Il negozio del baratto di Olga

Un baratto con Olga e chissà cosa mai potrà accaderci… Settimo classificato nella Quinta Edizione della Quinta Era con Emanuele Manco nelle vesti di guest star, un racconto di Mario Pacchiarotti.

 
Dove diavolo sarà l’agenzia? – penso, ma forse l’ho detto ad alta voce, perché una vecchia seduta lì accanto allunga la mano ossuta.
«Di là, entri in quel vicolo, tre volte a destra.»
«Per l’agenzia?»
La vecchia annuisce e indica. Bofonchio un grazie e mi avvio, mal che vada farò un altro giro a vuoto.
D’altra parte devo cambiare casa e l’annuncio è allettante, quasi tanto da non farmi rimpiangere Elena.
Svolto nel vicolo e girando butto un occhio verso la donna, mi segue con lo sguardo, annuisce.
Il vicolo è lungo e si vede in fondo un angolo sulla destra, allungo il passo.
Non è che mi abbia buttato fuori di casa, però è stata chiara, prima me ne vado meglio è.
Svolto ancora, un altro vicolo a destra in fondo.
Così, appena vado via, può far venire Giorgio, ‘fanculo a tutti e due. D’altra parte la casa è sua, cornuto e mazziato.
Ultimo vicolo, ancora più stretto, senza uscita, ma c’è un arco a metà, sarà lì dentro la maledetta agenzia.
Imbocco l’arco, pochi passi e arrivo in una corte, c’è un unico negozio, non ci sono altri portoni, niente.
L’insegna dice: “La bottega del baratto di Olga”.
Al diavolo, non è la mia agenzia, comunque decido di entrare per chiedere informazioni.
Un antiquario – penso appena dentro – anzi no, un rigattiere.
C’è una quantità di oggetti di ogni tipo.
«Prego, si accomodi, l’ingresso è libero!»
Questa deve essere Olga. Una signora in quell’età inafferrabile tra i trenta e i cinquanta, graziosa e un po’ strana, forse per via dell’abbigliamento démodé.
«Buongiorno, mi scusi, devo essermi perso, sto cercando l’agenzia immobiliare, potrebbe darmi delle indicazioni per arrivarci?»
«Ah… certo, certo» annuisce lei sorridendo, poi prende in braccio il gatto che se ne stava accoccolato sul bancone «che ne pensi Bastet?»
Andiamo bene questa parla col gatto. Lei alza la testa.
«Noi crediamo che lei sia nel posto giusto… mi dica, che le occorre?»
«Ah ma è dunque questa… sono qui per l’annuncio, quello per il loft a 300 euro» mentre lo dico mi rendo conto che è impossibile, deve essere uno scherzo.
Lei, infatti, si fa una risata.
«Lei non vuole cambiare casa» dice poi «è un altro il suo baratto. Venga.»
Scosta la tenda alle sue spalle.
«Vai Bastet, sai che devi fare…» Il gatto salta giù e sparisce dietro la tenda. «Venga, venga…»
La seguo nel retrobottega. C’è il gatto che fissa una porta, la luce fa un effetto strano, sembra quasi luminosa.
«Ecco, mi lasci la sua valigetta, come baratto, oltre la porta c’è il suo.»
«Oltre la porta? Il mio baratto?» chiedo io sconcertato. Lei annuisce.
Il gatto mi fissa, poi va e oltrepassa la porta, senza aprirla. Credo di essere impazzito.
«Vada» insiste Olga «troverà quello che cerca. Bastet l’aiuterà.»
«Non lo so neanche io quello che cerco, come posso trovarlo?»
Lei alza le spalle, sorride, e penso sia bellissima.
Faccio un passo, poi un altro, mi fermo a pochi centimetri dalla porta e guardo Olga, lei annuisce.
«È una bella valigetta, ne faccia buon uso» dico, quasi in un soffio.
Poi, faccio l’ultimo passo.