti i colli da qui. Telecinesi?”
“Meglio: guardo i droni che lo fanno, e segnalo se fanno errori. Una volta era un lavoraccio frenetico, ma ora sono sempre più abili.”
E quando lo saranno abbastanza, ti manderanno a casa.
Si alza in piedi. Contrae il viso in una smorfia, la mano le corre alla schiena.
“Mamma, perché non riapri il negozio?”
“Da sola non ce la farei, e tu devi pensare a studiare. Meriti di meglio: arriverai più in alto che puoi e otterrai un buon impiego.”
“Per il negozio non pensavo a me…”
Prendo fiato. Dai, Sara, è da tanto che vuoi dirglielo.
“Se tu lo chiamassi, papà tornerebbe e…”
“No!” Mamma zoppica verso la porta, afferra lo stipite. “Non voglio più saperne nulla!”
“Non dovresti più fare quel lavoro pietoso, io potrei studiare serena… e saremmo di nuovo una famiglia!”
“È grazie a lui che viviamo così, che devo prendere le medicine! La nostra famiglia l’ha distrutta lui!” Esce, la sua voce arriva dal corridoio: “Ci ha rovinato la vita!”
“Tu stai rovinando la mia!” le grido dietro.
Il pad mi manda un messaggio acustico, una mail.
Saretta610. Un nuovo nick dedicato a me? Che simpatiche le mie compagne.
Apro il messaggio.
Saretta610: MUORI PUTTANA

Mi siedo sul letto e tuffo il naso tra le rose, vorrei ubriacarmi del loro profumo.
Spero che gli appunti bastino per l’esame. È sempre più difficile da quando devo arrangiarmi per tutto; né le compagne, né la prof mi prestano più la licenza per un testo specializzato. Ok, in classe c’è invidia perché esco con un ragazzo ricco, ma la prof resta un mistero. Tutti quei bei discorsi sulla società iniqua, sui ricchi che possono permettersi gli esami di riparazione e avere una seconda possibilità che ai poveracci come me è negata… poi di punto in bianco mi volta le spalle. E ancora non mi vedevo con Gabriel. Peccato, poter studiare anche sui testi specializzati era un bell’aiuto. Grazie tante, Professoressa Zhang.
Poso i fiori sulla scrivania, davanti allo specchio che mi ha regalato papà. L’angioletto e il diavoletto senza volto, dipinti in azzurro, oro e rosso, sono un po’ impolverati. Il riflesso del mio viso è nell’ovale del diavoletto.
Faccio un’espressione da monella. “Sara, perché non lasci stare e pensi un po’ a spassartela? Gabriel si stuferà di te, se uscite col contagocce. Per darvi giusto qualche bacino, poi...”
Mi sposto nell’angioletto. “Prima gli studi! Se fallisci gli esami, è finita: sarai assegnata a un lavoro modesto. E poi come potrai prenderti cura di mamma, che ormai non ce la fa più?”
Diavoletto: “Tua madre fa fatica a tenersi un lavoro di merda e va avanti ad antidepressivi, piuttosto che dare una seconda possibilità a papà. Ti sta trascinando nel suo schifo e se glielo permetti diventerai una fallita come lei.”
Oh, basta!
Non riesco a concentrarmi, devo fare pace con mamma.
La sua camera è illuminata solo dalla luce del monitor. Mamma è riversa sulla console, russa forte. Sullo schermo lampeggia una scritta: - Controllo presenza operatore - e 08. 07, 06…
Premo un tasto. La scritta sparisce. Compare il magazzino, i droni commissionatori che vanno avanti e indietro. In un angolo in basso c’è scritto: 2h 43’ alla fine del turno. Tocco mamma. Niente da fare, è una specie di sasso che ronfa.
Guardare quei droni non sarà difficile. Prendo una coperta per mamma e una sedia per me.

Fine turno. Scuoto mamma su una spalla. Mugugna, gira la testa dall’altra parte.
Certo non posso sollevarla di peso. Sbadiglio. Gli occhi mi pizzicano, niente ripasso. Meglio andare a lett—
La console manda un bip. Mamma ha ricevuto un messaggio.
BlacKitty: Ciao amore. Sei sveglia?
Chi accidenti è?
Scatto in piedi, la sedia cade a terra. Mamma smette di russare per un momento. Dai, Svegliati! Ho qualcosa da chiederti!
Stringo i pugni. Stai calma, Sara.
Allora in quella sua cartella protetta...
La apro.
Digitare la password
BlacKitty
Una sfilza di immagini, mamma in una camera da letto. Scorro veloce: si bacia con un tizio dai lunghi capelli neri. Avanti. No, è una donna. Occhi a mandorla. Avanti.
Oddio! La Professoressa Zhang!
Mamma se la fa con la prof!
Mi mordicchio un’unghia, ripenso a stamattina.

***

Entro in aula e un mazzo di rose bianche campeggia su uno dei banchi. Il mio.
Oddio, Gabriel. Dev’essere stato lui.
Le ragazze mi arpionano a occhiatacce. Prendo il pad, mando un messaggio.
Mi metti in imbarazzo!
C’è un messaggio automatico della scuola. Sono attesa dalla professoressa Zhang. Che abbia già i risultati della prova? Mancano dieci minuti all’inizio della lezione. Mi precipito per il corridoio.
Il pad trilla.
Gabriel: Se domani esci con me, smetto. Te lo giuro.
Ecco l’aula insegnanti. Sento la voce della Zhang da dentro.
“E anche questa volta la tua sufficienza l’hai strappata. Arrivederci.”
Mi fermo, digito. “Dopo le lezioni. Solito posto.”
Attraverso la porta e sbatto il naso contro il petto di uno che sta uscendo.
“Ahia!” grido.
Arretro, sbatto le palpebre e metto a fuoco. Alto, una massa di capelli crespi rasati sulle tempie, sguardo corrucciato e labbra carnose, disegnate su quella pelle ambrata su cui ogni tanto fantastico.
“C-ciao, Damien…” Mi pinzo il naso tra due dita. È ancora dritto, voglio sperare. “N-non preoccuparti, sto bene…”
Annuisce, serio. Mica si scusa, né si sposta. E ha quegli occhi neri che ti scavano dentro… mi faccio piccola e lo lascio passare. Mi tiene lo sguardo addosso finché non passa oltre.
“Sara” fa la Zhang. ”Non ho tutto il giorno.”
Entro in aula. La prof è seduta dietro un banco: accavalla le gambe sottili e mi porge un foglio.
“Prova passata. Ma il tuo rendimento è in costante calo.”
Prendo il foglio e lo stringo al petto. Non guardo neanche il voto.
La Zhang si aggiusta gli occhiali. “Se mantieni questo trend, concluderai la tua carriera di studente entro i prossimi sei mesi, otto al massimo.”
Mi si mozza il fiato.
“Lei… lei dice?”
“Non io, l’elaboratore ministeriale. Ma ero tenuta a riferirtelo.” Intreccia le dita. “In modo che tu possa riflettere sullo sviluppo che intendi dare al tuo futuro.”
Tra le mie dita il foglio si accartoccia. “Io voglio andare avanti, voglio studiare!”
“Mi fa piacere sentirlo” dice, con voce piatta.
“Allora mi aiuti!”
La Zhang scatta in piedi. “L’aiuto che posso darti è trasmetterti una buona istruzione. Ma per stavolta farò di più, quindi ascoltami bene.”
“Sì…”
“Considererò questa tua uscita uno scatto adolescenziale, anziché una richiesta di favoritismi. Viceversa, dovrei riferire al comitato di presidenza. Ti è chiaro?”
Ho un groppo in gola: annuisco.
La Zhang si sistema il tailleur e torna a sedere. “È tutto.”

***

Hai capito perché ora mi tratta così! Niente favoritismi, certo.
Seleziono qualche foto e upload su Anonisocial. Non sapranno mai da dove vengono, ma vedrai che gireranno, eccome.
Dò un bacino a mamma e torno in camera mia.
Eccoti servita, professoressa Zhang. Vedrai che abbasserai la cresta. E spero che mamma ti lasci, dopo tutto questo. Lei non è tipa da resistere da sola: si deciderà a tornare con papà. E saremo di nuovo una famiglia.
Mi guardo allo specchio. Angioletto o diavoletto? Oggi sono stata più diavoletto, ma è a fin di bene.
Gli occhi mi si chiudono dal sonno, ma dò un ultimo sguardo alle mie rose bianche. Le sistemo nel vaso d’acqua e al centro del mazzo ne sbuca una che non avevo notato. È scarlatta.

Mi guardo riflessa sul pad. Il trucco che usa mamma è economico, ma ne ho usato il meno possibile, e non mi sembra di essere male. Tra gli alberi del parco spira una brezza fresca, mi stringo nel mio cappottino, da due soldi pure quello. Già mi sembra strano che io interessi a Gabriel, mi chiedo cosa ne penserebbe poi la sua famigl—
Un fruscio, alle mie spalle. Mi giro. Il sole del pomeriggio mi abbaglia. Il ragazzo alto che cammina verso di me ha le mani ficcate nella tasca della giacca di pelle.
“Damien?”
“Ciao, Sara.”
Quella voce profonda è la sua. Mi sposto per guardarlo in viso. Eccolo, il bel tenebroso.
“Scusami, per un momento ti avevo scambiato per un altro.”
Alza le spalle da atleta. “E cosa c’è da scusarsi?”
“Hai ragione, scus... “ Faccio una risatina, mi sembra una specie di belato. “Come mai sei qui?”
Aggrotta la fronte, e il suo sguardo si fa ancora più severo. “Per il tuo stesso motivo, la lezione è saltata. La Zhang è stata ricevuta dal preside.”
“Oh, sì…”
“E ha chiesto un trasferimento, con procedura d’urgenza che le hanno accordato.” Si passa la mano sulla nuca rasata. ”Da domani insegnerà in un’altra città.”
Deglutisco. “Ah… E tu come lo sai?”
“Lo so e basta. Sei libera di non credermi.”
Mi sento rabbrividire. Forse è questo vento freddo.
“No, ti credo. Ma, se sei così ben informato, saprai dirmi perché è successo...”
China la testa di lato. “Lo sai.”
Calma, Sara. Respira. Gioca coi capelli, arriccia una ciocca col dito, così. E sorridi.
“Non capisco…”
Damien sbuffa. Mi si avvicina e alza la mano, col palmo verso l’alto. “Dammi la mano.”
O santo cielo, e se Gabriel arrivasse adesso? Non posso, io…
Il suo palmo è caldo e un po’ ruvido. Chiude le mani sulle mie, il tocco è fermo e gentile. È proprio come lo immaginavo.
Si china verso di me.
“Sara, di cosa hai paura?.”
Il suo taglio di occhi, mi ricorda quelli di Gabriel. Ma Damien li ha neri, non azzurri. Quanto è bello.
“Di essere sola, Damien.”
Lui annuisce. Il suo viso serio e sicuro è un invito a parlare.
“Gabriel vorrebbe che uscissimo di più. Mia madre ha bisogno di me per tenersi il suo lavoro, o senza quello saremmo perdute. E gli studi sono sempre più difficoltosi.”
“E allora?”
“Come allora? Lo sai come funziona il nuovo ordinamento? Esami continui, a livello crescente. Quando raggiungi il tuo limite, indicherà il tuo lavoro per la vita.”
“Per la vita…” Le sue labbra danzano lente, la sua voce cupa. “La tua vita dipende da te, Sara. Devi spezzare tutte queste catene. Solo così sarai libera.”
“Ma io ho paura!”
“La paura è un problema solo se lasci che ti fermi. E queste sono false sicurezze.”
Mi stringo al suo petto, lui mi cinge tra le braccia.
“Damien, come faccio a capire cosa voglio?
Per la prima volta, mi sorride.
“Chiediti qual è la cosa più importante, per te qui e ora.”
“Baciarti…”
Oddio, l’ho detto veramente? Ora si scioglierà dall’abbraccio e…
“Allora, fallo.”
Al diavolo tutto, gli ficco la lingua in bocca.
“Uh-uhm…”
Chi si è schiarito la voce? Spingo sul petto di Damien, mi separo da lui. Gabriel è davanti a me, I raggi obliqui del sole incendiano i suoi capelli d’oro. Una rosa rossa tra due dita, con l’altra mano si sistema la cravatta celeste e si liscia la giacca candida del suo completo.
“Se ho interrotto qualcosa…”
“No!” dico. “Posso spiegarti…”
Damien si è già defilato.
Gabriel fa un sorriso mesto e mi porge la rosa. “Hai ragione, Sara. È giunto il momento di chiarirci.”

Gabriel si siede sulla fontana e con la punta delle dita accarezza l’acqua.
“Alleluia, Sara! Il nostro rapporto va a gonfie vele. Già la prima crisi.”
Giocherello con la rosa. “Davvero, Gabriel, non so cosa mi sia preso.”
Mi lancia un sorriso sbarazzino, con quei suoi denti candidi. “Oh andiamo, mia cara. Finora siamo usciti solo qualche volta, credi che voglia farti una scenata di gelosia? Il problema tra noi è più profondo.”
“V-vuoi lasciarmi?”
Sospira, i suoi zigomi alti si rilassano in un sorriso serafico. “Solo se mi costringi a farlo.”
Dalla mano mi sale una fitta di dolore, ma non allento la stretta sulla rosa. “Senti, Gabriel. So di essere stata scorretta, ma tu non torturarmi così! Dimmi cosa vuoi!”
Si alza in piedi si avvicina.
“Non possiamo continuare così, a vederci una volta ogni due settimane. Una passeggiata mano nella mano, un bacetto e alla prossima.”
Lascio cadere la rosa, gli afferro il bavero della giacca. Se la farà smacchiare, pazienza; tanto è ricco.
Mi mordo le labbra, le parole non mi escono. Lui stringe le mie mani tra le sue.
“Sara, Sara…” Si china su di me, mi bacia. Questa volta però è diverso. Le sue labbra si schiudono, la sua lingua esplora la mia bocca. Non me l’aspettavo ma… mi piace.
Ci separiamo, senza fretta. Come se volesse assaporarmi un’ultima volta. Mi stringo a lui e lo bacio ancora.
Ci stacchiamo quando lo decido io. Quanta radiosità nei suoi grandi occhi azzurri! Mi cinge il fianco.
“Voglio che tu sia la mia donna.”
“In.. che senso? Vuoi fare l’amore?”
Annuisce. “Non solo. Voglio avere con te un vero rapporto di coppia. Uscire, amarci, vederci tutti i giorni. La vita è breve, Sara; e se la passeremo assieme, sarà meravigliosa. Hai la mia parola.”
“Ma io… non posso. Devo studiare.”
Scuote la testa. “Certo, ma non come una pazza, non più. E se dovessi fare un passo falso, e tutti dovrebbero averne diritto… ti pagherò io gli esami di riparazione.”
Sarebbe meraviglioso!
Cerco di sciogliermi dal suo abbraccio. “E se dovessi cambiare idea? Se mi lasciassi dopo che ti sei stancato di me?”
Mi fa l’occhiolino. “Sei una ragazza intelligente, non ti basta la mia parola. È giusto. Per cui, se vuoi un contratto scritto, io non ho nessun problema in merito.”
“Un contratto di che?”
Alza le sopracciglia. “Beh, non è molto romantico, ma immagino che dovremmo metterla giù in qualche modo pratico.” Solleva lo sguardo al cielo. “Che ne dici di… sei mesi di questa tutela dall’ultima volta che facciamo l’amore?”
“E… come lo documentiamo, scusa?”
Che discorso sciocco! Eppure sento che è meglio essere molto chiari. Sarà perché mi alletta. E come non potrebbe? È un ragazzo bellissimo, gentile, e mi offre una vita da sogno. Se un giorno ci sposassimo poi…
Gabriel si stringe nelle spalle. “Stai pensando a filmarci? Va bene. Naturalmente la registrazione la terresti solo tu.”
Prendo fiato. “È... è tutto bellissimo. Quello che mi proponi, quanto ci tieni a me…”
Mi scruta. “Ci vuoi pensare su, vero?”
“Posso?”
Gabriel socchiude gli occhi come un gatto, mi libera dall’abbraccio.
“Uhm… sì. Ma lascia che ti dica una cosa, mia dolce Sara. Mi impegno per essere un ragazzo dalle molte qualità: ma la pazienza non è tra queste.”
Si sistema la giacca. Nel punto dove l’ho toccata con le mani sanguinanti è ancora bianca, immacolata.

Entro in casa. “Mamma?”
Vado in bagno e mi lavo la faccia. I suoi antidepressivi sono lì. Che stia ancora lavorando da casa? Corro in camera sua: non c’è.
“Mamma!”
Non dovrebbe uscire senza le medicine!
Un trillo: è una chiamata. Vado alla console: utenza municipale. Accetto.
“Sara?”
“Sì? Chi parla?”
“Ciao Sara. Sono una psicologa del servizio municipale. Sono lieta che tu sia in ca—”
“Perchè mi chiama? Dov’è mia mamma?”
“Un agente sta venendo a prenderti, si identificherà e tu gli aprirai. Ti porterà all’ospedale centrale. Lì ci vedremo di persona e ti racconterò tutto quello che—”
Chiudo la comunicazione.
Mamma! Oddio!
Corro in camera, guardo lo specchio dell’angioletto e del diavoletto. Prendo il vaso con le rose.
Non saremo più una famiglia!
Scaglio il vaso contro lo specchio. Petali e schegge ovunque.

***

“Sei venuto a prendermi l’anima…”
Gabriel si siede sul letto. “Quella puoi tenertela, per ora. Piuttosto, è il tuo corpo che mi interessa. Ma questo te l’avevo già detto.”
“Tu…”
“Guarda quanti petali rossi. Non sei stata una brava ragazza, ultimamente. A proposito, condoglianze.”
Scatto verso di lui, lo sfregio con la mia scheggia. Mi guarda, impassibile. Il taglio sulla guancia svanisce senza una sola goccia di sangue.
“Sempre meglio!” Sogghigna. “Certo che gli angeli custodi non fanno più il loro dovere.”
Sorride all’angolo buio della mia camera. Damien è lì, a braccia incrociate.
“Damien!” grido. “Salvami, ti prego!”
Corro verso di lui, lo abbraccio. Non si sottrae, né ricambia. I suoi occhi neri luccicano.
“Non sono il custode di nessuno.”
“Dimmi che non è troppo tardi! Sarò brava…”
Sospira verso Gabriel. “Chi glielo dice?”
“Tu sei più autorevole.”
Damien mi prende per le spalle. “Sara… senza tanti giri di parole: Gabriel è un buon diavolo, io… un angelo ribelle. Ci vogliamo bene. Ma le nostre essenze sono incompatibili, non possiamo consumare la nostra passione in modo diretto. Ci serve un medium.”
“Un… che?”
Alle mie spalle, Gabriel si schiarisce la voce. “Un tramite fisico. Possiamo amarci solo attraverso il tuo corpo.”
Damien annuisce. “La tua anima ha una buona risonanza. Ci abbiamo messo un po’ a trovarti, in mezzo a tante ragazz—.”
Mi spingo via da lui. “Voi due… eravate d’accordo!”
Gabriel si è spostato sulla porta, a braccia incrociate. “Diciamo che per nostra natura abbiamo modi diversi di perseguire lo stesso fine. Lui voleva spiegarti tutto al momento giusto, e che tu scegliessi liberamente di stare con noi. Io preferivo risparmiarti i dettagli e indurti ad accettare offrendoti condizioni vantaggiose. Ma…”
Damien tamburella con le dita sul vetro della finestra. “Non ci aspettavamo che tu portassi tua madre al suicidio… per poi fare lo stesso!” C’è rammarico, nella sua voce.
Ha ragione, sono… orribile. Lascio cadere le spalle. “E adesso?”
“Morta non ci servi.” Gabriel ridacchia. “Devo farti i miei complimenti, Sara. Pur senza volerlo hai rilanciato la posta e ottenuto il meglio da entrambi. Ora conosci la verità, e la mia offerta è ancora valida.”
Mi porge una scheggia seghettata: spiccano le corna del diavoletto.
“Serve solo una firma.”



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Mauro Lenzi
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Re: Petali e schegge

Messaggio#2 » domenica 20 dicembre 2020, 23:41

Tema: Nulla è come sembra.
Due ragazzi attratti dalla protagonista che si rivelano essere due esseri sovrannaturali; e in realtà non le vogliono neppure bene, né se la contendono: ma vogliono usarla e spartirsela.

Bonus 1: Protagonista adolescente; difficoltà nello studio, rapporto conflittuale con la madre e le compagne, combattuta tra due ragazzi e alle sue prime esperienze sentimentali serie.
Bonus 2: Il sense of wonder è in certi dettagli: rose che diventano da bianche a rosse, la giacca che non si sporca di sangue, conoscenze inspiegabili dei due ragazzi, fino alla rivelazione finale. L'ambientazione è in un prossimo futuro, con una tecnologia un po' più avanzata della nostra (tutto gestito tramite pad, la console, l'evoluzione delle dinamiche del lavoro e dell'istruzione).
Bonus 3: La storia inizia e si conclude nella stessa scena; tutto quanto avviene nel mezzo è un flashback. La scena del colloquio con la prof è un ulteriore livello di flashback.
Bonus 4: Lo specchio simboleggia, per Sara, il suo attaccamento all'idea di rimettere assieme una famiglia che non c'è più. Nella storia però allude alla compresenza del diavolo e dell'angelo, e a come il male e il bene stiano nelle scelte della protagonista. Infine una scheggia dello stesso è quanto le viene offerto per suggellare il patto e cambiare la sua vita.

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Re: Petali e schegge

Messaggio#3 » lunedì 21 dicembre 2020, 22:24

A TUTTI I PARTECIPANTI:
Se volete che La Sfida diventi qualcosa di più di un esercizio di scrittura sta a voi impegnarvi. Anche nella fase dei commenti cercate di superare i vostri limiti. Fate critiche costruttive, cercate le lacune dei racconti che dovete leggere e non fatevi problemi nell’esprimere il vostro pensiero in maniera onesta.
La perfezione non passa da queste parti ma insieme potete aiutarvi a migliorare.
Ultima nota, affinché la comunità cresca, se non l’avete fatto vi consiglio di iscrivervi al gruppo Facebook de La Sfida a…
https://www.facebook.com/groups/215238252346692

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Pretorian
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Re: Petali e schegge

Messaggio#4 » domenica 27 dicembre 2020, 17:40

Ciao, Mauro e piacere di leggerti.
Dunque, dal punto di vista dello stile, direi che questo è un racconto eccellente. Non mi sembra di aver trovato grossi refusi o grosse cadute nel raccontato. Il filtro del narratore della prima persona è ottimamente sfruttato e i dialoghi sono ben scritti. Dal punto dista della trama, invece, ammetto di avere delle perplessità: come si legano la vicenda di Sara che induce sua madre al suicidio rendendo pubblica la sua relazione con la maestra (tra l'altro, va bene l'ingenuità, ma davvero non si aspettava che sua madre ne avrebbe pagato le conseguenze?) con il fatto che Gabriel e Damien cerchino di circuire la giovane? D'altra parte, ammetto che l'intera idea dei due esseri sovrannaturali che si contendono la ragazza perché "la sua anima ha una buona risonanza" non mi è rimasta molto comprensibile. Sara ha una buona risonanza perché, sotto sotto è malvagia... o perché è una prescelta o similari? Insomma, penso che questa parte avrebbe meritato molto più approfondimento.
Peccato, però.

Alla prossima!!

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Laura Cazzari
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Re: Petali e schegge

Messaggio#5 » lunedì 28 dicembre 2020, 11:26

Ciao Mauro, allora per quanto riguarda il tema nulla è come sembra devo dire che è presente, come anche i bonus. Hai una buona penna e la scrittura è scorrevole e lineare. Il racconto si segue bene, ma secondo me è la trama che hai scelto ad avere diverse pecche. Molti passaggi non sono chiari, perché la professoressa non l’aiuta più contando che ha una relazione con la madre? Come ha fatto Sara a non pensare minimamente alle conseguenze per la mamma? Perché i due esseri soprannaturali hanno scelto lei? Chi lo manda il messaggio? Alla fine si è uccisa? Secondo me insomma dovevi prenderti un po’ più tempo per studiare la struttura del tuo racconto.
Laura Cazzari

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Re: Petali e schegge

Messaggio#6 » martedì 29 dicembre 2020, 18:39

Il racconto, come indicato nel bonus 1, narra effettivamente le vicissitudini di una adolescente e le sue problematiche tipiche. Riconosco il sense of wonder del finale inaspettato in cui si incontrano angelo e diavolo, in una cornice particolare. Efficace l’apertura che coincide con la chiusura, senza avviluppare la storia su se stessa. Non avrei dato, invece, allo specchio lo stesso ruolo dell’autore e non ho ben compreso il ruolo che voleva avere la relazione tra la madre della protagonista e la sua professoressa. Forse se fosse stata sviluppata differentemente si sarebbe incastrata meglio nella trama, aumentando il sense of wonder.
Arianna Cazzari

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Re: Petali e schegge

Messaggio#7 » mercoledì 30 dicembre 2020, 23:07

Pretorian ha scritto:come si legano la vicenda di Sara che induce sua madre al suicidio rendendo pubblica la sua relazione con la maestra (tra l'altro, va bene l'ingenuità, ma davvero non si aspettava che sua madre ne avrebbe pagato le conseguenze?) con il fatto che Gabriel e Damien cerchino di circuire la giovane?

Ciao Agostino! Non c'è un legame di causa ed effetto, se è questo che intendi. Tuttavia le foto pubblicate danno il via a una catena di eventi che culmina col tentato suicidio di Sara, cosa che costringe Gabriel e Damien a uscire allo scoperto, rivelandosi per quel che sono.
Per Sara l'impatto che le foto avrebbero avuto sulla madre non è solo una questione di ingenuità, ma anche di malizia. Dal suo punto di vista era la professoressa che aveva da perderci, nel vedere reso pubblico il suo rapporto con la madre di un'alunna. Mentre Sara da un lato giudica correttamente la madre come una debole, calcola male la sua debolezza: credeva che, toltale la partner, sarebbe tornata col padre perché incapace di badare a se stessa.

Pretorian ha scritto:D'altra parte, ammetto che l'intera idea dei due esseri sovrannaturali che si contendono la ragazza perché "la sua anima ha una buona risonanza" non mi è rimasta molto comprensibile. Sara ha una buona risonanza perché, sotto sotto è malvagia... o perché è una prescelta o similari? Insomma, penso che questa parte avrebbe meritato molto più approfondimento.


Non era mia intenzione spiegare bene questo aspetto. Certo potendo lo avrei fatto, ma a quel punto non era rilevante il perché fossero compatibili, ma cosa volessero da lei. Posso capire la curiosità del lettore, ma sono ragionevolmente convinto che, se l'avessi esaudita in quel punto, nei commenti qualcuno avrebbe alzato il dito e mi avrebbe detto che quell'infodump non era necessario ;)


PS grazie per i complimenti! :D
Ultima modifica di Mauro Lenzi il sabato 2 gennaio 2021, 16:06, modificato 1 volta in totale.

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Re: Petali e schegge

Messaggio#8 » giovedì 31 dicembre 2020, 0:05

Laura Cazzari ha scritto:Molti passaggi non sono chiari, perché la professoressa non l’aiuta più contando che ha una relazione con la madre?

Per non fare favoritismi. In modo meno esplicito, perché avrebbe rischiato il posto. La professoressa dice esplicitamente a Sara che non vuole favorirla: cosa inspiegabile per Sara, perché prima lo faceva. Poi la prof ha smesso di aiutarla di punto in bianco (cioè da quando si è messa con la madre, ma Sara ancora non lo sa).

Laura Cazzari ha scritto:Come ha fatto Sara a non pensare minimamente alle conseguenze per la mamma?

Questo me l'ha chiesto anche Agostino, copio qui per comodità tua la risposta che gli ho dato.
Per Sara l'impatto che le foto avrebbero avuto sulla madre non è solo una questione di ingenuità, ma anche di malizia. Dal suo punto di vista era la professoressa che aveva da perderci, nel vedere reso pubblico il suo rapporto con la madre di un'alunna. Mentre Sara giudica correttamente la madre come una debole, calcola male la sua debolezza: credeva che, toltale la partner, sarebbe tornata col padre perché incapace di badare a se stessa.

Laura Cazzari ha scritto:Perché i due esseri soprannaturali hanno scelto lei?

Perché, come le accennano, la sua anima ha una buona risonanza e ci hanno messo un po' a trovarla in mezzo a tante ragazze.
Poi in quel momento non era rilevante per Sara chiedere i perché e i per come di come questa cosa funzioni: si stava decidendo per la sua vita, degli aspetti tecnici per pura curiosità ci sarebbe stato tempo dopo, eventualmente.

Laura Cazzari ha scritto:Chi lo manda il messaggio?

Come dice Sara quando legge il mittente, le sue compagne di classe.

Laura Cazzari ha scritto:Alla fine si è uccisa?

Su questo punto il finale è sospeso, anche se mi aspetto che per la maggior parte di lettrici e lettori lei non lo farà. La storia si conclude con l'offerta dei due, esplicita, e che alla fine sembra piuttosto vantaggiosa per lei, che finora si è mossa in modo egoistico.

Laura Cazzari ha scritto:Secondo me insomma dovevi prenderti un po’ più tempo per studiare la struttura del tuo racconto.

Spero comunque di aver mostrato che molte risposte erano già nel racconto stesso. Certo, non raccontate al lettore da me, ma filtrate dal punto di vista parziale e fallace di Sara. Ho quindi cercato di evitare infodump e "as you know Bob" che, se da un lato avrebbero reso molte cose esplicite, avrebbero fatto un pessimo servizio al racconto e al senso di immersione di chi legge.
Nel dettaglio, c'è un'osservazione di Agostino cui ho risposto e che è un esempio di quanto sto dicendo.

Grazie delle osservazioni!
Ultima modifica di Mauro Lenzi il sabato 2 gennaio 2021, 16:05, modificato 2 volte in totale.

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Mauro Lenzi
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Re: Petali e schegge

Messaggio#9 » giovedì 31 dicembre 2020, 0:10

sprynt ha scritto:Non avrei dato, invece, allo specchio lo stesso ruolo dell’autore e non ho ben compreso il ruolo che voleva avere la relazione tra la madre della protagonista e la sua professoressa. Forse se fosse stata sviluppata differentemente si sarebbe incastrata meglio nella trama, aumentando il sense of wonder.


Ciao Arianna. Grazie e se vorrai approfondire cosa intendi, sarò ben lieto di sapere che ruolo avresti dato tu allo specchio, ed eventualmente come avresti sviluppato diversamente la relazione tra madre e professoressa. Relazione che non era una colonna portante della trama, infatti non era intenzione del tema spaziare su queste tematiche; ma alla fine è stata la base che ha portato a una serie di eventi sempre più drammatici: il conflitto con la professoressa e con la madre, la scelta - maligna - di Sara di cui aveva calcolato male le conseguenze, fino al suicidio della madre stessa e al tentato suicidio di Sara. Era insomma la base su cui si poggia la svolta drammatica della vicenda; che infine costringe l'angelo e il demone a palesarsi per ciò che sono, e svelare che, come da tema, nulla era ciò che sembrava.

Grazie e a presto, spero!

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MatteoMantoani
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Re: Petali e schegge

Messaggio#10 » sabato 2 gennaio 2021, 12:14

Dulcis in fundo, il grande Maurone :)
Parto a gamba tesa col commento, a te non serve che metto le mani avanti sul fatto che i miei commenti sono personali e suggerimenti a bla bla bla.

Prime Impressioni: Insomma un angelo e un diavolo innamorati vogliono usare un'adolescente per riuscire a consumare il loro rapporto. Già questo merita un applauso. Non esagero: mi è davvero piaciuta come idea. Terrò ulteriori lodi per la parte sotto.
Aderenza al tema: Tutto ok, anche i bonus te li darei tutti.
Punti di miglioramento: Chi ti ha segnalato qualche buco nella trama ha trovato gli stessi punti di miglioramento che ti indicherei io. A volte le azioni dei personaggi suonano un pochino stonate, come Sara che posta le foto nei social senza pensare troppo alle conseguenze (però è chiaro che agisce in modo sconsiderato perché è ingenua, oppure stupidotta. Quindi qui potrebbe anche starci.) Trovo un pochino troppo granitica anche l'insegnante, con il suo non cercare di fare favoritismi in nessun modo. Anche qui volendo la sua posizione è difendibile, quindi va bene. Vedi? Tutte cose che saltano fuori durante la lettura e che impongono di pensarci un po' su per trovare delle spiegazioni. Andrei ad appiattire questa necessità, fornendo in qualche modo delle soluzioni al lettore, magari: la tipa non pensa troppo alle conseguenze delle proprie azioni, allora nel suo fraseggio mentale inseriamo qualche esclamazione come "Chissene" o "Che me ne importa" in più; oppure per la maestra, falla tremare, aggiustare il colletto, insomma dalle qualche tic in più quando parla con Sara, per far capire che si sente a disagio. Sono tutti sviluppi che magari potrebbero venire più naturali se avessi avuto più spazio, vedili come proprio dei suggerimenti e non dei difetti.
Il tuo world building è molto originale, però a volte non è troppo chiaro come funziona. Di nuovo: ad una seconda lettura gran parte delle domande ottengono una risposta, però, alla prima lettura, ho avuto troppe volte la necessità di andare avanti con un "vabbè" sperando poi di capirci di più. Stessa cosa per alcuni dettagli, come il dettaglio sulla forma dello specchio nell'incipit, il social Anonisocial, i droni che spostano i colli (in che senso? Qui alla prima lettura ho pensato al collo del corpo umano, volevi forse dire le montagnole di terra?), gli esami al posto del "compito" se sei alle superiori, anche la cartella con le foto all'inizio pensavo fosse un allegato dell'email. Magari tutte queste cose sono ben chiare al pdv, e hai scritto tutto nel modo giusto per rendere lo stile davvero immersivo, ma con questi piccoli dettagli mi hai costretto a fermarmi un momento a riflettere, e non so se questo era un effetto voluto. Diciamo che nei romanzi questo non è un problema, il primo capitolo può servire a creare quelle domande che poi vengono risolte andando avanti con la lettura, ma in un racconto breve non so se ci può stare. Andrei a inserire qualche elemento di spiegazione in più, anche a scapito dello stile pienamente immersivo, se occorre.
Ultima cosa che ti segnalo, poi vedi tu, è la frase nell'incipit "Mi schiaccio i seni, ma non mi importa". Se non le importa non doveva nemmeno notarlo... qui vuoi rendere palese che il tuo pdv è una ragazza, però secondo me sa di frase esplicita da parte dell'autore. Anche per me è un casino rendere l'aspetto fisico di un pdv in prima persona, non ho ancora trovato la giusta formula che funziona sempre, a parte mettere i dettagli in qualche battuta di dialogo che non sembri un as you know Bob.
Punti di forza: Angeli e demoni che si contendono i corpi degli umani per consumare i loro rapporti carnali, come ho già scritto, mi piace talmente tanto come idea che avrei rovesciato il racconto in modo da potenziarla ancora di più. Perché non far diventare protagonisti i due sporcaccioni mistici e rendere palese i loro comportamenti solo alla fine con un bel plot twist? Avresti potuto narrare la storia dal loro punto di vista, con le loro trame per conquistare la ragazza, rendendola come una specie di garetta a chi fa la corte più spietata, per poi far capire i loro veri scopi. L'idea di angeli e demoni che si accoppiano non è nuova (mi viene in mente il videogioco "Painkiller") ma declinata in chiave adolescenziale è una bomba. Davvero, sarebbe una specie di Twilight in cui invece dei vampiri sbrilluccicosi hai i diavoli e gli angeli che si circuiscono, un best seller per adolescenti, secondo me. Scrivi il romanzo tu prima che ti freghi io l'idea ;)
Mi è anche piaciuto il world building nei suoi aspetti di influenza cinese della nostra società (il lavoro sempre più alienante, le carriere decise fin dalle scuole inferiori...) Un futuro prossimo con cui dovremo fare i conti?
Riguardo allo stile, riconosco l'impronta dei tuoi maestri, scrittura immersiva ottimamente resa, magari punta un pochino di più sulla leggibilità degli elementi di world building, come ti ho scritto prima.
Conlcusioni: La tua idea mi è piaciuta molto, il tuo stile è asciutto e immersivo, il world building è eccezionale, insomma: bravo.

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Mauro Lenzi
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Re: Petali e schegge

Messaggio#11 » domenica 3 gennaio 2021, 23:25

MentisKarakorum ha scritto:Dulcis in fundo, il grande Maurone :)
Parto a gamba tesa col commento, a te non serve che metto le mani avanti sul fatto che i miei commenti sono personali e suggerimenti a bla bla bla.

Ciao Matteo, mi fa piacere che ci sia tu tra i miei commentatori (forse perché ho già visto la tua classifica ehheh!). Scherzi a parte grazie per gli apprezzamenti... ed esatto, non c'è bisogno del consueto "cappello" ai commenti.

Come sai scrivo con l'intenzione di non dare spiegazioni dirette al lettore, ma tramite l'immersione nel punto di vista. Un problema che emerge è quando chi legge si trova di fronte a situazioni o informazioni che non conosce, ma che per Sara sono scontate, quindi salvo motivi particolari lei non si soffermerebbe a ragionarci sopra. Bisogna fare in modo che chi legge arrivi a sapere tutto, ma questo purtroppo mal si sposa, almeno al mio livello di abilità, con i limiti di caratteri. Come al solito ho dovuto operare molti tagli in stesura e qualche volta speri che il concetto riesca a passare comunque.

Sara è caratterizzata da un lato oscuro di ingenuità e malizia. Tende anche a sottovalutare certe questioni, come il dolore che può causare alla madre, perché si aspetta che le cose vadano poi come vuole lei, e pazienza per gli altri.

Per cui nel caso della professoressa, dovrei cercare di far passare meglio il concetto che lei non fa così per rigore morale. Le cose sono cambiate da quando si è messa con la madre di Sara.
Qui c'è una mia critica a questo sistema "meritocratico". Meritocratico significa estremamente competitivo, perché è una sorta di gara di resistenza in cui man mano che si cede si vanno a occupare "slot" lavorativi commisurati alla resa scolastica. In più il lavoro è estremamente precario, come si vede dalla madre, in modo meno esplicito dalla Prof. Estremamente stressante. In più meritocratico non vuol dire ugualitario, perché di fatto una seconda possibilità è concessa solo a chi può permettersi di comprarsela.
E qui veniamo alla Prof. Se avvantaggiasse la figlia della sua amante sarebbe uno scandalo proprio per la morale meritocratica; e rischierebbe il posto. Se prima con Sara poteva chiudere un occhio e darle una piccola mano perché era una ragazza intelligente ma non agiata (e quindi svantaggiata dal sistema che permette i recuperi scolastici solo a chi può pagarli), ora per lei il rischio è troppo. Ma naturalmente lei non lo dice a Sara, che non sa la cosa, e quindi non potevo farlo capire esplicitamente a chi legge. E qui purtroppo scatta il vabbé, andiamo avanti, che non piace neanche a me.

Datemi più caratteri e vi solleverò il mondo! :|
(In realtà darmi più caratteri è come dare a mia moglie un nuovo armadio: troverà il modo di riempirlo e lamentarsi che servirebbe ancora più spazio).

Torniamo alla Prof, che antepone (e anteporrà) il posto di lavoro non solo ai suoi princìpi, ma anche al rapporto sentimentale con la madre di Sara. Infatti la lascerà. Per lo stesso principio, Sara fatica a star dietro agli studi e trovare il tempo libero per uscire con un ragazzo molto interessante (e in più deve occuparsi della madre, e questo le impedisce di portare avanti i suoi interessi di vita e alimenta la sua malignità verso di lei). Anche qui c'è una scelta da fare tra uovo oggi o gallina domani: studiare a testa bassa e seguire la strada che la società ti ha pianificato, con impegno e sudore... oppure giocarsi la scommessa di un rapporto / matrimonio con una persona ricca, che ti sistema studi e vita? Ma qui poi c'è il twist che questa persona non lo fa perché ti vuole bene: così come il sistema, ti dà dei vantaggi se fai quello che ti chiede.

Se comunque mi dici che il worldbuilding non è chiaro come funziona, ma la maggior parte delle domande ottiene risposta a una seconda lettura, mi viene da pensare che il problema sia stilistico, o meglio di come trasmetto le informazioni. E sì ci devo lavorare.

MentisKarakorum ha scritto:i droni che spostano i colli (in che senso? Qui alla prima lettura ho pensato al collo del corpo umano, volevi forse dire le montagnole di terra?),

+
MentisKarakorum ha scritto:Mi è anche piaciuto il world building nei suoi aspetti di influenza cinese della nostra società (il lavoro sempre più alienante, le carriere decise fin dalle scuole inferiori...) Un futuro prossimo con cui dovremo fare i conti?


Colli nel senso di pacchi :) La madre lavora nella logistica di un magazzino. Ma si è fatta male e, visto che non ha denunciato l'infortunio, l'hanno "premiata" permettendole, per un po', di lavorare da casa e controllare da remoto che i droni lavorino bene, visto che ancora non sono esenti da errori. Ma ne fanno sempre meno, e la madre, scioccamente, è felice di come doverli controllare sia sempre meno gravoso... senza rendersi conto che presto la sostituiranno completamente e non ci sarà più bisogno di quelli come lei. Quindi: critica al sistema lavorativo dei ricatti e a una mentalità poco lungimirante del lavoratore. Chiaramente non era mia intenzione farne l'asse portante di questo racconto. Però, seppure per un target più giovane, una mia ambizione è introdurre elementi di riflessione anche per lettori più maturi.

MentisKarakorum ha scritto:Magari tutte queste cose sono ben chiare al pdv, e hai scritto tutto nel modo giusto per rendere lo stile davvero immersivo, ma con questi piccoli dettagli mi hai costretto a fermarmi un momento a riflettere, e non so se questo era un effetto voluto. Diciamo che nei romanzi questo non è un problema, il primo capitolo può servire a creare quelle domande che poi vengono risolte andando avanti con la lettura, ma in un racconto breve non so se ci può stare. Andrei a inserire qualche elemento di spiegazione in più, anche a scapito dello stile pienamente immersivo, se occorre.


Diciamo che vorrei strutturare in modo da far passare le informazioni senza abbandonare l'immersione completa. Questa è la mia ambizione e sfida. Purtroppo mal si sposa con contest con caratteri e tempo limitati. Qualcuno penserà che sia poco furbo o adattabile, io mi vedo come lungimirante hehehe ^^

MentisKarakorum ha scritto:Ultima cosa che ti segnalo, poi vedi tu, è la frase nell'incipit "Mi schiaccio i seni, ma non mi importa". Se non le importa non doveva nemmeno notarlo... qui vuoi rendere palese che il tuo pdv è una ragazza, però secondo me sa di frase esplicita da parte dell'autore. Anche per me è un casino rendere l'aspetto fisico di un pdv in prima persona, non ho ancora trovato la giusta formula che funziona sempre, a parte mettere i dettagli in qualche battuta di dialogo che non sembri un as you know Bob.

Come hai capito era necessario far capire che si trattava almeno di una ragazza. La resa poteva essere migliore: volevo dire che nonostante provi un po' di dolore, ha altre cose cui pensare... infatti si scoprirà poco dopo che sta meditando il suicidio. Ricordo che non ero pienamente soddisfatto di quell'inizio, prima c'era una forma più chiara ma troppo poco elegante... poi le priorità erano altre e la cosa è passata inosservata alle successive riletture.

MentisKarakorum ha scritto:Punti di forza: Angeli e demoni che si contendono i corpi degli umani per consumare i loro rapporti carnali, come ho già scritto, mi piace talmente tanto come idea che avrei rovesciato il racconto in modo da potenziarla ancora di più. Perché non far diventare protagonisti i due sporcaccioni mistici e rendere palese i loro comportamenti solo alla fine con un bel plot twist? Avresti potuto narrare la storia dal loro punto di vista, con le loro trame per conquistare la ragazza, rendendola come una specie di garetta a chi fa la corte più spietata, per poi far capire i loro veri scopi.

Bella idea, ma credo che avrebbe avuto bisogno di ancora più caratteri per fare una costruzione coerente che mantenesse il "nulla è come sembra". Infatti a quel punto non hai più un narratore inaffidabile che non sa le cose, ma delle voci narranti che le conoscono perfettamente, e credo ci voglia una certa maestria a tenere il lettore sul filo dell'ignoranza giocando su cose che vengono taciute perché scontate per il pdv narrante. Per cui... perché non provarci? ^^

MentisKarakorum ha scritto:L'idea di angeli e demoni che si accoppiano non è nuova (mi viene in mente il videogioco "Painkiller") ma declinata in chiave adolescenziale è una bomba. Davvero, sarebbe una specie di Twilight in cui invece dei vampiri sbrilluccicosi hai i diavoli e gli angeli che si circuiscono, un best seller per adolescenti, secondo me. Scrivi il romanzo tu prima che ti freghi io l'idea ;)

Ahaha! Non conosco Painkiller, era un'idea che mi era venuta così e l'avevo tenuta nel cassetto... ho pensato che questa fosse l'occasione buona per tirarla fuori.

MentisKarakorum ha scritto:Riguardo allo stile, riconosco l'impronta dei tuoi maestri, scrittura immersiva ottimamente resa, magari punta un pochino di più sulla leggibilità degli elementi di world building, come ti ho scritto prima.
Conlcusioni: La tua idea mi è piaciuta molto, il tuo stile è asciutto e immersivo, il world building è eccezionale, insomma: bravo.


Maestri? No io sono completamente autodidatta, ma grazie per i dobloni e le mappe del tesoro!
(ok è ironica questa! ;D )
Grazie davvero per complimenti e suggerimenti, non sei il primo che identifica nello stile il mio punto di forza e nella trasmissione di informazioni a chi legge il mio punto debole. E se sul punto di forza ho avuto vari pareri, chi ha notato anche il punto debole a livello sistematico è una persona moooolto in gamba quando si parla di scrittura, quindi bravo a te! ;)

PS ovviamente la consapevolezza dei propri punti di forza non è (solo) per appagare l'ego... ci sono scuole di pensiero (non prettamente di scrittura) che consigliano, in ambito professionale, di investire più energie nell'affinare i propri punti di forza, che non nel limare i propri punti deboli. Ma io sono zuccone e invece credo proprio di dover lavorare di più sul secondo aspetto.

Alla prossima Matteo, e grazie ancora!

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Pietro D'Addabbo
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Re: Petali e schegge

Messaggio#12 » mercoledì 6 gennaio 2021, 4:35

Ciao Mauro, piacere di leggerti.

Visti i commenti che mi hanno preceduto non ho timore a riportare anche i miei complimenti. La tua storia è molto ben scritta e interessante dal punto di vista della trama principale: l’apparente competizione fra angelo e diavolo che in realtà non è affatto una contesa quanto piuttosto un tentativo di condivisione di anima e corpo della protagonista per godere reciprocamente della ‘coabitazione’ in quel ricettacolo.
L’effetto domino di scelte, azioni e conseguenze l’ho trovato facilmente intuibile anche quando non esplicitamente raccontato in ogni dettaglio, dunque un ulteriore aspetto positivo.
Trovo un unico punto sospeso nel quadro generale che hai dipinto, nelle caratteristiche morfologiche dello specchio. Proprio colei che era ricettiva e ‘contesa’ si ritrova a possedere uno specchio doppio che raffigura tanto un angelo quanto un diavolo. Questa coincidenza mi ha roso come un tarlo dal momento in cui è divenuta esplicita, lasciandomi in attesa di un accenno esplicativo sul fatto che essa non fosse una semplice casualità.
Non avendo colto questa spiegazione resto alla fine con un punto di domanda, come un retrogusto amaro di una altrimenti ottima bevanda.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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Mauro Lenzi
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Re: Petali e schegge

Messaggio#13 » mercoledì 6 gennaio 2021, 11:49

Ciao Pietro, grazie dei complimenti e del commento!

PietroD'Addabbo ha scritto:Visti i commenti che mi hanno preceduto non ho timore a riportare anche i miei complimenti. La tua storia è molto ben scritta e interessante dal punto di vista della trama principale: l’apparente competizione fra angelo e diavolo che in realtà non è affatto una contesa quanto piuttosto un tentativo di condivisione di anima e corpo della protagonista per godere reciprocamente della ‘coabitazione’ in quel ricettacolo. L’effetto domino di scelte, azioni e conseguenze l’ho trovato facilmente intuibile anche quando non esplicitamente raccontato in ogni dettaglio, dunque un ulteriore aspetto positivo.

Ahahah! Mi piace come l'hai messa giù. Comunque tutto ben centrato in poche parole. Mi fa particolarmente piacere che l'effetto domino, come lo chiami tu, ti sia sembrato chiaro. Personalmente non vedo grossi problemi se nella trama confluiscono eventi che in principio erano indipendenti tra essi.

PietroD'Addabbo ha scritto:Trovo un unico punto sospeso nel quadro generale che hai dipinto, nelle caratteristiche morfologiche dello specchio. Proprio colei che era ricettiva e ‘contesa’ si ritrova a possedere uno specchio doppio che raffigura tanto un angelo quanto un diavolo. Questa coincidenza mi ha roso come un tarlo dal momento in cui è divenuta esplicita, lasciandomi in attesa di un accenno esplicativo sul fatto che essa non fosse una semplice casualità.
Non avendo colto questa spiegazione resto alla fine con un punto di domanda, come un retrogusto amaro di una altrimenti ottima bevanda.

Lo specchio non è il perno degli eventi, ma ha valori simbolici.
Uno, per la protagonista: è un regalo e ricordo del padre. È associato al suo desiderio di riavere la famiglia unita (egoisticamente, ma questo è un altro discorso); e lo manda in frantumi alla morte della madre. In una prima fase questa associazione era mostrata in modo più esplicito, con considerazioni di Sara di quando ci giocava col padre; poi tra i vari tagli è diventata più implicita.
Il secondo valore simbolico è, mah, se dico metanarrativo sarà corretto? :D Lo specchio ha l'immagine di un diavoletto e di un angioletto senza volto, permettendo di specchiarsi nell'uno o nell'altro. Sara lo fa, quando pensa bene e male; per lei è un gioco, ma anche se non se ne rende conto sta facendo davvero scelte in equilibrio tra bene e male, che avranno delle conseguenze gravi. Bonus: lo specchio semina la tematica angelo-demone.
Infine, lo specchio assume un ruolo rilevante alla fine della storia, anche se accade in modo casuale. È dalle sue schegge che Sara pensa al suo suicidio, e che Gabriel le propone di firmare col sangue il patto. Morte e rinascita, potenzialmente.

Come capirai non mi piace fare lo spiegotto a chi legge di queste cose per filo e per segno. Senza pretese di alta letteratura, mi piacerebbe invogliare chi legge a un seconda lettura e a qualche riflessione sui dettagli. Chiaro non sempre ci si riesce, ma non credo ci sia un valore ottimale. Dipende da ogni singola lettrice o lettore, chi scrive può solo cercare di spianare la strada meglio possibile.

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Alessio
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Re: Petali e schegge

Messaggio#14 » mercoledì 6 gennaio 2021, 16:16

Ciao Mauro,

il tuo racconto mi è piaciuto, per quanto non sia un fan degli amori adolescenziali (e delle storie d’amore in generale). Ho trovato i personaggi ben caratterizzati, mi è piaciuto come hai reso le dinamiche familiari, un po’ meno i rapporti di Sara con Gabriel e Damien. Il background poco futuristico serve bene la storia, fornendoti gli espedienti narrativi che ti servono senza allontanarla troppo dalla realtà odierna. I dialoghi tra Sara e i due ragazzi non mi hanno convinto moltissimo. Più che dei dialoghi tra adolescenti, sembrano un ventenne con una quindicenne, ma dovrebbero frequentare la stessa scuola e quindi avere circa la stessa età. Capisco che volevi rendere lo status sociale di Gabriel, ma mi è sembrato un po’ finto. Damien all’inizio sembra essere un burbero taciturno, tanto che non rivolge nemmeno la parola a Sara quando si scontrano fuori dall’ufficio della Zhang, mentre poi al parco diventa amorevole e si scioglie come un cioccolatino. Mi fa un po’ troppo instalove.
Dirai, ma se non ti è piaciuto il rapporto tra Sara e i ragazzi, che è il fulcro del racconto, perché dici che il racconto ti è piaciuto? Perché mi è piaciuto come hai reso la storia in generale, con la prof stronza, le amiche invidiose e la vendetta finita male. Anche il triangolo amoroso, instalove a parte, mi pare funzionare, solo non mi hanno convinto i dialoghi.
Sul finale mi sarei aspettato una Sara un po’ più sconvolta dalle rivelazioni, invece mi sembra che abbia una reazione un po’ troppo composta. Avrei enfatizzato un po’ di più la questione delle rose che diventano rosse e il significato di questo fenomeno per i due ragazzi, che nel testo passa abbastanza inosservato e invece poteva essere un elemento più caratterizzante.
Non mi è chiara la parte di Damien nel patto tra Gabriel e Sara.
Il Grande Capo Estiqaatsi approva la scelta del nick delle compagne di classe.
Se fosse brutto direi Still a better love story than Twilight, ma brutto non è, quindi non lo dico :-D
Sullo stile non ho molto da dire. E’ uno dei pochi che conosco, dopo averti scartavetrato i maroni in laboratorio. Si vede che sei orientato alla narrativa immersiva e la padroneggi bene, quel po’ di raccontato che c’è ci sta e non mi ha dato fastidio. Il filtro del personaggio è reso molto bene e i dettagli funzionano.

Alla prossima.

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Mauro Lenzi
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Re: Petali e schegge

Messaggio#15 » mercoledì 6 gennaio 2021, 22:53

Ciao Alessio,
mi fa piacere averti tra i miei commentatori, e ho notato che sei più buono qui che in Laboratorio :D
Veniamo ai tuoi dubbi, che condenso qui in tre punti.
Alessio ha scritto:I dialoghi tra Sara e i due ragazzi non mi hanno convinto moltissimo. Più che dei dialoghi tra adolescenti, sembrano un ventenne con una quindicenne, ma dovrebbero frequentare la stessa scuola e quindi avere circa la stessa età. Capisco che volevi rendere lo status sociale di Gabriel, ma mi è sembrato un po’ finto.

Sono consapevole che Gabriel si esprima in modo troppo maturo per un semplice adolescente... ma lui non lo è. È un demone, ovviamente con molta più esperienza e consapevolezza dell'animo umano di quanto non possa averne un normale ragazzo, e dice quel che ritiene opportuno per dare un senso di sicurezza a Sara e spingerla ad accettare la sua proposta.

Alessio ha scritto:Damien all’inizio sembra essere un burbero taciturno, tanto che non rivolge nemmeno la parola a Sara quando si scontrano fuori dall’ufficio della Zhang, mentre poi al parco diventa amorevole e si scioglie come un cioccolatino. Mi fa un po’ troppo instalove.

La tua prima impressione di Damien è corretta. Il suo cambiamento improvviso spiazza Sara, ma non si tratta di instalove. Lui in realtà non la ama, la sta solo spingendo a rompere gli indugi, prendere l'iniziativa (cosa che le consiglia di fare nella vita) e... bé, a baciarlo. Perché - e questo era meno esplicito, e sicuramente lo si poteva capire solo alla fine - tramite lei possono trasmettersi le sensazioni fisiche. Gabriel arriva subito dopo e la bacia a sua volta, per la prima volta in modo molto appassionato. Lei crede per gelosia, ma in realtà Gabriel sta cercando e percependo il sapore che le ha lasciato Damien. Questo a livello terra terra. Nella mia idea c'era anche un'eco percettiva ma complicheremmo troppo il discorso, non l'ho esplicitata nel racconto, per cui lasciamola così a livello di curiosità.
Comunque, per tornare alla tua osservazione, Damien non ha avuto nessun instalove. Sta solo usando i suoi modi, più spicci e improntati all'instillare nell'umana un senso di responsabilità e libera scelta, per ottenere lo scopo comune che ha con Gabriel.

Alessio ha scritto:Non mi è chiara la parte di Damien nel patto tra Gabriel e Sara.

In sostanza alla fine sarà un triangolo amoroso, con la consapevolezza da parte di Sara che il vero amore è tra Damien e Gabriel, lei la stanno solo usando come uno strumento. Da Damien, però, Sara ha almeno ottenuto la verità, la consapevolezza di tutto questo. Se fosse stato per Gabriel, lei sarebbe rimasta all'oscuro delle loro vere identità e del loro bisogno di lei come mezzo per consumare il loro amore.

Grazie delle osservazioni e dei commenti. Alla prossima!

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Re: Petali e schegge

Messaggio#16 » giovedì 7 gennaio 2021, 12:31

Mauro Lenzi ha scritto: ho notato che sei più buono qui che in Laboratorio :D

Io sono un tenerone sempre >_<

Mauro Lenzi ha scritto:Sono consapevole che Gabriel si esprima in modo troppo maturo per un semplice adolescente... ma lui non lo è. È un demone, ovviamente con molta più esperienza e consapevolezza dell'animo umano di quanto non possa averne un normale ragazzo, e dice quel che ritiene opportuno per dare un senso di sicurezza a Sara e spingerla ad accettare la sua proposta.

Uhm... ho capito il discorso, da un punto di vista logico funziona, ma non mi hai convinto del tutto. =_=

Mauro Lenzi ha scritto:La tua prima impressione di Damien è corretta. Il suo cambiamento improvviso spiazza Sara, ma non si tratta di instalove. Lui in realtà non la ama, la sta solo spingendo a rompere gli indugi, prendere l'iniziativa (cosa che le consiglia di fare nella vita) e... bé, a baciarlo. Perché - e questo era meno esplicito, e sicuramente lo si poteva capire solo alla fine - tramite lei possono trasmettersi le sensazioni fisiche. Gabriel arriva subito dopo e la bacia a sua volta, per la prima volta in modo molto appassionato. Lei crede per gelosia, ma in realtà Gabriel sta cercando e percependo il sapore che le ha lasciato Damien. Questo a livello terra terra. Nella mia idea c'era anche un'eco percettiva ma complicheremmo troppo il discorso, non l'ho esplicitata nel racconto, per cui lasciamola così a livello di curiosità.
Comunque, per tornare alla tua osservazione, Damien non ha avuto nessun instalove. Sta solo usando i suoi modi, più spicci e improntati all'instillare nell'umana un senso di responsabilità e libera scelta, per ottenere lo scopo comune che ha con Gabriel.

Instalove nel senso che se io fossi Sara penserei che Damien è instalovvato, ma è anche vero che lei è una quindicenne arrapata, io sono un quarantenne.

Mauro Lenzi ha scritto:
Alessio ha scritto:Non mi è chiara la parte di Damien nel patto tra Gabriel e Sara.

In sostanza alla fine sarà un triangolo amoroso, con la consapevolezza da parte di Sara che il vero amore è tra Damien e Gabriel, lei la stanno solo usando come uno strumento. Da Damien, però, Sara ha almeno ottenuto la verità, la consapevolezza di tutto questo. Se fosse stato per Gabriel, lei sarebbe rimasta all'oscuro delle loro vere identità e del loro bisogno di lei come mezzo per consumare il loro amore.

Intendevo proprio formalmente. Gabriel propone un contratto in cui per sei mesi dopo l'ultima trombata lui le fa da assicurazione, ma, contrattualmente, non vedo nessun obbligo di Sara nei confronti di Damien. Immagino che per chiudere il cerchio Sara si dovrebbe concedere anche a Damien. A questo punto, a carte scoperte, Sara ha un potere contrattuale enorme.

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Mauro Lenzi
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Re: Petali e schegge

Messaggio#17 » giovedì 7 gennaio 2021, 13:16

Alessio ha scritto:Uhm... ho capito il discorso, da un punto di vista logico funziona, ma non mi hai convinto del tutto. =_=

Allora forse c'è qualche punto in cui non ci siamo capiti; perché dal mio punto di vista, se tu mi dici "ma lui non parla come un adolescente" e io ti faccio notare che lui in realtà non lo è, bensì è una creatura molto più esperta, e tu ancora non sei convinto... di più non saprei che dirti :D

Alessio ha scritto:Instalove nel senso che se io fossi Sara penserei che Damien è instalovvato, ma è anche vero che lei è una quindicenne arrapata, io sono un quarantenne.

Vero, e inoltre: tu sei un lettore, per cui per te l'instalove può non funzionare. Ma dal punto di vista del personaggio non credo che si metterebbe a ragionare così. Immagina di avere quindici anni, c'è una ragazza che ti piace un sacco ma finora non ti ha mai filato. Poi una volta parlate, tu le dici che ti piacerebbe baciarla e lei ti invita a farlo. Tu che fai? Le dici: "naah, finora te la tiravi e ora vorresti che ti baciassi? Ma questo è instalove, bye sfigata!" ? Io credo di no :D

Alessio ha scritto:Intendevo proprio formalmente. Gabriel propone un contratto in cui per sei mesi dopo l'ultima trombata lui le fa da assicurazione, ma, contrattualmente, non vedo nessun obbligo di Sara nei confronti di Damien. Immagino che per chiudere il cerchio Sara si dovrebbe concedere anche a Damien. A questo punto, a carte scoperte, Sara ha un potere contrattuale enorme.

Ahaa formalmente. Dunque, da un certo punto di vista Gabriel le ha rispiegato gli accordi di quella che prima era una chiacchierata, e le cose si sono svolte in modo abbastanza informale. Vero è che Sara potrebbe attaccarsi alla frase "la mia proposta è ancora valida", ma le converrebbe? Partendo dal presupposto che Gabriel potrebbe rescindere l'accordo non consumando e facendo passare sei mesi, lei dopo non sarebbe più tutelata. Per cui se lei non si concedesse a Damien, potrebbe proprio finire così.
E qui ti rispondo anche al suo potere contrattuale. In realtà il potere di Sara è scarso perché se l'accordo saltasse lei avrebbe da perderci più di loro. Gabriel e Damien avrebbero la seccatura di doversi cercare un'altra umana compatibile, ma lei ora è orfana di madre, col padre chissà dove: non avrebbe più la prospettiva di Gabriel e tornerebbe a dover sudare sui libri, ed essere fuori al primo errore, senza più lo stipendio della mamma.
Alla fine, da un punto di vista del fare i propri interessi, è un win-win. Cosa vogliono i due boys già si è capito, mentre Sara ha la prospettiva di una vita agiata facendo sesso con due ragazzi molto attraenti. Le conviene tirare la corda e rischiare che dopo qualche mese la lascino per trovarsi un'altra? E per ottenere in più... cosa, poi? Certo, accettare vorrebbe dire mettere da parte la prospettiva di stare con una persona che ti vuole veramente bene; ma questo da loro non può ottenerlo contrattando...

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Alessio
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Re: Petali e schegge

Messaggio#18 » giovedì 7 gennaio 2021, 13:41

Mauro Lenzi ha scritto:Allora forse c'è qualche punto in cui non ci siamo capiti; perché dal mio punto di vista, se tu mi dici "ma lui non parla come un adolescente" e io ti faccio notare che lui in realtà non lo è, bensì è una creatura molto più esperta, e tu ancora non sei convinto... di più non saprei che dirti :D

Ok, non è un adolescente, ma deve passare per tale. Se fossi una ragazzina e un mio coetaneo mi dicesse "Oh andiamo, mia cara", mi chiederei da quale telenovela è uscito.

Mauro Lenzi ha scritto:Vero, e inoltre: tu sei un lettore, per cui per te l'instalove può non funzionare. Ma dal punto di vista del personaggio non credo che si metterebbe a ragionare così. Immagina di avere quindici anni, c'è una ragazza che ti piace un sacco ma finora non ti ha mai filato. Poi una volta parlate, tu le dici che ti piacerebbe baciarla e lei ti invita a farlo. Tu che fai? Le dici: "naah, finora te la tiravi e ora vorresti che ti baciassi? Ma questo è instalove, bye sfigata!" ? Io credo di no :D

No, però penserei che mi sta prendendo per il culo. Magari è una mia deformazione dovuta a traumi adolescenziali, ma tant'è :-D

Mauro Lenzi ha scritto:Ahaa formalmente. Dunque, da un certo punto di vista Gabriel le ha rispiegato gli accordi di quella che prima era una chiacchierata, e le cose si sono svolte in modo abbastanza informale. Vero è che Sara potrebbe attaccarsi alla frase "la mia proposta è ancora valida", ma le converrebbe? Partendo dal presupposto che Gabriel potrebbe rescindere l'accordo non consumando e facendo passare sei mesi, lei dopo non sarebbe più tutelata. Per cui se lei non si concedesse a Damien, potrebbe proprio finire così.
E qui ti rispondo anche al suo potere contrattuale. In realtà il potere di Sara è scarso perché se l'accordo saltasse lei avrebbe da perderci più di loro. Gabriel e Damien avrebbero la seccatura di doversi cercare un'altra umana compatibile, ma lei ora è orfana di madre, col padre chissà dove: non avrebbe più la prospettiva di Gabriel e tornerebbe a dover sudare sui libri, ed essere fuori al primo errore, senza più lo stipendio della mamma.
Alla fine, da un punto di vista del fare i propri interessi, è un win-win. Cosa vogliono i due boys già si è capito, mentre Sara ha la prospettiva di una vita agiata facendo sesso con due ragazzi molto attraenti. Le conviene tirare la corda e rischiare che dopo qualche mese la lascino per trovarsi un'altra? E per ottenere in più... cosa, poi? Certo, accettare vorrebbe dire mettere da parte la prospettiva di stare con una persona che ti vuole veramente bene; ma questo da loro non può ottenerlo contrattando...

Dipende da quanto amor proprio vogliamo attribuire a questa ragazza. Preferirà venire usata in cambio di una vita agiata (qundi, di fatto, prostituirsi), oppure vorrà essere libera di vivere la sua vita senza essere sotto il controllo di nessuno?
A me piace pensare che sceglierà di vivere liberamente la sua vita, cercando una persona che le vorrà bene e che accetterà di fare un'ammucchiata un paio di volte l'anno. ;-)

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Mauro Lenzi
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Re: Petali e schegge

Messaggio#19 » giovedì 7 gennaio 2021, 14:29

Alessio ha scritto:Ok, non è un adolescente, ma deve passare per tale. Se fossi una ragazzina e un mio coetaneo mi dicesse "Oh andiamo, mia cara", mi chiederei da quale telenovela è uscito.

Con "deve passare per tale" intendi "agli occhi dei suoi compagni" quindi? Non che non avrebbe modo di poterlo fare, ho capito bene? Allora, fa parte del suo personaggio esprimersi così, a lui piace. Eccentrico, sopra le righe? Sì.

Alessio ha scritto:No, però penserei che mi sta prendendo per il culo. Magari è una mia deformazione dovuta a traumi adolescenziali, ma tant'è :-D

Se lo fai per rispondermi ok; ma fammi capire, tu stai usando come metro di credibilità quello che faresti tu in quella situazione? Naturalmente tu sei diverso da Sara, non lo considero un principio valido per giudicare un personaggio :O

Alessio ha scritto:Dipende da quanto amor proprio vogliamo attribuire a questa ragazza. Preferirà venire usata in cambio di una vita agiata (qundi, di fatto, prostituirsi), oppure vorrà essere libera di vivere la sua vita senza essere sotto il controllo di nessuno?
A me piace pensare che sceglierà di vivere liberamente la sua vita, cercando una persona che le vorrà bene e che accetterà di fare un'ammucchiata un paio di volte l'anno. ;-)

Ok, qui siamo passati dalle considerazioni sul "potere contrattuale" di Sara (su cui spero di aver fugato i dubbi) a quello che ti piace pensare sulla scelta finale che farà. Soggettiva. Secondo me la tua idea è solida e ha senso (il che non la rende l'unica possibilità); con questi presupposti, non potrebbe non starmi bene, o non avrei lasciato un finale aperto.
Vedi che se vuoi mi sai dare soddisfazione! :D

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Pietro D'Addabbo
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Re: Petali e schegge

Messaggio#20 » giovedì 7 gennaio 2021, 18:27

Mauro Lenzi ha scritto:Ciao Pietro, grazie dei complimenti e del commento!


Meritati e doverosi.

Mauro Lenzi ha scritto:Lo specchio non è il perno degli eventi, ma ha valori simbolici.
Uno, per la protagonista: è un regalo e ricordo del padre...
Il secondo valore simbolico è, mah, se dico metanarrativo sarà corretto?


Avevo ben colto entrambi questi valori attribuiti allo specchio, quello che invece era troppo invadente era forse il ruolo metanarrativo troppo evidente. Quello della ragazza non è il modello di specchio più comune al mondo, quindi mi ha incuriosito che le sia stato regalato proprio quello dal padre. Una spiegazione per tale scelta di regalo avrebbe eliminato il tarlo {Forse anche il padre era 'ricettivo' e più o meno consciamente sapeva di esserlo e di trasmettere questa caratteristica alla figlia? C'è apparentemente materiale molto fertile per un prequel con i controfiocchi. ;-) }
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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Davide_Mannucci
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Re: Petali e schegge

Messaggio#21 » venerdì 8 gennaio 2021, 22:41

Ciao Mauro, davvero piuacre di leggerti.
Un buon racconto che mi è piaciuto soprattuto per l'idea originale che ho appprezzato. Il tuo punto di forza si vede che è lo stile. Sai come accompagnare il lettore dentro la testa e l'anima della protagonista.
Sono d'accordo con chi ti ha fatto notare la (parziale) non chiarezza in alcuni punti della trama. Dico parziale perché la trama è zoppa solo in alcuni punti, per il resto la storia scorre che è un piacere e, ripeto, l'idea mi ha così coinvolto per la sua originalità che enon ho mai perso il filo. Mi rendo conto però che questo è frutto di alcune mie esperienze che mi hanno fatto entrare subito nella "follia" di Sara. Capisco però che la comprensione dovrebbe essere "universale". Questo è un difetto che purtroppo ho anche io nelle mie stesure ma, ribadisco, che il racconto mi è piaciuto e poi la tua scrittura è gradevole e scorrevole. Una buona prova davvero. Complimenti!
A presto!
Davide Mannucci

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Mauro Lenzi
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Re: Petali e schegge

Messaggio#22 » sabato 9 gennaio 2021, 18:49

Ciao Davide, grazie. In poche parole ben centrate hai saputo riassumere un'analisi che mi aiuterà a regolarmi per le prossime opere. Faccio tesoro. Grazie ancora, anche per i complimenti, e alla prossima!

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