Due parole con Silvia La Posta di Moscabianca Edizioni

Per questa edizione abbiamo la fortuna di avere come guest star e giudice Silvia La Posta di Moscabianca Edizioni, casa editrice del fantastico nata nel 2018 che si è posta il non facile obbiettivo di raggiungere con le proprie pubblicazioni anche chi non è fan della narrativa di genere.
 
Ciao Silvia e grazie di prestarti a giudicare i nostri racconti. Già che ci siamo ne approfittiamo per farti qualche domanda. Moscabianca è specializzata in generi di nicchia come bizzarro fiction, dreampunk e new weird. Secondo te come vengono visti oggi questi generi in Italia?
 
SILVIA LA POSTA: Ciao, e grazie a voi per avermi invitata! In Italia la narrativa di genere è stata per molto tempo considerata un prodotto rivolto all’intrattenimento e da importare più che da realizzare in casa, come se fosse una cosa diversa dalla vera “letteratura”. Negli ultimi anni, però, c’è stata anche da noi una riscoperta del fantastico e della fantascienza, seguita dal tentativo di riabilitare questi generi e restituire loro una dignità letteraria. In questa rivalutazione, secondo me, ha giocato un ruolo fondamentale il successo – rafforzatosi con la pandemia – di serie TV e saghe straniere che sono state in grado di conquistare, da noi come in patria, un pubblico eterogeneo, non più limitato allз appassionatз.
La conoscenza dei sottogeneri del fantastico rimane comunque ancora una prerogativa dellз lettorз “specializzatз”, anche se ho notato che nella piccola e media editoria si sta diffondendo la consapevolezza delle potenzialità di generi come weird e new weird nei confronti dellз lettorз attentз alle proposte di qualità e fuori dal coro. Se prima, infatti, le realtà editoriali generaliste sembravano restie a promuovere i propri titoli utilizzando l’etichetta del fantastico e di altri sottogeneri (o anche solo a includerli nel proprio catalogo), da qualche anno questo timore pare essersi affievolito, e anzi sembra quasi che le proposte di genere siano indice di quanto una casa editrice è al passo coi tempi.
 
Tra le vostre pubblicazioni ci sono diversi autori e autrici che qui su MC conosciamo bene. Secondo la vostra esperienza qual è il livello generale degli esordienti italiani?
 
SILVIA LA POSTA: In generale, nella nostra esperienza, le proposte dellз esordienti risultano ancora per la maggior parte a un livello non adatto alla pubblicazione. Questo perché, secondo me, in Italia c’è ancora troppa poca cultura della scrittura e della lettura: a differenza di altri Paesi, dove c’è la possibilità di cominciare a scrivere fiction nelle scuole superiori o prima, in Italia manca una consapevolezza dell’importanza della scrittura creativa e di come funziona l’editoria: basti pensare a quanta poca cognizione ci sia del valore formativo che hanno le riviste letterarie e le piattaforme come la vostra, e dell’utilità di un buon corso.
Per questo molte persone si approcciano all’editoria senza l’adeguata preparazione, pensando che basti aver scritto un libro per essere prontз per la pubblicazione (non a caso le case editrici a pagamento godono di buona salute).
Tuttavia siamo convinti che lo scouting nei confronti dellз autorз esordienti sia fondamentale per realtà come la nostra, e non solo – e lo dimostra la proliferazione di collane, case editrici e agenzie dedicate alle opere prime. La maggior parte dellз autorз nel nostro catalogo era al suo esordio, quantomeno sulla carta stampata. Di ottime penne, che non hanno nulla da invidiare a chi ha già diverse pubblicazioni alla spalle, ce ne sono moltissime; tutto sta nel portarle alla luce districandosi tra le centinaia di proposte che si ricevono ogni anno.
 
In un periodo storico in cui non si fa che dire che “si è già visto tutto” è più difficile cercare testi che sorprendano per originalità? Le cosiddette mosche bianche?
 
SILVIA LA POSTA: È difficile, sì, ma non impossibile. Dal canto mio, ho avuto la sensazione che ci sia la tendenza da parte di moltз autorз, soprattutto esordienti, a emulare modelli di successo, spesso provenienti dall’estero, con il risultato che le loro proposte si assomigliano. Un altro aspetto che ho notato è che in Italia si fa più fatica a trovare proposte particolarmente “spinte” dal punto di vista dell’immaginario, forse proprio per la scarsa familiarità col genere di cui parlavo nella prima risposta. Però, come dicevo, di voci e idee valide ce ne sono tante: magari non è sempre semplice trovarle, ma anche questo fa parte del gioco. Il vantaggio del fantastico è di non porre limiti all’immaginazione, quindi forse è più facile per chi scrive scovare sentieri inesplorati.
 
Come selezionate i vostri testi? Cosa non può mancare e cosa non può esserci in una vostra pubblicazione? E puoi dirci quante proposte editoriali ricevete generalmente?
 
SILVIA LA POSTA: In genere esaminiamo i manoscritti ricevuti o contattiamo direttamente lз autorз interessanti che abbiamo adocchiato altrove, e negli ultimi anni abbiamo iniziato a collaborare con le agenzie letterarie.
Crediamo che la narrativa di genere acquisisca valore nel momento in cui è capace di raccontare il mondo in cui viviamo. Per questo, ci interessano particolarmente le storie in grado di affrontare tematiche che riteniamo importanti e urgenti, come l’ecologia, l’antispecismo, il rispetto dei diritti umani e animali e l’inclusività, per citarne alcune. Quello che non può esserci nelle nostre pubblicazioni è ciò che va contro i nostri valori. Per il resto, sicuramente siamo più propensз a pubblicare autorз che dimostrano di possedere già una buona maturità dal punto di vista dello stile e dei contenuti, ma non abbiamo paura a lavorare su opere che invece richiedono uno sforzo di revisione maggiore.
Quante proposte riceviamo? Troppe… E lo dico perché alcune non sono neanche lontanamente compatibili con i generi che pubblichiamo (e qui torno al discorso della poca consapevolezza generale su come funziona il mondo dell’editoria). In media una dozzina a settimana. Naturalmente cerchiamo di valutarle tutte e di fornire un riscontro allз autorз, ma con le risorse di cui dispone un editore delle nostre dimensioni non sempre è possibile.
 
Se dovessi consigliare un approccio a Moscabianca per chi non la conoscesse ancora, quali libri consiglieresti di leggere per primi?
 
SILVIA LA POSTA: Difficilissimo scegliere! Dipende dal tipo di lettorə. A chi ha già familiarità con i generi che pubblichiamo consiglierei uno dei volumi del Ciclo dell’Uovo di Leo Munzlinger (probabilmente una delle proposte con la lore più originale nel nostro catalogo), oppure una delle antologie a tema. A chi invece cerca una lettura in cui la componente di genere sia meno marcata, suggerirei La trappola di Elisa Emiliani, Soffio di Giacomo Lopez o Niente di umano di Beatrice La Tella.
Poi ci sono i libri illustrati: quelli, grazie alla potenza delle immagini, riescono a dialogare facilmente con ogni tipo di lettorə.
 
copertina
 
Per noi di Minuti contati il confronto e la critica sono due momenti fondamentali e altamente formativi, ma di tanto in tanto sono anche momenti difficili e tesi da gestire e/o vivere. Come vivi il confronto con i tuoi scrittori? E come vivono loro i tuoi appunti?
 
SILVIA LA POSTA: Preciso che non mi occupo io di editare i volumi che pubblichiamo, però seguo il lavoro di revisione che lз autorз fanno con lз colleghз editor. C’è da dire che, come casa editrice, siamo piuttosto attentз al lavoro sul testo, e spesso, se necessario, proponiamo interventi approfonditi (suggeriti sempre nel rispetto del testo e di chi lo ha scritto) che possono risultare quasi traumatici per chi è alle prime esperienze con una realtà editoriale. Nonostante l’impegno richiesto, moltз autorз hanno apprezzato il nostro modus operandi perché hanno sentito di aver compiuto un percorso di crescita. Per questo vogliono continuare a pubblicare con noi, e questo non può che riempirci di gioia.
 
I partecipanti all’edizione di lunedì 20 marzo dovranno scrivere un racconto, su tuo tema, in un massimo di 3000 caratteri ed entro quattro ore. Immaginati nei loro panni: alle 21 ti colleghi al forum per scoprire il tema e poi? Come organizzi la serata e come procedi (prima delle 21 e dopo)? Insomma, come cercheresti di superare la prova?
 
SILVIA LA POSTA: Questa è la domanda più difficile! Non ho mai scritto fiction, per cui non ho mai vissuto in prima persona quel processo magico che fa germogliare l’idea nella mente di unə autorə e le fa prendere forma. Se per qualche motivo dovessi trovarmi a partecipare al concorso, penso che prima di aver scoperto il tema non farei granché, se non rilassarmi per avere la mente il più fresca possibile (e cenare presto per evitare la sonnolenza da digestione), mentre dopo cercherei di buttare giù una serie di idee, come dei brevi pitch, che andrei poi gradualmente a scartare fino a ottenere quella finale. A quel punto proverei a sviluppare una scaletta, cercando di prevedere il numero battute, dopodiché inizierei la stesura. Finita quella leggerei tutto, poi mi prenderei una pausa di almeno dieci minuti e farei altre due riletture. Quattro ore sono davvero poche, perciò spero di non essere stata troppo ottimista!
 
Ora torna a immedesimarti nelle vesti di Guest Star: dopo qualche giorno riceverai quelli che si saranno distinti come i migliori racconti tra i tanti. Come immagini di affrontarli, leggerli e giudicarli? Su cosa punterai l’attenzione con maggiore intensità? Cosa deve fare uno scrittore per catturare la tua attenzione e farti considerare il tempo della lettura come ben speso?
 
SILVIA LA POSTA: Di certo uno stile originale catturerebbe subito la mia attenzione, ma non basta. Sono curiosa di vedere come lз partecipanti interpreteranno il tema, e di scoprire se ci sarà qualche sorpresa. Quando l’ho scelto ho provato a immaginarne i possibili sviluppi, e mi piacerebbe trovare qualche proposta a cui non avevo minimamente pensato.
 
Un numero imprecisato di autori e autrici avranno quattro ore di tempo per dare il meglio di sé e creare qualcosa che tu possa considerare degno di essere letto. Tu sarai il timone della loro serata con il tema da te pensato: senza svelarcelo, vuoi darci qualche indizio a riguardo?
 
SILVIA LA POSTA: Posso dire senz’altro che è stato il primo che mi è venuto in mente per… deformazione professionale. Però non l’ho scelto a colpo sicuro, ma l’ho selezionato scartando una serie di altre idee. Ho cercato di individuare un tema che offrisse un discreto margine di interpretazione, in senso letterale o metaforico. E non ho potuto fare a meno di basarmi sulle suggestioni che amiamo come casa editrice e su quelle che interessano a me come lettrice.
 
Grazie per le tue risposte e per il tempo che ci dedichi. Per noi tutti è un onore averti come guest star nell’arena di Minuti Contati!
 
SILVIA LA POSTA: Grazie a voi, l’onore è mio!

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