L'invisibilità - Omaima Marfoq

70ª Edizione, Minuti Contati saluta l'estate dedicandogli la Summer Edition. Guest Star è Livio Gambarini, in passato anche concorrente e ora lanciatissimo nel mondo dell'editoria. QUI potete visionare il trailer, potete trovarci anche degli indizi per il tema che vi aspetta. Ricordiamo: l'appuntamento è per lunedì 24 agosto dalle ore 21.00 all'una. Una singola sera, in contrapposizione alla Two Days appena conclusa.
Omaima Arwen
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L'invisibilità - Omaima Marfoq

Messaggio#1 » martedì 25 agosto 2015, 0:37

Due lampioni illuminavano il vialetto di accesso di quella casetta, proiettando ombre sinistre sugli alberi situati nel giardino quasi del tutto privo di erba.
I miei ricordi mi volavano davanti come una sequenza di immagini di un film. Vidi mia madre. Ci aveva appena dato la buona notte ed era scesa per chiamare la nonna, come era solita fare. Io e Tiziana stavamo giocando quando sentimmo qualcuno bussare alla porta insistentemente. Nostra madre salì, mi diede il ciondolo d’oro contenente la foto di lei e papà e ci nascose dicendoci addio. Scese al piano di sotto. Sentimmo solo urla.
I miei pensieri vennero interrotti dal miagolio di un gatto nero in fondo alla strada. I suoi occhi fosforescenti mi fissavano come se stessero attendendo qualcosa.
Acquisii coraggio ed entrai a casa. Sentii numerosi scricchiolii che dimostravano gli anni che la dimora aveva sulle spalle. Pensai che ero proprio come lei: sola, dimenticata e invisibile.
Il buio la dominava. Presi la torcia e la accesi. Davanti a me c’erano sedie disposte in malo modo e un tavolo con sopra strani fiori appassiti. Superai il tutto e salii di sopra. Doveva essere lì, da qualche parte. Entrai nella camera che un tempo dividevo con mia sorella. Controllai sotto il letto. Niente. Aprii tutti i cassetti del comò situato al fianco del letto. Ma non lo trovai. Presi una sedia e la misi davanti all’armadio. Ci salii sopra, ma non riuscii a vedere nulla. Troppo alto. Ci passai la mano sopra. Eccolo. Stavo per prendere il ciondolo di mia madre quando sentii un oggetto, forse una piccola bottiglia. La colpii per sbaglio col braccio e uno strano liquido mi si gettò addosso. Non riuscii a trattenere una smorfia di disgusto. Emanava un terribile odore. Ma non ci feci molto caso, tornata a casa avrei fatto una doccia. La bottiglia cadde all’improvviso, frantumandosi in mille pezzi. Scesi dalla sedia e misi il ciondolo in tasca.
Uscii e mi diressi nell’appartamento in cui abitavo. Osservai il piccolo oggetto. Era ancora splendente, nonostante gli anni trascorsi. Lo aprii e toccai la foto dei miei. Sorrisi.
Andai a farmi una doccia. Quando uscii, qualcosa mi si conficcò nel piede. Un pezzo di vetro. Aprii l’armadietto e presi una pinzetta per rimuoverlo. Fatto ciò, andai a lavarmi la faccia. Faceva davvero molto caldo e avevo un gran mal di testa. Alzai lo sguardo. Vidi l’armadietto. Riguardai lo specchio. Qualcosa non andava. Non riuscivo a trovare il mio riflesso. Abbassai lo sguardo. Non avevo le gambe né le braccia né nient’altro. Mi rilavai la faccia con acqua gelida, pensavo di star impazzendo. Mi riguardai allo specchio e vidi solamente gocce d’acqua che impregnavano quello che una volta era il mio volto.
Pensai che non sarei mai più riuscita a fare nulla. Dovevo dire addio al mio lavoro, all’uscire con amici e a qualsiasi altra cosa. Poi, ricordai che nessuno si interessava di me. Nessuno mi aveva mai chiamata né cercata. Ero già invisibile e ora, lo sono solo un po’ di più.



Il Soldato
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Messaggio#2 » martedì 25 agosto 2015, 18:52

Racconto molto introspettivo che ti porta a vivere appieno la solitudine e l'avventura della protagonista. Anche se devo ammettere che a volte la troppa introspezione, senza svezzarla con un dialogo (anche di poche righe) risulta pesante, ma questo mi è piaciuto così. Apprezzata molto l'idea, null'altro da dire. In bocca al lupo :D

alexandra.fischer
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Messaggio#3 » martedì 25 agosto 2015, 21:47

L’INVISIBILITA’ Di Omaima Marfoq La storia è suggestiva, con buone premesse ma è da sviluppare. C’è il mistero della scomparsa dei genitori della protagonista. Di loro rimane la fotografia. In seguito, la protagonista, che pure ha la sorella Tiziana, si sente sempre più sola e torna nella casa di famiglia a prendere il ciondolo con la foto dei genitori (come mai lo ha lasciato lì per tutto quel tempo?). E lì, la bottiglia maledetta con il liquido dell’invisibilità le rovina del tutto un’esistenza già molto dura. Ho notato molto non detto. Come mai la madre la saluta sapendo che sparirà? Da dove viene la bottiglia? Come ha fatto la protagonista ad andare a casa con un coccio di vetro nel piede?
Attenta alla vicinanza: non ci feci molto caso… un volta tornata a casa

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maria rosaria
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Messaggio#4 » mercoledì 26 agosto 2015, 15:28

Ciao, Omaima.
Anche se carico di suggestione il tuo racconto è troppo narrato.
C'è un elenco di cose che accadono, una di seguito all'altra, però purtroppo non sono riuscita a empatizzare con la protagonista e con il suo dramma.
Potresti arricchire il racconto con dialoghi e descrizioni "meno descrittive".
Ti faccio un esempio. Riporto un tuo brano e sotto come lo riscriverei.
Ovvio, sono solo mie opinioni, discutibilissime.

Il tuo brano:
Vidi mia madre. Ci aveva appena dato la buona notte ed era scesa per chiamare la nonna, come era solita fare. Io e Tiziana stavamo giocando quando sentimmo qualcuno bussare alla porta insistentemente.
Nostra madre salì, mi diede il ciondolo d’oro contenente la foto di lei e papà e ci nascose dicendoci addio. Scese al piano di sotto. Sentimmo solo urla.


Come lo riscriverei:
Mia madre ci aveva appena dato la buona notte ed era scesa per chiamare la nonna. Io e Tiziana stavamo giocando quando qualcuno bussò alla porta con insistenza. Era nostra madre.
- Tieni, questa è per te – mi disse affidandomi il ciondolo d’oro contenente la foto sua e del papà. – Adesso nascondetevi, vi prego! – supplicò e ci disse addio. La sentii scendere al piano di sotto. Poi quello che udii furono solo urla.


maria rosaria

Maria Rosaria

valter_carignano
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Messaggio#5 » mercoledì 26 agosto 2015, 18:11

Davvero molto suggestivo, con una buona forma che tuttavia - secondo il mio personale parere - alla lunga mi sembra tenda a stancare. C'è un piccolo plothole, un buco di trama, riguardante la fine dei genitori e il perché sono scomparsi, e non forse si capisce subito che poi si parla di un momento della vita della protagonista successivo.
Avendo un poco più di tempo e spazio, personalmente credo che il racconto possa essere sviluppato e avere il valore che merita.

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Flavia Imperi
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Messaggio#6 » giovedì 27 agosto 2015, 0:05

Ciao Omaima!

Un bel racconto, dai toni surreali e un'ambientazione interessante. Come hanno detto già altri però ci sono dei buchi di trama e un'eccessiva narrazione. Chi legge rimane lontano un po' dai fatti, è quasi come leggerli sul giornale; in un certo senso li elenchi, ma non li fai VIVERE. Un suggerimento che ti do è quello che do a me stessa: prova a entrare di più nella storia tu, mentre scrivi, e a dire passo passo quello che vedi, e tutto sarà più efficace (io ci sto lavorando su questo punto :D).
Rileggendolo mi sembra di intuire, dalla presenza della pozione e del gatto nero, che c'entri in qualche modo una strega (potrei sbagliarmi, ma gli elementi mi portano a pensare quello), che però non appare in nessun modo. Sarebbe stato interessante scoprire di più. Comunque è difficile dosare il detto e il non detto, facendo vivere a chi legge un'avventura, ma vedo che racconto dopo racconto ti ci avvicini di più, quindi non mollare!
Tema centrato in pieno.

In bocca alla strega invisibile!
Siamo storie di storie

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ceranu
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Messaggio#7 » mercoledì 2 settembre 2015, 0:18

 

Ciao Omaima.


 

Concordo con chi ha commentato prima di me. L'idea di base è molto buona, ma non riesci a esprimerla al meglio. La solitudine della ragazza viene fuori solo alla fine e non lascia il segno. Peccato, perché quella sarebbe stata la parte migliore del racconto.


 

Per quanto riguarda lo stile che hai usato, ti faccio un'osservazione. Guarda il testo del tu racconto (senza leggerlo) e poi fai lo stesso con gli altri. Ti accorgerai che il tuo è compatto, senza spazi; e così è anche la lettura. Vai poco a capo e non hai dialoghi (non rispondermi che la protagonista è sola; a te non capita mai di parlare al gatto?) che ti aiuterebbero a velocizzare il racconto. Cerca poi di farci vivere le azioni, non raccontarle, così come le emozioni della protagonista.


 

Sicuramente è un lavoro da riprendere in mano, lo spunto c'è, ma va elaborato meglio.


 

Ciao e alla prossima.


 

Serena
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Messaggio#8 » giovedì 3 settembre 2015, 12:52

Ciao Omaima! Mi piacciono i viaggi introspettivi, hanno qualcosa di magico! La tua storia ha un respiro potente, che viene troncato però dal poco spazio. Anche io alla fine della lettura mi sono trovata con troppo domande... e questo senso di vuoto lascia l'amaro in bocca. Credo che questa storia possa essere ampliata e resa un ottimo racconto lungo.

A presto!

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beppe.roncari
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Messaggio#9 » giovedì 3 settembre 2015, 14:29

Ciao, Omaima Marfoq, ben trovata.
Il tuo scritto a mio parere non è un racconto ma l'incipit di una storia. C'è il classico evento scatenante (o "storia d'origine" , se fosse quella di un supereroe), come la protagonista perde la visibilità (o acquista il potere dell'invisibilità) ma nient'altro. Il resto è ambientazione, ma non trama. Quindi buon inizio, ma senza sviluppo.
Alla prossima!

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Adry666
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Messaggio#10 » giovedì 3 settembre 2015, 15:28

Ciao Omaina,

tema centrato, la “doppia” invisibilità c’è.

Il racconto è scritto bene, bello l’incipit, toni surreali e un’ambientazione di effetto.
Tuttavia, come hanno detto già altri, ci sono dei “buchi” narrativi che potrebbero essere “ellissi” ma in realtà sono dei salti che non aiutano il lettore a capire cosa sia successo: la sparizione dei genitori, il ruolo della nonna, il significato della boccetta con il liquido dell’invisibilità…

Avendo un poco più di tempo e spazio, ti esorto a sviluppare maggiormente il racconto in modo di valorizzarlo come merita.

Alcune note:
“…sedie disposte in malo modo e un tavolo con sopra strani fiori appassiti…”
In malo modo suona male, e “strani fiori” l’avrei messo invece con una descrizione dei fiori che facesse percepire lo “strano”.
“…Non riuscii a trattenere una smorfia di disgusto. Emanava un terribile odore. Ma non ci feci molto caso…”
Beh, delle due l’una: o non ci fa caso, o prova disgusto, ecc.
“…Quando uscii, qualcosa mi si conficcò nel piede. Un pezzo di vetro…”
Ma i pezzi di vetro non stavano nella casa abbandonata dei genitori? Perché si ferisce nel suo bagno?

Comunque complimenti, il tuo racconto mi ha molto colpito. :-)

A presto
Ciao
Adriano

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willy
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Messaggio#11 » venerdì 4 settembre 2015, 13:03

L'invisibilità – Omaima Marfoq
Racconto affascinante che ha nel suo interno scene ben descritte e dinamiche. Peccato che alcune incongruenze ne compromettano l'equilibrio. Su una in particolare mi sono dovuta fermare e tornare a rileggere:

"Uscii e mi diressi nell’appartamento in cui abitavo. Osservai il piccolo oggetto. Era ancora splendente, nonostante gli anni trascorsi. Lo aprii e toccai la foto dei miei. Sorrisi.
Andai a farmi una doccia. Quando uscii, qualcosa mi si conficcò nel piede. Un pezzo di vetro."
Se la bottiglietta si è rotta nell'altra casa mi è sembrato poco probabile che un pezzo di vetro si trovasse nella sua abitazione. Non sono grandi cose, ma compromettono l'attenzione del lettore che si sente estraneo ai fatti raccontati. Buona l'idea che meriterebbe un numero maggiore di caratteri.

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antico
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Messaggio#12 » lunedì 7 settembre 2015, 22:15

La partenza è ottima e mi sono immaginato qualcosa tipo un rastrellamento nazista. Lo stacco successivo è anche ben dosato e ci porta su una protagonista invecchiata che si fa coraggio e rientra in quella casa per affrontare il suo passato e magari recuperare un oggetto perduto. Da lì in poi, però, perdi il controllo, soprattutto dalla boccetta versata con quello strano liquido. Va rivisto, ma devi partire dalla prima parte. A livello di controllo stai migliorando molto, manca il mantenimento della tensione narrativa, ma non dubito che a breve riuscirai a gestire, nel tempo e nel limite di caratteri, l'intera storia. Il laboratorio ti aspetta, mi piacerebbe rileggere una versione più ordinata. Punta la luce su quello che vuoi trasmettere e tienila lì. Occhio ad aggiungere troppi elementi, a volte è meglio togliere che complicare ulteriormente, per quello c'è sempre tempo. Pollice giù, ma netti margini di miglioramento.

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