Quattro chiacchiere con Giorgia D’Aversa
(Intervista a opera di Luca Fagiolo)
Eccoci qui in compagnia di Giorgia D’Aversa, la prima Guest del 2025 di Minuti Contati, autrice del dark fantasy Il Tredicesimo Nume, edito da Acheron Books. Benvenuta Giorgia, cosa avresti voglia di raccontarci per presentarti a chi ancora non ti conosce?
GIORGIA D’AVERSA: Ciao, e grazie mille per avermi invitata come guest! Che dire: nella vita mi occupo di quello che ho studiato, lavoro come Account e Project Manager in un’agenzia che si occupa di digital e influencer marketing; nel tempo libero mi dedico alla mia passione per le storie saltellando tra romanzi, videogiochi e prodotti seriali. Per quanto riguarda la scrittura, oltre al mio esordio nel 2023 lo scorso anno ho pubblicato un racconto all’interno dell’antologia Zappa e Spada – La Vendemmia, sempre edita Acheron Books.
Prima di passare alla parte inerente la scrittura, Giorgia D’Aversa sui social è conosciuta da quasi dieci anni come Passione Retorica. Raccontaci la tua esperienza come Content Creator.
GIORGIA D’AVERSA: Be’, in effetti potrò presto dire di parlare di libri sui social da un decennio (aiuto). Ho iniziato con YouTube nel 2016 in pieno periodo universitario, quando finalmente ho iniziato ad avere più libertà nella gestione del mio tempo libero ed è tornato il desiderio di leggere che il liceo aveva brutalmente ridotto.
Da quel momento non ho mai smesso e creare contenuti per le varie piattaforme è diventata anch’essa una passione creativa che è parte integrante della mia vita: questo ovviamente ha comportato contatti diretti con le case editrici, con tante persone che leggono e una costante visione a 360° sul mondo editoriale tutto. Essere lettrice, scrittrice ed esperta di marketing possiamo dire che ha i suoi vantaggi, anche in termini di possibilità ed esperienze.
Noi due ci siamo conosciuti proprio su Minuti Contanti, era il lontano 2020 e durante le Olimpiadi della Scrittura che si sono svolte quell’anno abbiamo partecipato insieme a Edoardo Foresti alla Staffetta (un format estremamente particolare che sarebbe bello riproporre per un’edizione speciale). Come avevi scoperto MC e cosa ti aveva spinto a partecipare? A quel tempo scrivevi già con regolarità?
GIORGIA D’AVERSA: Ricordo benissimo quel periodo: avevo scoperto la realtà di Minuti Contati se non erro grazie a Rotte Narrative, e noi due ci sentivamo su Instagram ormai da qualche mese. Ci siamo spronati a vicenda nell’iniziare questa prima esperienza di scrittura e le Olimpiadi sono state l’apice di quella stranissima estate. MC mi ha fornito un aiuto imprescindibile in un momento in cui ero estremamente acerba dal punto di vista stilistico e anche molto arroccata su alcuni preconcetti dogmatici, oserei dire. La possibilità di sperimentare con spunti, tempistiche e lunghezze differenti del testo mi ha arricchita tantissimo e, soprattutto, mi ha permesso di avere un appuntamento fisso da dedicare alla mia scrittura senza procrastinazioni di ogni sorta (il mio problema più grande tutt’oggi).
Quattro anni dopo quell’esperienza ci siamo ritrovati insieme in casa Acheron, tu con il tuo Il Tredicesimo Nume (uscito il 28 luglio del 2023 e io con “Robin Blood”, di cui abbiamo parlato approfonditamente nella mia edizione). Ti va di raccontarci la genesi del tuo romanzo e anche la tua esperienza di pubblicazione con una CE specializzata nel fantastico italiano?
GIORGIA D’AVERSA: La cosa divertente è che la prima forma embrionale del mio romanzo è nata proprio su Minuti Contati in occasione delle Olimpiadi del 2020! Partecipai anche alla Maratona, che prevedeva di scrivere un racconto più lungo in tre tappe, partendo a ogni step da uno spunto fornito dallo staff.
Mi sono resa subito conto che le atmosfere e quel primo abbozzo di personaggi stimolavano la mia creatività, tanto da farmi desiderare di scrivere di più in un’ambientazione antica, con due protagoniste e divinità capricciose a decidere il fato di un’intera città… ed ecco nascere Clizia e Verdiana (che all’epoca della Maratona era Vania).
Per quanto riguarda Acheron, io desideravo pubblicare con loro e non ho mai neanche proposto il progetto del romanzo ad altre realtà: già nel 2017 mi ero innamorata del catalogo, dell’idea editoriale alla base e sentivo che sarebbe stata la casa giusta per il mio romanzo. Ho mandato la mia candidatura e ho partecipato alla prima puntata della prima edizione di Pitchnado, il format con cui la casa editrice valuta le nuove penne. Non ho vinto e comunque l’editore è rimasto colpito dalla mia storia, quindi circa un mese dopo è arrivato il contratto di pubblicazione.
Grazie ad Acheron ho avuto modo di lavorare a Il Tredicesimo Nume sin dalla prima scalettatura del romanzo: l’editor che mi ha affiancata, Masa, è un grande professionista e oltre ad avermi insegnato tantissimo dal punto di vista tecnico (l’editing vero è proprio è stato sfiancante ma oltremodo arricchente) mi ha supportato in ogni fase anche dal punto di vista umano, con consigli da veterano del settore e tantissima esperienza. Non avrei potuto chiedere di meglio per il mio esordio e l’esperienza maturata nel corso del lavoro a ITN è stata immensa!
Colgo l’occasione per chiederti anche cosa potresti consigliare a chi come noi ha la passione della scrittura e vorrebbe riuscire a pubblicare un romanzo. Sia lato scrittura che lato promozione e contatto con le CE (o Self, ovviamente).
GIORGIA D’AVERSA: Ovviamente di guardarsi i miei video a tema promozione editoriale! Scherzi a parte, per quanto riguarda la scrittura ripartirei proprio dalle basi: oltre a dover leggere tanto, per chi scrive a mio avviso è altrettanto importante spaziare tra i generi e lasciare da parte eventuali pregiudizi. La diversità non inquina ma arricchisce, e padroneggiare i punti di forza di qualcosa che è anche molto lontano dalla nostra comfort zone può valorizzare in modi spesso inaspettati ciò che scriviamo.
Per il contatto con le case editrici potrà sembrare scontato, ma è importantissimo conoscerne il catalogo e capire se la linea editoriale (oltre alla qualità dei testi proposti) fa al caso nostro. La promozione è un aspetto complesso e stratificato – soprattutto se si sceglie la strada del self per avere il pieno controllo su ogni aspetto della pubblicazione – ma sicuramente una presenza attiva sui social vi permetterà di osservare il comportamento del vostro potenziale lettorato e la loro dieta digitale, così da realizzare contenuti che possano attirare la loro attenzione.
E ora torniamo all’edizione di lunedì 20 gennaio, con le nostre domande di rito. Ricordando che non sarà obbligatoria la partecipazione attraverso la scrittura in un genere prestabilito, ma che, come sempre nelle edizioni regolari, non ci sarà limitazione alcuna se non quella di caratteri (4.000 spazi inclusi) e tempo (quattro ore)… Puoi darci qualche indizio, senza troppo svelare, sul tema che hai scelto?
GIORGIA D’AVERSA: Ho cercato di orientarmi su un tema che fosse interpretabile in maniera sfaccettata a seconda della sensibilità dello scrivente e del genere che preferisce scrivere. C’è ovviamente un piccolissimo collegamento con certe immagini del mio romanzo e penso che, complice i miei stessi interessi da scrittrice, sia un tema che dà il meglio per l’introspezione sui personaggi e una vena di oscurità… ma ovviamente sarò ben contenta se dei racconti dovessero sorprendermi!
Quattro ore di tempo per affrontare il tema proposto: tu che per un periodo sei stata tra i partecipanti, come affrontavi la serata di scrittura, dalle 21 all’una? Qualche consiglio?
GIORGIA D’AVERSA: Che bei ricordi affiorano alla memoria! Quando decidevo di partecipare (e di solito era un proposito definito a monte, una sorta di “dovere”) approfittavo della prima parte di serata per uscire a fare una passeggiata con il mio cane e intanto riflettere sul tema proposto. Camminavo e pensavo, mi confrontavo con qualche altra persona sull’idea che mi era balenata in testa – di solito un’immagine più che una trama vera e propria – e poi tornavo a casa per iniziare a scrivere. Per fortuna i paletti stimolano la mia creatività, quindi la possibilità di scrivere con uno spunto e caratteri prestabiliti mi rassicurava anziché spaventarmi.
Nel mio caso, non sono solita realizzare una scaletta per i racconti e dunque si trattava di buttare giù quello che mi era venuto in mente all’aria aperta, espandendo o tagliando a seconda della necessità. Ho sempre pensato a Minuti Contati come una palestra, dunque cercavo di sperimentare tra generi, tematiche, tempo verbale adottato e prima/terza persona: scrivere in quel periodo mi ha aiutato moltissimo a comprendere cosa mi piacesse veramente.
Terminata la scrittura, ci sarà la fase del confronto tra gli autori, tra i cardini dell’esperienza dell’Arena. Per noi di Minuti Contati il confronto e la critica sono due momenti fondamentali e altamente formativi, ma di tanto in tanto sono anche momenti difficili e tesi da gestire. Come li vivi tu ora e come li vivevi all’epoca delle tue partecipazioni?
GIORGIA D’AVERSA: Sono davvero grata all’Arena di MC per avermi addestrata alla ricezione di critiche, altrimenti da autrice pubblicata avrei vissuto molto peggio alcune situazioni! Ricevere pareri su racconti realizzati ad hoc per questo scopo è ben diverso dal farsi leggere da persone sconosciute e a cui, giustamente, interessa ben poco di fornire un riscontro edificante: nel momento in cui si pubblica un libro bisogna partire dal presupposto che, a differenza dell’ambiente di Minuti Contati, là fuori nessuno ci “deve” nulla, che sia una recensione positiva o un confronto costruttivo.
Può essere spaventoso in un primo momento, ma così come nell’Arena si impara a setacciare i feedback realmente utili, con il tempo si riesce a farlo anche con chi ha letto la nostra creatura. Prendere le distanze da ciò che si ha scritto è certamente più complicato, ma MC è un’ottima palestra in tal senso.
Dopo qualche giorno riceverai quelli che si saranno distinti come i migliori racconti tra i tanti. Come immagini di affrontarli, leggerli e giudicarli? Su cosa punterai l’attenzione con maggiore intensità? Cosa deve fare uno scrittore per catturare la tua attenzione e farti considerare il tempo della lettura come ben speso?
GIORGIA D’AVERSA: È finito il tempo in cui mi concentravo come prima cosa sulla padronanza tecnica: da lettrice mi interessa la “scintilla”, quella che si accende durante la lettura e che ha a che fare con la sensibilità con cui chi scrive ha approcciato il tema. È chiaro che un testo brilla per la combinazione di stile, trama e prospettiva autoriale, ed è quindi una combinazione efficace dei vari elementi a far emergere un racconto.
Devo ammettere però che tendo a concentrarmi di più su personaggi e i loro legami, quindi se un testo dovesse presentare con efficacia queste caratteristiche ne risulterei inevitabilmente colpita. Sono una lettrice emotiva e non posso prescindere da questo aspetto, perciò una prima scrematura potrebbe avvenire di pancia… ma penso che lo scoprirò solo una volta che mi metterò a leggere, sono sicura che la varietà e qualità mi metterà molto in crisi.
Giorgia, questa era l’ultima domanda. Ti ringraziamo per la tua disponibilità, e che sia un’edizione ricca di divertimento e formativa, come al solito!
GIORGIA D’AVERSA: Ma grazie a voi per avermi permesso di tornare su Minuti Contati in veste di Guest, non vedo l’ora di leggere i racconti dei partecipanti!