Quattro chiacchiere con Massimo Tivoli

(Intervista condotta da Giuliano Cannoletta)
 
La guest star di maggio è una penna ben nota a chi frequenta l’Arena da un po’, un autore con un
posizionamento più che discreto nel Rank All Time grazie alle tante finali e ai cinque podi conquistati.
Stiamo parlando di Massimo Tivoli, che ha da poco raggiunto gli scaffali delle librerie con il suo romanzo
Il dilemma del carnefice pubblicato da Giunti.
 
Massimo, bentornato su Minuti Contati. Presentati come preferisci, come lettore e scrittore.

 
MASSIMO TIVOLI: Sono un professore universitario con la passione per la narrativa, soprattutto di genere thriller-giallo-noir. M’interessano gli aspetti più oscuri dell’animo umano. Credo che siano i più autentici, perché spesso alimentati da un’emozione primaria, una reazione istintiva che, in quanto tale, non è controllabile né
dissimulabile: la paura. Come scrittore sono un po’ uno specchio del mio essere lettore. Non riesco a raccontare storie che non riflettano i miei gusti letterari. Piacere a tutti è una chimera, tanto vale scrivere per chi ha gusti affini ai miei.
 
Partiamo da questo traguardo straordinario, il tuo romanzo appena uscito. Il dilemma del carnefice era già stato finalista (con un altro titolo) al Premio Tedeschi e infine è approdato nel catalogo di Giunti. Come sei arrivato a pubblicare con un editore così importante?
 
MASSIMO TIVOLI: Molto semplice: tramite l’invio spontaneo del dattiloscritto; nessun agente letterario o contatto “amico”. Dopo cinque settimane, ho ricevuto la bella notizia. Facile, no? In realtà, dietro le quinte, ci sono dieci anni di gavetta, di studio e pratica della scrittura, tanta sperimentazione e, soprattutto, l’essermi affidato a chi ne sapeva più di me. Mi riferisco all’editor (Diego Di Dio) che mi ha seguito per la stesura finale del testo inviato al Tedeschi, e agli editor di Giunti (Nicoletta Verna e Claudio Conti) che mi hanno aiutato a tirare fuori il massimo potenziale del romanzo.
 
Tra i tuoi successi spiccano ben due vittorie (nel 2020 e nel 2022) nel premio Termini Book Festival, grazie a cui hai portato il tuo racconto Pia nella bolla sulle pagine del Giallo Mondadori. Qui a Minuti Contati conosciamo bene il TBF e abbiamo avuto modo di collaborarci più volte. Che consigli daresti a chi volesse provare a cimentarsi con questa sfida?
 
MASSIMO TIVOLI: Assicurarsi di conoscere il terreno di gioco. Leggere i racconti vincitori delle edizioni precedenti oltre che essere forti lettori di gialli (anche thriller e noir). Del resto, si viene pubblicati sul Giallo Mondadori. Poi, non accontentarsi della prima pensata, nemmeno della seconda… bisogna concepire una storia che abbia del potenziale (narrativo, editoriale), un’idea forte. Una volta che si è verificato di avere davvero qualcosa di interessante da raccontare, scrivere il racconto nel miglior modo possibile e, qui, spesso, bisogna affidarsi a un editor professionale (uno bravo però). La sfida va affrontata con consapevolezza. Se non la
si ha, bisogna prima costruirsela.
 
Siamo certi che queste pubblicazioni siano solo l’inizio e che stai covando tante altre storie che aspettano
il momento giusto per venire fuori. C’è già qualche nuovo progetto a cui stai lavorando? Ti va di darci qualche anticipazione?

 
MASSIMO TIVOLI: Sto pensando a un possibile sequel de Il dilemma del carnefice, ma sono ancora nella fase di brainstorming con me stesso. Ho qualche personaggio, alcuni flash di scena, ma devo ancora inquadrare il
disegno completo. Nel frattempo, sto lavorando a un racconto breve per un’antologia con un editore a cui
sono affezionato. Si tratta di un thriller storico che, per quanto breve, rappresenta una bella sfida narrativa.
 
Tu hai frequentato l’Arena di Minuti Contati per diversi anni, scrivendo ottimo racconti, molti dei quali
sono pubblicati in Vetrina. Che importanza ha avuto l’esperienza su MC nel tuo percorso di crescita come
scrittore?

 
MASSIMO TIVOLI: MC è una buona palestra di scrittura. Stimola la capacità di improvvisazione, dote che io non ho. Quindi, da questo punto di vista, per me, è stata utile. Poi, se è vero che bisogna saper scrivere, è ancora più vero che bisogna saper leggere. Giudicare un testo andando oltre quello che è il mero gusto personale non è per tutti: richiede preparazione ed esperienza. Infine, MC aiuta a digerire le critiche, a maltrattare il proprio
ego. Impazienza ed ego pronunciato sono i peggior nemici di uno scrittore.
 
Come sai bene, gli aspetti centrali di Minuti Contati sono la critica costruttiva e il confronto reciproco,
elementi imprescindibili per crescere e maturare come autori. Come vivevi il momento dei commenti e delle critiche ai tuoi racconti quando scrivevi su Minuti Contati?

 
MASSIMO TIVOLI: Considerata la mia gavetta, il fatto che ho sempre avuto a che fare con le strigliate degli editor, già da quando partecipavo alle gare di MC, ho sempre incassato le critiche con serenità, anche quando arrivavano da partecipanti che dimostravano di “non saper leggere” (vedi risposta precedente), cosa che è inevitabile in un contesto come MC, dove è sacrosanto e giusto che ci sia chi è più esperto e chi lo è
meno. Alcune critiche le ho fatte mie e mi hanno aiutato a crescere, altre non avevano proprio ragione di
essere, ma anche capire questo è una forma di crescita. Non a caso non sono mancate le edizioni in cui il
giudizio della guest star ha completamente ribaltato quello dei partecipanti. Ci sta, è tutto normale in un
contesto come MC.
 
Lunedì sera, 19 maggio, gli autori e le autrici che si stanno cimentando nella Dodicesima Era si troveranno faccia a faccia con il tema che hai scelto e dovranno affrontare la temibile pagina bianca (digitale) per scrivere un racconto di 4.000 caratteri in poche ore. Una sensazione che di certo ricorderai bene. Te come affrontavi il momento della scrittura su MC? Che consigli ti senti di dare, da ex partecipante, per affrontare questo momento nel migliore dei modi? E, da giudice, cosa ti aspetti dai racconti e quali elementi di una storia possono fare colpo su di te?
 
MASSIMO TIVOLI: Non fate come me: raramente ho affrontato un’edizione di MC in orario. Spesso leggevo il tema un’ora o due dopo la sua pubblicazione, accollandomi un bel deficit. Concentratevi sull’idea, non scrivete la prima cosa che vi salta in mente nel primo modo che vi viene: in genere è quasi sempre una boiata, eccezioni a parte, s’intende. Da giudice – parola che non mi si addice – mi aspetto racconti che sappiano sorprendermi proprio per l’idea. Parliamoci chiaro: a meno che non ci chiamiamo Scerbanenco, in 4.000 caratteri, è davvero improbabile colpire con la storia, l’intreccio, e ancora di più lo è con i personaggi. Quindi cosa resta? Stile e idea. Ma se scriviamo di corsa, sotto la spinta dell’improvvisazione, è facile che lo stile vada a farsi
benedire. Quindi abbiamo chiuso il cerchio: datemi un’idea che mi fulmini.
 
Un’ultima domanda che poniamo a tutte le nostre guest. Cosa puoi dirci, senza svelare troppo, del tema
che hai scelto per la tua edizione?

 
MASSIMO TIVOLI: Mi affido al monologo iniziale di uno dei miei film preferiti, Match Point: «Chi disse preferisco avere fortuna che talento percepì l’essenza della vita, la gente ha paura di ammettere quanto conti la fortuna nella vita, terrorizza pensare che sia così fuori controllo. A volte in una partita la palla colpisce il nastro e per un attimo può andare oltre o tornare indietro, con un pò di fortuna va oltre e allora si vince, oppure no e allora si perde.»
 
Bene, siamo giunti al termine con le nostre domande. Ti ringraziamo per la disponibilità e invitiamo tutti e
tutte alla Massimo Tivoli Edition!

 
MASSIMO TIVOLI: Grazie a voi per l’opportunità. E in bocca al lupo a tutti partecipanti. Che vinca il migliore!

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