Prossima fermata…

Superpoteri particolari al servizio del fai da te… Finalista nella Prima Edizione della Quinta Era con Walter Lazzarin nelle vesti di guest star, un racconto di Patty Barale.

 
Michela alzò lo sguardo al finestrino dell’autobus: il 68 stava per raggiungere Porta Nuova e la marea umana che la circondava era compatta, quasi solida, impenetrabile.
In prossimità di un semaforo l’autista frenò bruscamente e la vecchietta logorroica venne quasi decapitata dallo zaino di un universitario che aveva reso tangibile il peso della cultura, mentre il maniglione del passeggino della bimba, partorita dalla mamma tecnologica impegnata a leggere l’ultimo tweet di Barbara D’Urso, sferrò un mortale attacco agli spermatozoi del cingalese intento a proteggere il suo mazzo di rose rosse. Anche il fianco del giovane di colore, modello rapper americano, non si salvò dalla borsa tutta borchie della MILF impegnata in un marziale pancia in dentro e petto in fuori, mentre il signore in giacca e cravatta, i cui occhi erano alle prese con un rally sulle curve della suddetta, si ritrovò col naso piantato nelle morbide tette della mamy di turno.
Approfittando della confusione, un borseggiatore infilò la mano nella borsa di una donna, intenta a cercare di mantenere la posizione conquistata dall’homo erectus, e ne uscì stringendo l’agognato bottino.
Michela e un giovane hipster osservarono la scena: lui si voltò dall’altra parte, mentre Michela sorrise chiudendo le pagine del fumetto di Kick Ass che stava leggendo.
Ripensò a quanto aveva maledetto il piccolo essere peloso che l’aveva morsa una sera di pochi mesi prima in montagna: i denti avevano lasciato una cicatrice profonda sul polpaccio, ma, chissà come, quel morso le aveva dato un potere, quello che lei aveva iniziato a definire il suo superpotere, anche se per un po’ si era domandata a che cavolo potesse servire un superpotere come quello.
Poi, col tempo, aveva capito.
Guardò il borsaiolo con aria di sfida e si concentrò.
Sentì il gas accumularsi nell’intestino e poi fluire all’esterno in una loffia* pestilenziale che si insinuò tra i passeggeri, si appiccicò ai loro abiti fino a raggiungere i loro nasi.
Dapprima tutti cercarono di mostrare indifferenza, ognuno iniziò a guardare con sospetto il proprio vicino, poi ciascuno cercò di allontanarsi da quella che pensava essere l’origine di tale fetore fino a che qualcuno iniziò a chiedere all’autista di aprire le porte…
Quando questi, raggiunto dai miasmi, azionò l’apertura tutti si precipitarono fuori dal mezzo con la stessa frenesia con cui Chuck Noland tenta di salvare Wilson.
 
Michela si allontanò rapida dalla folla. Svoltò un angolo e controllò all’interno della sua borsa, ora più pesante: cinque portafogli.
Sorrise soddisfatta: anche i poteri acquisiti in seguito ai morsi di puzzola possono essere super!
 
 
*LOFFIA o LOFFA: pl. -e
(region. centr., sett.) gas che esce senza rumore dall’intestino

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