Intervista a Lorenzo Marone
SPARTACO: Diamo il benvenuto a Lorenzo Marone, Guest Star di Minuti Contati per marzo 2016. È un piacere avere con noi un autore giovane, ma già consacrato. Un anno fa avresti pensato d’essere invitato a fare da giudice per un contest letterario? Cosa ti ha spinto ad accettare il nostro invito?
MARONE: Un anno fa non avrei pensato molte cose, che il mio romanzo fosse letto da così tante persone, che fossero venduti i diritti in dieci Paesi esteri, e che la mia storia ispirasse la realizzazione di un film. Come potevo mai immaginarlo? Ho accettato con piacere l’invito perché vengo dal vostro mondo, quello dei contest, dei racconti, dei premi letterari in giro per l’Italia. Un bagaglio che mi è servito tanto e di cui vado fiero.
SPARTACO: Sei più sorpreso di essere uno scrittore di successo o di avere una rubrica tua su La Repubblica di Napoli?
MARONE: La mia vera natura è scrivere romanzi, è quello che amo fare e che mi rende “felice”. La rubrica su La Repubblica è motivo di orgoglio oltre che un gran divertimento. E’ anche un modo per farmi conoscere di più e tenere in allenamento la fantasia.
SPARTACO: Napoli e Lorenzo Marone vivono la bellissima storia d’amore che trasuda nei tuoi romanzi?
MARONE: Napoli è la mia amata e odiata città. Se non fossi napoletano la mia scrittura non sarebbe la stessa. Dalla città credo di aver preso l’ironia, la malinconia di fondo con la quale conviviamo e che sappiamo tenere a bada con una battuta, la famosa “appocundria”, che è “La tristezza che ha il sonno leggero” e ogni tanto si sveglia .
SPARTACO: Laureato in giurisprudenza, hai praticato per quasi dieci anni come avvocato poi “un giorno” hai deciso che quella non era la tua strada e ti sei dedicato alla tua vera passione: la scrittura. Com’è nata questa decisione? C’è voluto più coraggio o incoscienza?
MARONE: Entrambe le cose. Il coraggio è sempre alimentato da una sana incoscienza. Sapevo che quella non era la mia strada, che sarei morto dentro a fare l’avvocato per tutta la vita, tra l’altro facendolo male, come ogni cosa che si fa senza interesse. È un po’ il messaggio de La tentazione di essere felici: troviamo il coraggio di cambiare, di scegliere, di ascoltare i nostri desideri più profondi, di essere più in contatto con il nostro vero Io, non sopravviviamo, ma decidiamo ogni giorno di tentare di essere felici.
SPARTACO: Presa la decisione saranno arrivate le prime difficoltà. Qual è stato l’ostacolo più difficile da superare per arrivare al primo romanzo?
MARONE: Ho fatto tanta gavetta, come dicevo, e il primo romanzo l’ho pubblicato con La Gru, un piccolo e bravo editore di Padova al quale sono grato perché è il primo a essersi accorto di me. Semplicemente ho spedito un’email e dopo qualche ora ho ricevuto una risposta. Prima di allora avevo inviato decine di email in giro, manoscritti un po’ ovunque, come fanno tutti. Poi dopo due pubblicazioni con editori minori, ho deciso che era giunto il momento di trovarmi un agente, sentivo la necessità di arrivare a un pubblico più grande. Quello è stato il periodo più delicato, ho impiegato diversi mesi per far leggere alla mia agente il primo capitolo de La tentazione di essere felici. Lei mi ha richiamato subito. Da lì in avanti, la strada è stata in discesa.
SPARTACO: Lorenzo Marone è anche un lettore. Quali sono i tuoi autori preferiti e quali quelli a cui ti ispiri?
MARONE: Mi piace la letteratura americana: Franzen, Cameron. Adoro Bukowski. Ed Elsa Morante. E leggo molti autori italiani contemporanei. Sul comodino ho Teste matte di Guido Lombardi, bellissimo!
SPARTACO: Scrivere vuol dire confrontarsi. Ogni parola impressa sulla carta è una parte di noi che gettiamo in pasto a critici di ogni risma. In questi anni avrai ricevuto decine di consigli: qual è quello a cui sei più affezionato? Quale dev’essere il mantra per un ragazzo che approccia la scrittura?
MARONE: Il consiglio migliore è arrivato dal mio editor: non fare come tutti, che tendono sempre ad alzare l’asticella, è il modo migliore per diventare un infelice. Il mio personale consiglio è di scrivere ogni giorno. E rileggersi. E leggere tantissimo. E imparare a farsi le spalle larghe abituandosi al giudizio delle persone e alla cattiveria gratuita che, purtroppo, non manca.
SPARTACO: La tentazione di essere felici (Longanesi) è il romanzo che ti ha fatto fare il salto di qualità, ma prima ci sono stati Daria (Edizioni La Gru) e Novanta. Napoli in 90 storie vere ispirate alla smorfia (Tullio Pironti Editore). Mentre scrivevi le avventure di Cesare ti rendevi conto dell’impatto che poteva avere nella tua vita o ogne scarrafone è bello ‘a mamma soja?
MARONE: Sapevo di star scrivendo uno dei miei migliori romanzi, ma non immaginavo che sarebbe stato poi letto da tutte quelle persone. E sono molto affezionato anche a Daria, che forse sarà ripubblicato.
SPARTACO: Tra Daria e La tentazione di essere felici sono passati pochi anni, eppure oggi vieni pubblicato in diversi paesi e il tuo ultimo romanzo è in mano a uno dei più grandi registi italiani che lo porterà al cinema. Quanto è cambiata la tua vita, quanto credi possa farlo e qual è la qualità che temi di perdere?
MARONE: Spero di riuscire sempre a scrivere libero da condizionamenti interni, di non iniziare ad ammiccare al lettore per esempio. La mia vita è cambiata, nel senso che adesso viaggio molto di più, ho imparato a parlare davanti a molta gente, ho fatto tante amicizie. La scrittura è stata un uragano. Come la nascita di mio figlio.
SPARTACO: Che effetto fa vedere La tentazione di essere felici nelle librerie dei più importanti stati europei?
MARONE: È una soddisfazione immensa, e una sensazione strana.
SPARTACO: Parlaci di Cesare Annunziata, il quasi ottantenne sociopatico (almeno a detta sua) che non riesce a chiudere nessuno fuori dalla sua vita. Ti sei ispirato a qualcuno in particolare? Quanto ti è piaciuto scrivere le sue avventure?
MARONE: Volevo parlare di rimpianti, scelte sbagliate e bilanci, perciò mi serviva un uomo che avesse già vissuto gran parte della sua vita. Non è un personaggio reale, è solo frutto della mia fantasia, ma è stato per certi versi liberatorio vestire i suoi panni e potersene fregare di piacere a tutti i costi.
SPARTACO: Un personaggio che mi incuriosisce molto è Sveva, la figlia di Cesare. È una donna in carriera che in apparenza ha una famiglia felice, ma è sempre tesa, maldisposta e passa la vita a cercare di controllare gli eventi. È un caso che faccia l’avvocato?
MARONE: No, non è un caso. Con questo non voglio dire che tutti gli avvocati sono come Sveva, ho solo cercato di descrivere una categoria di persone, quelle che spesso attraversano la vita senza accorgersene.
SPARTACO: In La tentazione di essere felici ci sono scene esilaranti, una su tutte per me rimarrà nella storia. La signora Vitagliano, Marino e Cesare affrontano il computer in un duello dal sapore antico (mi ha ricordato la lettera scritta a macchina da Totò e Peppino). Ma si trattano anche temi importanti come l’omosessualità e la violenza domestica. A conti fatti ti sei preso un bel rischio, ma ne sei uscito alla grande con un equilibrio perfetto. Quanto è stato difficile mantenere una narrazione leggera trattando questi argomenti? Non temevi potesse essere fraintesa in superficialità?
MARONE: È il mio stile, il mio punto di forza, se mi lasci passare la frase. Cerco di vivere con ironia e la uso nei miei scritti. L’ironia ti permette di affrontate tematiche importanti senza rischiare di diventare pesante, e di dire cose che altrimenti potrebbero risultare banali.
SPARTACO: Cesare e i suoi amici vivono a Napoli, non quella città fatta di droga, camorra e criminalità che vogliono farci vedere, ma in una metropoli europea. Perché si fatica a parlare del bello di questa metropoli?
MARONE: Perché la Napoli “normale” non interessa, non tira, non fa audience. Eppure esiste e io la racconto nei miei romanzi. Anche ne La tristezza ha il sonno leggero Napoli è solo sullo sfondo. Una città normale e bellissima. Perché Napoli è meravigliosa, ma non tutti lo sanno!
SPARTACO: La tentazione di essere felici diventerà un film, e se non bastasse questo per rendere l’evento straordinario aggiungiamo la regia di Gianni Amelio. È più la paura, l’orgoglio o la gelosia nel vedere “maneggiare” i tuoi personaggi? Avrai un ruolo nell’adattamento cinematografico?
MARONE: No, non avrò ruoli e non partecipo alla sceneggiatura. Sono solo lusingato che una mia storia sia stata fonte d’ispirazione per un grande regista come Amelio.
SPARTACO: Sentiremo ancora parlare di Cesare, della sua famiglia e dei suoi amici?
MARONE: Me lo hanno chiesto in molti. Non lo so, vorrei far conoscere ai lettori i tanti personaggi che ho ancora dentro. Però mai dire mai.
SPARTACO: Marzo è il mese in cui sei protagonista dell’ottantesima edizione di Minuti Contati, ma è soprattutto il mese in cui esce La tristezza ha il giorno leggero (Longanesi). Cosa ci puoi dire di questo nuovo libro?
MARONE: È un romanzo sulla famiglia allargata, che parla di come, a volte, le famiglie possano attribuirci dei ruoli da recitare di cui poi è difficile liberarsi. Di come sia indispensabile, se vogliamo davvero essere noi stessi, emanciparci da quel ruolo che non ci appartiene, e di come sia necessario ribellarsi all’amore di chi ci ha messo al mondo, perché spesso è proprio chi ci ama che ci dà il consiglio sbagliato.
SPARTACO: Lunedì 21 marzo il Tema da te scelto scatenerà la fantasia dei nostri utenti che si sfideranno nell’Arena. Come affronterai il ruolo di giudice?
MARONE: Da semplice lettore. I miei gusti di lettore influenzeranno la mia scelta. Come sempre. Giudico i miei scritti allo stesso modo.
SPARTACO: Nelle quattro ore a loro disposizione gli autori dovranno stupirti. Cosa ti aspetti di leggere? Qual è la caratteristica che non deve mancare in un racconto?
MARONE: Nel racconto conta l’idea più di altro. Ci vuole un’idea forte, e un finale che ti lasci a bocca aperta.
SPARTACO: Secondo la tua esperienza, avere una scadenza può aiutare la fase creativa di uno scrittore?
MARONE: Non lo so, so che bisogna imporsi di scrivere tutti i giorni, che non è vero che la scrittura è solo fase creativa, che c’è tanto lavoro dietro e che, come in ogni cosa, bisogna studiare, allenarsi tutti i giorni per migliorare. Se una scadenza ci obbliga a questo, meglio così.
SPARTACO: Siamo giunti alla fine di questa breve intervista. Noi di Minuti Contati siamo felici di averti come nostro ospite di marzo e sono certo che i nostri utenti lo saranno di conoscere meglio un autore come te. Grazie per il tempo che ci hai dedicato e buona fortuna per i tuoi progetti attuali e futuri.
MARONE: Grazie a voi per questa bella esperienza e in bocca al lupo a tutti! Fatemi divertire!