I commenti e la classifica degli sposi!!!

In occasione del matrimonio di Flavia Imperi e Beppe Roncari, conosciutisi proprio confrontandosi su Minuti Contati, ecco una Live at Home tutta Special! Sabato 24 giugno alle ore 19.00 circa (il circa è giustificato da tutte le varie ed eventali legate agli impegni fotografici di Beppe e Flavia) i due sposi riveleranno il tema e ci sarà tempo fino alle 23.59 del giorno successivo (domenica 25 giugno) sia per chi vorrà partecipare da casa che per coloro che, presenti al matrimonio, vorranno cimentarsi nella prova, per postare il proprio racconto sull'Arena. Dopo la fase di commenti, i migliori racconti verranno infine letti dai due sposi (una volta tornati dal loro viaggio di nozze) che li commenteranno e stileranno la propria classifica. In caso di mancata suddivisione in gruppi (quindi di numero di partecipanti inferiore a quattordici), gli sposi leggeranno, commenteranno e classificheranno tutti i racconti e la loro classifica verrà sommata a quella dei partecipanti, ma considerata di valore doppio.
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I commenti e la classifica degli sposi!!!

Messaggio#1 » domenica 16 luglio 2017, 19:07

Ricordo che questa classifica andrà ad assommarsi alle altre per definire quella generale di questa Wedding Edition!

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CLASSIFICA

1. Un amore da favola
2. The Fairly OddMates
3. Per sempre
4. La seconda notte (1)
5. Un piccolo equivoco senza importanza
6. Sette chicchi di melagrana
7. E allora capii


COMMENTI

Un piccolo equivoco senza importanza, di Dand Elion
Racconto divertente e caricaturale, molto leggero. Un po’ poco fluido nella prima parte, Il consiglio è di cercare di armonizzare meglio i dialoghi all’interno del testo. Il giudizio complessivo è “diamante grezzo”: l’idea c’è, il tema è rispettato in modo umoristico, lo stile è da raffinare. Buono il guizzo finale, che fa sorridere e serve sempre in un racconto breve.

Limbo terror rock in Val di Susa, di Giuseppe Gangemi
Stile buono, tema rispettato, ma la storia pare interrotta. C’è un crescendo che non sfocia in nulla, lasciando un senso di incompiutezza. Il consiglio è di lavorare sulla struttura della storia, che altrimenti non lascia un segno.
C’è una linea sottile fra la comicità goliardica e l’eccesso: cercare questo filo sottile e camminaci in punta di piedi è difficile. Hai scelto uno degli stili più difficili (come quando si sceglie un tuffo molto difficile: il coefficiente è più alto se si fa un salto perfetto, ma viene penalizzato se l’esecuzione non è assolutamente priva di sbavature). Continua ad allenarti.

E allora capii, di Chiaradiluna
Il racconto di un racconto è sempre un azzardo, perché può allontanare lo scrittore dal lettore. La tenerezza della storia, narrata in questo modo, rischia di rimanere distante e non arrivare a emozionare.
Il racconto viene redento da una buona battuta finale, che riesce a strappare un’emozione.

The Fairly OddMates, di fernando Nappo
Ottimo racconto. Spigliato, divertente, utilizza in modo efficace la meta narrazione, sfondando la quarta parete con cognizione di causa. Tema rispettato in modo originale e funzionale alla storia. I dialoghi non sono scontati, la storia è scorrevole e piacevole.
Attenzione: lo sfondamento della quarta parete può piacere ma non a tutti (“non fosse che ormai i caratteri a disposizione sono finiti”).

Un amore da favola, di Mario Pacchiarotti
È difficile dosare umorismo e tenerezza, ma questo racconto a nostro avviso è un cocktail riuscito. Inizio svolgimento e fine funzionano, in una fiaba spaziale esotica con punte di comicità alla Douglas Adams. Ben fatto!

Sorridi, Amore!, di Eleonora Rossetti
Un buon racconto un po’ frettoloso. Il sogno, la strega, le leggende, gli elementi capaci di inquietare ci sono, così come la struttura della storia. Peccato per la spiegazione nella seconda parte, che se fatta intuire al lettore sarebbe stata più potente.

Una voce dalla fossa, di Francesco D'Amore
Potente capacità di creare un’ambientazione, lo stile è da raffinare (ripetizioni, qualche frase appesantita) e sono presenti tanti piccoli grandi errori di punteggiatura, ma sei un ottimo narratore. Ci sono due punti deboli: il riferimento a un “prima” che lascia troppi punti interrogativi e il punto di svolta (la decisione) che, data la brevità del racconto, non ci narra la motivazione.
C’è un difficile equilibrio fra il mistero che si nasconde nell’ombra e inquieta e l’imprecisione di un personaggio che non viene identificato (la voce dalla fossa). Puoi rimanere inquietante anche facendo intuire di più, come fanno i maestri dell’horror.

Per sempre, di Eugene Fitzherbert
Un horror romantico: difficile, molto difficile. Il tema è rispettato in modo stuzzicante, il racconto nel complesso è buono, anche se la narrazione è appesantita da possessivi e spiegazioni. Il problema forse risiede nel fatto che ci vuole uno chef espertissimo per riuscire a fare un piatto “horror e romantico” ben riuscito. Qui forse c’è troppa carne al fuoco e poco spazio dedicato a far vivere la storia d’amore.

Sette chicchi di melagrana, di Sara Todde
Bella storia, buona ambientazione, forse un po’ troppa carne al fuoco per un racconto breve: non c’è lo spazio sufficiente per affezionarsi ai protagonisti ed emozionarsi con loro. La narrazione risulta un po’ stoppacciosa in alcuni punti e il finale suona incompleto: la protagonista lascia per sempre suo padre e il suo mondo senza un dubbio, un rimpianto. Giudizio: sulla strada giusta, ma manca qualcosa.

Ratti, fiamme, aromi e scintille, di Andrea Partiti
Un racconto poetico, quasi una ballata, il cui senso si può intuire più che capire. Vediamo gli effetti, ma non sappiamo perché e cosa stia effettivamente succedendo al villaggio, che fa da protagonista fino all’arrivo in scena degli sposi. Ci sono gli elementi, ma manca la storia che li colleghi.

La seconda notte (1), di Marians
Tanta inventiva e un pizzico di amarezza in un racconto fra il medievale e lo sci-fi. Lo sviluppo del tema più originale del contest, ma va lavorato sullo stile, data la narrazione poco scorrevole.

La seconda notte (2), di Daniele Interdonato
Un buon racconto di fantascienza, che tuttavia pecca un po’ di tecnicismo e termina con un finale poco chiaro.



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