Due parole con Daniele Picciuti

Daniele Picciuti, classe 1974, finalista a molti concorsi letterari di genere, tra cui Il Sentiero dei Draghi e Short Kipple, vincitore del Premio NASF 6 (2010), terzo classificato al Premio Algernon Blackwood (2011), Creatore di Minuti Contati, Presidente dell’Associazione Culturale Nero Cafè, direttore editoriale e curatore delle pubblicazioni digitali di Nero Press Edizioni, giornalista, Capo redattore del magazine Knife e del portale Nero Cafè, autore di romanzi e racconti di genere horror, fantasy, fantascienza thriller e grottesco. Hai trovato la stanza dello spirito e del tempo o ti sei fatto realizzare dei cloni con cui ti smezzi il lavoro?

Daniele Picciuti: Non so come tu l’abbia scoperto. Ero certo di aver coperto bene le mie tracce, ho diversi laboratori segreti dove, giornalmente, i miei cloni lavorano sotto minaccia di essere cancellati con un semplice “Invio” premuto su una tastiera. Scherzi a parte, ho un po’ abbandonato i concorsi, proprio per mancanza di tempo, e perché ormai preferisco dedicarmi ai romanzi più che ai racconti.

Ha da poco visto la luce la tua ultima fatica “Cursed Sails – I pirati di Port Royal“. Ce ne puoi parlare?

Daniele PicciutiCursed Sails nasce dalla voglia di dar sfogo alla mia fantasia creativa. Era parecchio tempo che ci pensavo, avevo questa idea di trasporre l’horror in un’ambientazione piratesca, e alla fine l’ho fatta uscire fuori dalla mia testa. C’è di più, I Pirati di Port Royal è solo il primo libro di una saga, ho già quasi finito anche il secondo romanzo. L’idea di fondo è creare un universo piratesco con storie e personaggi ricorrenti che, di volta in volta, interagiscano con altri nuovi di zecca. Il tutto, connotato da elementi sovrannaturali di vario tipo, ma che saranno per lo più riconducibili all’horror.

Cosa rappresentano per te i pirati?

Daniele PicciutiNon è tanto quello che rappresentano quanto ciò che mi consentono di fare. Unire la storia e l’avventura all’horror, ai sentimenti, a una commistione di genere che – da sempre – è la mia vera passione. Come dimostra Nero elfico (romanzo fantasy/bizzarro fiction uscito anni fa con Watson edizioni e di prossima riedizione in self publishing), vincitore del Premio Cittadella, è una roba che – credo – mi riesce abbastanza bene. Di sicuro mi diverte. Più in generale, i pirati racchiudono quell’idea di libertà e ribellione che, al giorno d’oggi, sembra più un mito che una possibilità. Viviamo in una realtà ipercontrollata e controllante, con i social che costituiscono al tempo stesso un modo per arrivare ovunque e a chiunque ma, per contro, ti espongono di più e puoi trovare più facilmente opposizioni, critiche, che a volte si trasformano in vere e proprie esplosioni di astio. Provateci con un pirata, e poi vedrete che fine faranno le vostre manine, quelle piccole armi improprie da tastiera!

Se non ho capito male il romanzo è uscito in self. Curioso per il direttore editoriale di una casa editrice. Il motivo di questa scelta? Quale piattaforma hai usato per produrre il tuo libro?

Daniele PicciutiCurioso, sì. Ci ho messo un po’ a maturare tale decisione. Per farla breve, però, devi sapere che ho tantissimi romanzi pubblicati negli anni con altri editori di cui, ormai, ho riavuto i diritti. E ne ho qualcuno mai edito, che ho visto e rivisto più volte nel corso del tempo. Non volevo morissero lì, perciò ho pensato al self. Ma volevo pensare anche a qualcosa di nuovo, e Cursed Sails è la prima saga che ho voluto esplorare. Mondo di Guerrafondai – quella di cui Nero elfico è il primo libro – è la seconda. C’è pure un altro discorso, meramente economico: come autore, le percentuali di guadagno presso piccoli editori indipendenti sono irrisorie. Molti lavori in self, invece, ti permettono introiti maggiori, nel tempo. L’obiettivo è quello di trasformare la scrittura in un mestiere e col self la possibilità è più concreta, anche se sarà un processo lento, non certo qualcosa che si possa ottenere dall’oggi al domani. E poi, per me che sono iperprolifico, il self è l’ideale: niente vincoli con gli editori, niente opzioni, prelazioni, nessun paletto che ti costringa a non far uscire qualcosa perché altrimenti si sovrappone ad altre pubblicazioni. C’è libertà, in questo.

Per rispondere all’altra tua domanda, ho scelto Amazon ovviamente, che permette di pubblicare in vari formati e, soprattutto, consente il print on demand. E poi non c’è, al momento, una piattaforma che abbia un così ampio pubblico come Amazon.

Come si fa a proporre un lavoro a Nero Press, un tempo esisteva la black window… adesso?

Daniele PicciutiNero Press sta attraversando un periodo di grandi mutamenti. La crisi si è abbattuta sull’editoria come su tutto il resto e abbiamo dovuto fare scelte difficili. La Black Window ha riaperto nel periodo estivo per le sole pubblicazioni in ebook. Per il cartaceo temo ci sarà da aspettare parecchio, avendo una certa coda da smaltire. Vorrei lanciare un appello a chi ci segue e ama i nostri libri: supportateci, parlate di noi, linkate cose nostre a chi pensate possano piacere i libri Nero Press, perché c’è davvero bisogno di lettori in questo momento. A ogni modo nei mesi a venire leggerete tutte le novità su cui – per ora – preferisco mantenere un certo riserbo (suspense, rullo di tamburi…)

Come sai bene su Minuti Contati il confronto e la critica sono due momenti fondamentali, ma talvolta anche difficili da gestire e vivere. Tu come vivi il confronto con altri scrittori? E come la critica?

Daniele Picciuti: Da quel che ricordo l’ho sempre vissuta in modo costruttivo, la critica. Io stesso, nei commenti a lavori altrui, cercavo di costruire più che distruggere. Insomma, è importante. Da sempre ritengo le palestre letterarie un ottimo modo per approcciarsi alla scrittura. L’essenziale è non essere offensivi, mai, e – dall’altra parte – mantenersi umili e rispettosi dei giudizi altrui.

Raccontaci che cos’è per te la scrittura.

Daniele Picciuti:Scrivo da sempre. Mi serve, mi fa sentire bene. Ho attraversato lunghi periodi di standy by, e non per mancanza di idee – davvero, questo non è mai stato un problema per me – quanto per mancanza di tempo e voglia. Essere un editore ha in parte reciso l’aspirazione di scrivere per vivere, ma ultimamente sento di doverci riprovare. È un dovere innanzitutto verso me stesso, poi verso chi crede in me.

Hai progetti futuri che puoi condividere con noi o è troppo segreto?

Daniele Picciuti: Come ho detto, pubblicherò altre cose e le troverete tutte sul sito http://illupoelafenice.it dove sono presenti anche notizie sullo staff: siamo io e mia moglie, Laura Platamone, già editor di Nero Press e di molti autori e editori in qualità di freelance. Insieme formiamo una squadra affiatata, è stata lei a darmi la spinta a provare la strada del self publishing. In fondo, moltissimi autori scelgono questa via ma, a differenza della maggior parte di loro, noi abbiamo una formazione professionale di un certo spessore (Laura ha conseguito un master di editoria alla Luiss, oltre a tutta l’esperienza accumulata nel corso degli anni), cosa che ci permetterà di pubblicare libri ben fatti sia sotto l’aspetto grafico, sia sotto quello editoriale. Insomma, l’obiettivo è ridurre al minimo la differenza tra un libro de Il lupo e la fenice e uno edito da una casa editrice. Se conoscete i libri Nero Press potete farvi un’idea anche della qualità delle opere che vedranno la luce con questo marchio.

Siamo molto interessati alle routine degli autori: ci parli del tuo metodo di lavoro?

Daniele Picciuti: Bella domanda. Il mio metodo di lavoro è caos puro. Cioè, non fraintendermi, dopo aver pensato alla storia compongo una scaletta, ma le mie scalette hanno il magico potere di cambiare forma in corso d’opera. Il 90% delle volte, già dopo i primi capitoli, i miei personaggi prendono strade diverse dal previsto, e questo perché, quando mi metto alla tastiera, le dita vanno che è un piacere! Le parole che si compongono sullo schermo a volte fanno sì che un personaggio compia un’azione imprevista o dica qualcosa che ne innesca un’altra , fino a cambiare, a volte, il destino stesso di alcuni di loro. Ciò accade perché sono molto istintivo, scrivo di getto tutto il romanzo – sempre che riesca a non bloccarmi perché interrotto da altri impegni, come ad esempio l’editing di altri testi – e poi lo rivedo dall’inizio più e più volte. Infine, Laura ci passa su con la ruspa donando al testo la stesura finale.

Riguardo alla sfida che proporrai nella nostra arena, vuoi darci qualche piccolo indizio?

Daniele Picciuti:Ah non so se posso farlo. Se fossi un pirata vi ingannerei per portarvi fuori strada e trovare io il tesoro, così da tenerlo tutto per me. C’è un tesoro in premio, vero?

Questa era l’ultima domanda, ti ringraziamo per le risposte e per il tempo che ci stai dedicando. Per noi tutti è un onore averti come prima guest star di questa nuova serie di Sfide nell’arena di Minuti Contati!

Daniele Picciuti: Grazie a te!

Lascia un commento