Quattro chiacchiere con Lukha B. Kremo
(Questa intervista è stata condotta da Giuliano Cannoletta prima dell’assegnazione dei Premi Italia 2025 nei quali Lukha B. Kremo ha vinto nella categoria ROMANZO FANTASY con Le cronache di Leg Horn ed è arrivato secondo come CURATORE, come ANTOLOGIA con Bio-Kin e come fumetto con Pulphagus).
Eccoci a presentare la nostra guest star di aprile. Siamo davvero felici di avere con noi questo mese LukhaB. Kremo, vincitore del Premio Urania nel 2015 con il romanzo Pulphagus® e fondatore della casa editrice Kipple Officina Libraria, punto di riferimento del fantastico in Italia da quasi trent’anni. Kremo, benvenuto su Minuti Contati! Presentati come preferisci, come lettore, scrittore, editore e soprattutto appassionato di tutto ciò che è fantastico.
LUKHA B. KREMO: Come appellativo figo mi piacerebbe essere considerato “artista della parola”, perché per me le parole hanno un senso profondo che le lega al pensiero e possono entrare nel cervello come frecce, buone o cattive; l’appellativo con cui mi presento molto più umilmente è “docente e autore”, perché è quello che
faccio tutti i giorni; però l’appellativo più genuino sarebbe quello di “appassionato”, perché è la passione
quella che mi fa immergere in questo mondo e viverlo in prima persona, quasi come fossi un personaggio dei miei racconti.
Partiamo da Kipple, la realtà editoriale che curi. Come nasce questa esperienza e come si è sviluppata nel tempo?
LUKHA B. KREMO: Ho cominciato nel 1995 cercando di comprendere come funzionasse l’editoria. Siccome per me imparare è praticare, ho cominciato stampando i miei libri (all’inizio semplici fotocopie spillate) sotto l’etichetta “Kipple”, fino a organizzare una fanzine (Avatär) perché volevo mettere insieme tutti i contributi delle
persone che erano affini alla mia idea. Nel 2005 Avatar si è trasformata in collana editoriale (ed esiste ancora). A quel punto i progetti si sono moltiplicati come i rizomi di una pianta, quasi incontrollabili, e oltre ai libri abbiamo pubblicato dei Cd musicali, e nel 2010 abbiamo cominciato a pubblicare eBook. Da allora nella nostra redazione si sono susseguite diverse persone e diverse collane.
Kipple bandisce ogni anno un premio per romanzi e racconti. Che consigli daresti a un potenziale partecipante? Che caratteristiche deve avere un testo per riscuotere il vostro interesse?
LUKHA B. KREMO: È paradossalmente semplice e complesso allo stesso tempo. Complesso perché non cerchiamo fantascienza, horror, fantasy, distopia o weird classico, ma qualcosa di nuovo, che tenga insieme i vari
ingredienti della fiction di genere, dal nero al fantastico, dall’ipertecnologico allo psicologico, dall’esoterico al sociologico. È l’insieme degli elementi che c’interessa. Per cui, è semplice: basta che un testo abbia difficoltà a essere classificato ed è già in buona posizione!
Veniamo ora al Kremo scrittore. Di recente è uscito il tuo ultimo libro, Le cronache di Leg Horn, che ci porta in una Livorno anomala dove gli umani convivono con insetti e crostacei giganti. Ci hai mostrato, ancora una volta, che il senso di meraviglia si può annidare anche a pochi chilometri da casa nostra. Cosa ne pensi della situazione attuale del fantastico italiano? C’è ancora una forte esterofilia o stanno emergendo tratti peculiari nei temi e nelle ambientazioni?
LUKHA B. KREMO: L’Italia soffre di una forte esterofilia letteraria fin dal Dopoguerra; estorofilia che si è ridotta negli ultimi anni, soprattutto per il mainstream e per il mondo del giallo. Un po’ meno è successo per la letteratura fantastica. Le cose cambiano, ma molto lentamente, ma sono fiducioso che la direzione della rivalutazione degli italiani sia stata intrapresa. Vero è che bisogna ripescare autori del passato recente, da tenere come riferimenti, che sono difficili da reperire perché a suo tempo sottovalutati, ma è necessario farlo se
vogliamo aumentare il livello medio della scrittura di genere in Italia. Abbiamo già visto gli eccellenti risultati nel giallo e qualche esempio nel fantastico, ma sono ancora troppo pochi. Ambientare una cosa in Italia non è un fatto di campanilismo, ma di profonda conoscenza dei luoghi. Soltanto se conosci l’anima di un luogo puoi farla trasparire da ciò che racconti.
Abbiamo accennato a Pulphagus, romanzo con cui hai vinto il Premio Urania. Di recente è tornato a
nuova vita con una graphic novel che hai realizzato utilizzando AI generative per le immagini. Raccontaci
qualcosa su questo tuo esperimento, le difficoltà che hai incontrato e più in generale un tuo giudizio
sull’utilizzo delle AI.
LUKHA B. KREMO: Ho prima cercato un “umano” che illustrasse Pulphagus®, che secondo me si prestava molto bene a una riduzione a fumetto. Un professionista, per una sceneggiatura da circa 80 tavole da colorate c’impiega quasi un anno, per cui il prezzo è più o meno quello di uno stipendio di questo periodo, oppure c’è chi si
accontenta di meno, ma ovviamente non riesce a farlo in quei tempi perché nel frattempo deve lavorare a
qualcosa che gli dia uno stipendio. Quando è uscita la prima release di Midjourney nel 2022, ho cominciato a smanettare e ho dedotto che se ci avessi lavorato un po’, avrei superato tutti i problemi che aveva (e che ancora ha). Quindi ho scritto una sceneggiatura e ho fatto disegnare una vignetta per volta. Per ottenere il risultato voluto (stile, atmosfera, volti e ambienti) sono servite centinaia di tentativi (prompt), trucchi del mestiere, grosso lavoro di editing e una piccola flessibilità della sceneggiatura. Risultato: 1 anno di lavoro. Quindi non una “scorciatoia”, ma un esperimento, per capire come si possa interagire con le IA e come la IA possa e debba essere utilizzata, ovvero come uno strumento che coadiuvi l’operato. Il grosso problema è che la gente si ferma al primo o secondo clic, non fa alcun edit, spesso non ha la più pallida competenza grafica e le multinazionali guadagnano su questi mettendo in difficoltà i veri artisti. Non sono certo pentito di ciò che ho fatto, nella mia concezione i mezzi di produzione dovrebbero essere in mano a chi li usa, per cui è necessario prima conoscerli bene.
E in questo momento su cosa stai lavorando? Ci puoi dare qualche anticipazione sui tuoi prossimi libri o
sulle prossime uscite Kipple?
LUKHA B. KREMO: Sono al termine di un titanico lavoro che mi ha preso 4 anni: l’Atlante delle Micronazioni, degli Stati e dei territori anomali, un mattone di quasi mille pagine, illustrato, che presenta più di 800 “Stati fantasma”. Parlarne bene necessiterebbe un’intervista a parte, per cui, spero almeno possa stimolare la curiosità. Sulla narrativa pura sto lavorando a un romanzo piratesco in un Ducato di Toscana del “futuro medioevo”.
Veniamo alla nuova edizione di Minuti Contati che eccezionalmente sarà martedì sera, 22 aprile. Scrittrici e scrittori si confronteranno su un tema scelto da te, con un limite di 3.000 caratteri e pochissimo tempo a disposizione. Cosa ti aspetti da questi racconti? E cosa puoi dirci sul tema, senza svelare troppi dettagli?
LUKHA B. KREMO: Un suggerimento è stato tracciato in una delle precedenti risposte, cercate bene. Mi aspetto brillantezza e originalità, pochi cliché, poca incoerenza. I fatti strani non sono quelli fantastici, ma quelli che avvengoino nella realtà che, come sappiamo, spesso supera la fantasia.
Bene, siamo giunti al termine con le nostre domande. Ti ringraziamo per la disponibilità e invitiamo tutti e
tutte alla Lukha B. Kremo Edition!