Non può piovere per sempre (Antologia Digitale di Minuti Contati)

NB: nell’approcciarvi alla lettura di questi racconti tenete bene a mente che gli stessi sono stati scritti dai loro autori in un tempo molto limitato e con un limite di caratteri fissato a un massimo di tremila. In seguito, gli autori non hanno potuto, da regolamento, operare correzioni. Perdonerete quindi eventuali refusi mentre potrete apprezzare la straordinaria capacità di creare queste storie dal nulla e in condizioni molto variabili che possono andare dai genitori che scrivono mentre cantano le ninne nanne ai loro bambini ai pendolari che digitano dagli smartphone rientrando, la sera tardi, dal lavoro. Pura potenza, insomma.

 
Questa volta gli autori di Minuti Contati sono stati chiamati, dalla guest star Stefano Pastor, a misurarsi sul tema Non può piovere per sempre. A fronte di una presenza massiccia di testi incentrati sulla presenza letterale della pioggia, dai più interpretata nella sua accezione negativa, devo dire che i finalisti si sono contraddistinti per la varietà.
 
Si va dalla pioggia come rappresentazione del mancato rispetto della natura da parte dell’uomo con tutto ciò che ne consegue in termini di cambiamenti climatici de La tempesta di Viviana Tenga alla pioggia richiesta dall’uomo stesso e poi dimostratasi eccessiva de Ame di Maurizio Ferrero perché se è vero che gli Dei possono essere scomodati, poi vanno anche gestiti, senza dimenticare quella pioggia che è manifestazione della confusione dell’uomo e che in Cum clave di Filippo Mammoli se ne va nel momento stesso in cui le decisioni sembrano prese.
 
Piove anche in Un sorso di dignità di Andrea Partiti, ma è come uno sfondo per evidenziare la pioggia di disperazione del suo protagonista mentre in One More Light di Axa Lydia Vallotto incontriamo una ragazza che deve trovare una riconciliazione con dei sensi di colpa causati da una grave perdita e nel farlo deve superare la tempesta di emozioni che la stanno sconquassando, emozioni che stanno travolgendo anche il protagonista di Brutto stronzo! di Wladimiro Borchi, determinato a combattere fino all’ultimo per colei che ama mentre Polly Russel decide di portarci nel Rajasthan nel suo Il cielo del Rajasthan per mostrarci che non esistono gradi nobiliari per le ingiustizie, ma che anche nella morte si deve continuare a sperare in un futuro migliore.
 
Ma la pioggia non ha solo valenze negative o legate a battaglie da combattere perché può anche evitarle e tenere al sicuro da assalti esterni come ne L’Esercito Rosso di Andrea Lauro o ancora, come ci insegna Riccardo Rossi ne Il gigante, può rendere possibile l’amore tra gli umani e i giganti di fumo, anche solo in quel breve attimo che separa il buio generato dalle nuvole dal prossimo raggio di luce che arriverà per squarciarle.
 
Maurizio Bertino

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