Colori diversi (Antologia Digitale)

NB: nell’approcciarvi alla lettura di questi racconti tenete bene a mente che gli stessi sono stati scritti dai loro autori in un tempo molto limitato e con un limite di caratteri fissato a un massimo di quattromila. In seguito, gli autori non hanno potuto, da regolamento, operare correzioni. Perdonerete quindi eventuali refusi mentre potrete apprezzare la straordinaria capacità di creare queste storie dal nulla e in condizioni molto variabili che possono andare dai genitori che scrivono mentre cantano le ninne nanne ai loro bambini ai pendolari che digitano dagli smartphone rientrando, la sera tardi, dal lavoro. Pura potenza, insomma.

 
Care amiche e amici, per la prima volta in vita mia scrivo una prefazione e, a onor del vero, non so nemmeno che diamine debba infilarci dentro. Posso dirvi che assieme a Maurizio Ferrero mi sto divertendo come un pazzo a buttar giù idee e a leggere i racconti che ne scaturiscono.
 
Qui trovate la crema spumosa sulla sommità della tazzina, il succo setacciato delle menti più creative del mondo civilizzato, i deliri di alcuni eroi che la sera del 21 giugno si sono piazzati davanti alla loro tastiera, con sprezzo del pericolo, per scrivere in un tempo risicato una storia che rientrasse nelle 1300 battute. Una sfida in grande stile in cui si era costretti a centellinare ogni sillaba per poter tirar fuori un racconto rientrando nel crudele limite imposto dal nostro insostituibile Antico. Il primo dei tre contest estivi cadeva proprio nel mese dell’orgoglio lgbtq+ e io e Maurizio volevamo immergerci in un fiorire di arcobaleni potenti che spazzassero via pregiudizi e discriminazione, per cui abbiamo scelto per i guerrieri di MC il tema “Colori diversi”.
 
Il risultato è andato ben oltre le nostre aspettative: per alcuni i colori hanno assunto la tonalità brillante del ricordo contrapposta al colore opaco del dolore (Ricordi di famiglia di Giorgia D’Aversa); per altri i colori sono diventati causa di conflitto (Papaveri e lavanda di Debora Dolci); c’è stato poi chi ha parlato di guerra e del colore delle divise (Notte di tregua di Giuliano Cannoletta e WWT di Luca Fagiolo) e c’è chi ci ha fatto capire che, alla fine, una divisa vale l’altra (Se c’è la neve di Michael Dag Scattina). Ma i colori sono anche quelli del razzismo (Furcifer di Morena Bergamaschi), dei ricordi di una mente consumata dalla malattia (Blu oltremare chiaro di Andrea Lauro), delle maglie di due squadre di calcio in perenne conflitto (Derby familiare di Mario Mazzafoglie), delle ordinanze per la gestione della pandemia (Infrazioni di Edoardo Foresti). Poi ci sono i colori che non tutti possono vedere (Colori diversi di David Galligani), quelli che almeno all’apparenza si nascondono nell’occhio di un nemico imbattibile (Demonio! di Alessio Vallese) e quelli di pietre e gemme (Tramonto di Giacomo Puca).
 
La prima avventura come commentatore e giudice finale si conclude con una bellissima rosa di racconti. Grazie ragazzi, continuate a essere una delle poche occasioni di divertimento nella vita di un povero vecchio!
 
Wladimiro Borchi

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