Gruppo IL PUGNO DELL'UOMO: Lista racconti e classifiche

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antico
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Gruppo IL PUGNO DELL'UOMO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#1 » martedì 22 dicembre 2020, 1:57

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BENVENUTI ALLA DAVIDE DEL POPOLO RIOLO EDITION, LA QUARTA DELL'OTTAVA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 148° ALL TIME!

Questo è il gruppo IL PUGNO DELL'UOMO della DAVIDE DEL POPOLO RIOLO EDITION con DAVIDE DEL POPOLO RIOLO nelle vesti di Guest Star.

Gli autori del gruppo IL PUGNO DELL'UOMO dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo UBERMENSCH.

I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo DE BELLO ALIENO.


Questo è un gruppo da OTTO racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da DAVIDE DEL POPOLO RIOLO. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approsimandolo all'occorrenza per eccesso.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK D'ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso del RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nel corso dell'Era in corso e che non hanno acquisito punti nel RANK ALL TIME sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via). Importante accorgimento: in quest'Era il gruppo con il Leader della classifica non potrà mai essere quello con più racconti, motivo per cui quando ci sarà un numero diverso di racconti per gruppo, come in questa edizione, gli ultimi racconti verranno assegnati saltandolo.

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo IL PUGNO DELL'UOMO:

Crisalidi, di Maurizio Ferrero, ore 23.08, 4213 caratteri
Stasera il Cecco non c’ha voglia di latte, di Andrea Lauro, ore 23.58, 4229 caratteri
Un ritorno, di Giacomo Puca, ore 00.55, 4192 caratteri
Il ciclo delle stagioni, di Davide Di Tullio, ore 00.46, 3418 caratteri
Tempesta, di Matteo Mantoani, ore 00.19, 4232 caratteri
Il fiume della Dea, di Stefano De Luca, ore 00.40, 4183 caratteri
Il consesso, di Giuliano Cannoletta, ore 22.30, 4133 caratteri
Sulla frontiera, di Giulio Palmieri, ore 00.51, 3481 caratteri

Considerato il periodo, avrete più tempo del solito, quindi fino alle 23.59 di sabato 2 GENNAIO per commentare i racconti del gruppo UBERMENSCH Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 3 GENNAIO, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DODICI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo UBERMENSCH e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DODICI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo UBERMENSCH.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.

BUONA DAVIDE DEL POPOLO RIOLO EDITION A TUTTI!



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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Gruppo IL PUGNO DELL'UOMO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#2 » mercoledì 23 dicembre 2020, 0:20

Credo sia un refuso, ma ho notato solo ora che nella descrizione è scritto che questo gruppo dovrà essere commentato da "non ci sono dei oltre il tempo" quando invece dovrebbero essere gli autori del "de bello alieno", come indicato nella relativa pagina. O sto sbagliando qualcosa?
lupus in fabula

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Gruppo IL PUGNO DELL'UOMO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#3 » sabato 26 dicembre 2020, 2:31

1. Stasera il Cecco non c’ha voglia di latte - Andrea Lauro
2. Crisalidi - Maurizio Ferrero
3. Sulla frontiera - Giulio Palmieri
4. Tempesta - Matteo Mantoani
5. Il ciclo delle stagioni - Davide Di Tullio
6. Un ritorno - Giacomo Puca
7. Il consesso - Giuliano Cannoletta
8. Il fiume della Dea - Stefano De Luca

1. Stasera il Cecco non c’ha voglia di latte - Andrea Lauro
Ho riflettuto parecchio su chi meritasse lo scettro, e alla fine ho scelto Andrea. Perché se è pur vero che la sua sia la storia più “semplice” di tutte, lo è altrettanto che è quella descritta con maggior naturalezza. I dialoghi sono pressoché perfetti, il POV solido, i tempi narrativi gestiti con grande perizia. Un pezzo davvero ottimo, perfetta dimostrazione di come per scrivere una buona storia non occorrano sempre idee rivoluzionarie.

2. Crisalidi - Maurizio Ferrero
Altro pezzo magnifico. Il gioco di contrasti tra verità e dubbio è il suo punto di forza, aiutato anche da uno stile sicuro di qualità. Se si trova “solo” al secondo posto è forse anche perché, paradossalmente, nella scelta del tema mi ricorda in parte il testo che ho scritto per quest’edizione (con la differenza che il tuo è nettamente superiore).

3. Sulla frontiera - Giulio Palmieri
Ribadisco quanto scritto nel commento lungo: mannaggia a te. Stile e costruzione della scena ottimi nella prima parte, l’esatto opposto nella seconda. Davvero, sembra quasi che questo brano sia stato scritto da due persone diverse. Ho comunque voluto premiare il brano con il bronzo perché ci vedo un enorme potenziale inespresso.

4. Tempesta - Matteo Mantoani
Un testo con un inizio… e una conclusione. Basterebbe questo per riassumere il brano di Matteo. Ed è questo il problema. Tutta la storia non presenta nessun colpo di scena, nessun ragionamento più profondo di quanto non sia già scritto nel tema della competizione. Troppo poco. Se vuoi fondare il tuo brano su di una disquisizione filosofica, devi offrire al lettore qualche spunto di riflessione, altrimenti quale sarebbe il suo scopo?

5. Il ciclo delle stagioni - Davide Di Tullio
Altro racconto caratterizzato da una sorta di “pigrizia” tematica e di contenuto. Poche informazioni, per lo più nebulose, e una trasformazione troppo forzata nel pensiero del protagonista non mi hanno permesso di apprezzare il testo di Davide. Inoltre, quei “perchè” con accento grave ripetuti a oltranza non si possono proprio vedere. Mi spiace, ma in un forum di scrittura credo che la correttezza grammaticale (quando palesemente non figlia di un errore di battitura) sia un elemento di primaria importanza sul quale non è davvero possibile chiudere un occhio.

6. Un ritorno - Giacomo Puca
Più che un racconto, sembra di avere a che fare con un estratto. Arrivato all’ultima frase, mi sono ritrovato a chiedermi: e quindi? A peggiorare la situazione, un uso incerto della punteggiatura all’interno dei dialoghi e una “telecamera” ballerina che non segue in maniera naturale il POV del personaggio.

7. Il consesso - Giuliano Cannoletta
Brano che purtroppo è stato incapace di lasciarmi qualcosa una volta conclusa la sua lettura. Il problema principale è la totale assenza d’introspezione nel protagonista, il che rende le sue azioni forzate e in parte incomprensibili agli occhi del lettore. Paradossalmente, se da una parte non sappiamo nulla o quasi del protagonista, sappiamo troppo del suo universo narrativa, colpa di una serie d’infodump facilmente aggirabili.

8. Il fiume della Dea - Stefano De Luca
Mi spiace mettere questo brano all’ultimo posto, vista la potenzialità che ha, ma i suoi problemi strutturali sono a mio avviso tali da necessitare di una revisione profonda: descrizioni contraddittorie, frasi contenenti continui cambi di soggetto, sovrabbondanza di gerundi che rallentano la lettura e creano problemi di sovrapposizione nelle azioni.
lupus in fabula

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antico
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Re: Gruppo IL PUGNO DELL'UOMO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#4 » lunedì 28 dicembre 2020, 11:57

JohnDoe ha scritto:Credo sia un refuso, ma ho notato solo ora che nella descrizione è scritto che questo gruppo dovrà essere commentato da "non ci sono dei oltre il tempo" quando invece dovrebbero essere gli autori del "de bello alieno", come indicato nella relativa pagina. O sto sbagliando qualcosa?


Errore mio, corretto. Scusate per il ritardo.

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wladimiro.borchi
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Re: Gruppo IL PUGNO DELL'UOMO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#5 » lunedì 28 dicembre 2020, 12:35

1 - CRISALIDI
2 - STASERA IL CECCO NON C'HA VOLGIA DI LATTE
3 - TEMPESTA
4 - UN RITORNO
5 - IL FIUME DELLA DEA
6 - IL CICLO DELLE STAGIONI
7 - SULLA FRONTIERA
8 - IL CONSESSO


CRISALIDI
Eh Maurizio,
complimenti, sono davvero colpito. Solito stile impeccabile con un bel narrato asciutto e una storia gestita con estrema maestria. Il finale aperto non infastidisce, anzi incuriosisce e lascia il lettore con la giusta agonia di sapere di più.
La declinazione del tema c'è ed è originalissima.
Nulla da eccepire.
Chapeau.
Direi qualcosa sul tuo futuro, ma ho paura di tirartela, per cui sto zitto ma, giuro, mi piacerebbe tanto.
Un abbraccio grande e ancora complimenti.
W.


STASERA IL CECCO NON C'HA VOLGIA DI LATTE
Ed ecco un altro dei mie preferiti.
Ciao Lauro.
Sei andato su uno stile che ti è più consono, quello che ti ha portato alla vittoria alle Olimpiadi e il risultato è strepitoso.
Peraltro ha regalato ai tuoi lettori una spaccato di vita da cui, per forza di cose, sono passati.
Io stesso, da ragazzo, ho vissuto il momento in cui io continuavo a studiare e i miei amici fattoni erano ormai nel mondo del lavoro. Il lordo disprezzo, velato di frustrazione, mi ha colpito esattamente come avviene nel tuo racconto.
Unica svista, secondo me: "Rispetto a me e Tyson di sicuro". Questo immagino sia un pensiero del protagonista. Andava messo inclinato.
Per il resto OK.
W


UN RITORNO
Ciao Giacomo,
racconto assolutamente ben scritto, con immagini suggestive: la torta raffazzonata è da 10, ma non è l'unica meritevole di apprezzamento.
Lo spaccato di vita è congegnato magistralmente, consentendo al lettore un altissimo livello di immedesimazione e, per dirla come piace a una certa "nomenklatura", immersione.
La declinazione del tema mi apparsa anche molto originale e struggente.
Unica pecca del racconto, forse, la mancanza di un quid pluris che gli dia una conclusione. Immagino sia un effetto voluto e non mi ha destabilizzato, ma fa sì che al tuo pezzo, per il momento, io preferisca i primi due dell'elenco.
Decisamente, comunque, una buona prova.
W


IL CICLO DELLE STAGIONI
Ciao Davide,
è la prima volta che ti leggo, mi pare. Se non è così ti chiedo scusa è solo colpa del mio rincoglionimento.
Il racconto non è malaccio. Ho apprezzato molto lo stile asciutto e l'idea di fondo.
Purtroppo il problema insormontabile di Fausto non arriva in maniera adeguata e non ci è dato capire fino in fondo perché la moglie, che secondo il pensiero (a dire il vero un po' tell) del protagonista doveva abbandonarlo portandosi via le figlie, reagisca in maniera così affettuosa e possibilista al suo rientro e alla notizia che le cose non sono affatto andate come si sperava.
Questo, secondo me, lascia un po' spaesati alla fine del racconto e non lo fa godere a pieno.
Mi permetto di evidenziare una cosetta che magari ti può essere utile in futuro.
Quando sei focalizzato su un PDV, nel tuo caso Fausto, non è necessario ripeterne il nome troppe volte. Spesso te la puoi cavare con un soggetto sottinteso, per eliminare, appunto, le ripetizioni oppure puoi legare assieme le frasi.
Spiego meglio.

La frase che segue.
Un uomo canuto avvicinò il viso al finestrino. Gli sorrise e Fausto ricambiò.
Fausto abassò il finestrino. «Ma lo sa che è pericoloso?»

Può diventare agilmente...
Un uomo canuto si avvicinò col viso al finestrino e gli sorrise. Fausto ricambiò e lo abbassò. «Ma lo sa che è pericoloso?»

Concludendo, ancora un posto sotto nella mia classifica, rispetto al precedente. Ma solo per le piccole imprecisioni che ti ho segnalato.
A rileggerci presto.
W

TEMPESTA
Ciao Matteo, impresa davvero ardita la tua.
Condivido con l'ottimo Gabriele l'opinione sul tema. Sei davvero l'unico che ha cercato di trattarlo in maniera esaustiva. Questo però ti ha portato a scrivere una bella didascalia conclusiva per spiegare apertamente dove volevi andare a parare, mettendola poi abilmente in bocca al protagonista.
Il finale, pertanto, almeno a mio parere, rovina giusto un po' un lavoro comunque molto buono.
Non avrei inserito nemmeno le didascalie con luogo e date.
Il linguaggio utilizzato e lo stile, infatti, richiamano chiaramente l'epoca e il riferimento iniziale a Ca’ Grimani ci porta immediatamente a Venezia.
Che poi sia il 1503 o il 1506, al lettore poco importa.
Nella mia classifica si piazza un po' sopra i due ultimi letti, ma sotto i primi. Per adesso, direi, un terzo posto.
A rileggerci presto,
Wladimiro

IL FIUME DELLA DEA
Ciao Stefano,
volete mettermi in difficoltà con la classifica, vero?
Vengo dalla lettura di un buon lavoro che soffre di troppe spiegazioni e mi ritrovo a leggere un altro buon lavoro in cui di spiegato non c'è niente, ma in cui, di conseguenza, il tema fa un po' fatica a emergere.
Certo, letta la tua risposta ai commenti che mi hanno preceduto, ora, è tutto più chiaro, ma tecnicamente doveva esserlo fin dall'inizio.
Resta il fatto che il racconto è scritto in modo assai gradevole e che, diversamente dagli altri, non sono stato affatto disorientato né dall'omissione della posizione dell'arco, né dalla sberla nel dormiveglia.
Mi limito a immaginare quello che leggo, senza aggiungerci particolari o domande non evocate dal testo. Se la protagonista estrae la freccia e accarezza il cane è chiaro che l'arco sarà da qualche altra parte. Peraltro la freccia viene scoccata molto più tardi, dopo che il cervo è scappato nel fiume e la donna l'ha seguito. Non dovevo necessariamente presumere l'arco già in mano. Come trovo molto credibile che uno schiaffo nel dormiveglia arrivi quasi sempre a destinazione.
Un buon lavoro, quindi, che soffre solo di un difficile inquadramento del tema.
A rileggerci presto
W

IL CONSESSO
Ciao Giuliano,
in questo caso condivido le critiche che ti sono state mosse da chi mi ha preceduto.
Non sono stato troppo infastidito dall'infodump ma è indubbio che tutto il dialogo del consesso sia un enorme spiegone un po' artefatto.
Detto questo, secondo me, avresti potuto migliorare di molto il lavoro, puntando sul PDV del protagonista e, magari, usando i suoi "pensieri" per anticipare un astio interiore rispetto a ciò che appariva dai suoi gesti miti e accondiscendenti.
Avresti, forse, un po' anticipato il finale (peraltro nemmeno troppo dosando attentamente gli indizi), ma fatto guadagnare in tensione generale della storia.
Una prova discreta, in ogni caso.
A rileggerci presto
W

SULLA FRONTIERA
Ciao Giulio,
Racconto gradevole con qualche problema, almeno secondo me.
Un po' di confusione coi PDV.
Nulla di eccessivo, a una seconda lettura si capisce chiaramente che siamo focalizzati su Rebelli e che, pertanto quel "Era un ragazzino, mandato lì a Laredo da quei grassoni del governo per combattere il narcotraffico" è una sua constatazione. A una prima lettura, però, mi è apparso un passaggio di PDV al poliziotto o, peggio, l'uso di un narratore onnisciente.
Ci sono poi una bella quantità di ripetizioni. Immagino siano volute ma "ragazzino" diventa ridondante. C'è poi questa frase in cui la doppietta di "occhiali scuri" diventa fastidiosa ("il poliziotto con gli occhiali scuri smise di masticare per un attimo lo stuzzicadenti, e lo fissò dietro gli occhiali scuri").
Nulla che non si possa risistemare, in ogni caso.
Un altro lavoro discreto.
Non so davvero come farò con la classifica.
A presto
W

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Gruppo IL PUGNO DELL'UOMO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#6 » lunedì 28 dicembre 2020, 15:25

Ecco la mia classifica. Per praticità incollo i miei commenti iniziali, tenendo da conto che in alcuni casi ho avuto uno scambio di opinioni successivamente con gli autori.

1) CRISALIDI
Ciao Maurizio. Piacere di leggerti.
Non mi soffermo sullo stile, perché ormai sappiamo bene il livello qualitativo della tua penna.
Il cerchio narrativo si apre e si chiude, in uno spaccato della vita religiosa di questa comunità di fantasia, dove una madre passa da spettatrice a persona direttamente coinvolta nei riti, facendo cambiare la prospettiva degli eventi. Da neopadre sono diventato particolarmente sensibile su tutto quello che riguarda i bambini e ammetto che il testo mi ha toccato e turbato.
Se devo trovare una piccola pecca, forse mancano alcuni particolari che permettano di inquadrare al meglio l'universo che hai creato. Non si capisce bene il motivo del rito (se semplicemente per creare "angeli" che devono stare al cospetto di Dio) e come avviene la formazione del bozzolo. Ma a parte questo, direi che tutto funziona a meraviglia.
Il tema è centrato, sia col cambiamento della metamorfosi e sia col cambio di prospettiva della madre.
Complimenti e alla prossima.

2) STASERA IL CECCO NON C'HA VOGLIA DI LATTE
Ciao Andrea. Piacere di leggerti.
Ho particolarmente apprezzato lo stile del tuo racconto. Soprattutto perché sei riuscito, attraverso i dettagli, a dire molto dei personaggi. Non hai detto nulla, hai solamente mostrato, e spero di imparare dalla tua penna.
Riguardo alla storia, ho visto intensità in questo piccolo spaccato di amicizia, dove hai voluto raccontare il cambiamento e la separazione.
Forse manca un po' di potenza il finale, dove al di là del plot twist dato dalla benedizione di Tyson, che il protagonista non si aspettava, rimane poco. Almeno, da me come lettore è giunto in testa una sorta di "tutto qui?" che forse è dovuto più a una questione di gusti che a una vera e propria carenza del racconto.
Un difetto più oggettivo è forse quello della frase finale. Quel "proviamoci" non l'ho capito. Il protagonista e Tyson vogliono provare anche loro a rimettersi in riga? O c'è dell'altro? Mi sono ritrovato senza elementi per poterla interpretare bene.
Per il resto, come sempre, ottimo lavoro.

3) UN RITORNO
Ciao Giacomo. Piacere di leggerti.
Il tuo racconto è ben scritto, visivamente appagante. Quindi, dal punto di vista dello stile non ho niente da dire.
Per quanto riguarda la storia, invece, secondo me è troppo spostato il baricentro. Mi spiego meglio. Il fulcro della tua storia è l'incontro tra il protagonista e la nostra Giorgia, dove vuoi mettere in evidenza sia i cambiamenti della donna che dell'attitudine dell'uomo nei suoi confronti.
Per metà del racconto, però, ti perdi nel viaggio del protagonista verso l'hotel. Certo, grazie a questo viaggio ne approfitti per darci alcuni dettagli al fine di mostrare al lettore che il protagonista lì c'è già stato, se non cresciuto (come il riferimento a Pantani o alla signora). Dedichi, però, troppo spazio a questo e così ne dedichi poco a quello che in realtà interessa.
Quelle informazioni potevi darle in altri modi, anche partendo con il protagonista di fronte alla facciata dell'hotel con la valigia in mano. Così avresti sondato meglio il rapporto tra i due personaggi e il cerchio narrativo si sarebbe aperto e chiuso. Con il baricentro spostato, invece, questo non avviene e si ha come la sensazione che il racconto non sia un racconto ma un estratto di un romanzo, dove Giorgia è solo uno dei tanti personaggi che il protagonista incontra. Difatti, il finale risulta quasi monco e privo di mordente, come se mancasse qualcosa.
Secondo me, apportando le modifiche di cui ti ho parlato, il testo ne gioverebbe parecchio. A rileggerci!

4) TEMPESTA
Ciao Matteo. Piacere di leggerti.
Direi che il tuo testo è quello che nel girone si avvicina di più alla traccia imposta. Difatti, tutti, me compreso, ci siamo focalizzati sulla questione del cambiamento ma pochi hanno legato questo aspetto alla questione "verità". Quindi, intanto, complimenti per esserti sforzato di aderire al tema.
Lo stile è molto pomposo, con frasi lunghe e descrittive, ma credo che ben si adatti all'ambientazione che hai scelto.
Il racconto fa il suo dovere, senza troppa tensione narrativa, dal momento che ti sei limitato a spiegare la traccia attraverso il quadro e le parole del pittore. Quindi tutto si riassume in una commissione eseguita da un artista che finisce per meritarsi la ricompensa. Nulla di più. Mi sembra quindi che manchi un po' di energia nella trama. Forse è solo una questione di gusti. Rimane comunque che chiudi bene il cerchio e non lasci nulla in sospeso, portandoti a casa il risultato.
Se devo trovare delle pecche, sono perlopiù sul finale. Abbiamo uno spiegone un po' pesantino, anche se in questo racconto non saprei come si potrebbe fare altrimenti, e una frase finale che mi ha lasciato un po' tronco. A rileggerci.

5) SULLA FRONTIERA
Ciao Giulio. Piacere di leggerti.
Non so bene come prendere il tuo racconto.
Da un lato la penna mi è piaciuta tanto. Credo che tu abbia davvero un bel modo di descrivere scene e personaggi e su questo ho solo da imparare. Dall'altra, non mi è piaciuta la trama. Credo si sia rotto il patto tra scrittore e lettore in qualche punto imprecisato e da lì ho iniziato a vedere la vicenda un po' come surreale e grottesca. Forse è il ragazzino inesperto mandato a fermare persone alla frontiera? Forse è perché il ragazzino inesperto si mette a fare domande curiose lasciando parlare il tizio, facendogli snocciolare da gradasso tutto quello che vuole raccontargli? Forse il modo in cui si lascia menare che mi è parso come quello dei cattivi armati di pistola contro Walker Texas Ranger disarmato? Forse è tutto l'insieme, tanto che la chiusa, con lui che se ne va e il poliziotto che semplicemente annuisce, succube della sua forza, mi ha fatto storcere il naso come quando in tv si vede un film d'azione molto tamarro. Non so se mi sono spiegato. Trattasi quindi di una semplice questione di gusto e sono curioso di vedere le tue ottime capacità alle prese con una trama un po' più articolata. A rileggerci!

6) IL FIUME DELLA DEA
Ciao Stefano. Piacere di leggerti.
Questo racconto è ben scritto ma credo abbia diverse problematiche, sia nel contenuto che nella trama.
Ci sono dei passaggi, infatti, che sono piuttosto confusi e che non permettono di creare delle vere e proprie immagini mentali.
Per esempio, all'inizio ci parli della protagonista che sfila la freccia dalla faretra, mentre con l'altra mano accarezza il cane. Con quale mano tiene l'arco? Forse è un domanda sciocca ma durante la lettura mi sono chiesto che arma avesse e come la stesse tenendo. Era un arco? Una balestra? Sei stato un po' vago e mi ha fatto zoppicare (lo sveli solo successivamente). Lo stesso problema si presenta sul finale. Ci sono alcune contraddizioni. La Dea dice alla donna, nel sogno, di non andare due volte allo stesso fiume e viene detto che lei segue la direttiva. Eppure si presenta al fiume per uccidere il cervo. Poi decide di non scoccare la freccia e risparmiarlo, ma si butta comunque con l'intento di ucciderlo. Perché? E perché il cervo è facilmente raggiungibile in acqua se non è nemmeno ferito e in salute? Anche il finale, con lei che galoppa il cervo e si ritrova il marito per terra, davanti, mi ha lasciato perplesso. Che ci fa il marito lì? La stava cercando? Come mai è per terra?
Forse con qualche accorgimento, queste problematiche si possono risolvere. Le tue intenzioni di aderire alla trama sono chiare, volevi parlare del cambiamento della donna da preda a predatrice nei confronti del marito, ma non credo sia uscito al meglio, perché la trasformazione è repentina, senza motivazioni vere se non per il comando della Dea, non aiutando il lettore a empatizzare. Alla prossima!

7) IL CONSESSO
Ciao Giuliano. Piacere di leggerti.
Credo che sostanzialmente ci siano almeno due problemi in questo racconto.
Il primo è la presenza massiccia di infodump. Anzi, è quasi tutto infodump. Nella prima parte viene dato largo spazio a un dialogo tra maghi in cui si rimbalzano tra di loro informazioni che sono già in loro possesso. Tutti loro sanno della situazione, della decadenza della magia e della presenza della gilda degli scienziati. Ma parlano in maniera artificiosa per dare queste informazioni (per loro scontate) al lettore che non le conosce. Questo metodo rende il tutto un po' grottesco e si poteva risolvere con dialoghi più stringati e più riflessioni introspettive da parte del protagonista in merito alla situazione, così che queste informazioni ci giungessero in un modo più naturale. Stesso problema sul finale, con l'assassino che fa un altro spiegone in merito al veleno. Spiegone ancora più inutile dato che il suo interlocutore muore perfino prima che l'altro finisca di parlare.
Il secondo problema è che la mancanza dell' introspezione porta anche a non conoscere a fondo il protagonista e le sue motivazioni. Abbiamo un uomo che ha avuto come mentore il più alto in carica tra i maghi, che ha la sua fiducia, tanto che nessuno controlla il vino che versa. Eppure arriva a tradirli in favore della Scienza. Perché? Non è un'informazione da poco, dato che l'intero racconto si basa su questa sua scelta e questo suo cambiamento. Da lettore ho concluso l'ultima riga con un senso di insoddisfazione per non aver avuto questa risposta, non empatizzando con il protagonista. Alla prossima!

8) IL CICLO DELLE STAGIONI
Ciao Davide. Piacere di leggerti.
Il tuo è un buon stile, anche se pecca di diversi refusi che si potevano risolvere con qualche rilettura in più. "Perché" vanno scritti con la é e non con la è, come accade in tutto il testo.
"Un uomo canuto avvicinò il viso al finestrino. Gli sorrise e Fausto ricambiò.
Fausto abassò il finestrino. «Ma lo sa che è pericoloso?»" Qui manca una B ad abbassò e c'è la ripetizione della parola "finestra".
Sono comunque solo delle piccole cose, anche se accorgendosene in tempo si rende da subito fluida la lettura.
Passando all'aspetto della trama, credo tu abbia avuto delle ottime intenzioni, ma allo stesso tempo delle difficoltà nel concretizzarle. L'idea di un uomo che riesce ad affrontare il cambiamento grazie ai consigli di un pastore è davvero bella. Però, in questo poco spazio, mancano degli elementi fondamentali.
In primo luogo: qual è il reale problema del protagonista? Tu parli all'inizio di un picchetto andato male. Che intendi? Forse sono ignorante io, ma non so cosa sia un picchetto. Non è gergo militare? Che gli è accaduto? Una rissa? Perché ha il viso gonfio? Perché è preoccupato per i figli? Mi sembra tutto molto nebuloso. Così come ho trovato troppo indefiniti i consigli del pastore. Tutto si concentra sulla frase: "Loro crescono floridi e profumati perchè seguono il ciclo delle stagioni."
Questa frase è una frase chiave, perché è ciò che rasserena il protagonista e lo porta a cambiare prospettiva della sua situazione. Ma in sostanza, che vuol dire? Che i figli vengono su lo stesso nonostante i problemi? Che il mondo va avanti anche se siamo schiacciati dalle difficoltà? Non lo so. Mi è parso davvero scarno di sostanza. Probabilmente volevi trasmettere qualcosa di più profondo e incisivo, ma ammetto che non mi è arrivato. Peccato. A rileggerci.

Edoardo Foresti
Messaggi: 132

Re: Gruppo IL PUGNO DELL'UOMO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#7 » martedì 29 dicembre 2020, 21:29

1) Stasera il Cecco non c’ha voglia di latte, di Andrea Lauro
2) Crisalidi, di Maurizio Ferrero
3) Tempesta, di Matteo Mantoani
4) Sulla frontiera, di Giulio Palmieri
5) Il ciclo delle stagioni, di Davide Di Tullio
6) Un ritorno, di Giacomo Puca
7) Il fiume della Dea, di Stefano De Luca
8) Il consesso, di Giuliano Cannoletta

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Davide_Mannucci
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Re: Gruppo IL PUGNO DELL'UOMO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#8 » mercoledì 30 dicembre 2020, 23:34

La mia classifica, dal quarto posto in giù è stata combattutissima. Avrei dovuto dare un ex aquo ma non si può :)
Si gioca tutto veramente per pochi "punti". I primi 4 a mio avviso erano molto avanti, i primi due di un altro livello...naturalmente sempre secondo la mia per ora molto profana opinione.


1 - Crisalidi
2 - Stasera il cecco non c'ha voglia di latte
3 - Un ritorno
4 - Tempesta
5 - Il ciclo delle stagioni
6 - Sulla frontiera
7 - Il fiume della dea
8 - Il consesso


1 CRISALIDI
Ciao Maurizio, non è la prima volta che ti leggo ma non ti ho mai commentato. Devo dire che è stato un piacere! Non amo questo genere di racconti..o meglio...non li amavo ma tu, così come un'altra persona qui in MC, riesci a farmelo piacere. Il tuo stile è penetrante e ci si trova subito immersi nella storia e a volte viene da guardarsi le spalle!
Le frasi brevi, che alcuni in genere "condannano" sono ben gestite e distribuite e si vede davvero che hai gli strumenti del mestiere sempre in tasca!
Che dire? Bravo!
Sono d'accordo con Wladimiro sul finale aperto. A volte il tormento della curiosità è più gratificante della soddisfazione della stessa.
Grazie per avermi immerso in un "mondo" che di solito non mi affascina!
Alla prossima!

2 STASERA IL CECCO NON C'HA VOGLIA DI LATTE
Ciao Andrea e piacere di averti letto!
Beh, che dire? Mi hai calato nel racconto. Lo stile è perfetto, asciutto, diretto e decisamente immersivo. Ho provato anche io empatia nei confronti di Cecco ma, e qui sta secondo me il tuo capolavoro stilistico, dal punto di vista del PdV, senza mai uiscirne. Di conseguenza mi sono sentito perfettamente calato nel protagonista. Non si smette mai di essere dentro la storia, dal cavalletto fino alla sigaretta gettata - bellissimo il dettaglio della stessa rigirata tra le dita - è tutto reale e nitido.
Anche io ho notato il non corsivo sul pensiero ma leggendo la tua risposta e quella di Alessandro, beh, effettivamente si può non metterlo, non disturba e soprattutto non si esce dalla bellissima immersione in cui sei riuscito magistralmente a calare il lettore.
Ottima prova! Ho letto due racconti ottimi in questo gruppo e mi toccherà lanciare la monetina per il primo posto, accidenti a voi! :)

Bravissimo e a rileggerci presto!

3 UN RITORNO
Ciao Giacomo, piacere di leggerti. Credo sia la prima volta che ti commento.
Allora, il racconto mi è piaciuto molto. Lo stile è molto buono e fa entrre nela storia praticamente subito. Il trolley che mitraglia è uno spettacolo, mi hai trasportato lì. Accompagni il lettore fin dall'inizio e ho particolarmente apprezzato l'aria spaesata alla stazione che, con uno stile davvero apprezzabile, trasmetti al lettore.
Forse manca davvero quel qualcosa in più ma probabilemnte sarebbe stato strizzato nei 4000 caratteri per cui...buona prova anche così. Per il momento si gioca un piazzamento sul mio podio.
Complimenti e a presto!

4 TEMPESTA
Ciao Matteo e piacere di leggerti.
Davvero una bella prova. Mi è davvero piaciuto.
Ci porti a Venezia e ci fai conoscere Giorgione attravderso gli occhi del protagonista, nella cui testa siamo ben radicati. Scrittura immersiva - per usare un termine iper inflazionato - perfettamente riuscita.
Il finale che spiega poteva essere diversamente gestito ma lo hai messo magistralemente nelle mani del protagonista e non hai disturbato o inficiato il risultato di un racconto che resta una prova davvero buona.
A rileggerti!

5 IL CICLO DELLE STAGIONI
Ciao Davide, piacere di leggerti.
Il racconto ha un potenziale enorme, l'idea è davvero buona ma presenta lacune che ne sviliscono un po' un risultato comunque positivo.
Sono d'accordo con chi ha parlato di trama a tratti nebulosa, anche se, nonostante alcune parti di raccontato, lo stile è buono, scorrevole e favorisce abbastanza l'immersione nella storia.
Le ripetizioni non aiutano a stare ben radicati nella storia ma è pure vero che i pochi caratteri e il tempo che corre non semre riescono a conciliare la scrittura con la revisione.
Una priva discreta che resta indietro rispetto ad altri racconti ma neanche più di tanto.
A presto!

6 SULLA FRONTIERA
Ciao Giulio, questo racconto mi darà del filo da torcere nella classifica. In questo girone ci sono due prove a mio avviso superlative che si giocano il primo posto, due ottime prove e poi le altre che sono tutte buone o almeno discrete che se la giocano sulla base di inezie e piccoli dettagli. Detto questo, direi una buona prova la tua ma che presenta alcune lacune (wow....faccio pure gli anagrammi!). Naturalmente il mio commento è l'opinione di un aspirante scrittore che è qui per migliorarsi e lo fa anche cercando indegnamente di commentare i lavori altrui. Mi piace come scrivi ma sono d'accordo con chi ti ha fatto notare le ripetizioni e i pdv che a una prima lettura sembrano altalenanti.
Il punto di forza del racconto è senz'altro l'atmosfera che fai respirare senza difficoltà e queto denota una capacità stilistica che ha un potenziale ancora secondo me comunque inespresso.
A presto!

7 IL FIUME DELLA DEA
Ciao Stefano, piacere di leggerti.
Non è tra i racconti che mi hanno più colpito nel girone ma è senz'altro una prova più che discreta. Ho apprezzato lo stile, mi piace come scrivi e, anche se il testo contiene una buona dose di narrato, non disturba affatto la fluidità della lettura anzi, la rallenta al punto giusto. Il narrato dosato con l'equilibrio che usi tu, rende la lettura gradevole e, appunto, equilibrata.
A presto!

8 IL CONSESSO
Ciao Giuliano, trovo il tuo racconto una prova discreta, con un alto potenziale ma gestita in modo non ottimale. Sono d'accordo con gli altri commenti. Io non sono ossessionato dall'infodump, trovo che spesso si etichettino dialoghi spiegoni anche quando si trasemttono informazioni da un personaggio all'altro e non al lettore. Spiegone è quando è palesemente inutile lo scambio tra personaggi e chiaramente rivolto al pubblico. Nel tuo caso è cosìl, anche se non è una cosa che disturba fino a dover prendere il cortisone :)
Scherzi a parte, provando a immergerti con un pdv ben radicato e con la telecamera ben piazzata nella testa di un personaggio credo che la storia, che ripeto ha un bel potenziale, ne gioverebbe.
Una prova tuttaltro che negativa, comunque.
A rileggerti!
Davide Mannucci

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antico
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Re: Gruppo IL PUGNO DELL'UOMO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#9 » giovedì 31 dicembre 2020, 17:15

Avete ricevuto cinque classifiche, ve ne mancano quattro.

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Andrea76
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Re: Gruppo IL PUGNO DELL'UOMO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#10 » venerdì 1 gennaio 2021, 18:59

La mia cassifica con commenti:

1° UN RITORNO, di Giacomo Puca
C’è tanto sottotesto in questo racconto, questo perché il tuo stile, asciutto ma denso di significati, mira con successo all’evocazione pura di quel maledetto mostro che è il tempo. La fatiscenza della stazione, il paesaggio (post-epidemia?) del paese natio, le forme di una donna guastate dagli anni: sono tutti elementi che immergono il lettore in quell’atmosfera di declino e decadenza che era esattamente quella, a mio avviso, che tu puntavi ad invocare. I dialoghi stessi – efficaci nel portare avanti la storia –, così carichi di disincanto e cinismo, contribuiscono alla malinconoia che pervade noi lettori per tutto ciò che una volta ci rendeva felici senza che in realtà sapessimo di esserlo. C’è eccome un’ulteriore chiave di interpretazione che sviluppa il tema del contest: di fronte alla schiavitù a cui il cambiamento costringe, l’unica cosa che ci sottrae al mutamento è il rispetto dell’integrità, intesa non come morale bensì come la cocciuta, impavida coerenza tra le nostre azioni e la nostra sensibilità.

2° IL FIUME DELLA DEA, di Stefano De Luca
“Nello stesso fiume non è possibile entrare due volte”. Nel panta rei di Eraclito (che pure non pronunciò mai queste due parole, a farlo fu Platone nei Dialoghi), la fissità è un inganno perché le acque non sono mai le stesse, così come il fiume non è mai lo stesso fiume. E non è dato tuffarvisi più di una volta: la seconda volta, il fiume non sarà lo stesso della prima. Il tema da te scelto è così bello da più che compensare ogni balbettamento stilistico o debolezza drammaturgica. Personalmente credo che ti sarebbe bastato riservare la scena a Tullia e al suo cane e alla caccia al cervo senza sovraccaricarla del conflitto con il marito che a mio avviso aggiunge quantitativamente ma non qualitativamente. A parte questa imperfezione unita a una certa slegatura nelle molteplici azioni compiute da Tullia nel finale, questo racconto è da incensare per una certa classe con cui affronta e sviluppa il tema del cambiamento e di come esso non riguardi solo le cose, ma anche noi. Noi che, con il nostro perpetuo scorrere di impressioni e di pensieri, siamo persistenti soltanto in apparenza.

3° STASERA IL CECCO NON C’HA VOGLIA DI LATTE, di Andrea Lauro
Una valida caratterizzazione dei personaggi in scena è la base granitica su cui si fonda l’architettura di questo racconto. La psicologia dei tre ragazzi, pur priva di sfaccettature, prende vita attraverso i comportamenti, le azioni o le parole dei medesimi, e mai dalla penna dell’autore. Un’esemplare dimostrazione di “mostrato”, caratterizzato dalla precisione assoluta di certi dettagli - come la macchina che distribuisce il latte - che non sono casuali ma funzionali al comportamento dei personaggi. Dei tre Nostri in scena il più debole è proprio il protagonista, già solo per l’assenza di un nome proprio che lo caratterizzi, e poi per una generale estraneità al fuoco del desiderio che invece arde in Cecco, e poi ancora per la sua mancanza di evoluzione nella risoluzione del conflitto, che è infatti decisa dall’esortazione di Tyson dalla quale il pdv si limita a far scaturire vaghi ma non proprio definiti propositi.


4° CRISALIDI, di Maurizio Ferrero
Parto con le impressioni sul tuo stile che ancora una volta si conferma efficace: colpiscono l’accurata selezione dei dettagli nel rappresentare lo schiudimento del bozzolo, il corpo irrisolto dell’Officiante, la mostruosa fisicità dell’Angelo. I dialoghi sono scarni ma credibili, il flusso della storia carico di un patos di angoscia ineluttabile che a mio avviso non cala anche quando intuiamo, ben presto, che il prossimo prescelto sarà il figlio della protagonista. Decisamente toccante il finale, con l’Angelo che vola verso un altro mondo che non sappiamo se essere migliore.
Rispetto ai tuoi standard ho trovato delle sbavature, alcune non veniali, come ad esempio la tardiva focalizzazione del portatore di punto di vista che rende faticosa a leggersi la descrizione dell’habitat che la precede. L’attinenza al tema è zoppicante: personalmente ho letto il tuo racconto più nella chiave del rapporto dell’individuo con la fede, piuttosto che in quella del cambiamento.

5° TEMPESTA, di Matteo Mantovani
Racconto che centra in pieno il tema e che trae spunto dal quadro “La Tempesta” del Giorgione, che nel corso dei secoli ha subìto le più molteplici interpretazioni da critici d’arte, storiografi e filosofi: c’è chi in esso ha visto il compendio delle teorie neoplatoniche, chi significati alchemici, chi un riferimento alla Genesi della Bibbia. Fatto sta che attingendo da questa disparità di vedute, il tuo racconto ha uno sviluppo brillante del tema che lo pone tra i più originali di questo contest. Ritengo però che questa peculiarità venga in parte guastata dalla battuta conclusiva del Giorgione che suona come troppo ricalcante le parole stesse del tema. Concordo con chi ti ha fatto notare la necessità di un plot twist alternativo, più sconvolgente rispetto a un finale che, come tu lo hai concepito, non solo non aggiunge niente alla storia ma è anche esterno, poco immersivo: la riflessione a margine che metti in bocca al Nobil Homo è in realtà quella didascalica e ingombrante dell’autore, che tu al contrario avevi così efficacemente fatto sparire nella prima parte del racconto.

6° SULLA FRONTIERA, di Giulio Palmieri
Un interessante spaccato di crime-story che si regge su dialoghi ispirati al più riuscito dei cinema di Tarantino. Se esiste un B-Movie allora esiste pure una B-Story che nel tuo caso ha anche il grande merito di prendere in giro sé stessa. Trovo divertenti i personaggi che hai costruito, infatti sta proprio nel Soggetto, più che nella Sceneggiatura, la forza del tuo racconto. Con più tempo a disposizione a mio avviso avresti perfezionato il testo che invece nella stesura che ci hai presentato presenta delle problematiche che inficiano la fluidità della lettura: mi riferisco alle ripetizioni (“ragazzino”, “occhiali scuri”) e alla poca chiarezza nell’iniziale scambio di battute tra il poliziotto e Rebelli. In generale si fa fatica ad attribuire le battute a lui o all’altro, e ciò dà al lettore la sgradevole sensazione di un Pdv ballerino. L’impressione è che basti oliare qualche ingranaggio per trasformare questo racconto da crisalide in farfalla.

7° IL CONSESSO, di Giuliano Cannoletta
Credo che il problema di questo racconto non sta nello stile che è piuttosto ricercato senza per questo risultare di maniera. Non sta nemmeno nel flusso di informazioni lasciato scorrere nei dialoghi tra i maghi, perché sono convinto che non ci fosse modo più elegante di quello che hai usato per fornire al lettore i dati essenziali al proseguimento di una lettura in orizzontale della storia. Il problema a mio avviso sta nella carente caratterizzazione di Galean nel quale non si accende mai un fuoco del desiderio. Manca nel personaggio una tridimensionalità, ovvero un conflitto interiore che determini la scelta finale del tradimento. Un tradimento che appare freddo e non passionale, in quanto l’anteposizione della Scienza alla Fede (che è una scelta più ideologica che individuale) non basta per sviscerare le autentiche emozioni del protagonista e, di conseguenza, anche quelle del lettore.

8° IL CICLO DELLE STAGIONI, di Davide Di Tullio
Racconto dal notevole potenziale che difetta però del giusto flusso di informazioni. Manca soprattutto la caratterizzazione del conflitto in quanto non viene chiarito ciò che tormenta i pensieri di Fausto (una citazione di Ghoete?) e qual è l’errore che ha commesso e che lo fa dubitare della clemenza della moglie. La figura del pastore-guru è affascinante anche se il suo spessore è in parte ridimensionato dal dialogo piuttosto didascalico tra lui e il protagonista. L’idea che la stessa realtà possa cambiare anche solo in virtù della visione che abbiamo di essa, è un concetto da condividere che però non ha un suo mordente nel racconto. Non lo ha perché, come detto, non si conoscono le ragioni che hanno determinato l’incidente scatenante che fa dubitare Fausto del suo futuro. Viceversa, il discorso motivazionale del guru e la reazione amorevole della moglie al suo ritorno a casa, avrebbero avuto un efficace rapporto di causa-effetto qualora i timori di Fausto fossero stati inizialmente esplicitati.

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antico
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Re: Gruppo IL PUGNO DELL'UOMO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#11 » sabato 2 gennaio 2021, 10:51

Ultimo giorno e dovete ancora ricevere tre classifiche.

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roberto.masini
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Re: Gruppo IL PUGNO DELL'UOMO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#12 » sabato 2 gennaio 2021, 15:27

Ecco i miei commenti seguiti dal solita soffertissima classifica:

CRISALIDI
Ciao, Maurizio.
Un potente racconto simbolico dove il tema del mutamento inizia già dal titolo. Le descrizioni sono perfette. Concordo con i complimenti sullo stile e sul finale aperto. Le mie forti perplessità convergono invece sull'ambientazione che è assolutamente cristiana (angelo, regno di Dio). Una tale collocazione stride con tutte queste variazioni che andavano cronologicamente esplicitate oppure andava utilizzato una diversa divinità o semidivinità. Qualcuno ha parlato di significati allegorici ma l'allegoria è quella figura retorica per cui qualcosa di astratto viene espresso attraverso un'immagine concreta e non di fantasia. Forse, come diciamo spesso per le regole stringenti di MC, questo racconto non era altro che il bellissimo primo capitolo di un romanzo.
A rileggerci!

STASERA IL CECCO NON C'HA VOGLIA DI LATTE
Ciao, Andrea.
Bellissimo racconto ma non è il primo, come affermano i commentatori che mi hanno preceduto. Il tema è centratissimo. Mi ha colpito questa entrata nell'età adulta attraverso un'ordalia della rinuncia. Non esco più con i miei amici a fare stupidaggini ma torno a casa a studiare. Non so se l'apprezzamento derivi anche per me come per altri da vivide storie personali, chino sui testi latini e greci mentre altri si divertivano in casa d'altri! (Le discoteche erano ancora lontane). Io che a parole critico l'infodump, ma nei miei racconti lo utilizzo sempre, vedrò di copiare gli spunti che mi dà il tuo racconto.
A rileggerci!

UN RITORNO
Ciao, Giacomo.
Mi vengono in mente due parole che pervadono il tuo racconto: malinconia e tempo. Soprattutto l'ultimo lega particolarmente la narrazione al tema. Lo stile è conciso ma particolarmente apprezzabile in quanto evocativo. Se me lo consenti, copierò la tua torta caduta e raccolta! Ho apprezzato il finale che in realtà non è un finale (sempre secondo me!).Tutto cambia ma forse il fiume eracliteo in cui c'immergevamo da giovani era più fresco.
A rileggerci.

IL CICLO DELLE STAGIONI
Ciao, Davide.
Il tema dell'arcadico pastore mal si concilia con i problemi coniugali che, peraltro sono imprecisati. Sembrerebbero così gravi da meritare più che un accenno. O forse non sono affatto gravi; sono quisquilie e perciò la moglie lo perdona subito. La mia personale incomprensione del testo mi porta a un giudizio non completamente positivo che non è mitigato dall'apprezzamento per lo stile scarno ma efficace.
A rileggerci!

TEMPESTA
Ciao, Matteo.
Il tuo racconto è quello che più mi ha convinto per quanto riguarda l'aderenza al tema. Non sempre sono appassionato al presente storico ma in questo caso la scelta è efficace. L'ambientazione è perfetta. Il vero protagonista è Giorgione che tu ci fai vedere con gli occhi e con il pensiero del committente. I critici più attenti della "Tempesta" ci dicono che l'opera del pittore con tutte le sue modifiche tiene sempre ferma la figura del fulmine che si apre a innumerevoli interpretazioni come il monolito di Kubrick. Non concordo con chi invoca un plot twist più sconvolgente. A me pare che questo racconto si possa annoverare tra i generi storico-filosofici che non necessitano affatto di colpi di scena!
A rileggerci!

IL FIUME DELLA DEA
Ciao, Stefano.
Questo gradevole racconto mitologico che riecheggia le Metamorfosi di Ovidio centra il tema del cambiamento, del mutato atteggiamento della cacciatrice che caccia ma non sacrifica più il cervo sacro a Diana. Tullia sembra una ninfa proprio perché il suo scontro con il marito che ha lasciato la prima notte di nozze ne fa appunto una vergine. Lo stile è scorrevole. Forse qualche dialogo in più e qualche descrizione in meno l'avrebbero reso migliore. Comunque un buon lavoro!
A rileggerci!

IL CONSESSO
Ciao, Giuliano.
Una storia di tradimento tra maghi ambientata in una scontata ambientazione medievale (gilda, il nome Galean), Molto il narrato, poco il mostrato ma anch'io scrivo così e mi piovono le critiche. Quindi, per non predicar bene e razzolar male, avrei accettato tranquillamente il coacervo d'informazioni se, tra questo, avessi per lo meno intuito le cause recondite del tradimento. La loro rivelazione si poteva conciliare benissimo con il carattere freddo e distaccato di Galean ma non ne ho trovato traccia. L'introspezione, come hanno già detto altri commentatori, è ciò che manca. Il tema è comunque centrato.
A rileggerci!

SULLA FRONTIERA
Ciao, Giulio.
Rischio di ripetere giudizi già espressi da altri ma che sono scaturiti da una terza lettura del tuo testo prima ancora di aver letto gli altri commenti. Quando devo leggere più volte un racconto c'è qualcosa che non scorre anche se può essere il limite intellettuale del lettore. Ho impiegato appunto un po' prima di capire che il PDV è di Rebelli (o no?). Lo stile è reso zoppicante dalle iterazioni ma viene temperato dall'atmosfera resa in modo ottimo.
A rileggerci!

CLASSIFICA:

1) Tempesta di Matteo Mantoani
2) Stasera il Cecco non c'ha voglia di latte di Andrea Lauro
3) Un ritorno di Giacomo Puca
4) Crisalidi di Maurizio Ferrero
5) Il fiume della Dea di Stefano De Luca
6) Sulla frontiera di Giulio Palmieri
7) Il ciclo delle stagioni di Davide Di Tullio
8) Il consesso di Giuliano Cannoletta

PhilStones
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Re: Gruppo IL PUGNO DELL'UOMO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#13 » sabato 2 gennaio 2021, 16:30

CLASSIFICA

1) Crisalidi - Maurizio Ferrero
2) Stasera il Cecco non c’ha voglia di latte - Andrea Lauro
3) Un ritorno - Giacomo Puca
4) Tempesta - Matteo Mantoani
5) Il ciclo delle stagioni - Davide Di Tullio
6) Sulla frontiera - Giulio Palmieri
7) Il consesso - Giuliano Cannoletta
8) Il fiume della Dea - Stefano De Luca


Crisalidi
Ciao Maurizio, è un piacere leggerti.

io apprezzo i racconto carichi di significati allegorici. Mettere una placenta su un altare e ali e zampe da locusta a un angelo sono due scelte forti ma azzaccate.
La scrittura è scorrevole. La scelta degli aggettivi e del ritmo è congruente con la crudità di questo mondo fatto di continui trasformazioni e addii ciclici. Avrei solo voluto vedere un po' di più l'ambiente intorno.
Alla funzione poi, si è obbligati ad andare? Perché quando dici che Clara non aveva mai mancato... dà l'idea di un qualcosa di volontario...

Tre minuzie:
- 'Si ferma davanti alla nostra panca. Clara sussulta e mormora qualcosa di incomprensibile. Sembra che stia guardando me, ma è impossibile dirlo con certezza.' Non è chiarissimo a chi si riferisce. Pensandoci è ovvio che si riferisca all'angelo, ma leggendo pensavo fosse Clara.
- "Angemorfosi". A una prima lettura non avevo colto. magari chiamandola "Angelomorfosi" o "Angelizzazione" sarebbe stato tutto chiaro fin da subito.. infatti la successiva battuta ('Destinati a servire... cieli.') mi aveva colto alla sprovvista.
- 'Lucas, tra le mie braccia, piagnucola. Ha fame. Lo spingo contro il mio seno in modo da calmarlo.' Opinione personale, potrebbe essere meglio: 'Lucas piagnucola tra le mie braccia dalla fame. Me lo attacco al seno'. Da Lettore me lo immagino già molto piccolo e la precisazione che lo fa per calmarlo può non servire.

Buona sfida !


Stasera il Cecco non c’ha voglia di latte
Ciao Andrea, il tuo racconto mi ha convinto.
Sono stato anche io un parcheggio con gli amici ad aspettare il tipo con la macchina.. e in ogni compagnia c'era quello un po' più tamarro che tirava le file. Quindi non ho potuto che immedesimarmi.
Anche il tema del cambiamento si sente eccome. Probabilmente se lo leggesse una donna o un ragazzo nato a fine anni novanta non risucirebbero a cogliere tutte le sfumature con cui hai ricamato il testo e perderebbero qualcosa. Ma io sono in target!
Lo stile è asciutto, i personaggi e i dialoghi ben delineati.
Unica cosa che non mi ha convinto al 100% è stato il finale, come già scritto da Gabriele. Non mi era chiaro a cosa si riferisse quel 'proviamoci'. Visto che prima hai fatto lanciare la bottiglia intera di latte, ed è un'azione parecchio forte e che scredita molto il Protagonista (almeno ai miei occhi di lettore), per farci capire che la decisione di Tyson l'aveva messo in discussione, potevi non fargli buttare la sigaretta nelle "ombre", ma spegnerla a terra e metterla nel cestino (in modo da mostrarci un inziale cambiamento).
Tre sfumate minuzie:
- "Tyson è tutto, per noi". Si era già capito perfettamente in precedenza. Per me puoi toglierlo.
- "colpo di mazzetta su banco di lavoro". Non mi ha convinto: nella mia testa so che rumore fa una bottiglia contro un palo e la precisazione mi ha rallentato la lettura, facendomi pensare a un martello e a un fabbro... Di conseguenza l'esplosione del tappo nella mia testa è avvenuta troppo dopo, invece che conteporanea al colpo.
- Honda Civic, Eiffel 65, mi riportano a inizi anni 2000... L'euroi è entrato nel 2002, e 2 euro per il latte mi sembrano una spesa ingente... (ora il latte al distributore costa 1,5 circa). Contanto che le Camel all'epoca ne costavano poco più di 3, il gesto del latte mi ha dato l'impressione di un figlio di papà poco attaccato al denaro, invece che di un giovane di periferia.

Spero che i suggerimenti ti siano utili
Buona sfida!


Un ritorno
Ciao Giacomo,
il tuo tentativo di mostrare il cambiamento con me ha funzionato. E a me piacciono gli ambienti decadenti e le piccole realtà ai limiti della civiltà.
Non ho sentito la necessità di una caratterizzazione migliore del Protagonista e delle sue motivazioni. Anche perché è evidente fin da subito che il suo viaggio non abbia altra funzione che quella di essere spettatore del cambiamento, che solo chi ha conosciuto un luogo e ci è tornato solo dopo anni può interpretare.

Lo stile è scorrevole, anche se ci sono giusto un paio di passaggi che non mi hano convinto.
- Quando entra e la vede in faccia secondo me doveva già riconoscerla. Le persone importanti nella nostra vita non cambiano così tanto, se non quando sono molto vecchie. Soprattutto le ragazze o i ragazzi che ci piacevano alle superiori ci restano in mente. Molto più difficile invece riconoscerle dalla voce, quando il volto non ci aveva detto nulla.
- la storia del caffé mi ha complicato un po' la prima lettura. Soprattutto perché lui fa qualcosa che il lettore non si aspetta. Magari potevi andare più diretto, con un allusione pinta e un suo rifiuto ancora più netto. Oppure la proposta indecente potevi darla fare da lei mentre lui si avviava in camera...

Un'ultima cosa sfumata.
- "Dietro il bancone ondeggia una schiena china." Un dodecasillabo che... non so perché... non mi piace. E l'immagine può essere espressa meglio... Soprattutto con un uso più garbato delle due 'Ch' finali!

Buona sfida


Tempesta
Ciao Matteo,
non posso che concordare su quanto detto dagli altri. Il finale didascalico stona un po' con il contest e, soprattutto, con le aspettative che avevo dopo la prima parte.
Stile immersivo ben riuscito, sia nell'ambientazione che nei dialoghi.
Ti segnalo tre minuzie:
1 - il primo dialogo: in teoria la battuta spetterebbe al PdV. Nella frase successiva comunque torna tutto chiaro.
2 - da "raddrizzo la schiena" sino alla fine della prima parte... la struttura è sempre caratterizzata da 1 (a volte 2) Action Tag + "dialogo". Se li conti sono ben 12 costruzioni analoghe. Il testo è scritto bene quindi si nota poco, ma a me ha colpito. Magari con qualche spsotamento e qualche ActionT in meno potevi dare maggiore varietà. Nella seconda parte capita di nuovo, ma è gestito meglio e quasi non si sente.
3- i macigni!

Per me una buona prova, peccato il finale con lo spiegone: l'ho letto voracemente aspettandomi la svolta ogni volta che andavo a capo... invece tutto finito.

Buona sfida


Il ciclo delle stagioni
Ciao Davide,
di solito non leggo mai i commenti di altri prima di scrivere il mio.. ma qua ho sentito il bisogno di farlo. Perché dopo aver letto due volte non avevo ancora capito alcuni passaggi e speravo che nelle loro indicazioni ci fosse qualcosa di utile.
Mi trovo ad essere d'accordo su quanto già scritto, in particolare sui due elementi che più mi avevano lasciato sospettoso:
- non sappiamo cosa abbia fatto di così grave per rischiare la famiglia
- non capisco il perdono elargito con tanta facilità dalla moglie.

Non ho avuto problemi con lo stile di scrittura. Anzi, è scorrevole e di certe ripetizioni non me n'ero nemmeno accorto.
Come nota di colore segnalo che in passato ho avuto modo di parlare con dei pastori... E il loro linguaggio era al limite del comprensibile e non odoravano di erba tagliata! Per questo, quando ho letto il diaologo forbito sono rimasto spiazzato...
Tra l'altro se un pastore perde il gregge... è una cosa grave... non è che se ne sta tranquillo e filosofeggiante. Il che mi ha portato a pensare che la figura del pastore non fosse altro che un allucinazione, un delirio mistico che rivela la verità a Fausto... Ma il racconto non è strutturato in modo da supportare al pieno questa ipotesi.

Buona sfida


Sulla frontiera

Ciao Giulio,

quando ho inziato a leggere sono stato avvolto da una fresca ventata di deserto messicano. Non è un ossimoro. Tra tutte le location che mi sono figurato prima di scrivere il mio racconto e tra tutte quelle che ho letto... questa non me la aspettavo e mi ha piacevolmente coivolto.
Anche il dialogo iniziale, nonostante meritasse qualche Tag o contestualizzaizone maggiore, mi ha catturato. Mi ci vedevo, accanto al poliziotto con gli occhaili a specchio. O accanto al protagonista. O dietro la macchina. O dentro.
Ecco, questo è il problema: si delinea tutto dopo.
Il poliziotto tra l'altro da solo in pattuglia sul confine mi sembra esagerato...
E quando iniziamo a capire che sono solo in tre (l'uomo senza nome che vuole andare a Tulum ancora non ho ben capito se sia in auto o fuori al caldo) inzia un po' di confusione.
L'idea del poliziotto giovane e tosto che si oppone al cambiamento dei due mi piace... ma c'è un po' di confusione nella realizzazione di certi passaggi, come ti hanno fato notare.
Commento dibattuto e con rammarico perché l'idea di base e la scena, con qualche sistemazione, hanno un potenziale enorme!

Buona sfida


Il consesso
Ciao Giuliano,

ho letto volenteri il tuo racconto perché le ambientazioni fantastiche mi riempiono sempre di curiosità.
Lo stile è buono e scorre via, soprattutto l'ultima parte, peccato per i due grossi problemi che ti hanno già segnalato. Sui dialoghi, più che infastidirmi con l'infodump (ho letto con aviditià per conoscere meglio l'ambientazione), mi hanno rallentato un po': un paio in particolare, un po' lunghi, hanno spento la temperatura della lettura.
La scena finale è fatta bene, ma manca la preparazione. E, soprattutto, avevo già sospettato qualcosa quando si è messo a versare il vino.

Buona sfida


Il fiume della Dea
Ciao Stefano,
il tuo stile di scrittura può essere migliorato, ma nel leggere ho avvertito una certa musicalità che mi ha tenuto attaccato al testo fino alla fine. Ammetto che non è il mio genere e non posso esprimermi con cognizione di causa, ma le tamatiche del sogno e del fiume hanno accompagnato tutta la lettura e mi sono rimaste impresse, forse più del marito che la schiaffeggia. Il significato allegorico del racconto ci sta alla perfezione col tema del cambiamento, così come la rappresentazione della cacciatrice.
Avrei solo voluto vedere più azione e, magari, un finale meno in linea con la liricità del resto del racconto, così da scuotere un po' la lettura, che, per come l'ho affrontata, mi ha tenuto troppo in un mood "poetico".

Buona sfida

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antico
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Re: Gruppo IL PUGNO DELL'UOMO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#14 » sabato 2 gennaio 2021, 17:49

Vi manca una sola classifica.

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Gennibo
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Re: Gruppo IL PUGNO DELL'UOMO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#15 » sabato 2 gennaio 2021, 17:57

Ecco la mia soffertissima classifica:

1 Un ritorno
2 Stasera il Cecco non c’ha voglia di latte
3 Crisalidi
4 La tempesta
5 Sulla frontiera
6 Il consesso
7 Il fiume della Dea
8 Il ciclo delle stagioni


Crisalidi di Maurizio Ferrero
Ciao Maurizio! È sempre un piacere leggerti, la cosa che ho preferito di questo racconto è la scelta che fa la crisalide, quando sceglie la vecchia signora, come se non fosse un caso, come se lui avesse riconosciuto l'anziana e quindi anche la madre.
Lo stile è molto ricco di particolari e ogni volta mi sembra che la tua scrittura migliora. Mi chiedo se sia necessario parlare del padre e della sorella, perché la loro descrizione apre un mondo di domande che rimangono in sospeso.
A parte questo piccolo particolare, molto bravo.

Stasera il Cecco non c'ha voglia di latte di Andrea Lauro
Ciao Andrea, ho dovuto andare su internet per capire cosa fosse un Booster, così ho capito di quale tipo di cavalletto si stesse parlando, pensavo fosse un problema mio, ma anche mio marito non sapeva cosa fosse; come dice mia figlia, mi sa che siamo dei fossili! ;)
A parte questo piccolo dettaglio ho trovato molto buono il tuo racconto, il ritmo serrato, lo stile sciolto e sicuro.
Ho trovato particolarmente interessante il pdv che ha la prima persona focalizzata su un personaggio diverso da quello con cui ho empatizzato. Un gioco di diversi punti di vista (in questo caso di diverse visioni delle cose) che penso sia difficile da rendere ma che tu hai gestito in modo efficace.
Molto bravo.

Un ritorno di Giacomo Puca
Ciao Giacomo! Questo è uno dei racconti che ho preferito, molto ben gestito e ho visto le varie scene corredate delle giuste descrizioni come: "Il trolley mitraglia sul selciato".
Accattivante il contrasto quando dice che carezza padre Pio e sceglie la musica tecno. Ma non è il solo.
Insomma, complimenti per lo stile e il controllo della storia.
Quando ho letto: “Lungo la statale” mi sono partite nella testa le note di Adelante di De Gregori :D
P.S. Solo un piccolo appunto:
Un ragazzo con la pelle olivastra poggiato alla portiera. Mi fa un cenno.
Nella prima frase manca il verbo, potresti risolvere con:
Il ragazzo con la pelle olivastra poggiato alla portiera mi fa un cenno.
Alla prossima e buona Edition!

La Tempesta di Matteo Mantoani
Ciao Matteo, l’idea del racconto mi è piaciuta, il vecchio e il giovane, le cose che cambiano, il quadro che ognuno interpreta a modo suo come la verità, mi sembrano tutte idee azzeccate.
Penso che ci sia spazio per migliorare uno stile che è sulla buona strada; ad esempio: che ne dici se all’inizio mettessi dei punti invece delle virgole per separare i soggetti? (Atrio, porta, folate di vento)
“Le palpebre mi pesano come macigni” qui si poteva fare di meglio, io capisco il collegamento tra pesante e macigni, ma pensa alle palpebre, ti sembrano un grosso sasso? Visto che stai parlando di arte, magari puoi paragonarle a delle lastre di marmo.
Sempre alle “palpebre stanche” mi chiedo se sia un nobile o un servo, non l’ho capito.
Quando dici “Mi avete fatto chiamare Nobil Homo” non si capisce chi lo dice, siamo nel pdv del protagonista, sarà lui a dirlo? Boh. (lui è il servo, è stanco, ci sta)
Il giovane ha suonato tutta la notte… quindi prima ha parlato il giovane?
Prima del primo dialogo potevi dire qualcosa tipo: Il giovane si inchina davanti a me, si rialza senza sforzo (al contrario del protagonista che si raddrizza, se capisco bene, con fatica). Sarebbe un modo per chiarire le idee al lettore.
Dopo: “Scuoto la testa” invece di: “Intendevo l’altra arte: ti commissiono un dipinto”
potresti dire: “Pensavo a un quadro, mi hanno detto che sei molto bravo.” (così eviteresti la ripetizione dipinto/dipinga)
Più avanti accorcerei i dialoghi che sanno un po’ di spiegato. Alla fine della prima parte, secondo me basterebbe un: “accetto la sfida”.
Invece di: “mi colpisce le narici” potresti scrivere: “La porta è aperta, ne esce un odore di…” e hai risolto. (mia curiosità: come fa a sapere che l’odore è di pittura ad olio?)
Capisco che fai una descrizione disordinata del posto e poi la vuoi giustificare con: “la mia bottega non è in ordine” però secondo me sa di padrona di casa che accoglie gli ospiti, magari potresti dire che il posto non è all’altezza di sua signoria o cose del genere.
“Lo guardo stringendo le palpebre” migliorerebbe con un: “Stringo le palpebre” e poi c’è la descrizione di cosa vede, cioè il quadro, che va bene, se non fosse che poi viene ripetuta più sotto e alla fine il tutto risulta troppo spiegato.
Bene il finale con il committente che lo paga perché contento del lavoro.
Ciao e alla prossima!

Sulla frontiera di Giulio Palmieri
Ciao Giulio, che piacere ritrovarti qui nell’arena di MC! Come gli altri sono stata catturata dall’inizio del tuo racconto, da quell’atmosfera alla Cormac McCarthy che io adoro. Peccato quel “non era intimorito” e anche per la storia del film, un raccontato che spezza il dialogo botta e risposta, ti consiglio di riscriverlo tutto con la stessa dinamica, penso che ne verrebbe fuori un gioiellino.
Sul finale migliora ma secondo me andrebbe sistemato.
Perché il ragazzino dovrebbe andarsene? Il suo posto è lì alla frontiera, potrebbe rimanere lì a guardarlo andare via, e poi chissà cosa farà, probabilmente nulla.
L’ultima riga non mi dispiace, però toglierei quel “come annuisse”.
Alla prossima e Buona Edition!

Il ciclo delle stagioni di Davide di Tullio
Ciao Davide, questo racconto mi sembra scritto un po’ di fretta, so che puoi fare molto meglio.
Capisco, perché succede anche a me, non tutti i racconti riescono come vorremmo, come li abbiamo in testa. Ad esempio, non si capisce se al tornante l’auto sta salendo o scendendo, cosa intendi con “il picchetto”? E anche la frase: “Oggi è un giorno speciale”, perché? Pensavo lo dicesse a qualcuno, ma se ho inteso bene Fausto è da solo in auto, e non è contento di come stanno andando le cose, forse è una battuta ironica? Non credo, non mi è sembrato lo stile del racconto. (sto facendo delle ipotesi)
Andando avanti ho cercato di trovare un senso al racconto ma non ci sono riuscita. Nonostante queste criticità la scrittura mi sembra buona, a tratti virtuosa, in stile poetico di prima metà del novecento, come quando dici: “La tenue luminescenza dell’alba si rifletteva sulla nebbia che dai declivi calvi di Montaperti scivolava sulla striscia di asfalto umida. Superò la cunetta e scalò in terza.”
Alla prossima e buona Edition!

Il fiume della Dea di Stefano de Luca
Ciao Stefano, e piacere di leggerti, tu hai questo stile sognante, simbolico, molto suggestivo, non padroneggi ancora perfettamente la tecnica, ma mi sembra che tu sia sulla buona strada.
Questo racconto mi è piaciuto abbastanza, nonostante le criticità che già ti hanno fatto notare.
All'inizio mi è sembrato di entrare nelle atmosfere del "Peso della farfalla" di De Luca, a questo proposito ti consiglio di andare a vedere come lui gestisce le frasi. Ho notato qualche criticità con la gestione dei soggetti, tipo:
Tullia prese la mira, la saetta riuscì a colpire il cervo sul collo, ma senza ucciderlo: iniziò a scalciare nell’acqua, provava a nuotare senza più riuscirci.
Qui hai: “Tullia prese la mira. (qui potresti mettere un punto, visto che poi cambi il soggetto che diventa la saetta) La saetta riuscì a colpire il cervo sul collo, ma senza ucciderlo:iniziò a scalciare nell’acqua… (l'ultimo soggetto è la saetta, quindi per la grammatica sarebbe la saetta che inizia a scalciare nell'acqua.)
Riguardo la donna che si addormenta, io me la immagino stesa, anche se in effetti tu non lo dici. Quando scrivi che lo schiaffo la butta a terra viene da pensare che sia in piedi, o comunque seduta, forse potresti far notare che si è addormentata dietro il cespuglio, ma appoggiata a un sasso o a un tronco, così che noi la vediamo seduta e poi capiamo il movimento che fa quando viene schiaffeggiata e buttata giù dalla forza dell'uomo.
Potresti anche dare più forza alla frase sul fiume rafforzando il concetto, tipo: "Quando scenderai il fiume non sarà più lo stesso"
Spero di averti dato dei suggerimenti costruttivi.
A presto e buona Edition!

Il consesso di Giuliano Cannoletta
Ciao Giuliano, credo che sia la prima volta che ti leggo, la tua scrittura mi è piaciuta, mi è sembrata una storia di più ampio respiro, soprattutto dal modo in cui ti soffermi con le descrizioni che del resto a me sono piaciute. Le informazioni, visto che sono date in una riunione, secondo me non stonano all’inizio, verso la fine perde un po’ di focalizzazione, si poteva fare in modo che il tipo che fa il discorso di vecchio stampo venga “eliminato” per lasciare spazio al “cambiamento”, che forse è anche quello che tu volevi trasmettere, ma sul finale mi sono un po’ persa e non ci giurerei.
Comunque una buona prova anche se da sistemare.
P.S. Toglierei all’inizio dove dice di essere in ritardo, potresti descrivere lui che si affretta e poi capiamo dalla descrizione che fai più avanti, che è in ritardo.
Alla prossima e buona Edition!

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Re: Gruppo IL PUGNO DELL'UOMO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#16 » sabato 2 gennaio 2021, 18:30

Avete ricevuto tutte le classifiche.

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Re: Gruppo IL PUGNO DELL'UOMO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#17 » martedì 5 gennaio 2021, 19:43

Ecco a voi i miei commenti e classifica:

1) Crisalidi, di Maurizio Ferrero
Un raccontone, poco altro da dire. Tema affrontato in modo elegante, potenza assoluta delle immagini presentate, totale controllo sul narrato, grande analisi sociale affrontata. Pollice su con lode e pacca dell'Antico.
2) Stasera il Cecco non c’ha voglia di latte, di Andrea Lauro
Il racconto è di livello più che buono, ma credo tu non abbia ottenuto il massimo dai tuoi personaggi. Ci mostri una scena il cui punto di svolta sta nella scelta di Tyson, ma non ci fai davvero percepire chi è Tyson per i due protagonisti. Sì, arriva e ci dai l'informazione che è il più tosto dei tre, quello con più esperienza, ma non mi basta perché ci sono dinamiche di un trio intero e quel finale con il protagonista che segue Cecco abbandonando Tyson solo in seguito alla sua tolleranza verso le decisioni del primo, beh, non mi ha convinto per nulla. Il tema lo trovo ben presentato, ma non sviluppato al meglio proprio perché il racconto, in questa versione, mi risulta monco sul finale. Concludendo, un pollice rivolto verso l'alto in modo solido, ma non brillante.
3) Sulla frontiera, di Giulio Palmieri
Ti incasini parecchio con la storia del film e su un paio di particolari che rimangono sospesi come i jeans sporchi di sangue che non vengono mai mostrati se non nel racconto del film o chi c'è nel bagagliaio (è difficile ricominciare una vita portandosi appresso un cadavere!). Detto questo, la lettura è stata piacevole e ho molto apprezzato il lavoro sul tema. Per me è un pollice su convinto che si piazza dietro al pari valutato racconto di Lauro perché meno preciso in ogni sua parte.
4) Tempesta, di Matteo Mantoani
Cavolo, avrei tanto voluto premiarlo, questo racconto, però l'impostazione alla sua base non me lo permette. Scritto in modo ordinato e chiaro, si legge bene e con piacere. Però ha due grossi punti deboli: 1) è totalmente funzionale al tema e basta, non succede nulla di importante o di connesso all'interno di un tessuto narrativo utile a un racconto e questo si evidenzia soprattutto nel 2) fatto che la chiusa avviene quando, quasi a gratis, il committente si reca a trovare Giorgione più di un anno dopo e trova il quadro pronto, paga, zero tensione narrativa. Appunto, questo pezzo è come se fosse un fan service del tema e basta.Pollice tendente verso il positivo, questo è certo, e dico anche in modo solido perché non ha sbavature. In classifica finisce dietro al pari valutato racconto di Lauro perché, in quel caso, c'è una struttura narrativa più funzionale alla forma racconto.
5) Un ritorno, di Giacomo Puca
Ho faticato parecchio a entrare nel racconto. In particolare ho trovato mal costruita la prima frase, forse perché quel "Dov'era, c'è" avrebbe avuto bisogno di un "ora" o "dove c'era un tempo", qualcosa che mi permettesse di capire subito il tono del racconto. Anche perché quando il treno riparte sono stato portato a pensare che il protagonista ci fosse sopra e questo ha generato altra confusione. Poi... Il taxi in un paese di 300 anime? Credo avrebbe potuto raggiungere la destinazione a piedi, ma poi ho pensato "Ok, la stazione non sarà in quel paese, ma tipo a chissà quanti km di distanza" però il protagonista fa un chiaro riferimento al fatto che quel taxi sopravvivesse in un paesino di 300 abitanti, altra confusione. Insomma, ho trovato arduo entrare in questo contesto e questo ha penalizzato la mia esperienza perché, ricordiamocelo, per perdere un lettore su un racconto breve che non è obbligato a finire ci vuole molto meno (a meno che questo non sia presentato come il vincitore di qualcosa, ovviamente). Detto questo, il racconto non mi è assolutamente dispiaciuto e la mia valutazione è un pollice verso l'alto anche se non in un modo solido come nel caso del racconto di Lauro. Il tema è fondante il racconto stesso ed è stato ben sviluppato.
6) Il consesso, di Giuliano Cannoletta
La lettura è piacevole, ma si rimane ad aspettare il quid e quando arriva si rimane delusi perché non lo si riesce a vivere. Il lettore rimane distante dall'assassino e il tutto risulta un pelo gratuito e passivo e questo perché hai utilizzato lo spazio per fornire informazioni utili al contesto, ma non al racconto, nel senso che non semini elementi interessanti per la vicenda narrata limitandoti a buttare dentro, quasi passivamente, informazioni per il macrocontesto. Ne consegue che il tema, a sua volta, non passa perché, semplicemente, non lo sviluppi. Pollice tendente verso l'alto in modo non brillante e ti posiziono davanti al racconto di De Luca perché il suo è vessato da una macroproblematica riguardante il punto di svolta.
7) Il fiume della Dea, di Stefano De Luca
Credo che il problema principale del racconto sia proprio nel punto in cui dovrebbe disvelare il suo senso, cioè nell'approccio alla seconda caccia su quello che appare lo stesso fiume, ma non lo è. Ecco, non mi è proprio arrivato il tuo intento e la mia esperienza di lettura è stata molto simile a quella di Dolzadelli. Probabilmente necessitava di più spazio, quella scena particolare, e anche di un qualcosa di più guidato per la sua interpretazione, come anche l'evolversi finale di Tullia, del resto. La lettura, di contro, è stata piacevole anche se negativamente influenzata da questa chiusa che ritengo mal dosata rispetto alle intenzioni. Come valutazione sto su un pollice tendende verso l'alto anche se non in modo così convinto, molto vicino al racconto di Puca che però gli preferisco per una maggiore chiarezza d'intenti a livello globale.
8) Il ciclo delle stagioni, di Davide Di Tullio
Un racconto che, questa volta, non ti è riuscito bene, capita. Rimangono fumose le informazioni sul contesto, non si capisce perché sia pericoloso percorrere quella strada, il personaggio del pastore ha atteggiamenti da mistico non motivati e Aurora lo accoglie in modo troppo positivo per come ce l'avevi presentata. Manca della ciccia per motivare le tue scelte. Per me siamo su un pollice ni con un bel punto di domanda in testa.

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