Un amore da favola

Una maledizione, un principe da sposare, una sposa che ne sa una più della strega. Secondo classificato nella Wedding Edition con gli sposi Beppe Roncari e Flavia Imperi come guest star, un racconto di Mario Pacchiarotti.

 
Sha’El Bep era ormai rassegnato, aveva inviato messi in ogni angolo della galassia, ma la notizia della maledizione doveva essersi sparsa ovunque e di certo nessuna delle principesse contattate avrebbe raccolto l’invito.
Ripensò alle parole della strega Gal’Ass: le tue spose non arriveranno vive alla seconda notte di nozze.
All’inizio non avevano preso la cosa sul serio, ma per prudenza gli avevano fatto sposare una cavalla. Il peggio era stato la prima notte di nozze. Scacciò via il pensiero, la povera cavalla era morta il giorno seguente e lui ci si era quasi affezionato.
Il visir aveva insistito, aveva mandato inviti in ogni dove, ma lui sapeva che non c’era scampo, Gal’Ass aveva usato il plurale. Perciò non si aspettava di ricevere visite quel giorno e se ne stava chiuso nella sua torre bianca.
 
«Altezza» urlò il visir entrando «c’è una pretendente!»
 
Sha’El Bep lo guardò frastornato.
 
«Sì, Altezza, è arrivata poco fa su di un’astronave sfolgorante. La principessa Flav’iazad si è annunciata: è qui per Voi, vuole sposarvi.»
 
Sha’El Bep si illuminò di gioia, poi crollò di nuovo in preda alla disperazione.
 
«È tutto inutile, la maledizione la ucciderà… come la cavalla.»
 
Il visir scrollò le spalle. «Chi può dirlo? È passato tanto tempo… e poi, io sono sicuro che ha detto ‘la tua sposa’…»
 
Il principe era smarrito e conteso da sentimenti contrastanti. «Plurale…» mormorò, meno convinto.
 
«Sia quel che sia» concluse il visir «ora siamo in ballo, la principessa vuole incontrarla, è già qui fuori!»
 
Sha’El Bep annuì rassegnato: «Allora uscite e fatela entrare.»
 
Paggio e visir si ritirarono tosto, un attimo dopo entrò la donna più bella che il principe avesse mai visto.
 
«Oh Dei» disse senza riuscire a frenare la lingua «le tue labbra sono puro corallo e gli occhi polle dove mare e cielo si baciano, i tuoi seni…»
 
«Basta principe, non c’è tempo da perdere, e poi siamo già avanti con i caratteri, sono qui per sposarti, ma a un patto: dovrai accettare le regole matrimoniali del mio regno, senza discussioni.»
 
Il visir sbucò fuori dalla tenda: «Bisogna leggerle con attenzione Sua Altezza…»
 
Sha’El Bep aveva interrotto l’eloquio ma i suoi occhi continuavano l’inventario delle principesche grazie che aveva di fronte. Trovava fossero molte, ben disposte, assolutamente di suo gradimento.
 
«Al diavolo, accetto, siano organizzate le nozze.»
 
Flav’iazad insistette. «Niente indugi, che ci sposino ora, immediatamente.»
 
«Così sia» concordò il principe. E così fu.
 
Quella notte fecero l’amore in tutti i modi, sfruttando i kamasutra di una decina di pianeti.
 
Infine arrivò l’alba e il principe si fece triste, ma sua moglie lo strinse a sé e così parlò: «Non devi temere per me mio signore, in due sole regole consiste il contratto matrimoniale che hai accettato. La prima: dovrai amarmi ogni giorno della tua vita. La seconda: ogni notte sarà la prima notte.»
 
Così in barba alla maledizione Flav’iazad e Sha’El Bep vissero felici e porcelli ogni giorno, ma soprattutto ogni notte, della loro lunga vita.