Chiacchierando con Elisa Emiliani

Ciao Elisa e grazie, a nome di tutta la comunità di Minuti Contati, per avere accettato il ruolo di guest star per l’edizione di gennaio del nostro contest principale. Ti teniamo d’occhio da quando, a Stranimondi 2018, abbiamo scoperto che saresti stata presto pubblicata da Zona42, casa editrice che apprezziamo molto. Pensavamo di coinvolgerti una volta uscito il tuo romanzo, ma ci è sembrato di buon auspicio, per noi e per te, iniziare l’anno nuovo, il 2018, con una giovane e promettente, tu, scrittrice al suo esordio.
 
ELISA: Ciao Maurizio, ma grazie a te! È stata davvero una bella sorpresa, questa proposta, e una bella scoperta quella del contest.
 
Edition
 
Potrei chiederti di parlare di te, della tua vita, di cosa fai, di chi sei, ma preferisco condensare il tutto in due semplici parole seguite da un punto interrogativo: perché scrivi?
 
ELISA: Perché amo le storie e le fessure tra i mondi. Alle superiori era la filosofia che soddisfava la brama di incunearmi in altre dimensioni di senso. Così all’università ho scelto la facoltà di filosofia, che è stata per me una terribile delusione (l’università, non la filosofia), e ho elaborato il lutto mettendomi a scrivere romanzi.
 
Le tematiche che trattiamo ci contraddistinguono, pertanto non starò a chiederti perché le tratti, ma di descrivercele, spiegarcele, introdurcele.
 
ELISA: Questa domanda mi costringe a fare una bella autoanalisi. Di primo acchito direi: amicizia e resistenza. Nel senso di rapporti umani che si sviluppano o modificano in circostanze estreme, oppure che sono motivo di azione in circostanze estreme. Dove le circostanze estreme vanno dal totalitarismo corporatista, come in Cenere, alla ruggine che corrode il mondo, in un altro mio lavoro. Incubi che filtrano in un mondo quasi reale e costringono le persone a reagire.
 
Elisa
Elisa Emiliani, guest star della 124° Edizione di Minuti Contati
 
Su Minuti Contati le voci dei vari autori e autrici sono variegate e, molto spesso, ben identificabili. Il confronto, anche duro, porta determinate voci a rafforzarsi, altre a modificarsi verso delle forme più personali e proprie. Ecco, il confronto. L’esperienza è comune: nasciamo in un piccolo stagno, impariamo a conoscerlo, dominarlo. Scriviamo a ci leggono amici e parenti e il più delle volte tutto va bene perché, si sa, se a leggerti è chi ti conosce e ama, allora sorrisi e complimenti non mancheranno mai. Poi si fa quel passo che ci porta nello stagno un po’ più grande, il lago, e vi troviamo pesci più grossi e variegati, con le nostre stesse passioni e interessi. Ed ecco un diverso tipo di confronto perché a questo livello nessuno ti regala nulla, se davvero ti rispetta. A questo punto si gioca la partita più importante: c’è chi si ritrae e torna nello stagno, chi accetta il confronto e scopre la ricchezza che da esso ne deriva, chi vive il tutto in modo ancora diverso e personale. Tu che tipo di pesce sei?
 
ELISA: Sicuramente sono un pesce introverso. Non asociale, assolutamente, ma talvolta mi riesce difficile far comunicare mondo interiore e mondo reale. Scrivere è un buon metodo. Fatta questa premessa, nonostante il mio profilo INFJ, amo il confronto e penso che sia fondamentale per crescere. Da che ricordi ho sempre cercato persone con cui confrontarmi, all’esterno della cerchia ristretta di familiari e amici che (non ringrazierò mai abbastanza l’universo per questo) mi appoggiano qualunque cosa decida di fare. Questo è il motivo che mi ha spinto a candidarmi in Bottega di Narrazione l’anno scorso, e infatti il confronto/scontro con i tutor e i colleghi ha innescato un processo di distruzione e ricostruzione molto positivo.
 
E sguazzando sguazzando, eccoci al tuo romanzo d’esordio. Ci hai già parlato delle tue tematiche, ora parlaci di Cenere: dal primissimo pensiero che hai avuto a riguardo fino alla sua gestazione e arrivo a Zona42 e da lì a oggi e alla sua forma definitiva, quella che noi tutti leggeremo.
 
ELISA: L’idea della storia è nata quando mi sono chiesta come avremmo reagito, le mie amiche di scuola ed io, se fosse arrivato qualcosa di brutto e pericoloso, a livello politico e sociale, a sconvolgere la nostra cittadina di provincia.
L’ambientazione invece viene dalle lunghe conversazioni con un’amica che all’epoca si interessava di programmazione e privacy informatica. Una di quelle persone che ti convince a mettere un cerotto sulla telecamera del computer, per intenderci. Le nostre conversazioni vertevano su questo: si dice che il controllo governativo non crei problemi a chi non ha niente da nascondere, e può anche essere vero finché il governo è democratico. Ma mettiamo che invece venga intercettato tutto quello che si dice, e che si scrive, e che al governo ci sia un regime totalitario.
Ecco, da questi due elementi è nato il romanzo, che ho scritto in un villaggio spagnolo di 3000 anime, ribattezzato dai suoi stessi abitanti “Il pozzo” o anche “Mordor”. Ho vissuto lì per un anno con la sola compagnia di una ragazza lettone che meditava dalla mattina alla sera, quindi avevo molto tempo per scrivere, diciamo, e anche un po’ nostalgia di casa. Questo era nel 2016. Ho poi fatto la Bottega di Giulio Mozzi e ho inviato Cenere in Zona42 a settembre 2017. C’è stata una telefonata con Giorgio che mi ha dato degli ottimi suggerimenti, quindi ho rimesso mano al romanzo (aggiungendo per esempio 100.000 battute) e ho inviato una seconda versione in primavera 2018. Poi me ne sono quasi dimenticata finché Giorgio mi ha richiamato, lo scorso settembre, dicendo che lui e Marco mi volevano parlare e presentare l’uscita del libro a Stranimondi. Ero per strada, m’è preso un colpo.
Da quel momento ci siamo scambiati dei file, apportando modifiche più o meno corpose (l’ultimo file era “Cenere V”). L’ultimissima revisione invece l’abbiamo fatta insieme, nella famigerata Soffitta della Zona. E questo è quanto, tutto il resto è ansia!
 
Cenere
La copertina di CENERE, edito da Zona42
 
Ecco, a proposito di LEGGEREMO… L’ironia. Ti leggeremo, ma a questo giro sarai probabilmente tu a leggere per prima gli autori di Minuti Contati. Non preoccuparti e vai secca con i commenti: i minuticontatini sono quel genere di pesci che più li colpisci duro e più si divertono a sguazzare, destinazione il grande oceano. Parlando dunque dell’edizione, eccoci alla scelta del tema. Concerne le tue tematiche? Senza spoiler alcuno, cosa ti aspetti di leggere?
 
ELISA: Concerne le mie tematiche, direi proprio di sì e ancora più a monte coinvolge per me una questione di metodo, ovvero: cosa fa una persona normale in circostanze anormali. Di solito faccio una riflessione di questo tipo prima di costruire i personaggi e la trama.
Mi aspetto di leggere… incubi (hehehe).
 
E ora prova a metterti nei panni di chi il 21 gennaio accederà al forum alle 21.00 di sera per scoprire il tema. Quattro ore di tempo e un limite massimo di caratteri da rispettare, consegna all’una. Tre opzioni: 1) hai tutta la serata per te e ti ci puoi dedicare in toto, 2) hai la palestra (prove del teatro, allenamento di basket, figli da mettere a nanna) e prima delle 23.00 non ti ci potrai mettere, 3) il giorno dopo hai la sveglia alle 5 e devi andare a dormire ASSOLUTAMENTE per le 23.00. Ecco: come affronteresti le tre situazioni sopra descritte (che piuttosto semplicisticamente riassumono quelle in cui, di volta in volta, si trovano i minuticontatini) per arrivare a scrivere il migliore racconto possibile?
 
ELISA: Uhm, sicuramente i frequentatori del forum hanno più esperienza di me in questo campo. Dovessi affrontare la sfida, a livello di strategia segmenterei il tempo, in tutti e tre i casi. Dedicherei ad esempio un quarto del tempo al brainstorming, due quarti alla prima bozza, un quarto all’editing. Visto il numero massimo di caratteri e il poco tempo cercherei di portare avanti una storia molto pulita, forse scegliendo un punto di vista particolare, o un narratore particolare. Ma davvero, sono solo supposizioni.
 
Dismetti infine i panni del partecipante e torna a indossare quelli della guest star: come pensi che ti approccerai ai finalisti? Su quali aspetti tenderai a concentrarti di più nel commentarli e giudicarli?
 
ELISA: Cercando di essere il più possibile utile, esprimendo opinioni sincere (mai stroncature, per carità), forse proponendo suggerimenti di editing. Gli aspetti che in generale mi interessano di più quando leggo sono i rapporti: tra i personaggi; con l’ambientazione; causa-effetto.
 
E infine, ultima domanda che è più un invito a una sfida: se in futuro dovessimo riuscire a organizzare un’edizione dedicata alle guest star, saresti della partita? Tranquilla, sono anni che accarezziamo l’idea, ma ancora non l’abbiamo messa in opera.
 
ELISA: Beh, sì, mi piacerebbe. Mi piacerebbe partecipare in generale. Il problema più grosso è che vivo senza wi-fi in una specie di buco nero dove prende pochissimo anche il cellulare (chiamasi Brisighella), ma suppongo che potrei chiedere ospitalità a qualche amica “di città”!
 
Bene, siamo giunti al termine di questa breve chiacchierata. Elisa, ti ringraziamo una volta ancora per la tua disponibilità e buona EMILIANI EDITION di Minuti Contati, la 124° della nostra storia!
 
ELISA: Grazie a te e alla community di Minuti Contati. È davvero un onore far parte di questo progetto. Buona scrittura!

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