Tonati Edition: 'Gremlins'

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eleonora.rossetti
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Tonati Edition: 'Gremlins'

Messaggio#1 » giovedì 7 maggio 2015, 9:58

[sono senza linea da casa (a meno di scriverlo col cellulare, LOL!) e ho dovuto scriverlo praticamente nelle pause del lavoro! Ecco la nuova versione di Gremlins, spero vi piaccia più della precedente!]

GREMLINS

Li sento. Sono nell’impianto d’aerazione della Exodus. Sotto lo scafo. Nelle intercapedini.
Tickle-tickle-tickle.
Riesco a sentirli, oltre le urla. Oltre la sirena. Oltre la voce di Julie, il comandante, che mi rimbomba nell’auricolare in dotazione.
“Cole, rapporto!”
Poverina, svegliata forse proprio nel mezzo di uno di quei bei sogni erotici di cui amava tanto raccontarmi. Il sistema d’allarme generale deve averla espulsa a forza dalla capsula criogenica e fatta correre in plancia. Uno dopo l’altro, anche il resto dell’equipaggio l’ha seguita.
“Danni su tutto lo scafo! Forse uno sciame di asteroidi, ma l’autoriparazione ha funzionato a dovere!”
“E allora perché stiamo cadendo?”
“La rotta è stata riprogrammata! Siamo attirati dalla gravità di un pianeta! Collisione prevista in dodici minuti!”
“Retrorazzi d’emergenza!”
“Il sistema non risponde! Tutto è bloccato, anche sul manuale!”
“Alan, dove CAZZO sei?! Alan! ALAN!”

Sento Julie gridare il mio nome. Spera nel mio intervento, spera che il suo adorato ingegnere di bordo emerga come un deus ex machina e intervenga, che sblocchi tutto e li salvi.
Ma non voglio.
Loro non vogliono.
Tickle-tickle-tickle.

Dovevo dormire come gli altri. Ma qualcosa è andato storto.
La Exodus era la summa delle nuove tecnologie, il meglio per il balzo interstellare. Eppure è successo lo stesso. Un guasto, un fottuto guasto nell’impianto criogenico di una capsula.
Ovviamente la mia.
E siccome le sfighe vanno sempre in coppia, un’anomalia sul sistema d’espulsione d’emergenza ha impedito che venissi sputato fuori.
Ed è lì che arriva la vera mazzata. Quando capisci che la tua mente non è ibernata come il corpo. Quando capisci che stai ascoltando il silenzio, quel fottuto silenzio che cristosantobenedetto durerà ANNI. Che quel cesso di capsula diventerà la tua bara. Allora sì che c’è da piangere. Piangere da solo, nel silenzio assoluto, chiedendosi perché, perché proprio a te.
Io l’ho fatto.
Finché non ho iniziato a sentirli.

So che è colpa loro. Quei piccoli bastardi infestavano i trabiccoli alati già nella prima Guerra Mondiale, non potevano resistere a un’intera astronave da sabotare, unici e indiscussi clandestini della nuova era.
Perché loro esistono. Devono esistere. Quel guasto così assurdo DEVE avere un motivo...
Tickle-tickle-tickle.
Gli altri avrebbero scambiato questi suoni per urti sullo scafo dovuti ai detriti, cigolii d’assestamento, rumori fantasma generati dall’immaginazione... o dalla pazzia dovuta alla solitudine e al silenzio assoluto.
Ma io non sono pazzo. Non lo sono. Non lo sono...

Erano dappertutto. Li sentivo correre
(ting-ting)
sulle pareti, e poi sul soffitto
(tick-tick-tick-tick)
come ragnetti forsennati. Ogni tanto andavano a ritmo, quasi una ninna nanna. Altre volte, era invece un linguaggio Morse, forte e chiaro.
Vieni!
Perché mi chiamavano? Cosa volevano?
Vieni!
Non posso. Avevo le labbra ancora congelate e potevo soltanto pensare. Loro, però, sembravano capirmi comunque.
Vieni!
Siete stati voi a provocare il guasto! Avete manomesso la mia capsula! Perché?
Troppo tempo, troppo tempo!
sussurravano. Ci annoiamo!
Perché io?!
Quella domanda è sempre rimasta senza risposta.
Fino a oggi.

Poche ore fa, il sistema d’espulsione s’è sbloccato all’improvviso, senza una ragione. Con un bip e un concerto di luci rosse, finalmente la capsula mi ha rigettato.
Anche questo per opera loro. Ne ero più che certo.
Vieni!
Li ho seguiti fino alla plancia, senza esitazione.
Tickle-tickle-tickle!
Ho disattivato gli scudi e, oltre il vetro, ho osservato l’immobilità delle galassie e i detriti che sfrecciavano accanto alla fusoliera.
Sotto i miei occhi, un monitor a scandire il countdown.
155 anni, 62 giorni, 19 ore alla meta.
In quel momento ho capito ogni cosa. Ho capito perché avevano sabotato la mia capsula la prima volta, ho capito perché mi hanno liberato solo quest’oggi. Perché comprendessi cosa significasse davvero la parola noia. Perché provassi... empatia, l’avrebbe chiamata Dave, lo psicologo di bordo, se fosse stato lì con me.
Ma Dave dormiva. Io no.
155 anni, 62 giorni, 19 ore.
Troppo, troppo, troppo tempo. Basta viaggiare.
Come dar loro torto?
Tickle-tickle-tickle.

Nell’auricolare, le urla dell’equipaggio si confondono.
Sorrido.
L’attesa non sarà lunga. Non più. Per nessuno.
Non mi troveranno mai prima che la Exodus impatti. Mi nascondo, proprio come loro.
E anche se riuscissero a trovarmi, non cambierebbe nulla. Non è colpa mia. Lo dirò, finché non mi crederanno. Non è colpa mia. Non è colpa mia...
Tickle-tickle-tickle.
Sono stati loro.


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antico
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Messaggio#2 » giovedì 7 maggio 2015, 10:16

Benvenuta nel Laboratorio, Eleonora. E complimenti per i successi letterari di questo periodo, ho sentito good news... Divertiti a scambiare un po' di pareri con gli altri utenti del Lab e appena ti senti pronta, CONVOCAMI ;)

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Linda De Santi
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Messaggio#3 » venerdì 8 maggio 2015, 12:36

Ciao Eleonora! Mi è davvero piaciuto questo racconto, è molto gobile e scorrevole. Rispetto alla prima versione mi sembra più chiaro quello che sta accadendo e i dettagli che hai aggiunto lo rendono più accattivante.
Hai reso bene le sensazioni del protagonista e hai creato la giusta atmosfera, asfissiante e opprimente.

Il titolo forse è leggermente fuorviante, quando ho letto "Gremlins" mi aspettavo i famosi mostriciattoli, e invece, dalla descrizione che ne fai, sembrano degli insetti: piccoli, infestanti, insidiosi.

Ottimo racconto, complimenti! :)

alexandra.fischer
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Messaggio#4 » sabato 9 maggio 2015, 21:52

Ciao Eleonora,
ho trovato il tuo racconto molto interessante. La scelta delle onomatopee gli ha conferito velocità, indubbiamente. Il sonno criogeno interrotto in modo imprevisto mi ha fatta pensare a un fumetto di Martin Mystère. Per quel che riguarda i Gremlins, trovo che siano un'arma a doppio taglio: al lettore medio vengono in mente quelli della serie di film. Io li ho immaginati con armature tipo Klingon. Il problema è: Da dove vengono? Chi li manda? Perché sabotano il viaggio della Exodus? Insolita l'immagine Exodus-trabiccolo alato della Seconda Guerra Mondiale.

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invernomuto
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Messaggio#5 » martedì 12 maggio 2015, 10:00

Ciao Eleonora.

È bello dopo tanti anni trovare qualcun altro che conosca le origini del termine Gremlin e quali erano i loro misfatti originali.
Per quanto i tuoi sabotatori, come quelli degli aeroplani d'annata, siano probabilmente parte del delirio di Alan, sono un bel mezzo narrativo legato a doppio filo con il vero e proprio "folklore" del guasto.

Le onomatopee sparse e il vocabolario "libero" del protagonista contribuiscono a dare sostanza e umanità alla storia, che a me è piaciuta parecchio.

L'unico passaggio che secondo me non funziona a dovere è questo.

In quel momento ho capito ogni cosa. Ho capito perché avevano sabotato la mia capsula la prima volta, ho capito perché mi hanno liberato solo quest’oggi.

Penso che sarebbe più incisivo omettere "in quel momento" e lasciare un più diretto "ho capito ogni cosa" per mantenere lo stile rapido e quasi ossessivo del protagonista.

Spero di rileggerti nel prossimo contest.

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eleonora.rossetti
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Messaggio#6 » mercoledì 13 maggio 2015, 10:01

Grazie a chiunque sia intervenuto! Rispondo punto per punto!

@Linda:
Il titolo forse è leggermente fuorviante, quando ho letto “Gremlins” mi aspettavo i famosi mostriciattoli, e invece, dalla descrizione che ne fai, sembrano degli insetti: piccoli, infestanti, insidiosi.

In realtà, come già ha intuito invernomuto, non ho volutamente dato un aspetto ai Gremlin perché li intendo nell'accezione che avevano nella Seconda Guerra Mondiale: esseri pestiferi che si divertivano a sabotare gli aerei, e non i mostriciattoli pericolosi e letali, figli del mogwai, che la TV ci ha fatto vedere ^_^ Ognuno, quindi, è libero di immaginarseli come vuole.

@Alexandra:
Il problema è: Da dove vengono? Chi li manda? Perché sabotano il viaggio della Exodus?

Perché possono, è nella loro natura. In questo caso, però, ho sparso abbastanza indizi per far capire che i Gremlins sono soltanto nella testa del protagonista che, reso pazzo dal silenzio ed esasperato per l'assurda quanto terribile situazione, comincia a delirare e in quel delirio trova le risposte a quanto sta accadendo: una situazione assurda richiede una spiegazione assurda. In realtà i rumori che si sentono sono ben altri, del tutto innocui. Ma lui vi ci vede i mostriciattoli sabotatori e sfoga su di loro quanto sta accadendo, cercando proprio di darci un senso. Alla fine il vero guasto è lui, scaturito da un guasto "minore", che condannerà l'intera nave, senza possibilità di salvezza.

@invernomuto:
L’unico passaggio che secondo me non funziona a dovere è questo.
In quel momento ho capito ogni cosa. Ho capito perché avevano sabotato la mia capsula la prima volta, ho capito perché mi hanno liberato solo quest’oggi.

Rileggendo, trovo che hai ragione, la tua controproposta è ancora più incisiva. Prima di convocare l'Antico, correggerò ;)
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eleonora.rossetti
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Messaggio#7 » martedì 19 maggio 2015, 11:28

Antico, ti CONVOCO!
 
GREMLINS
 
Li sento. Sono nell’impianto d’aerazione della Exodus. Sotto lo scafo. Nelle intercapedini.
Tickle-tickle-tickle.
Riesco a sentirli, oltre le urla. Oltre la sirena. Oltre la voce di Julie, il comandante, che mi rimbomba nell’auricolare in dotazione.
“Cole, rapporto!”
Poverina, svegliata forse proprio nel mezzo di uno di quei bei sogni erotici di cui amava tanto raccontarmi. Il sistema d’allarme generale deve averla espulsa a forza[eliminare] dalla capsula criogenica e fatta correre in plancia[eliminare]. Uno dopo l’altro, anche il resto dell’equipaggio l’ha seguita.
“Danni su tutto lo scafo! Forse uno sciame di[eliminare] asteroidi, ma l’autoriparazione ha funzionato a dovere[eliminare]!”
E allora[eliminare] perché stiamo cadendo?”
“La rotta è stata riprogrammata! Siamo attirati dalla gravità di un pianeta! Collisione prevista in dodici minuti!”
“Retrorazzi d’emergenza!”
“Il sistema non risponde! Tutto è bloccato, anche sul manuale[sostituire con E' TUTTO BLOCCATO]!”
“Alan, dove CAZZO sei?! Alan! ALAN!”
Sento Julie gridare il mio nome. Spera nel mio intervento, spera che il suo adorato ingegnere di bordo emerga come un deus ex machina e intervenga, che sblocchi tutto e li salvi.
Ma non voglio.
Loro non vogliono.
Tickle-tickle-tickle.
 
Dovevo dormire come gli altri. Ma qualcosa è andato storto.
La Exodus era la summa delle nuove tecnologie, il meglio per il balzo interstellare. Eppure è successo lo stesso. Un guasto, un fottuto guasto nell’impianto criogenico di una capsula, la mia.
Ovviamente la mia.[eliminare]
E siccome le sfighe vanno[sostituire con SI DICE CHE LE SFIGHE VADANO] sempre in coppia: un’anomalia sul sistema d’espulsione d’emergenza ha impedito che venissi sputato fuori.
Ed è lì che arriva la vera mazzata.[eliminare] Quando capisci che la tua mente non è ibernata come il corpo. Quando capisci che stai ascoltando il silenzio, quel fottuto silenzio che cristosantobenedetto durerà ANNI. Che quel cesso di capsula diventerà la tua bara. Allora sì che c’è da piangere[sostituire con PUOI PIANGERE]. Piangere da solo, nel silenzio assoluto, chiedendoti perché, perché proprio a te.
Io l’ho fatto.
Finché non ho iniziato a sentirli.
 
So che è colpa loro. Quei piccoli bastardi infestavano i trabiccoli alati già nella prima Guerra Mondiale,[togliere virgola e mettere E DI SICURO] non potevano resistere a un’intera astronave da sabotare, unici e indiscussi clandestini della nuova era.[eliminare]
Perché loro esistono. Devono esistere. Quel guasto così assurdo DEVE avere un motivo…
Tickle-tickle-tickle.
Gli altri avrebbero scambiato questi suoni per urti sullo scafo dovuti ai detriti, cigolii d’assestamento, rumori fantasma generati dall’immaginazione… o dalla pazzia dovuta alla solitudine e al silenzio assoluto, [aggiungere UN SILENZIO DURATO UN CENTINAIO D'ANNI].
Ma io non sono pazzo. Non lo sono. Non lo sono…
 
Erano dappertutto. Li sentivo correre
(ting-ting)
sulle pareti, e poi sul soffitto
(tick-tick-tick-tick)
come ragnetti forsennati. Ogni tanto andavano a ritmo, quasi una ninna nanna. Altre volte, era invece un linguaggio Morse, forte e chiaro.
Vieni!
Perché mi chiamavano? Cosa volevano?
Vieni!
Non posso.
Avevo le labbra ancora congelate e potevo soltanto pensare. Loro, però, sembravano capirmi comunque[eliminare].
Vieni!
Siete stati voi a provocare il guasto! Avete manomesso la mia capsula! Perché?
Troppo tempo, troppo tempo!
sussurravano. Ci annoiamo[sostituire con NOIA!
Perché io?!

Quella domanda è sempre rimasta senza risposta.
Fino a oggi.
 
Poche ore fa, il sistema d’espulsione s’è sbloccato all’improvviso, senza una ragione. Con un bip e un concerto di luci rosse, finalmente[eliminare] la capsula mi ha rigettato.
Anche questo per opera loro. Ne ero più che[eliminare] certo.
Vieni!
Li ho seguiti fino alla plancia, senza esitazione.
Tickle-tickle-tickle!
Ho disattivato gli scudi e, oltre il vetro, ho osservato l’immobilità delle galassie e i detriti che sfrecciavano accanto alla fusoliera.
Sotto i miei occhi, un monitor a scandire il countdown.
[aggiungere ANCORA] 155 anni, 62 giorni, 19 ore alla meta.
Ho capito ogni cosa. Ho capito perché avevano sabotato la mia capsula la prima volta, ho capito perché mi hanno liberato solo quest’oggi. Perché comprendessi cosa significasse davvero la parola noia. Perché provassi… empatia, l’avrebbe chiamata Dave, lo psicologo di bordo, se fosse stato lì con me.
Ma Dave dormiva. Io no.
155 anni, 62 giorni, 19 ore.
Troppo, troppo, troppo tempo. Basta viaggiare.
Come dar loro torto?
Tickle-tickle-tickle.
 
Nell’auricolare, le urla dell’equipaggio si confondono.
Sorrido.
L’attesa non sarà lunga. Non più. Per nessuno.
Non mi troveranno mai[eliminare] prima che la Exodus impatti. Mi nascondo, proprio come loro.
E anche se riuscissero a trovarmi, non cambierebbe nulla. Non è colpa mia. Lo dirò, finché non mi crederanno. Non è colpa mia. Non è colpa mia…
Tickle-tickle-tickle.
Sono stati loro.
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Messaggio#8 » martedì 19 maggio 2015, 15:44

Molto bene Eleonora. Devo ancora valutare:
- Vendetta, tremenda vendetta
- Sordo Cieco Muto
poi arriverò da te ;)

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Messaggio#9 » venerdì 22 maggio 2015, 17:51

Letto e apprezzato. Per me è AMMESSO. Prima di chiudere il tread, però, ti chiedo un'ultima revisione. Non mi convince quel 155 giorni alla meta... Non è indicazione di quanto è stato in attesa, ma di quanto manca. Credo che renderebbe di più l'informazione di quanto ha dovuto aspettare. Altra cosa, nella foga di spiegare la presenza dei Gremlins e la follia del protagonista ho la sensazione che tu abbia ecceduto nell'aggiungere informazioni. Prova a rileggere asciugando leggermente. Intendiamoci, mi sta bene anche così, ma credo che più asciugato il risultato potrebbe essere più elegante. Attendo tue news.

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Messaggio#10 » venerdì 22 maggio 2015, 20:12

Ave Antico! Rispondo punto per punto:
Non mi convince quel 155 giorni alla meta… Non è indicazione di quanto è stato in attesa, ma di quanto manca. Credo che renderebbe di più l’informazione di quanto ha dovuto aspettare.

In realtà la data del "quanto manca", se la togliessi, non mi giustificherebbe il perché lui fa schiantare la navicella. Lui si è svegliato, sa che non potrà più ibernarsi perché la sua capsula è guasta, morirà sull'astronave comunque, e solo come un cane, in compagnia soltanto dei Gremlins (che sono la proiezione del suo subconscio, è la sua mente malata che vuole porre fine a quell'attesa). Se mettessi il tempo trascorso non so quanta importanza avrebbe per il senso della storia. Mentre invece sapere che non arriverà mai vivo alla meta renderebbe giustificato il suo manipolare la rotta.
Altra cosa, nella foga di spiegare la presenza dei Gremlins e la follia del protagonista ho la sensazione che tu abbia ecceduto nell’aggiungere informazioni. Prova a rileggere asciugando leggermente. Intendiamoci, mi sta bene anche così, ma credo che più asciugato il risultato potrebbe essere più elegante.

Avendo avuto il limite dei caratteri a 3000, nella versione precedente, ed essendo risultato piuttosto nebuloso ho preferito dare un po' di spazio alle spiegazioni per renderlo comprensibile. Ho visto che in altri racconti hai sottolineato le parti che non ti convincevano, sai segnalarmi i possibili "punti" che è possibile limare?

 
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antico
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Messaggio#11 » venerdì 5 giugno 2015, 11:15

Scusandomi per il ritardo, ho messo in grassetto i miei suggerimenti. Prova a rileggerlo così e fammi sapere.

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eleonora.rossetti
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Messaggio#12 » martedì 16 giugno 2015, 21:04

Salve Antico! Scusa se rispondo solo ora.
Lascio qui in risposta solo i punti, nelle tue correzioni, che mi convincono meno:

e fatta correre in plancia[eliminare].

Non lo eliminerei, altrimenti non si capirebbe da dove stiano facendo il check delle condizioni della nave.
E allora[eliminare] perché stiamo cadendo?”

E' collegato alla frase di cui sopra. E' per sottolineare come, nonostante il buono stato della nave, la Exodus stia precipitando.
Ed è lì che arriva la vera mazzata.[eliminare]

Non so, toglierla secondo me toglierebbe l'ineluttabilità del destino di cui il protagonista si rende conto di colpo. Conta che è molto "dialogato" come racconto, essendo in prima persona; renderlo troppo parafrasato secondo me diventa troppo "finto". Però boh, forse impressione mia.
c’è da piangere[sostituire con PUOI PIANGERE]

Più che PUOI, userei DEVI, a questo punto. Altrimenti userei la versione originale.

[aggiungere UN SILENZIO DURATO UN CENTINAIO D’ANNI].

Alan non rimane per così tanto tempo: c'è stato un guasto nel sistema criogenico, quindi non sopravviverebbe così tanto. Lui sa che comunque morirebbe da solo, come un cane, su quella nave. Semplicemente non può muoversi nella capsula, dato l'ulteriore guasto al sistema d'espulsione.


[aggiungere ANCORA] 155 anni, 62 giorni, 19 ore alla meta.

Qui in realtà replicavo la scritta per come appare sul monitor, per questo non ho messo "ancora" nella prima versione. In realtà non è un problema, però ci tenevo a far chiarezza ;)

Aspetto tuo riscontro!
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