Intervista a Walter Lazzarin
Minuti Contati, il contest più veloce del web, riparte con la prima Edizione della Quinta Era e per farlo ha deciso di ospitare come Guest uno degli autori emergenti più interessanti del panorama letterario italiano. Siamo felici di presentarvi Walter Lazzarin, lo “scrittore per strada”.
SPARTACO: Ciao Walter e grazie per aver accettato il nostro invito. Dove sarai il giorno del contest, lunedì 19 settembre 2016?
LAZZARIN: Sarò a Rovigo al mattino, a Bologna nel primo pomeriggio e a Cagliari di sera.
SPARTACO: Noi ci siamo conosciuti al salone del libro di Torino. Mentre giravamo tra i soliti stand abbiamo notato un ragazzo seduto a terra che batteva a macchina e non abbiamo resistito alla curiosità di chiederti cosa ci facessi lì. Spiega ai nostri utenti qual è l’iniziativa che ti ha visto protagonista nell’ultimo anno.
LAZZARIN: Dal 12 ottobre sto girando l’Italia con una macchina da scrivere. Il progetto si chiama “Scrittore per strada”, ed è nato prima come idea per un romanzo. Il protagonista della mia storia era un ragazzo che decideva di girare l’Italia e di promuovere il suo ultimo libro andando di città in città, porta a porta. Ho raccolto dati e fatto conti, in modo da rendere credibile la trama. Quando ho capito che il ragazzo ce la poteva fare (benché non porta a porta), mi sono chiesto: E se lo facessi io anziché delegare un personaggio? E se lo facessi per strada, dove incontrerei decine e decine di potenziali lettori ogni ora?
SPARTACO: Cos’è un “tautogramma”?
LAZZARIN: Per me, è un’esca. I tautogrammi sono i racconti che regalo ai passanti per strada, per invogliarli poi a prendere il mio libro. Un esempio breve: Salgari scriveva sebbene si sentisse stanco, spossato; sarebbe stato sconveniente smettere: scrivere significava stipendio. Sostanzioso? Sufficiente, semmai. Si sostentava scrivendo soprattutto storie su Sandokan; si sbizzarriva sfoderando sciabole, scimitarre, si sfogava spegnendo sigarette sulla scrivania.
SPARTACO: Come per noi di Minuti Contati, il tuo fine è quello di promuovere, prima del tuo libro, la letteratura. Sei stato nelle piazze italiane da ottobre. Hai affrontato il freddo, la pioggia e il caldo torrido. Cosa ti ha spinto ad affrontare una simile impresa?
LAZZARIN: La voglia di farmi conoscere come autore. La voglia di riavvicinare la gente alla narrativa.
SPARTACO: Dagli ultimi aggiornamenti ho notato che ormai hai quasi finito il giro d’Italia e che la gente ti apprezza sempre più. Ma immagino non sia stato tutto rose e fiori. Hanno parlato di te le televisioni e i principali quotidiani, ma l’inizio dev’essere stato difficile. Come hanno accolto la tua iniziativa gli italiani? E le autorità locali?
LAZZARIN: In realtà è stato difficile solo all’inizio, perché avevo la macchina da scrivere in panne. Quando sono riuscito a sistemarla, la strada mi si è spianata.
Le autorità locali sono sempre state gentili con me. È stata una piacevole sorpresa.
(a Bari, un militare ha pure preso il mio libro mentre era in servizio)
SPARTACO: Un’avventura simile ti avrà messo in situazioni particolari, raccontaci un aneddoto che ti è rimasto nel cuore.
LAZZARIN: A Milano ho perso il portafoglio, e una ragazza fantastica me l’ha riportato.
SPARTACO: Sei partito da Padova e hai attraversato la penisola. Qual è l’equipaggiamento di uno “scrittore per strada”?
LAZZARIN: Telo da mare, cuscino da chiappe, trolley, macchina da scrivere. E tanti libri da piazzare. E da autografare con una matita color drago.
SPARTACO: Consiglieresti questa esperienza agli altri?
LAZZARIN: Boh. Bisogna avere un certo carattere per portarla avanti. Non saprei.
SPARTACO: Accantoniamo per un attimo l’aspetto romantico del tuo viaggio. Sei un trentaquattrenne con due lauree e con tre libri all’attivo, eppure sei dovuto scendere letteralmente in piazza per farti conoscere. Credi ci sia qualcosa che non va nell’editoria italiana?
LAZZARIN: A parte il fatto che di anni ne ho 33, fino all’8 ottobre, direi che l’editoria semplicemente affronta una fase di cambiamento. Non è stato facile per il mondo della musica adeguarsi alle variazioni che internet ha portato nel settore. Per i libri sta succedendo qualcosa di analogo, solo con un po’ di ritardo. Troverà un equilibrio.
SPARTACO: Insegnante precario e scrittore per strada, sei la fotografia dell’Italia del 2016, dove la gioventù è un’età interminabile e in cui la stabilità è una leggenda. Quali sono i tuoi progetti dopo questa esperienza?
LAZZARIN: Certe crisi ci costringono a rinnovarci con creatività. Non tutti però hanno la forza e la voglia di faticare per ribaltare la situazione. Altri non ne hanno le possibilità, le condizioni. Per mia fortuna avevo una base da cui ripartire.
Cosa farò da grande? Boh. Ho cinque (quasi sei) romanzi già pronti per essere pubblicati. Ho una trasmissione Rai a cui partecipare con continuità. Tornare a insegnare? Chissà.
SPARTACO: Lo “scrittore per strada” ti ha fatto conoscere e ha attirato l’attenzione dei media. Non hai paura che la tua iniziativa venga strumentalizzata dai media e che Walter Lazzarin scrittore venga messo in secondo piano?
LAZZARIN: Sì. Ho paura. Adesso vado a nascondermi dentro l’armadio e non ne esco più.
SPARTACO: Il Drago non si droga è il tuo ultimo romanzo. Convinci i nostri utenti a leggerlo.
LAZZARIN: Acquistatelo, altrimenti all’alba arriverò ad ammazzarvi. Avvertiti.
SPARTACO: Uno dei suoi protagonisti è Prezzemolo, il draghetto di Gardaland. Perché proprio lui e non un personaggio più noto a livello internazionale?
LAZZARIN: Perché il mio libro è stato scritto per gli italiani. Credo che uno dei problemi degli autori esordienti sia pensare cose tipo: Sto scrivendo per il mondo, per i lettori di oggi e quelli di domani.
Non conosciamo a perfezione neanche la nostra città, perciò meglio non sbrodolare. È bene scrivere su ciò che si conosce bene; il nostro paese, il nostro tempo. Camilleri è letto molto all’estero anche (anzi, soprattutto) per la sua capacità di dare un disegno colorato della Sicilia.
Possiamo pure sviluppare un racconto su Jack & Melody, ragazzi del Maine, ma non credo che ne uscirebbe qualcosa di onesto.
SPARTACO: Ora che il tuo viaggio per l’Italia si appresta a terminare, hai già in mente un nuovo romanzo? Conterrà qualcosa di quest’ultimo anno?
LAZZARIN: Sto lavorando a un nuovo romanzo, sì. Ma non parla di questa esperienza. Purtroppo mi trovo sempre in difficoltà con l’autobiografia. Preferisco la fiction. Preferisco parlare di me attraverso una trama romanzesca e una serie di personaggi.
SPARTACO: Veniamo all’argomento che ci accomuna: la letteratura. Prima di diventare uno scrittore sarai stato un lettore accanito, passaggio obbligato per chiunque voglia esserlo. Quali sono i tuoi autori preferiti, e quali quelli a cui ti ispiri?
LAZZARIN: Non è vero che occorre essere un grande lettore per scrivere bene. Lo dico da ex prof. Ho fatto fare ai miei allievi giochi di scrittura creativa, e il più bravo era un ragazzo che non leggeva mai. Aveva un talento narrativo. Il più appassionato di libri tendeva invece a scimmiottare certi classici. E non faceva “vivere” a me le sue storie.
Detto questo, sono stato e resto un lettore accanito (da 50-70 libri l’anno). Non mi ispiro a nessuno e sconsiglio a chiunque di farlo. Per regola auto-imposta non leggo mai due libri dello stesso autore a distanza ravvicinata.
SPARTACO: Consiglia ai nostri autori una delle letture che ti hanno accompagnato durante l’ultimo anno.
LAZZARIN: Alex, di Lemaitre. Studiatene l’intreccio.
SPARTACO: Sarai la Guest che giudicherà i concorrenti della prima Edizione della Quinta Era di Minuti Contati. Come affronterai il ruolo del giudice?
LAZZARIN: Sarò severo.
SPARTACO: Il tema del contest è nascosto nel tuo racconto, che hai scritto appositamente per l’occasione, che abbiamo messo a disposizione degli utenti sulla nostra Vetrina. Vuoi dare qualche altro indizio ai concorrenti?
LAZZARIN: No. Sono severo da subito.
SPARTACO: Qual è, a tuo avviso, l’aspetto che non deve mancare in una storia e in particolare in un racconto breve?
LAZZARIN: Domanda ambigua. Romanzo e racconto sono cose diverse, con presupposti diversi. Un racconto breve, per me, deve avere nel finale la sua parte migliore. In un romanzo sono più importanti l’incipit e lo sviluppo dei personaggi.
SPARTACO: Ti sei mai ritrovato a scrivere “con i Minuti Contati”? Cosa risponderesti se un giorno ti chiamassimo per proporti di scendere nella nostra Arena, magari con le altre guest della Quinta Era, per una Super Special?
LAZZARIN: Boh. (una delle mie parole preferite in assoluto)
SPARTACO: Bene, siamo arrivati alla fine di questa intervista. Per noi di Minuti Contati è un piacere averti come ospite e lo sarà anche per i nostri utenti che avranno la possibilità di conoscere un ottimo autore. Grazie per il tempo che ci stai dedicando e in bocca al lupo per i tuoi progetti!