L’amore oggi

L’amore… questo concetto astratto che non si smette mai di cercare in vita, a qualunque costo. Un racconto di Diego Ducoli.

 
La stanza era calda e umida, come il sesso appena consumato dai due amanti.
La lampada posta in un angolo rilasciava un tenue bagliore che rendeva tutto morbido, ovattato.
L’uomo giaceva supino respirando affannosamente, cercando di recuperare le forze.
«Ti è piaciuto?» domandò con un filo di voce.
Sabrina sollevò la testa dal petto e lo fissò negli occhi.
«Certo amore mio. È stato fantastico.»
L’uomo sorrise compiaciuto.
«No! Tu sei fantastica. Un giorno lascerò quella stronza e fuggiremo insieme.»
«Ti aspetterò sempre, lo sai.»
La mano di Sabrina gli accarezzò il petto, lentamente. Con le dita disegnava dei piccoli cerchi scendendo sempre più giù.
L’uomo sentì l’eccitazione crescere, ma entrambi sapevano che il loro tempo era scaduto.
«Cosi avrai qualcosa a cui pensare mentre sei lontano» gli sussurrò in un orecchio.
«Sei crudele. Splendida, ma crudele.»
L’uomo uscì dalle lenzuola, raccolse il gessato da un angolo e si rivestì in fretta.
Sabrina aspettò paziente che completasse l’operazione.
«Non dimentichi niente?» domandò tenendo tra le dita un piccolo cerchietto d’oro.
«La fede. Sono proprio stupido» rispose.
«Si lo sei. Ma ti amo anche per questo» replicò sorridendo.
L’uomo si avvicinò, prese l’anello e lo infilò al dito.
«Allora ci vediamo settimana prossima?»
«Come sempre, amore mio.»
«Ti adoro. Dovrei fuggire con te, adesso.»
«Già. Ma ora vai o farai tardi» rispose lanciandogli un bacio.
L’uomo aprì la porta, perse qualche secondo ad osservare il corpo nudo di lei, indugiando sulla curva perfetta dei seni appena coperti dai lunghi capelli corvini, e con un sospiro uscì.
Sabrina attese qualche minuto, si stiracchiò come una gatta e si infilò la vestaglia che giaceva sul pavimento.
Spalancò le finestre, l’aria fredda la fece rabbrividire. Tolse con movimenti abili le lenzuola e le sostituì con altre pulite.
Era il suo turno.
Apri l’acqua della doccia e la fece scorrere fino a farla diventare rovente.
La sua immagine riflessa sullo specchio si appannò, fino a farla diventare un’ombra indistinta.
Si tuffò sotto l’acqua, il calore l’avvolse. Con cura, si sfregò il corpo con un sapone al sandalo e cannella. Insaponò i capelli, attese qualche secondo che il balsamo facesse effetto e li sciacquò. Uscì dalla doccia in una nuvola di vapore e si avvolse nel accappatoio.
Districò i nodi dai capelli e si cosparse di crema idratante.
Infilò un babydoll di seta lilla, che faceva risaltare la pelle abbronzata e lasciava ben poco all’immaginazione.
Il campanello suonò.
«Arrivo subito.»
Mise il rossetto, e controllò l’immagine allo specchio, perfetta.
Aprì la porta con un sorriso malizioso.
L’uomo entrò e le consegnò una busta. Sapeva cosa conteneva, il prezzo era uguale per tutti.
«Ti aspettavo amore. Mi sei mancato.»

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