L'ESSENZIALE, di Beppe Roncari

70ª Edizione, Minuti Contati saluta l'estate dedicandogli la Summer Edition. Guest Star è Livio Gambarini, in passato anche concorrente e ora lanciatissimo nel mondo dell'editoria. QUI potete visionare il trailer, potete trovarci anche degli indizi per il tema che vi aspetta. Ricordiamo: l'appuntamento è per lunedì 24 agosto dalle ore 21.00 all'una. Una singola sera, in contrapposizione alla Two Days appena conclusa.
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beppe.roncari
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L'ESSENZIALE, di Beppe Roncari

Messaggio#1 » martedì 25 agosto 2015, 0:59

L'ESSENZIALE
di Beppe Roncari

 

“L’essenziale è invisibile agli occhi.” Così mi conforta mia moglie. Non è ancora convinta, come neppure io del resto.
“Se andrà bene sarò il terzo caso della storia a recuperare la vista.”
“Non tieni conto dei vangeli…”
“… della storia scientifica.” La interrompo. “I miracoli non sono rilevanti.”
“Beh, dovresti pensarla diversamente, visto quello a cui intendi sottoporti.”

 

Non so cosa risponderle. Una vita piena, andata avanti a raccontare a lei, ai miei due figli e soprattutto a me stesso che “cieco è bello”, che la vista è importante certo (ne ho un vago ricordo, l’ho persa a tre anni), ma che ci sono altre… cose. Che l’importante è sentire, non vedere. Però, però…

 

“Il suo è un caso molto particolare.” Mi aveva detto il medico. “La cornea funziona ma un interruttore le si è… spento. Nel cervello. Ora con i nanobot possiamo riaccenderlo.”
“Ma avrò una vita normale?”
“Beh, non voglio mentirle. Molti pensano che la vista sia un fatto fisico, ma la verità è soprattutto un’atto mentale. Si impara a vedere. I suoi neuroni invece si sono specializzati a fare altro, come percepire gli echi e gli odori. Gli unici due casi documentati dalla scienza medica non sono confortanti. I pazienti recuperarono la vista, ma caddero in una profonda depressione. Uno di loro finì a chiedere l’elemosina, e non gli era mai toccato farlo, da cieco. E poi… ci sono altri rischi.” Parlava del cancro. Valeva la pena tornare a vedere, se rischiavo la vita?

 

“Lo farò, perché è una grande avventura.” Con queste parole rispondo a mia moglie. “Conosci qualcosa che mi abbia mai fermato, anche se non ci vedo?”
“No. Nulla”. Rispose. E ovviamente non posso vedere se ha una lacrima, sugli occhi. Ed è vero. Ho fatto sci, ho guidato una Ferrari sul circuito di Monza. Possibile che la prospettiva di riavere la vista mi spaventi?

 

“L’operazione è stata un successo.”
“Dottore! Percepisco delle… cose. Fa male! Sono sugli occhi, si muovono! Mi avete staccato le palpebre! Che cosa mi avete messo sugli occhi?”
“Caro… Le tue palpebre sono a posto… E i tuoi occhi sono chiusi!”
“Faremo degli esami.”

 

“I nanobot hanno fatto il loro lavoro, anche troppo. Ora lei percepisce le radiazioni dello spettro visivo, forse anche ultravioletto e infrarosso, anche a occhi chiusi. Solo che il suo cervello le legge come altri segnali. Tatto. Udito. Senso del calore…”
“Come faccio a farli smettere? Bruciano!”
“La buona notizia è che quell’interruttore è sempre dentro di lei, nel suo cervello… Lei può smettere di vedere. Deve solo… volerlo.”

 

Pensate a quelle immagini, che voi vedete tridimensionali, distanti. Sono in realtà appiccicate alla vostra cornea. Tutti quei fottuti fotoni. Solo la distanza ve li rende sopportabili. L’abitudine a credere che ci sia l’aria, il vuoto, “l’invisibile”, fra voi e loro.
“L’essenziale è invisibile agli occhi”?
Cazzate.
L’INVISIBILE è essenziale agli occhi.



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beppe.roncari
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Messaggio#2 » martedì 25 agosto 2015, 1:06

 

 

PS
Ho postato prima dell'una, poi ho sforato per togliere gli strani codici soliti. Grazie, ciao!

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antico
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Messaggio#3 » martedì 25 agosto 2015, 1:09

Nessun problema, i problemi dei codici danno diritto a tolleranza ;)
E cmq il racconto è effettivamente postato alle 00.59.

cristina.danini
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Messaggio#4 » martedì 25 agosto 2015, 14:39

Ciao Beppe, mi permetto di commentarti anche se sono in un altro gruppo :-)
Complimenti, il tuo racconto è davvero originale! Da amante del Piccolo Principe non ho potuto non sorridere alla citazione. Non so se la scienza permetta davvero di eseguire interventi del genere, né se siano possibili effetti collaterali così assurdi, ma certo si prova pietà per il tuo protagonista, che non arriva neanche dopo un rischioso intervento a stare davvero bene.
E' stato bello rileggerti, a presto! :-)

Il Soldato
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Messaggio#5 » martedì 25 agosto 2015, 15:01

Racconto molto bello. La semplice storia di un uomo che deve sottoporsi a un intervento per riacquistare la vista scritta molto bene e scorrevole, piaciuta in particolar modo la parte finale.  Molto toccante anche la frase "Lei può smettere di vedere. Deve solo… volerlo.”

alexandra.fischer
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Messaggio#6 » martedì 25 agosto 2015, 22:22

L’ESSENZIALE Di Beppe Roncari Bellissima storia. Descrive con maestria la vicenda di un uomo, cieco dall’età di tre anni, che recupera la vista grazie ai nano robot, ma è una Super Vista, tanto da fargli percepire ben più di quello che l’occhio umano percepisce attraverso la luce (parli di Infrarossi, Ultravioletti, percepiti come Tatto e Calore) e quindi, è una lode all’invisibilità. Mi ricorda il motto di uno dei Sette Savi: “Nulla Troppo” e qui i nano robot hanno strafatto. Mi chiedo come si faccia a “voler smettere di vedere”, ma per il tuo protagonista: L’invisibile è essenziale, sì, la distanza, poter staccare dalle immagini. E’ una storia profonda. Mi chiedo cosa ne direbbe Kant, il quale, nella Critica della Ragion Pura diceva che la realtà esiste attraverso i nostri sensi.


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beppe.roncari
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Messaggio#7 » mercoledì 26 agosto 2015, 0:16

Grazie mille dei commenti! :-)

valter_carignano
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Messaggio#8 » mercoledì 26 agosto 2015, 17:58

Ottimo stile, originale l'idea (noto che c'è una piccola comunanza fra i nostri racconti, riguardo lo spettro del visibile, poi naturalmente ognuno prende una strada che porta a storie molte diverse).
Al di là del molto ben riuscito gioco di parole fra l'inizio e la fine che dona al racconto una bella forma circolare, alcune frasi dell'ultimo paragrafo non le ho capite ben. Ma problema mio, credo. Complimenti.

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maria rosaria
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Messaggio#9 » giovedì 27 agosto 2015, 11:58

Ciao Beppe.
Mi è piaciuta molto la tua idea di narrare l'invisibile come qualcosa di concreto, qualcosa senza il quale non potremmo "vedere".
Devo ammettere di aver dovuto rileggere più volte la parte finale del racconto per comprendere bene il significato di ciò che volevi trasmettere.
Però, poichè trovo che il racconto sia scritto molto bene, forse è solo un mio problema di comprensione.

maria rosaria
Maria Rosaria

Omaima Arwen
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Messaggio#10 » giovedì 27 agosto 2015, 23:15

Ciao Beppe, mi piace la storia che sei riuscito a scrivere. Tutto è ben scritto e scorrevole, originali le idee e ottimo lo stile. Insomma, una piacevole lettura. Devo ammettere però che anch'io ho dovuto rileggere la parte finale più volte, per comprenderne il significato appieno. Comunque nel complesso un ottimo lavoro!

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beppe.roncari
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Messaggio#11 » venerdì 28 agosto 2015, 9:18

Ciao a tutti, grazie e capisco i commenti, forse potevo essere più esplicito e meno criptico nel finale, per un gusto mio "poetico" :-)
Scusate se ancora non commento e rispondo, appena tornato da un viaggio, ciao!

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Flavia Imperi
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Messaggio#12 » venerdì 28 agosto 2015, 10:52

Ciao Beppe!
Un ottimo racconto, fra i migliori del contest a mio avviso. Ho apprezzato il “botta e risposta” iniziale fra il protagonista e la moglie, realistico, che fa entrare subito nel vivo della storia facendo emergere il carattere del protagonista. Ho apprezzato anche il particolare modo con cui il tema dell’invisibile viene affrontato, una storia dai risvolti imprevedibili, che provoca riflessioni profonde. Mi ha affascinato questo tema della distanza che separa ciò che è visibile, quel vuoto che poi in fondo vuoto non è, e che si riempie di sogni, speranze e a volte, come in questo caso, di orrore. Bello anche il finale.
C’è un refuso: manca un che è/si tratta di nella frase “la verità è soprattutto…”
Complimenti.

In bocca ai nanobot!
Siamo storie di storie

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ceranu
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Messaggio#13 » mercoledì 2 settembre 2015, 15:29

 

Ciao Beppe, ben trovato nell'Arena.


 

Il racconto è scritto bene, il tuo stile è ineccepibile, sei bravo e si vede. Però il tuo racconto mi ha lasciato la sensazione di aver letto una soap opera. I toni usati, la trama spiccia; mi aspettavo di vedere il Dottor Vazquez che usciva dalla sala operatoria con un asciugamano sporca di sangue in mano. “Donna Catarina, Miguel sta lottando con la morte; ma ci sono io con lei!”


 

Forse è per via dell'interruttore che disattiva la vista... non lo so, non mi convince.


 

Chiaramente questo è solo gusto personale, perché il racconto è sicuramente valido.


 

Ciao e alla prossima.


 

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beppe.roncari
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Messaggio#14 » giovedì 3 settembre 2015, 9:48

Sempre apprezzati sia commenti sia complimenti. Grazie per i dobloni, grazie mille per le mappe del tesoro! ;-) (Anche se - by the way - non condivido la critica, @Ceranu ^____^) Besos, hombre! Olè!

Serena
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Messaggio#15 » giovedì 3 settembre 2015, 13:13

Ciao Beppe! Rieccoci nello stesso girone infernale! La tua bravura risiede nell'essere sempre molto leggero... la  lettura delle tue storie è sempre in discesa. Molto carina l'idea di un uomo che cerca di riappropriarsi di un senso che ha perso, e che una volta riconquistato si rivela ingestibile e spaventoso, quasi invadente! Io poi, pur amando alla follia l'horror, non sopporto nulla che riguardi gli occhi... mi fanno impressione! Per questo ho "sentito" fisicamente il tremendo disagio vissuto dal protagonista!

A presto!

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beppe.roncari
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Messaggio#16 » giovedì 3 settembre 2015, 13:22

Thanks, Serena! ;-)

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Adry666
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Messaggio#17 » giovedì 3 settembre 2015, 15:40

Ciao Beppe,

tema centrato.

Anch’io avevo pensato subito alla bella frase del Piccolo Principe! :-)

Racconto fluido, buon ritmo, forse un po’ troppo “leggero” in alcune parti. Incipit e finale potenti.
L’idea della “pressione” dei fotoni, e di tutte le altre tipologie di radiazione sulla retina è molto forte, e fa pensare; da una parte terrorizza, dall’altra fa sorridere la mia “parte scientifica”. Ho anche provato a chiudere gli occhi per sentire se percepivo qualcosa di fastidioso… ma niente. :-)

“…Si impara a vedere…” Verissimo, per una persona da sempre cieca, o cieca da molti anni, ritornare a vedere potrebbe significa ri-imparare a vedere.
“…La buona notizia è che quell’interruttore è sempre dentro di lei, nel suo cervello… Lei può smettere di vedere. Deve solo… volerlo...” Questa frase suono un po’ “new age”, e forse in questo caso sarebbe stato meglio ometterla.

Complimenti, bravo.

A presto
Adriano

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willy
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Messaggio#18 » venerdì 4 settembre 2015, 13:29

L'ESSENZIALE, di Beppe Roncari

Va via come un fulmine questo racconto, complimenti! Molto realistiche le sensazioni del protagonista e ben delineati anche i familiari e le loro emozioni. Tanta fantasia, anche in questo caso, e rimango sempre stupita perché non saprei fare altrettanto, soprattutto quando si parla in modo così tecnico. E poi è anche un testo che fa riflettere in più punti, che tocca argomenti delicati e di non facile "visibilità". Un approccio all'handicap visto dalla parte opposta che diventa quasi un valore aggiunto. Bel lavoro!

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antico
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Messaggio#19 » lunedì 7 settembre 2015, 23:19

Un racconto decisamente affascinante, una riflessione sulla vista, su ciò che è e su ciò che appare, il tutto condito da un po' di sano spirito pionieristico tipico dell'essere umano. Forse pecca di, paradossalmente, eccessivo controllo, nel senso che per certi versi non arriva dritto al cuore, ma la prova e senz'altro valutabile con un pollice SU, bravo.

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