Storia di qualcuno

70ª Edizione, Minuti Contati saluta l'estate dedicandogli la Summer Edition. Guest Star è Livio Gambarini, in passato anche concorrente e ora lanciatissimo nel mondo dell'editoria. QUI potete visionare il trailer, potete trovarci anche degli indizi per il tema che vi aspetta. Ricordiamo: l'appuntamento è per lunedì 24 agosto dalle ore 21.00 all'una. Una singola sera, in contrapposizione alla Two Days appena conclusa.
Veronica Cani
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Storia di qualcuno

Messaggio#1 » martedì 25 agosto 2015, 0:12

STORIA DI QUALCUNO

di Veronica Cani

 

Viviamo solo se qualcun altro crede nella nostra esistenza. Di questa asserzione sono sempre stato fermamente convinto da quand’ero bambino e mio padre e mia madre mi scambiavano per mio fratello. «Herbert, non allontanarti troppo! E cerca di essere a casa per cena!» mi gridavano dietro, quando uscivo per giocare in cortile. «Non mi chiamo Herbert!» avrei voluto urlare di rimando. Ma forse, a pensarci bene, era proprio a mio fratello che si rivolgevano.
A scuola, quando i professori chiamavano i nomi all’appello, segnavano sempre la mia assenza sul registro, anche quando risultavo presente. Ma questo non rappresentò mai un problema: tanto, il giorno dopo, la giustificazione non me la chiedeva nessuno.
Il vero problema sorse la prima volta in cui mi innamorai. Lei si chiamava Marie Anne ed era bellissima, con gli occhi di zaffiro e i capelli d’oro che splendevano al sole. La vidi passeggiare una sera d’estate vicino al parco in cui andavo a leggere i romanzi di Borges. Lei, naturalmente, non vide me.
Riuscii a scoprire dove abitava e passavo ore e ore ad ammirarla. Tenevo con me un pugnale, all’epoca, che avevo acquistato nella bottega di un antiquario e che usavo per incidere il mio nome sul tronco degli alberi nel parco. Volevo che almeno nel legno restasse impressa una piccola traccia della mia presenza, visto che nessuno la notava. Presi a scolpire il mio nome anche sui rami delle piante che sporgevano dal giardino di Marie Anne; ma dopo poco tempo quegli arbusti furono potati, e il mio nome ripiombò nell’oblio.
Per fortuna non si accorse mai della mia esistenza e del mio struggimento, altrimenti avrei passato guai seri con il suo fidanzato! Lui era un violento. Quando si sposarono, qualche anno dopo, iniziò a picchiarla selvaggiamente e lei passava la notte a piangere. E io, che sapevo, soffrivo per lei.
Ma una sera accadde un fatto bizzarro: il marito di Marie Anne, uscito da casa dopo una lite furibonda con sua moglie, finita, come di consueto, a legnate, fu trovato cadavere all’angolo di una strada buia. Qualcuno l’aveva massacrato a pugnalate.
Fu aperta un’indagine, ovviamente, ma il colpevole non venne mai scoperto. E nemmeno il pugnale. Il giudice fu costretto ad archiviare quello strano caso come delitto a opera di ignoti. Tirai un sospiro di sollievo quando abbandonarono le indagini. Per la prima volta nella mia vita, ero contento che nessuno si fosse accorto di me.
Quando morii, molti anni dopo, portarono la mia bara in una cappella, provvisoriamente: non era possibile darmi subito una degna sepoltura. Indovinate perché? Nessuno ricordava il mio nome. E quindi non sapevano cosa scrivere sulla lapide. Ma non mi meravigliai per questo. D’altronde, non l’aveva detto anche il mio amato Borges? “In vita, aveva patito d’irrealtà; morto, non è più nemmeno il fantasma che era stato”.
Avrei voluto suggerire ai presenti questa bella frase per la mia lapide, ma poi mi ricordai che non esistevo più. O, per meglio dire, che non ero mai esistito.



cristina.danini
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Messaggio#2 » martedì 25 agosto 2015, 13:17

Ciao Veronica :-)
Certo il tuo protagonista è il più invisibile della storia! Fino a quando parli della sua morte mi sono chiesta se fosse una persona reale oppure uno spirito, un'entità fantastica.
Il racconto scorre bene, ma è proprio questa invisibilità che mi lascia dubbiosa; sembra quasi eccessiva, possibile che neanche i genitori si ricordassero di lui e del suo nome? Il tuo qualcuno ha vissuto un'esistenza molto triste.
Complimenti comunque!

Veronica Cani
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Messaggio#3 » martedì 25 agosto 2015, 16:29

Ciao, Cristina! :) Il mio racconto è volutamente surreale e capisco che possa disorientare il lettore. Grazie per le osservazioni! :)

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Angela
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Messaggio#4 » martedì 25 agosto 2015, 22:00

Racconto davvero particolare e considera che io sono un'amante del genere. L'incipit è perfetto, hai agganciato subito il mio interesse di lettrice. Durante la trama in cui concedi piccoli particolari senza scoprire troppo le carte come una consumata giallista, semini indizi che però, devo dire, mi hanno portata fuori strada.Credevo stessimo parlando di un ragazzino che non c'è più, invece nel finale c'è il suo funerale e questo mi ha spiazzata.
Credo che questo sia l'unico neo del testo che è scritto molto bene (ti ho segnalato solo alcuni appunti che ti potrebbero essere utili in caso di revisione). Bella prova. Anche questo testo merita un bel sette.

sono sempre stato fermamente convinto da quand’ero bambino
“fin da quando”…

A scuola, quando i professori chiamavano i nomi all’appello,
più semplicemente “facevano l’appello”

Tenevo con me un pugnale, all’epoca,
Capovolgere. “All’epoca…”
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

Veronica Cani
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Messaggio#5 » mercoledì 26 agosto 2015, 8:51

Ciao, Angela, grazie per le osservazioni! Noto che la parte finale sta lasciando perplesso più di un lettore...bene, è interessante, perché da autrice non mi ero resa conto dell'effetto che potesse fare su chi l'avrebbe poi letto. A presto! :)

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invernomuto
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Messaggio#6 » domenica 30 agosto 2015, 7:31

Ciao Veronica, benvenuta su Minuti Contati, lieto di fare la tua conoscenza.

Il “Qualcuno” innominato del tuo racconto è un personaggio interessante, affetto dall'anonimato e dall'invisibilità sociale portate al loro limite estremo, elevandole quasi a uno sgradito superpotere.

Come tutti i superpoteri ben fatti, però, in alcune situazioni si rivela un vero e proprio asso nella manica e infatti il tuo racconto segue questa progressione quasi canonica, con un rifiuto iniziale e un processo di accettazione e convivenza.

Il tema è stato centrato in pieno e sviluppato in modo più che soddisfacente eppure mi resta l'impressione che la linea temporale avanzi troppo rapidamente, silurandoci in meno di 3000 caratteri (per forza!) dalla nascita alla morte del poveretto, insomma è un racconto che gioverebbe davvero tanto di qualche spazio in più.

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Andrea Partiti
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Messaggio#7 » lunedì 31 agosto 2015, 0:08

Il tema dell'invisibilità c'è tutto, forse troppo.
Era ragionevole (e piacevole da leggere) l'invisibilità di tipo sociale da cui parti nel tuo racconto. La rabbia di non essere considerati dalla propria famiglia prima e dalla ragazza che si ama, poi l'essere invisibili per la polizia quando si è commesso un delitto, vantaggioso.
Mi lascia un po' perplesso solo il finale, dove l'invisibilità diventa quasi letterale. La logica ci dice che non è possibile che il nostro Qualcuno sia davvero anonimo, che non abbia il suo nome scritto da qualche parte, nel portafogli, in casa. Mi fa dubitare di aver capito a fondo il significato del racconto, se dovevo capire qualcosa in più.
A parte questo appunto sul finale, il tuo stile è piacevole e molto facile da leggere, scorre via con grande piacere e non si inceppa mai, non ci sono punti stagnanti nella narrazione ed è incredibilmente essenziale (anche grazie al lavoro di sfoltitura del racconto per stare nei caratteri, immagino!)

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Vastatio
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Messaggio#8 » martedì 1 settembre 2015, 10:36

Ciao, una bel racconto che fila finno alla fine e mi ha tenuto in sospeso aspettando la soluzione. Un chiarimento, una spiegazione alla "irrealtà" così marcata del protagonista (la frase iniziale è troppo lapidaria e non viene motivata in modo credibile nel testo). Che però non arriva. Allora ci sono rimasto male. La sospensione dell'incredulità diventa la consapevolezza di essere stato preso in giro (senza offesa per entrambe le parti in causa).
All'inizio parli di un fratello, quindi c'era la possibilità di un gemello, magari di uno spirito del fratello mai nato perché riassorbito nell'utero o morto alla nascita, era questo che mi ero immaginato... ma...

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marco.roncaccia
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Messaggio#9 » mercoledì 2 settembre 2015, 13:02

Ciao Veronica,
è un piacere incontrare un Veronica in carne e ossa, almeno lo spero. Ho un po’ tremato quando ho visto che usavi la prima persona. Il racconto è surreale, ben scritto e accattivante. Ha solo un paio di problemi, dal mio punto di visto, la giustificazione della voce narrante dopo il suo funerale. E’ uno spettro che parla? Oppure il protagonista non è veramente mai esistito e quindi parla dalla sua non esistenza? Nel primo caso, secondo me, lo dovresti dichiarare,disseminando qualche indizio, nel secondo caso, le vicende narrate non sono mai avvenute. Il secondo problema è che, a mio avviso, calchi un po’ troppo la manio con la non esistenza del protagonista. Ti capisco, nemmeno io avrei resistito, però dal punto di vista drammaturgico, questo giocare con le parole rischia di appesantire un po’ il tutto.
Comunque ottima prova, mi sono divertito a leggere.

Zebratigrata
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Messaggio#10 » giovedì 3 settembre 2015, 12:25

Ciao Veronica, ecco qui il mio commento, già postato anche insieme all classifica :-)

Il racconto è in tema e ci parla di un individuo irrilevante. Mi viene il dubbio: sarà davvero invisibile o sarà solo una persona che non si nota? Mi viene in mente la canzone ‘Cellophane’…
Non è male lasciare il dubbio. Però alla fine scopriamo che c’è qualcuno che lo fa seppellire alla morte e l’incanto si rompe. Sappiamo che era reale. Avrei preferito l’ambiguità.

La lettura è scorrevole, e il personaggio è tratteggiato bene. Solo un paio di cose non mi sono piaciute: la presenza del pugnale, e l’esplicito riferimento a Borges.
Parliamo di un sognatore, ed è sufficiente immaginarlo nel parco a leggere per saperlo. Non serve sapere cosa legge, sembra un po’ artificioso citare Borges nello specifico. Certo, lo citerà lui stesso alla fine, ma anche l’inserimento di questa citazione non l’ho apprezzato: è come se tutto il racconto potesse essere racchiuso in quella frase. Come a dire, Borges ha già detto tutto questo racconto, in questa frase. Preferisco che il racconto faccia ciò che può senza appigli esterni: ci riesce benissimo,
disegna un personaggio lieve e una suggestione perfetta senza bisogno di Borges, che lo costringe soltanto a un confronto impari.
Per quanto riguarda la presenza del pugnale, mi sembra eccessiva: è l’unico suo oggetto che vediamo, rappresenta l’unica sua interazione con la realtà e secondo me è troppo ‘pesante’ per questo tipo di personaggio. Anche se il fatto di averlo è giustificato con il bisogno di incidere iniziali sugli alberi, che di per sé è una cosa da sognatore, penso che sarebbe più credibile un coltellino o un pezzo di ferro affilato trovato a terra.

torpedocolorado
Messaggi: 53

Messaggio#11 » giovedì 3 settembre 2015, 19:17

Davvero piacevole e dall'arcano ingegnoso. Un racconto soffice e delicato, che come inizia (dalla scuola) finisce (le riflessioni dopo la morte) senza sbattere la porta nè far chiasso, bensì tra il vento degli invisibili. Ripeto: il bello e il limite del racconto è nel suo habitus leggero, come onda del mare. Va e viene, va e viene, come le tante vite invisibili che s'incontrano in giro. Davvero complimenti. A volte non c'è bisogno di trame o tele complesse. Basta un notturno prima d'andarsene. Ciao Borges, ciao Veronica...

enrico.nottoli
Messaggi: 82

Messaggio#12 » venerdì 4 settembre 2015, 17:00

Ciao Veronica,
il linguaggio e lo stile che hai usato mi sono piaciuti molto, riesci ad arrivare bene e dritta al punto senza tanti rigiri di parole. Però devo dire che la storia non mi ha mica convinto tanto, mi spiego: dall’inizio mentre leggevo pensavo “è un fantasma, è un fantasma” e onestamente mi sembrava l’unica spiegazione plausibile, ma in realtà così non era. Quindi mi rimangono un sacco di domande prive di risposta, come è possibile che nessuno lo vedesse? I racconti surreali mi piacciono un casino, però se c’è una spiegazione dietro, cosa che qui non sono riuscito a trovare.
Spero di poterti rileggere perché sono molto curioso.
A presto :)

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antico
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Messaggio#13 » domenica 6 settembre 2015, 23:27

Ciao Veronica e benvenuta a Minuti Contati!
Un racconto surreale, un protagonista invisibile che vive, ma che non è un fantasma e che continua a vivere anche dopo la morte. Ecco, gli elementi ci sono tutti, ma ho la sensazione che manchi un collante, una direzione. La domanda da porci è: al di là del tema di cui dobbiamo trattare, perché vogliamo raccontare questa storia? Vuole essere un gioco e basta o vuole trasmettere un messaggio? Un divertissement puro e crudo o ambire a vette più elevate? Qui non sono riuscito a trovare, nel testo, un quid che andasse oltre il fatto che tu dovessi scrivere un racconto sul tema "L'invisibile". Detto questo, il giudizio è comunque positivo e il commento è dovuto per giustificarti perché, a parità con altri, ho dovuto metterti sotto. Pollice tendente all'alto e ottimo esordio. Il laboratorio ti aspetta, prova a ripresentare lì il testo rivedendolo alla luce dei commenti che hai ricevuto.

Veronica Cani
Messaggi: 148

Messaggio#14 » lunedì 7 settembre 2015, 11:53

Vi ringrazio tutti per i commenti, sia in positivo che in negativo :) Vi confesso che questo racconto è nato come un gioco letterario, e purtroppo, inseguendo questa idea ed esasperandola, la trama ha perso in logicità e in verosimiglianza. Capisco quindi chi è rimasto disorientato di fronte a una storia che, in realtà, tanto storia non è. Comunque, a prescindere dal risultato, mi sono divertita tantissimo a partecipare a questa gara. Questo forum mi piace molto e continuerò a frequentarlo, così spero di farvi leggere una storia migliore, la prossima volta! Ciao a tutti e a presto :)

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