Sipario su una vita.

Sybilla Levanti
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Sipario su una vita.

Messaggio#1 » lunedì 18 maggio 2020, 23:55

Sipario su una vita:

Era stato come se il sipario fosse stato calato nel bel mezzo di uno spettacolo a teatro: avrebbe utilizzato queste parole, se qualcuno si fosse premurato di chiedere come si sentisse, ma non era avvenuto. Per giorni si era aggirata per casa senza spiccicare parola, senza emettere un rumore a parte un respiro rauco e tremolante, che era diventato il suo nuovo modo di comunicare dato che ogni sua protesta verbale era stata zittita.
Le ore e le giornate che erano seguite all’evento erano trascorse in un andirivieni nervoso tra la camera da letto e il bagno, la biblioteca e il giardino, il salotto e la serra. Chilometri percorsi con passo lento e incerto, una mano stretta al petto e l’altra a coprirsi la bocca in una perfetta maschera della sofferenza in un deragliamento rispetto al suo solito umore, rumoroso e fin troppo entusiasta. Sarebbe stata un’attrice di tutto rispetto, se le avessero lasciato calcare le scene. Invece ora
Il resto del suo sentire si era trasformato in un nugolo di striscianti emozioni.
Rabbia. Ansia, l’aveva avviluppata tra le sue spire e stringeva, ogni giorno di più facendole mancare il respiro e la lucidità. In un momento in cui aveva bisogno di esser lucida e di pianificare ogni mossa con la strategia di un maestro di scacchi. Invece la sua mente vacillava e la lasciava in uno stato di confusione. Paura, cui si aggiungevano tutte le insicurezze, che per anni aveva tenuto a bada dietro la personlità estrosa che si era costruita e che ora stavano riemergendo dalle caverne della sua anima.
Stava vivendo in una tragedia. Peggio. Era una sconfitta, Ilio data alle fiamme dai soldati greci. Il crollo di tutto. “Con il matrimonio giunge la fine della mia vita fino a ora, ci sarà il prima e il dopo. È come se un’era umana stesse giungendo a una conclusione e un’altra si stesse per aprire. Ma io non voglio. Non voglio. Non. Voglio. Sposarmi” Scriveva nel suo diario.
Sapeva come sarebbe stata la sua vita dopo, tra incombenze e richieste infinite da parte del marito. Suo padre e sua madre erano sposati e aveva avuto davanti agli occhi il significato del matrimonio da che poteva ricordarsi. E non le piaceva. Quindi anche se aveva detto si, perchè aveva avuto paura di sembrare ineducata e non per trasporto sentimentale verso lo spasimante che si era dichiarato, non voleva.
La sua vita le andava benissimo. Non voleva cambiarla, non voleva trasferirsi in una nuova casa o cambiare le sue abitudini. E a quelle si aggrappava con pervicacia.
“Devo trovare un modo per liberarmi di questo cappio”, si ripeteva accarezzandosi il collo, quasi percependo la sensazione della corda stringersi ma nessuna delle idee che le venivano in testa sembrava attuabile e la sua disperazione cresceva. “Dopo non sarò più io. Sarò un’altra, una persona che non conosco, mi guarderò allo specchio e vedrò il mio viso ma non sarò più. Chi sono ora smetterà di esistere. Sarebbe meglio smettere di esistere del tutto”, lasciava scritto nel suo diario, dolendosi per se stessa.
E il tempo scorreva. Le prove dell’abito e i preparativi erano vissuti come lungo un calvario che la conduceva inesorabile verso la data della sua dannazione matrimoniale.
La quale dannazione giunse e passò tra risate, troppi brindisi e lei chiusa in bagno a piangere sul sipario calato sulla sua vita perduta.



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antico
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Re: Sipario su una vita.

Messaggio#2 » lunedì 18 maggio 2020, 23:58

Ciao Alessandra! Caratteri e tempo ok, buona ALL STARS EDITION anche a te!

alexandra.fischer
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Re: Sipario su una vita.

Messaggio#3 » martedì 19 maggio 2020, 16:40

SIPARIO SU UNA VITA di Sybilla Levanti Tema centrato. La tua è una storia alla “Effi Briest”, romanzo ottocentesco di crescita vista come un lugubre passaggio nell’età adulta (il matrimonio come luogo di prigionia, gabbia dorata per la donna). Nella tua protagonista c’è comunque molta amarezza che precede questo passaggio (il talento tarpato di attrice, la possibilità di esprimersi negata) e anche una buona dose di passività (nel sì detto al pretendente quasi per educazione, e nell’immagine di Ilio, che evoca subito sconfitta e distruzione).

Attenta:
Invece ora (manca il punto a capo)
se aveva detto si (se aveva detto: sì)

Sybilla Levanti
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Re: Sipario su una vita.

Messaggio#4 » martedì 19 maggio 2020, 17:50

Grazie Alexandra, sul si hai ragione ma penso che quell'"invece ora" sia rimasto abbandonato dopo l'ennesima correzione/rimozione di una qualche frase che non mi piaceva ma non me lo ricordo...ero parecchio stanca e anche se ho riletto mi deve essere sfuggito. Almeno nel quadro generale ha senso lo stesso. My fault.

Hai abbastanza colto nel segno riguardo a alcuni punti del racconto.

Thanks.

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Sirimedho
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Re: Sipario su una vita.

Messaggio#5 » martedì 19 maggio 2020, 20:29

Sybilla, piacere di leggerti.
Fine dell’era della spensieratezza, ma forse più ancora fine di certe abitudini. Tutto subito in modo molto ottocentesco. Sembra soltanto alla fine di tornare ai tempi di oggi, con le prove del vestito e la cerimonia passata nel bagno a piangere. Chissà cosa avrà pensato il fidanzato di lei.
Mi lascia l’idea di un personaggio infantile e capriccioso, poco descritto. Forse con qualche tratto in più mi sarei lasciato coinvolgere di più: alla citazione di Ilio mi è venuta voglia di buttarla di sotto dalle alte torri della città!
Per come la vedo io, un’era è qualcosa di non personale, quindi vedo poco centrato il tema.
In bocca al lupo!

Sybilla Levanti
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Re: Sipario su una vita.

Messaggio#6 » mercoledì 20 maggio 2020, 12:31

Grazie del tuo comment, Sirimedho, l'ho trovato molto utile.

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Davide Di Tullio
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Re: Sipario su una vita.

Messaggio#7 » giovedì 21 maggio 2020, 17:13

Ciao Sybilla

la tua composizione é ben scritta. Mostri una buona proprietá di linguaggio, anche se il solipsismo esposto rischia di diventare un mero esercizio di stile. Un raccontato molto "tell" inframmezzato dal pensiero della protagonista, di cui conosciamo molto, ma verso cui non empatizziamo. Non vengono spiegate le ragioni del perché la donna scelga di sposarsi, malgrado consideri l´atto una condanna. Sarebbe stato bello capire la ragione di questa tragedia, ma non riesco a scorgerla nel testo

a rileggerci!

Sybilla Levanti
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Re: Sipario su una vita.

Messaggio#8 » venerdì 22 maggio 2020, 12:20

Ciao Davide, piacere.

"Ciao Sybilla

la tua composizione é ben scritta. Mostri una buona proprietá di linguaggio, anche se il solipsismo esposto rischia di diventare un mero esercizio di stile. Un raccontato molto "tell" inframmezzato dal pensiero della protagonista, di cui conosciamo molto, ma verso cui non empatizziamo. Non vengono spiegate le ragioni del perché la donna scelga di sposarsi, malgrado consideri l´atto una condanna. Sarebbe stato bello capire la ragione di questa tragedia, ma non riesco a scorgerla nel testo

a rileggerci!"


Grazie per i complimenti, sto riprendendo la mano su come si scrive in italiano e che riesca ancora a esprimermi properly mi riempie di gioia.
Dunque, riguardo alle (giuste) osservazioni che poni posso dirti che non volevo che qualcuno provasse empatia per la protagonista, in un certo senso l'ho esposta al pubblico ludibrio evidenziando i suoi difetti e i suoi atteggiamenti da primadonna (tramite anche i riferimenti al teatro) nella situazione in cui si trova. Lei si comporta come se vivesse all'interno di un'opera teatrale sempre, quindi reagisce e si comporta seguendo un suo copione mentale e aspettandosi dagli altri risposte e azioni in linea con il plot nella sua testa e provando disappunto e irritazione quando non avviene. Capisco bene che potesse non esser del tutto chiaro dato che l'ho lasciato all'interpretazione del lettore dal modo in cui ho presentato il personaggio, anche visti il limite imposto al numero di caratteri. Ho dovuto tagliare molto per non sforare.
La ragione per cui si sposa l'ho scritta chiara: lo spasimante glielo chiede e lei risponde di si per non sembrare ineducata, non prende nemmeno in considerazione l'opzione contraria, nonostante non provi un sentimento profondo per chi ha davanti. Rispondere no equivarrebbe a risultare inadeguata all'idea che lei ha di se stessa e che vuol trasmettere all'esterno. Si rende conto dopo di quello che la sua risposta ha messo in moto ma si trova nella condizione di non potersi rimangiare la parola.

Spero di aver chiarito qualche tuo dubbio, aggiungo che sto pensando di dedicare un ulteriore approfondimento a questo racconto dato che mi stanno venendo delle idee interessanti sul prima e sul dopo.

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Andrea Lauro
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Re: Sipario su una vita.

Messaggio#9 » venerdì 22 maggio 2020, 23:59

Ciao Sybilla, grazie per il commento chiarificatore di cui sopra, m’ha dato una seconda chiave di lettura.
Ci ho messo un po’ a capire cosa non mi convinceva del brano, l’ho letto più volte per essere sicuro di non scrivere stupidate e darti (spero) solidi appigli per un’eventuale revisione.
Hai scritto un testo molto introspettivo: le sequenze interiori portano a fermare l’azione e focalizzare il lettore sulle sensazioni della protagonista. E va benissimo: l’importante è che questa fase di stasi sia bilanciata da azioni della protagonista che traducano all’esterno il mondo interiore. In questo modo, il ritmo viene mantenuto. Non importa a quale velocità, l’importante è che vada.
Allora ho cercato queste azioni. E nel testo ci sono. Il problema è come vengono presentate: abbiamo periodi lunghi, subordinate, tempi passivi e riflessivi. In questo modo purtroppo il ritmo non prende, le ruote non girano e queste azioni sono sacrificate.
Ti faccio un esempio, provo a mettere in forma attiva una delle sequenze di azione del brano:

    Trascorse le ore e le giornate seguenti in un andirivieni nervoso tra camera da letto e bagno, tra biblioteca e giardino, tra salotto e serra. Percorse chilometri con passo lento e incerto; stringeva una mano al petto e con l’altra copriva la bocca in una perfetta maschera di sofferenza [in un deragliamento rispetto al suo solito umore, rumoroso e fin troppo entusiasta]. Sarebbe stata un’attrice di tutto rispetto, se le avessero lasciato calcare le scene.
Ti sembra che scorra più velocemente, rispetto all’originale?
Se sì, sono contento d'essere stato d’aiuto.
a presto
andrea

Sybilla Levanti
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Re: Sipario su una vita.

Messaggio#10 » sabato 23 maggio 2020, 19:24

Hi again Andrea, lieta di esserti stata d'aiuto. Ammetto che non era forse esplicitato in modo chiaro rispetto a come si presentava nella mia testa.
Riguardo alla tua osservazioe,
Ciao Sybilla, grazie per il commento chiarificatore di cui sopra, m’ha dato una seconda chiave di lettura.
Ci ho messo un po’ a capire cosa non mi convinceva del brano, l’ho letto più volte per essere sicuro di non scrivere stupidate e darti (spero) solidi appigli per un’eventuale revisione.
Hai scritto un testo molto introspettivo: le sequenze interiori portano a fermare l’azione e focalizzare il lettore sulle sensazioni della protagonista. E va benissimo: l’importante è che questa fase di stasi sia bilanciata da azioni della protagonista che traducano all’esterno il mondo interiore. In questo modo, il ritmo viene mantenuto. Non importa a quale velocità, l’importante è che vada.
Allora ho cercato queste azioni. E nel testo ci sono. Il problema è come vengono presentate: abbiamo periodi lunghi, subordinate, tempi passivi e riflessivi. In questo modo purtroppo il ritmo non prende, le ruote non girano e queste azioni sono sacrificate.
Ti faccio un esempio, provo a mettere in forma attiva una delle sequenze di azione del brano:

Trascorse le ore e le giornate seguenti in un andirivieni nervoso tra camera da letto e bagno, tra biblioteca e giardino, tra salotto e serra. Percorse chilometri con passo lento e incerto; stringeva una mano al petto e con l’altra copriva la bocca in una perfetta maschera di sofferenza [in un deragliamento rispetto al suo solito umore, rumoroso e fin troppo entusiasta]. Sarebbe stata un’attrice di tutto rispetto, se le avessero lasciato calcare le scene.
Ti sembra che scorra più velocemente, rispetto all’originale?
Se sì, sono contento d'essere stato d’aiuto.
a presto
andrea


sicuramente scorre...e grazie di avermelo fatto notare. Fin dagli albori della mia "carriera" ho sempre avuto questa tendenza a scrivere periodi lunghi, complessi e molto articolati (probabile un retaggio di come mio nonno intendeva la letteratura: pesante e complessa, ricca e lenta da leggere altrimenti non era ascrivibile al genere. Idem spesso per un linguaggio ridondante e che appare artefatto). Lo so bene, cerco di starci attenta, ma essendo il mio modo di scrivere, va in pilota automatico. Quindi grazie del suggerimento.

Sybilla

viviana.tenga
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Re: Sipario su una vita.

Messaggio#11 » domenica 24 maggio 2020, 19:44

Ciao Sybilia,
Di sicuro hai reso molto bene lo stato d'animo e l'angoscia della protagonista. Si percepisce il suo sentirsi in trappola, la sua disperazione, ma rimane una domanda: perché?
La motivazione che hai scritto nel racconto e nei commenti (paura di sembrare ineducata) mi sembra davvero troppo debole. Viene da pensare che ci sia qualcos'altro, che magari non vuole ammettere nemmeno a se stessa, ma che sarebbe stato bello trapelasse almeno in maniera indiretta.
Anch'io ho trovato lo stile un po' pesante, ma l'ho visto come parte dell'ambientazione. Le dinamiche che racconti (idea della donna alle dipendenze del marito, casa con biblioteca, giardino e serra) mi fanno pensare a una storia ambientata nel passato. Verosimilmente, la protagonista è abituata a leggere prosa ottocentesca e questo in qualche modo si riflette anche nei suoi monologhi interiori.

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wladimiro.borchi
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Re: Sipario su una vita.

Messaggio#12 » lunedì 25 maggio 2020, 10:07

Ciao Sybilla.
Un racconto molto "tell" e molto introspettivo.
Il linguaggio utilizzato per il flusso di coscienza l'ho trovato un po' troppo artefatto e questo non mi ha consentito di empatizzare fino in fondo con la protagonista.
Il suo stesso dramma non riesce a trascinarmi particolarmente, forse perché non riesco a capirlo fino in fondo.
Una prova discreta, che non eccelle.
A rileggerci presto.
Wladimiro

Sybilla Levanti
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Re: Sipario su una vita.

Messaggio#13 » lunedì 25 maggio 2020, 17:01

Ciao Viviana, grazie del comment.

Ciao Sybilia,
Di sicuro hai reso molto bene lo stato d'animo e l'angoscia della protagonista. Si percepisce il suo sentirsi in trappola, la sua disperazione, ma rimane una domanda: perché?
La motivazione che hai scritto nel racconto e nei commenti (paura di sembrare ineducata) mi sembra davvero troppo debole. Viene da pensare che ci sia qualcos'altro, che magari non vuole ammettere nemmeno a se stessa, ma che sarebbe stato bello trapelasse almeno in maniera indiretta.
Anch'io ho trovato lo stile un po' pesante, ma l'ho visto come parte dell'ambientazione. Le dinamiche che racconti (idea della donna alle dipendenze del marito, casa con biblioteca, giardino e serra) mi fanno pensare a una storia ambientata nel passato. Verosimilmente, la protagonista è abituata a leggere prosa ottocentesca e questo in qualche modo si riflette anche nei suoi monologhi interiori.


Ho fatto quattro chiacchiere con la protagonista chiedendole lumi su altre possibili motivazioni ma ha ripetuto all'infinito quella risposta. Sicuramente qualcosa d'altro potrebbe esserci ma non vuole condividerlo con me...auspico in futuro che si sbrogli un pochino e mi renda partecipe. Chi lo sa. Nel frattempo, acconteniamoci.

Sybilla Levanti
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Re: Sipario su una vita.

Messaggio#14 » lunedì 25 maggio 2020, 17:07

Bentrovato Wladimiro (che bel nome!), grazie anche a te del tuo comment.

Ciao Sybilla.
Un racconto molto "tell" e molto introspettivo.
Il linguaggio utilizzato per il flusso di coscienza l'ho trovato un po' troppo artefatto e questo non mi ha consentito di empatizzare fino in fondo con la protagonista.
Il suo stesso dramma non riesce a trascinarmi particolarmente, forse perché non riesco a capirlo fino in fondo.
Una prova discreta, che non eccelle.
A rileggerci presto.
Wladimiro


Come scritto in altre risposte, non volevo che venisse provata empatia o simpatia per lei, anzi. Il suo dramma, come il suo flusso di (in)coscienza risulta essere inconsistene, montato dal nulla: una scelta dettata dalle convenzioni, dalle convinzioni che ha costruito nella sua mente, dai suoi beliefs e - in minima parte - dai suoi values (quel sistema di credenze e valori trasmessi dalla famiglia e dall'environment durante l'infanzia). Si esprime come se fosse su un palcoscenico, protagonista di una piece teatrale e non come una persona in carne e ossa in un mondo in carne e ossa. Come si fa a capirlo fino in fondo, se un fondo non l'ha? Per ottenerne un'immagine reale dovresti pensare a un maelstrom che risucchia tutto in un vortice senza fine. All'incirca.


A rileggerci presto,

Sybilla.

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DandElion
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Re: Sipario su una vita.

Messaggio#15 » giovedì 28 maggio 2020, 19:19

Uh che mattonata alla bocca dello stomaco! Ciao Sybilla, mi piace molto il tuo modo di scrivere, particolareggiato, non noioso e scorrevole anche se hai raccontato la profonda angoscia del sentirsi braccati tra il desiderio de "la vita come la vorrei io" e quella che sto vivendo grazie alle infinite aspettative altrui. Per non sembrare indelicata o perchè "ci si aspetta da me che io dica sempre di sì? Ottima prova che sconvolge la mia classifica finora e mi fa rimettere in discussione posizioni che davo per certe da giorni. Mi ha convinto molto, davvero.
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!

costellazione di bacco
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Re: Sipario su una vita.

Messaggio#16 » giovedì 28 maggio 2020, 20:40

Ciao Sybilla, piacere di leggerti,
il tuo racconto è ben scritto anche se, a mio parere, troppo raccontato (errore che si tede a fare abbastanza spesso e che anche io ho fatto) e per tal motivo ho fatto fatica ad immergermi completamente, a capire la protagonista. Ti consiglio di rivederlo anche perché la base è molto buona.

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antico
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Re: Sipario su una vita.

Messaggio#17 » mercoledì 3 giugno 2020, 19:57

Testo che mi è piaciuto parecchio. Molto coerente internamente, mostra un diverso modo di ragionare, un qualcosa che, ne sono convinto, viene vissuto da più individui di quanti ne possiamo immaginare. Trattasi dei vincoli della società che, d'un tratto, si palesano imprigionando. Certo, è da asciugare e alleggerire per renderlo più fruibile. Per me un pollice quasi su che si piazza subito dietro gli altri a pari valutazione (davvero tanti in questo gruppo decisamente ottimo) per una minore pulizia generale.

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